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Giornate del Cinema Muto: Brigitte Helm, la diva che disse no a Hitler,

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Academic year: 2022

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Giornate del Cinema Muto:

Brigitte Helm, la diva che disse no a Hitler,

La diva scoperta da Fritz Lang con Metropolis (il ruolo della donna robot è una delle icone più famose del cinema di tutti i tempi) è la protagonista di giovedì 8 ottobrealle Giornate del Cinema Muto – Limited Edition (www.giornatedelcinemamuto.it), con Abwege (Crisi), del 1928, diretta da Georg Wilhelm Pabst.

Brigitte Helm, qui alla seconda delle tre collaborazioni con il grande regista austriaco, entra nella galleria delle figure femminili – accanto ad Asta Nielsen, Greta Garbo e soprattutto Louise Brooks – lanciate da Pabst, che incarnano, secondo Lotte Eisner, i grandi sogni romantici e i grandi incubi weimariani. Helm fu interprete di una decina di film muti e sedici sonori, quasi sempre nel ruolo di “femme fatale”.

Lasciò presto e definitivamente il cinema in aperto contrasto con il regime nazista. La relazione di Pabst con il Terzo Reich rimane invece un tema controverso, sebbene il suo film del 1955 Der letzte Akt (L’ultimo atto) sia chiaramente antinazista.

In Abwege, che viene presentato (on line, a partire dalle 20.30) n e l r e s t a u r o d e l M ü n c h n e r F i l m m u s e u m , u n a c o p i a s p l e n d i d a m e n t e i m b i b i t a , Brigitte Helm è una signora ricca e annoiata in crisi con il marito, che decide di aprire un l o c a l e n o t t u r n o p e r u n a clientela altrettanto ricca e annoiata. Il film è un kammerspiel concentrato sugli attori e sulle atmosfere, con movimenti di macchina e un montaggio che mettono ancora una volta in risalto l’eleganza dello stile

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pabstiano. Di Abwegeesistevano poche didascalie e solo il ritrovamento della sceneggiatura originale presso la Cinémathèque française e lo studio di tutte le recensioni tedesche e dei programmi di sala hanno permesso la ricostruzione dei cartelli originali, essenziali per comprendere le dinamiche tra i personaggi.

Un’ultima curiosità: il protagonista maschile è il viennese Gustav Diessl, che dalla seconda metà degli anni ’30 e fino al 1948 lavorò in Italia anche con Carlo Campogalliani, presente nel programma delle Giornate con la commedia La tempesta in un cranio.

Per parlare del film di Pabst, del restauro che ne ha rivelato p i e n a m e n t e s i g n i f i c a t o e o r i g i n a l e b e l l e z z a e dell’accompagnamento musicale eseguito per le Giornate, seguirà la conversazione di Jay Weissberg con Stefan Drössler, direttore del Filmmuseum di Monaco, e con il pianista pordenonese Mauro Colombis da Sydney.

A svelare i segreti dell’arte di creare la musica per il cinema muto nella masterclass di giovedì 8 ottobre, in programma dalle ore 16, sarà il pianista e compositore canadese Gabriel Thibaudeau. Nello spazio dedicato ai libri (dalle ore 17) Richard Abel, autore di Motor City Movie Culture, 1916-1925, ci parlerà della nascita della cultura cinematografica a Detroit, la capitale statunitense dell’automobile. Il colore nel cinema degli Anni Venti e l’influenza delle diverse tecniche di colorazione sulla cultura visiva di un secolo fa saranno oggetto del secondo incontro con gli autori di Chromatic Modernity: Color, Cinema, and Media of the 1920s, Sarah Street in collegamento da Bristol e Joshua Yumibe dal Michigan.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio

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Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

Enrico Liotti

Fadiesis Accordion Festival 2020 sfida il covid e diventa internazionale

Dopo il gemellaggio con Matera, che prosegue anche quest’anno con due concerti il 9 e 10 ottobre, il Fadiesis Accordion Festival – promosso dall’associazione Fadiesis col sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e Comune di Pordenone e realizzato in collaborazione con i comuni che ospitano i concerti e numerosi enti, associazioni e sponsor privati – in regione dal 16 ottobre al 14 novembre con 7 concerti e una mostra, sfida l’emergenza sanitaria in corso ampliando la rete di collaborazioni e facendosi internazionale. Tre sono le nazioni che

Aida Talliente

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ospiteranno quest’anno il “Faf outside” con una propria originale programmazione, anche se la conferma delle date rimane legata fino all’ultimo all’evoluzione della gestione delle misure anti Covid dei rispettivi governi: la Slovenia (Tolmino), la Svizzera (Mendrisio) e il Giappone (Okawa, con cui Pordenone è gemellata da 30 anni). Purtroppo il Giappone a oggi non ha ancora riavviato le attività di pubblico spettacolo e dunque il debutto nipponico è rimandato al prossimo anno. Rimane invariato lo spirito che anima da sempre il festival, diretto da Gianni Fassetta: andare oltre i luoghi comuni che confinano la fisarmonica nel territorio del folklore; proiettarla in altri e inesplorati orizzonti musicali (dalla classica al jazz, dalla musica sacra a quella moderna); rafforzare la sua forza simbolica e sociale;

valorizzare la sua preziosa ricchezza di sfumature. Una dichiarazione d’amore, immutata negli anni allo strumento “che respira” attraversando lo spazio, i generi, le culture.

Ma non mancano le novità: un meeting con allievi e allieve dei Conservatori di Udine e Trieste, con la Scuola di musica di Tolmino e l’Accademia fisarmonicistica Fancelli di Pordenone;

l a m o s t r a c o n l a r i c c a c o l l e z i o n e d i f i s a r m o n i c h e dell’artigiano Adelio Corti (il 22 e il 23 ottobre nel convento di San Francesco); uno spettacolo che

Adolfo Del Cont celebra la poesia friulana.

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Il programma è stato illustrato dal direttore artistico Gianni Fassetta, alla presenza dell’assessora regionale Tiziana Gibelli, particolarmente affascinata dalla fisarmonica, che ha rinnovato l’invito ad accedere alle opportunità dell’Art bonus regionale aperto anche alle attività culturali, che permette sgravi fiscali immediati ai mecenati (fino al 40%) e dell’assessore pordenonese Pietro Tropeano, che ha rimarcato importanza del lavoro culturale delle associazioni e in particolare di Fadiesis, dimostrata anche dal salto internazionale.

Gorni Kramer Quartet

Primo appuntamento venerdì 16 ottobre nel Castello di Villalta (Fagagna) con il Gorni Kramer Quartet, che trascinerà il pubblico a ritmo di swing attraverso una rilettura raffinata e coinvolgente dei brani di Kramer. Sabato 17 ottobre il tradizionale appuntamento con “Mantice Sacro”, nell’abbazia di Sesto al Reghena, vedrà il Corocastel di Conegliano (accompagnato dalle fisarmoniche di Roberto Caberlotto e Gilberto Meneghin) affrontare un percorso tra canto patriarchino e villotta, tra sacro e profano, guardando allo storico passaggio dal Patriarcato di Aquileia all’avvento della Serenissima. Giovedì 22 ottobre nel Convento di San Francesco a Pordenone con lo spettacolo “Animis Vivis”

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protagonista sarà la poesia in lingua friulana (da Cappello a Tavan, da Cantarutti a Vallerugo): alla fisarmonica Gianni Fassetta, al violoncello Riccardo Pes, voce recitante Aida Talliente. Il giorno successivo il Convento ospiterà il primo Meeting di scuole e conservatori, improntato al confronto e allo scambio. L’ospite d’onore dell’edizione 2020 del Fadiesis Accordion festival sarà il pianista e

R e m o A n z o v i n o – G i a n n i Fassetta

compositore Remo Anzovino, che eseguirà le proprie musiche in duo con Fassetta il 25 ottobre a Cordenons (auditorium Aldo Moro, prevendita vivaticket). Grazie al Fai l’antica pieve di Montereale Valcellina, aprirà le proprie porte due volte: il 13 novembre all’incontro tra generazioni sul filo della memoria con i giovani allievi dell’Accademia Fancelli e gli ospiti della comunità alloggio La Selina; il 14 novembre ai suoni moderni proposti da Adolfo Del Cont, col suo bajan.

L’ingresso ai concerti è libero, previa prenotazione allo 0434 43693 (solo per Fagagna 340 6819389)

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Pordenone Giornate del Cinema Muto: lunedì 5 ottobre è il giorno di Sessue Hayakawa, sex symbol di Hollywood prima di Valentino

Dalla maggiore cineteca giapponese, il National Film Archive of Japan di Tokyo, arriva la proposta del film di lunedì 5 ottobre per le Giornate del Cinema Muto Limited Edition, Where Lights are Low (Il principe T’su), del 1921, per la regia di Colin Campbell. Il film è in programma a partire dalle 20.30e rimane disponibile alla visione in streaming per 24 ore.

Tratto da un racconto di Lloyd Osbourne, figliastro di Robert Louis Stevenson, il film offre l’occasione di ammirare, e forse conoscere, l’arte di un grande attore, Sessue Hayakawa, oggi quasi dimenticato ma che all’epoca rivaleggiava per popolarità con Chaplin, Douglas Fairbanks e John Barrymore, e che anticipò il mito erotico di Rodolfo Valentino presso il pubblico femminile.

Nato da una famiglia agiata – il padre era governatore della regione – Hayakawa dovette rinunciare alla carriera militare per un difetto all’udito. Si trasferì negli Stati Uniti per motivi di studio dove fu notato dal regista Thomas H. Ince, che lo fece debuttare nel cinema. Con uno dei suoi primi film, The Cheat (I prevaricatori) di Cecil B. DeMille del 1915 ottenne uno straordinario successo di pubblico e critica nel ruolo di un personaggio negativo e fascinoso che per lui diventerà uno stereotipo. Anche per liberarsene, Hayakawa, che era tra i divi più pagati a Hollywood, fondò la Haworth Pictures Corporation con la quale produsse una ventina di film fino ai primi anni ’20, quando il sentimento antigiapponese

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determinò il fallimento economico della compagnia. Hayakawa tornò in Giappone e poi tentò la fortuna in Francia e in Inghilterra. A Parigi trascorse gli anni della seconda guerra mondiale in ristrettezza economica vendendo i suoi acquerelli per sostentarsi. La sua presa di posizione contro il nazismo gli consentì il ritorno in America dove girò un film con Humphrey Bogart e, nel 1957, Il ponte sul fiume Kwai di David Lean per il quale ottenne la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, primo attore asiatico della storia.

La morte della moglie Tsuru Aoki, anche lei attrice, sposata nel 1914, lo spinse ad allontanarsi definitivamente da Hollywood e a ritornare in Giappone per diventare monaco buddista. Morì a Tokyo nel 1973 e la sua stella è oggi impressa nella Hollywood Walk of Fame.

Nel film presentato alle Giornate, Where Lights are Low, Hayakawa è un principe cinese, il cui amore per una ragazza di umile estrazione sociale viene osteggiato. Nel ruolo dell’eroina cinese l’attrice americana Gloria Payton e in quello del capobanda della malavita cinese nella Chinatown di San Francisco, dov’è ambientata la storia, l’attore giapponese Togo Yamamoto che, tornato in patria nel 1925 avrebbe lavorato con registi come Yasujiro Ozu e Hiroshi Shimizu.

Considerato a lungo perduto, Where Lights are Low è stato ritrovato alla Jugoslovenska Kinoteka a Belgrado, con didascalie in lingua croata, e data l’importanza di Hayakawa come divo di origine giapponese, il National Film Archive of Japan si è incaricato del restauro.

Il film è preceduto da un cortometraggio comico di dieci minuti, Toodles, Tom and Trouble diretto da Lloyd F. Lonergan nel 1915, una scatenata commedia degli equivoci con protagonisti una neonata, un giovanotto e un cane.

Fra gli esperti che interverranno nella discussione live dopo la visione del film: Daisuke Miyao, docente all’Università della California a San Diego e autore dell’unica biografia

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accademica di Sessue Hayakawa; Ned Thanhouser, nipote del fondatore del mitico studio Thanhouser; e il musicista e storico Philip Carli.

Non solo film. Anche in questa edizione on line non mancano gli eventi collaterali del festival. Il pomeriggio di lunedì 5 ottobre partono le masterclasses (dalle ore 16.00) preparate dai musicisti delle Giornate, un momento importante per chi vuole intraprendere l’arte dell’accompagnamento dei film muti o anche solo affinare la propria conoscenza dei meccanismi del cinema. La prima lezione è a cura di Donald Sosin. Le presentazioni di libri, a partire sempre da lunedì (dalle 17.00), si aprono con Rediscovering Roscoe: The films of

“Fatty” Arbuckle di Steve Massa, un libro esaustivo su questo attore comico americano all’epoca famosissimo ma la cui carriera fu distrutta da uno scandalo; e Film’s First Family.

The Untold Story of the Costellos di Terry Chester Shulman, un altro studio su fama e oblio condotto attraverso la storia della famiglia Costello, star pionieristiche le cui vite turbolente si incrociarono con quelle dei Barrymore.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

ASSEGNATO A TERESA DE SIO A

SPILIMBERGO IL PREMIO ALLA

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CARRIERA FOLKEST 2020

ULTIMA SERATA PER FOLKEST OGGI 5 OTTOBRE CON IL PREMIO AI NUOVI TALENTI DELLA WORLD MUSIC

ALBERTO CESA

Nell’ambito di Folkest è stato conferito, sabato 3 ottobre, il Premio alla Carriera Folkest 2020 a Teresa De Sio “per l’accorta navigazione tra le note della tradizione popolare della sua terra, il Mediterraneo e la canzone d’autore”. A consegnare il Premio sul palco del Teatro Miotto di Spilimbergo – dopo l’esibizione degli otto finalisti che in questi giorni si contendono il Premio Alberto Cesa 2020, rivolto ai nuovi talenti della world music – l’assessore alla cultura del Comune di Spilimbergo Ester Filipuzzi, Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest, e Lino Mian della Friulovest Banca.

Folkest assegna questo Premio dal 1996 a chi abbia

lasciato – nel corso della propria carriera

artistica – un segno indelebile nella musica e nella

società. Negli anni è stato attribuito, a partire da

Ian Anderson dei Jethro Tull, ad artisti di grande

calibro come Joan Baez, Noa, Branduardi, Alice, The

C h i e f t a i n s , E d o a r d o D e A n g e l i s , R i c c a r d o

Tesi.Teresa De Sio dopo una intensa ricerca e

divulgazione sulla musica folk, testimoniata da

dischi che hanno venduto complessivamente oltre due

milioni e mezzo di copie, collaborazioni importanti

con musicisti come Eugenio Bennato, Brian Eno, Paul

Buckmaster, Michael Brook e Pino Daniele. E inoltre,

il docu-film Craj premiato al Festival del Cinema di

Venezia nel 2005, i fortunati romanzi Metti il

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diavolo a ballare e L’attentissima.

L’artista si è poi esibita a Spilimbergo in concerto riportando brani del suo ultimo disco “Puro

Desiderio” .

Oggi 5 ottobre, ultima serata per Folkest a

Spilimbergo, al Teatro Miotto, alle 20.30, con la

finale della competizione del Premio Alberto Cesa,

rivolto ai nuovi talenti della world music, che

vanta per l’artista vincitore una significativa

dotazione, elargita dal Nuovo Imaie, per la

realizzazione di una tournée. In gara il triestino

Bratiska, i toscani Calimani, Carlo Pestelli dal

Piemonte, la Little Train Band dal Veneto,

i Mesudì dal Lazio, i lombardi Musica Spiccia,

i Politikos – gruppo italo greco – e i Violoncelli

Itineranti featuring Ana Pilat, connubio musicale

italo croato e sloveno. Ad assumersi l’arduo compito

di decretare il vincitore la giuria di giornalisti,

musicisti e produttori, composta da John Vignola,

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Elisabetta Malantrucco, Duccio Pasqua, Claudia Brugnetta, Alessandro Nobis, Daniel Spizzo , Maurizio Bettelli, Edoardo De Angelis, Teresa De Sio, Elena Ledda, Alessandro d’Alessandro, Silvio Orlandi e Mauro Palmas.

A conclusione della serata, dopo la consegna del Premio Alberto Cesa 2020, sul palco salirà la regina della musica della Sardegna, la direttrice artistica del Premio Parodi Elena Ledda, insieme a Mauro Palmas.

Enrico Liotti

39a edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone

In questo tempo in cui le nostre abitudini di vita hanno subito tante limitazioni e cambiamenti è significativo che l a 3 9 a e d i z i o n e d e l l e G i o r n a t e d e l C i n e m a M u t o d i Pordenone, una Limited Edition in streaming dal 3 al 10 ottobre sulla piattaforma MyMovies (raggiungibile dal sito del festival www.giornatedelcinemamuto.it) abbiano scelto di inaugurare il programma con una selezione di cortometraggi di viaggio.

Se infatti fino a ieri era normale prendere un treno o un aereo per raggiungere qualunque meta, oggi tutto questo o non è più possibile per tanti luoghi del mondo o, comunque, uscire dalla propria città o dal proprio paese viene vissuto dalla maggior parte delle persone con inquietudine se non con paura.

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Sperando che l’incantesimo malvagio che ci avvolge si spezzi quanto prima, abbiamo uno strumento formidabile di resilienza:

l’immaginazione. Quella qualità già evocata da letterati come Xavier de Maistre nel “Viaggio attorno alla mia stanza” e teorizzata da W. Somerset Maugham che arriva ad affermare che

“il viaggiatore saggio viaggia solo con l’immaginazione”.

Fin dalle origini il cinema è stato una finestra sul mondo, quello prossimo e quello più lontano. Così la selezione delle Giornate, curata dal direttore Jay Weissberg con il contributo di tanti archivi europei, non è un mero campionario di luoghi esotici (c’è però Il Cairo con tutto il suo corollario di suggestioni orientaliste tanto di moda agli inizi del secolo scorso) ma è soprattutto un viaggio nella cara vecchia Europa, dalla Polonia al Belgio, da Londra a Praga. E non poteva mancare New York in un filmato proveniente dal Museum of Modern Art del 1911, quando la città vive un momento di trasformazione epocale, nelle strade circolano automobili insieme a carretti trainati da cavalli e i grattacieli sorgono come funghi.

Infine una segnalazione per il cortometraggio animato della Pathé, Un Voyage abracadabrant, in qualche modo progenitore di Up della Disney con la sua casa volante, e per un film su Trieste che ci porta, per così dire, nel cortile di casa della nostra regione. Il filmato conservato alla Cineteca del Friuli rappresenta una nota dissonante nel contesto del programma, sia perché non appartiene all’epoca del muto (è del 1939 e la copia esistente ha perduto il sonoro) ma soprattutto perché ci ammonisce che la nostalgia può diventare un pericolo quando è disgiunta dalla memoria storica. Il viaggio sul mare di Trieste e i suoi stabilimenti balneari, passando dai classici luoghi ameni di Sistiana, Grignano, Miramare, finisce nel nuovo Bagno Ausonia Savoia, una struttura moderna e alla moda. C’è anche una piscina con due grandi ritratti di Mussolini accostati alle svastiche naziste. Le leggi razziali erano state promulgate neanche un anno prima a poche centinaia

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di metri dal bagno Ausonia, nella piazza dell’Unità, dal Duce in persona. I corti di viaggio sono online sabato 3 ottobre a partire dalle 17 e resteranno disponibili per 24 ore.

Il lungometraggio che segue (a partire dalle 20.30) è Penrod and Sam, del 1923, un autentico gioiello, “uno studio fresco e divertente della turbolenta energia infantile”. Interpretato da bambini straordinari, divenne un modello per tutti i film sull’infanzia che sono stati realizzati dopo, a partire da Skippy, primo film di bambini a vincere l’Oscar nel 1931.

Tratto dai racconti di Booth Tarkington e incentrato sulle avventure e l’amicizia di un gruppo di monelli nell’America degli anni Venti, Penrod and Sam colpisce anche perché riesce a evitare molti degli stereotipi razziali dell’epoca, in particolare nella caratterizzazione dei due bambini afroamericani, interpretati da Eugene Jackson e Joe McCray. Il regista di Penrod and Sam, William Beaudine, cominciò come attore nel cinema nel 1909, fu assistente di D.W. Griffith, poi come regista lavorò con le maggiori compagnie, dirigendo star come Mary Pickford. Negli anni ’30 si trasferì in Inghilterra per ritornare definitivamente a Hollywood nel 1937, distinguendosi per la sua rapidità ed efficienza. Per il suo contributo all’industria cinematografica gli è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Beaudine considerò sempre Penrod and Sam uno dei suoi film più riusciti ma non poté mai rivederlo prima che una copia venisse ritrovata e restaurata alla Library of Congress solo un paio di anni fa.

D o p o l a v i s i o n e d e i f i l m , d a n o n p e r d e r e g l i approfondimenti live con il direttore del festival in dialogo con esperti, archivisti, musicisti. Per il programma di viaggi saranno in collegamento la storica del cinema Jennifer Lynn Peterson da Los Angeles e il musicista José María Serralde Ruiz da Città del Messico. Per parlare di Penrod and Sam, interverranno dagli Stati Uniti Katherine Fusco, docente all’Università del Nevada a Reno, e David Pierce della Library

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of Congress; da Londra il musicista Stephen Horne.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

WEEKEND DI FUOCO PER FOLKEST:

DAL 3 OTTOBRE IN PROGRAMMA LA CONSEGNADEL PREMIO ALLA CARRIERA A TERESA DE SIO

Spilimbergo – Giornata densa di appuntamenti quella di sabato 3 ottobre per Folkest che entra nel gran finale. Grande attesa per Teresa De Sio alla quale verrà consegnato il Premio Folkest alla Carriera di quest’anno, scelta “per l’accorta navigazione tra le note della tradizione popolare della sua terra, il Mediterraneo e la canzone d’autore”.

Folkest assegna questo Premio dal 1996 a chi abbia lasciato – nel corso della propria carriera artistica – un segno indelebile nella musica e nella società. Negli anni è stato attribuito, a partire da Ian Anderson dei Jethro Tull, ad artisti di grande calibro come Joan Baez, Noa, Branduardi, Alice, The Chieftains, Edoardo De Angelis, Riccardo Tesi.

T e r e s a D e S i o d o p o u n a i n t e n s a r i c e r c a e

divulgazione sulla musica folk, testimoniata da

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dischi che hanno venduto complessivamente oltre due milioni e mezzo di copie, collaborazioni importanti con musicisti come Eugenio Bennato, Brian Eno, Paul Buckmaster, Michael Brook e Pino Daniele. E inoltre, il docu-film Craj premiato al Festival del Cinema di Venezia nel 2005, i fortunati romanzi Metti il diavolo a ballare e “L’attentissima”. Teresa De Sio col suo ultimo disco “Puro Desiderio” porterà a Spilimbergo il suo mondo musicale e poetico intimo.

Largo spazio sarà dato inoltre sabato 3 ottobre alla competizione del Premio Alberto Cesa, rivolto ai nuovi talenti della world music, che vanta per l’artista vincitore una significativa dotazione grazie al Nuovo Imaie, per la realizzazione di una tournée. In gara il triestino Bratiska, i toscani Calimani, Carlo Pestelli dal Piemonte, la Little Train Band dal Veneto, i Mesudì dal Lazio, i lombardi Musica Spiccia, i Politikos – gruppo italo greco – e i Violoncelli Itineranti featuring Ana Pilat, connubio musicale italo croato e sloveno.

Anticipa questa prima selezione Silvio Orlandi che,

alle 20.30, per l’appuntamento “La ghironda di

Michèle”, dedicherà un omaggio alla grande

ghirondista Michèle Fromentau, recentemente

scomparsa, esibendosi su una stupenda ghironda del

Berry che proprio l’artista francese scelse perché

fosse regalata a Spilimbergo in occasione del

gemellaggio tra la cittadina del mosaico e la città

di La Châtre. Un dono prezioso che Spilimbergo

potrà ascoltare grazie alle sapienti mani di Silvio

Orlando, un musicista che all’attività concertistica

affianca quella di artigiano liutaio, costruttore di

ghironde in particolare, e di insegnante di questo

affascinante strumento che ci arriva direttamente

dal passato disperso nelle nebbie della tradizione.

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Anche quest’anno Folkest ripropone “Parole e Musica”

in cui dedica una due giorni di appuntamenti, sempre dal 3 ottobre, ricchi di incontri con produttori, musicisti e scrittori ma anche operatori dello spettacolo per analizzare il mondo della musica nei suoi vari ambiti. Nel Salone di Palazzo Tadea il 3 ottobre a partire dalle 16 incontro con Francesco Giunta e il suo Troppu Very Well, trent’anni di vita e musica rivisitati con Andrea Del Favero. A seguire I Beatles di Pirano con Slobodan Simič – Sime, Sergio Settomini e Fulvio Lacovich, un incontro che ripercorre la storia della scena rock a Pirano, nata anni ’50 e infine l’incontro con Alessandro D’Alessandro, organetto solista e coordinatore artistico dell’Orchestra Bottoni, il cui disco d’esordio è stato finalista al Premio Tenco 2015 e secondo miglior disco al Premio Loano 2014.

Il 4 ottobre primo appuntamento, sempre a Palazzo

Tadea, alle 11 con la presentazione di Diritti

connessi e i diritti dei musicisti in tempo di

COVID-19 a cura dell’Associazione Note Legali in cui

si analizzano i diritti che tutelano attività che

permettono la fruizione e la diffusione dell’opera

musicale, chiamati diritti connessi, come i diritti

d i p r o d u z i o n e f o n o g r a f i c a , d i p r o d u z i o n e

cinematografica, di emissione radiofonica e

televisiva, nel contesto attuale. Nel pomeriggio

alle 16, presentazione con Nara Gavioli Costanzini

e Maurizio Bettelli di Le scimmie e le donne rock a

M o d e n a p u b b l i c a t o d a A r t e s t a m p a i n c u i s i

narra l’avventura della prima band tutta al

femminile attiva dalla metà degli anni ‘60 fino al

1974. Appuntamento inoltre, alle 17 con Ballando le

parole con Francesca Fedrizzi, counselor e

tangoterapeuta e Matteo Sgobino, chitarrista e

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cantante, membro di varie formazioni in Friuli Venezia Giulia, tra le quali i Lune Troublante e i Mocambo Swing, per raccontare come il “linguaggio del Tango” può dare la possibilità di entrare in una comunicazione profonda con le persone colpite da afasia e del suo effetto terapeutico. Senza dimenticare l’incontro con Silvio Orlandi, insieme al direttore artistico di Folkest Andrea Del Favero e a Marco Salvadori alle 18, incentrato sulla grande ghirondista Michèle Fromentau, che come già anticipato, scelse per Spilimbergo la ghironda del Berry con cui si è esibito Silvio Orlandi per Folkest il 3 ottobre.

Dal 4 ottobre, al Teatro Miotto dalle 20.30, si susseguiranno inoltre tutta una serie di grandi artisti del folk: dal siciliano Francesco Giunta (in collaborazione con il festival Frattempi – i segni del tempo), i Suonno d’Ajere, splendidi vincitori del Premio Cesa nel 2019 e la Fanfara Station, trionfatori del Premio Parodi 2019, alla regina della musica della Sardegna, la direttrice artistica del Premio Parodi Elena Ledda, il 5 ottobre, – a Spilimbergo anche per condurre un seminario organizzato in collaborazione con Associazione M u s i c a l e G o t t a r d o T o m a t e d E c o m u s e o L i s Aganis nell’arco delle giornate del 3 e 4 ottobre – il cui concerto insieme a Mauro Palmas siglerà la chiusura della competizione Premio Cesa con la proclamazione del vincitore.

E.L.

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FESTA DEI NONNI A TEATRO: IL 2 OTTOBRE DAL ROMANZO DI ROBERTO PIUMINI”MATTIA E IL NONNO” A SAN GIORGIO DI NOGARO

Per trascorrere un pomeriggio di teatro in famiglia, l’Associazione culturale Teatro Pasolini di Cervignano promuove sul territorio un nuovo appuntamento in occasione della Festa dei nonni: il 2 ottobre, all’Auditorium San Zorz di San Giorgio di Nogaro(inizio ore 17.30, a ingresso libero, f i n o a d e s a u r i m e n t o p o s t i . p r e n o t a z i o n i v i a m a i l : [email protected])va in scena Mattia e il nonno, un piccolo capolavoro scritto da Roberto Piumini, uno degli autori italiani più apprezzati della lettura per l’infanzia. Adattamento e regia dello spettacolo, prodotto da Factory Compagnia Transadriatica e Fondazione Sipario Toscana – Cascina, sono di Tonio De Nitto. In scena ci sarà l’attore Ippolito Chiarello.

Lo spettacolo è vincitore del Premio Eolo come Miglior spettacolo di teatro per l’infanzia 2019, un riconoscimento di assoluto rispetto, che sottolinea la qualità artistica ed emotiva della creazione, per un momento di condivisione fra generazioni, sul tema degli affetti e della relazione nonni- nipoti.

Lo spettacolo è quindi proposto in visione agli adulti e ai bambini (età consigliata dagli 8 anni).

In una lunga e inaspettata passeggiata, che ha la dimensione

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forse di un sogno, nonno e nipote, si preparano al distacco, a guardare il mondo, a scoprire luoghi misteriosi agli occhi di un bambino, incontri magici, piccole avventure pescate tra i ricordi e a capire che non basta desiderare per ottenere qualcosa, ma bisogna provare e soprattutto non smettere mai di cercare.

In questo delicato passaggio di consegne il nonno insegna a Mattia, giocando con lui, a capire le regole che governano l’animo umano e come si può fare a rimanere vivi nel cuore di chi si ama.

Una tenerezza infinita è alla base di questo straordinario racconto scritto con dolcezza e grande onirismo. Un lavoro che ci insegna con gli occhi innocenti di un bambino e la saggezza di un nonno a vivere la perdita come trasformazione e a comprendere il ciclo della vita.

E’ un farmaco questo racconto, uno di quelli che noi adulti, avremmo dovuto avere la fortuna di conoscere da piccoli per imparare a recepire la separazione come questo cammino tra nonno e nipote che somiglia a un viaggio che non fa più paura.

FOLKEST : CONCERTI DOMANI 29

SETTEMBRE A CASSACCO E

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PINZANO DEL TAGLIAMENTO . IL 30 SETTEMBRE SI SPOSTA A PIANO D’ARTA

Negli ultimi giorni del mese arrivano a Folkest gli Ensemble du Sud a Cassacco, mentre Alberto Grollo e Federica Capra suoneranno a Pinzano del Tagliamento.

Il 30 settembre a Piano d’Arta, due concerti con Alessandro D’Alessandro e i Villandorme.

Domani al Parco d’Europa di Cassaco, alle 20.30, di scena un coloratissimo gruppo, gli Ensemble du Sud, formato da musicisti originari di diversi paesi d e l m o n d o c o m e C i n a , R o m a n i a , V e n e z u e l a , Senegal, Moldavia, Italia, che nei propri concerti propone un’azzeccata miscela di gipsy folk, musica balcanica, cumbia, samba jazz, funky, musica afrocaraibica, coladeira, che confluiscono in accattivanti canzoni e danze.

In contemporanea a Pinzano al Tagliamento,

suoneranno nel cortile delle scuole elementari, il

maestro chitarrista Alberto Grollo di Conegliano,

che ha una lunga carriera discorafica nell’ambito

della new age e del fingerpicking insieme a alla

frizzante Federica Capra, alla voce e al violino,

che ha dato vita da alcuni anni a un progetto di

scorribande sonore dedicato alla reinterpretazione

di grandi classici della musica di ogni genere, un

percorso non solo dal grande musicista di Eisenach

a Roger Waters & Co., ma anche dai Verve ai Beatles,

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dalle ballads di area celtica alle canzoni cubane.

A Piano d’Arta, il 30 settembre, alle 20.30 nella chiesetta di San Nicolò degli Alzer sarà la volta dei Villandorme, un trio

friulano nato nel gennaio del 2019 da un’idea di Lino S t r a u l i n o a s s i e m e a d Alessia Valle e Alvise Nodale che propone canti p o p o l a r i i t a l i a n i rivisitati in chiave folk- rock, seguendo le orme di

storici gruppi come Pentangle, Steeleye Span e Malicorne. Melodie ipnotiche e sognanti che mirano a portare l’ascoltatore verso dimensioni senza tempo, in cui pian piano si fa strada la magia della musica c h e a c c o m u n a l ’ u o m o d e l 1 4 0 0 a q u e l l o d e l ventunesimo secolo. Il tutto giocato sui sapienti intrecci delle corde che creano un affascinante tessuto sonoro che sostiene la voce. Nel giugno 2020 Veronica Urban ha sostituito Alessia Valle alla voce.

In concerto anche Alessandro D’Alessandro, talentoso

s u o n a t o r e d ’ o r g a n e t t o , l a c u i m u s i c a è

caratterizzata dalle contaminazione del suo

strumento con stili e armonie non propriamente di

matrice etnica, anche attraverso un intelligente e

creativo utilizzo dell’elettronica. Ha collaborato

con molti dei grandi nomi della scena musicale

italiana, vincendo nel 2017 la Targa Tenco per il

miglior album in dialetto con il disco Canti,

ballate ed ipocondrie d’ammore, realizzato insieme

al cantautore Canio Loguercio. E’ solista e

coordinatore dell’Orchestra Bottoni, una particolare

big band formata per lo più da organetti, con la

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quale ha pubblicato diversi dischi tra i quali l’ottimo Orchestra Bottoni Live.

FOLKEST DOMENICA 27 SETTEMBRE PORTA TRE CONCERTI TRA TRAMONTI DI SOPRA E CERCIVENTO

Domenica 27, a partire dalle 17.30, tre i gruppi protagonisti a Folkest tra Tramonti di Sopra e Cercivento: La Mesquia, Bluegrass Musis e La Sedon Salvadie.

Nell’Area Sala Polifunzionale di Tramonti di Sopra appuntamento con La Mesquia, vincitori nel 2015 del concorso Suonare@Folkest (ora Premio Alberto Cesa), tra le più vive realtà della scena delle valli di cultura occitana del Piemonte con due dischi all’attivo. Tra il 2016 e il 2017 si sono dedicati a l l a c o m p o s i z i o n e d i n u o v i b r a n i e a l l a realizzazione di alcuni video per un nuovo progetto discografico, L’ÀRBOL, pubblicato da FolkestDischi.

Nello stesso periodo, in collaborazione con

l’attore Luca Occelli hanno preparato lo spettacolo

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teatrale dal titolo Alberi, Asini, Uomini e Donne.

In contemporanea alla Cjase da Int di Cercivento ci

saranno i Bluegrass Musis, formato da Massimo Gatti

leader e fondatore dei Bluegrass Stuff al mandolino

e voce, Sara Vescovi al contrabbasso e voce e suo

figlio quindicenne Carlo Gritti alla voce e chitarra

con un repertorio che si ispira alla musica

Bluegrass tradizionale e contemporanea, e La Sedon

Salvadie, il primo gruppo a suonare con spirito

nuovo la musica tradizionale del Friuli. Sette CD,

tournée in vari paesi del mondo e collaborazioni con

grandi artisti (Carlos Nuñez, Vincenzo Zitello,

Massimo Bubola, The Chieftains, Angelo Branduardi e

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molti altri) hanno fatto la storia di questo gruppo, del quale hanno fatto parte i più significativi musicisti del folk friulano.

Pordenone Music Festival Giovedì 24 settembre, ore 21 auditorium Concordia, Pordenone

Il recital Guitar-Opera ’800, in calendario giovedì 24 settembre alle 21 all’auditorium Concordia (con ingresso gratuito) propone alcune tra le più famose e suggestive arie d’opera dell’800 nella trascrizione per duo chitarristico.

Le arie d’opera presentate appartengono a tre dei più grandi musicisti italiani dell’800: Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Gioachino Rossini. Le trascrizioni per chitarra sono realizzate, attraverso un’accurata ricerca stilistica e compositiva e in una versione inedita, con la scrittura di Michele Costantini. Gli strumenti impiegati sono chitarre ottocentesche originali d’epoca. I brani saranno alternati da piccoli aneddoti sugli autori. Il duo- composto dallo stesso Costantini, che è anche direttore dell’Accademia di chitarra Tàrrega, e da Alessandro Radovan Perini – si esibisce in piedi, come era consuetudine nell’800, creando un impatto più coinvolgente e diretto con il pubblico. Il progetto vuole offrire una opportunità di ripercorrere la storia dell’Opera attraverso uno strumento – la chitarra – che nell’800 risuonava in tutto il suo calore nei salotti aristocratici e nelle corti in forma di concerto da camera. Con un recital

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s n e l l o , l e g g e r o e c o i n v o l g e n t e . P r e n o t a z i o n e consigliata: [email protected], cell. 340 0062930.

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