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I MIEI APPUNTI SU LINKEDIN

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Academic year: 2022

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“I MIEI APPUNTI SU LINKEDIN”

MINI-GUIDA PRATICA

COME LO UTILIZZO E COSA HO IMPARATO (FINORA)

Marco Grespigna

Tutti i diritti sono riservati a Think Fwd s.r.l.

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INDICE

INTRO

Perché una mini-guida pratica?

PERCHE’ COMINCIARE AD UTILIZZARE LINKEDIN?

Come può aiutarti a creare valore per te e i followers

Cosa ci puoi fare concretamente?

Dalla mia esperienza

COME PUO’ ESSERTI UTILE

Che lavoro fai?

Quali argomenti t’interessa trattare?

Che tipo di pubblico vuoi raggiungere?

Quali sono i tuoi obiettivi?

Dalla mia esperienza

COMINCIA DALLA TUA PRESENTAZIONE

La tua pagina

Le tue informazioni personali

Le tue informazioni professionali

Le tue immagini e video

Dalla mia esperienza

CONCENTRATI SUI CONTENUTI (SONO LA CHIAVE DI SUCCESSO)

Creare contenuti interessanti per te e chi ti segue

Il piano editoriale

(3)

Postare con frequenza e varietà

I post e gli articoli

I video e le live

Dalla mia esperienza

CAPIRE COME STA ANDANDO

Le metriche e gli strumenti di analisi

Come capire se un contenuto funziona

Come capire se il tuo piano editoriale funziona

Dalla mia esperienza

SINERGIE: IL NETWORK DIGITALE PERSONALE

Sito internet

Blog

Altri social networks

Portali e collegamenti

Dalla mia esperienza TIPS AND TRICKS

CONCLUSIONE

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INTRO

Perché una mini-guida pratica?

Utilizzo Linkedin da parecchi anni, da quando ancora non era esplosa come piattaforma di riferimento per manager e professionisti ma veniva utilizzata, in Italia, prevalentemente da curiosi e smanettoni, era il 2003/2004. Negli anni, ho visto crescerne esponenzialmente gli utilizzatori ma, anche, la qualità di utilizzo fino ad arrivare ad oggi dove, decidere di non essere presenti sul social network professionale Nr.1 nel mondo, significa, di fatto, perdere importanti opportunità di informazione, formazione e crescita professionale.

Ma perché ho deciso di scrivere questa prima raccolta di idee ed esperienze maturate negli anni su Linkedin? Semplice, è una delle richieste più frequenti che mi sono pervenute dai quasi diecimila collegamenti che ho al momento. Non è un numero strabiliante ma è in continua crescita e molto attivo, cosa che, come cercherò di spiegare, è più importante della quantità di followers in valore assoluto (al contrario che per altri social network).

Fra le numerose domande che ricevo ci sono, fra le più frequenti, quelle riguardanti a come ho costruito la pagina, quali sono le routine principali che seguo per manutenerla e molte altre curiosità. Nelle pagine di questa mini-guida per curiosi e utilizzatori non esperti, potrai trovare molti miei consigli personali o di “esperti” (che seguo e da cui ho cercato di trarre spunto) e numerosi esempi pratici, testati, utili per capire come organizzare e gestire uno spazio personale produttivo per te e per chi ti legge.

Naturalmente qui non troverai verità assolute né segreti o scorciatoie per ottenere una pagina di successo ma, semplicemente, un aiuto per creare un profilo che abbia tutte le caratteristiche, se tu saprai alimentarlo con contenuti ed azioni che creino reale valore, per condividere con il mondo le tue idee, le tue convinzioni e le tue conoscenze professionali.

Inoltre, troverai sparsi qua e là, pensieri in libertà del sottoscritto sulla trasformazione digitale e il lavoro.

Buona Lettura Marco

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PERCHE’ COMINCIARE AD UTILIZZARE LINKEDIN?

Come può aiutarti a creare valore per te e i followers

Partiamo dal presupposto che Linkedin è un network da 673 milioni di membri qualificati, distribuiti in 200 Paesi del mondo e che è molto probabile che tu possa trovare, al suo interno, gli stessi contatti, clienti e colleghi con cui collabori o che cerchi di raggiungere di persona, tutti i giorni, per il tuo lavoro.

Qualunque esso sia.

Indipendentemente dal tuo settore professionale o la tua qualifica, attraverso LinkedIn puoi raggiungere un target enorme e disponibile, per lo più, a leggere, guardare ed ascoltare quello che proponi. Una specie di amplificatore del tuo messaggio ma, anche, un modo per spiegarlo meglio e magari approfondirlo con successivi passaggi che ti descriverò, negli appunti che seguiranno, prendendo spunto dalle mie esperienze quelle di successo ma, anche, quelle deludenti perché dagli errori nascono spesso le intuizioni migliori.

Cosa ci puoi fare concretamente?

Questa piattaforma può essere un eccezionale supporto per raggiungere i tuoi obiettivi professionali, sia che si tratti di fare “personal o company branding”

che di promuovere prodotti e servizi tuoi o della tua azienda.

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Devi essere consapevole, però, che questo supporto non ti arriverà per caso o per fortuna! Succederà solo se imparerai ad utilizzarlo in modo adeguato e se t’impegnerai nel creare contenuti che la piattaforma e gli utenti riconoscano come un valore reale per loro.

Solo in questo caso, ti aiuterà ad uscire dall’anonimato promuovendo ciò che sei e che sai fare diventando, magari, un “influencer” (1) del tuo settore con evidenti impatti positivi su di te, sul tuo lavoro e, probabilmente, sulle tue entrate.

(1) Influencer: personaggio popolare in Rete, che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo d i utenti e, in particolare, di potenziali consumatori, e viene utilizzato nell’ambito delle strategie di comunicazione e di marketing. (Treccani)

Pensiero in libertà #1: questo è un chiaro esempio di

“trasformazione digitale diffusa” che, per quanto mi riguarda, significa: “addizionare” le attività tipiche del tuo lavoro con gli strumenti tecnologici e innovativi, che di volta in volta si rendono disponibili sul mercato, rendendoli parte integrante della propria routine professionale con il risultato di:

- migliorare l’efficienza nell’effettuare il lavoro

-aumentare l’efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissat i -ridurre i costi per eseguire il lavoro

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IL PRIMO PASSO DA COMPLETARE

La prima cosa che ti consiglio di fare è rispondere alle domande fondamentali, che seguono, per impostare la tua presenza su LinkedIn in modo efficace.

Può sembrare un lavoro inutile ma, in realtà, riuscire a fissare chiaramente questi punti consentirà di tenere sempre la “barra” dei contenuti coerente con la tua identità professionale e allineata agli obiettivi della tua presenza sulla piattaforma professionale Nr.1 al mondo.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Perché hai aperto (o vuoi aprire) una pagina su questo social network?

Cosa vuoi ottenere dedicandogli un po’ del tuo prezioso tempo?

L’impostazione dei contenuti e delle azioni da pianificare cambia a seconda che tu voglia valorizzare il tuo profilo professionale, trovare lavoro oppure promuovere un tuo prodotto o servizio.

Che lavoro fai? Quali argomenti t’interessa trattare?

Riordinare le idee su chi e cosa rappresenti professionalmente o, magari, vorresti rappresentare, e individuare i temi dove credi di poter costruire valore è fondamentale! In questo modo fisserai quali sono i tuoi obiettivi di comunicazione e questo ti aiuterà a mettere a punto una strategia in grado di valorizzare i tuoi punti di forza. Questa è la tua carta d’identità, fai in modo che sia più chiara e coerente possibile con la realtà.

Che tipo di pubblico t’interessa?

Questo elemento è altrettanto fondamentale per il successo della tua iniziativa. Capire a chi vuoi parlare, quali sono i target che possono essere interessati dai tuoi contenuti, prodotti o servizi servirà a costruire i contenuti più soddisfacenti per loro e a farti “restituire”, successivamente, il valore che tu eroghi raggiungendo gli obiettivi per cui ti sei impegnato fin dall’inizio.

Riassumendo: spiega chi sei e cosa fai, fissa il tuo obiettivo, seleziona la tua

“audience” e “dacci dentro” …da ora!

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Dalla mia esperienza

Leggo di molti utilizzatori che non sono soddisfatti del risultato ottenuto dalla loro presenza su LinkedIn, del fatto che nessuno gli ha offerto un lavoro, delle rimostranze sul fatto che ricevono spam o contatti indesiderati, che non crescono followers o like…

La risposta a tutto questo è…una domanda! Quanto tempo, sinceramente, dedicate a rendere il vostro profilo interessante, utile, efficace?

Probabilmente troppo poco.

La mia esperienza è che, se si studia la piattaforma (le sue regole e le sue dinamiche); se si fa “allenamento”, cioè si producono contenuti e si è attivi con frequenza (come spiegherò come nel prosieguo della mini-guida); se si segue assiduamente chi già ha dimostrato di saperla utilizzare al meglio; se si costruisce una presenza “professionale” attraverso strumenti, tattiche e tools adeguati…LinkedIn FUNZIONA!

Personalmente ho trovato ed offerto lavoro, venduto servizi e prodotti, attivato relazioni ad hoc e durature, comunicato notizie leggere e strategiche. In definitiva, per me, LinkedIn è parte integrante della mia routine professionale giornaliera.

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COMINCIA DALLA TUA PRESENTAZIONE

Chiarisco subito che questi appunti riguardano l’utilizzo del profilo LinkedIn per fare “personal branding”, cioè un profilo che è legato a te come persona.

Cosa diversa sarebbe impostare un profilo aziendale dove promuovere il

“company brand”, i prodotti o servizi etc.

I due profili hanno delle importanti sinergie fra loro, ne parlerò diffusamente a parte, sia con dati raccolti che con esempi personali, ma necessitano impostazioni e azioni diverse da attuare. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha un profilo personale, da cui spesso condivide i contenuti e le iniziative della società per cui lavora, ma la pagina aziendale di Microsoft è indipendente e dotata di un piano editoriale e di contenuti differenti. Credo, personalmente, che una sovrapposizione eccessiva crei confusione e riduca l’efficacia di entrambi i profili.

Sul profilo “company”, magari, farò una nuova mini-guida più avanti ma se avete domande sul tema, nel frattempo, potete scrivermi.

Pensiero in libertà #2: ho letto alcuni mesi fa il libro di Satya Nadella “Hit Referesh – Una pagina nuova”, trovandolo molto interessante sia per la visione che offre del futuro in mutamento , a seguito della più rivoluzionaria ondata di nuove tecnologie che l'umanità abbia mai conosciuto, e sia per l’approccio al cambiamento che lui ha pianificato in Microsoft, dal punto di vista organizzativo ma, soprattutto, culturale, finalizzato a sviluppare una capacità di rinnovamento e aggiornamento continuo. Ve lo suggerisco.

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La tua pagina

La pagina o profilo LinkedIn, che dir si voglia, si può ormai considerare il principale veicolo di presentazione oggi a disposizione di chi voglia dare una informazione professionale completa di se stesso. Inoltre, questa piattaforma, fornisce l’impagabile possibilità di interagire con il mercato del lavoro e con tutti i suoi “attori” raggiungendo i più disparati obiettivi: sviluppo professionale, formazione, marketing e vendite, networking e molto altro .

Le tue informazioni personali

LinkedIn non richiede molte informazioni personali, né concede grandi spazi per questo. Ciò non di meno, in una presentazione professionale, la parte personale ha una significativa rilevanza, per chi legge, perché la personalità, la cultura, le passioni e, se vogliamo, anche l’estetica rappresentano, una parte delle motivazioni di scelta per assumere, collaborare, invitare ad un evento etc, etc … in aggiunta a solide competenze, ovviamente.

Personalmente, considerando particolarmente importante la parte personale nell’individuazione della “persona giusta”, ho cercato di rappresentarmi meglio possibile, da tutti i punti di vista.

Può sembrare una banalità, ma la selezione delle immagini, dei testi e delle modalità con cui presentarsi richiede tempo, prove e verifiche della loro efficacia nel tempo. Più avanti vi farò alcuni esempi pratici di come ho pensato e poi gestito la mia sezione introduttiva della pagina.

Le tue informazioni professionali

Molto spesso vedo pagine incomplete, per non dire del tutto inadeguate, allo scopo che la presenza su questa piattaforma si dovrebbe prefiggere:

presentare un professionista eccellente, se non addirittura “influente”, in un determinato settore.

Aprire una pagina su LinkedIn e non curarla nei dettagli, è un po’ come andare ad un incontro di lavoro in tuta (a meno tu non sia un trainer sportivo) o non iniziare la propria presentazione con nome e cognome o, peggio, snobbare la controparte restando al telefonino mentre l’avete di fronte in paziente attesa…

tutte cose che ho, peraltro, visto fare anche dal vivo.

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Nel mio caso ho cercato di presentare, sia visivamente che testualmente, con chiarezza, chi sono e di che cosa mi occupo fin dal primo accesso alla pagina utilizzando immagini, testi e video.

Le tue immagini e video

Dedico un “paragrafetto” specifico a questo tema perché è ormai evidente a tutti che, sui social network, le immagini ed i video la fanno da padrone per chiarezza e semplicità di fruizione, comprensione dei contenuti, per attrattività degli utenti e, non ultimo, per l’incidenza positiva che hanno sugli algoritmi di valutazione e promozione della pagina.

Per questo motivo, il mio consiglio è di selezionare con cura questi

“strumenti”, di utilizzarli con frequenza e di produrne in modo autonomo e originale. Ogni occasione è buona per creare contenuti multimediali, alle volte basta ricordarsi di utilizzare lo smartphone per filmare un evento o per immortalare un incontro o per registrare una intervista…

Dalla mia esperienza

Come spiegato, sin dall’inizio, questa mini-guida altro non è che una raccolta di appunti ed esperienze che ho accumulato in parecchi anni di utilizzo per cui, in ogni capitolo, troverete come, concretamente, ho approcciato uno specifico tema. Dai commenti che ho ricevuto, direttamente sulla mia pagina ma soprattutto nei messaggi privati (circa 100!), dopo la pubblicazione della prima parte, credo di poter dire che questo approccio sarà apprezzato. La sezione “intro” della pagina è la prima di cui viene richiesto l’inserimento delle proprie informazioni. Io ho scelto di curarla molto attentamente essendo la parte che si vede per prima e che, spesso, invita o meno il visitatore, soprattutto occasionale, ad approfondire la conoscenza. Ho fatto diversi esperimenti prima di trovare quella più efficace.

Pensiero in libertà #3: già che ci sono, in tempi di Covid19 gli spunti di lettura credo possano interessarti, suggerisco anche il libro di Scott Galloway “ The Four - I padroni: il DNA segreto di Amazon, Apple, Facebook e Google ”. In questo modo avrai un quadro completo dei così detti “Big 5” che, a detta di molti, stanno “indirizzando” l’evoluzione globale.

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Cosa ho imparato nello sviluppare questa parte?

- L’immagine in testata di pagina si può anche omettere ma non lo raccomando. A meno che tu non sia Richard Branson, che infatti non la utilizza, scegliere un’immagine appropriata fornisce subito qualche indizio circa l’ambito di lavoro principale. Nel mio caso ho inserito la foto di un mio speech che evidenzia i temi “sanità e digitale” (e sono venuto anche benino…).

- L’immagine del profilo che ho scelto mi rappresenta perché sono ripreso nella sede aziendale in abbigliamento informale, come mio solito, e s’intravede anche il rendering e logo dell’azienda alle spalle (i dettagli contano). Un’immagine coerente con la realtà è, a mio parere, la forma migliore di presentarsi. Utilizzare una foto in location “amene” o in abbigliamento poco professionale è sconsigliabile considerato lo scopo della presenza sulla piattaforma.

- Ultimo elemento rilevante della sezione introduttiva è, per me, la descrizione professionale che segue al nome e cognome. Ci sono due opzioni: puoi scegliere di indicare, semplicemente, il tuo ruolo utilizzando la descrizione aziendale (nel mio caso attuale Direttore

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Generale e Membro del C.d.A. di Welcare Industries oppure CEO e Founder di Think Fwd); in alternativa, ed è la soluzione che ho scelto per la mia pagina, si può optare per la descrizione delle proprie caratteristiche professionali peculiari, a prescindere dalla posizione del momento. La scelta dei vocaboli deve essere ben ponderata, in modo da riuscire ad ottenere il risultato di descrivervi in modo chiaro e memorabile. Per quanto mi riguarda ho scelto le parole: #entrapreneur

#executivemanager #startupper #speaker #opportunitieshunter che, a mio parere, sono esattamente l’essenza delle mie caratteristiche professionali. In questo modo, chi lavora con/per me o mi assegna un incarico sa esattamente cosa aspettarsi in termini di approccio, comportamento e obiettivi.

Sottolineo, per finire, che anche scegliendo questa seconda opzione, un po’ più complessa da eseguire, potrete comunque descrivere il vostro ruolo, riportando, poco più in basso, nella sezione delle “esperienze”, tutti i dettagli del caso.

Pensiero in libertà #4: ho sempre pensato da quando, a circa 19 anni, ho cominciato a lavorare e studiare all’Università, che “le aziende passano mentre l’identità professionale resta e deve sempre essere ben definita e riconoscibile”. Oggi, questo processo individuale, viene chiamato, dagli

“esperti”, Personal Branding (2).

(2) Personal branding è un processo attraverso il quale, una persona definisce i punti d i forza (conoscenze, competenze, stile, carattere, abilità, ecc.) che la contra ddistinguono in modo univoco, creando un proprio marchio personale, che comunica poi nel modo che reputa più efficace (Wikipedia).

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CONCENTRATI SUI CONTENUTI (SONO LA CHIAVE DI SUCCESSO) Creare contenuti interessanti per te e per chi ti segue

Ottenere risultati, su LinkedIn, come nel lavoro, implica impegno e dedizione.

Tradotto, significa investire tempo per:

- produrre contenuti interessanti e fruibili - produrre contenuti con frequenza

Per ambedue questi obiettivi, il percorso necessiterà tempo perché dovrai provare, sbagliare, migliorare e, alla fine, trovare la tua “identità” personale.

Anche se non perfetto, questo percorso servirà a far capire, a coloro che avranno la pazienza di seguirti, che ti stai impegnando, per condividere le tue conoscenze ed esperienze, con l’obiettivo di creare valore. Questo ti assicurerà, progressivamente, il seguito di un gruppo di professionisti di vario livello ed estrazione, fedele e davvero interessato a te, a ciò che dici e a ciò che fai. Non dimenticare, inoltre, che fra loro ci sarà, probabilmente, anche chi, quando avrà bisogno di certe competenze, si ricorderà di te come opportunità di scelta (nel caso tu stia cercando un lavoro o di migliorare la tua posizione attuale).

Personalmente, ho trovato così molti collaboratori che, negli anni, ho inserito, a tutti i livelli, nei vari Team che ho gestito nelle Aziende per cui ho lavorato o nelle Start-up ho che ho fondato.

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Il piano editoriale

E’ chiaro per tutti quanto sia difficile postare contenuti interessanti con frequenza elevata, ma, organizzandoti, ti assicuro che è possibile! Se hai lavorato bene sulla prima fase che ho descritto all’inizio della mini-guida - Il primo passo da completare - (se non lo hai fatto interrompi la lettura di questa parte e torna a rileggere questo fondamentale capitolo), programmare, costruire e pubblicare la tua settimana di contenuti risulterà molto più veloce di quanto pensi.

Il primo passo che suggerisco è quello di organizzare una scaletta degli argomenti che vuoi approfondire in un certo periodo; basta un foglio excel con i giorni della settimana dove inserire date e temi dei post, per cominciare, coerenti con obiettivi e target che hai definito. Se riuscirai ad impostare, settimanalmente con costanza, almeno un paio di contenuti originali (cioè creati da te), e ad aggiungere a questi uno o due post legati all’attualità o a contenuti di profili interessanti che segui e commenti (citandoli ovviamente) ti accorgerai come, un po’ alla volta, la tua pagina risulterà molto più professionale e rappresentativa delle tue competenze ed idee e, di conseguenza, seguita.

Questa prima semplice operazione, molto concreta, sarà la prima prova della tua volontà di cambiamento rispetto all’approccio a LinkedIn e la base per la costruzione della tua nuova immagine professionale “digitale”.

Naturalmente, un vero piano editoriale è qualcosa di più complesso e articolato di una scaletta di argomenti come quella che ti ho suggerito, ma ci potrai arrivare, in tempi relativamente brevi, con la pratica e…seguendomi. 😊 La produzione costante di contenuti originali, sul medio periodo, ti farà diventare un punto di riferimento per un numero di professionisti crescente (il target che davvero intendi coinvolgere perché, a loro volta, sono realmente interessati ai tuoi contenuti). In ogni caso, indipendentemente dal numero dei tuoi “followers”, devi produrre contenuti per loro se vuoi che continuino a seguirti e che crescano.

Pensiero in libertà #5: programmare ti consente di creare contenuti originali accurati e lascia tempo libero per pensare a nuovi temi da trattare;

improvvisare ti permette, di essere attuale e collegato agli eventi del

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momento, quindi dare la percezione che sei “sul pezzo”. Ambedue i tipi di attività sono indispensabili per un piano editoriale efficace.

Postare con frequenza e varietà

Anche la quantità, oltre alla qualità, fa la differenza sui social network.

Ho già detto che la qualità di ciò che pubblichi è importantissima, a meno che il tuo obiettivo non sia “0 seguaci”, ma un aspetto altrettanto importante è ricordarsi che la quantità paga. Apparire con frequenza negli “alert” dei tuoi follower con un post, un articolo o un video, farà sì che la loro attenzione sia inevitabilmente attratta da ciò che pubblichi.

I post e gli articoli

LinkedIn mette a disposizione due strumenti testuali per proporre i propri contenuti originali o per condividerne altri con i propri commenti e considerazioni (raccomando, a questo proposito, di non condividere mai temi trattati da altri senza inserire almeno poche righe di accompagnamento in cui spiegate perché avete condiviso e cosa ne pensate): i post e gli articoli. Seguendo la vostra scaletta o piano editoriale potrete pianificare la pubblicazione di contenuti originali e cogliere l’opportunità di riproporre contenuti interessanti sui temi che avete deciso di trattare. Questo non vuole dire che non si possa derogare, ogni tanto, dai propri temi “strategici”, postando news, curiosità o altro…basta non eccedere.

Per quanto riguarda, invece, le foto che utilizzerete a complemento, ho già detto che devono essere in grado di catturare l’attenzione e sintetizzare, ad una prima occhiata, il contenuto testuale. Io le scelgo con cura e se non dispongo di “scatti” originali, fatti da me con lo smartphone , di solito, cerco qualcosa di appropriato su Google o da siti che trattano il tema (evitando foto vincolate da diritti d’autore ovviamente).

Ad ogni testo e foto è opportuno aggiungere qualche @tag (collegamento ad altra pagina) ed #hashtag (parole chiave) che hanno il preciso scopo di permettere una migliore indicizzazione del contenuto e di aiutare il lettore ad approfondire il tema in modo “guidato”. Non esagerate, scegliete collegamenti e parole chiave realmente utili allo scopo.

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I video e le live

Anche per i video, come per molte altre competenze, è una questione di studio ed allenamento. I miei primi video erano sicuramente molto meno efficaci di quelli che faccio ora e che, fra l’altro, godono della decennale esperienza maturata nel parlare in pubblico per lavoro. Ci sono due aspetti da considerare:

- la parte contenutistica: in base al messaggio che vuoi condividere, con le persone che ti seguono, puoi scegliere di parlare in prima persona, di intervistare qualcuno sul tema, puoi parlare di un prodotto, di una iniziativa, di un tema generale o tecnico. E’ importante che sia ben organizzato, seguendo una logica narrativa con “capo e coda”.

La durata, a mio avviso, è ottimale si aggira fra i 30” e 60” massimo.

- la parte tecnica: la prima cosa che ti consiglio e di segnarti su un “pezzo di carta” l’apertura, la sequenza dei temi, la chiusura ed ovviamente i tempi in cui restare per ogni segmento. Questo è il modo più efficace per non perdere il filo del discorso, senza divagazioni, e poi avere i riferimenti precisi per effettuare tagli e rifiniture (se vorrete). Non serve che tu abbia chissà quale software per il montaggio o chissà quale videocamera per registrare. Io tutt’ora utilizzo il mio smartphone e una delle tante app, anche gratuite, utili per veloci montaggi ed editing del video (ad esempio InShot, Imovie, Vivavideo e molte altre). Usa sempre un microfono esterno (non quello dello smartphone) che puoi comprare su Amazon anche a 20€…per iniziare va benissimo.

Per quanto riguarda la recente funzionalità delle live purtroppo al momento sono in “lista di attesa” per poterla utilizzare essendo in fase beta e con accesso destinato ad un numero limitato di utenti. Vi saprò dire…

Dalla mia esperienza

Riassumendo: se organizzi e pianifichi il tuo tempo, hai modo di pubblicare con frequenza contenuti, originali e non, indirizzandoli specificatamente alle persone che hai scelto e che ti seguono prioritariamente. Che sia un video, un articolo, un testo, una condivisione interessante, hai molti modi per renderti utile ed attrattivo per il tuo network e incrementarlo progressivamente.

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Non ti preoccupare se parti da un numero basso di utenti e se la crescita successiva alla tua attività non sarà esplosiva perché è importante ricordare che LinkedIn agisce su di un pubblico più limitato di altri social network, come Facebook e Instagram, ma infinitamente più specifico per il mondo del lavoro qualificato (esattamente quello che ti interessa). Commetti errori e cerca di non dimenticarli, come faccio io tutti i giorni, e non mollare alle prime difficoltà.

Lo pensavo già da ben prima, come avrai capito, ma gli ultimi eventi legati all’apparizione del Covid19 hanno accelerato la comprensione, da parte di tutti, di quanto la trasformazione digitale delle professioni sia attuale e di quale vantaggio competitivo avranno le aziende e i professionisti più preparati in questo senso.

Pensiero in libertà #6: la preparazione di contenuti interessanti, passa anche attraverso la costruzione di un “pannel” personale di sorgenti d’informazione che ti consentano di raccogliere notizie, dati e pareri sui temi da te selezionati che poi tu possa, poi, rielaborare o su cui, semplicemente, tu possa sottoporre , ai lettori, il tuo pensiero. Io ho creato una lista di siti e newsletters, sui temi di mio interesse, che giornalmente o settimanalmente leggo per trarre spunti utili a riempire il mio piano editoriale. Ad esempio, sai che puoi utilizzare due servizi gratuiti di Google - News e Alert - per raccogliere, grazie all’inserimento di parole chiave, articoli e notizie? Oppure creare una lista da seguire direttamente su LinkedIn (puoi selezionare influencer, aziende, gruppi o enti) aggiungendo o togliendo, di volta in volta, “fonti” interessanti in uno specifico momento o per un tema che vuoi affrontare.

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CAPIRE COME STA ANDANDO

Le metriche e gli strumenti di analisi

Oggi Linkedin è il primo social network professionale, per numero utenti e qualità dei professionisti iscritti, e può permettere di costruire una rete di connessioni eccezionali ed estremamente produttive.

Ho scritto “può permettere” perché, come ho avuto modo di sottolineare anche in precedenza, per ottenere dei risultati è necessario un certo impegno nel costruire la propria identità attraverso i contenuti, ma anche una grande attenzione nell’analizzare quello che si produce e che risultati garantisce.

In questo capitolo proverò, sinteticamente, a raccontare come faccio a capire se il lavoro che sto portando avanti sta funzionando e come cerco d’imparare dagli errori, attraverso l’analisi dei dati e delle

“performances” della mia pagina.

Per la verità, parlando di analytics, LinkedIn non aiuta molto gli utenti con i suoi attuali strumenti in quanto non fornisce un pannello di controllo che consenta di fare delle valutazioni (se non nella versione business). Per questo mi concentrerò su quello che è disponibile al momento.

Sarà perché io credo molto nella capacità dei numeri di chiarire e talvolta anticipare la comprensione degli eventi, aiutando così la presa di decisioni, ma, a mio parere, monitorare l’andamento della pagina e l’efficacia della propria presenza e attività personale su Linkedin è molto importante. Interazioni, percentuale di interesse, engagement rate, sono pochi parametri disponibili ma sicuramente utili a capire.

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Come capire se un contenuto funziona

Come sottolineato, Linkedin non è particolarmente generoso nel fornire dati ma, soprattutto, non rende semplice la loro lettura in particolare in riferimento a confronti, serie storiche e segmentazioni. Detto ciò, le metriche principali disponibili sono di ordine quantitativo e qualitativo:

- i dati relativi al numero dei tuoi followers

- i dati relativi alla tua attività sul profilo (quante, quali, quando etc) - i dati relativi all’efficacia in termini di engagement (commenti,

consigli, condivisioni etc)

- i dati demografici: profilo professionale, provenienza, professione e tasso di crescita delle persone che hanno interagito con i contenuti della pagina (per capire se hai inquadrato bene il tuo target).

Premetto che sono iscritto alla versione Premium da parecchio, che raccomando, per cui, onestamente, non ricordo che dati si possono ottenere nella versione base.

All’interno delle metriche quali-quantitative citate, qui di seguito, cerco di evidenziare alcuni parametri (KPI’s) semplici da seguire che utilizzo per le mie veloci analisi: quanti mi seguono, quante visualizzazioni della pagina e dei singoli contenuti ottengo, il numero di likes ai post, il numero di commenti ai post, l’engagement - cioè il grado d’ interazione dell’utente ai miei post - che tiene conto delle visualizzazioni, dei click, dei commenti, delle condivisioni.

Sono disponibili, inoltre, alcuni dati interessanti, come le parole chiave ricercate per arrivare alla tua pagina o di tipo demografico come le località da cui provengono i followers, quale funzione professionale hanno, che anzianità nella posizione lavorativa all'interno di una determinata società, da che Industry/settore provengono, le dimensioni dell'azienda (numero di dipendenti) e qualcos’altro in ordine sparso che si deve avere la pazienza di aggregare in funzione dei propri obiettivi ed interessi (e del tempo disponibile…).

E’ possibile creare anche una serie di elaborazioni più “evolute” per mettere in relazione i vari dati o per analizzare tendenze e fare previsioni (io le faccio su excel non uso sistemi di BI), ma ne parlerò, se mai, nella prossima mini-guida...

Per finire, è ovviamente possibile attivare campagne a pagamento e potrai, così, monitorare le principali metriche di misurazione della

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campagna come le visualizzazioni, CPC, CTR e così via.

Al momento, per quanto mi riguarda, non avendo obiettivi di

“conversione economica” delle mie attività su LinkedIn, e preferendo una “crescita organica” per valutare la mia strategia di contenuti e attività in modo “pulito”, non effettuo investimenti sulla promozione.

Lavoro molto, invece, in quest’area “business” con il team aziendale per la pianificazione dello sviluppo di company e brand awareness o progetti specifici commerciali.

Come capire se il tuo piano editoriale funziona

Per prima cosa, devi avere un piano editoriale!

Per quanto mi riguarda, organizzo i temi della mia pagina individuando 3 o 4 macro categorie all’interno delle quali sviluppare i contenuti e alternando gli strumenti disponibili (post testuali, articoli, immagini, video etc). In questo modo resto più facilmente coerente con la mia strategia e con le aspettative di chi mi segue, riuscendo anche a dosare in modo equilibrato temi e strumenti.

Lo faccio normalmente distribuendo su un foglio excel le informazioni elencate qui sopra e aggiornandolo settimanalmente di eventuali contenuti di “cronaca”, temi caldi imprevisti e news dai settori che m’interessano.

MESE DATA GIORNO MACRO TEMA CONTENUTO STRUMENTO TITOLO HASHTAG/TAG LINK ESTERNI CONDIVISIONI POST

lunedì WELCARE TESTO +

IMMAGINE LEADER SEGUITO

martedì PHARMA TESTO WELCARE

mercoledì COVID19 VIDEO CALALOCA O BOTTEGA

LIGURE O FARMAIUTO

giovedì THINK FWD TESTO +

IMMAGINE COVID19

venerdì PHARMA INFOGRAFICA FARMAIUTO

sabato IMPRESA TESTO +

IMMAGINE BOTTEGA LIGURE

domenica MINI-GUIDA ARTICOLO THINK FWD

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Una volta fatto, settimanalmente, monitoro i risultati dell’attività svolta e i numeri generali della pagina per capire cosa è stato apprezzato di più, cosa mi è stato richiesto via messaggio e commenti e quali attività sono

“trend topics” per magari postare degli approfondimenti.

Dalla mia esperienza

In sintesi, come avrete capito, le metriche e gli strumenti di analisi, su LinkedIn, non sono del livello di altri social network come Facebook e Instagram o Google, ed, in attesa che vengano sviluppati, bisogna darsi un po’ da fare per conto proprio. Nelle pagine di questo capitolo ho

cercato di dare qualche indicazione su come fare, ma ognuno può tarare le informazioni in funzione delle sue esigenze, delle sue capacità e degli obiettivi che si è proposto.

Analisi Qualitativa Piano

KPI's GEN FEB MAR APR MAG GIU

Categoria contenuti 1

Contenuto con più views

Contenuto con più commenti

Contenuto con più likes

Categoria contenuti 2

Contenuto con più views

Contenuto con più commenti

Contenuto con più likes

Categoria contenuti 3

Contenuto con più views

Contenuto con più commenti

Contenuto con più likes

2020

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TIPS AND TRICKS

Aggiungo questa sezione, non prevista all’inizio del lavoro, che conterrà qualche “trucco” pratico per ottimizzare la pagina.

Visto che diversi me l’hanno chiesto, ecco il primo trucco: semplificare l’indirizzo della pagina.

In attesa dei prossimi capitoli potresti utilizzare un po’ del tempo che hai, chiuso in casa, per rivedere e rinnovare il tuo profilo Linkedin così come ho descritto.

La mini-guida segue con gli ulteriori contenuti, che trovi all’inizio nell’indice, man mano che verranno completati (un po’ di pazienza, sono a buon punto).

Scrivimi un messaggio privato qui su Linkedin con un commento su questa parte pubblicata finora ma anche con suggerimenti circa nuovi temi che t’interessano, richiedendo i capitoli in via di lavorazione. Te li invierò, appena completati, del tutto gratuitamente.

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Marco Grespigna

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