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Piemonte

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Academic year: 2021

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Territorio e ambienti naturali

Il Piemonte è la regione più occidentale dell’Italia. Confi na a nord con la Svizzera e la Valle d’Aosta, a ovest con la Francia, a sud con la Liguria e a est con la Lombardia. Per pochi km, a sud-est, confi na anche con l’Emilia-Romagna.

Il suo territorio è prevalentemente montuoso (43,3%) e collinare (30,3%) e il rilievo abbraccia su tre lati la parte occidentale della pianura padana (26,4%). L’ultimo tratto delle Alpi Marittime e l’Appennino Ligure la separano dal Mar Ligure.

La zona montuosa include alcuni importanti massicci alpini, come il Monviso (3841 m), il Gran Paradiso (4061 m),

il Monte Rosa (4634 m). La zona collinare comprende la collina del Po, intorno a Torino, Monferrato e Langhe. In corrispondenza degli sbocchi delle vallate alpine si hanno formazioni moreniche, accumuli di detriti erosi dai ghiacciai ai fi anchi delle valli e depositati ai piedi o ai lati.

L’idrografi a della regione è molto ricca: qui nasce il Po, il maggior fi ume del nostro Paese, e verso il Po confl uiscono tutti i fi umi che scendono dall’arco dei monti.

Anche i laghi sono numerosi: oltre al lago Maggiore (o Verbano), che segna il confi ne est con la Lombardia, e al lago d’Orta (o Cusio), ci sono moltissimi laghetti alpini soprattutto di origine glaciale.

Economia della regione

Il Piemonte è la seconda regione italiana per superfi cie, dopo la Sicilia, ma solo la sesta per numero di abitanti. Fu terra di emigrazione fi no agli inizi del XX secolo, ma dagli anni cinquanta del novecento divenne meta di un vasto fl usso immigratorio, prima con l’arrivo dei veneti che fuggivano dal Polesine funestato dall’alluvione del 1951, poi con il più massiccio affl usso dal meridione d’Italia.

Era in pieno sviluppo l’industria automobilistica torinese. Negli ultimi due decenni l’immigrazione interna è stata sostituita da quella marocchina e romena. Per tutto il XX secolo a forte vocazione

industriale, il Piemonte oggi si sta allineando con la struttura economica delle altre regioni europee a economia avanzata, con la tendenza alla terziarizzazione.

Ciò determina una consistente perdita di posti di lavoro stabili. Nonostante ciò, il Piemonte conserva un’economia ricca e diversifi cata con, accanto ai settori secondario e terziario, un’agricoltura che occupa sì una piccola percentuale di lavoratori ma che si dedica a colture di alta produttività. In collina si coltivano vigneti da cui si ricavano celebri vini DOC e DOCG, come il Barolo , in pianura

Piemonte

Popolazione: 4.432.600 abitanti Superfi cie: 25.400 km

2

Province: Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli

Densità: 175 abitanti per km

2

(fonti ISTAT 2010)

43,3%

26,4%

Montagna Collina Pianura

30,3%

Il Barolo è universalmente

riconosciuto come il re

dei vini: ottenuto da uva

Nebbiolo (nella foto la

cittadina che dà il nome al

vino, circondata dai ricchi

vigneti), è noto in Italia

e in tutto il mondo per la

sua ricchezza di sapori e di

aromi.

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si coltivano grano, mais ma soprattutto riso , grazie agli effi cienti sistemi di irrigazione. Oltre alla FIAT e al suo indotto, i distretti industriali principali si occupano di tessuti e lana (Borgosesia, Biella), orefi ceria (Valenza Po), dolciumi, piccoli elettrodomestici.

Città, brevi note storiche e curiosità Torino

Torino è il capoluogo della regione, città piena di storia come ben evidenzia il suo aspetto.

Il Centro è il quartiere più antico della città di Torino nel quale sono localizzati il maggior numero di monumenti

e luoghi storici, cuore commerciale, economico, amministrativo e culturale della città.

Nucleo centrale è il perimetro del castrum romano e della seguente colonia di Augusta Taurinorum. Tale perimetro è ancora riconoscibile dall’assetto viario e da alcuni importanti resti della cinta. Nel 1563 la corte dei Savoia, che gravitava nell’omonima regione francese, sposta la capitale del regno da Chambery a Torino, spostando di conseguenza il baricentro della propria azione militare e politica in Italia e cominciando ad ampliare la città che, per tutto il Medioevo, era rimasta confi nata nell’antica cinta.

Il fi ume Po e la Collina, che sovrasta Torino, sono gli elementi più caratterizzanti della città, ben radicati nelle abitudini e nella vita dei torinesi. Con il nome Murazzi si indicano gli approdi e le rimesse delle barche sulla sponda del Po in prossimità del centro della città. L’origine del nome è collegata agli imponenti margini costruiti nel XIX secolo per preservare il centro abitato dalle piene del fi ume e fi no agli anni cinquanta del XX secolo erano utilizzati per il rimessaggio delle barche da pesca.

L’inquinamento fl uviale ha però portato al progressivo abbandono della zona e a una forte dequalifi cazione dell’area. Negli ultimi anni, con l’apertura di locali in grado di attirare la popolazione giovanile anche nelle ore notturne e la creazione di un servizio di navigazione stabile sul fi ume, i Murazzi sono diventati uno dei luoghi di aggregazione giovanile fra i più importanti della città, raggiungendo anche fama nazionale e internazionale.

Nel duomo, dalla bella facciata rinascimentale in marmo bianco, è custodita la Sacra Sindone, un telo di lino sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni di maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella Passione di Gesù.

La sua autenticità è spesso messa in discussione. Si trova a Torino dal 1578 quando dopo diverse peripezie Emanuele Filiberto la trasferì defi nitivamente. Da allora fu oggetto di numerose ostensioni. Le prime testimonianze sicure e irrefutabili relative alla Sindone datano alla metà del XIV secolo, quando Geoff roy de Charny, valoroso cavaliere e uomo di profonda fede, depose il Lenzuolo nella chiesa da lui fondata nel 1353 vicino a Troyes, in Francia.

Nel quattrocento, a causa dell’acuirsi della Guerra dei Cento Anni, Marguerite de Charny la portò con sé nel suo peregrinare attraverso l’Europa fi nché non trovò accoglienza presso la corte dei duchi di Savoia. Fu in quella situazione che avvenne, nel 1453, il trasferimento della Sindone ai Savoia. La Sindone venne riposta nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire dove però scoppiò un incendio devastante che causò al Lenzuolo notevoli danni, successivamente riparati dalle Suore Clarisse.

Oltre la metà della superfi cie e della produzione risicola nazionale è localizzata in Piemonte, soprattutto attorno a Vercelli e a Novara con estensioni nel biellese, intorno a Casale Monferrato, ma anche a Torino e Cuneo.

Chi passa per le terre del

riso nei mesi primaverili

non può che rimanere

aff ascinato dalle immense

distese d’acqua in cui si

rifl ettono i paesini della

bassa pianura.

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L’elegante Piazza San Carlo è il salotto di Torino, incorniciata da splendidi palazzi e dalle chiese gemelle di San Carlo e Santa Cristina. Al suo centro troneggia il monumento equestre a Emanuele Filiberto, fuso in bronzo a Parigi (chiamato dai torinesi caval d brons). Nel fastoso Palazzo Solaro del Borgo sopravvive ll Circolo del Whist fondato dal Cavour.

Il Palazzo dell’Accademia delle Scienze è sede di due prestigiosissimi musei: il Museo Egizio e la Galleria Sabauda. Il primo, costruito da Carlo Felice nel 1824, è considerato la più importante collezione di reperti sul mondo dei faraoni dopo il museo del

Cairo. La Galleria Sabauda, invece, è stata istituita da Carlo Alberto nel 1833 e vanta preziosissimi quadri di Jan Van Eyck, genio del rinascimento fi ammingo, nonché la celebre Crocifi ssione di Gaudenzio Ferrari, considerato il maggior pittore piemontese del cinquecento.

Palazzo Carignano, con la sua spettacolare facciata in cotto, è uno dei capolavori di Guarino Guarini, il quale si ispirò a un progetto di Gian Lorenzo Bernini per il Louvre. Alla struttura originale seicentesca fu aggiunta, nell’ottocento, un’ala per creare una sede per il parlamento del nuovo Regno d’Italia. In realtà, dopo poco, il parlamento fu trasferito nella nuova capitale, Firenze; tuttavia si possono ancora ammirare i banchi dove sedevano Cavour, d’Azeglio e Garibaldi. Nel palazzo si trova, infatti, il Museo del Risorgimento.

Emblema della città è la celebre Mole Antonelliana: costruita in vetro e acciaio (a fi ne ottocento), domina il panorama di Torino dall’alto dei suoi 165 metri e si staglia contro le Alpi innevate. Originariamente tutta in muratura e pensata da Alessandro Antonelli come sinagoga, è oggi adibita a spazio per mostre ed è sede del Museo del Cinema.

Lungo il Po si erge il Castello del Valentino, oggi sede della Facoltà di Architettura, situato nell’omonimo Parco.

Alle porte della città si elevano mae- stose le residenze reali, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale e il Castello di Rivoli.

– La Palazzina di Caccia di Stupi- nigi, immersa in un grande parco e circondata da vasti terreni, fu costruita su progetto di Filippo Juvarra come complesso di straor- dinaria originalità e arditezza, cui contribuirono numerosi architetti.

– Il castello di Venaria Reale era la resi- denza estiva dei Savoia (presa a mo- dello per realizzare Versailles); voluta nel seicento dal Duca Carlo Emanue- le II, successivamente fu trasformata in una sontuosa dimora.

Piazza San Carlo, a Torino, con il “caval d brons” di Emanuele Filiberto I di Savoia, detto Testa di Ferro (1528-1580), considerato uno dei fondatori dello stato sabaudo.

La Reggia di Venaria

fu presa a modello per

realizzare la più famosa

reggia di Versailles.

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– Il Castello di Rivoli è un imponente edifi cio barocco parte di un grandioso progetto ideato nel 1718 da Filippo Juvarra per Vittorio Amedeo II e mai terminato. Il Castello è oggi sede del Museo d’Arte Contemporanea. La collezione permanente presenta opere di artisti di fama internazionale. In una galleria lunga ben 140 metri si tengono invece mostre temporanee.

Una sontuosa cintura verde di parchi e di aree protette lungo il Po circonda Torino.

Nel Parco di Superga a 670 metri d’altezza si erge la maestosa basilica, capolavoro di Filippo Juvarra (1731), voluta da Vittorio Amedeo II in adempimento a un voto nel 1706 a protezione della città durante l’assedio francese. La cripta custodisce le tombe dei re sabaudi fi no a Carlo Alberto. Una lapide ricorda la sciagura aerea avvenuta qui nel 1949 in cui persero la vita i calciatori “granata” del grande Torino di Valentino Mazzola.

Torino è sempre stata all’avanguardia nella progettazione urbana: nei secoli ha subito trasformazioni per diventare prima capitale del piccolo stato sabaudo, poi la prima capitale d’Italia e infi ne la capitale dell’Italia industriale, con gli stabilimenti FIAT e la crescita demografi ca dovuta all’immigrazione. Più recentemente si sono realizzati notevoli interventi di archeologia industriale e riqualifi cazione, come quella che ha visto protagonista il Lingotto (storica fabbrica della FIAT, trasformata in centro culturale dall’architetto Renzo Piano).

In città hanno sede importanti case editrici nazionali come UTET, Bollati e Boringhieri, Einaudi, e ogni anno in primavera vi si tiene la Fiera Internazionale del libro.

Torino è la città di molti dei Padri della Patria che fecero l’Unità d’Italia, di fi ni intellettuali come Norberto Bobbio, Vittorio Foa, Pietro Gobetti. A Torino sono nati scrittori come Guido Gozzano, Primo Levi, scienziati come Rita Levi Montalcini, Joseph-Louis Lagrange, Tullio Regge, il pittore Giacomo Balla e lo scultore Medardo Rosso.

Conosciuti ovunque, i gianduiotti sono squisiti cioccolatini con nocciole delle Langhe. Ma solo a Torino si può gustare il “bicerin”, una bevanda a base di caff è e cioccolata. Torino è anche la città dove sono nati il vermouth (in tedesco signifi ca amarezza), aperitivo inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, e il Martini (l’azienda fu fondata a Torino nel 1863).

La riconversione della fabbrica FIAT al Lingotto ha trasformato uno

spazio di 250.000 mq in fi era, centro congressi, uffi ci, hotel, cinema,

negozi, un ramo universitario, zone pubbliche e altro.

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Verbania

Verbania, capoluogo della provincia Verbano- Cusio-Ossola, è formata dalla fusione di due cittadine, Pallanza e Intra, che sorgono sulle rive del Lago Maggiore, secondo lago italiano.

Verbania, per l’amenità della costa e per la bellezza del lago, è da secoli centro di residenza di nobili italiani e stranieri che qui hanno costruito belle ville e giardini. La più nota è Villa Taranto che vanta un ricco orto botanico di 20 ettari con più di 20.000 diverse specie di piante. Villa Giulia è un bell’esempio di architettura eclettica, con elementi art nouveau e neopompeiani.

Il 20 giugno del 1944, la città fu teatro di un truce

eccidio nazista. Quarantatré partigiani furono fucilati in piazza e il ricordo della strage è tenuto vivo nel Museo della Resistenza.

Qui nacque il maresciallo Luigi Cadorna, protagonista della prima guerra mondiale.

Biella

La città sorge alle pendici delle Alpi biellesi e si divide in una parte alta e in una parte bassa, Pozzo e Piano, collegate da una funicolare.

Il Battistero è un gioiello dell’architettura preromanica del IX secolo costruito su antichi resti romani.

Da ricordare il Palazzo della Cisterna, realizzato nella seconda metà del cinquecento, dai fastosi arredi che vennero requisiti al proprietario, Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, il quale aveva preso parte ai moti liberali del 1821.

La manifattura tessile biellese è rinomata in tutto il mondo, per la produzione artigianale del panno per l’abito classico da uomo, simbolo del made in Italy. La manifattura della lana ebbe un notevole impulso grazie a Carlo Emanuele di Savoia che attirò grandi investimenti nella zona.

A 1180 metri di altezza sorge il santuario mariano di Oropa che custodisce la Madonna Nera, portata in Piemonte (dalla Terra Santa) da Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli.

Molto interessante è l’Ecomuseo del Biellese, un sistema ecomuseale diff uso che interessa istituzioni, centri ed enti locali della provincia. Obiettivo principale di un Ecomuseo (termine coniato in Francia negli anni settanta) è quello di preservare e far vivere la cultura prodotta nella storia dal territorio, trasformandola in un elemento di coesione e sviluppo per le popolazioni locali.

Cuneo

Il nome della città deriva dall’incessante erosione che per millenni il fi ume Stura di Demonte e il torrente Gesso hanno scavato facendo assumere alla valle la forma di cuneo! La zona compresa fra i due corsi d’acqua è di notevole interesse paesistico, naturalistico e faunistico, e infatti è protetta nel Parco Fluviale di Cuneo.

Di Cuneo erano i mitici Cacciatori delle Alpi, organizzati da Garibaldi: giovani coraggiosi volontari, inquadrati nell’esercito sardo, che a partire dal 1859 combatterono le guerre di indipendenza.

Un’esplosione di colori nei

giardini di Villa Taranto,

tra Intra e Pallanza, le

cittadine aff acciate sulle

sponde piemontesi del

Lago Maggiore, note per le

ville ottocentesche, per le

chiese e i numerosi palazzi

neoclassici e barocchi.

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La chiesa di Sant’Ambrogio fu eretta in onore del santo e dei milanesi che aiutarono la città a ribellarsi nel 1231 al Marchese di Salluzzo che aveva tolto a Cuneo la libertà comunale.

Nel cuore di Cuneo si apre la maestosa e monumentale Piazza Galimberti. In città si hanno notevoli testimonianze liberty, come la Palazzina Galliano. La bella torre civica fu eretta in seguito alla pace del 1317 tra Mondovì e Cuneo, città gemelle perché fondate entrambe nel 1198.

Il noto giornalista e scrittore Giorgio Bocca è nato a Cuneo. Attivo già durante la Resistenza, ha consolidato la sua fama durante il dopoguerra specializzandosi in report di denuncia sul malaff are italiano.

La Contrada è sede di numerosi antiquari e attività artigianali. Ospita stagionalmente il mercatino dell’usato.

Conosciuti in tutta Italia sono i cioccolatini ripieni cuneesi.

È di Totò la celebre battuta “Sono un uomo di mondo, ho fatto il militare a Cuneo”.

A ricordo di ciò gli amministratori cuneesi hanno posto una lapide nell’antico palazzo di Napoli dove nacque il principe della risata.

Asti

Asti era anticamente conosciuta come la città delle cento torri, delle quali ancora oggi ne sopravvivono molte, come la Troiana, la Guttuari, la de Regibus e la Comentina.

Asti è il capoluogo della zona vinicola del Monferrato, punto d’eccellenza nel panorama vitivinicolo italiano. Fra i vini della zona ricordiamo Barbera, Dolcetto, Grignolino, Freisa, Moscato d’Asti, oltre il notissimo Asti Spumante; nel processo di spumantifi cazione naturale dei vini, il metodo classico o champenoise è preferito per i classici spumanti secchi. Dalle uve “aromatiche” si originano, invece, gli spumanti dolci e abboccati, tipici della cultura enologica italiana (il metodo di spumantifi cazione Charmat fu in realtà scoperto da Federico Martinotti, direttore dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti).

La città diede i natali al massimo poeta italiano tragico del settecento, Vittorio Alfi eri, lucido interprete delle istanze prerisorgimentali e acuto osservatore politico che con le sue idee attraversò illuminismo e romanticismo. Il settecentesco Palazzo Alfi eri custodisce cimeli e ricordi dello scritttore.

La Rotonda di San Pietro , il più notevole monumento del romanico piemontese, fu costruita nel XII sec. e utilizzata dai Cavalieri di Malta per ospitare i pellegrini che percorrevano la via Francigena, che da Canterbury portava a Roma.

La Cattedrale, del 1300, è un vasto edifi cio romanico gotico che si connota per il tipico mattone rosso in cotto, usato dalle più semplici maestranze locali; la chiesa ospita belle opere di artisti astigiani come i pittori Gandolfi no d’Asti e Gian Carlo Aliberti e lo scultore Giovanni Groppa.

La Rotonda di San Pietro, ad Asti, ha una struttura che

richiama la basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme,

sormontata da un alto tiburio, ottagonale all’esterno e

circolare all’interno; la volta a padiglione poggia su otto

colonne nane di arenaria.

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Novara

Alessandro Antonelli , l’architetto della Mole Antonelliana a Torino, ha lasciato un suo segno anche a Novara: un’ardita guglia e una sinuosa cupola erette sopra la chiesa di San Gaudenzio, opera tardocinquecentesca del Tibaldi.

Anche il duomo è un edifi cio dell’Antonelli (1869), costruito sopra i resti di un’antica chiesa romanica. Accanto al duomo si trova il battistero, edifi cio paleocristiano del V secolo a pianta poligonale impreziosito da aff reschi.

Con la sconfi tta del 23 marzo 1849 dell’esercito sabaudo presso Novara per mano degli Austriaci, si consuma la vita politica di Carlo Alberto che abdica a favore di Vittorio Emanuele II. Carlo Alberto, dopo aver inizialmente appoggiato una posizione conservatrice, aveva incominciato ad assumere un atteggiamento liberale tale da conquistarsi le simpatie dei patrioti che videro in lui la fi gura che avrebbe potuto unire l’Italia, facendo guerra all’invasore austriaco; e ciò, in eff etti, accadde con i moti del 1848, quando egli dichiarò guerra all’Austria. La sua sconfi tta però determinò la fi ne del progetto unitario. La Piramide Ossario della Bicocca ricorda i caduti in quella battaglia.

Novara è la città dell’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (dal1992 al 1999).

Il novarese è sempre stata una zona di rinomata produzione cerealicola, soprattutto riso, e tutt’oggi è una borsa merci specializzata per il commercio di cereali.

Nell’imponente Palazzo Bellini soggiornò Napoleone e Carlo Alberto fi rmò il documento che decretava il passaggio del trono a Vittorio Emanuele II.

Vercelli

A Vercelli si trova una delle prime e più belle chiese gotiche in Italia (di tipo cistercense), la Basilica di Sant’Andrea, alla quale lavorò uno dei massimi geni della scultura dell’epoca, Benedetto Antelami. La cattedrale custodisce un ricco tesoro, con arredi, reliquiari, turiboli, ostensori e altre testimonianze di arte medievale di altissimo pregio.

Vercelli è la maggior produttrice di riso in Europa ed è sede di un’importante borsa merci specializzata nella contrattazione del riso. Il territorio è caratterizzato dalle risaie e, un tempo, le protagoniste di queste zone erano le mondine, ritratte in pittura, descritte in poesie e romanzi e rappresentate nel cinema. Le mondine, infatti, hanno avuto un ruolo rilevante nella storia sociale italiana: come braccianti agricole stagionali, erano soggette a un intenso sfruttamento da parte degli agricoltori e alle pessime condizioni di vita riservate alle donne, che pur lavorando più degli uomini erano pagate di meno. Gli scioperi e le lotte di cui furono protagoniste contribuirono a ridurre la giornata lavorativa a otto ore.

Gli amanti del calcio certamente sanno che a Vercelli nacque una tra le squadre di calcio più antiche d’Italia, la Pro Vercelli: fondata nel 1892, fi no al 1922 (anno del suo ultimo scudetto) fu tra le più forti e titolate della serie A.

Il Museo Borgogna è la seconda pinacoteca del Piemonte, dopo la Galleria Sabauda di Torino: la collezione fu voluta da Antonio Borgogna, fi lantropo liberale, che raccolse ricche testimonianze della scuola vercellese del cinquecento (presso la quale si formò anche Gaudenzio Ferrari), oltre che di altre più signifi cative scuole pittoriche internazionali. Il Museo Leone vanta pregevoli testimonianze di arti

Il simbolo della

città di Novara è la

cupola, il capolavoro

dell’Antonelli, che svetta

alta sulla basilica di San

Gaudenzio. Nel profi lo

urbano della città, la

cupola antonelliana e il

campanile di Benedetto

Alfi eri formano un duo

inscindibile, insieme in

ogni rappresentazione

iconografi ca.

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applicate e archeologia romana, ed è ospitato in due storici palazzi, Palazzo Langosco e Casa Alciati.

Molto curiosa è la “ processione delle macchine ” del Venerdì Santo, dove le macchine sono dei fastosi gruppi lignei raffi guranti scene della vita di Cristo e della Passione. Lo spettacolo, che attira sempre molti fedeli, è una vera rappresentazione teatrale realizzata dalle confraternite cittadine e dalle corporazioni locali.

Alessandria

Situata in pianura tra il Tanaro e la Bormida, Alessandria sorse nel 1168, quando alcuni abitanti delle valli circostanti decisero di dar vita a un borgo attorno al preesistente Castello di Rovereto.

La possente struttura fortifi cata a pianta stellata della Cittadella, al di là del Tanaro, fu fatta erigere da Vittorio Amedeo II, nel 1703 dopo la guerra di Successione Spagnola.

La Cattedrale, costruita nell’Ottocento su una preesistente opera romanico-gotica, si caratterizza per la cupola, nel cui interno vi sono maestose statue dei 24 patroni delle città della Lega Lombarda, di cui Alessandria faceva parte. Le città della Lega, sostenute da papa Alessandro III (da cui prende il nome la città), si opposero all’imperatore Federico Barbarossa, desideroso di espandere la propria infl uenza sull’Italia.

L’Arco di Trionfo di Alessandria è un raro esempio di arco trionfale settecentesco costruito nel 1768 per commemorare la visita di Vittorio Amedeo III.

Secondo la tradizione popolare, sull’angolo della facciata del Duomo una scultura di origine romanica raffi gura il salvatore della città, un tal Gagliaudo, un furbo contadino che avrebbe con un inganno salvato la città dal Barbarossa. La leggenda del Gagliaudo è stata ripresa da Umberto Eco nel suo romanzo Baudolino.

Ogni anno, a giugno si rievoca la storica vittoria di Napoleone contro gli austriaci a Marengo nel 1800, che avrebbe poi portato alla conquista francese

dell’Italia settentrionale. Allora le truppe napoleoniche non erano viste come truppe di occupazione straniera, ma come l’esercito giacobino e rivoluzionario che diff ondeva i principi universali della Rivoluzione Francese di Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Le idee degli illuministi e dei giacobini alimentavano il sogno risorgimentale della cacciata dello straniero, la nascita di un’Italia unita e la consapevolezza nell’autodeterminazione dei popoli. La bandiera della napoleonica Repubblica Cisalpina sarebbe diventata in seguito il nostro tricolore nazionale.

Alessandria è la città di Urbano Rattazzi, protagonista dell’Italia risorgimentale dai moti del 1848 ai governi Giolitti.

Ad Alessandria è nato anche Umberto Eco, uno dei massimi intellettuali contemporanei italiani, conosciuto in tutto il mondo.

Autore di numerosi e fortunati romanzi e saggi di semiotica, fi losofi a, storia medievale, linguistica ed ermeneutica.

La città ospita il Museo del Cappello dove si possono ammirare copricapi delle più diverse fogge e provenienze. Qui ad Alessandria presso le rinomate manifatture studiò anche il famoso cappellaio Borsalino .

La Processione delle

Macchine, grosse sculture

in legno colorato, è un

suggestivo rito religioso,

che si tramanda dalla

seconda metà del

XVII secolo, quando il

vescovo di Asti istituì la

processione del venerdì

santo.

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