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Denuncia per stupro: come si fa e termini

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Denuncia per stupro: come si fa e termini

Autore: Mariano Acquaviva | 18/08/2021

Reato di violenza sessuale: procedibilità a querela di parte e tempi per sporgere denuncia. Cosa sono gli atti sessuali?

La violenza sessuale è uno dei reati più gravi in assoluto, tanto che la legge prevede la reclusione fino a dodici anni per chi si macchia di questo tremendo crimine. A fronte di questa severa risposta sanzionatoria, la legge ha previsto però che lo stupro fosse procedibile solamente a querela di parte. In altre parole, salvo il

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ricorrere di particolari circostanze aggravanti, deve essere la vittima dell’abuso a sporgere denuncia contro il responsabile, pena l’impossibilità per la giustizia di procedere con la punizione. Come si fa e quali sono i termini di una denuncia per stupro?

Sin d’ora, possiamo anticipare che sporgere una querela per violenza sessuale non implica alcuna procedura particolare: così come avviene per ogni altro reato, è sufficiente recarsi presso qualsiasi ufficio delle forze dell’ordine e raccontare quanto accaduto. Erroneamente, si crede che, per denunciare una violenza sessuale, occorra portare delle prove oppure indicare dei testimoni, altrimenti la denuncia non vale a niente. Non è così: per un’incriminazione per violenza sessuale può essere sufficiente la deposizione della sola vittima, purché credibile.

Prosegui nella lettura se vuoi sapere come si fa una denuncia per stupro e quali sono i termini.

Violenza sessuale: cos’è?

La violenza sessuale è un reato molto grave che consiste nel costringere qualcuno a compiere o subire atti sessuali [1]. Sono dunque due gli elementi fondamentali del reato di stupro:

gli atti sessuali;

la costrizione della vittima.

Atti sessuali: cosa sono?

Chiarito che il delitto di stupro presuppone che la vittima non sia consenziente ma che subisca il volere del colpevole che fa uso di violenza fisica, di minacce o di abuso del proprio potere, vediamo cosa sono gli atti sessuali.

Secondo un criterio oggettivo, l’atto sessuale è quello che coinvolge parti del corpo definibili come zone erogene, capaci di stimolare l’istinto sessuale (organi genitali, cosce, labbra, collo, ecc.).

Secondo un criterio soggettivo, invece, si commette un atto sessuale anche quando la parte del corpo oggetto di attenzioni non può essere definita erogena, ma il comportamento del soggetto è comunque inequivocabilmente teso a

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raggiungere un piacere sessuale. Secondo questa teoria, quindi, anche un bacio sulla guancia (zona non erogena), se dato all’evidente scopo di godere di un particolare piacere, può integrare il delitto di violenza sessuale.

Atti sessuali: esempi

Secondo la Corte di Cassazione, la nozione di atti sessuali comprende i toccamenti, i palpeggiamenti e gli sfregamenti sulle parti intime, anche sopra i vestiti, suscettibili di eccitare la voluttà dell’autore [2].

Anche un bacio estorto con violenza, minaccia o abuso di autorità può integrare il delitto di violenza sessuale. Se non vi sono dubbi che il bacio sulle labbra configuri una forma di atto sessuale (per via del coinvolgimento di una zona erogena), maggiori problemi si pongono per il bacio sulla guancia.

Secondo una sentenza della Corte di Cassazione [3], il bacio subdolo sulla guancia accompagnato da complimenti integra il reato di violenza sessuale.

Stupro: procedibilità a querela

Come anticipato, il delitto di stupro è procedibile solamente a querela di parte.

Ciò significa che, senza la denuncia sporta dalla vittima, le autorità non potranno procedere nei confronti del responsabile. La querela è infatti una condizione di procedibilità.

A differenza della denuncia (riguardante i reati procedibili d’ufficio), la querela può essere sporta solamente dal diretto interessato, cioè dalla vittima del reato.

In casi eccezionali, è possibile che la querela possa essere presentata da persona diversa: la legge [4] dice che, per i minori degli anni quattordici e per gli interdetti in quanto infermi di mente, il diritto di querela è esercitato dal genitore o dal tutore.

Per la presentazione della querela presso le autorità può essere delegato un proprio procuratore speciale: è il caso dell’avvocato che, munito di procura ad hoc, si reca in Procura per depositare l’atto di querela.

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Stupro: termini per sporgere querela

Per legge [5], in caso di violenza sessuale, il termine per la proposizione della querela è di dodici mesi.

Contrariamente a quanto previsto per gli altri delitti procedibili a querela, per i quali il termine per querelare è di soli tre mesi, c’è tempo un anno per poter denunciare lo stupro subito.

La legge specifica altresì che la querela per violenza sessuale è irrevocabile. Ciò significa che, una volta sporta, non sarà più possibile ritrattare, cioè ritirare la segnalazione.

Stupro: come querelare?

Come anticipato in premessa, sporgere querela per stupro non implica alcun procedimento particolare. Come per ogni altro tipo di reato, la querela può essere scritta oppure orale, e può essere presentata presso qualsiasi autorità di pubblica sicurezza.

Per la precisione, secondo la legge [6], la denuncia è presentata oralmente o per iscritto, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria, ovvero a un agente consolare all’estero.

La stessa regola vale anche per la querela [7].

Per legge [8], sono ufficiali di polizia giudiziaria:

i dirigenti, i commissari, gli ispettori, i sovrintendenti e gli altri appartenenti alla Polizia di Stato, alla Polizia Penitenziaria e al Corpo forestale dello Stato, ai quali l’ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza riconosce tale qualità;

gli ufficiali superiori e inferiori e i sottufficiali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, degli agenti di custodia e del corpo forestale dello Stato nonché gli altri appartenenti alle predette forze di polizia ai quali l’ordinamento delle rispettive amministrazioni riconosce tale qualità (ad esempio, sono ufficiali di polizia giudiziaria anche gli appartenenti alla polizia municipale responsabili del servizio o del Corpo e gli addetti al coordinamento e al controllo);

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il sindaco dei Comuni ove non abbia sede un ufficio della polizia di Stato ovvero un comando dell’arma dei Carabinieri o della Guardia di Finanza.

Stupro: quando è procedibile d’ufficio?

La violenza sessuale è procedibile d’ufficio, con possibilità che chiunque, senza limiti di tempo, possa denunciare il crimine alle autorità, nei seguenti casi:

quando la vittima è minorenne;

se il fatto è commesso dall’ascendente (ad esempio, dal nonno), dal genitore, anche adottivo, o dal di lui convivente, dal tutore ovvero da altra persona cui il minore è affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia o che abbia con esso una relazione di convivenza;

se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle proprie funzioni (si pensi al poliziotto che, abusando della sua carica, costringe una donna a subire un atto sessuale);

se il fatto è connesso con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio (come ad esempio i maltrattamenti in famiglia);

nell’ipotesi di violenza sessuale di gruppo.

Note

[1] Art. 609-bis cod. pen. [2] Cass., sent. n. 21167 del 25 maggio 2006. [3] Cass., sent. n. 6158 del 17 febbraio 2021. [4] Art. 120 cod. pen. [5] Art. 609-septies cod.

Pen. [6] Art. 333 cod. proc. pen. [7] Art. 337 cod. proc. pen. [8] Art. 57 cod. proc.

pen.

Riferimenti

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