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Inoltre 4 metaboliti sono ancora in corso di caratterizzazione (a, b, c e d).

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Academic year: 2021

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Conclusioni

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CONCLUSIONI

Dallo studio degli estratti delle foglie di Ruprechtia polystachya Griseb., albero appartenente alla famiglia delle Polygonaceae, acclimatato presso El Zoharia Research Garden del Cairo, in Egitto, sono stati isolati e completamente identificati 22 composti, di cui 21 derivati fenolici (1, 3- 22), e un acido grasso (2). I derivati fenolici sono suddivisi in 2 acetofenoni (1 e 6), 2 derivati semplici dell’acido gallico (4 e 5), un lignano del gruppo dei neolignani (3) e 16 flavonoidi, questi ultimi a loro volta ripartiti in un flavone (10), 3 catechine (13, 16 e 22), 8 flavonoli (9, 11, 12, 17, 18, 19, 20 e 21) e 4 diidroflavonoli (7, 8, 14 e 15).

Inoltre 4 metaboliti sono ancora in corso di caratterizzazione (a, b, c e d).

Tutti questi composti sono stati ottenuti tramite lo studio degli estratti cloroformico, cloroformio-metanolico e metanolico, in particolare i migliori risultati si sono ottenuti dagli estratti più polari.

La determinazione strutturale di tutti i composti è stata effettuata con l’ausilio di tecniche spettroscopiche NMR mono e bidimensionali, fra cui le principali sono state

1

H-NMR,

13

C-NMR, HSQC, HMBC, 1D-TOCSY, e tecniche di spettrometria di massa ESI-MS.

Nonostante in questo lavoro di tesi non si sia giunti alla purificazione e alla caratterizzazione di nuovi composti, è giusto sottolineare in ogni caso l’importanza dei risultati ottenuti in riferimento allo studio della specie R.

polystachya e dello stesso genere Ruprechtia, fino ad ora entrambi poco investigati. Tutti i composti identificati non risultano, infatti, mai precedentemente purificati all’interno non solo della specie, ma anche dello stesso genere Ruprechtia.

Nei precedenti studi incentrati su altre specie del genere Ruprechtia, R.

triflora Griseb. e R. tangarana Standl., i metaboliti isolati appartenevano per la maggior parte agli steroli e, secondariamente, al gruppo dei derivati fenolici, costituiti in questo caso per lo più da sostanze polifenoliche a natura acida e xantoni [Pettit et al., 2003; Woldemichael et al., 2003].

Pertanto il nostro lavoro è solo in parte in accordo con i dati riportati in

letteratura. La totalità dei metaboliti secondari da noi caratterizzati

(3)

111 appartiene infatti alla vasta classe dei derivati fenolici: la classe da noi riscontrata come maggioritaria è stata, però, quella dei flavonoidi. Questi, seppur molto diffusi in natura, non erano mai stati isolati prima d’ora nel genere Ruprechtia. Allo stesso tempo non abbiamo identificato alcun composto afferente alla classe degli steroli, e ciò metterebbe in dubbio un loro possibile futuro impiego come marcatori chemiotassonomici all’interno del genere Ruprechtia.

Inoltre, dei 16 flavonoidi da noi purificati 12 sono glicosidati e in particolare tutte le porzioni zuccherine sono costituite esclusivamente da ramnopiranosio, arabinopiranosio e arabinofuranosio, e ciò lascerebbe supporre una predisposizione metabolica di R. polystachya per questi due specifici aldosi, il ramnosio e l’arabinosio.

È giusto sottolineare, infine, l’isolamento dell’alcol diidrodeidrodiconi- ferilico, un neolignano abbastanza comune in natura ma mai in precedenza riscontrato all’interno dell’intera famiglia delle Polygonaceae (3).

Oltre a queste importanti considerazioni chemiotassonomiche, si stanno eseguendo test di attività biologica su alcuni dei flavonoidi isolati da R.

polystachya, in collaborazione con la Facultad de Medicina dell’Universidad

Central de Venezuela di Caracas. L’azione farmacologica che si sta

valutando è l’inibizione dell’enzima glucosio-6-fosfatasi, attività ricercata

per lo sviluppo di nuovi farmaci antidiabetici, in quanto l’inibizione di

questo enzima comporta una risposta ipoglicemizzante da parte

dell’organismo molto utile nel trattamento del diabete.

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