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CAPITOLO SECONDO
MODELLI DI RENDICONTO FINANZIARIO 2.1 La normativa di riferimento
Dopo aver illustrato nel precedente capitolo lo strumento del rendiconto, la sua logica, le modalità di costruzione e le finalità, risulta opportuno soffermarci brevemente sulla normativa di riferimento di questo strumento che negli ultimi anni, o forse meglio dire mesi, ha subito dei cambiamenti rilevanti.
In Italia fino al 2015 il legislatore non aveva previsto il rendiconto finanziario tra i documenti da allegare obbligatoriamente al bilancio. Però alcuni organismi italiani e internazionali hanno emanato negli anni alcuni documenti che consigliano fortemente la redazione del rendiconto e il suo inserimento in nota integrativa. Tra questi possiamo ricordare:
- l’OIC 10 che analizzeremo nel dettaglio nel terzo paragrafo di questo capitolo.
- la Circolare Assonime1 n.14 dell’11 febbraio 1986 “Disciplina delle società. Rendiconto finanziario”
- la Circolare Assonime n.12 del 31 Gennaio 1989 “Società con titoli quotati. Informazione del mercato. Relazione annuale degli amministratori”.
- Il principio contabile internazionale IAS 7 che tratteremo nel successivo paragrafo.
La circolare Assonime n. 14 prevede due modelli di rendiconto: il primo basato sulle disponibilità monetarie (cassa, saldi attivi di conti correnti o depositi bancari e titoli di agevole smobilizzo) ; il secondo, invece, sulla posizione finanziaria complessiva che quindi non esplicita le operazioni di accensione o di rimborso dei prestiti, essendo incluse nella risorsa presa come oggetto di riferimento. Entrambi i prospetti presentano una forma a sezioni sovrapposte, con un’ulteriore distinzione, nella sezione delle fonti, tra flussi interni ed esterni.
1
L'Assonime è un'associazione fra le società italiane per azioni.
Si occupa dello studio e della trattazione dei problemi che riguardano gli interessi e lo sviluppo dell'economia italiana.
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La circolare n. 12 propone un modello basato sulla posizione finanziaria netta a breve (disponibilità liquide al netto dell’indebitamento finanziario a breve) e presenta una forma scalare con distinzione dei flussi monetari derivanti da: attività di esercizio, investimenti in immobilizzazioni, finanziamento e distribuzione di utili.
Inoltre vi è un altro documento, quello del 28 Febbraio 2015 a cura della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che ha come obiettivo quello di richiamare le indicazioni riportate nell’OIC 10 e di rappresentare le fasi salienti che caratterizzano la redazione del rendiconto finanziario fino all’interpretazione dei risultati concernenti i flussi degli impieghi e delle fonti di cassa.
La novità più recente in tema di rendiconto è rappresentata dal D.LGS n.139 18 Agosto 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.205 del 4 Settembre 2015 di attuazione della direttiva 2013/34/UE.
Questo decreto inserisce il rendiconto nell’ art. 2423 del codice civile tra i documenti obbligatori che compongono il bilancio.
Il contenuto e le caratteristiche del rendiconto sono riportate nel nuovo art. 2425 ter del codice civile.
Di seguito riportiamo il testo dell’articolo. “Articolo 2425 ter
Dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.”
Questo articolo inizia a decorrere dal 1 Gennaio 2016 e si applica ai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio a partire dal 1 Gennaio 2016. Di seguito riportiamo una tabella con indicate le imprese obbligate a redigere il rendiconto a seguito della nuova normativa:
28 2.2 IAS 7
Il principio contabile internazionale IAS 7 (Statement of cash flows) è stato emanato dalla IASC (International Accounting Standards Committee) oggi IASB (International Accounting Standards Board) nel 1992.
Secondo questo principio le informazioni contenute nel rendiconto consentono a chi utilizza il bilancio di valutare la capacità dell’entità di generare risorse liquide e l’utilizzo che l’entità ha fatto di esse.
Imprese Parametri di
identificazione
Obbligo di redazione
Micro imprese N. medio dipendenti: 5
Totale stato patrimoniale: 175mila euro Ricavi da vendite e prestazioni: 350mila euro NO Piccole imprese(bilancio in forma abbreviata) N. medio dipendenti: 50 Totale stato patrimoniale: 4.400.000 euro Ricavi da vendite e prestazioni: 8.800.000 euro NO Medie e grandi imprese
Società che superano, per due esercizi consecutivi, almeno due delle soglie che delimitano la classe delle piccole imprese. SI Società che redigono il bilancio consolidato SI Società di persone NO
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Inoltre la serie storica dei flussi finanziari può essere utilizzata a scopi previsionali poiché consente l’utilizzo di sistemi di valutazione e confronto tra le aziende che sono basati sul valore attuale dei flussi finanziari. Infine lo IAS 7 sottolinea come il confronto basato su flussi di cassa consenta una comparazione più efficace tra le aziende rispetto a quella che utilizza i risultati operativi perché si eliminano gli effetti che derivano dall’utilizzo di trattamenti contabili diversi per gli stessi fatti e operazioni.
Il rendiconto deve far parte del bilancio d’esercizio insieme ai prospetti di Stato Patrimoniale, Conto Economico e prospetto delle variazioni del patrimonio netto.
È inoltre richiesta una comparazione tra due esercizi come specifica il principio IAS 1.
La risorsa di riferimento individuata dallo IAS 7 è costituita dalle disponibilità liquide e mezzi equivalenti (cash and cash equivalents). Le disponibilità liquide sono costituite da cassa e depositi a vista. I mezzi equivalenti invece, sono “investimenti finanziari a breve termine ed alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e che sono soggetti ad un irrilevante rischio di variazione del loro valore”2.
Inoltre gli scoperti di conto corrente vengono portati in deduzione della risorsa di riferimento.
Questo principio prevede la classificazione dei flussi finanziari in tre aree: attività operativa, di investimento, di finanziamento.
Nello IAS 7 l’attività operativa comprende le principali attività generatrici di ricavi e le altre attività che non sono di investimento e di finanziamento. In questa area rientra la gestione caratteristica aziendale, il suo core business, ma anche l’area accessoria o extra-caratteristica.
Nello IAS 7 il flusso di cassa dell’attività operativa esprime tutto il flusso di cassa della gestione reddituale ovvero l’equivalente monetario di tutto il conto economico.
2 IAS 7, par.6
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Sono cioè flussi finanziari che derivano “dagli altri fatti e operazioni che partecipano alla determinazione dell’utile o della perdita d’esercizio”3. Alcuni esempi di flussi ricompresi in questa area sono:
- Incassi dalla vendita di prodotti e prestazione di servizi - Incassi da royalties, commissioni e altri ricavi
- Pagamenti a fornitori di merci e servizi
- Pagamenti a lavoratori dipendenti e altri collaboratori
- Incassi e pagamenti comunque legati all’attività operativa es. premi assicurativi, provvigioni e affitti.
Secondo il principio, l’ammontare di flussi derivante da quest’area riveste una particolare importanza poiché esprime la capacità di generare flussi sufficienti per rimborsare prestiti, pagare dividendi ed effettuare investimenti senza ricorrere a fonti di finanziamento esterne. Per ricavare i flussi derivanti dall’attività operativa ci sono due modalità: metodo diretto e metodo indiretto.
Con il primo si vanno a rappresentare le principali categorie di incassi e pagamenti lordi. Lo IAS specifica che i dati possono essere ricavati o dalle registrazioni contabili dell’entità o attraverso rettifiche effettuate sulle voci di conto economico4.
Con quest’ultimo approccio i vari elementi vengono rettificati per eliminare ciò che non influenza i mezzi finanziari (per esempio si elimina dalle vendite la variazione dei crediti per risalire alle entrate effettive dai clienti), per eliminare ciò che non rientra nell’area operativa (per esempio le plusvalenze) e per eliminare ciò che non è monetario (ammortamenti, accantonamenti).
Di seguito viene presentato il prospetto indicato dallo stesso principio:
3 IAS 7 , par. 14
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Flussi finanziari derivanti da attività operative 201X Entrate per incassi da clienti
Uscite per pagamenti a fornitori e lavoratori dipendenti
Disponibilità liquide generate dalle operazioni Interessi corrisposti
Interessi ricevuti
Proventi incassati da partecipazioni (dividendi ricevuti)
Imposte sul reddito corrisposte
Disponibilità liquide derivanti dall’attività operativa (fonte: Appendice IAS 7)
Il risultato “disponibilità liquide generate dalle operazioni” va ad esprimere il flusso di cassa della gestione operativa caratteristica. Sotto di esso troviamo interessi attivi e passivi, proventi finanziari e infine le imposte sul reddito.
Con il secondo metodo, ovvero quello indiretto, il flusso finanziario dell’attività operativa viene ottenuto apportando rettifiche all’utile o perdita d’esercizio. Le rettifiche vengono apportate per gli effetti di : - Variazioni delle rimanenze, crediti e debiti cioè del capitale circolante
netto operativo.
- Elementi non monetari come ammortamenti e accantonamenti.
- Imposte, utili e perdite di cambio non realizzati, proventi e oneri finanziari.
- Altri elementi i cui effetti monetari sono flussi finanziari dell’attività di investimento o finanziamento (es. plusvalenze, minusvalenze)
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Flussi finanziari derivanti da attività operative 201X
Utile prima delle imposte Rettifiche per:
-perdite su cambi -interessi passivi
-Proventi incassati da partecipazioni (dividendi ricevuti) -Ammortamenti
-Minusvalenza da cessione immobilizzazioni materiali
Totale rettifiche
Flusso di capitale circolante
Incremento dei crediti commerciali e diversi Decrementi nelle rimanenze
Decrementi nei debiti verso fornitori
Disponibilità liquide generate dalle operazioni
Interessi corrisposti
Imposte sul reddito corrisposte
Disponibilità liquide derivanti dall’attività operativa
(fonte: appendice IAS 7)
Possiamo notare come dall’utile di esercizio si determini prima il flusso di capitale circolante, ottenuto sommando all’utile le perdite/utili su cambi, proventi e oneri finanziari, plusvalenze e minusvalenze e i costi non monetari (ammortamenti e accantonamenti). Poi al flusso di circolante si somma o sottrae la variazione intervenuta nel capitale circolante netto operativo e si ottiene così il flusso di cassa derivante dall’attività operativa.
Lo IAS 7 prevede anche un terzo metodo5. Questo è una variante del metodo indiretto che espone la differenza tra ricavi operativi e costi operativi rettificandola con le variazioni delle rimanenze, dei crediti e dei debiti generati dalle attività operative avvenute nel corso dell’esercizio. Il principio consiglia l’utilizzo del metodo diretto tuttavia nella realtà le aziende fanno uso del metodo indiretto poiché viene ritenuto di più facile utilizzo.
Il terzo metodo invece risulta scarsamente applicato.
5 IAS 7 par. 20
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Terminata la discussione sull’area operativa passiamo a esaminare l’area degli investimenti.
In questa rientrano le attività come l’acquisto e cessione di attività a lungo termine e altri investimenti che non rientrano nella categoria dei mezzi equivalenti (ad esempio partecipazioni, titoli, obbligazioni e crediti di finanziamento).
Alcuni esempi di flussi ricompresi in quest’ area sono quelli derivanti da:
- pagamenti per acquistare immobili, impianti e macchinari, beni immateriali e altre attività immobilizzate, compresi i pagamenti relativi ai costi di sviluppo capitalizzati e a immobili, impianti e macchinari di costruzione interna.
- Entrate dalla vendita di immobili, impianti e macchinari, attività immateriali e altre attività immobilizzate.
- Pagamenti per l’acquisizione di partecipazioni, titoli e obbligazioni.
- Incassi dalla vendita di strumenti rappresentativi di partecipazioni, titoli e obbligazioni.
- Crediti di finanziamento concessi e rimborsati.
Infine nell’area dell’attività di finanziamento sono ricomprese quelle attività che modificano l’ammontare e la composizione del capitale proprio e dei finanziamenti ottenuti.
Alcuni esempi:
- Incassi derivanti dall’emissione di azioni (apporti di capitale dai soci). - Pagamenti ai soci per acquistare le azioni dell’entità (rimborsi di
capitale).
- Incassi derivanti dall’emissione di obbligazioni, cambiali, titoli a reddito fisso, mutui e altri finanziamenti a breve o a lungo termine.
- Pagamenti derivanti dal rimborso di obbligazioni, cambiali, titoli a reddito fisso, mutui e altri finanziamenti a breve o a lungo termine. - Pagamenti per leasing finanziario.
In queste ultime due aree devono essere indicati i flussi di incasso e pagamento lordi cioè non si possono presentare saldi netti tra incassi e pagamenti.
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Inoltre quelle operazioni di investimento e finanziamento che non portano movimentazioni nelle disponibilità liquide non devono essere inserite nel rendiconto6. Per esse il principio sottolinea che deve essere data specifica indicazione in altre aree del bilancio. Esempi di questo genere sono l’acquisizione di un entità con emissione di capitale, conversione di debiti in capitale etc..
Di seguito si presenta lo schema completo di rendiconto secondo lo IAS 7.
Flussi finanziari derivanti da attività operative 201X
Utile prima delle imposte Rettifiche per:
-Perdite su cambi -Interessi passivi
-Proventi incassati da partecipazioni (dividendi ricevuti) -Ammortamenti
-minusvalenza da cessione immobilizzazioni materiali
Totale rettifiche
Flusso di capitale circolante
Incremento dei crediti commerciali e diversi Decrementi delle rimanenze
Decrementi nei debiti verso fornitori
Disponibilità liquide generate dalle operazioni
Interessi corrisposti
Imposte sul reddito corrisposte
Disponibilità liquide derivanti dall’attività operativa
Flussi finanziari derivanti da attività di investimento
Acquisizione della controllata X
Uscite per acquisto di immobili, impianti e macchinari Entrate per la vendita di macchinari
Interessi attivi Dividendi ricevuti
Disponibilità liquide nette impiegate in attività di investimento
6 IAS 7 par. 43
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Flussi finanziari derivanti da attività di finanziamento 201X
Apporti di capitale azionario
Accensioni finanziamenti a lungo termine Pagamenti per leasing finanziari
Dividendi corrisposti
Disponibilità liquide nette impiegate in attività di finanziamento
Flusso totale netto di disponibilità liquide e mezzi equivalenti
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all’inizio dell’esercizio
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine dell’esercizio
(fonte: IAS 7)
Terminata l’illustrazione delle varie aree bisogna precisare che vi sono alcune voci che meritano un’attenzione particolare poiché possono essere presentate nel rendiconto in diverse aree. Stiamo parlando delle voci di : interessi e dividendi, imposte e flussi in valuta estera.
Gli interessi pagati e gli interessi e i dividendi ricevuti devono essere inseriti tra le attività operative perché rientrano nella determinazione dell’utile o perdita dell’esercizio.
Come alternativa, gli interessi corrisposti possono essere inseriti tra i flussi finanziari dell’attività di finanziamento, mentre gli interessi e i dividendi ricevuti tra le attività di investimento. Le motivazioni di queste alternative sono che gli interessi corrisposti sono costi sostenuti per ottenere risorse finanziarie, mentre interessi e dividendi ricevuti sono proventi da investimenti finanziari.
I dividendi corrisposti possono essere inseriti o tra le attività di finanziamento, poichè sono l’equivalente monetario di un costo sostenuto per ottenere risorse finanziarie, oppure in alternativa possono essere classificati tra i flussi finanziari dell’attività operativa.
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Per quanto riguarda le imposte sul reddito i flussi relativi dovrebbero essere inseriti nell’area operativa a meno che non siano riconducibili in modo specifico all’attività di finanziamento e investimento.
Infine per i flussi che derivano da operazioni in valuta estera devono essere iscritti nella valuta funzionale dell’entità che redige il bilancio. All’ammontare in valuta estera si applica il tasso di cambio tra la valuta funzionale e la valuta estera del giorno in cui avviene il flusso finanziario.
Gli utili e perdite derivanti da variazioni nei cambi in valuta estera non realizzati non sono flussi finanziari. Questi possono essere inseriti nel rendiconto per riconciliare il valore delle disponibilità liquide e mezzi equivalenti all’inizio e alla fine dell’esercizio.
Infine lo IAS 7 prevede una serie di informazioni integrative da inserire. Innanzitutto in nota integrativa devono essere indicati l’ ammontare di disponibilità liquide e mezzi equivalenti che non sono liberamente utilizzabili (per esempio somme messe sotto sequestro, o somme disponibili in paesi dove vi sono restrizioni legali per trasferimenti di denaro o utilizzi).
Altre informazioni che sono raccomandate ma non obbligatorie da inserire nella relazione sulla gestione sono:
- l’importo delle aperture di credito disponibili per future attività operative e per estinguere impegni di capitale, con indicazione di eventuali restrizioni all’utilizzo di queste.
- gli importi complessivi dei flussi finanziari di ciascuna attività operativa, di investimento, di finanziamento relativi a partecipazioni in joint venture presentati usando il consolidamento proporzionale.
- l’importo dei flussi finanziari derivanti dall’attività operativa di investimento e di finanziamento per ciascun settore oggetto di informativa.
Di seguito è presentato un esempio di rendiconto redatto secondo questo principio.
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(Fonte: Relazione finanziaria annuale 2012 ENI Spa.) 2.3 OIC 10
L’ OIC (Organismo Italiano Contabilità) ha emanato il principio n°10 per la redazione del rendiconto finanziario. Esso ha lo scopo di definire i criteri per la redazione e presentazione del rendiconto. Lo schema di rendiconto deve essere inserito in nota integrativa. Nel principio stesso vengono riportati anche alcuni benefici informativi di questo strumento, infatti esso consente di valutare:
a. le disponibilità liquide prodotte/assorbite dalla gestione reddituale e le modalità di impiego/copertura;
b. la capacità della società o del gruppo di affrontare gli impegni finanziari a breve termine;
c. la capacità della società o del gruppo di autofinanziarsi.7
Vista la sua valenza informativa l’OIC raccomanda la sua redazione per tutte le tipologie di aziende. Bisogna inoltre tenere presente che questo principio sostituisce il precedente principio OIC 12.
La risorsa di riferimento per la costruzione del rendiconto finanziario è costituita dalle disponibilità liquide che sono rappresentate da depositi bancari e postali, assegni, denaro e valori in cassa. Le disponibilità liquide comprendono anche denaro, assegni e valori in cassa espressi in valuta estera.
7 OIC 10, par.5
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Il principio inoltre ricorda che i flussi finanziari devono essere presentati al lordo del loro ammontare cioè senza effettuare compensazioni salvo ove espressamente indicato. La compensazione non è consentita per non alterare la significatività dei valori presenti nel rendiconto.
L’OIC 10, così come lo IAS 7, prevede la classificazione dei flussi finanziari in tre aree: gestione reddituale, attività di investimento e attività di finanziamento.
Analizziamole una ad una in modo più specifico.
Partendo dall’area della gestione reddituale, peraltro la prima che troviamo nel rendiconto, essa comprende i flussi finanziari che derivano dall’acquisto, produzione e distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi e dai flussi che non sono compresi nell’attività di investimento e finanziamento.
Alcuni esempi sono i seguenti:
- incassi dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi;
- incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi;
- pagamenti per l’acquisto di materia prima, semilavorati, merci e altri fattori produttivi;
- pagamenti per l’acquisizione di servizi; - pagamenti a, e per conto di, dipendenti; - pagamenti e rimborsi di imposte;
- incassi per proventi finanziari.8
Le operazioni della gestione reddituale sono riflesse nel conto economico e rappresentano anche le fonti di finanziamento dell’impresa, in modo particolare quelle dell’autofinanziamento poiché da esse si genera la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura.
Il flusso derivante da questa area può essere determinato con il metodo diretto o indiretto.
Il metodo indiretto depura l’ utile o la perdita dell’esercizio di quelle componenti di natura non monetaria (ammortamenti, accantonamenti,
8 OIC 10,par 25
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svalutazioni…) delle variazioni intervenute nel circolante (crediti, debiti e rimanenze) e delle operazioni i cui effetti sono ricompresi nelle area dell’attività di investimento e finanziamento (plusvalenze/minusvalenze da cessione di attività).
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Con il metodo diretto invece il flusso di cassa dell’attività operativa è individuato presentando i flussi finanziari positivi e negativi lordi derivanti dalle attività della gestione reddituale.
(fonte: Appendice A, OIC 10)
L’area delle attività di investimento comprende i flussi che derivano dall’acquisto e dalla vendita di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e dalle attività finanziarie non immobilizzate.
Alcuni esempi:
- acquisti o vendite di fabbricati, impianti, attrezzature o altre immobilizzazioni materiali (incluse le immobilizzazioni materiali di costruzione interna);
- acquisti o vendite di immobilizzazioni immateriali, quali ad esempio i brevetti, i marchi, le concessioni; questi pagamenti comprendono anche quelli relativi agli oneri pluriennali capitalizzati;
- acquisizioni o cessioni di partecipazioni in imprese controllate e collegate;
- acquisizioni o cessioni di altre partecipazioni;
- acquisizioni o cessioni di altri titoli, inclusi titoli di Stato e obbligazioni; - erogazioni di anticipazioni e prestiti fatti a terzi e incassi per il loro
rimborso9.
9 OIC 10, par. 31
42
(fonte: Appendice A, OIC 10)
Infine l’area delle attività di finanziamento comprende i flussi che derivano dall’ottenimento o dalla restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di credito.
Alcuni flussi generati o assorbiti dall’attività di finanziamento sono: - incassi derivanti dall’emissione di azioni o di quote rappresentative del
capitale di rischio;
- pagamento dei dividendi;
- pagamenti per il rimborso del capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie;
- incassi o pagamenti derivanti dall’emissione o dal rimborso di prestiti obbligazionari, titoli a reddito fisso, accensione o restituzione di mutui e altri finanziamenti a breve o lungo termine;
- incremento o decremento di altri debiti, anche a breve o medio termine, aventi natura finanziaria10.
In quest’area i flussi derivanti dal capitale di rischio vengono distinti da quelli derivanti dal capitale di credito. Quest’ultimo aspetto è una novità introdotta con l’ OIC 10.
10 OIC 10, par. 37
43 (fonte: Appendice A, OIC 10)
Il principio inoltre specifica alcune particolari voci così come avviene nello IAS 7.
Gli interessi pagati e incassati sono presentati nell’area della gestione reddituale salvo casi particolari in cui si riferiscono all’attività di investimento o finanziamento.
I dividendi incassati e pagati sono presentati i primi, nella gestione reddituale e i secondi nell’attività di finanziamento.
In ogni modo i flussi inerenti a interessi e dividendi nel rendiconto sono presentati in modo distinto cioè non è presente un ammontare unico di interessi e dividendi.
Per i flussi riguardanti le imposte sul reddito, essi sono inseriti nella gestione reddituale.
I flussi in valuta estera sono iscritti in bilancio in euro e si applica poi all’ammontare in valuta estera il tasso di cambio tra l’euro e la valuta estera al momento in cui avviene il flusso finanziario.
Gli utili o le perdite derivanti da variazioni di cambio in valuta estera non realizzati non entrano a far parte del rendiconto. Quindi l’utile o la perdita dell’esercizio sono rettificati per tenere conto di queste operazioni non monetarie.
L’effetto che le variazioni dei cambi producono sulle disponibilità liquide è indicato in modo distinto rispetto ai flussi della gestione reddituale di investimento e di finanziamento.
Infine, gli strumenti derivati (opzioni, swap, future) che sono adibiti a copertura sono inseriti nella stessa categoria dei flussi finanziari dell’elemento che ricoprono.
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L’OIC 10 prevede poi che in calce al rendiconto finanziario, si presenti l’ammontare di saldi significativi delle disponibilità liquide che non sono liberamente utilizzabili dalla società e bisogna spiegare i motivi di questa. Per esempio queste situazioni si possono avere per restrizioni legali che rendono i saldi non utilizzabili o per un conto corrente vincolato che costituisce garanzia.
Dopo aver illustrato il principio vediamo quali sono le novità introdotte rispetto al precedente OIC 12.
A) Innanzitutto si è eliminata la risorsa di riferimento capitale circolante netto in quanto considerata obsoleta, non molto utilizzata dalle imprese e non prevista dalla prassi internazionale. Si sono inoltre razionalizzati gli schemi del rendiconto prevedendone solo uno in termini di liquidità. B) E’ stato specificato il concetto di disponibilità liquide.
C) Sono state riformulate le definizioni di gestione reddituale, attività di investimento e di finanziamento.
D) E’ stato inserito il divieto di compensazione tra flussi finanziari.
E) Si è introdotta la distinzione tra flussi finanziari derivanti dal capitale proprio o capitale di debito nella presentazione del flusso dell’attività di finanziamento.
F) Infine si sono introdotte le specificazioni inerenti ai derivati e si sono eliminate alcune alternative che erano presenti prima per dividendi, interessi e imposte.
Infatti nel precedente OIC 12 si prevedeva che interessi e dividendi pagati facessero parte dell’attività di finanziamento, mentre gli interessi e dividendi ricevuti facessero parte dell’attività di investimento. Come alternativa questi possono essere considerati tutti facenti parte della gestione reddituale. Quindi con il nuovo principio si sono eliminate alcune alternative contabili e si è garantita maggiore semplificazione. Per le imposte invece nel passato si prevedeva di inserirle nell’area reddituale, ma una più appropriata classificazione comporterebbe di dedurre dai flussi di gestione reddituale quella parte di imposte attribuibile specificamente all’attività di investimento e finanziamento.
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Invece per semplificazione il principio 10 prevede che le imposte siano indicate tutte nella gestione reddituale.
2.4 Statement of Financial Accounting Standards n.95
Lo SFAS (Statement of Financial Accounting Standards) N. 95 è un principio contabile statunitense che precede di qualche anno lo IAS 7. Esso prevede l’inclusione obbligatoria del rendiconto tra i documenti redatti secondo i principi contabili US GAAP. Lo IAS 7 ha ripreso in pratica le prescrizioni contenute in questo principio apportando alcune modifiche.
La risorsa di riferimento è costituita da cash and cash equivalents. Però diversamente dallo IAS 7 gli scoperti di c/c non sono inclusi nella risorsa di riferimento ma vengono inseriti tra i flussi di cassa relativi all’attività di finanziamento.
I flussi di cassa sono suddivisi tra le aree dell’attività operativa, attività di investimento e attività di finanziamento.
Per il calcolo dei flussi dell’area operativa viene preferito il metodo diretto. Tuttavia pur utilizzando questo metodo viene richiesto di indicare in un prospetto separato la riconciliazione tra utile netto e flusso di cassa dell’attività operativa.
Nel principio viene indicato un contenuto minimo per l’ area operativa: - Entrate da clienti
- Interessi e dividendi ricevuti - Altre entrate operative
- Uscite per lavoratori dipendenti e fornitori - Interessi pagati
- Imposte pagate
- Altre uscite operative
Qualora si decida di applicare il metodo indiretto le rettifiche all’utile netto devono essere chiaramente indicate come rettifiche e quindi non vanno confuse con i flussi di cassa.
Ci sono poi alcune voci particolari. Per i fondi rischi oneri e benefici ai dipendenti gli accantonamenti vanno inseriti tra le rettifiche, gli utilizzi invece tra i flussi di cassa.
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Gli interessi incassati e pagati e i dividendi ricevuti devono essere inclusi nell’area operativa e non ci sono opzioni alternative come invece avviene nello IAS 7. Infine i dividendi pagati devono essere inseriti tra i flussi legati all’attività di finanziamento. Anche in questo caso non ci sono opzioni alternative.
47 (fonte: Apple, Annual Report, 2013)