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2.1.1. Assetto geomorfologico

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Academic year: 2021

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1. INTRODUZIONE ... 1

2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 2

2.1. Livello provinciale – Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (P.T.C.P.) ... 2

2.1.1. Assetto geomorfologico ... 2

2.1.2. Assetto insediativo ... 3

2.1.3. Assetto vegetazionale ... 3

2.2. Livello comunale – Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) ... 4

2.3. Dati catastali ... 7

3. Descrizione dei fabbricati e dell’area di intervento ... 8

3.1. Documentazione fotografica dello stato di fatto ... 13

4. STORIA ... 19

5. PROPOSTA PROGETTUALE ... 28

5.1. Il bando ... 28

5.2. Il progetto ... 32

5.2.1. Giochiamo a crescere (ludoteca) ... 36

5.2.2. L’alchimia della conoscenza (laboratori) ... 36

5.2.3. (Ri)mettersi in viaggio (Università della terza età) ... 37

5.2.4. Fulcro delle età (Spazi comuni) ... 37

5.2.5. La memoria dei sapori (Zona di esposizione e assaggio di prodotti tipici e scuola di cucina) ... 38

5.2.6. La totalità del gusto (Ristorante) ... 38

5.2.7. I luoghi della musica (Locali per la musica: sala concerti, sala di registrazione, teatro di posa) ... 38

5.2.8. Melodia&Movimento (scuola di musica, danza, arti marziali) ... 40

5.2.9. Temporanea – mente esposto ... 40

6. RILIEVO DOCUMENTALE E CONOSCENZA ... 41

6.1. Terreno e struttura fondale ... 42

6.2. Strutture in elevazione... 44

6.3. Copertura ... 45

6.4. Dettaglio capriata ... 46

7. PROGETTO SIMULATO ... 49

7.1. Capriata ... 49

7.2. Analisi dei carichi ... 50

7.3. Solaio di copertura ... 52

7.4. Nervature secondarie ... 54

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7.5. Puntone di capriata ... 56

7.6. Pilastri ... 60

7.7. Interventi ... 63

8. CONCLUSIONI ... 65

9. BIBLIOGRAFIA ... 67

10. ALLEGATI ... 69

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1. INTRODUZIONE

L’intervento presentato ha come obiettivo la riqualificazione con cambiamento di destinazione d’uso di una porzione del complesso industriale “Ceramiche Vaccari” di Santo Stefano di Magra, con studio della struttura e ricreazione del progetto originario del fabbricato ex magazzino, secondo la normativa vigente all’epoca.

Ai fini dello sviluppo del progetto sono state effettuate ricerche presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Santo Stefano di Magra, che ha fornito la documentazione fotografica, il rilievo delle strutture, e la possibilità ad accedere ai fabbricati.

Gran parte del materiale è stato reperito presso l’Archivio delle ex “Ceramiche Vaccari”, che ha conservato tutti gli elaborati precedentemente custoditi presso gli uffici dell’ex industria.

Il materiale raccolto, accuratamente consultato, mi ha permesso di capire nel dettaglio le criticità delle strutture esistenti, e di conoscere le intenzioni del Comune sul futuro del complesso: creare un centro polifunzionale per le arti e la cultura, di servizio all’intera Provincia della Spezia.

Sulla base di questa idea ho strutturato il mio progetto, pensando a come potesse coinvolgere ed interessare l’intera popolazione comunale, di tutte le età e in ogni momento della giornata.

La passione dimostrata dalle persone che hanno frequentato e tuttora frequentano l’ex complesso industriale è stata di ispirazione per sviluppare questa tesi con impegno e dedizione.

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

L’area d’intervento si trova in Santo Stefano di Magra, località Ponzano Magra, in provincia della Spezia, ed è inserito all’interno di un complesso industriale di produzione di ceramiche specializzato in mattonelle, in disuso dopo l’ultimo fallimento risalente all’aprile 2006.

2.1. Livello provinciale – Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (P.T.C.P.)

2.1.1. Assetto geomorfologico

In ambito geomorfologico, il compendio industriale oggetto di studio ricade in zona di “MODIFICABILITA’ MO-B”, disciplinata dall’art. 67 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (P.T.C.P.).

Estratto cartografico del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico - Assetto geomorfologico

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2.1.2. Assetto insediativo

In ambito insediativo, il complesso industriale ricade in zona “ID-MO-A”, descritta dall’art. 45 del P.T.C.P. come un’area caratterizzata da eterogeneità e disorganizzazione, sulla quale la disciplina mira a realizzare interventi di assetto più ordinato e confacente sotto il profilo paesistico – ambientale.

2.1.3. Assetto vegetazionale

In ambito vegetazionale, il complesso ricade in zona “COL – ISS – MA (colture agricole, insediamenti sparsi in serre, in regime di mantenimento) ”.

Estratto cartografico del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico - Assetto insediativo Assetto vegetazionale

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2.2. Livello comunale – Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.)

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) inserisce l’area di studio nel “Distretto di Trasformazione - DT4”, rappresentata nella tavola 11 e descritta all’art. 126 delle Norme Tecniche di Attuazione, di cui se ne riporta lo stralcio qui di seguito:

“1. Disciplina paesistica di livello puntuale

1.1 Il distretto DT-4 interessa gli insediamenti produttivi della Ceramica Vaccari". Il carattere della parte é definito dal rapporto tra i manufatti e gli spazi aperti produttivi in parte dimesso o sottoutilizzato, con il centro della frazione di Ponzano Belaso e con il paesaggio delle prime pendici collinari.

1.2 L’obiettivo del distretto di trasformazione é duplice: da una parte sostenere l'attività produttiva esistente; dall'altra la riqualificazione e il recupero dei manufatti edilizi, in parte di pregio architettonico, oggi dismessi o sottoutilizzati, attraverso la realizzazione di attrezzature legate alla piccola produzione

Estratto cartografico del Piano Urbanistico Comunale

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5 (laboratori artigianali o di tecnologia specializzata), al terziario connesso alla residenza e ai servizi pubblici e di uso pubblico di servizio al centro frazionale.

E’ prevista la bonifica, la riqualificazione ambientale e la relativa salvaguardia del sito di cava dismessa, oggi occupato da un piccolo lago alimentato dalla raccolta di acque superficiali.

1.3 Nel distretto sono considerati interventi mirati al raggiungimento delle prestazioni quelli finalizzati a garantire:

- il sostegno all’attività produttiva esistente;

- l’insediamento di funzioni miste produttive, terziarie e residenziali;

- l’individuazione di un nuovo accesso viario dalla SS della Cisa;

- la riqualificazione ambientale e la conseguente salvaguardia del sito di cava dismessa e del piede delle pendici collinari, attraverso l’utilizzo di tecniche d’ingegneria naturalistica;

- la conservazione e valorizzazione degli immobili aventi carattere di archeologia industriale;

- l’insediamento di funzioni di servizio pubblico a supporto del centro frazionale di Ponzano Belaso;

- un corretto inserimento nel paesaggio delle pendici collinari;

- la realizzazione di un sistema di spazi aperti pubblici e di percorsi pedonali tale da integrare e collegare gli edifici di antico impianto dello stabilimento e questi con le parti della frazione.

2. Destinazioni d'uso

2.1 Destinazione d’uso principale: “Attività industriali e artigianali” (uI);

2.2 Destinazioni d'uso compatibili: “Attività terziarie” (uT), “Servizi pubblici o di uso pubblico” (uS), “Residenze” (uR); sono ammesse medie strutture di vendita (MSV) e grandi strutture di vendita (GSV).

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6 2.3 Destinazioni d'uso vietate: “Attività industriali e artigianali” (uI2), “Attività agricole” (uA).

2.4 La destinazione “Attività terziarie” (uT) può essere insediata fino ad un massimo del 30% della Su complessiva esistente; la destinazione “Residenze”

(uR) può essere insediata fino ad un massimo del 20% della Su complessiva esistente.

3. Parametri urbanistici

3.1 Superficie territoriale (St) = 140.588 mq

3.2 Superfici utili realizzabili: pari a quelle esistenti.

3 3 "Servizi pubblici o di uso collettivo" (S) - Sg* = 2.059 mq

- Sp* = 4.851 mq - Sz* = 16.697 mq

3.4 Altezza massima (H): pari a quella degli edifici esistenti e comunque non oltre il limite i mt 15,00, compresi impianti funzionali alle attività svolte.

Titolo 3.3 Sistemi territoriali

Capo 3.3.1 - Sistema della mobilità (M) “

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2.3. Dati catastali

L’area di intervento è identificata al Catasto dei Fabbricati del Comune di Santo Stefano di Magra alle particelle 272, 333, 80, 81, 77, 498, 254.

Estratto di mappa catastale

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3. Descrizione dei fabbricati e dell’area di intervento

Planimetria generale dell’ex complesso industriale “Ceramiche Vaccari”

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9 Il compendio delle ex Ceramiche Vaccari è un ex complesso industriale di produzione di ceramiche, famose in tutto il mondo, in disuso dal 2006.

Esso è composto di numerosi edifici di diverse destinazioni d’uso, costruiti nel tempo secondo le esigenze produttive del complesso. Di essi sono stati ristrutturati e riutilizzati: l’ex edificio amministrativo oggi ospita alcuni uffici comunali, l’archivio e la biblioteca pubblica; il fabbricato per la calibratura, ad oggi di proprietà del Comune di Santo Stefano di Magra, ospita una sala conferenze all’interno della quale si organizzano corsi di formazione, mostre espositive e altro. Anche il piazzale all’ingresso del complesso è ancora utilizzato per concerti ed eventi vari.

L’impianto dell’ex fabbrica si appoggia su di una sottostruttura, che crea un piano artificiale, al di sotto della quale si dirama una serie di canali di scolo che permettevano lo scarico delle acque utilizzate nelle lavorazioni. Al di sotto del complesso scorrono anche il canale Lunense (denominazione derivante dall’antica città di Luni), per un breve tratto i due torrenti Belaso e Rio Erta, ed un canale per l’irrigazione agricola.

Il riempimento del fondo scavo è costituito da mattonelle di scarto, impacchettate tra loro con il filo di ferro, a formare una sorta di mattoncino, e impilate.

La struttura interna dei capannoni è costituita da pilastri e capriate in calcestruzzo armato.

La struttura della copertura è composta di una doppia orditura, costituita da capriate in senso longitudinale e da travi di collegamento trasversali. L’illuminazione interna è garantita dai lucernai, che soddisfano i parametri aero-illuminanti, calcolati in base alla destinazione d’uso.

I fabbricati si presentano in buono stato di conservazione, ad eccezione di alcune criticità puntuali, dove sono evidenti il fenomeno come il distacco del copriferro e la presenza di efflorescenze, dovute alla mancata manutenzione negli ultimi anni.

Gli edifici oggetto di studio erano principalmente utilizzati come magazzini di stoccaggio di materie prime e di mattonelle finite; una porzione era adibita a falegnameria.

L’edificio principale si sviluppa su un solo piano, ed è composto di tre corpi: i prospetti principali dei due elementi laterali sono caratterizzati da facciate in laterizio faccia a vista, scandite dai pilastri intonacati, che le dividono in elementi composti di

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10 due finestre, una porta, un timpano vetrato e la copertura a capanna, sulla quale sono posti dei lucernai, al fine di garantire luminosità e ricambio di aria. Sul retro invece non è presente lo stesso ritmo compositivo delle aperture, ma sono presenti invece grandi porte di servizio, utilizzate nei periodi di attività. Gli infissi delle finestre e dei timpani hanno struttura in acciaio e vetro, come quella delle porte, i pilastri, il timpano e gli architravi delle aperture presentano intonaco al grezzo di colore chiaro, in forte contrasto con il laterizio dei prospetti e della copertura.

I due prospetti laterali sono caratterizzati dalla presenza di finestre trifore.

Il corpo di sinistra presenta delle lesioni dei tamponamenti, dovute al cedimento di una parete di un canale di scolo sotterraneo, che non ha comunque creato problemi alle strutture verticali.

Il corpo centrale è di fattura più recente, ed è stato realizzato per collegare i due corpi laterali, infatti non possiede un ingresso esterno. Questo corpo possiede molti elementi contrastanti con gli altri due: è più alto, è rivestito di mattonelline in gres di colore bianco, presenta una fascia continua di infissi, ha copertura a shed in calcestruzzo e ricoperto con tegole marsigliesi, attraversata da travi in calcestruzzo armato; nonostante questi elementi distintivi, questa porzione di fabbricato possiede molti elementi a comune con le altre, come la scansione del prospetto data dai pilastri, gli infissi in acciaio e vetro, posti anche al di sotto della copertura, la presenza di lucernai.

L’interno del fabbricato è scarno, poiché non sono presenti elementi divisori e i macchinari sono stati rimossi. La pavimentazione in cotto è in pessime condizioni e mancante in alcuni punti; interessante è la presenza dei binari, utili nel trasporto di merci all’interno e all’esterno dell’edificio.

Il fabbricato secondario presenta una forma regolare in pianta, anch’esso si sviluppa su un solo piano e ha copertura piana in calcestruzzo al mare, dalla quale svettano due corpi rettangolari che fungono da lucernai.

L’esterno non presenta elementi di particolare pregio: esso è rivestito di mattonelline in gres di colore bianco, è caratterizzato dalla presenza di finestre bifore e grandi portali, per la movimentazione di merci.

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11 La struttura è composta di travi e pilastri, organizzati in due differenti orditure: la principale è costituita da travi a T di dimensione caratteristica 60 cm, la secondaria è costituita da travetti di 30 cm.

Anche l’interno non possiede caratteristiche peculiari: la pavimentazione è costituita da mattonelle in cotto, i tamponamenti e gli elementi strutturali sono intonacati di bianco, anche se in alcuni punti è evidente il fenomeno del distacco dello stesso, e la presenza di patine biologiche.

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3.1. Documentazione fotografica dello stato di fatto

Prospetto sud di uno dei corpi laterali, vista dal piazzale Prospetto nord di uno dei corpi laterali

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14 Prospetto sud del corpo centrale, vista dal piazzale

Interno di uno dei corpi laterali

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15 Interni dei corpi laterali

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16 Collegamento interno tra il corpo laterale est e il corpo centrale

Interno del corpo centrale

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17 Interno del corpo centrale

Prospetto sud del fabbricato secondario, vista dal piazzale

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18 Vista aerea del fabbricato secondario

Vista interna del fabbricato secondario

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4. STORIA

Il complesso industriale di Ponzano Magra nasce intorno al 1880 come fornace di laterizi, sfruttando una cava di argille grigio-verdi, che fanno parte di una categoria denominata “argille sovra consolidate”, che presentano qualità come la purezza e caratteristiche meccaniche particolarmente elevate.

La cava è sempre stata nota agli artigiani del luogo, ma solo con l’intervento dei Sig.ri Stanizzi e Bonazzi è stata fondata la prima fabbrica vera e propria, denominata

“Ditta Bonazzi&Stanizzi”, che nel 1900 conta in attivo 123 operai dediti alla produzione di laterizi. La fabbrica è costruita attorno ad un unico forno “Hoffmann”, posto al centro dello stabilimento, nei pressi del quale sorgono il salone delle macchine, i magazzini, le sale di essicazione le sale per il deposito dell’acqua, ecc.

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20 Planimetria del 1899

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21 Tuttavia questa prima fabbrica fallirà dopo breve periodo e sarà rilevata nel 1893, a seguito di un’asta, da Giovanni Ellena, che nel 1900 fonderà la “Società Anonima Stabilimento Ceramico Ellena”. Tra i soci di Ellena spiccherà subito il genovese Carlo Vaccari, che capirà subito l’importanza delle argille e farà virare la produzione della fabbrica verso rivestimenti ceramici di alta qualità.

Già dai primi anni del ‘900 si effettueranno i primi esperimenti, e saranno ideati e costruiti i primi impianti di produzione del grès, che renderanno famosa la fabbrica;

già nel 1904 il numero di operai sale a quota 300 e, assieme all’installazione di due forni “Hoffmann” a fiamma continua e due a fiamma intermittente, in quegli anni si registra un notevole incremento della produzione. Nel 1911 inizia inoltre la fabbricazione del mosaico in grès,

Nel 1914 saranno installati un nuovo forno “Hoffmann”, ai fini di un nuovo aumento della produzione; anche l’assetto dello stabilimento cambia secondo le esigenze di produzione: saranno costruiti edifici dalle varie funzioni, alcuni dotati di scaffali essiccatori, di fornetti e muffole (involucro di materiale refrattario che, all’interno di speciali forni, che servono a contenere le sostanze che non devono stare a diretto contatto con il combustibile), alcuni contenenti i molini per la macinazione delle argille, si realizzeranno magazzini per la calibratura delle mattonelle, un’officina meccanica e una centrale termo elettrica. Nel 1914 lo stabilimento si estende per una superficie di 200.000 m2 dei quali 25.000 coperti con fabbricati.

Negli anni successivi saranno costruiti uffici, il refettorio, alloggi per operai e impiegati.

Durante la Prima Guerra Mondiale, fino al 1919, l’azienda è costretta a subire una conversione nella produzione, iniziando a realizzare refrattari per colata, utilizzati nelle industrie siderurgiche, e isolatori per basse tensioni; tale conversione è dovuta probabilmente ad esigenze belliche.

Nel 1920 la società muta la sua ragione sociale in “Società Anonima Ceramica Ligure”, acquisisce lo stabilimento della Società Anonima “La Fornace” a Borzoli (in provincia di Genova), appartenuta alla famiglia Foltzer, i cui membri saranno assunti come consiglieri. Sotto la direzione dei figli di Carlo Vaccari, il complesso di Ponzano, che realizzerà a livello giornaliero tante mattonelle da poter coprire 2.000

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22 m2 di superficie. L’anno successivo la sede legale e amministrativa saranno trasferite a Genova.

In questo periodo si registra una crescita costante della produzione di ceramiche, con un conseguente ampliamento del compendio industriale, che porterà negli anni Trenta al raggiungimento del primato Italiano nella realizzazione di mattonelle.

Dal 1938 il nuovo stabilimento di Borzoli cambia il prodotto, passando dai laterizi agli isolatori di porcellana, e la famiglia Foltzer cessa le attività di collaborazione;

nel 1940 si registra il cambio di ragione sociale in “Ceramica Ligure Vaccari S.p.A.”.

L’espansione della fabbrica in quegli anni è documentata da un documento del Nuovo Catasto Edilizio del 1940 e da una planimetria datata al 1941, che rappresenta l’intero impianto di fabbrica ed evidenzia i collegamenti tra i capannoni con i binari, fondamentali per il trasporto delle varie merci durante le fasi di lavorazione.

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Planimetria del 1941 23

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24 Durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale (1944-45) la produzione è stata sospesa, per riprendere poi nel dopoguerra; negli anni Cinquanta e Sessanta si avrà un forte incremento di produzione, degli utili dell’azienda e di conseguenza di superficie coperta, con la costruzione di nuovi capannoni e di altri fabbricati, come la centrale di calibratura, la quale s’inserisce tra i magazzini delle mattonelle e quelli del grès.

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25 Planimetria del 1957

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26 Nel 1958 iniziano i primi scontri tra operai e dirigenza, a causa della decisione di dismettere uno dei forni, con conseguente licenziamento di 300 operai.

Dalla testimonianza diretta dell’allora direttore della fabbrica, ingegner Jacchetti, s’ipotizza che questa decisione sia dovuta alla perdita dell’esclusiva sul mercato delle ceramiche, derivante dalla nascita di una forte concorrenza.

Questa motivazione non risulta coerente con i fatti dell’epoca, poiché sono concomitanti la dismissione del forno sopra citato e la costruzione di uno nuovo con capacità di produzione doppia, e la decisione di adeguare le retribuzioni dei lavoratori in proporzione all’incremento della produzione; tali scelte operative porteranno a continui scioperi e manifestazioni da parte dei lavoratori.

Un altro motivo di scontro è l’assetto del villaggio operaio, non più conforme ai nuovi standard igienico-sanitari introdotti negli anni Sessanta (villaggio operaio Corea). La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla diffusione della silicosi, una malattia che colpisce l’apparato respiratorio, dovuta all’incremento dei ritmi produttivi, secondo la cronaca dell’epoca.

La ristrutturazione dell’impianto avverrà negli anni 1968 – 69, con il ritorno degli uffici commerciali da Genova a Ponzano.

Gli anni Settanta rappresentano il momento di peggiore crisi per la fabbrica, dovuta alle battaglie degli operai per i diritti occupazionali, e ad una profonda crisi, causata da una carenza di liquidità e dalla scarsa lungimiranza della classe imprenditoriale, che porterà al fallimento nel 1972.

Nel manifesto fallimentare di Genova si legge degli operai andati in cassa integrazione, della divisione della fabbrica in lotti destinati alla vendita; gli stessi operai decidono di occupare la fabbrica per circa sei mesi fino all’intervento della Gepi, l’allora finanziaria di Stato, che subentrerà alla proprietà nel 1973 e curerà le pratiche del fallimento.

Dopo il fallimento il complesso sarà acquistato ad un’asta, con cambio di ragione sociale in “Eta Geri”, affidata alla gestione del rag. Umberto Degli Esposti, alla quale subentrerà la Sigerligure nel 1974; la nuova azienda si propone, grazie ad un piano triennale, di recuperare buona parte delle perdite accumulate dalla precedente gestione Gepi.

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27 Nel 1975 si ha un nuovo cambio di ragione sociale, che diventerà “Nuova Ceramica Ligure S.p.A.”.

Il 1979 è segnato dall’ingresso dell’ingegner Pozzoli tra gli azionisti, gli addetti saliranno a 360 e l’anno successivo nascerà la “Ceramica Vaccari S.p.A.”.

A causa dei continui cambiamenti di proprietà e di ragione sociale, nel 1986 è creata una società collaterale, denominata “Ceramica Ligure Srl”, che si occuperà della commercializzazione del complesso; negli anni 1993-94 rileverà la società “Nuova Ceramica Ligure S.p.A.”.

Nell’anno 1997 la Ceramica Ligure Srl entrerà a far parte del gruppo

“Villeroy&Boch”, ma nel 2004 sarà ceduta al gruppo austriaco “Lasselsberger”, che nel 2006 renderà nota la cessazione delle attività a causa di forti perdite economiche, alla quale seguiranno il licenziamento degli ultimi 168 dipendenti rimasti e la chiusura della fabbrica di Ponzano Magra.

La fabbrica, non più operativa e svuotata dei macchinari utilizzabili dagli ultimi proprietari, oggi occupa un’ area di circa 140.000 m2; trattandosi di un’area di notevole importanza e consistenza per il Comune di Santo Stefano di Magra, esso ha provveduto a vincolarne la vendita e ad avviare un processo di riqualificazione della stessa; l’obiettivo è di revisionare il Piano Urbanistico Comunale, per favorire il completamento dei servizi utili all’area e il riutilizzo delle opere già esistenti, ai fini di evitare altro consumo di suolo.

Escludendo la realizzazione di un centro commerciale, poiché la zona risulta esserne già fornita, un’idea per la riqualificazione è di allestire una cittadella, autosufficiente dal punto di vista energetico e dei servizi, dove gli imprenditori abbiano interesse a localizzare le proprie attività e per avviare produzioni eco-compatibili e legate alla cultura.

Nell’agosto del 2013 si avvia il rilancio dell’ex Ceramica Vaccari tramite il progetto NOVA (Nuovo Opificio Vaccari per le Arti), che acquista dalla vecchia proprietà un capannone di oltre 1000 m2 e in comodato d’uso gratuito un’ area di circa 13.000 m2 di superficie coperta, per realizzarvi un distretto culturale.

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5. PROPOSTA PROGETTUALE

Il progetto si pone l’obiettivo di creare un centro polifunzionale all'interno del complesso industriale, che risponda alle esigenze del Comune di Santo Stefano Magra, il quale, tramite il bando n.339 pubblicato il 29/03/2016 “AVVISO PUBBLICO DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE IN SUBCOMODATO AD USO GRATUITO DI IMMOBILI NEL COMPENDIO EX CERAMICA VACCARI A FRONTE DELLA PRESENTAZIONE DÌ UNA PROPOSTA PROGETTUALE DI UTILIZZO”, ha espresso la volontà di occupare tale area con strutture che abbiano come fine lo sviluppo di cultura e arte.

La proposta progettuale è volta a creare un centro polifunzionale che vada ad ampliare l'offerta formativa e culturale della zona, attraverso l'inserimento di: una ludoteca per i bambini, laboratori scientifici di disegno dedicate ai ragazzi, un'università della terza età, scuole di cucina, scuole di musica e danza, spazi per la ristorazione e una sala espositiva.

Per dare continuità alle iniziative già sviluppate nel piazzale prospiciente gli edifici, dove sono stati organizzati concerti, è stata inserita anche una piccola sala concerti, una sala di registrazione e un teatro di posa.

5.1. Il bando

Qui di seguito si riporta uno stralcio del bando n.339 pubblicato dal Comune di Santo Stefano di Magra il 29/03/2016:

”[…]

Finalità

II Comune di Santo Stefano di Magra é interessato a promuovere il riuso del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato non utilizzato e delle aree in trasformazione come forma di politica urbana, capace di attivare processi virtuosi di sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio Al fine di promuovere e sostenere specifici progetti rivolti all'intera cittadinanza, l'Amministrazione individua alcuni spazi da assegnare a operatori per la realizzazione di attività rivolte alla

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29 comunità e che possano diventare un'effettiva risorsa per sviluppare socialità e cultura, nella sua accezione più ampia.

In particolare, l' A.C. intende dare vita a:

• un centro di produzione culturale che sia polo di riferimento per organizzare e raccogliere le capacità culturali, artistiche e produttive;

• un grande laboratorio d'idee e di attività volto alla sperimentazione, alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione e all'esplorazione di nuovi linguaggi, nuovi saperi e nuove tecniche;

• un luogo dove i giovani siano protagonisti della produzione culturale e fruitori delle attività e degli eventi;

• uno spazio aperto alle proposte più innovative in collegamento con le realtà più vitali della città e della scena nazionale ed internazionale;

• un centro attivo, vivo e frequentabile tutto l'anno e durante l'intero arco della giornata.

Inoltre le ipotesi di modifiche dovranno preservare e valorizzare gli aspetti caratteristici che costituiscono specifico valore in relazione al contesto ambientale e urbano nel quale l'immobile è inserito. Le soluzioni manutentive dell'immobile dovranno dimostrare razionalità e massima efficienza nella gestione della suddivisione degli spazi, degli impianti e delle componenti edilizie per tutto il periodo di concessione previsto nel bando.

Ferma la responsabilità esclusiva del sub-comodatario, qualsiasi intervento sugli immobili dovrà essere preventivamente autorizzato dal Comune.

L' A.C. si riserva, anche dopo l' aggiudicazione, la facoltà di non approvare, con atto motivato e puntuale, la realizzazione delle opere proposte in quanto non coerenti con il progetto preliminare.

[…]

Attività da insediare e contenuto delle domande […]

Resta inteso che, in seguito all’aggiudicazione, le singole attività che si intendono installare dovranno, preventivamente all’avvio, essere autorizzate acquisendo tutti i necessari pareri da parte degli enti preposti.

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30 La proposta dovrà inoltre contenere il piano delle attività che si intende installare, con specifica dimostrazione della sostenibilità economico-gestionale.

Saranno valutare le proposte riferite ad attività rientranti nelle sottoelencate macro- aree, di cui di seguito sono indicate a fianco, a mero titolo esemplificativo, le specificazioni:

Musica Sale prova

Studi di registrazione Produzione musicale

Spazio di incontri/workshop Produzione e postproduzione audiovisiva per la realizzazione di videoclip

Design/ Grafica Laboratori di sperimentazione e di produzione

Incontri/workshop Attività espositiva

Arti visive e fotografia Laboratori di sperimentazione e di produzione

Incontri/workshop Attività espositiva

New Media Laboratori di sperimentazione e di produzione off e on line laboratori di produzione e postproduzione digitale Incontri/workshop Attività espositiva Teatro / Danza / Cinema Sale prova

Laboratori di produzione e post produzione

Rassegne

Scrittura Laboratori di sperimentazione e

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31 produzione

Rassegne Informazione Area Interdisciplinare Archivi

Biblioteche specializzate Residenza per artisti Laboratori di restauro

Laboratori/ scuole di artigianato

Promozione di alimenti doc, dop e docg Valorizzazione dei prodotti tipici locali Laboratori di insegnamento e

divulgazione legate all’enograstronomia locale

In linea generale le funzioni che potranno essere considerate e sviluppate nella elaborazione delle proposte, tenendo sempre presente la funzione di servizio pubblico che l'immobile dovrà svolgere, rientrano nelle seguenti tipologie:

• Culturali, creative (esposizioni, mostre, laboratori, teatri di posa, spazi per eventi e produzioni culturali e creative ecc.), con particolare interesse per progetti che prevedano anche iniziative di natura educativa volte al coinvolgimento della cittadinanza, delle istituzioni scolastiche e culturali presenti nel contesto territoriale, sia come promotori che come destinatari delle attività previste;

• Sociali, educative, ricreative compatibili e coerenti con le finalità di recupero e riqualificazione che l'Amministrazione intende porre in essere e con particolare riferimento al contesto in cui l'immobile si colloca e alle criticità rilevate.

E' possibile presentare una sola richiesta per l'assegnazione delle unità immobiliari.

Nella domanda andrà indicata l'unità prioritariamente richiesta in assegnazione e, in subordine, l'ordine di preferenza di ciascuna delle altre unità immobiliari.

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32 Tutta la produzione realizzata all'interno di "Nova" sarà caratterizzata da un'immagine coordinata

(logotipo, naming, lettering e palette colori per la comunicazione del progetto). I soggetti operanti all'interno del centro dovranno utilizzare, pertanto, per le attività comunicazionali ivi realizzate il marchio di “Nova” che potrà essere aggiunto al marchio proprio ma non da questo sostituito.

Servizi e spazi comuni

Gli immobili oggetto di comodato saranno attrezzati con un blocco di servizi igienici comuni a disposizione anche delle varie attività e degli utenti.

Il piazzale esterno, prospiciente i vari immobili, è dotato dei servizi di fognatura, rete idrica e rete elettrica, che permette agevoli allacci ai servizi individuali da parte dei singoli operatori.

Al fine di favorire un valido e corretto funzionamento delle iniziative e valorizzazione delle attività, gli operatori che avranno gli spazi assegnati potranno utilizzare, per periodi determinati, preventivamente concordati col Comune e a condizioni preferenziali e vantaggiose:

1. alcune aree del piazzale prospiciente gli immobili in uso;

2. lo spazio polifunzionale in corso di realizzazione nel limitrofo immobile sede dell'Archivio della Ceramica Ligure;

3. alcuni spazi ad uso servizi logistici e di supporto in corso di realizzazione nella limitrofa ex palazzina Vaccari.

Il tutto meglio dettagliato nella planimetria inclusa nell’Allegato 1.

Potranno, infine, usufruire e beneficiare dell’insieme delle azioni e attività inerenti la comunicazione integrata da realizzarsi attraverso l’utilizzo e la promozione del marchio “Nova” e l’implementazione, a cura del Comune, della relativa identità digitale attraverso il sito web e le piattaforme digitali sociali.

[…]”

5.2. Il progetto

L’ipotesi progettuale si pone come obiettivi principali la riqualificazione di un’area di rilevante importanza per il Comune di Santo Stefano di Magra, e la creazione di

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33 un centro di aggregazione, che coinvolga l’intera popolazione comunale di ogni fascia di età e che sia utilizzabile in ogni momento della giornata.

L’idea del centro polifunzionale, improntato sulle arti e sulla cultura, è nata a seguito della visione del bando pubblicato dal Comune e dei colloqui informali avuti con il personale dello stesso in fase di ricerca e di rilievo.

Inoltre l’utilizzo del piazzale di accesso per concerti ed eventi musicali in genere durante il periodo estivo ha generato l’intenzione di ricreare ambienti aventi le stesse funzioni all’interno dei fabbricati, per permettere l’organizzazione di tali eventi anche durante il periodo invernale. Uno dei temi fondamentali del progetto è proprio quello di proiettare l’interno verso l’esterno e viceversa, dai punti di vista architettonico, funzionale e materiale, come meglio descritto in seguito. Il progetto segue inoltre la direttiva di conservare l’ex complesso industriale, insediando le nuove funzioni nel rispetto della sua storia e del suo aspetto.

Per sviluppare al meglio il progetto e capire come affrontare il tema della riqualificazione industriale, è stato effettuato uno studio di progetti affini, italiani ed esteri; tra le proposte visionate, le seguenti sono state di ispirazione: “Opificio Giolinelli” a Bologna e “Museum of culture (Mudec)” di Milano, “Scuola Comunale di Musica “Fabrizio de Andrè” a Falconara Marittima, “New University of the Art London Campus for Central Saint Martins at King’s Cross” e “Richmond Adult Community College” a Londra, “Children’s Culture House Ama’r” di Copenaghen,

“Nedr Egate Culture District” di Oslo, “Jazz Campus Basel” in Svizzera, “Amiral Job” a Tolosa, “Poli Wedo Education Istitution” a Pechino.

Le funzioni previste dal progetto sono:

• Ludoteca;

• Laboratori scientifici e di artigianato;

• Università della terza età;

• Scuole di danza, musica e di arti marziali;

• Area espositiva e di assaggio di prodotti tipici, con scuola di cucina;

• Ristorante;

• Locali per la musica (sale di registrazione, sala concerti);

• Aree di aggregazione e zone relax;

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• Locali espositivi.

Ogni zona funzionale possiede uffici e aree da dedicare alle attività amministrative, per permettere la gestione indipendente dei corsi e degli eventi da organizzare.

La distribuzione degli ambienti interni è composta di quadrati e rettangoli, nati dall’impianto della fabbrica e dalla struttura, che ha portato il ragionamento su linee rette e su forme regolari. La pavimentazione interna rimarca la scelta della linearità:

tre diverse tonalità di grigio segnano percorsi e aree di sosta all’interno dell’edificio, questi ultimi rigorosamente composti di elementi quadrati e rettangolari. Il tecu separa e incornicia i quadrilateri, svolgendo anche la funzione di ricordare i binari che percorrevano l’edificio durante il periodo di attività industriale.

Il materiale scelto per realizzare la pavimentazione è l’eco-malta, per due motivazioni, una di carattere tecnico e una effettuata nel rispetto della storia della ex fabbrica:

• Essa si presenta calda e compatta, alla vista e al tatto, si presta alla colorazione e possiede ottime caratteristiche: è ignifuga, ingeliva, flessibile, traspirante e antistatica, antiscivolo, è un buon isolante acustico ed è facile da pulire. Inoltre è ecologica e priva di sostanze nocive, pertanto è adatta agli spazi dedicati ai più piccoli, alla pavimentazione e al rivestimento di bagni e cucine;

• L’eco-malta è un ottimo sostituto del comune grès e delle mattonelle in genere; si è scelto quindi di non utilizzare mattonelle prodotte in altri stabilimenti, nel rispetto della memoria delle ex “ceramiche Vaccari”, conosciute in tutto il mondo.

Per rimarcare le zone di passaggio da una stanza all’altra e sulle soglie delle porte di ingresso è stata utilizzata una pavimentazione in “finto travertino”, la cui ricetta, in allegato, è stata inventata da un operaio che lavorava nell’ex industria. Si tratta di un materiale ricavato miscelando pietra e calcestruzzo.

Il fabbricato presenta molte finestre e porte che, assieme ai lucernai, illuminano gran parte degli ambienti interni. Nonostante ciò, in fase di progettazione è nata l’esigenza di creare ulteriori aperture, per conferire maggiore ariosità ad alcune stanze. I cavedi sono stati realizzati proiettando aree rettangolari sulla copertura a capanna; queste

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35 aree possono essere pertanto sfruttate per svolgere le stesse attività sia in ambienti chiusi sia all’aria aperta, senza uscire dall’edificio.

All’interno dei due corpi laterali del fabbricato principale, sul lato che si affaccia sulla piazza, sono stati creati dei portici, che fungono da zona filtro con l’interno dell’edificio, senza però alterare l’aspetto esterno del prospetto; la loro presenza è marcata soltanto dall’assenza degli infissi del portale e delle finestre.

Il corpo centrale del fabbricato principale è stato arretrato di una campata, per permettere il mantenimento della linea prospettica dei due corpi laterali rivestiti in laterizio. L’armonia del prospetto che si affaccia sulla piazza, conferita dall’orizzontalità e dalla concretezza del laterizio, è poi interrotta da una facciata centrale in vetro, che lo movimenta e lo alleggerisce, senza stravolgerlo. L’unione tra questa facciata totalmente vetrata con le due laterali in laterizio è sancita da due linee orizzontali, in vetro di colore diverso, poste all’altezza della cornice di base presente sui due corpi laterali e degli architravi delle finestre, creando un legame con i tre elementi.

Il rinnovo del corpo centrale è affiancato dal recupero materico dei due corpi laterali, attraverso la pulizia dei laterizi da efflorescenze e patine biologiche, il ripristino delle vetrate e degli infissi danneggiati, la risistemazione del calcestruzzo graffiato che caratterizza gli architravi e la cornice di base.

L’edificio secondario ospita la sala espositiva; la pianta è quadrata, pertanto si è applicato lo stesso principio di regolarizzazione degli interni. I due parallelepipedi che svettano sopra la copertura piana sono stati proiettati a terra, creando due pozzi di luce attorno ai quali si sviluppa il percorso espositivo. Anche qui la pavimentazione crea percorsi con i tre toni di grigio.

L’esterno è stato spogliato del rivestimento in mattonelle per essere intonacato con un colore chiaro, a richiamarne comunque l’aspetto precedente.

Il piazzale è pavimentato con pietra di tre tonalità diverse di grigio, ed è diviso in grandi rettangoli, a marcare lo stretto collegamento con l’interno degli edifici. La preesistenza di alcuni elementi, come l’area della pesa e il pozzo di ispezione del Canale Lunense, è stata rimarcata utilizzando il tecu, che caratterizza anche il vecchio percorso dei binari esterni, creando una cicatrice di metallo nella pietra.

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36 La proposta progettuale si completa con l’ipotesi di utilizzare i capannoni in acciaio di fronte come parcheggio pertinenziale al centro polifunzionale, attraverso l’esproprio di tali fabbricati.

Qui di seguito si analizzano nel dettaglio le funzioni precedentemente elencate e come sono state sviluppate.

5.2.1. Giochiamo a crescere (ludoteca)

La ludoteca è dedicata ai bambini di età prescolare e che frequentano le scuole elementari, quindi di età compresa tra i 3 e gli 11 anni; qui si prevede lo svolgimento di corsi doposcuola dedicati all’apprendimento sottoforma di gioco, che sviluppino le capacità di percezione delle forme e degli spazi, quelle motorie e artistiche.

La struttura è situata nell’ala ovest del fabbricato principale; dal piazzale si accede ad una grande zona di filtro con reception, per la registrazione degli ospiti. Dietro di essa vi sono la segreteria, due uffici, l’archivio, un’area relax e i servizi igienici riservati.

La ludoteca è composta di una grande sala dedicata ai giochi, un’aula per i più piccoli, una sala di pittura e disegno, un’aula per lo svolgimento dei corsi dedicati ai più grandi e i servizi igienici con sanitari studiati per i bambini, un magazzino e una zona di filtro. Le aule e la sala da gioco sono caratterizzate da pavimentazione colorata, gialla, rossa e blu. Tutte le sale traggono luce da un giardino interno, dove i bambini possono giocare e divertirsi.

5.2.2. L’alchimia della conoscenza (laboratori)

I laboratori sono organizzati per i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 19 anni, che frequentano quindi le scuole medie e superiori. Qui si prevede l’organizzazione di corsi a sfondo scientifico e artistico, workshops per lo sviluppo di idee e progetti di impresa. A seconda della disponibilità delle aule la struttura può ospitare corsi di recupero e di ripetizioni.

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37 L’accesso ai laboratori avviene dal prospetto ovest, dove si trovano la reception e una sala d’attesa. Dietro la reception si trovano un ufficio, la segreteria, un archivio, una sala relax e i servizi igienici riservati.

Le aule si trovano ai lati di ampie zone di filtro dotate di sedute, librerie e scaffalature, dove ci si può dedicare all’approfondimento delle lezioni appena frequentate. La sale sono attrezzate per corsi di disegno e attività, c’è un laboratorio per esperimenti scientifici, una stanza dedicata ai workshops. La struttura è dotata di un magazzino e servizi igienici.

Dalle aule si accede alla corte interna a comune con la ludoteca.

5.2.3. (Ri)mettersi in viaggio (Università della terza età)

L’università della terza età è a disposizione di adulti che hanno voglia di rimettersi in gioco, sviluppando e perfezionando conoscenze di tecnologia, linguistica, orticoltura e artigianato.

L’accesso si trova dal piazzale, si accede ad una grande zona di filtro con reception, dietro alla quale vi sono due uffici, la segreteria, un archivio e i servizi igienici riservati.

Le aule ospitano corsi di lingue straniere, di disegno e di artigianato, dove si realizzano manufatti da mostrare nella sala espositiva, posta in fondo al compendio oggetto di studio. L’università dispone di un’aula per la produzione di ceramica, dotata di magazzino per i materiali e di forno per la cottura dei manufatti; l’aula di orticultura è collegata ad un giardino interno, per mettere in pratica quanto appreso in classe.

Le aule sono collegata da una grande zona di filtro che, come nella zona dei laboratori, può essere dedicata all’approfondimento di quanto trattato durante le lezioni.

5.2.4. Fulcro delle età (Spazi comuni)

Il “fulcro delle età” è uno spazio aggregativo, posto al centro del corpo ovest del fabbricato principale, tra la ludoteca, i laboratori e l’università della terza età, a disposizione delle persone che frequentano i corsi e dei genitori che attendono l’uscita dei figli. L’accesso avviene dal prospetto sud, un portico fa da filtro alla zona

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38 bar, alla sala di lettura, alla zona relax e ad un giardino interno. L’area dispone di un magazzino per il bar e dei servizi igienici.

5.2.5. La memoria dei sapori (Zona di esposizione e assaggio di prodotti tipici e scuola di cucina)

La zona di esposizione di prodotti tipici è situata nell’ala est del fabbricato principale, con accesso dal piazzale. All’ingresso è presente un centro di informazioni, un’area relax e i servizi igienici. Proseguendo si apre uno spazio espositivo di prodotti tipici, con possibilità di degustarli al momento. In fondo all’esposizione una vetrata dà sulla scuola di cucina, dotata di otto postazioni con fornelli, forno, lavabi e quanto utile all’apprendimento e alla realizzazione delle ricette. Di fronte ad esse vi è la postazione dell’insegnante. La scuola di cucina possiede un accesso privato sul retro dell’edificio, ed è dotata di servizi igienici dedicati e di un magazzino. I corsi sono propedeutici all’esposizione negli stand.

L’organizzazione dell’area espositiva e l’affaccio sulla scuola di cucina è stata ispirata al “Mercato Centrale di Firenze”.

5.2.6. La totalità del gusto (Ristorante)

L’area ristorante si trova accanto alla sala espositiva, possiede una sala interna ed una nel portico, e può ospitare un totale di duecento persone. E’ dotato di un magazzino, servizi igienici separati per gli ospiti e per i dipendenti. La cucina e la sala rispettano le disposizioni della ASL della Provincia della Spezia, che è stata allegata tra i documenti.

5.2.7. I luoghi della musica (Locali per la musica: sala concerti, sala di registrazione, teatro di posa)

Il corpo centrale vetrato ospita locali totalmente dedicati alla musica, dalla sua composizione all’esposizione. La composizione avviene nell’ala sinistra, dove sono presenti le sale di registrazione, gli uffici, le sale di prova e il teatro di posa, un grande spazio attrezzato all’interno del quale si possono allestire scenari per la registrazione di pubblicità; nei teatri di posa di dimensioni maggiori si possono allestire studi televisivi e girare scene di film.

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39 L’area di esposizione è nell’ala destra, alla quale si accede dal prospetto sud, entrando in un ampio spazio di ingresso su cui affacciano biglietteria e sala guardaroba; dietro di essi si trova la sala concerti, dotata di magazzino, camerini e servizi igienici.

Per dimensionare correttamente la sala di registrazione, è stato utilizzato uno studio del rapporto tra le tre dimensioni caratteristiche delle stanze, lunghezza, larghezza, altezza, definito criterio di Bolt:

2 <  +  < 4 3

2  − 1 <  − 1 < 3 − 1

Questa relazione definisce un’area che mette in relazione larghezza e lunghezza a parità di altezza, che risulta particolarmente adatta per sale di registrazione di piccole dimensioni.

Per dimensionare la sala registrazione, tra le tante proporzioni citate in letteratura, sono state scelte le proporzioni di Volkmann che sono:

Altezza: 1;

Larghezza: 1,5;

Lunghezza: 2,5;

Questa serie di proporzioni rientra del dominio di Bolt.

Per quanto riguarda il punto di ascolto, definito come luogo in cui il suono arriva in modo più pulito, pertanto il punto in cui posizionare i microfoni per la registrazione, è stato posizionato prendendo come riferimento un metodo empirico: inizialmente si fissa il primo punto di ascolto al centro del lato corto della stanza, e al 38% del lato lungo, per poi ricercare il miglior punto di ascolto in base alle prove suono effettuate in sito. In base a queste considerazioni, il punto di ascolto delle sale di registrazione è stato inserito a 3,33 m dal fondo della sala e a 2,63 m dai muri laterali.

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40

5.2.8. Melodia&Movimento (scuola di musica, danza, arti marziali)

Lo spazio di creazione ed esposizione della musica è collegato, fisicamente e idealmente, all’area che ospita la scuola di musica, alle sale prova dei corsi di danza, di yoga e di arti marziali.

Il portico crea una zona filtro con l’ingresso vero e proprio, dal quale è possibile accedere anche ai “luoghi per la musica”. Sulla destra sono posti gli uffici, con sala riunioni, archivio, uffici e servizi igienici privati.

Le aule di musica sono di differenti dimensioni, per permettere di seguire gli studenti sia in classi sia privatamente. Esse sono poste attorno ad una zona di disimpegno, dotata di librerie, scaffalature e sedute, nella quale si possono consultare libri e manuali. Una delle sale di dimensioni maggiori possiede un accesso ad una corte interna.

Dalla zona filtro si accede a due sale con pavimento in parquet, all’interno delle quali si svolgono i corsi di danza, yoga e arti marziali. Lateralmente all’ingresso alle sale sono posti gli spogliatoi con i servizi igienici. La sala più a nord affaccia su un giardino interno, che ospita corsi all’aperto durante la stagione primaverile- estiva.

5.2.9. Temporanea – mente esposto

La sala espositiva si trova all’interno dell’edificio secondario. L’accesso affaccia sul piazzale, subito a destra si trova la biglietteria. Il percorso espositivo, segnato dalla pavimentazione e dalle ampie vetrate, ruota attorno ad un corpo centrale, che ospita le sale amministrative e i servizi igienici. La separazione tra area aperta al pubblico e l’area di gestione è data dai cavedi, ricavati dalla proiezione a terra dei parallelepipedi che fungono da lucernai nella situazione attuale del fabbricato.

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6. RILIEVO DOCUMENTALE E CONOSCENZA

Ai fini del progetto di recupero strutturale, è stata dapprima analizzata la documentazione disponibile. La documentazione reperita consiste in:

• elaborati grafici del progetto architettonico;

• elaborati grafici del progetto strutturale e dettagli costruttivi;

• documentazione fotografica di dettaglio degli elementi strutturali interni e dell’esterno del fabbricato.

Il fabbricato oggetto di studio è un capannone industriale, costruito nel 1936, utilizzato come magazzino nel periodo di attività del complesso, più precisamente il corpo est del fabbricato principale.

L’edificio ha dimensioni 40 x 46 m per un’altezza di circa 8 m, con struttura in calcestruzzo armato.

Esso è suddiviso in senso longitudinale in 4 campate, sormontate da capriate in calcestruzzo armato, gettato in opera senza interruzioni, per evitare elementi di discontinuità tra i due getti; le campate hanno luce di 10 m. In senso trasversale è ripartito in 5 campate, con travi di collegamento tra le capriate aventi luce di 7,60 m, che sostengono una soletta di copertura in calcestruzzo armato di 7 cm di spessore.

I pilastri hanno dimensioni 35 x 35 cm e altezza di 5,25 m; in sede di rilievo è stata verificata la presenza di un’armatura longitudinale composta da ferri 4Φ20 disposti su tutta l’altezza del pilastro, e di un’armatura trasversale formata da staffe Φ6, poste ad una distanza di circa 20 cm.

Dalle attività di ricerca effettuate presso l’archivio del Comune di Santo Stefano Magra, si evince che i progetti originali risalgono all’anno 1936, e quindi che la normativa utilizzata per la progettazione del complesso è:

⋅ Regio Decreto Legge n.1213 del 29 luglio 1933 per le prescrizioni sul calcestruzzo

⋅ Regio Decreto Legge n.1213 del 23 maggio 1932 per quelle sull’acciaio.

Gli elaborati originali di seguito esposti mostrano la composizione strutturale dell’edificio:

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42

6.1. Terreno e struttura fondale

Non sono stati reperiti elaborati che attestino l’effettiva costituzione delle strutture di fondazione e dell’armatura, poiché sono note solo le dimensioni geometriche dalle sezioni originali.

Dalle testimonianze di ex operai, del geometra Pietra Gianfranco, e dalle produzioni del geologo Dott. A. Argenti, si attesta che tutto l’impianto dell’ex fabbrica si appoggia su di una sottostruttura, che crea un piano artificiale, il quale facilitava il trasporto delle merci e delle materie prime all’interno del complesso, attraverso piccoli treni che viaggiavano su rotaia.

Non è comunque certo se i plinti di fondazione poggino su questa struttura, oppure direttamente sullo strato di argille sovra consolidate.

Tale sotto struttura presenta una serie di canali di scolo che permettevano lo scarico delle acque utilizzate nelle lavorazioni, fino a portarle in vasche di decantazione, per far sì che le particelle rimaste in sospensione potessero sedimentare in modo da non farle scaricare direttamente nei canali.

Sotto al complesso scorrono anche il canale Lunense (denominazione derivante dall’antica città di Luni), per un breve tratto i due torrenti Belaso e Rio Erta, ed un canale per l’irrigazione agricola coevo alla prima parte dell’impianto di fabbrica, che nasce nei pressi della località Bettola, si snoda nella piana del Magra per circa 23 km fino a confluire nel torrente Carrione nei pressi di Carrara.

Interessante è la presenza di rifugi anti aerei che percorrono l’impianto della fabbrica.

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Torrente BelasoCanale Lunense

Rio Erta

Cunicoli per smaltimento acque Vasche di decantazione

Mappatura dei cunicoli della “Vaccari sotterranea” , estratta dalla relazione geologica del dott. Geol. A. Argenti, in allegato

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44 L’ex fabbrica posa su un fondo di argille grigio-verdi, che presentano caratteristiche meccaniche molto elevate; la presenza di queste argille è stata determinante nella scelta del luogo su cui far sorgere la fabbrica.

L’argilla è un materiale prezioso ai fini della produzione delle mattonelle, pertanto in fase di posa delle fondazioni dei fabbricati il terreno è stato scavato oltre la quota di progetto, ai fini di recuperare tale materia prima ed utilizzarla nel ciclo di produzione.

Il riempimento del fondo scavo è costituito da mattonelle di scarto (integre con difetti di cottura o colorazione), impacchettate tra loro con il filo di ferro, a formare una sorta di mattoncino, e impilate. Dalle prove di penetrazione dinamica eseguite dal geologo per sondare le resistenze del suolo, si evince che questo tipo di riempimento è stato realizzato soltanto sotto alcuni dei capannoni del complesso. Le stesse prove effettuate in altre zone del complesso hanno rilevato la presenza di materiali di riporto di scarsa qualità.

Tuttavia non si può affermare che i plinti di fondazione si posino su questa struttura, non è da escludere che essi poggino direttamente sullo strato di argille sovra consolidate.

6.2. Strutture in elevazione

La struttura è composta di travi e pilastri di altezza 5,25 m, in calcestruzzo armato. Il solaio pavimentato ha spessore di 50 cm, e funge anche da solaio di fondazione. Le strutture sono complessivamente in buone condizioni, ma presentano criticità puntuali come il distacco del copriferro, patine biologiche dovute alle infiltrazioni delle acque meteoriche e all’umidità diffusa, dovuta alla non più adeguata impermeabilizzazione.

Immagini estratte dalle tavole di progetto dell’ing. Norzi, in allegato

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45

6.3. Copertura

La struttura della copertura è composta di una doppia orditura, costituita da capriate in senso longitudinale e da travi di collegamento trasversali. L’illuminazione interna è garantita dai lucernai, che soddisfano i parametri aero-illuminanti, calcolati in base alla destinazione d’uso.

Immagini estratte dalle tavole di progetto dell’ing. Norzi, in allegato

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46

6.4. Dettaglio capriata

La capriata del capannone oggetto di studio è in calcestruzzo armato, gettato in opera con puntoni di sezione 25x30 cm, catena ed un elemento centrale di sezione 25x25 cm, che copre una luce di 10 m.

La capriata sorregge una soletta in calcestruzzo armato con uno spessore di 7 cm, su cui si posa il manto di copertura.

Oltre ai progetti architettonici sono stati trovati anche dei disegni di dettaglio, dove sono descritte le armature identificando dimensione e posizione dei ferri delle capriate.

Immagini estratte dalle tavole di progetto dell’ing. Norzi, in allegato

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47 Immagini estratte dalle tavole di progetto dell’ing. Norzi, in allegato

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48 Dalla conversazione avuta con il geometra Pietra Gianfranco, ho saputo di come questi elementi sono stati gettati in opera.

Il Sig. Pietra ha focalizzato l’attenzione sul fatto che, su specifico volere dell’ingegner Norzi, tecnico strutturista del compendio, ogni manufatto in calcestruzzo armato è stato gettato in opera senza interruzioni, per evitare quegli elementi di discontinuità dovute alla ripresa di getto.

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49

7. PROGETTO SIMULATO

Al fine di ricostruire con maggiore sicurezza la geometria della struttura e la quantità di armatura, sono stati utilizzati:

• Il rilievo strutturale effettuato in loco;

• La normativa dell’epoca di costruzione dello stesso;

Le tavole del progetto originale.

7.1. Capriata

Si divide la capriata in due parti poiché simmetrica; quindi si semplifica il calcolo considerandone solo la metà.

In seguito per eseguire le verifiche si scompone la struttura in elementi più semplici:

soletta di copertura, nervatura secondaria, puntone capriata, pilastro.

(51)

50

7.2. Analisi dei carichi

Negli anni Trenta si progettava esclusivamente ai carichi verticali, pertanto il lavoro è stato impostato secondo gli usi dell’epoca in modo da riuscire a colmare i punti d’ombra rimasti dal rilievo.

Il solaio di copertura poggia su nervature secondarie, con interasse 1,55 m.

H max = 8,00 m;

Spessore = 7,00 cm;

Peso proprio della soletta: 0,07x2.500

= 175 kg/m2

Sovraccarico:

150 kg/m2

325 kg/m2 Il sovraccarico è considerato pari a 150 kg/m2 perché, all’interno del materiale di progetto risalente al periodo di costruzione, si è trovato un calcolo di un solaio di copertura, riguardante un capannone adiacente e con caratteristiche simili a quello preso in esame, che presenta tale valore come sovraccarico.

Al fine di accertare la congruità di tale valore, è stato fatto un confronto con il valore del carico neve indicato nella normativa vigente.

CARICO NEVE

Il carico provocato dalla neve sulle coperture sarà valutato mediante la seguente espressione:

qs

= µ

i

qsk

CE

Ct

(3.3.7) Zona II

Arezzo, Ascoli Piceno, Bari, Campobasso, Chieti, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Gorizia, Imperia, Isernia, La Spezia, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara,

(52)

51 Padova, Perugia, Pescara, Pistoia, Prato, Rovigo, Savona, Teramo, Trieste, Venezia, Verona:

qsk = 1,00 kN/m2 as ≤ 200 m

qsk = 0,85 [1 + (as/481)2] kN/m2 as > 200 m

(3.3.10)

Il fabbricato ricade in zona II, si trova ad una quota di circa 60 m sul livello del mare, e le strutture presentano capannoni in serie con la presenza di compluvi, con falde aventi 27° di pendenza, pertanto i nostri valori

qsk = 1,00 kN/m2 CE = 1

(53)

52

Ct = 1 µ1 = 0,8 µ2 = 1,52

Nel punto peggiore abbiamo un valore di carico neve pari a:

qs = 1,52 ΚΝ/m2 = 155 Kg/m2 Risulta evidente che il valore di sovraccarico usato è congruo.

7.3. Solaio di copertura

Si agisce seguendo il criterio delle aree d’influenza considerando 1 m di larghezza, per poi calcolare il momento di una trave con una leggera quota d’incastro.

=  ∙ 

10 =325 ∙ 1.55

10 = 78,10  ∙  = 7810  ∙ 

Supponendo di utilizzare:

• Un calcestruzzo σc,amm= 40 Kg/cm2

• Un acciaio con σf,amm= 1000 Kg/cm2

Dalle tabelle del “prontuario del cemento armato” (Manualistica con la normativa degli anni 30) si ricavano i seguenti parametri:

• r = 0,044

• t = 0,0252

(54)

53 Che servono per determinare

• h: distanza minima armatura dal lembo compresso;

• Fe: area in cm armatura necessaria.

ℎ =  ∙ 

= 3,89  < 7 

Lo spessore della soletta è sufficiente

"# = $ ∙ √ ∙ = 2,23 

Si può utilizzare 4φ9 con un’area di 2,54 cm2 oppure 3 φ 10 con un 'area di 2,36 cm2. Dal rilievo fotografico si può vedere come l’armatura nella soletta sia disposta a circa 25 cm composta di φ 10.

Dettaglio della copertura del corpo laterale est

(55)

54 7.4. Nervature secondarie

La nervatura secondaria è composta da travetti trapezoidali con 14 cm di base l’altezza varia da 25 a 32 cm di sezione e con una luce di 7,60 m.

Il carico è definito dal peso della soletta soprastante compreso di sovraccarico e dal peso proprio del travetto.

Sovraccarico 325x11.55 =503.75 Kg/m Peso proprio 0,04cm2x2500 =100.00 Kg/m

Tot =603,75 Kg/m

=  ∙ 

12 =603,75 ∙ 7.60

12 = 2096.05  ∙  = 209605  ∙ 

Supponendo di utilizzare:

• un calcestruzzo σc,amm= 40 Kg/cm2

• Un acciaio con σf,amm= 1000 Kg/cm2

"# =

'(∙ ℎ = 209605

1000 ∙ 25 = 8.38 

(56)

55 Utilizzando 4φ17 ottengo un’area di 9.08 cm2

Mentre con 4φ18 ottengo un’area di 10.18 cm2

Per valutare la correttezza dell’ipotesi di utilizzo dei materiali nella sezione e nei carichi si esegue la seguente verifica:

Asse neutro:

) = 2 ∙ * ∙ ℎ ∙ "#+ ∙ +

2 ∙ * ∙ "#+ ∙ + =2 ∙ 10 ∙ 25 ∙ 8.38 + 140 ∙ 7

2 ∙ 10 ∙ 8.38 + 140 ∙ 7 = 5,53 

Ora si cerca la resistenza minima necessaria dei materiali:

', = 2

∙ ) -ℎ − )3.= 419210

17927.89 = 23.38 /< 40/

'( =

"#-ℎ − )3. =209605

194.05 = 938.32 / < 1000/

I materiali usati risultano congrui.

Dalle tavole di progetto originali si vede che il progettista divide le nervature più sollecitata da quella meno riducendone l’area di acciaio impiegato.

Trave 1 14x32:

• Staffe

φ5 a cm: 11-12-14-17-21-26-32-39-(4x42)

• Barre longitudinali:

2 φ18 piegate 2 φ18 dritte

Trave 2 14x25÷32:

• Staffe

φ5 a cm: 11-12-14-17-21-26-32-39-(4x42)

• Barre longitudinali:

2 φ18 piegate

(57)

56 2 φ20 dritte

.

Trave 3 14x25÷32:

• Staffe

φ5 a cm: 12-13-15-18-22-27-33-(5x40)

• Barre longitudinali:

2 φ18 piegate 2 φ20 dritte

Trave 4 14x40 (di colmo):

• Staffe

φ5 a cm: 20-21-23-24-30-35-41-47

• Barre longitudinali:

5 φ5 nella testa della trave 2 φ14 piegate

2 φ14 dritte

7.5. Puntone di capriata

Il puntone ha sezione 25x30 e i carichi sono trasmessi tramite la nervatura secondaria; questi ai fini del calcolo considerano concentrati, a cui si somma poi il peso proprio del puntone stesso.

Dettaglio della copertura del corpo laterale est

(58)

57 F1 = 3828.50 Kg

F2 = 2828.15 Kg F3 = 2033.00 Kg q = 187.5 Kg/m l = 1.74 m α = 27°

Sviluppando il calcolo si trova un momento pari a:

= 5417.70  ∙  = 541770  ∙ 

Soletta collaborante 20d = 140 cm Supponendo di utilizzare:

• un calcestruzzo σc,amm= 40 Kg/cm2

• Un acciaio con σf,amm= 1200 Kg/cm2

"# =

'(∙ ℎ = 541770

1000 ∙ 37 − 3.5 = 13,48 

Utilizzando 4φ21 ottengo un’area di 13,85 cm2

Ora si effettua una verifica per vedere se i materiali ipotizzati sono congrui alla sezione e ai carichi

Asse neutro:

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