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DATI EPIDEMIOLOGICI SULLE INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMISSIBILI (IST) A BOLOGNA

Shurdhi A.1, Pignanelli S.1, Negosanti F.2, Andreyeyeva S.2,

Burtica E. C.2, D’Antuono A.2

1DMCSS - Sez. di Microbiologia - Università degli Studi di Bologna

- Via Massarenti 9, 40138 Bologna

2DMCSS - Sez. di Dermatologia - Università degli Studi di Bologna

- Via Massarenti 9, 40138 Bologna

Introduzione. Le IST rappresentano un problema sanitario e sociale di primaria importanza a livello mondiale per l’e-levata diffusione, per le sequele cliniche e per le risorse economiche richieste per la cura. In questo studio è stata indagata l’incidenza delle IST ed i fattori di rischio ad esse correlabili.

METODI: Da gennaio a dicembre 2006 sono stati studiati pazienti a rischio per infezioni veneree presso l’ambulato-rio MTS del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. La diagnosi di infezione è stata posta attraverso evidenze cli-niche (anamnesi ed esame obiettivo) e laboratoristiche (indagini colturali, microscopiche e sierologiche). Sono state studiate infezioni veneree “classiche” sorrette da T.

pallidum, N. gonorrhoeae, C. trachomatis ed H. Ducreyi

ed alcune delle infezioni veneree “di seconda generazione” sorrette da HPV, HSV-2, HIV e dal genere

Molluscipoxvirus.

Risultati. Attraverso un’analisi clinico-laboratoristica sinergica sono stati diagnosticati 773 nuovi casi di infezio-ne veinfezio-neree. Tra i nuovi casi di IST diagnosticati, quelli che hanno dimostrato, una maggiore incidenza in assoluto sono stati da HPV (38.3%) e da T. pallidum (23%), seguiti da

HSV-2 (14.9%), N. gonorrhoeae (11.5%), C. trachomatis

(9%), Virus del Mollusco contagioso (8%) ed H. ducreyi (0.1%). E’ stata valutata inoltre una concomitante infezio-ne da HIV infezio-nell’1.7% dei nuovi casi di infezioinfezio-ne diagnosti-cati. Tra i fattori di rischio valutati (età, etnia, uso di dro-ghe, contraccezione, n° di partner, ecc.), quelli risultati maggiormente implicati nella diffusione delle infezioni indagate, sono rappresentati dal mancato utilizzo (83%) di contraccettivi di barriera (condom) e dall’elevata promi-scuità sessuale (≥3 partner, nei sei mesi precedenti l’inda-gine, nel 59.8% dei casi).

Conclusioni. I dati ottenuti dimostrano, come per altro descritto in letteratura, l’elevata frequenza delle IST, evi-denziando, inoltre, i fattori di rischio maggiormente implicati nella diffusione di tali infezioni. Gli studi epide-miologici di queste infezioni, pertanto, rappresentano uno strumento estremamente importante di consultazione per pianificare nuove strategie di intervento e di prevenzione.

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UTILIZZO DEL TERRENO CROMOGENO MRSA ID NELLA SORVEGLIANZA DI

STAPHYLOCOCCUS AUREUS

METICILLINO-RESISTENTE IN UN REPARTO A BASSA ENDEMIA PER MRSA.

Paccagnella S.1,Tessari A.1, Squarzon L.1, Scarin M.1, Munari M.2, Cavallaro A.1

1UO Microbiologia e Virologia, Azienda Ospedaliera di Padova. 2UO Neurochirurgia TIPO, Azienda Ospedaliera di Padova.

Introduzione. Lo Staphylococcus aureus meticillino-resi-stente è uno dei più comuni patogeni responsabile di infe-zioni nosocomiali. La maggior parte delle infeinfe-zioni ospe-daliere da S. aureus sono causate da ceppi presenti nella cute o nelle mucose prima del ricovero e il principale mezzo di trasmissione tra pazienti è rappresentato delle mani contaminate degli operatori sanitari. Una rapida dia-gnosi di infezione da MRSA è di fondamentale importanza per approntare una terapia adeguata e adottare le opportu-ne misure per evitare la trasmissioopportu-ne del microrganismo ad altri pazienti.

Materiali e metodi. Nel periodo aprile-giugno 2007 sono stati analizzati 25 pazienti provenienti dal reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica dall’Azienda Ospedaliera di Padova. Per ciascun paziente sono stati effettuati 3 tamponi faringei (TF) e 3 nasali (TN) (all’in-gresso e al secondo e sesto giorno di ricovero), al fine di poter evidenziare i tempi dell’eventuale colonizzazione da MRSA. I campioni sono stati seminati in parallelo su ter-reno cromogeno MRSA ID (4 mg/L di cefoxitina) e su agar sangue e incubati per 18/24 ore a 37°C. Si è poi proceduto all’identificazione e all’antibiogramma, con metodo Vitek2, delle colonie di stafilococco.

Risultati. L’analisi di 150 campioni ha rivelato un totale di 40 tamponi positivi per Staphylococcus aureus, apparte-nenti ad 8 pazienti. Sei ceppi con fenotipo MRSA sono stati isolati da 2 di questi pazienti. Nel primo caso MRSA è stato isolato da TN fin dal momento del ricovero e da TF al sesto giorno, mentre nel secondo paziente la positività è stata riscontrata al sesto giorno di ricovero sia su TF che TN. L’identificazione di Staphylococcus aureus tramite MRSA ID è risultata concorde al 100% con i risultati otte-nuti dalla semina in agar sangue e successiva identifica-zione e antibiogramma con Vitek2, sia per i ceppi meticil-lina sensibili che per MRSA.

Conclusioni. Lo studio è stato condotto su pazienti prove-nienti da un reparto a bassa endemia di MRSA (8%) e in cui risultasse di sicura utilità pratica l’individuazione tem-pestiva di eventuali portatori di MRSA al momento del ricovero. Il terreno MRSA ID, identificando

Staphylococcus aureus meticillino-resistenti in meno di 24

ore, si rivela un valido ausilio per la tempestiva e accurata diagnosi di questo patogeno.

volume 22, numero 3, 2007 POSTER

Microbiologia

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