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I.E.D. TECHNIQUE: Incisal Edge Design su disilicato di litio. Per essere veloci ma non di fretta sfruttando la capacità creativa

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Academic year: 2022

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fretta sfruttando la capacità creativa

Odt. Lorena Dalla Riva

Si diploma nel 1981 presso IPSIA Lampertico di Vicenza.

Partecipa a corsi di aggiornamento in maniera costante sia in Italia che all’estero orientandosi particolarmente su materiali estetici sfruttando innovazioni tecnologi- che. Ha collaborato con Dental Research Laboratory di Connecticut per la realizza- zione di colori ad uso dentale.

Tiene corsi e conferenze relative alle sistematiche ceramiche e di comunicazione PMT in Italia e all’estero.

Laboratorio ODONTOTECNICA di Emilio Balbo S.n.c.

Via Linate 8 • 36030 Caldogno (VI)

Tel. +39 0444 986274 • Fax +39 0444 986656 drm.italia@gmail.com • www.lorenadallariva.it

Obiettivo dell’articolo è quello di esporre una metodica e una tecnica di lavoro con utilizzo di disilicato di litio che miri a soddisfare le esigenze del paziente nell’avere una ottima ricostruzione del sorriso e quelle dell’odontotec- nico, per l’impiego di minor tempo possibile e spesa contenuta, pur con passaggi di lavoro obbligatori per un risultato predicibile

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L

a creatività fa parte del nostro lavoro… la creatività ha molte- plici definizioni che si possono adattare a diverse situazioni.

La creatività è uno stile di pensiero che si esprime in processi mentali caratteristici.

Procede essenzialmente per asso- ciazioni tra idee, concetti, fatti e dà origine a idee e concetti nuovi, in- venzioni, scoperte: insomma a risul- tati tanto originali quanto efficaci.

L’intuizione che la creatività sia uno stile di pensiero, che deriva da un altrettanto specifico atteggiamento mentale e comportamentale, nasce agli inizi del Novecento. I primi studi importanti sul fenomeno risalgono agli anni ‘20.

Questa capacità passa attraverso un pensiero creativo che ci porta a trovare una soluzione o meglio a creare (Fig. 1).

Sono sempre stata affascinata dal pensiero creativo e di come si com- pone. Il percorso può essere sinte- tizzato in 5 fasi con elaborazione del pensiero odontotecnico.

Domanda (la riabilitazione che dob- biamo effettuare)

1. Analisi (studio del caso) 2. Saturazione (raccolta di tutte le informazioni utili alla progettazione) 3. Incubazione (elaborazione dei dati raccolti)

4. Illuminazione, idea (soluzione trovata al caso)

Risposta

5. Verifica (realizzazione del caso elaborato)

= Conoscenza

Qualunque sia la risposta con verifi- ca alla domanda (situazione iniziale), diventa conoscenza e va ad alimen- tare il proprio bagaglio di esperien- za.

A cosa può servire conoscere que- sto procedimento quando elaboria- mo un progetto? Forse a niente o forse solo a soddisfare una curiosi- tà, ma di sicuro ci fa contraddistin- guere dalle macchine.

Io interpreto tutto questo come nel- la capacità di creare un proprio stile di lavoro in campo dentale.

Com’è nata I.E.D. TECHINIQUE?

È nata dall’esigenza di velocizzare il tempo impegnato concentrandosi su passaggi chiave senza avere fret- ta, per essere poi veloci nel prose- guimento della lavorazione. È nata dalla necessità di salvare un proget- to sia esso studiato modellando a cera o a CAD.

Sembra che oggigiorno non ci sia più tempo per pensare, che si deb- ba sempre correre, correre per ri- sparmiare sul tempo a disposizione, quindi bisogna andare veloci, ma non di fretta.

Non bisogna essere frettolosi nel- lo studio e nella progettazione del caso (Analisi), ma ci dobbiamo prendere del tempo per raccogliere tutte le informazioni necessarie (Sa- turazione) e attendere (Incubazione) di avere la soluzione (Illuminazione, idea). Questo non significa ore o giorni impegnati ma anche solo mi- nuti o secondi, tuttavia non bisogna essere frettolosi, successivamente si deve andare veloci senza sprechi di materiale.

Fig. 1

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Pratica

La tecnica I.E.D. è dedicata alla re- alizzazione di faccette, corone o piccoli ponti in disilicato di litio.

Seguendo la tecnica, si deve mo- dellare completamente la struttura da trasformare. La faccia palatale potrà essere una riproduzione fe- dele di un eventuale provvisorio già funzionalizzato in bocca attraverso una mascherina o, nel caso dell’u- tilizzo di Cad-Cam, andrà eseguita la scansione del modello copia del provvisorio (Figg. da 2a a 2d).

Quello che la tecnica prevede è di salvare il contorno del dente realiz- zato, cioè il margine incisale dovrà

essere già calcolato e ben studia- to, i punti di contatto e le pareti di transizione tra la faccia vestibolare e le pareti mesiali e distali dovranno avere le giuste forme (Figg. 3a e 3b).

Vogliamo stratificare solo la parte vestibolare quindi, durante la mo- dellazione, avremo cura di rifinire tutte le parti del dente trascurando solo la tessitura superficiale vestibo- lare.

Questa tecnica permette di impe- gnarci solo nella stratificazione ve- stibolare senza temere di avere mo- dificazioni di forma durante le varie fasi anche se si dovesse intervenire con più cotture per raggiungere l’o- biettivo estetico richiesto.

Faccio riferimento al solo aspetto estetico, perché la parte funzionale della riabilitazione dovremmo aver- la già analizzata e sviluppata in fase di modellazione in cera o al Cad.

La faccia vestibolare avrà una ridu- zione che rispecchierà la stratifica- zione decisa in fase di progettazio- ne (Figg. da 4a a 4b).

Ci troviamo sempre più spesso a re- alizzare denti con meno effetti inci- sali perché la richiesta è maggiore nei confronti di un dente senza gial- li, senza grigi, di denti bianchi ma senza essere troppo bianchi, solo perché non siamo ancora arrivati ai bleach americani... ma non ci vorrà molto tempo!

Figg. da 2a a 2d Modelli del provvisorio funzionalizzato. Le facce palatali dei 4 incisivi dovranno essere ripristinate esattamente come il provvisorio senza modifiche o “abbellimenti morfologici”. Una mascherina ci aiuterà a ripro- durre la zona funzionalizzata nel caso della modellazione in cera. Se si utilizza un Cad, andrà fatta la scansione del modello

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Figg. 3a e 3b La modellazione palatale rispecchia il provvisorio, la faccia vestibolare non richiede una rifinitura par- ticolareggiata in quanto andrà modificata. Solo le modellazioni del contorno dei denti dovranno essere già studia- te e misurate

Figg. da 4a a 4c Riduzione vestibolare mantenendo la morfologia dell’Incisal Edge Design

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In seguito alle fasi d’imperniatura e pressatura delle strutture si passa alle fasi conosciute di pulizia della superficie e alla rifinitura con punte adatte allo scopo (Figg. da 5a a 5c).

La struttura rifinita subisce un primo trattamento di colorazione, che sarà la base della nostra stratificazione futura (Figg. 6a e 6b).

I passaggi successivi rispecchie- ranno quelle che sono le esigenze del paziente per mezzo del medico

committente, arrivando alla lucida- tura finale senza mai temere di mo- dificare la forma studiata all’origine.

Le zone di contatto interprossimali e occlusali rimarranno integre e le zone incisali non subiranno retrazio- ni incontrollate, anche se si dovesse fare una cottura in più di modifica (Figg. da 7a a 7c).

A questo punto il lavoro deve pro- cedere velocemente concentrando- ci solo sulla stratificazione minimale

sulla faccia vestibolare. Si procederà con il primo strato wash di pigmen- ti che saranno scelti in funzione del risultato finale che si vorrà ottenere (Fig. 8).

Successivamente, con una prima stratificazione di masse dentinali e trasparenti si arriva alla seconda cottura (Figg. 9 e 10).

Passaggi successivi sono visibili nel- le immagini da 11 a 19.

Figg. da 5a a 5c Imper- niatura e trasformazione delle corone in cera mediante pressatura con grezzi IPS e.max disilicato di litio

Figg. 6a e 6b Strutture rifinite pronte per subire il primo trattamento. Si può notare la modellazione dedicata alla futura stratificazione

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Figg. da 7a a 7c Controllo su modello master delle forme mantenute dove si ritrovano le zone di contatto e i contorni voluti in cera

Fig. 9 Prima stratificazione con masse dentinali e di

effetto; Ceramica Glam Fig. 10 Visione della cottura di stratificazione; Ceramica Glam

Fig. 8 La struttura sarà colorata per attivare il primo wash che sarà alla base della stratificazione.

MDL Nobil Metal Spa

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Fig. 11 Stratificazione finale con una ceramica di elevata compattezza. Le masse possono essere mescolate tra loro per ottenere effetti modificati.

L’ideale è fare le proporzioni utilizzando dei misurini per creare un protocollo di lavorazione in grado di essere ripetibile. Le masse possono essere diversi- ficate come effetto visivo durante la stratificazione usando dei liquidi colorati o sporcando la piastra con dei pennarelli ad acqua

Fig. 12 Risultato dopo la cottura di stratificazione

Figg. da 13 a 19 Lucidature finali e visioni dell’insieme. La zona corpo dente/incisale è stata volu- tamente mantenuta più luminosa mentre la zona corpo- verso cervicale è stata stratificata con massa effetto Raw Sienna per ot- tenere un effetto colore più verso il rosso e meno giallo; Ceramica Glam

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Inizialmente le dimensioni di 11- 12 rispetto a 21-22 erano differenti (Fig. 20). Da un controllo con Cali- bro Aureo come da insegnamenti di Beppe Rampulla, possiamo trovare il giusto rapporto in larghezza dei due incisivi e nella dimensione ver- ticale rispetto alla faccia vestibolare visibile (Figg. 21 e 22).

Un ulteriore controllo con calibro seguendo i codici della tecnica AFG ci fa capire che anche l’armonia nu- merica corrispondente è stata rag- giunta (Figg. da 23 a 26).

Le corone in disilicato vanno conse- gnate in studio. L’odontoiatra farà la prova con cementi Try-in per valuta- re una eventuale modifica di colora- zione del cemento per mascherare i

monconi scuri sottostanti alle coro- ne 21-22.

Il risultato del colore ottenuto è stato volutamente stratificato per ottenere una zona corpo dente e incisale più luminosa mantenendo solo il terzo cervicale verso corpo dente con effetto rosato ottenuto dalla massa fluorescente Raw Sien- na (Fig. 27).

Fig. 20 La paziente desiderosa di migliorare il suo sorriso: come si è presentata allo studio dentistico

Figg. 21 e 22 Utilizzando il Calibro Aureo si esegue un controllo della porzione visibile della faccia vestibolare.

Misurando la larghezza dei due incisivi si ottiene, in proporzione, la porzione visibile in senso verticale. Utilizzando il calibro si trova conforto nel caso di incertezza sulla dimensione da sviluppare

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Figg. da 23 a 26 Utilizzando i codici numerici AFG si trova riscontro con la relativa corrispondenza numerica (misura dimensione incisivo inferiore corrisponde alla dimensione dell’incisivo superiore sommando la cifra di 3)

Fig. 27 Visione in cavo orale durante la prova cemento. Dott. Sandro Prati

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Questo caso è stato valutato e poi trattato con una preparazione verti- cale tipo BOPT per cercare di equili- brare le parabole. La paziente aveva però fretta, poco tempo e limitata disponibilità economica. Si è otte- nuto il risultato come figure da 28 a 31 con la gestione dei provvisori in 40 giorni per consegnare il manufat- to definitivo.

La tecnica di modellazione AFG ben si presta a questa tecnica, e

una ceramica per la stratificazione con la caratteristica di compattezza e luminosità sarà determinante per dare risposta positiva alla domanda finale nel ciclo di pensiero creativo, dove chi realizza il manufatto sfrut- terà la conoscenza acquisita con il nuovo caso per aumentare il pro- prio bagaglio culturale/esperienzia- le. Il paziente troverà così esaudito il suo desiderio di migliorare il pro- prio aspetto.

Dall’immagine 32 alla 53, casi diver- si realizzati con la stessa tecnica.

Nota

Quanto dimostrato è il frutto del lavoro quotidiano cercando di non sprecare tempo e materiali per mo- delli a solo scopo dimostrativo o per bellezza fotografica. Ormai ab- biamo poco tempo e tanto da pro- durre.

Figg. 28 e 29 Corone cementate al controllo dopo 6 mesi. Si noti la differenza di risultato ottenuto dopo la ce- mentazione dovuto alla traslucenza del materiale che si fa condizionare dal composito di cementazione utilizzato sottostante. Su 11 e 12 il colore del dente si presenta come ricercato, cioè con una zona del terzo cervicale che rispecchia la tinta presente nei denti adiacenti, il corpo più luminoso rispetto alla sua tinta di base, mentre su 21 e 22 si nota il cambiamento di colore dovuto al composito di cementazione utilizzato dall'odontoiatra. Il suo tentativo e obiettivo era di mascherare i monconi molto scuri sottostanti ottenendo però, nel particolare, un cambiamento nel croma e nel valore. Questo ci deve servire per capire quanto importante è la valutazione corretta del grado di trasparenza del manufatto e rispetto alla scelta del composito per cementazione

Figg. 30 e 31 Situazione a confronto prima e dopo la riabilitazione estetica. Il definitivo rispecchia la forma e la fun- zione calibrata con ceratura e provvisorio ripetuta in disilicato e.max LT A2 e stratificato vestibolarmente seguendo la I.E.D Thecnique. Si noti l’equilibrio ottenuto delle parabole gestite dal medico con la modificazione del provvi- sorio. Considerato anche il poco tempo a disposizione il risultato si può definire un successo

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Figg. da 33 a 35 Passaggi tecnici con ceratura, riduzione e primo wash di colore su disilicato

Fig. 36 Corona. Ceramica cementata e invio al laboratorio della foto di verifica; Ceramica Glam. Dr.ssa Orietta Pasdera

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Figg. da 40 a 42 Realizzazione di cinque incisivi, corone parziali

Realizzazioni di due incisivi e.max Ceram.

Dott. Alberto Prati

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Fig. 43 Visione delle corone in bocca da 13 a 22. Si noti il 23: vecchio lavoro del paziente che non ha voluto sostituire

Fig. 44 Visione ingrandita delle corone parziali da 12 a 22. Per ottenere l’effetto trasparente a valore basso con traslucenza tipica da dente non più giovane, si è uti- lizzato un marro- ne/nero Feniiiiiix per modificare il traslucente

Fig. 45 Rapporto occlusale superiore-inferiore: controllo a un anno dalla cementazio- ne. La zona di funzione pala- to/incisale è stata mantenuta in disilicato di litio. IPS e.max Ceram, Dott. Giorgio Dal Molin

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Figg. 48 e 49 Visione del sorriso prima e dopo il restauro. Si noti il 13 dente naturale mentre il 23 e posteriori sono corone preesistenti che la pazien- te ha voluto mantenere

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Figg. 50 e 51 Visione saggittale e palatale

Figg. 52 e 53 La paziente prima del restauro e dopo la cementazione. È davvero un peccato non potere intervenire nel restauro anche sugli altri elementi per armonizzare il sorriso, ma sempre di più si rispettano le esigenze

del paziente, siano esse estetiche che economiche. La soddisfazione della signora è quanto più ci sta a cuore. lPS e.max Ceram. Dott. Giorgio Dal Molin

Pensiero Creativo, Michael Michalko La creatività ti salva il cervello, Riza

L’occhio e l’idea: fisiologia e storia della visione, Ruggero Pierantoni Dall’idea alla creazione dentale, Giorgio Talarico

Scientific report IPS e. max, Ivoclar AFG Modelling, Alberto Battistelli AFG Copybook, Gruppo afglab

Corticle I.E.D. TECHNIQUE, Lorena Dalla Riva

Applicare la sezione aurea nelle ricostruzioni protesiche, Giuseppe Rampulla

Bibliografia

Riferimenti

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