1 Lezione n.1 : Serie di Potenze
1.1 La Serie geometrica
Consideriamo serie geometrica di ragione x
1 + x + x
2+ · · · + x
n−1+ · · · =
∞
X
k=0
x
kRidotta n-sima
s
n= 1 + x + x
2+ · · · + x
n−1.
Se x = 1 si ha
s
n= 1 + 1 + · · · + 1 = n.
Sia x 6= 1. Si ha
1 + x + x
2+ · · · + x
n−1= 1 − x
n1 − x Se |x| < 1 allora lim
n→∞x
n= 0 e pertanto
n→∞
lim s
n= lim
n→∞
1 − x
n1 − x = 1
1 − x . Se x > 1, poich` e lim
n→∞x
n= +∞ si ha
n→∞
lim s
n= lim
n→∞
x
n− 1 x − 1 = 1
x − 1 · lim
n→∞
x
n− 1
x − 1 = +∞
Sia ora x = −1,
s
n= 1 − (−1)
n2 =
0 , n = 2p 1 , n = 2p + 1 Pertanto la successione (s
n)
Nnon ` e regolare.
Sia infine x < −1. Possiamo scrivere x = −|x|, e quindi s
n= 1 − (−|x|)
n1 + |x| = 1 − (−1)
n|x|
n1 + |x|
=
1 − |x|
2p1 + |x| , n = 2p 1 + |x|
2p−11 + |x| , n = 2p − 1 Ne segue che S
2p→ −∞ e S
2p−1→ +∞ e pertanto 6 ∃ lim
n→∞s
nAllora
∞
X
k=0
x
k= lim
n→∞
s
n=
+∞ x ≥ 1
1
1 − x x ∈ (−1, 1)
6 ∃ x ≤ −1
1.2 Definizione e prime propriet` a
La Serie geometrica costituisce un caso particolare di serie di potenze
∞
X
n=0
a
n(x − x
0)
nquando a
n= 1 n = 0, 1, . . . . e x
0= 0.
In generale i coefficienti a
ncostituiscono una successione di numeri reali.
Con una traslazione y = x − x
0possiamo ricondurci al caso x
0= 0 Infatti supponiamo di dover studiare l’insieme di convergenza della serie
∞
X
n=0
(x − 1)
nSi pone y = x − 1 e si studia
∞
X
n=0
y
n, che sappiamo essere convergente per |y| < 1.
|y| < 1 ⇐⇒ |x − 1| < 1 ⇐⇒ −1 < x − 1 < 1 ⇐⇒ 0 < x < 2
Concentriamo la nostra analisi sul ruolo dei coefficienti a
n. Osserviamo di aver incontrato gi` a le serie di potenze con nello studio delle serie numeriche (oltre le serie geometriche).
Facciamo alcuni esempi
∞
X
n=1
1 n x
n.
Per il criterio del rapporto per le serie numeriche la serie converge (assolutamente) per
|x| < 1. Il caso |x| = 1 deve essere studiato separatamente per x = 1 la serie diverge (serie armonica), per x = −1 la serie converge (Criterio di Leibniz) pertanto l’insieme dove la serie converge ` e dato da (−1, 1) ∪ {−1}.
∞
X
n=1
1 n
2x
n.
Per il criterio del rapporto per le serie numeriche la serie converge (assolutamente) per
|x| < 1. |x| = 1 deve essere studiato separatamente per x = 1 la serie converge, per x = −1 la serie converge (Criterio di Leibniz) pertanto l’insieme dove la serie converge ` e dato da (−1, 1) ∪ {−1, 1}.
∞
X
n=1
1 n! x
n.
Per il criterio del rapporto per le serie numeriche la serie converge (assolutamente) per
ogni x reale.
∞
X
n=1
n
nx
n.
Per il criterio del rapporto per le serie numeriche la serie converge solo per x = 0.
∞
X
n=1
3
nx
n.
Per il criterio del rapporto per le serie numeriche la serie converge (assolutamente) per |x| <
13.
|x| =
13deve essere studiato separatamente per x =
13la serie diverge, per x = −
13la serie ` e indeterminata.
Vediamo negli esempi che l’insieme di convergenza ` e un intervallo, l’analisi nei punti di estremo dell’intervallo varia da caso a caso. Indichiamo con E l’insieme dei punti x in cui la serie converge e definiamo raggio di convergenza della serie
r = sup E
Osserviamo che questa definizione ` e estendibile al caso complesso. Sia z ∈ C. Ripartendo dalla serie geometrica e ricordando che
|z| = p
(<z)
2+ (=z)
2` e il modulo di z.
abbiamo che la serie
∞
X
n=0
z
nconverge se |z| < 1. Nel piano complesso (<z, =z) l’insieme p(<z)
2+ (=z)
2< 1 individua il cerchio di centro 0 e raggio 1 privato della circonferenza. Il raggio di convergenza (in questo caso si ha perfetta corrispondenza con l’immagine grafica) ` e 1.
Dimostriamo ora che l’intuizione maturata sulla struttura dell’insieme di convergenza corrisponde a un risultato matematico.
Proposizione 1. Se la serie
∞
X
n=0
a
nx
nconverge in un punto x
1allora converge (assolutamente) in ogni punto x tale che |x| < |x
1|.
Dimostrazione. Sappiamo che la serie
∞
X
n=0
a
nx
n1converge. Assumiamo x
16= 0. Ne segue dalla condizione necessaria di convergenza
n→+∞
lim a
nx
n1= 0, ne segue che esiste N ∈ N tale che per n > N
|a
nx
n1| < 1.
Allora per n > N
|a
nx
n| = |a
nx
n1|
x
nx
n1= |a
nx
n1|
x x
1n
Quindi tenuto conto che |a
nx
n1| < 1
∞
X
n=N +1
a
nx
n≤
∞
X
n=N +1
x x
1n
L’ultima serie converge se |x| < |x
1|.
2 Serie di Potenze ed equazione di Bessel di ordine zero
Illustriamo il Metodo di Frobenius per illustrare come determinare la soluzione dell’equazione di Bessel di ordine 0.
xy
00(x) + y
0(x) + xy(x) = 0, x > 0 Ricordiamo le equazioni di Bessel di ordine n
x
2y
00(x) + xy
0(x) + (x
2− n
2)y(x) = 0, x > 0 Aggiungiamo la condizione in x = 0, y(0) = 1,
y
0(x) = −xy
00(x) − xy(x), y
0(0) = 0 Ricapitolando vogliamo risolvere
( xy
00(x) + y
0(x) + xy(x) = 0, x > 0, y(0) = 1, y
0(0) = 0
Assumiamo che la soluzione sia esprimibile in serie di potenze y(x) =
∞
X
n=0
a
nx
n, dalla condizione y(0) = 1 si ricava a
0= 1. Dunque
y(x) =
∞
X
n=0
a
nx
n= 1 + a
1x + a
2x
2+ a
3x
3+ · · · + · · · = 1 +
∞
X
n=1
a
nx
n= 1 +
∞
X
m=0
a
m+1x
m+1Calcoliamo i singoli termini
xy(x) =
∞
X
n=0
a
nx
n+1y
0(x) = a
1+
∞
X
n=0
(n + 2)a
n+2x
n+1y
00(x) =
∞
X
n=0
(n + 2)(n + 1)a
n+2x
nxy
00(x) =
∞
X
n=0
(n + 2)(n + 1)a
n+2x
n+1Sostituendo
∞
X
n=0
(n + 2)(n + 1)a
n+2x
n+1+ a
1+
∞
X
n=0
(n + 2)a
n+2x
n+1+
∞
X
n=0
a
nx
n+1= 0 Riordinando
a
1+
∞
X
n=0
a
n+ (n + 2)
2a
n+2x
n+1= 0.
Ricaviamo a
0= 1, a
1= 0.
a
n+ (n + 2)
2a
n+2= 0 a
n+2= − 1 (n + 2)
2a
nSe n ` e dispari a
n= 0, se n ` e pari allora n = 2k k ∈ N
a
2(k+1)= − 1
2
2(k + 1)
2a
2ka
2= − 1
2
2a
0= − 1 2
2a
4= − 1
2
21
2
2a
0= 1 2
21 2
21 2
2= 1
2
21 2
4a
6= − 1
2
21
3
2a
4= − 1 2
21 3
21 2
21
2
4= − 1 2
61 (3!)
2. . .
. . . . . . ( a
2n+1= 0,
a
2n= (−1)
n 122n1 (n!)2
, Otteniamo
y(x) =
∞
X
n=0
(−1)
n1 2
2n1
(n!)
2x
2n=
∞
X
n=0
(−1)
n1 (n!)
2x
2n2
2n=
∞
X
n=0
(−1)
n1 (n!)
2x 2
2nfunzione di Bessel di ordine 0.
3 Lezione n.2 : Serie di Potenze
3.1 Criteri per la determinazione del raggio di convergenza Teorema 3.1. (Criterio di Cauchy) Se esiste il limite (anche +∞)
n→+∞
lim
p|a
n n| = l , allora
r = 1 l
Teorema 3.2. (Criterio di D’Alembert) Sia a
n6= 0, per ogni n. Se esiste il limite (anche +∞)
n→+∞
lim
a
n+1a
n= l , allora
r = 1 l . Se l = +∞ allora r = 0, se l = 0 allora r = +∞
Esercizio 3.3. Calcolare il raggio di convergenza della serie di potenze
∞
X
n=0
n x 3
n.
Risulta
∞X
n=0
n x 3
n=
∞
X
n=0
n 1 3
nx
nCalcoliamo
a
n+1a
n=
(n + 1)
1 3
n+1n
1 3
n= 1
3 (1 + 1 n ).
Ne segue l =
13e r = 3
Ricapitolando: data la serie di potenze, P
∞n=0
a
nx
ndeterminiamo il raggio di convergenza r (i criteri non fanno intervenire x). Allora la serie converge assolutamente per |x| < r, non converge per |x| > r, in generale nulla si pu` o dire per |x| = r.
Ricapitolando
Teorema 3.4. Data la serie di potenze si verifica sempre uno dei seguenti casi
• la serie converge per x = 0
• la serie converge per ogni x reale
• la serie converge per |x| < r e non converge per |x| > r
4 Serie di Potenze: Integrale e Derivata
4.1 Derivazione termine a termine Sia P
∞n=0
a
nx
nuna serie di potenze con raggio di convergenza r > 0 e con somma f (x) =
∞
X
n=0
a
nx
n|x| < r.
La serie derivata
∞X
n=1
na
nx
n−1ha lo stesso raggio di convergenza della serie P
∞n=0
a
nx
n(applicare il criterio di D’Alembert), la somma f (x) ` e derivabile e vale
f
0(x) =
∞
X
n=1
na
nx
n−1|x| < r.
Vediamo un’applicazione del risultato.
1 1 + x =
+∞
X
n=0
(−1)
nx
n|x| < 1
1 (1 + x)
2=
+∞
X
n=1
(−1)
n+1nx
n−1|x| < 1
4.2 Integrazione termine a termine Sia P
∞n=0
a
nx
nuna serie di potenze con raggio di convergenza r > 0 e con somma f (x) =
∞
X
n=0
a
nx
n|x| < r.
Si ha
Z
x 0f (s)ds =
+∞
X
n=0
a
nx
n+1n + 1 |x| < r Utilizziamo questo risultato.
1 1 + x
2=
+∞
X
n=0
(−1)
nx
2n|x| < 1,
Integrando
arctan x =
+∞
X
n=0
(−1)
n1
2n + 1 x
2n+1|x| < 1
Possiamo utilizzare il risultato per integrare per serie alcune funzioni non integrabili elementarmente. Per a > 0 calcoliamo
Z
a 0sin x x d x =
Z
a 0+∞
X
n=0
(−1)
n1
(2n + 1)! x
2ndx =
+∞
X
n=0
(−1)
n1
(2n + 1)! a
2n+1. Introduciamo la funzione degli errori introdotta da Gauss
erf(x) = 2
√ π Z
x0
e
−t2dt = 2
√ π Z
x0 +∞
X
n=0
(−1)
n1
n! t
2ndx = 2
√ π
+∞
X
n=0
(−1)
n1
n!(2n + 1) x
2n+1.
5 Lezione n.3: Serie di Taylor
Data una funzione f ∈ C
∞(x
0− r, x
0+ r) la serie
+∞
X
n=0
f
n(x
0)
n! (x − x
0)
nsi dice serie di Taylor relativa al punto x
0. Se vale
f (x) =
+∞
X
n=0
f
n(x
0)
n! (x − x
0)
n|x − x
0| < r, la funzione f si dice sviluppabile in serie di Taylor per x: |x − x
0| < r.
Il seguente esempio mostra che che esistono funzioni f ∈ C
∞(−r, r) che non sono uguali alla serie di Taylor.
Esempio 5.1.
f (x) =
( e
−x21x 6= 0
0 x = 0
La funzione presenta derivate tutte nulle in x
0= 0, e quindi la serie di Taylor ad essa relativa vale 0 e non coincide con la funzione.
Funzioni analitiche (in senso reale).
Definizione 5.2. Una funzione f : I → R (I intervallo con (x
0− r, x
0+ r) ⊂ I) si dice analitica in senso reale se ` e sviluppabile in serie di Taylor in un intorno (x
0− r, x
0+ r) di x
0. f si dice analitica in I se ` e analitica in ogni punto di I.
Ci occupiamo di condizioni di sviluppabilit` a di una funzione in serie di Taylor.
Definizione 5.3. Se f ` e derivabile n + 1 volte, il resto dato dalla formula di Taylor r(x
0, n, x) = r
n(x
0, x) = f (x) −
n
X
k=0
f
k(x
0)
k! (x − x
0)
kSappiamo (resto di Peano) che
r(x
0, n, x) = o((x − x
0)
n) x → x
0. Ci occupiamo di condizioni per cui
r(x
0, n, x) → 0 n → +∞
5.1 Resto Integrale e di Lagrange Deduciamo ora altre espressioni del resto
Teorema 5.4. Se f ` e derivabile n + 1 volte, il resto si pu` o esprimere r
n(x
0, x) =
Z
x x0f
n+1(t)
n! (x − t)
ndt
Dimostrazione. La dimostrazione del risultato segue il principio di induzione. Per n = 0 il risultato segue da
f (x) − f (x
0) = Z
xx0
f
0(t)dt.
Assumiamo vera l’affermazione al passo n − 1. Il resto al passo n − 1 si esprime
r
n−1(x
0, x) = f (x) −
n−1
X
k=0
f
k(x
0)
k! (x − x
0)
k. Si ha
r
n−1(x
0, x) = Z
xx0
f
n(t)
(n − 1)! (x − t)
n−1dt = Z
xx0
f
n(t) (n − 1)!
− (x − t)
nn
0dt =
− (x − t)
nn! f
n(t)
x x0+ Z
xx0
f
n+1(t) (x − t)
nn! dt
= (x − x
0)
nn! f
n(x
0) + Z
xx0
f
n+1(t) (x − t)
nn! dt In conclusione
r(x
0, n − 1, x) = f (x) −
n−1
X
k=0
f
k(x
0)
k! (x − x
0)
k= (x − x
0)
nn! f
n(x
0) + Z
xx0
f
n+1(t) (x − t)
nn! dt, e quindi
r
n(x
0, x) = f (x) −
n
X
k=0
f
k(x
0)
k! (x − x
0)
k= f (x) −
n−1
X
k=0
f
k(x
0)
k! (x − x
0)
k− (x − x
0)
nn! f
n(x
0) = Z
xx0
f
n+1(t) (x − t)
nn! dt.
Dalla formula del resto integrale si deduce la formula del resto di Lagrange.
Teorema 5.5. Se f ` e derivabile n + 1 volte in un intervallo I e x, x
0sono punti di I, esiste un punto ξ compreso tra x e x
0tale che
r
n(x
0, x) = f
n+1(ξ) (x − x
0)
n+1(n + 1)! ,
Dimostrazione.
r
n(x
0, x) = Z
xx0
f
n+1(t) (x − t)
nn! dt =
Assumiamo x > x
0. In [x
0, x] applichiamo il teorema della media integrale m ≤ f
n+1(t) ≤ M,
essendo
m = min
[x0,x]
f
n+1(t) M = max
[x0,x]
f
n+1(t).
Abbiamo
m (x − x
0)
n+1(n + 1)! ≤
Z
x x0f
n+1(t) (x − t)
nn! dt ≤ M (x − x
0)
n+1(n + 1)!
Ossia
m ≤ (x − x
0)
n+1(n + 1)!
−1Z
x x0f
n+1(t) (x − t)
nn! dt ≤ M Dal teorema dei valori intermedi applicato a f
n+1, si ha che esiste ξ per cui
f
n+1(ξ) = (x − x
0)
n+1(n + 1)!
−1Z
x x0f
n+1(t) (x − t)
nn! dt, da cui la tesi.
5.2 Condizioni di convergenza
Teorema 5.6. Se la funzione f ` e derivabile infinite volte in un intervallo (a, b) e se esistono due numeri reali L e M tali che
|f
(n)(x)| ≤ M L
n∀x ∈ (a, b) ∀n,
allora per ogni x
0∈ (a, b) la funzione ` e sviluppabile in serie di Taylor centrata in x
0.
Esempi di funzioni analitiche in R: e
x, sin x, cos x. La dimostrazione segue dall’espressione del resto di Lagrange.
6 Seconda settimana di lezione
6.1 Esercizi:La formula del Binomio e la Formula di Eulero Le formula di Eulero: per x ∈ R, i unit`a immaginaria.
cos x = e
ix+ e
−ix2 sin x = e
ix− e
−ix2i Ricordiamo la
Formula di triplicazione
cos 3x + i sin 3x = (e
ix)
3= (cos x + i sin x)
3=
= cos
3x − i sin
3x + 3i cos
2x sin x − 3 sin
2x cos x.
Uguagliando la parte reale e la parte immaginaria dei due numeri cos(3x) = cos
3x − 3 sin
2x cos x sin(3x) = − sin
3x + 3 cos
2x sin x Pi` u in generale si ha
Proposizione 2. Si ha cos(nx) =
n
X
k=0
n k
cos (n − k)π
2 cos
kx sin
n−kx, n ∈ N Dimostrazione.
cos(nx) = e
inx+ e
−inx2
= (e
ix)
n+ (e
−ix)
n2
= (cos x + i sin x)
n+ (cos x − i sin x)
n2 =
n
X
k=0
n k
cos
kx(i sin x)
n−k+ cos
kx(−i sin x)
n−k2 =
n
X
k=0
n k
(i)
n−k+ (−i)
n−k2 cos
kx sin
n−kx =
n
X
k=0
n k
(e
iπ2)
n−k+ (e
−iπ2)
n−k2 cos
kx sin
n−kx =
n
X
k=0
n k
(e
i(n−k)π2) + (e
−i(n−k)π2)
2 cos
kx sin
n−kx =
n
X
k=0
n k
cos (n − k)π
2 cos
kx sin
n−kx
Esercizio 6.1. Dalla formula di Eulero, x ∈ R, i unit`a immaginaria i
2= −1.
sin x = e
ix− e
−ix2i , ricavare
sin(nx) =
n
X
k=0
n k
sin (n − k)π
2 cos
kx sin
n−kx, n ∈ N Le funzioni sin x e cos x sono funzioni periodiche di periodo 2π
Proposizione 3. Si ha
n
X
k=0
sin(kx) = − cos(n +
12)x + cos
x22 sin(
x2)
e
nX
k=0
cos(kx) = sin(n +
12)x 2 sin(
x2) + 1
2
7 Polinomi trigonometrici
Un polinomio trigonometrico ` e una combinazione lineare finita di funzioni sin(nx) e cos(nx) e per alcuni valori di interi positivi. E’ una funzione periodica di periodo 2π.
s
n(x) = a
0/2 +
n
X
k=1
a
kcos(kx) + b
ksin(kx)
8 Funzioni periodiche
Una funzione f : R → R si dice periodica di periodo T > 0 se f (x + T ) = f (x) ∀x ∈ R Il pi` u piccolo numero T (se esiste) si dice periodo minimo.
E’ interessante osservare l’invariata per traslazione dell’integrale di una funzione periodica Z
T0
f (x + y)dx = Z
T0
f (x)dx
Cominciamo con l’osservare la seguente propriet` a. Per ogni numero reale a Z
a+Ta
f (x)dx = Z
T0
f (x)dx Infatti
Z
a+T 0f (x)dx = Z
a0
f (x)dx + Z
a+Ta
f (x)dx
Z
a+T af (x)dx = Z
a+T0
f (x)dx − Z
a0
f (x)dx = Z
a+T0
f (x)dx − Z
a0
f (x + T )dx = Z
a0
f (x + T )dx = Z
a+TT
f (x)dx Ne consegue
Z
a+T af (x)dx = Z
T0
f (x)dx.
In pi` u
Z
T 0f (x + y)dx = Z
T +yy
f (t)dt = Z
T0
f (x)dx
9 Serie di Fourier
Supponiamo che la successione di somme parziali s
n(x) converga per ogni x ∈ R. Otteniamo la serie trigonometrica di coefficienti a
0, a
k, b
k.
a
0/2 +
∞
X
k=1
a
kcos(kx) + b
ksin(kx)
Data una funzione f periodica di periodo 2π ci chiediamo se essa sia sviluppabile in una serie trigonometrica ossia se si possono determinare i coefficienti a
0a
kb
kin modo che la serie converga ed abbia come somma f (x).
9.1 Ortonormalit` a
Per n = 1, 2, . . . ; m = 1, 2, . . . risulta Z
π−π
sin(mx) sin(nx)dx =
( 0 m 6= n
π m = n
Z
π−π
cos(mx) cos(nx)dx =
( 0 m 6= n π m = n 6= 0 Z
π−π
cos(mx) sin(nx)dx = 0 1
π Z
π−π
sin(mx) sin(nx)dx = δ
m,n; 1 π
Z
π−π
cos(mx) cos(nx)dx = δ
m,nδ
m,n` e il simbolo di Kronecker
δ
m,n=
( 0 m 6= n
1 m = n
Identit` a di Weber per n, m ∈ N sin(mx) sin(nx) = 1
2 (cos((n − m)x) − cos((n + m)x) sin(nx) cos(mx) = 1
2 (sin((n − m)x) + sin((n + m)x) cos(nx) cos(mx) = 1
2 (cos((n − m)x) + cos((n + m)x) Moltiplicando f (x) per cos(mx) e sin(mx) ed integrando tra −π, π si ottiene
a
m= 1 π
Z
π−π
f (x) cos(mx)dx
b
m= 1 π
Z
π−π
f (x) sin(mx)dx
Le costanti sopra definite si chiamano coefficienti di Fourier di f (x). La serie, una volta
specificati i coefficienti, si chiama Serie di Fourier di f (x).
Funzioni pari:
b
k= 0 a
k= 2 π
Z
π 0f (x) cos(mx)dx Funzioni dispari:
a
k= 0 b
k= 2 π
Z
π 0f (x) sin(mx)dx
9.2 Esempio
f (x) =
( 0 − π < x ≤ 0 1 0 < x ≤ π
prolungata per periodicit` a I coefficienti di Fourier sono a
0= 1, a
k= 0 b
k=
1−(−1)kπ kLa serie di Fourier ` e data da
1 2 + 2
π
∞
X
k=0
sin(2k + 1)x 2k + 1 Esercizio 1 Data la funzione
f (x) = |x|x,
per x ∈ [−π, π) e prolungata per periodicit` a in R determinare le serie di Fourier.
La funzione ` e dispari, pertanto a
0= 0, a
k= 0, ∀k ∈ N . b
k= 1
π
Z
0−π
−x
2sin kxdx + Z
π0
x
2sin kxdx
=
= 1 π
− Z
0π
−x
2sin k(−x)dx + Z
π0
x
2sin kxdx
=
= 1 π
Z
π 0x
2sin kxdx + Z
π0
x
2sin kxdx
= 2 π
Z
π 0x
2sin kxdx
.
Risulta: Z
x
2sin kxdx = − Z
x
21
k (cos kx)
0dx =
− 1
k x
2(cos kx) + 2 k
Z
x cos kxdx = Z
π0
x
2sin kxdx = − 1
k x
2(cos kx)|
π0+ 2 k
Z
π 0x cos kxdx =
= − 1
k π
2(−1)
k+ 2 k
2Z
π 0x(sin kx)
0dx =
= − 1
k π
2(−1)
k+ 2
k
3(−1)
k− 2 k
3Quindi incata S
2la serie di Fourier relativa a f , si ha
S
2= 2 π
+∞
X
k=1
− 1
k π
2(−1)
k+ 2
k
3(−1)
k− 2 k
3sin kx.
Esercizio 2 Sia c un parametro reale positivo e f la funzione periodica di periodo 2π ottenuta prolungando per periodicit´ a su R la funzione
x ∈ (−π, π] → e
max{π1,c}xDeterminare la serie di Fourier di f .
Se c >
π1, risulta f (x) = e
cx, pertanto la serie vale:
sinh cπ πc + 2
π sinh cπ
+∞
X
k=1
(−1)
kk
2+ c
2(c cos kx − k sin kx).
Se c ≤
π1, risulta f (x) = e
1πx, dunque la serie vale:
sinh 1 + 2 π sinh 1
+∞
X
k=1
(−1)
kk
2+ (1/π
2) ( 1
π cos kx − k sin kx).
Esercizio 3 Sia f la funzione periodica di periodo 2π ottenuta prolungando per periodicit´ a su R la funzione
f (x) =
0, −π < x ≤ 0
−3x, 0 < x ≤ π . Determinare la serie di Fourier di f .
La serie di Fourier ` e data da a
02 +
+∞
X
k=1
[a
kcos(kx) + b
ksen(kx)] ,
dove:
a
0= 1 π
Z
π−π
f (x)dx,
a
k= 1 π
Z
π−π
f (x)cos(kx)dx, k = 1, 2, ...
b
k= 1 π
Z
π−π
f (x)sen(kx)dx, k = 0, 1, 2, ...
Calcoliamo i coefficienti di Fourier della f . a
0= − 1
π Z
π0
3xdx = − 3
2 π;
a
k= − 3 π
Z
π 0xcos(kx)dx = − 3 π
(−1)
k− 1 k
2;
b
k= − 3 π
Z
π 0xsin(kx)dx = − 3
k (−1)
k+1= 3 k (−1)
k. la serie di Fourier richiesta ` e:
− 3π 4 + 6
π
∞
X
k=0
cos(2k + 1)x (2k + 1)
2+ 3
∞
X
k=1
(−1)
ksin(kx)
k .
Esercizio 4 Sia f la funzione periodica di periodo 2π ottenuta prolungando per periodicit` a su R la funzione
f (x) = max {2, 2 − x} , x ∈ (−π, π].
Determinare la serie di Fourier di f . La serie di Fourier ` e data da
a
02 +
+∞
X
k=1
[a
kcos(kx) + b
ksen(kx)] ,
dove:
a
0= 1 π
Z
π−π
f (x)dx,
a
k= 1 π
Z
π−π
f (x)cos(kx)dx, k = 1, 2, ...
b
k= 1 π
Z
π−π
f (x)sen(kx)dx, k = 0, 1, 2, ...
Osserviamo che:
f (x) =
2 − x, x ∈ (−π, 0) 2, x ∈ [0, π] . Dunque:
a
0= 1 π
Z
0−π
(2 − x)dx + 1 π
Z
π0
2dx = π 2 + 4.
a
k= 1 π
Z
0−π
(2 − x)cos(kx)dx + Z
π0
2cos(kx)dx =
= 1
πk
2[(−1)
k− 1].
b
k= 1 π
Z
0−π
(2 − x)sen(kx)dx + 1 π
Z
π0
2sen(kx)dx = 1 k (−1)
k. La serie di Fourier richiesta ` e:
1 2
π 2 + 4
+
+∞
X
k=1
1
πk
2[(−1)
k− 1] cos(kx) + 1
k (−1)
ksen(kx)
.
Ricordiamo: se f ` e pari allora b
k= 0, ∀k; se f ` e dispari allora a
k= 0, ∀k; inoltre per la 2π periodicit` a della funzione f vale
Z
π−a−π−a
f (x)dx = Z
π−π
f (x)dx, per ogni a numero reale.
9.3 Disuguaglianza di Bessel Consideriamo
a
02 +
+∞
X
k=1
[a
kcos(kx) + b
ksen(kx)] , dove:
a
0= 1 π
Z
π−π
f (x)dx,
a
k= 1 π
Z
π−π
f (x)cos(kx)dx, k = 1, 2, ...
b
k= 1 π
Z
π−π
f (x)sen(kx)dx, k = 0, 1, 2, ...
Teorema 9.1. Sia f : [−π, π] limitata e integrabile a
202 +
+∞
X
k=1
a
2k+ b
2k≤ 1 π
Z
π−π
f
2(x)dx
Dimostrare la disuguaglianza.
Dalla disuguaglianza di Bessel segue
k→+∞
lim a
k= 0, lim
k→+∞
b
k= 0, ossia
lim
k→+∞
Z
π−π
f (x)cos(kx)dx = lim
k→+∞
Z
π−π
f (x)sen(kx)dx = 0.
9.4 Nucleo di Dirichlet
d
n= 1 2 +
n
X
k=1
cos(kx) Si ha
d
n= 1 2 +
n
X
k=1
cos(kx) = sin((n +
12)x) 2 sin(
x2))
Infatti sommiamo da 1 a n i due membri dell’identit` a trigonometrica sin((k + 1
2 )x) − sin((k − 1
2 )x) = 2 sin( x
2 ) cos(kx)
n
X
k=1
(sin((k + 1
2 )x) − sin((k − 1
2 )x)) = sin((n + 1
2 )x) − sin( x 2 ) Inoltre
1 π
Z
π 0d
n(t)dt = 1 π
Z
0−π
d
n(t)dt = 1 2 . Segue da d
n(t) =
12+ P
nk=1
cos(kt) ed effettuando l’integrazione.
9.5 Formula di Dirichlet
Teorema 9.2. Sia f periodica di periodo 2π integrabile in [−π, π]. La somma parziale s
n(x) della serie di Fourier di f si pu` o esprimere in termini del nucleo di Dirichlet (integrale di convoluzione)
s
n(x) = 1 π
Z
π−π
f (x + t)d
n(t)dt, ove
d
n(x) = sin(n +
12)x 2 sin(
x2)
La dimostrazione ` e basata sul seguente calcolo. Per definizione di s
n(x) s
n(x) = 1
π Z
π−π
f (y)[ 1 2 +
n
X
k=1
(cos(kx) cos(ky) + sin(kx) sin(ky))dy] =
1 π
Z
π−π
f (y)[ 1 2 +
n
X
k=1
(cos(k(x − y))]dy = 1 π
Z
π−x−π−x
f (x + t)[ 1 2 +
n
X
k=1
(cos(kt)]dt = 1
π Z
π−π
f (x + t) sin((n +
12)t) 2 sin(
2t) dt 9.6 Teorema di Convergenza Puntuale
Definizione 9.3. Data una funzione f : [a, b] → R diciamo che f `e regolare a tratti in [a, b] se esistono un numero finito di punti x
i, i = 0, 1, 2, . . . , N con a
0= x
0= x
1< x
1<
x
2· · · < x
N= b tali che f ` e derivabile con derivata continua in ogni intervallo (x
i, x
i+1), e la restrizione di f
0a (x
i, x
i+1) ` e prolungabile con continuit` a in [x
i, x
i+1]. Se la funzione f ` e definita su R, allora diciamo f `e regolare a tratti in R se `e regolare a tratti in ogni intervallo [a,b] contenuto in R.
Convergenza Puntuale Per ogni x reale la successione s
n(x) converge a f (x). ovvero perogni x ∈ R e per ogni > 0 esiste un indice N (x.) the che
|s
n(x) − f (x)| < ∀N > N (x, )
Teorema 9.4. Sia f una funzione periodica regolare a tratti su R. Per ogni x reale la serie di Fourier converge alla media aritmetica tra il limite destro e il limite sinistro:
1 2
f (x
+) + f (x
−)
,
e a f (x) nei punti di continuit` a.
Dobbiamo considerare s
n(x) − 1
2
f (x
+) + f (x
−)
= 1 π [
Z
π 0(f (x + t) − f (x
+)) sin(n +
12)t 2 sin(
2t) dt+
Z
0−π
(f (x + t) − f (x
−)) sin(n +
12)x 2 sin(
x2) dt, Poniamo
F (t) =
f (x+t)−f (x+)
2 sin(2t)
0 < t ≤ π
0 t = 0
f (x+t)−f (x−)
2 sin(2t)
−π < t ≤ 0
Ne segue dalle ipotesi su f che esiste il limite per t → 0
+e per t → 0
−di F. Infatti
t→0
lim
+F (t) = f
+0(x) lim
t→0−
F (t) = f
−0(x) F ` e continua a tratti in [−π, π], dunque integrabile e limitata. Inoltre
s
n(x) − 1 2
f (x
+) + f (x
−)
= 1 π
Z
π−π
F (t)sin((n + 1 2 )t)dt.
Del resto
1 π
Z
π−π
F (t)sin((n + 1
2 )t)dt = 1
π Z
π−π
F (t) cos t
2 sin(nt)dt + 1 π
Z
π−π
F (t) sin t
2 cos(nt)dt Dalla disuguaglianza di Bessel si deduce che
Z
π−π
F (t) sin t
2 cos(nt)dt → 0 per n → +∞.
Z
π−π
F (t) cos t
2 sin(nt)dt → 0 per n → +∞.
In conclusione
Z
π−π
F (t)sin((n + 1
2 )t)dt → 0,
per n → +∞.
9.7 Esercizio
Sia f la funzione periodica di periodo 2π ottenuta prolungando per periodicit´ a su R la funzione f (x) =
0, −π < x ≤ 0
−3x, 0 < x ≤ π .
− 3π 4 + 6
π
∞
X
k=0
cos(2k + 1)x (2k + 1)
2+ 3
∞
X
k=1
(−1)
ksin(kx)
k .
Poich` e f ` e continua in tutti i punti di R distinti da π +2kπ, k ∈ Z, dal teorema di convergenza puntuale delle serie di Fourier la serie converge ad f in tali punti. Notiamo che, se x = π, la serie si riduce a :
− 3π 4 − 6
π
∞
X
k=0
1 (2k + 1)
2. Poich´ e
∞
X
k=0
1
(2k + 1)
2= 1 8 π
2, questa somma vale:
f (π
+) + f (π
−)
2 = − 3π
2 .
10 Terza settimana: Serie di Fourier in forma complessa
Data
a
0/2 +
∞
X
k=1
a
kcos(kx) + b
ksin(kx) =
∞
X
k=−∞
γ
ke
ikx∞
X
k=−∞
γ
ke
ikt= γ
0+
∞
X
k=1
(γ
kcos(kx) + iγ
ksin(kx)) + γ
−kcos(−kx) + iγ
ksin(−kx)) =
γ
0+
∞
X
k=1
(γ
k+ γ
−k) cos(kx) + i(γ
k− γ
−k) sin(kx) γ
0= a
0/2
γ
k+ γ
−k= a
ki(γ
k− γ
−k) = b
ke
γ
k+ γ
−k= a
kγ
k− γ
−k= −ib
kSommando
γ
k= 1
2 (a
k− ib
k)
Sottraendo
γ
−k= 1
2 (a
k+ ib
k) E’ utile scrivere la serie di Fourier nella forma
∞
X
k=−∞
γ
ke
ikxRisulta per n 6= m 1 2π
Z
π−π
e
inxe
−imxdx = 1 2π
Z
π−π
e
i(n−m)xdx = 1 2π
e
i(n−m)xi(n − m) |
π−π= 0.
In conclusione
1 2π
Z
π−π
e
inxe
−imxdx = δ
n,mγ
n= 1 2π
Z
π−π
f (x)e
−inxdx
10.1 Serie di Fourier per funzioni periodiche di periodo T 6= 2π.
Sia f periodica di periodo T 6= 2π. Consideriamo ˜ f (τ ) = f (
T τ2π), allora ˜ f ` e periodica di periodo 2π.
La serie di Fourier di ˜ f ` e data da a
0/2 +
∞
X
k=1
a
kcos(kτ ) + b
ksin(kτ )
La serie di Fourier di f risulta (t :=
T τ2π) a
0/2 +
∞
X
k=1
a
kcos( 2kπ
T t) + b
ksin( 2kπ T t) i cui coefficienti sono
a
k= 1 π
Z
π−π
f (τ ) cos(kτ )dτ = ˜ 2 T
Z
T /2−T /2
f (t) cos( 2kπ T t)dt k = 0, 1 . . .
b
k= 1 π
Z
π−π
f (τ ) sin(kτ )dτ = ˜ 2 T
Z
T /2−T /2
f (t) sin( 2kπ T t)dt k = 1 . . .
10.2 Topologia in R
2, punti interni, esterni, e di frontiera. Insiemi aperti, chiusi, chiusura di un insieme, domini. Funzioni di due variabili, nozione di limite
Argomenti di teoria *vedere libro*
10.3 Esercizio.
Calcolare l’insieme di definizione delle funzioni
f (x, y) = ln(2 − x
2+ y
2) f (x, y) = ln(x
2+ y
2) f (x, y) = ln(1 − x
2) + ln(1 − y
2)
f (x, y) = 1 x
2+ y
2f (x, y) = 1
x
2+ y
2− 4 f (x, y) =
q sin p
x
2+ y
210.4 Esercizio.
Verificare
lim
(x,y)→(0,0)
y
2p x
2+ y
2= 0 10.5 Esercizio.
Esempio di funzione che non ammette limite per (x, y) → (0, 0) anche se lim
(x,y)→(0,0)
f (x, mx) = 0 f (x, y) = xy
2x
2+ y
4Si ha
f (x, mx) = x(mx)
2x
2+ (mx)
4= mx 1 + m
4x
2, quindi
lim
(x,y=mx)→(0,0)
f (x, mx) = 0.
Mentre
f (y
2, y) = y
4y
4+ y
4= y
42y
4= 1
2 , quindi
lim
(x=y2,y)→(0,0)