SEZIONE NORMATIVA 2.5 ALLEGATO V
MODIFICHE AL P.S. IN CONTESTUALE
ADOZIONE DEL P.O. (art. 232 comma 1-L.R.65/2014)
RELAZIONE DI SINTESI SULLE MODIFICHE APPORTATE
PREMESSA
La stesura del P.O. ha consentito di riflettere su alcuni punti già approvati con lo strumento di programmazione pluriennale e cioè il Piano strutturale adottato nel 2008 e definitivamente approvato nel 2011. Verificando le potenzialità offerte dalla legislazione corrente si rendono proponibili alcune modifiche non sostanziali che sono brevemente argomentate nei due punti successivi e che vengono subito dopo esplicitate con il riferimento puntuale al testo normativo.
1-Aree di influenza urbana (residenze e annessi)
Le aree di Influenza Urbana hanno la caratteristica di risultare aree agricole nelle quali sono inibite dal 2003 ( variante ai sensi della L.R. 64/1995) le trasformazioni pesanti anche da parte degli imprenditori agricoli e sono aree nelle quali si esplica una parte della agricoltura amatoriale, una parte della residenza extraurbana non agricola insieme ad altre funzioni turistico ricettive e di piccolo artigianato. L’insieme forma una corona di protezione dei coni sui quali sorgono i centri storici che ha valore percettivo e paesaggistico pur in assenza di vincoli.. Durante l’elaborazione del Piano Strutturale negli anni 2002-2008 fu pensato di vincolare ancora di più questo insieme di relazioni e attività attribuendo la categoria del restauro e risanamento conservativo degli edifici soprattutto allo scopo di contenere ulteriore edificazione. Tale categoria fu applicata atutti gli edifici e quindi anche a quelli che non avevano le caratteristiche edilizio- architettoniche di valore. Successivamente sono stati censiti i fabbricati di valore e si sono attribuite le categorie di restauro e ristrutturazione (categorie D1 e D3) senza aumento di volumetria e inoltre la Regione Toscana ha varato nel 2009 il Piano Casa che sostanzialmente è stato successivamente confermato. Così la concomitanza del censimento puntuale degli edifici con le prospettive offerte dalla legislazione regionale, anche attraverso il confronto con la cittadinanza hanno fatto ripensare a questa disposizione di Piano Strutturale. Si è quindi deciso di operare ai sensi dell’art. 232 della L.R.
65/2014 introducendo quelle modifiche che sostanzialmente non mutavano il quadro complessivo e il carico insediativo assegnando la categoria della ristrutturazione edilizia a residenze e annessi e controllandone le potenzialità.
2-Disposizioni circa la superficie utile lorda degli edifici
Il Piano Strutturale stabiliva in 65 mq di Sul la superficie minima dei nuovi alloggi. Questo limite risulta di difficile applicazione nel recupero del patrimonio edilizio esistente schedato con la categorie D1e D3 in quanto si tratta di edifici storici con strutture edilizie di spessore variabile e di difficile computo planimetrico in relaione spesso alla distribuzione interna adiacente ad altre unità immobiliari. Si è quindi pensato a stabilire una superficie del nuovo alloggio negli edifici catalogati attribuendo il riferimento alla superficie utile netta anziché lorda e fissando il parametro a 40 mq. di superficie utile netta.
Si riportano quindi le modifiche effettuate e i riferimenti al testo normativo del Piano Strutturale che risulta quindi commentato e integrato
MODIFICHE DEL P.S. IN BASE A P.O AI SENSI DELL’ART.232 DELLA L.R. 65/2014
1-Modifica da restauro e risanamento conservativo in ristrutturazione edilizia in aree di Influenza Urbana
ARTT.30 (PUNTO A2- pag 79); 31 (PUNTO A2-pag 87); 32 (PUNTO A2-pag 92); 36 (PUNTO A2- pagg. 100-101); 37 (PUNTO A 2-pag 106);
Sostituita la dicitura :<< Il P.S. dà le seguenti prescrizioni intese come Prestazioni prioritarie[…]
è invece consentita:
L’applicazione dei contenuti della L.R.01/05 limitata alla categoria del Restauro e Risanamento conservativo con esclusione del mutamento di destinazione d’uso. Gli interventi, nello spirito della norma, dovranno essere migliorativi del contesto edilizio esistente.>> con la seguente :
<< Il P.S. dà le seguenti prescrizioni intese come Prestazioni prioritarie […]
In questa area è invece consentita:
1. L’applicazione dei contenuti della L.R.65/14 limitata alla categoria del Restauro e Risanamento conservativo con esclusione del mutamento di destinazione d’uso. Gli interventi, nello spirito della norma, dovranno essere migliorativi del contesto edilizio esistente. Gli edifici residenziali potranno essere ampliati fino al 20% con le procedure del Piano Casa di cui alla L.R. 24/2009 e smi e quelli residenziali, in categoria D4, di dimensione inferiore a 65mq. di Sul possono essere ampliati per addizione volumetrica fino a raggiungere il limite di 65 mq. di Sul.
2. La riqualificazione di quelle strutture agricolo-produttive in muratura non dirute purchè legittimate da titoli abilitativi, attraverso le prescrizioni di cui Allegato II alle presenti norme>>
2-Superficie utile alloggi
ART 4 PAG 12-13 AGGIUNTE IN CORSIVO ART. 48 PAG 142 AGGIUNTE IN CORSIVO
Documento formato da 191 pagine numerate da me verificate e sottoscritte
(a pagina 5 del presente documento le modifiche avvenute a seguito di Del. CC n°44 del 13/12/2011)
Arch. Fabio Detti-responsabile del servizio
C O M U N E D I MANCIANO
P r o v i n c i a d i G r o s s e t o
P I A N O S T R U T T U R A L E
N O R M E T E C N I C H E D I A T T U A Z I O N E
MODIFICATE PER P.O. IN ATTUAZIONE L.R. 65-2014 ART. 232 ( vedasi anche tabella finale)
I N D I C E
PARTE PRIMA
TITOLO I Disposizioni generali
Capo I
Disposizioni preliminari
Art. 1 - Contenuti e campo di applicazione del Piano Strutturale Art. 2 - Disposizioni generali
Art. 3 - Elaborati del Piano Strutturale
Capo II Parametri preliminari
Art. 4 - Classi di destinazione d’uso fondamentali
Art. 5 - Parametri urbanistico – edilizi di carattere generale Art. 6 - Termini specifici
Capo III Salvaguardie
Art. 7- Norme di salvaguardia
TITOLO II
Disposizioni relative al settore ambientale
Capo I
Aria, acqua, suolo e rete fluviale Art. 8 - Sistema aria
Art. 9 - Sistema acqua Art. 10 - Suolo e sottosuolo
Art. 11 - Rete fluviale e dei corsi d'acqua
Capo II
Clima,ecosistemi della flora e della fauna, conservazione della natura Art. 12 - Sistema clima
Art. 13 - Ecosistemi della flora e della fauna Art. 14 - Conservazione della natura
Capo III
Sistemi ad azione indotta Art. 15 - Sistema energia
Art. 16 - Sistema rifiuti
Art. 17 - Sistema aziende insalubri e a rischio di incidente rilevante
Art. 18 - Sistema radiazioni non ionizzanti, impianti per il trasporto dell’energia
e per le telecomunicazioni Art. 19 - Inquinamento acustico e luminoso
PARTE SECONDA
TITOLO I
Struttura e articolazione del territorio
Capo I
Individuazione dei sistemi e UTOE
Art. 20 - Sistemi insediativi territoriali, subsistemi ambientali (U.d.P), sub-sistemi insediativi (UTOE)
Art. 21 - Sistema funzionale dell’economia, della mobilità e degli elementi infrastrutturali Art. 22 - Unità territoriali organiche elementari (UTOE)
Capo II
Statuto del territorio e invarianti strutturali
Art. 23 - Statuto del territorio
Art. 24 - Aree di recupero ambientale
Art. 25 - Aree di interesse archeologico
Art. 26 - Patrimonio edilizio esistente di valore storico-ambientale
Art. 27 - Sistema infrastrutturale viario .
TITOLO II Il territorio rurale
Capo I
Disciplina generale del territorio rurale
Art. 28 - Il territorio rurale e il PTC
PARTE TERZA
TITOLO I
Disciplina dei Sistemi Territoriali e dei Subsistemi Paesistico Ambientali (La Citta’ dei Poderi)
Capo I
Il sistema altocollinare dei Villaggi Aperti
Art. 29 - Descrizione e obiettivi
Art. 30 - L’alta valle del medio Albegna C.P.3.2.1 (ARPA SP26)
Art. 31 - L’agro altocollinare di Manciano R.10.4.1
Art. 32 - L’alta valle del Fiora R.10.2
Art. 33 - L’altopiano del tufo R.T.1.
Art. 34 - Le gole del tufo R.T.2 (ARPA SP30) .
Capo II
Sistema collinare dei Centri Murati Art. 35 - Descrizione e obiettivi
Art. 36 - L’Agro collinare di Montemerano R.10.4.2.1
Art. 37 - L’Agro collinare di Manciano R.10.4.2.2 (ARPA-SN-32) Capo III
Sistema dei Castelli di Confine ( La Città dei Poderi)
Art. 38 - Descrizione e obiettivi
Art. 39 - L’Agro pedecollinare di Manciano R.10.4.3
Art. 40 - Le colline del Fiora del Tiburzi R.11.2.2. (ARPA PN45,ARPA P46)
Art. 41 - Le pendici di Capalbio C.P.4 (ARPA N44)
Capo IV
Sistema della Riforma Fondiaria
Art. 42 - Descrizione e obiettivi
Art. 43 - La bassa valle del medio Albegna C.P.3.2.2. .
Art. 44 - Il Colle di Marsiliana (Le colline d’Albegna del Tiburii R.11.2.1.ARPA – s.40)
TITOLO II
Disciplina dei Sistemi Territoriali e dei Subsistemi Paesistico Ambientali (La Citta’ dell’Acqua e della Pietra)
Capo I
Il Sistema del Piano alluvionale Art. 45 - Descrizione e obiettivi
Art. 46 - La Piana dell’Osa – Albegna P.i.3
PARTE QUARTA
TITOLO I
Disciplina dei Subsistemi Insediativi
Capo I Norme generali
Art. 47 - Descrizione Art. 48 - Quantità delle UTOE, standard, prescrizioni per il R.U
Art. 49 - Definizione degli interventi edilizi
Capo II UTOE
Art. 50 - UTOE di Saturnia Art. 51 - UTOE altocollinare (Capanne, Poggio Murella, San Martino)
Art. 52 - UTOE di Montemerano (Montemerano, Poderi di Montemerano) Art. 53 - UTOE di Manciano Art. 54 - UTOE di Marsiliana (Marsiliana, Castello e Dispensa, Sgrilla e Sgrillozzo)
PARTE QUINTA
TITOLO I
Valutazione integrata di piani e programmi
Capo I
Criteri di Valutazione del Piano Strutturale Art. 55 - Criteri generali di valutazione integrata
Art. 56 - Campo di applicazione e funzione del regolamento urbanistico
Art. 57 - Valutazione di piani attuativi, piani complessi di intervento, piani e programmi di settore Art. 58 - Procedure di valutazione integrata
TITOLO II
Disposizioni per il Regolamento Urbanistico e attuazione del Piano Strutturale
Capo I
Disposizioni per il Regolamento Urbanistico Art. 59 - Disposizioni per il Regolamento Urbanistico
Capo II
Attuazione del Piano Strutturale Art. 60 - Modi di attuazione del Piano Strutturale
PARTE SESTA
TITOLO I
Invarianti strutturali delle risorse naturali
Art. 61 – Valutazione della pericolosità
Art. 62 - Aree a pericolosità geomorfologica (punto C.1, 26/R) Art. 63 - Aree a pericolosità idraulica (punto C.2, 26/R)
Art. 64 - Aree con problematiche idrogeologiche (punto C.4, 26/R) Art. 65 – Pozzi per acqua
QUADRO RIASSUNTIVO DELLE QUANTITA’ DEL PIANO ALLEGATO I IN RIFERIMENTO ART. 13 DELLE NORME ALLEGATO II IN RIFERIMENTO ART. 23 DELLE NORME
Modifiche avvenute in base a Del.C.C n°44 del 13 dicembre 2011 ARTICOLI MODIFICATI PARTI MODIFICATE
ART.4 (pag.11) bacino di utenza superiore a 2000 1500 abitanti
ART.7 eliminare n°3 (pag 18) Trasformazione della previsione di PRG da Caserma in area per l’Edilizia Sociale/ convenzionata a parità di volumetria.
ART.15 comma 8 aggiungere (pag.35)
PURCHE’ GLI INTERVENTI SIANO EFFETTUATI
OBBLIGATORIAMENTE MEDIANTE VARIANTE
URBANISTICA
ART.28.3 sostituzione (pag 68) O LE AZIENDE SI TROVANO AL DI SOPRA DEL PARAMETRO COMUNALE DI SOSTENIBILITA’DI CUI ALL’ART.6, O DI CONGRUITA’ TERRITORIALE DI CUI AL SUCCESSIVO ART.28.3.1 DERIVANTE DALL’OSSERVAZIONE 34/1
ART.30-A1 lettera F sostituzione (pag. 75)
Le iniziative tenderanno a favorire FAVORIRANNO ESCLUSIVAMENTE
ART.31-A1-tabella lettera D n°3- aggiungere (pag.83)
TRAMITE IL RECUPERO DELLA VOLUMETRIA ESISTENTE ART. 31-A1-tabella lettera D n°4
togliere (pag.83)
o nuova edificazione ART.41-A1 tabella A2-
aggiungere (pag.118)
E OBBLIGATORIAMENTE TRAMITE VARIANTE URBANISTICA
ART.52-1°comma ultimo periodo –togliere (pag. 149)
I R.U. potranno tuttavia distribuire tale previsione, in caso di mancata attuazione, tra le attività esistenti per favorire operazioni di
miglioramento dell’offerta turistica anche a fini sociali.
ART.53-pag 154 –aggiungere E PIAZZOLA PER ELISOCCORSO
ART.53-pag 154 -togliere - Trasformazione della previsione di PRG da Caserma in area per l’Edilizia Sociale a parità di volumetria una volta risolti i problemi legati al regime contrattualistico dell’area.
NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
PARTE PRIMA
TITOLO I Disposizioni generali
Capo I
Disposizioni preliminari
Art. 1 - Contenuti e campo di applicazione del Piano Strutturale
Il Piano Strutturale, ai sensi dell’art.9 della L.R. 01/05 costituisce lo strumento della pianificazione territoriale di competenza comunale ai fini del perseguimento delle finalità di Governo del Territorio.
Esso definisce gli obiettivi strategici di governo del territorio in relazione allo sviluppo sostenibile così come stabilito dalla L. R. 01/05 e successive modificazioni ed integrazioni, e sostituisce lo strumento urbanistico vigente la cui ultima variante generale è stata approvata con Delibera di Giunta Regionale n.910 del 13.08.1998.
Il Piano strutturale si applica a tutto il territorio comunale, detta norme relative alla conservazione, modificazione e trasformazione del territorio, ai principi insediativi e alle regole costitutive delle singole parti, in sintonia con gli atti di pianificazione sovracomunale costituiti dal PIT della Regione Toscana e dal P.T.C. della Provincia di Grosseto, e gli altri strumenti sovraordinati che interessano il territorio comunale, nonché i vari piani comunali di settore vigenti.
Il P. S. ai sensi dell’art.53 della L.R.01/05 contiene lo Statuto del Territorio che definisce:
La suddivisione dell'intero territorio comunale in Sistemi Insediativi Territoriali, Subsistemi Paesistico-Ambientali e Subsistemi Insediativi (elementi infrastrutturali e di servizio), basata sulla individuazione differenziata delle risorse e finalizzata alla loro conseguente tutela e valorizzazione;
Le invarianti strutturali assunte in primis secondo la distinzione in Ambiti, Sistemi e Unità di paesaggio del PTC comprese le ARPA (aree di rilevante pregio ambientale)
I principi di governo del territorio e i criteri di utilizzazione delle risorse essenziali secondo i sistemi individuati ai punti precedenti in modo da garantire i livelli minimi delle prestazioni;
La disciplina di valorizzazione dei paesaggi, le disposizioni per la tutela dell’ambiente, dei beni paesaggistici e dei beni culturali in attuazione del PIT, del PTC e degli elementi emersi dal quadro conoscitivo
Le aree e gli immobili dichiarati di notevole interesse pubblico e concorre, tramite il quadro conoscitivo, alla costruzione degli elementi utili alla disciplina regionale di tutela paesaggistica;
Il Piano strutturale indica e definisce:
Obiettivi e indirizzi per la programmazione del governo del territorio;
Le unità territoriali organiche elementari (UTOE) assicurando, tramite la loro struttura, una equilibrata distribuzione dei servizi essenziali a una o più comunità
Le dimensioni massime degli insediamenti che, in base alla caratteristica di policentrismo insediativo di limitata entità, vengono assimilate alla dimensione della UTOE di riferimento in relazione alla garanzia di applicazione degli Standards di cui al DM 1444/68,
Le prescrizioni relative alla individuazione degli ambiti territoriali per la localizzazione di interventi di competenza regionale e provinciale
Le prescrizioni relative ai criteri per la disciplina per la progettazione degli assetti territoriali, alle caratteristiche del Regolamento Urbanistico (compresi le quantità e i livelli prestazionali riferiti alle UTOE, ai sistemi e ai subsistemi), dei piani complessi di intervento (le tipologie degli interventi) e dei piani attuativi, ai modi e le procedure di approvazione nonchè le prescrizioni per
la definizione dei piani e programmi di settore, degli accordi di programma e degli altri atti di programmazione negoziata.
I criteri per la individuazione delle aree connotate da condizioni di degrado
La disciplina della valutazione integrata relativa alle possibili trasformazioni territoriali previste dal Piano;
Le salvaguardie, di durata non superiore a tre anni, da rispettare fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico;
i gradi di pericolosità dei diversi ambiti territoriali, sulla base dello studio geologico, secondo quanto previsto dalla L.R.21/84 e Delibera C.R. 94/85 e successive modificazioni, a garanzia degli elementi utili a verificare la natura del territorio e le potenzialità di trasformazione.
Il PS contiene:
1. Il quadro conoscitivo delle risorse e delle identità locali lette attraverso il PTC 2. La ricognizione delle indicazioni del PIT e delle prescrizioni del PTC
3. I criteri per la definizione urbanistica dei Piani Commerciali
In caso di contrasto o difformità con altri provvedimenti o normative comunali adottate antecedentemente al Piano Strutturale, prevalgono comunque le presenti norme ed i relativi elaborati grafici.
Art. 2 – Obiettivi generali
Obiettivo generale del Piano strutturale di Manciano è il miglioramento della qualità delle prestazioni fisiche, sociali e culturali dell’intero territorio e la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico e culturale dell’intero territorio. L’Amministrazione Comunale ha la responsabilità generale delle politiche sul territorio e coordina e controlla la definizione degli interventi previsti nel Piano strutturale, garantendo la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione dei cittadini alle scelte di governo del territorio.
Per garantire la tutela delle risorse essenziali e l’adeguata fruibilità dei servizi del territorio, l’Amministrazione comunale esercita in modo organico e coordinato le funzioni di programmazione, panificazione e controllo, assicurando la coerenza del Regolamento urbanistico e degli altri atti di governo del territorio con le direttive e vincoli ambientali e gli indirizzi operativi del Piano strutturale.
Sarà compito dell’Amministrazione Comunale provvedere al “monitoraggio” del territorio, attraverso la sistemazione e l’integrazione continua dei dati conoscitivi per la verifica periodica e costante nel tempo dello stato dell’Ambiente.
L’Amministrazione Comunale, con l’adozione del Piano strutturale, si impegna a svolgere e favorire direttamente o indirettamente, nei confronti degli utilizzatori delle risorse essenziali e dei servizi del territorio, le seguenti azioni:
Prevenzione e riduzione degli effetti ambientali negativi, al fine di raggiungere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso;
Protezione delle bellezze naturali;
Mantenimento qualitativo e quantitativo delle risorse naturali e dei servizi.
Le operazioni che comportano interventi di conservazione, riqualificazione o trasformazione delle risorse naturali o dei servizi del territorio di Manciano, dovranno mirare alla salvaguardia dei caratteri fondamentali dell’ambiente e del paesaggio, alla protezione dei rischi naturali o che conseguono alle sue modifiche e trasformazioni ed alla costruzione di un territorio ecologicamente stabile, nonché al miglioramento della qualità della vita.
Il Piano strutturale, in osservanza dei disposti della Legge regionale n.38/98 e successive modificazioni individua obiettivi di ordine generale, finalizzati alla regolazione degli orari e al loro coordinamento. Il Regolamento Urbanistico, nei limiti delle proprie competenze, dovrà individuare le metodologie ed i criteri più opportuni con particolare riguardo alla localizzazione delle nuove aree di servizi e nuove infrastrutture viarie nel territorio comunale per la:
Riorganizzazione e razionalizzazione degli orari dei servizi pubblici e delle attività commerciali al fine di favorire una graduale armonizzazione con li orari delle attività lavorative;
Riorganizzazione dell’accessibilità ai servizi pubblici, con finalità di garantirne il raggiungimento con i mezzi di trasporto pubblici;
Promozione di coordinamenti sovracomunali finalizzati alla predisposizione di piani degli orari dei servizi con vasti bacini di utenza.
Art. 3 - Elaborati del Piano Strutturale Costituiscono il P.S. i seguenti elaborati:
-RELAZIONE A) QUADRO CONOSCITIVO -RELAZIONE B) PROGETTO DI PIANO
-NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DA APPROVARE
-CONFORMITA’ DELLA VALUTAZIONE INTEGRATA CON IL NUOVO PIT APPROVATO CON D.C.R. 72/2007
-VALUTAZIONE INTEGRATA
-STUDIO PER LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA -LA PARTECIPAZIONE AL PROCESSO DI PIANO -TAVOLE DI PIANO
Quadro Conoscitivo
Tav.1-Stato di Fatto del Territorio Comunale.Infrastrutture ed Insediamenti (1:35.000) Tav.2- Infrastrutture a Rete e Puntuali (1:35.000)
Tav.3a-Vincoli Sovraordinati.(Vincolo Idrogeologico, ex. 1497/39, Sir ex. DGR 644/04) (1:35.000) Tav.3b-Vincoli Sovraordinati.(Ex. 431/85) (1:35.000)
Tav.4a-P.T.C.-Acqua e Suolo (1:35.000)
Tav.4b-P.T.C.-Territorio e Paesaggio (1:35.000) Tav.4c-P.T.C.-Azioni Strategiche (1:35.000)
Tav.5a-Il Quadro Normativo Locale.Piano del Territorio Aperto (Ai Sensi Art. 1 c.4° L.R. 64/95) (1:35.000)
Tav.5a1-Attuazione del P.T.A. Saturnia-Montemerano (1:10.000)
Tav.5a2-Attuazione del P.T.A. Saturnia - Capanne-Poggio - Montemerano (1:10.000) Tav.5a3-Attuazione del P.T.A. Capanne - Poggio Murella-S. Martino (1:10.000) Tav.5a4-Attuazione del P.T.A. Marsiliana (1:10.000)
Tav.5a5-Attuazione del P.T.A. Cavallini- Sgrilla – Sgrillozzo - Cirignano (1:10.000) Tav.5a6-Attuazione del P.T.A. Manciano-Campigliola-Pelagone (1:10.000)
Tav.5a7-Attuazione del P.T.A. Poggio Raso-Tafone-Montauto (1:10.000)
Tav.5b-Il Quadro Normativo Locale.Piano Regolatore Generale Comunale (1:5.000)
Tav.5b1-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati: A)Poggio Capanne B)San Martino Sul Fiora (1:2.000)
Tav.5b2-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Poggio Murella (1:2.000) Tav.5b3-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Saturnia (1:2.000)
Tav.5b4-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:A)Montemerano B)Poderi Di Montemerano (1:2.000) Tav.5b5-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Manciano Nord (1:2.000)
Tav.5b6-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Manciano Sud (1:2.000) Tav.5b7-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Marsiliana Nord (1:2.000) Tav.5b8-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:Marsiliana Sud (1:2.000)
Tav.5b9-Attuazione del P.R.G. Centri Abitati:A)Zona "D3 - Ea3" S.Martino B)"Ea3" Loc. Pian Di Cataverna C)Area "F1" Bagni Di Saturnia D)Castello Della Marsiliana (1:2.000)
Tav 6a1; 6a3; 6a4; 6a5; 6a6; 6a7 - Carta Geologica ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000)
Tav 6b1; 6b3; 6b4; 6b5; 6b6; 6b7 - Carta Litologico-Tecnica ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000) Tav 6c1; 6c3; 6c4; 6c5; 6c6; 6c7 - Carta Geomorfologica ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000) Tav 6d1; 6d3; 6d4; 6d5; 6d6; 6d7 - Carta Delle Aree Allagabili ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000)
Tav 6e1; 6e3; 6e4; 6e5; 6e6; 6e7 - Carta Idrogeologica e Delle Aree Con Problematiche Idrogeologiche ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000)
Tav 6f1; 6f3; 6f4; 6f5; 6f6; 6f7 - Carta Pericolosità Geomorfologica ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000)
Tav 6g1; 6g3; 6g4; 6g5; 6g6; 6g7 - Carta Delle Aree a Pericolosità Idraulica ai sensi del DPGRT 26/R/07 (1:10.000)
Carta Delle Zone a Maggior Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) –tipologia delle situazioni classe di pericolosità sismica (1:5.000) suddivisa in:
• Tavola 6.h Poderi di Montemerano
• Tavola 6.h Sgrillozzo
• Tavola 6.h Capanne- Poggio Murella
• Tavola 6.h Marsiliana
• Tavola 6.h Manciano
• Tavola 6.h Montemerano
• Tavola 6.h Saturnia
• Tavola 6.h San Martino sul Fiora Relazione sull’assetto geologico-tecnico del territorio Norme sull’assetto geologico-tecnico del territorio
Tav.7a-Uso del Suolo Agricolo/Civile/Industriale (1:35.000) Tav.7b-Uso del Suolo Forestale (1:35.000)
Tav.7c-La Superficie Media delle Aziende.Centri di Stoccaggio e Trasformazione (1:35.000) Tav.7d1-Le Risorse Idriche Superficiali ad Accumulo Artificiale (Laghetti)- invasi collinari PTC- Geositi PTC- (1:35.000)
Tav.7d2-Le Risorse Idriche Sotterranee Pozzi e Sorgenti (1:35.000) Tav.7e-Agriturismi e Attivita' Integrative (1:35.000)
Tav.7f-La Classificazione Economico-Agraria del Territorio (1:35.000)
Tav.8a-Un Comune di Piu' Corti (Superficie Amministrativa, Dogane e Bandite, Strade Doganali, Insediamenti Storici, Elementi di Continuita' Storica e Territoriale) (1:35.000)
Tav.8b-La Proprieta' Fondiaria: Infrastrutture ed Insediamenti al Catasto Leopoldino (1:35.000) Tav.8c-La Proprieta' Fondiaria tra le Due Guerre (Latifondi, Fattorie e Media Proprieta') (1:35.000) Tav.8d-Gli Effetti della Bonifica Fondiaria dell'ente Maremma (Legge 841 del 21 Ottobre 1950) (1:35.000)
Tav.8e-Evoluzione della Rete Infrastrutturale Viaria (1:35.000)
Tav.8f-Carta dei Valori delle Aree Rurali, le Emergenze Storico Culturali del Territorio (1:35.000) Tav.8g-La Successione Storica degli Insediamenti (1:5.000)
Tav.8g1-Emergenze storico culturali negli insediamenti (1:5.000) Tav-8h-Carta del Rischio Archeologico (1:35.000)
Tav.9a- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio (1:35.000)
Tav.9a1- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Saturnia-Montemerano (1:10.000)
Tav.9a2- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Saturnia-Capanne-Poggio Murella- Montemerano (1:10.000)
Tav.9a3- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Capanne-Poggio Murella-S. Martino (1:10.000)
Tav.9a4- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Marsiliana (1:10.000)
Tav.9a5- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Cavallini-Sgrilla-Sgrillozzo-Cirignano (1:10.000)
Tav.9a6- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Manciano-Campigliola-Pelagone (1:10.000) Tav.9a7- Assetto Strutturale: Struttura del Territorio:Poggio Raso-Tafone-Montauto (1:10.000) Progetto di Piano
Tav.10-Assetto Strutturale:Vincoli di Piano (1:35.000)
Tav.10a1- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Saturnia-Montemerano (1:10.000)
Tav.10a2- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Saturnia-Capanne-Poggio Morella-Montemerano (1:10.000)
Tav.10a3- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Capanne-Poggio Morella-S. Martino (1:10.000) Tav.10a4- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Marsiliana (1:10.000)
Tav.10a5- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Cavallini-Sgrilla-Sgrillozzo-Cirignano (1:10.000) Tav.10a6- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Manciano-Campigliola-Pelagone (1:10.000) Tav.10a7- Assetto Strutturale: Vincoli di Piano:Poggio Raso-Tafone-Montauto (1:10.000) Tav.11-U.T.O.E. (Sub-Sistemi Insediativi) (1:5.000)
Tav.12a-Rete Viaria attuale (1:35.000) Tav.12b-Rete Viaria modificato (1:35.000)
Capo II
Parametri preliminari
Art. 4 – Classi di destinazione d’uso fondamentali
Ogni attività è ricondotta ad una classe di destinazione d’uso fondamentale. La classe viene utilizzata per la verifica della conformità delle istanze, comprese quelle di mutamento di destinazione d’uso:
Le classi di destinazione d’uso fondamentali sono:
Agricola Produttiva Artigianale Commerciale Direzionale
Turistico Ricettiva Residenziale Servizi Attrezzature ed impianti
Il regolamento urbanistico dovrà definire l’articolazione delle destinazioni per ciascuna classe fondamentale, in base al seguente criterio
Centri abitati
Residenziale Nuove unità di superficie non inferiore a 65 mq. di superficie utile lorda e di 40.mq. di superficie utile netta negli edifici classificati D1 e D3 ( INTEGRAZIONE IN CORSIVO)
attività amministrative pubbliche, attività professionali, banche, agenzie ecc.
servizi d’uso collettivo e attrezzature culturali e ricreative commercio al dettaglio di vicinato
commercio-artigianato e ristorazione-somministrazione localizzati al piano terreno degli edifici purchè non dotati di impianti che immettano nell’ambiente fumi, calore, vibrazioni e con emissioni acustiche riconducibili alla classe III
Servizi Compatibile con la classe residenziale nel riuso del patrimonio edilizio Attrezzature-impianti Localizzazione marginale rispetto ai tessuti consolidati e comprensiva di
aree a elevato standards pro-capite
Turistico Ricettiva; Nuova edificazione e/o ampliamento delle attività esistenti
Direzionale; Compatibile con la classe residenziale nel riuso del patrimonio edilizio
Commerciale-sup.di vendita o di attività aperta al pubblico
Di vicinato- (20-150 mq.) inserita nel patrimonio edilizio esistente (fino 150 mq)
Locale- (150-250 mq.) inserita nel patrimonio edilizio esistente dei tessuti consolidati esterni ai centri storici
Di base maggiore di 250 mq. e intermedia inferiore a 800 mq. in aree a margine dell’edificato consolidato anche in contenitori dismessi purchè con bacino di utenza superiore a 2000 1500 abitanti(MODIFICA DEL CC 44 13/12/2011)
Intermedia superiore a 800 mq. e Grande - non consentita Artigianale-
Produttiva
come per le attività commerciali con le seguenti specifiche:
Di vicinato- (20-150 mq.) con valori acustici riconducibili alla classe III Locale- (150-250 mq.) con valori acustici riconducibili alla classe III
Di base maggiore di 250 mq. e intermedia inferiore a mq. 400 con valori acustici riconducibili alla classe III
Intermedia superiore a 400 mq. e Grande- non consentita Territorio rurale
Agricola; La destinazione d’uso agricola di annessi e residenze è riferita alle esigenze dell’imprenditore agricolo professionale (IAP) Nuove unità di superficie non inferiore a 65 mq. di superficie utile lorda e di 40.mq. di superficie utile netta negli edifici classificati D1 e D3 ( INTEGRAZIONE IN CORSIVO)
Residenziale Riferita alle esigenze dell’imprenditore agricolo professionale (IAP)
Riferita alla deruralizzazione di annessi agricoli o residenze rurali laddove consentito dal Piano Strutturale e dal Regolamento Urbanistico
Riferita ad immobili che non hanno mai avuto destinazione agricola e neanche di trasformazione e stoccaggio di prodotti agricoli (scuole rurali, immobili Anas ecc)
Attrezzature-impianti Riferita ai piani e programmi di settore secondo le prescrizioni contenute nel Piano Strutturale (es. cave, distribuzione carburanti, elettrodotti ecc.)
Riferita a interventi di competenza Regionale e Provinciale
Riferita a interventi di competenza comunale per smaltimento reflui urbani Turistico Ricettiva In ampliamento delle attività esistenti e a quelle programmate
Visti i requisiti di sostenibilità aziendale di cui al Titolo IV
Direzionale Localizzabile a riuso di volumi appartenenti a poli produttivi agricoli consolidati (Ex D3)
Artigianale- produttiva
• Verificata la sostenibilità aziendale di cui al Titolo IV per funzioni strettamente a supporto del settore agricolo e non rurale in senso lato (max 100 mq.)
• Localizzabile a riuso di volumi appartenenti a poli produttivi agricoli consolidati (ex zone D3) ed anche per funzioni rurali in senso lato per impianti di dimensione superiore a 400 mq e inferiore a 2000 mq.
(escludendo dal conteggio gli impianti di stoccaggio)
Commerciale • Verificata la sostenibilità aziendale di cui al Titolo IV per funzioni strettamente a supporto del settore agricolo e non rurale in senso lato (max 100 mq.)
• Localizzabile a riuso di volumi appartenenti a poli produttivi agricoli consolidati (ex zone D3) ed anche per funzioni rurali in senso lato con dimensione massima di superficie di vendita pari a 150 mq.
• Localizzabile in punti nodali relativi a viabilità consolidate a riuso del patrimonio edilizio esistente di origine rurale.con dimensione massima di superficie di vendita pari a 150 mq.
Art. 5 – Parametri urbanistici – edilizi di carattere generale a. St. Superficie Territoriale.
La superficie territoriale misura la superficie, espressa in metri quadri, di un’area comprensiva delle parti destinate all’edificazione e di quelle destinate alle opere di urbanizzazione primaria e
secondaria.
b. IT Indice di utilizzazione territoriale
L’indice di utilizzazione territoriale indica il rapporto (mq/mq) tra la superficie lorda utile (Slu) e la superficie territoriale (St) interessata da interventi di trasformazione.
c. Sf Superficie fondiaria
La superficie fondiaria indica la parte della superficie territoriale di pertinenza degli edifici;si calcola sottraendo alla superficie territoriale le aree interessate dalle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Sono invece da comprendere, ai fini del computo, le aree destinate al verde, alla viabilità ed ai parcheggi di esclusivo uso privato.
d. Slu Superficie lorda utile
La superficie lorda utile individua la somma della superficie di tutti i piani fuori terra dell’edificio agibili e/o abitabili.
e. Sc Superficie coperta
La superficie coperta misura la superficie ottenuta attraverso la proiezione orizzontale del perimetro esterno degli edifici.
Art. 6 – Termini specifici f. Regolamento Urbanistico
Il Regolamento Urbanistico traduce gli obiettivi, i vincoli ambientali e le strategie operative del Piano Strutturale in norme operative e prescrizioni, fino alla scala del singolo edificio, specificando destinazioni d’uso, tipi d’intervento, regole morfologiche e strumenti di attuazione. Il Regolamento urbanistico ai fini della valutazione integrata di cui all’ art.11 della L.R.01/05, come definita dall’art.42 delle presenti norme, assume come indicatori le Risorse Essenziali come definite all’art.3 della L.R.01/05.
g. Piano complesso di intervento
Il Piano complesso di intervento è un piano facoltativo che gestisce quelle trasformazioni del territorio che richiedano l’esecuzione programmata e contestuale di interventi pubblici e privati. Il Piano strutturale può indicare quelle trasformazioni per le quali il ricorso a tale strumento risulti obbligatorio. Con il piano Complesso di Intervento si individuano e si definiscono le risorse del territorio utilizzate, la valutazione integrata e il monitoraggio degli effetti, la fattibilità economico- finanziaria delle trasformazioni in relazione alle risorse finanziarie del comune, le aree e gli ambiti di riqualificazione insediativa, la disciplina della perequazione e i beni da espropriare, gli impegni giuridicamente vincolanti da porre a carico dei soggetti privati coinvolti.
I Piani complessi di intervento ai fini della valutazione integrata di cui all’ art.11 della L.R.01/05, come definita dall’art.43 delle presenti norme, assumono come indicatori gli elementi costitutivi
delle Risorse Essenziali come definite all’art.3 della L.R.01/05 e gli elencano in relazione al piano o programma da attuare
h. Piani attuativi
I piani attuativi costituiscono strumenti urbanistici di dettaglio di attuazione del Regolamento Urbanistico o dei Piani Complessi di Intervento. Risultano Piani attuativi particolari:
Le lottizzazioni
I Piani per l’Edilizia Economica e Popolare Piani per gli insediamenti produttivi
Piani di recupero del patrimonio edilizio Piani complessi di riqualificazione insediativa
I Piani attuativi ai fini della valutazione integrata di cui all’ art.11 della L.R.01/05, come definita dall’art.43 delle presenti norme, assumono come indicatori gli elementi costitutivi delle Risorse Essenziali come definite all’art.3 della L.R.01/05 e gli elencano in relazione al piano o programma da attuare
i. Indicatori ai fini della valutazione integrata
In relazione alle trasformazioni previste dal presente Piano strutturale costituisce Indicatore da sottoporre a valutazione integrata la relazione che si attua tra i singoli elementi costituenti le risorse essenziali di cui all’art.3 della L.R.01/05:
aria, acqua, suolo ecosistemi della flora e della fauna città e sistemi degli insediamenti
paesaggio e documenti della cultura sistemi infrastrutturali e tecnologici l. Invarianti
Per invarianti si intendono le caratteristiche dei singoli luoghi, parti di città o territorio che si sono dimostrate o che il piano intende dimostrare come stabili nel tempo. Esse rappresentano elementi di identità territoriale da tutelare e da valorizzare come criteri di riferimento progettuale. Costituisce invariante del territorio comunale la lettura e l’interpretazione del territorio e del paesaggio suddivisa secondo i caratteri insediativi, paesistico ambientali, economico agrari, produttivi. Le caratteristiche di invariante sono inoltre contrassegnate dal carattere grassetto nel corpo delle norme.
m. Statuto del Territorio
Lo Statuto del Territorio definisce, anche indipendentemente dal valore storico e cultuale, i diversi gradi di trasformabilità delle risorse e del loro uso. Stabilisce inoltre criteri e metodi da adottare per la valutazione integrata delle trasformazioni, da applicare agli strumenti operativi riferiti alle risorse ed alle destinazioni d’uso. Lo statuto del territorio individua nelle ARPA (aree di rilevante pregio ambientale) le invarianti strutturali a carattere fisico, nelle Unità di Paesaggio le invarianti a natura prestazionale.
n. Sistemi, Subsistemi
Per Sistemi si intendono le principali articolazioni in cui è stato suddiviso il territorio Comunale di Manciano individuati sulla base dei loro caratteri naturali, storici, di formazione della struttura insediativa, di utilizzo del territorio agricolo, e di natura socio-economica. All’interno dei sistemi i subsistemi individuano parti del territorio dotate di una comune identità morfologica (principi insediativi, tipi edilizi, ecc.) ed ambientale. Sistemi e sottosistemi coprono l’intero territorio comunale.
o. Unità Organiche Elementari (UTOE)
Per Unità Organiche Elementari si intendono parti riconoscibili del territorio, dotate di una relativa autonomia per le quali vengono determinate le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti, delle funzioni che possono essere ospitate, nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari.
p. La Città da conservare, La città da consolidare,
Ogni insediamento costituente una UTOE, o concorrente alla sua definizione, è articolato al suo interno secondo due categorie di classificazione che tengono conto della stratificazione storica, del ruolo assunto all’interno dell’insediamento, delle potenzialità di trasformazione. In particolare:
Si intende per città da conservare il nucleo genetico definito dalla crescita urbana fino alla prima metà del secolo XX indipendentemente dall’età dei singoli edifici
Si intende per città da consolidare la addizione dell’ultimo cinquantennio, gli adeguamenti infrastrutturali realizzati e quell’ambito territoriale suscettibile di possibili trasformazioni
q. Sostenibilità
Il Piano strutturale, rinunciando ad una definizione onnicomprensiva del concetto e cercando una programmazione di lungo periodo delle risorse essenziali di cui al comma 2 dell’art.3 della L.R.
01/05, stabilisce:
I criteri per la progettazione degli assetti territoriali nelle aree rurali dei subsistemi paesistico ambientali (o Unità di Paesaggio) individuando, nell’assetto fondiario e nelle articolazioni colturali delle aziende agricole, la matrice di paesaggio dotata di riproducibilità;
I criteri per la progettazione degli assetti territoriali nelle aree urbanizzate dei subsistemi insediativi (UTOE) distinguendo le matrici insediative del villaggio aperto, del centro murato del centro di Riforma di nuova fondazione. Il Piano strutturale progetta l’assetto dei sistemi insediativi, in base alla loro sufficienza e autonomia o in base alla reciproca complementarietà.
Individua le UTOE in base alla garanzia delle funzioni fondamentali assolte, siano esse ottenute in modo autonomo (da un solo insediamento) o complementare (da più insediamenti)
I criteri per la progettazione degli assetti territoriali in relazione alle funzioni da esplicare nel territorio rurale o negli insediamenti secondo lo schema riportato all’art.4
I criteri per la progettazione degli assetti territoriali in relazione alle risorse naturali (aria, acqua, suolo) ponendo in primo luogo il rispetto delle normative vigenti ed in secondo il raggiungimento del minimo spreco della risorsa medesima. In relazione a questo, per i sistemi infrastrutturali e tecnologici, individua nel concetto di esclusivo potenziamento in sede la realizzazione di nuovi elettrodotti per l’alta tensione, di nuova viabilità relativa ad aree extraurbane, così come il potenziamento relativo ad attività disciplinate dai piani di settore r. Indicatori di Sostenibilità
I criteri per la progettazione degli assetti territoriali, nelle aree rurali dei subsistemi paesistico ambientali, sono dati dall’assetto fondiario e dalle articolazioni colturali delle aziende agricole attraverso l’individuazione di cinque indicatori (definiti di sostenibilità e matrici di paesaggio):
Indicatore n°1 riproduzione naturale della fertilità della terra capi di bestiame
UBA totali
In realtà dominate dalla cerealicoltura la presenza degli allevamenti semibradi e le colture foraggere connesse determinano la sostenibilità della riproduzione agronomica dei suoli
Indicatore n°2 tendenze stabili nel tempo- costruzione strutturale del paesaggio oliveti, vigneti
prati naturali rimboschimento
La quota di colture legnose in rapporto all’estensione aziendale, i boschi come presenza di attività di silvicoltura e i prati naturali determinano un peso aziendale riconducibile alle unità lavorative da reddito. La presenza di vigneti e oliveti in rapporti tradizionalmente sostenibili (5,10% della superficie totale) indica quanta quota di innovazione (e quanto mutamento strutturale del regime dei suoli agrari) ha avviato l’azienda.
Indicatore n°3 tendenze mutevoli legate al regime contributivo Quote CEE-PAC
grano duro come relitto strutturale
La presenza di grano duro appare come relitto della tradizione cerealicola maremmana associato in modo mutevole e annuale ad altre colture utili a seguire l’evoluzione del regime contributivo.
Definisce in prevalenza il ruolo della SAU relativo ai seminativi
Indicatore n°4 Investimenti in meccanizzazione - attività connesse e complementari-presidio rurale di unità attive - presidio rurale di attività esterne residenti in azienda
CV potenza az.
Agriturismo Ricettività U.L agricole impegnate nella P.L.V.
U.L. esterne residenti in azienda
Gli investimenti in meccanizzazione, la presenza di attività connesse come l’agriturismo e le quote di presidio indicano la forza dell’economia aziendale basata su modelli tradizionali a cui si associa la presenza di lavoratori che pur non pesando nella economia dell’azienda agricola contribuiscono al suo mantenimento. Infatti il concetto di cascami di lavoro, già utilizzato nella Riforma Fondiaria ma di antica origine mezzadrile, si riferisce a unità attive extraagricole (o pensionati) che attraverso la residenza sul fondo rafforzano la competitività dell’azienda stessa. Ad essi veniva attribuito un ruolo produttivo pari a circa il 25% dell’unità attiva a tempo pieno
Indicatore n°5 superficie aziendale totale
La superficie totale dell’azienda consente di valutare le differenze tra le varie porzioni del territorio comunale in via sintetica ed esprime speditamente il diverso grado di specializzazione delle singole aziende. Esprime altresì il grado di presidio rurale e, associata ad altri elementi di analisi, la competitività potenziale.
s. Parametro Comunale di Sostenibilità
E’ il parametro sintetico derivante dall’applicazione degli indicatori di sostenibilità ai Sub-sistemi paesistico ambientali (Unità di Paesaggio). Fornisce la media delle diverse articolazioni fondiarie e dei diversi utilizzi di suolo che producono un risultato paesaggistico complessivo risultato delle operazioni di produzione agricola e presidio rurale svolte dalla comunità. Il parametro comunale di sostenibilità trova specificazione, modularità e articolazione ai Titoli IV e V nelle presenti norme.
Viene individuato secondo il seguente schema:
indicatore n° 1 indicatore n° 2 indicatore n° 3 indicatore n° 4 indicatore n° 5 superficie aziendale
totale
superfici medie campione Ripr. naturale
Fertilità della terra
Stabilità nel tempo struttura del
paesaggio rimboschimento
Tendenze mutevoli - CEE - Grano
duro relitto strutturale
Inv.
Strutt CV.
AGR.
AFF.
Posti letto
Presidio e Unità lavorative Agric =a
Esterne=e 19 Ha 50 Ha 131 Ha UBA/ha Oli-Vign Boschi-
prati nat.
grano mais ecc
prati art.
foragg.
Lim.
max.
CV.
Lim.
max.
P.L
Lim.
max.
parametro comunale di sostenibilità 0,2 0,5 4,5% 39,5% 30,3% 25,7% 300 15 2 a 2 e 67 , 00 Ha
Capo III Salvaguardie
Art. 7 - Norme di salvaguardia
All’interno del territorio comunale di Manciano si applicano le prescrizioni ed i vincoli elencati agli artt. 74, 75, 76, 77, 78 e 79 della Del. C.R. n°12 del 25.01.2000 nonché quanto disposto dagli artt. 5, 6, 13, 14, 17, 18 e 19 della Del. C.R. n°12 del 25.01.2005 (Piano Assetto Idrogeologico del Bacino Regionale Ombrone)………..(Piano Assetto Idrogeologico del Bacino interregionale del Fiume Fiora)
In attesa della definitiva approvazione del Regolamento Urbanistico e comunque per un periodo non superiore a tre anni dalla data di adozione del Piano Strutturale, viene sospesa ogni determinazione sulle domande di permesso a costruire, quando si riconosca che tali domande siano in contrasto con le previsioni del Piano Strutturale e con le salvaguardie contenute nel PIT e nel PTC, ai sensi dell'art. 61 della L.R.1/05.
Dall’approvazione del Piano Strutturale fino all'approvazione del Regolamento Urbanistico vigono le prescrizioni vincolanti e le salvaguardie individuate nelle presenti norme per ogni sistema, sottosistema e Utoe.
Nel rispetto delle norme e delle prescrizioni di cui al sistema insediativo di appartenenza, possono essere attuate le seguenti previsioni dal vigente PRG:
a. per le zone interne alle UTOE sottoposte a completamento edilizio, commerciale e artigianale dal vigente PRG , sono consentiti interventi di Ristrutturazione Urbanistica, Ampliamento e Nuova Edificazione, a condizione che il lotto oggetto di intervento sia dotato delle opere di urbanizzazione e dei necessari requisiti di accessibilità dalla strada pubblica.
b. per tutte le zone esterne alle UTOE sottoposte a completamento commerciale, artigianale, agricolo produttivo dal vigente PRG (zone D3), vale la disciplina di cui all’art.70 del vigente Prg (Variante ai sensi della L.R.64/95 e successive modificazioni ed integrazioni approvata con D.C.C. n. 48 del 16.07.03),
- per tutte le zone interne ed esterne alle UTOE già previste dal vigente PRG gli interventi ammessi sono quelli relativi a Piani Urbanistici Attuativi vigenti, o da sottoporre a verifica ai sensi del comma 1 dell’art.36 del PIT, e precisamente:
- Soc. Pianetti s.r.l. - Loc.Pianetti di Montemerano zona E2 - App. D.C.C.n.27 del 24/03/2000 - Campo da golf 9 buche;
- Piccini Eugenio - Vignoli Livio e Menichetti Luigia, Marani Monica - Saturnia Via Aurinia - Adozione con D.C.C. n.52 del 16/07/2003, ritirato, in fase di approvazione, nella seduta del C.C. del 27/02/04 - Piano Attuativo strutture di servizio alle attività commerciali dei richiedenti (volume mc.152 Piccini, mc.210 Vignoli e Menichetti, mc.240 Marani);
le richieste di concessione edilizia relative ad interventi di nuova edificazione, nonché le richieste relative a strumenti Urbanistici Attuativi e Varianti Urbanistiche al PRG vigente saranno sottoposte ad un esame preliminare che verificherà la congruenza degli interventi edilizi richiesti con gli obiettivi e gli indirizzi del Piano Strutturale.
c. tutte le altre previsioni residue del Prg Vigente relative alle zone di espansione o zone per la cui attuazione sia necessario un Piano Attuativo inserite all’interno delle UTOE, sono ammesse purché coerenti con gli indirizzi e le prescrizioni del presente Piano Strutturale.
d. sono altresì ammesse Varianti allo Strumento Urbanistico Vigente purché coerenti con gli indirizzi e le prescrizioni del presente Piano Strutturale previa valutazione di cui al punto precedente
e. le strutture insediative nel territorio aperto come individuate ai sensi della Variante redatta ai sensi della L.R.64/95 e successive modificazioni ed integrazioni approvata con D.C.C. n. 48 del 16.07.03.
f. su tutto il patrimonio edilizio esistente, inserito all’interno del perimetro dei centri abitati (così come individuato nel PRG), e all’esterno dei centri abitati, catalogato con puntuali categorie di intervento e rappresentato nella tavola 5b e nella tavola 5a di quadro conoscitivo sono ammessi gli interventi di cui agli art. 16,17,18,19,20,21,22,23 fino al comma 7 escluso delle Norme tecniche di attuazione del PRG.
g. a partire dall’approvazione del presente piano fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico nell’area compresa tra il nuovo perimetro dell’UTOE e il perimetro dei centri abitati (così come individuato nel PRG), sono consentiti esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria sul patrimonio edilizio esistente.
Fino all’approvazione del RU e comunque non oltre 3 anni dalla data di approvazione del PS, sulle aree agricole sono ammessi i seguenti interventi con le specifiche limitazioni:
Sul patrimonio edilizio esistente dei fondi agricoli che alla data di adozione del presente strumento non raggiungono i minimi di superficie di cui all’art. 26, comma 10, del P.T.C.
provinciale:
- sono ammessi tutti gli interventi di manutenzione, ristrutturazione e sostituzione edilizia senza trasferimento di volumetria;
- non è ammessa la nuova edificazione nei fondi agricoli che, a partire dalla data di adozione del presente strumento, si trovano al di sotto dei minimi fondiari di cui all’art. 26, comma 10 del P.T.C. provinciale;
Sul patrimonio edilizio esistente dei fondi agricoli che alla data di adozione del presente strumento superano i minimi di superficie di cui all’art. 26, comma 10 del P.T.C. provinciale:
- attraverso il PAPMAA nelle aree a prevalente funzione agricola, ad esclusione dell’unità di paesaggio C.P.3.2.1 e delle aree di influenza individuate, è ammesso il cambio di destinazione d’uso a fini abitativi extra-agricoli degli edifici non gravati da convenzioni o atti d'obbligo ai sensi della vigente normativa, fino ad un massimo di n. 1 unità abitativa, con superficie utile lorda non inferiore a mq 65 e lotto di pertinenza non inferiore a 10.000 mq. in aziende dotate di almeno mc.1500 di volumetria totale;
- attraverso il PAPMAA per tutti gli altri fabbricati non ad uso abitativo, non gravati da atti d'obbligo o convenzioni, è ammesso il cambio di destinazione per attività artigianali di trasformazione di prodotti agroforestali e agro-alimentari, anche associata a vendita diretta di tali prodotti;
- sono ammessi interventi di ristrutturazione (ampliamento e trasferimento una tantum) con trasferimento di volumetria solo a condizione che non si creino delocalizzazioni relative al sito insediativo esistente, fatti salvi i casi di adeguamento a distanze e norme stabilite da Leggi nazionali e/o regionali.
Sul patrimonio edilizio esistente dei fondi agricoli che, successivamente alla data di adozione del presente strumento, sono scesi al di sotto dei minimi fondiari del P.T.C. provinciale, senza una preventiva approvazione di Programma pluriennale di miglioramento agricolo ambientale ai sensi della vigente normativa:
- sono ammessi tutti gli interventi di manutenzione e ristrutturazione edilizia senza trasferimento di volumetrie;
- non è ammesso il cambio di destinazione d’uso.
Gli interventi di nuova edificazione nei fondi agricoli che alla data di adozione del presente strumento si trovano al di sopra dei minimi fondiari del P.T.C. provinciale, sono ammessi dietro presentazione di Programma aziendale pluriennale di Miglioramento Agricolo-ambientale (P.M.A.A.) ai sensi della vigente normativa regionale e provinciale. Non sono tuttavia ammessi interventi edilizi che comportano la realizzazione di volumetrie eccedenti le capacità produttive del fondo;
Nelle aziende agricole che alla data di adozione del presente strumento si trovano al di sopra dei minimi fondiari del P.T.C. provinciale, sono comunque consentiti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente previsti dal regolamento di cui all'art. 43 della L. R. 3 gennaio 2005, n. 1;
Nel caso di dismissione dall’attività agricola per raggiunti limiti di età dell’imprenditore che conduce il fondo, qualora contestualmente avvenga anche il trasferimento parziale della proprietà dell’azienda, il mutamento della destinazione d’uso per civile abitazione del patrimonio edilizio aziendale è consentito solo per l'edificio in cui risiedeva l’imprenditore che ha cessato l’attività, purché non sussistano limitazioni dovute alla stipula di atti d'obbligo o convenzioni gravanti sullo stesso edificio e purchè non si creino nuove unità immobiliari;
Nelle aree soggette ai vincoli di natura geologica e/o idraulica, descritte negli elaborati grafici facenti parte del Piano Strutturale, non sono ammessi interventi se non dopo la realizzazione delle opere dirette al superamento del rischio geologico e/o idraulico;
Si può dare attuazione,inoltre a:
a) gli interventi posti in essere dagli enti pubblici (ammessi dall'art.1, comma 2, del DL 3 febbraio 1993, n.29) e le opere di pubblica utilità o pubblico interesse, realizzate dagli enti istituzionalmente competenti. Tali interventi devono essere realizzati nel rispetto del corretto inserimento ambientale secondo le finalità e gli obiettivi del presente Piano Strutturale;
b) gli interventi per i quali al momento della adozione del PS sia già intervenuto il rilascio della Concessione Edilizia e siano state presentate le Dichiarazioni d’Inizio Attività;
c) gli interventi di bonifica e riqualificazione relativi ad aree in condizioni di degrado fisico- ambientale;
d) gli interventi di manutenzione della rete idrografica (fossi e canali) , quelli atti a ridurre il rischio idrogeologico nonché di prevenzione e soccorso in caso di emergenza per eventi naturali eccezionali.
e) opere pubbliche di rilevanza strategica ai fini degli assetti urbani e territoriali del Comune di Manciano in particolare Depuratori, Strade, Riconfigurazione di aree destinate ad impianti sportivi da implementare anche attraverso funzioni legate alla Protezione Civile;
f) definizione dell’intervento in loc. Guinzoni (ex area D3) per il recupero di volumetria esistente da destinare in quote del 45% a fini residenziali, 25% a fini commerciali o artigianali integrate al territorio rurale, 30% a fini agricolo-produttivi;
g) definizione dell’intervento in loc. Marsiliana (ex area D3) per il recupero di volumetria esistente da destinare in quote del 45% a fini residenziali, 25% a fini commerciali o artigianali integrate al territorio rurale, 30% a fini agricolo-produttivi;
h) definizione dell’intervento in loc. Capannone (ex area D3) per il recupero di volumetria esistente da destinare in quote del 45% a fini residenziali, 25% a fini commerciali o artigianali integrate al territorio rurale, 30% a fini agricolo-produttivi;
Anche in anticipo rispetto all’approvazione del futuro Regolamento Urbanistico, attraverso la redazione di apposite varianti, si possono prevedere attuazioni di carattere prioritario del Piano Strutturale.
1. Localizzazione del nuovo polo commerciale nella UTOE di Manciano;
2. Realizzazione di un campo fotovoltaico fino alla potenza massima di 1 MW a espansione del polo industriale di Marsiliana.
3. Trasformazione della previsione di PRG da Caserma in area per l’Edilizia Sociale/ convenzionata a parità di volumetria. (MODIFICA DEL CC 4413/12/2011).
TITOLO II
DISPOSIZIONI RELATIVE AL SETTORE AMBIENTALE
Capo I
Aria, acqua, suolo e rete fluviale
Art. 8 – Sistema Aria
• Riferimento alla Relazione – A) Il Quadro Conoscitivo 3. Le componenti ambientali e le relative pressioni – 3.2 aria
• Riferimento alla Relazione – B) IL Progetto Di Piano 4. I sistemi ambientali – 3.1 Sistema aria
1. L’Amministrazione Comunale, al fine di perseguire un miglioramento della qualità e una corretta tutela e gestione del sistema aria, prevede l’ubicazione delle nuove attività produttive, nonché il progressivo trasferimento delle attività esistenti, con emissioni atmosferiche e acustiche rilevanti, al di fuori delle articolazioni insediative con specifiche funzioni abitative, ovvero almeno a distanza tale da non recare disturbi e/o danni agli abitanti, ovvero in aree in cui i fenomeni di trasporto atmosferico degli inquinanti non comportino la ricaduta degli stessi su tali articolazioni.
2. Per le piccole e medie industrie ritenute vantaggiose per la popolazione locale, in quanto atte ad offrire possibilità di lavoro o servizi necessari senza richiedere grandi spostamenti, si richiede l’adozione di specifiche misure che rendano compatibile la loro presenza entro le articolazioni abitative con le esigenze di protezione dall’inquinamento, privilegiando l’adozione di tecnologie pulite e di sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera.
3. Nel Regolamento Urbanistico (di seguito R.U.) e nei piani attuativi, al fine di prevenire e contenere l’inquinamento atmosferico, si provvede alla realizzazione delle seguenti disposizioni:
politiche di contenimento del traffico veicolare, basate sull’implementazione delle seguenti azioni:
- riorganizzazione dei flussi di traffico nei nodi più critici, prevedendo delle varianti “ad hoc”
per il ripristino o miglioramento della circolazione stradale all’interno del centro abitato;
- realizzazione di percorsi pedonali e piste ciclabili;
- istituzione di isole pedonali temporanee, in specifiche zone preliminarmente individuate, e di giornate ecologiche;
- potenziamento e revisione del servizio di trasporto pubblico, prevedendo in particolare il controllo periodico delle emissioni dei mezzi in uso1.
programmazione urbanistica degli insediamenti abitativi e industriali, al fine di dislocare razionalmente le fonti alla luce della situazione micrometeorologica dell’area e degli insediamenti già esistenti;
politiche energetiche volte all’ottimizzazione del risparmio, al fine di contenere e, se possibile, ridurre la produzione e la diffusione di inquinanti atmosferici derivati dai processi di consumo energetico.
4. Nel R.U. si prevedono altresì specifici incentivi a favore delle attività che non inquinano l’aria e disincentivi a carico di quelle più inquinanti, con particolari agevolazioni per le attività che hanno adottato o intendono concretamente adottare un sistema volontario di gestione delle problematiche ambientali, in conformità alle norme ISO 14000 e al Regolamento EMAS vigenti2.
Art. 9 – Sistema Acqua
• Riferimento alla Relazione – A) Il Quadro Conoscitivo 3. Le componenti ambientali e le relative pressioni – 3.2 acqua
• Riferimento alla Relazione – B) Il Progetto Di Piano 4. I sistemi ambientali – 4.2 Sistema acqua
• Riferimento alla Cartografia
QUADRO CONOSCITIVO: Tav. 4a – PTC – Acqua e Suolo (1: 35.000)
Tav 6d1; 6d3; 6d4; 6d5; 6d6; 6d7 - Carta Delle Aree Allagabili (1:10.000)
Tav 6f1; 6f3; 6f4; 6f5; 6f6; 6f7 - Carta Delle Aree A Pericolosità Geomorfologica (1:10.000) Tav 6g1; 6g3; 6g4; 6g5; 6g6; 6g7 - Carta Delle Aree A Pericolosità Idraulica (1:10.000) Tav 6h - Carta Delle Zone A Maggior Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL)(1:5.000) Tav.7d1 - Le Risorse Idriche Superficiali - ad Accumulo Artificiale (Laghetti) (1:35.000)
1. In linea con le indicazioni del P.I.T. regionale e del P.T.C. provinciale, l’Amministrazione stabilisce obiettivi e azioni necessari per il raggiungimento del massimo risparmio idrico (art. 25 d.lgs. n.152/99) e dell’incremento del livello di qualità e di tutela della risorsa idrica. A tal fine, si adottano tutte le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici, nonché ad incrementare il riciclo e il riutilizzo delle acque mediante l’uso delle migliori tecniche disponibili, come previsto dall’art. 98 del d.lgs 152/2006.
2. Ai fini del perseguimento del massimo risparmio idrico, in accordo con la competente Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (AATO), si richiede il rispetto delle seguenti disposizioni:
Utilizzo di fonti di approvvigionamento differenziate in relazione all’uso finale delle risorse idriche, riservando prioritariamente le acque di migliore qualità al consumo umano e agli usi idropotabili ed abbandonando progressivamente il ricorso ad esse per usi che non richiedono elevati livelli qualitativi.
Controllo e manutenzione periodica della rete acquedottistica di distribuzione e adduzione di acqua destinata a qualsiasi uso, in modo da limitare gli sprechi dovuti alle perdite delle tubature;
1 Le emissioni dei mezzi in uso sono determinabili grazie alla quantificazione degli inquinanti emessi in atmosfera per specifici parametri, quali ossidi di azoto e di zolfo, ossido di carbonio, polveri, idrocarburi non metanici, ozono, anidride carbonica.
2 Al momento, sono in vigore la ISO 14001:2004 per l’implememntazione di un sistema di gestione ambientale (SGA) e il Regolamento n. 761 del 19 Marzo 2001 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).