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Mediazione didattica. Parlare e ascoltare: la comunicazione efficace. Barbara Laura Alaimo

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Academic year: 2022

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(1)

M e di a zio ne d ida tt ic a

Parlare e ascoltare: la comunicazione efficace Barbara Laura Alaimo

Pedagogista e counselor, esperta di educazione digitale, prevenzione del cyberbullismo, educazione alle emozioni e promozione delbenessere.

Co-foundere mentordi Coderdojo Milano.

Formatrice dell’Academy di Parole O_Stili..

(2)

Comunicare (meglio) con i genitori a scuola

1

Il colloquio

2

I ruoli: genitore/docente

3

Cosa trattiamo oggi?

(3)

Comunicare (meglio) con i genitori a scuola

1

(4)

Riferimenti bibliografici

Vittoria Cesari Lusso, È intelligente ma non si applica – come gestire i colloqui scuola-famiglia, Erickson 2010

Vilma Costetti, Per favore, grazie, Esserci 2005

(5)

Perché è difficile?

Non sa quale è il suo spazio Non sa cosa ci sia aspetta da lui

È delegante

Subisce la situazione asimmetrica

È impreparato sul colloquio e i suoi contenuti

Si sente minacciato nel suo ruolo genitoriale

È un lavoro in più È tempo perso È pericoloso È un’intrusione

È una minaccia per la mia professione

Vuole che i genitori

partecipino, ma non troppo

ge ni tor e do ce nte

(6)

Comunicazione è benessere

«Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi»

Lucio Battisti

(7)

Comunicazione è relazione

«Per educare un bambino serve un intero

villaggio»

proverbio africano

(8)

Comunicazione è interesse condiviso

«Amore non è guardarci l'un

l'altro, ma guardare insieme nella

stessa direzione»

Antoine de Saint-Exupéry

(9)

Comunicazione è ascoltare

«Prima che ai genitori importi

quanto sai, hanno bisogno di

sapere quanto ti importa»

Lavoie

(10)

Comunicazione è prestarsi gli occhi

«È proprio quando credete di

sapere qualcosa che

dovete guardarla da

un’altra prospettiva»

John Keating

(11)

Comunicazione è raccontare il positivo

«Nessuna nuova, buona

nuova»

proverbio

(12)

Comunicazione è azione

intelligente, «E’

ma non si applica»

la maestra di mio figlio

(13)

Le variabili

tutto ok, ma

altrove è meglio

attrezziamoci cooperareper

bisogno di litigare Fiducia (rispetto e disponibilità)

Sfiducia (pregiudizi negativi, rifiuto)

Nessun problema Problemi gravi

(14)

Frasi tipiche e categorie

tutto ok, a altrove è meglio

attrezziamoci per cooperare

Forse va bene perché le cose

sono facili

Suo figlio va bene!

Non c’è niente da

dire!

Sì, ha ragione! È maleducato anche a casa!

Lo dicevano anche i miei prof di me

piange

Ma a casa non è così!

Uno dei due non parla I genitori litigano tra loro Che metodo

usa?

Vede l’altro mio figlio ha dei

problemi

Non è colpa di mio figlio!

Sono gli altri a prenderlo in giro!

Basta! Voi non capite niente!

Però nell’altra sezioni sono più avanti!

Ci sono cose più importanti della scuola

aggressione

tutto ok, ma

altrove è meglio

attrezziamoci per cooperare

bisogno di litigare

fiducia

sfiducia

nessun problema problemi gravi

(15)

Il colloquio scuola famiglia

2

(16)

Esercitazione post webinair

Pensate a due colloqui -formali o informali- con i genitori che avete avuto durante questo anno scolastico.

Scegliete un colloquio che a vostro parere è stato efficace e uno in cui invece ci sono state criticità di comunicazione.

 Descrivete brevemente i

due colloqui

(17)

Famiglia – Scuola

In un’ottica ecologica (Bronfenbrenner, 1979)

famiglia e scuola

sono due contesti in relazione che

contribuiscono allo sviluppo sociale

degli studenti

(18)

La zona di confine

Il colloquio

momento di contatto tra i due sistemi scuola e famiglia

- Scambi discorsivi non prevedibili

- Prospettiva diversa sullo stesso oggetto

(alunno/a - figlio/a)

(19)

La cornice scenica

lo spazio fisico la collocazione delle persone nello spazio

lo spazio temporale lo spazio mentale

lo spazio

(20)

Domanda post webinair:

Provate a analizzate i due colloqui, che avete descritto prima, relativamente a 4 fattori:

• Fattore tempo:

il tempo a disposizione era adeguato?

• Fattore luogo: il luogo in cui è avvenuto il

colloquio era adatto?

• Fattore posizionamento: che collocazione

avevate rispetto ai genitori durante il colloquio? Che distanza c’era tra voi?

• Fattore chiarezza: siete riusciti a comunicare

in modo chiaro? La vostra comunicazione

verbale e non verbale era congruente?

(21)

Il copione

Preparazione

Setting

Accoglienza

Presentazione dei risultati e comportamentidei

Invito ai

genitori

a esprimersi

Riepilogo

Proposta e condivisione

di obiettivi

Valorizzazione miglioramentidei

Commiato dopoE

(22)

I ruoli genitore /docente

3

(23)

I ruoli

il professionista è il docente

(24)

Genitore Sfidante

• Relazione simmetrica

• Non riconosce il ruolo del docente

• Presente per sottolineare ciò che non va

• Non collabora, i problemi del figlio permangono

Evita di contraddire apertamente Non mostra

irritazione Non ha paura

Il domatore

(25)

Genitore Seduttivo

• Cerca di conquistare l’approvazione

• Vuole favorire il figlio

• Si mostra d’accordo ma non segue i suggerimenti

• Fa sentire usato il docente

Resta neutrale agli

apprezzamenti Riporta al tema

del colloquio Non parla di sé

Il monaco zen

(26)

Genitore Sottomesso

• Si mette in una posizione di dipendenza

• Mostra passività

• È delegante

• Fa sentire al docente che tutta la responsabilità è sua

Rinforza il ruolo scolastico della

famiglia Sollecita le risorse

del genitore Propone micro-

obiettivi

L’allenatore

(27)

Genitore assente

• Non si vede mai

• Spesso i figli hanno problemi

• Nei colloqui è superficiale

• Considera la scuola un parcheggio

•Fa sentire il docente impotente

Mostra interesse Essere paziente Coinvolge e crea

occasioni Non collude

Il contadino

(28)

Genitore partecipe

• E’ sicuro

• Si confronta

• Riconosce i propri limiti

• È in ascolto

Mantiene il suo ruolo

Coltiva l’alleanza Crede che imparare

sia un valore su cui lavorare in condivisione

Il compagno di cordata

(29)

La connessione

• Un sistema di comunicazione che

lega famiglia e scuola (frequenza dei contatti scuola-famiglia)

• La qualità della relazione

insegnante-genitore

(30)

Frequenza

La scuola deve creare

opportunità

per genitori e insegnanti di interagire

(31)

Domanda post webinair

1. Quali sono le occasioni e modalità di incontro che avete con i genitori?

2. Queste modalità a vostro parere possono o devono essere riviste e migliorate?

3. Come ripensereste la gestione dei colloqui

e la comunicazione scuola-famiglia nella

vostra scuola?

(32)

Esercitazione post webinar

Giovanni non si sta impegnando. Si sforza poco di terminare i propri lavori e di

comportarsi in modo adeguato. Con lui faccio più fatica che con tutti gli altri. Quello che funziona con tutti, con lui non funziona. Il suo comportamento è difficile da gestire nella classe. Ho deciso di chiamare i genitori per informarli della situazione e per capire come affrontare le molte difficoltà che ci sono.

Prova a progettare il colloquio, cercando di non tralasciare nessuno step:

Preparazione - Setting - Accoglienza

- Presentazione dei risultati e dei comportamenti - Invito ai genitori a esprimersi

- Riepilogo

- Proposta e condivisione di obiettivi - Commiato

Se riesci, esercitati con un collega

(33)

Esercitazione

• Le emozioni sono state espresse?

• La comunicazione è stata empatica e efficace?

• C’è stata fiducia reciproca?

Come vi sentite?

(34)

Domanda:

Rileggi i tuoi obiettivi di inizio corso

Concretamente,

quali cambiamenti pensi di poter apportare alla tua comunicazione dopo

questo percorso?

(35)

Il linguaggio naturale degli esseri viventi, il linguaggio naturale di

noi

esseri umani consiste nell’esprimere semplicemente onestamente ciò che vivo in noi,

sentimenti e bisogni

, sia in modo non verbale sia in modo verbale, senza usare giudizi moralistici, insulti o critiche verso noi stessi o verso gli altri.

Consiste nel

ricevere o ascoltare

ciò che vivo negli altri, i loro sentimenti e bisogni anche quando sono espressi in un modo

difficile

da intendere come critiche, giudizi moralistici, attacchi, pretese, analisi, ecc…

Almeno nei primi mesi di vita ognuno di noi ha già comunicato in questo modo naturale,

esprimendo chiaramente

in ogni istante se era soddisfatto o non soddisfatto.

Crescendo, molti di noi, hanno purtroppo appreso un diverso modo di comunicare. Abbiamo imparato più parole per

etichettare

noi stessi e gli altri piuttosto che per

esprimere

i bisogni, soddisfatti o insoddisfatti. Sappiamo infatti che è normale o anormale, chi ha torto o ragione, chi è buono o cattivo, chi egoista o generoso, chi merita il premio o la punizione, ma non sappiamo di avere dei

bisogni

e non sappiamo che cosa desideriamo per

soddisfarli. (…)

Se lo desideriamo possiamo riapprendere il nostro linguaggio naturale, e possiamo farlo non solo con i gesti e suoni come quando eravamo piccoli, ma anche con le

parole

.

Per favore, grazie (VilmaCostetti)

(36)

(…) Se qualcuno a casa, a scuola, sul lavoro ci parli in un modo che facciamo fatica a ricevere, con parole che possono sembrare di critica nei nostri confronti, non ci lasciamo confondere ! Sappiamo che questa persona soltanto ‘fame’ ma ha imparato ad esprimerla dicendo cosa non va in noi!

(…) A casa, a scuola, sul lavoro più spesso di quello che crediamo, vengono compiute, da noi e dagli altri, azioni che arricchiscono la vita. Se l'azione di qualcuno ha contribuito a soddisfare un nostro bisogno possiamo manifestare la nostra gratitudine con il sorriso, come quando eravamo piccoli, ma anche attraverso le parole e così possiamo dire:

Per favore, grazie (Vilma Costetti)

(37)

Grazie

Grazie per aver ascoltato

alaimo.deaformazione@gmail.com

(38)

SPAZIO ALLE DOMANDE

(39)

formazione.deascuola.

it blog.deascuola.it

@DeAScuola

/DeAScuola deascuola

Grazie!

corsi@deaformazione.it

alaimo.deaformazione@gmail.com

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