IL DIABETE
Docente: Prof.ssa Donatella Gargano
Le alterazioni del metabolismo glucidico
Tra le malattie metaboliche quella più importante e che riveste il maggiore interesse per la sanita pubblica, è sicuramente il diabete.
Il diabete è una patologia cronica a larghissima diffusione non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo, e destinata ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione.
I dati ISTAT indicano che in Italia risulta diabetico il 4,9% della popolazione (5,2% per le donne e 4,5% per gli uomini), pari a circa 3 milioni di persone.
Il diabete comprende un insieme eterogeneo di patologie dovute a fattori e meccanismi causali diversi ma caratterizzate in modo comune da un’alterazione del metabolismo glucidico, con elevata concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia) e presenza dello stesso nell’urina (glicosuria).
DIABETE MELLITO
Sindrome che comprende un gruppo di malattie
metaboliche dovute ad un difetto di secrezione e/o di
azione dell’insulina, caratterizzate dalla presenza di
iperglicemia e dalla comparsa a lungo termine di
complicanze croniche a carico di vari organi, in
particolare occhi, rene, nervi, cuore e vasi sanguigni
DIABETE MELLITO
• E’ una patologia del ricambio, che comporta un’eccessiva espulsione di urina (poliuria), con conseguente eccessiva sete del paziente (polidipsia).
• L’aggettivo mellito è dovuto al sapore dolce dell’urina prodotta, a causa della presenza in essa di glucosio (glicosuria).
• E’ una patologia di origine endocrina che dipende da mancanza,
carenza e/o riduzione di attività dell’ormone insulina il quale,
insieme al glucagone, ha il compito di regolare la quantità di
glucosio nel sangue (glicemia).
DIABETE MELLITO
• Il glucosio rappresenta la più importante fonte di energia per il nostro organismo; in parte esso viene utilizzato immediatamente, in parte immagazzinato sotto forma di glicogeno;
• Il glucosio presente nel sangue deve essere trasportato all’interno delle cellule per essere bruciato e poter, così, sprigionare energia. Questo compito è svolto dall’ INSULINA.
• L’INSULINA è prodotta dalla parte endocrina del pancreas
(Isole di Langerhans), in particolare dalle cellule denominate
beta.
DIABETE MELLITO
L’ INSULINA è prodotta dalla parte endocrina del pancreas (Isole di Langerhans), in particolare dalle cellule denominate beta:
• Consente al glucosio di entrare all’interno delle cellule dell’organismo;
• E’ un ormone IPOGLICEMIZZANTE.
L’antagonista dell’insulina è il GLUCAGONE, ormone IPERGLICEMIZZANTE prodotto dalle cellule alfa del pancreas endocrino.
I due ormoni dovrebbero essere sempre in equilibrio, per
garantire al sangue la fisiologica presenza di glucosio.
DIABETE MELLITO : Classificazione
In assenza di franca iperglicemia, i criteri 1-3 devono essere confermati da test ripetuti
DIABETE MELLITO : Criteri Diagnostici
Glicemia
(mg/dl) Modalità di rilievo
140 digiuno
200 2 ore dopo OGTT
CRITERI DIAGNOSTICI PER IL DIABETE
1. Emoglobina glicosilata (HbA1C) 6.5%
2. Glicemia a digiuno 126 mg/dl 3. Glicemia 2 h dopo OGTT 200 mg/dl 4. Glicemia random 200 mg/dl
in presenza di segni clinici di diabete
Rilievo
Normoglicemia
Alterata glicemia a digiuno / Ridotta
tolleranza glucidica Diabete Digiuno < 100 mg/dl 100-125 mg/dl
(IFG)
126 mg/dl*
2 ore dopo OGTT
< 140 mg/dl 140-199 mg/dl (IGT)
200 mg/dl*
Casuale 200 mg/dl
sintomi di diabete
DIABETE MELLITO : Criteri Diagnostici
Curva da carico orale di glucosio (OGTT, Oral Glucose Tolerance Test): 75 gr di glucosio
(bambini 1.75 gr/kg) sciolto in acqua (200-300 cc).
90%
Diabete di tipo 1
(IDD, Insulin Dependent Diabetes)(Diabete mellito insulino dipendente, IDDM; Diabete ad insorgenza giovanile)
5-10%
Distruzione autoimmune delle cellule b pancreatiche
Tipo 1A
Tipo 1B 10% Distruzione delle cellule b pancreatiche per cause non note
Assenza di markers di autoimmunità e di associazione con HLA I pazienti con diabete di tipo 1 richiedono terapia con Insulina
Sviluppano chetoacidosi diabetica se non trattati
DIABETE MELLITO : Classificazione
DIABETE MELLITO: Classificazione
Il diabete di tipo I, che colpisce in prevalenza soggetti al di sotto dei 15 anni di età e costituisce circa il 10% dei casi di diabete, è dato dalla mancanza , totale o quasi, dell’insulina in seguito alla distruzione causata da alcuni virus (enterovirus, parotite, rosolia ecc) delle cellule beta delle Isole di Langerhans.
Nell’insorgenza di questo tipo si diabete sono stati considerati
anche fattori non genetici (ambientali), anche se ne sono quasi
sempre colpiti soggetti geneticamente predisposti.
DIABETE di TIPO 1
malattia multifattoriale
fattori genetici
immunologici
ambientali
IPOTESI PATOGENETICA predisposizione
genetica fattori
ambientali
RISPOSTA AUTOIMMUNE
distruzione delle cellule b-pancreatiche
difetto di secrezione di insulina iperglicemia
chetosi Viene mantenuta
una glicemia normale finchè la massa b-cellulare è
superiore al 50%
Il tempo di distruzione delle cellule b è variabile
Virus : Citomegalovirus, herpes, parotite, rosolia, enterovirus (coxackie B4), retrovirus, rotavirus.
Dieta: latte vaccino nella prima infanzia (b-caseina) Cereali prima dei 3 mesi o dopo i 7;
Tossici ambientali (nitati).
Vit D ruolo protettivo
DIABETE MELLITO : Classificazione
7.5-10% dei pazienti adulti con apparente diabete di tipo 2 Pazienti normopeso, con ridotta secrezione endogena di insulina, scarsa risposta alla terapia con dieta ed ipoglicemizzanti orali
Diabete di tipo 1 ad insorgenza in ETA’ ADULTA (LADA)
Sospetto di LADA:
• età <50 anni;
• BMI <25 kg/m2;
• anamnesi familiare positiva per diabete tipo 1 o malattie autoimmuni;
• anamnesi positiva per malattie autoimmuni;
• inadeguato compenso glicemico in corso di trattamento con ipoglicemizzanti orali a distanza di 6-12 mesi dalla diagnosi.
L’età di esordio >50 anni e la presenza di soprappeso non devono, tuttavia, fare escludere a priori la diagnosi di LADA quando gli altri criteri siano soddisfatti.
DIABETE TIPO 1
• Poliuria e nicturia: quando l’iperglicemia supera la soglia renale del glucosio (160-180 mg/dl) si accompagnano a glicosuria
• Polidipsia: Sensazione di sete intensa che porta al bisogno di una sproporzionata quantità di liquido, compensatoria alla poliuria.
• Cute e mucose secche, Disidratazione: causate dalla poliuria
• Dimagrimento e polifagia: perdita di glucosio e mancata utilizzazione degli elementi nutritivi dovuti al difetto di insulina.
• Riduzione della crescita nel bambino
• Debolezza ed astenia
Possono inoltre essere presenti:
Chetonuria con o senza alito acetonemico (rara nel diabete di tipo 2) (si verifica quando, per mancata utilizzazione del glucosio, viene bruciata una quota eccessiva di grassi per cui aumentano i corpi chetonici nel sangue e poi nelle urine).
Sintomi da iperchetonemia: Anoressia, nausea, vomito, alitosi (alito dolciastro simile a frutta matura), dolori addominali, astenia marcata, aggravamento della poliuria (disidratazione), respiro profondo e rapido, fino al coma chetaocidosico.
MANIFESTAZIONI CLINICHE
Diabete di tipo 2
(NIDD, Non Insulin Dependent Diabetes)(Diabete mellito non insulino dipendente, NIDDM; Diabete ad insorgenza nell’adulto)
90%
• Non vi è responsabilità virale ma si ha predominanza di fattori genetici associati a fattori favorenti, come l’alimentazione non corretta, l’obesità, la sedentarietà.
• Questo tipo di diabete insorge dopo i 45 anni di età, non è dato dalla mancanza dell’insulina, ma da un difetto del meccanismo d’azione dell’insulina sulle cellule che si ripercuote sull’assorbimento e immagazzinamento del glucosio.
Insulino-resistenza
Difetto relativo di insulina
DIABETE MELLITO : Classificazione
malattia multifattoriale
fattori genetici
ambientali
fattori
genetici fattori
ambientali
70-90%
concordanza fra gemelli omozigoti elevato rischio in parenti di I° grado
(40%)
obesità
ridotto esercizio fisico
dieta ricca di grassi
insulino-resistenza ridotta secrezione di insulina iperglicemia
DIABETE di tipo 2
ETA’
Diminuzione della risposta biologica all’ insulina (endogena o esogena)
Insulino-resistenza
Difetto recettoriale:
ridotto numero o funzione
del recettore insulinico Difetto postrecettoriale:
alterazione di
• enzimi o substrati coinvolti nei
meccanismi di trasduzione del segnale
• trasportatori del glucosio
Storia naturale del diabete di tipo 2
1. Fase di compenso (molti anni) Insulino resistenza
Iperinsulinemia con normale tolleranza glucidica 2. Fase di scompenso
IGT : Iperinsulinemia con ridotta tolleranza glucidica
L’iperglicemia postprandiale è dovuta principalmente a difetto di captazione insulino- mediata di glucosio sia da parte del fegato (sintesi di glicogeno) e soprattutto del muscolo.
IFG : L’aumentata richiesta di insulina si associa ad un progressivo declino funzionale delle cellule beta con aumento della glicemia a digiuno (IFG)
L’iperglicemia a digiuno è legata ad un aumentata produzione epatica di glucosio. E’
indice soprattutto di ridotta produzione di insulina ed anche di maggior disponibilità di substrati gluconeogenetici.
3. Diabete
Iperglicemia a digiuno
L’accopiata insulino-resistenza/ridotta funzione pancreatica, accelerata dai fenomeni di glucotossicità, lipotossicità ed insulinotossicità, determina un aumento della produzione epatica di glucosio, una ulteriore riduzione della captazione insulino-mediata di glucosio con conseguente iperglicemia a diguino o malattia conclamata.
SOGGETTI A RISCHIO PER DIABETE DI TIPO 2
• Età 45 anni
• Sovrappeso (BMI 25)
• Storia familiare di diabete (genitori, fratelli)
• Inattività fisica
• Razza/etnia (africano-americani, ispano-americani, americani nativi, asio- americani, isole del pacifico)
• Precedente riscontro di IGT o IFG
• Pregresso diabete gestazionale o figlio > 4 kg alla nascita
• Ipertensione arteriosa ( 140/90 mmg/Hg)
• Dislipidemia (colesterolo HDL 35 mg/dl e/o trigliceridi 250 mg/dl)
• Sindrome dell’ovaio policistico (PCO)
• Altre condizioni associate ad insulino resistenza (obesità grave, acantosis nigricans,etc..)
• Storia di malattia cardio-vascolare
DIABETE di tipo 2
Diabete Gestazionale (GMD)
La funzione pancreatica non è sufficiente a controbilanciare l’insulino-resistenza creata dagli ormoni placentari [GH e lattogeno placentare, CRH (cortisolo), progesterone]
1-14% delle gravidanze nelle varie popolazioni 90% di
tutte le forme di diabete che si osservano in gravidanza
2°-3° trimestre
DIABETE GESTAZIONALE:
almeno 1 valore maggiore
Valutazione all’inizio della gravidanza (glicemia a digiuno, HGbA1c) per escludere il diabete
Glicemia basale 92 mg/dl
60 min 180
120 min 153
Si manifesta nel corso della gravidanza e regredisce, in genere, dopo il parto.
Viene diagnosticato tra la 24ae la 34asettimana di gestazione.
DIABETE MELLITO : Classificazione
Diabete Gestazionale (GMD)
Il diabete gestazionale non diagnosticato e, quindi, non trattato, comporta rischi rilevanti:
• Per la madre complicazioni ipertensive, più frequente necessità di ricorso al parto cesareo, ecc.
• Per il feto e il neonato aumentata incidenza di macrosomia, iperbilirubinemia, ipocalcemia, policitemia, ipoglicemia.
Basso rischio.
Lo screening non è necessario in presenza di tutte le seguenti caratteristiche:
– età inferiore a 25 anni;
– peso pre-gravidico normale;
– familiarità negativa per diabete mellito;
– anamnesi negativa per alterazione del metabolismo glucidico;
– anamnesi ostetrica priva di esiti sfavorevoli;
– gruppo etnico a bassa prevalenza di diabete gestazionale.
• Aumentato rischio di anomalie congenite;
• Maggior rischio di complicanze diabetiche (retinopatia e nefropatia);
• necessità di rapido ed adeguato trattamento e follow-up
• conferma ed adeguato del trattamento dopo la gravidanza.
• Follow-up dei nascituri per aumentato rischio di obesità, alterazione del metabolismo glucidico e malattia cardiovascolare
Diabete in corso di gravidanza
Complicanze Croniche del Diabete Mellito
Mortalità e complicanze
Chetoacidosi diabetica (tipica del diabete di tipo 1):
• Acidosi metabolica per aumento dei corpi chetonici;
• Indotta da carenza assoluta di insulina ed aumento del glucagone;
• Progredisce fino al coma;
• Terapia con insulina ed apporto di liquidi.
Sindrome iperglicemica iperosmolare (tipica del diabete di tipo 2):
• Grave aumento della glicemia e dell’osmolarità plasmatica senza chetosi;
• Indotta da eventi scatenanti (processi infettivi, eventi cardio o
cerebrovascolari, traumi, chirurgia maggiore, etc…) che spesso aggiungono una disidratazione ad una situazione di scadente controllo metabolico;
• Progredisce fino al coma, la prognosi è infausta in una elevata percentuale di soggetti;
• Terapia soprattutto con liquidi ed insulina.
CRISI IPOGLICEMICA
• Frequente nel diabete di tipo 1 trattato;
• Sintomi adrenergici e neurologici;
• Terapia con somministrazione di glucosio e rimozione degli errori terapeutici.
COMPLICANZE ACUTE
COMPLICANZE CRONICHE
MICROVASCOLARI
OCULARI Retinopatia
RENALI Nefropatia diabetica
NEUROLOGICHE Polineuropatia Neuropatia
Mononeuropatia
MACROVASCOLARI
• Vasculopatia Coronarica
• Vasculopatia Cerebrale
• Vasculopatia Periferica
Altre complicanze Cataratta
Complicanze cutanee Infezioni ricorrenti Malattia parodontale Dislipidemia,
Ipertensione
Piede diabetico
Alterazioni neuropatiche e vascolari che portano a lesioni trofiche delle estremità
inferiori
In Italia il diabete rappresenta
la prima causa di amputazione arti inferiori rappresentando il 60% di tutte le cause di
amputazione
Piede diabetico
III° PRINCIPIO DELLA DINAMICA
“Ad ogni azione segue una reazione uguale e contraria che tende a riportare il sistema in
equilibrio”
Isaac Newton