L’obesità è una malattia cronica dovuta a:
• fattori genetici
con conseguente alterazione del bilancio energetico ed accumulo eccessivo di tessuto adiposo nell’organismo.
• fattori ambientali
• fattori individuali
OBESITÀ
Tra le patologie più direttamente collegate alla civilizzazione un posto di primaria importanza è ricoperto dal sovrappeso e dall’obesità
Obesità = ob-edere
• Obesità endogena, di origine endocrina o neuroendocrina
• Obesità esogena, o alimentare causata dallo squilibrio tra eccessivo introito calorico e ridotto consumo energetico
In base alle caratteristiche degli elementi cellulari del tessuto adiposo si possono distinguere due tipi di obesità:
1. Obesità di tipo ipertrofico nella quale si osserva un aumento del
volume adipocitario
2. Obesità di tipo iperplastico con un aumento del numero di adipociti
In genere la prima insorge in età adulta ed è più strettamente correlata alle condizioni nutrizionali e quindi più facile da correggere mediante una dieta; la seconda è presente fin dall’infanzia e risente in minor misura delle restrizioni caloriche
In base alla distribuzione della massa adiposa l’obesità si distingue in:
centrale (o addominale o androide):
rapporto vita/fianchi
• nella donna: superiore a 0,85
• nell’uomo: 0,95
periferica (o gluteofemorale o ginoide):
rapporto vita/fianchi
• nella donna: inferiore a 0,85
• nell’uomo: 0,95.
Android obesity Gynoid obesity
Differente Biotipo in base alla distrubuzione del tessuto adiposo
Due sono i periodi della vita a reale rischio di obesità:
Quello intrauterino secondario al sovrappeso della gestante;
l’adolescenza.
•
la formazione dei centri ipotalamici deputati alla regolazione della fame e della sazietà inizia nel 1° e nel 2° trimestre di vita intrauterina;
•
nel 3° trimestre aumenta il numero degli adipociti;
• gli errori alimentari materni durante la gravidanza rappresentano il primo
“step” dell’ obesità infantile;
• un aumento medio di 9 – 11 kg in gravidanza assume ruolo “protettivo” nel possibile sviluppo dell’ obesità in età pediatrica;
• l’incremento di peso oltre la soglia dei 9 – 11 kg e l’ipernutrizione nel
3° trimestre di gravidanza sono chiaramente adipogenetici per il feto.
T. Adiposo Infiltrato di
macrofagi
SOVRACCARICO ENERGETICO
Infiammazione Ipossia
Apoptosi Stress RE
I N
S U F F.
A D I P.
LIPOTOSSICITÀ STRESS OSSIDATIVO
Adipochine
PAI-1 IL-6 Leptina Adiponectina TNF-
Angiotensinogeno Resistina
Viscerale Vs Sottocutaneo (sc)
VISC> SC VISC > SC SC > VISC
? VISC > SC VISC > SC
?
INSULINO-RESISTENZA LIPOTOSSICITÀ STRESS OSSIDATIVO
INFIAMMAZIONE
DIABETE
DISFUNZIONE ENDOTELIALE ATEROSCLEROSI
INFIAMMAZIONE
ADIPOCHINE ADIPOCHINE
Grasso Addominale (ipotesi infiammatoria)
• Il grasso addominale induce un’infiammazione
sistemica attraverso la secrezione di adipochine nella
circolazione portale. L’eccessiva produzione di IL-6 a
sua volta, stimola il fegato a produrre la proteina C-
reattiva, altro marker-chiave di infiammazione. Il
grasso addominale è una causa importante della
produzione di IL-6 che causa l’infiammazione
sistemica alla base di disturbi gravi come diabete e
infarto.
Grasso Addominale (ipotesi metabolica)
• Gli adipociti addominali sono resistenti all'azione anti- lipolitica dell'insulina; di conseguenza immettono in circolo elevate quantità di acidi grassi liberi.
L'immissione avviene a livello portale direttamente nel
fegato, il quale interpreta la presenza di acidi grassi liberi
come un segnale di scarsità energetica ed avvia la
produzione di glucosio attraverso la via biochimica della
gluconeogenesi. L'accumulo di elevate quantità di
glucosio determina un sovraccarico di produzione di
insulina; la persistenza nel tempo di questo stimolo può
causare in definitiva insulino-resistenza e diabete di tipo2
Diminuita soppressione della produzione epatica di glucosio
Ridotto “uptake” del glucosio nel muscolo scheletrico
Aumentata produzione di VLDL
TNF-α
Inibisce la lipogenesi
Stimola la lipolisi
Altera il segnale insulinico fosforilando la serina dell’IRS-1
Riduce l’espressione del GLUT-4
FFA
ADIPOSITA’ VISCERALE
FFA circolanti
Ossidazione muscolare FFA
AcetilCoA Citrato
Inibizione
piruvato-deidr. Inibizione
fosfofruttochinasi
Utilizzazione glucosio
ADIPOSITA’ VISCERALE
FFA circolanti
Ossidazione epatica FFA
AcetilCoA NADH e ATP
Attivazione piruvico-
carbossilasi Gluconeogenesi
OBESITA’
Proteina tirosin-fosfatasi
Defosforilazione recettore insulinico
INSULINO-RESISTENZA
I meccanismi che inducono un aumento dell’espressione della PTP nei soggetti obesi
sono ignoti.
Come si raggiungono gli obiettivi stabiliti?
I protocolli terapeutici che nel tempo hanno trovato consenso scientifico in termini di sicurezza ed efficacia prevedono:
- diete;
- interventi psico-comportamentali;
- terapia farmacologica;
- terapia chirurgica.
Terapia dietetica
La restrizione calorica, o il controllo dell’alimentazione, rappresenta ancora oggi il punto centrale per la riduzione del peso corporeo. Essa mira soprattutto a correggere le errate abitudini alimentari.
Le diete ipocaloriche più utilizzate sono:
convenzionale ipolipidica semidigiuno
Terapia farmacologica
Il farmaco ideale per la terapia dell’obesità dovrebbe essere in grado di indurre perdita esclusiva di grasso corporeo senza causare effetti collaterali.
Le principali categorie di farmaci utilizzate sono:
Anoressizzanti adrenergici
(preparati amfetamino- simili)
Serotoninergici
(dexfenfluramina)
Ormoni
(ormoni tiroidei, gonadotropina corionica, leptina)
Interventi psico-comportamentali
Si intendono una serie di esercizi psicologici il cui scopo è quello di normalizzare il comportamento alimentare al fine di ridurre l’introito calorico e facilitare la perdita di peso.
Comprendono:
Terapia cognitivo- comportamentale
Esercizio
muscolare
Terapia chirurgica
Per i casi di obesità di alto grado, resistente a qualsiasi tipo di trattamento medico, è sempre più frequente e diffuso il ricorso alla terapia chirurgica.
Le varie tecniche chirurgiche proposte sono:
Diversione bilio- pancreatica
Bypass gastrico
Restrizione
gastrica
Terapia Dietetica
Le diete ipocaloriche (LCD) sono raccomandate per la perdita di peso in pazienti sovrappeso ed obesi. Le diete ipocaloriche possono ridurre il peso corporeo totale in media dell’8%, e possono aiutare nella riduzione del tessuto adiposo addominale in un periodo di 6 mesi.
Linee guida NIH (NHLBI-NIDDK), 1998
Linee guida NIH (NHLBI-NIDDK), 1998 - LIGIO, 1999
perdita di peso lenta ma progressiva
Vantaggi
Per dieta drasticamente ipocalorica (very low calory diet, VLCD) si intende un regime alimentare che prevede un livello di 0 Cal, come la dieta esclusivamente idrica, fino a un limite di 800 Cal; dalle 800 Cal in su una dita viene considerata
“moderatamente ipocalorica”.
Queste diete si somministrano con l’obbiettivo di ottenere un bilancio energetico negativo e far si che a scopo energetico si mobilizzino i grassi di deposito
Diete ad alto contenuto in fruttosio hanno mostrtao indurre insulino resistenza, guadagno di peso, iperlipidemia e ipertensione in diversi modelli animali.
In studi sull’uomo, il consumo di fruttosio è stato associato con lo sviluppo di insulino resistenza e dislipidemia a causa della sua capacità di indurre de novo lipogenesi
diidrossiaceton-P gliceraldeide-3P
piruvato
Lattato acetil-CoA
ALDOLASI B
Fruttosio
Fosfofuttokinasi Km < 0.5 mM
fruttosio-1-P
gliceraldeide glicerolo
KINASI
Diidrossiaceton-P
Fructose and the metabolic syndrome: pathophysiology and molecular mechanisms. Nutr Rev. 2007 65:S13-23
Acidi grassi Glicerolo-3P
ATTENZIONE ALLA SCELTA DEI CARBIDRATI
7 calorie per grammo, ma nessun potere nutritivo
Un uso moderato dell’alcool durante i pasti può essere giustificato o anche utile in quanto stimola i processi digestivi.
L’abuso è però dannoso nei diabetici per due ragioni:
l’elevato apporto calorico dell’alcool può produrre un senso di sazietà che interferisce con l’assunzione di una dieta regolare, causando un depauperamento delle riserve dell’organismo
l’alcool blocca la neoglucogenesi e ciò può costituire un problema gravissimo per i diabetici che praticano l’insulina o prendono farmaci ipoglicemizzanti orali. Viene infatti a mancare un fondamentale meccanismo di difesa contro eventuali crisi ipoglicemiche, anche ritardate.
Bere alcool con moderazione
LE PROTEINE
v La quota proteica non deve mai scendere al di sotto dei fabbisogni normali: 1/3 proteine ad elevato valore biologico (latte, pesce, uova e carne) 2/3 proteine vegetali (legumi)
v In caso di microalbuminuria o nefropatia diabetica
conclamata non superare il 10% dell’E.T. (0.7-0.9
g/kg/die)
Linee guida NIH (NHLBI-NIDDK), 1998 - LIGIO, 1999
Composizione Nutrizionale per Una Dieta Ipocalorica
Fibre 20-30 g die
Calcio 1000-1500 mg die
Cloruro di sodio < 100 mmol die (~2.4 g Na o 6 g NaCl)
Carboidrati 55% o più delle calorie totali
Proteine 15% delle calorie totali
Colesterolo < 300 mg die
Acidi grassi polinsaturi 7-10% delle calorie totali Acidi grassi monoinsaturi 10-15% delle calorie totali Acidi grassi saturi 8-10% delle calorie totali Grassi totali 30% delle calorie totali
Calorie 500-1000 kcal die in meno rispetto
all’introito consueto
Nutrienti
Apporto raccomandato
CALO PONDERALE
Spesa energetica totale Massa magra
fino al 30% del tot.
Controllo adipostatico (leptina) che si oppone ai cambiamenti di peso
Indotta da regimi ipocalorici proteolisi gluconeogenesi
epatica.
ESERCIZIO FISICO COME STRUMENTO PER LIMITARE LA
PERDITA DI MASSA MAGRA
DIMINUZIONE DELLA MASSA MAGRA: RIMEDI
Esercizio fisico:
• Aerobico (endurance)
Aumenta la VO 2 max, migliora la fitness CV.
Aumenta la spesa energetica tot. (ancora controverso se aumenti spesa energ. a riposo).
• Anaerobico (potenziamento)
Aumenta la forza e la massa muscolare; il
migioramento globale delle funzioni
muscoloscheletriche fa aumentare l’attività
fisica spontanea.
EFFETTO DI DIETA + ESERCIZIO FISICO
Pavlou et al. Am J Clin Nutr ,1989
- 16 - 12 - 8 - 4 0
% Peso
- 20
(mesi)
0 12 36
+ Es. fisico
Solo dieta
TRATTAMENTO FOLLOW-UP
CHIRURGIA BARIATRICA
Altri interventi non malassorbitivi
Gastroplastica Orizzontale
Gastroplastica
Verticale
• Suppression of ghrelin productionby the excluded stomach may be another mechanism of weight loss.
• Porieset al. reported 58%, 55%, and 49% loss of excess weight (definedas the patient’s weight minus the patient’s estimated"ideal" body weight) at 5, 10, and 14 years postoperatively.
• A gastrojejunostomy produces a dumping syndrome if the patientingests high-carbohydrate foods.
• Deficiencies of iron, calcium, thiamin, and vitamins A,C, D, and B12 have been observed, and long-term supplementationis recommended
Bypass gastrico Roux-en-Y (SRVG-RGB)
(CLA)
w-3 COME APPROCCIO ALL’OBESITA’:
modulazione metabolismo lipidico e carboidratico
Capacità di legare i recettori PPAR (PEROXISOME PROLIFERATOR–
ACTIVATED RECEPTOR) promuovendo l’ossidazione nel fegato e nel tessuto adiposo degli acidi grassi
PPAR aumenta la trascrizione di geni
coinvolti nell’uptake e nell’ossidazione di
acidi grassi nel fegato e muscolo e sono il
target dei fibrati (farmaci ipolipidemici). I
fibrati (farmaci ad azione
ipolipidemizzante) up-regolano PPAR
L’attivazione dell’ossidazione degli acidi grassi interessa sia la via perossisomiale sia la via mitocondriale. Infatti, gli omega-3 attivano l’espressione sia degli enzimi che catalizzano l’ossidazione perossisomiale degli acidi grassi
PPAR: effetti metabolici
PPARa ligands
Attivazione della trascrizione Proteine
liganti i lipidi
w-ossidazione perossisomiale
-ossidazione mitocondriale
-ossidazione perossisomiale
Dicarboxylic acids
// ossidazione
ossidazione Acidi grassi a lunga catena, acidi
grassi a catena ramificata
Ligandi sintetici di PPAR
PPAR PPAR g
Ossidazione acidi grassi
Riduzione dei trigliceridi (LDL) Incremento di HDL
Riduzione insulino resistenza Riduzione della glicemia
Riduzione dei lipidi
Proliferazione cellualre Differenzazione delle glia
PPAR
AG Eicosanoidi
8(S)-HETE
Fibrati TZD
AG Prostanoidi
Rosiglitazone
Pioglitazone
Legano un recettore nucleare il PPAR-g che fa maturare gli adipociti e ne riduce la lipolisi. Il maggiore effetto è legato all’aumentato uptake del glucosio a livello del muscolo scheletrico
volume LDL, HDL
GLITAZONICI
CLASSE:
FARMACI:
MECCANISMO D’AZIONE:
TIAZOLIDINEDIONI (TDZ)
EFFETTI COLLATERALI: Aumento di peso, insufficienza cardiaca, ritenzione di liquidi epatotossicità, anemia
CONTROINDICAZIONI: Epatopatie, nefropatie insuff.cardiaca, gravidanza
la produzione epatica di glucosio x lipolisi (glucosio-FFA) e ATP (tossico)
dei lipidi circolanti
la captazione periferica del glucosio uptake intestinale glucosio (tossico)
BIGUANIDI
MECCANISMO D’AZIONE:
FARMACO:
METFORMINA
EFFETTI COLLATERALI:
Disturbi gastrointestinali Rara l’acidosi lattica
Farmaci orali
CONTROINDICAZIONI: Epatopatie, nefropatie insuff.cardiaca, gravidanza
Inibitori enzimatici intestinali
Riduce l’assorbimento di carboidrati e l’escursione glicemica postprandiale
Non provoca ipoglicemia o aumento di peso
FARMACO:
CLASSE:
Acarbose, Miglitolo (USA) Inibitori -glucosidasi (AGI)
MECCANISMO D’AZIONE:
Flatulenza e diarrea
EFFETTI COLLATERALI
:Farmaci orali
CONTROINDICAZIONI :
Gravidanza
Inibitori enzimatici intestinali
Riduce l’assorbimento di lipidi (30%)
FARMACO:
CLASSE:
Orlistat
Inibitore lipasi intestinale
MECCANISMO D’AZIONE:
Flatulenza e diarrea
EFFETTI COLLATERALI:
Farmaci orali
CONTROINDICAZIONI :