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Bosnia ed Erzegovina

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Academic year: 2021

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Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE

BOSNIA-ERZEGOVINA

Superficie (in migliaia di km2) 51 Popolazione (in milioni di abitanti) 4

Densità (abitanti/km2) 77

Forma di governo Repubblica federale

Capitale Sarajevo

Lingua (ufficiale) Bosniaco e Serbo-croato

Religione musulmana, ortodossa e cattolica

Speranza di vita (maschi/femmine) 75/82

PIL/abitante (in $ USA) 4.625

La Bosnia-Erzegovina è una repubblica federale europea grande un sesto dell’Italia. Si trova nella Penisola Balcanica nord-occidentale, inserita tra la Croazia, la Serbia e il Montenegro. A sud-ovest gode di un piccolo sbocco (20 km di costa) sull’Adriatico, in corrispondenza con la minuscola cittadina di Neum.

Ha forma triangolare e un territorio in gran parte montuoso che, nella regione meridionale, (Erzegovina) è costituito da altopiani carsici, solcati da numerose ma strette polje (pianure o, in questo caso soprattutto, valli).

La cima più alta (con 2.386 m), al confine con il Montenegro, è il monte Maglić. Estese foreste di querce e abeti costituiscono il caratteristico paesaggio della Bosnia meridionale e centrale e sono ancora popolate da orsi, lupi e cervi. Nell’area settentrionale del Paese i rilievi tendono a decrescere, con l’aumentare della latitudine, fino alle ampie e fertili pianure della riva destra del fiume Sava. Nell’Erzegovina i paesaggi carsici hanno suoli aridi e una scarsa vegetazione.

Il clima, di tipo continentale con influssi mediterranei, è caratterizzato da elevate escursioni della temperatura tra il freddo inverno e l’afosa estate e da abbondanti precipitazioni.

Nel 1463 la Bosnia diventò parte del grande Impero Ottomano che occupò la regione fino al 1878, segnando in maniera indelebile la cultura bosniaca.

Durante questo periodo avvenne un’intensa islamizzazione della popolazione (soprattutto nelle zone urbane), che affiancò il cattolicesimo e l’ortodossia già presenti. Si formò così l’identità etnico-culturale bosniaca: gli abitanti erano raggruppati in particolari comunità, i millet, che non erano divise sul territorio, ma costituivano entità culturali e religiose, i cui membri circolavano liberamente entro i confini dell’impero. Questo debole legame tra le comunità etniche e il territorio determinò l’intreccio culturale dei popoli bosniaci che formavano comunque comunità compatte al loro interno. Ciò rese difficile l’instaurazione di legami di solidarietà interetnica.

D’altra parte, però, furono create istituzioni per la comunicazione, la convivenza e la tolleranza, soprattutto nell’ambito della vita quotidiana, al punto da permettere la sopravvivenza di questo Stato fino ad alla fine del XX secolo, quando le tre religioni saranno l’elemento discriminante dell’appartenenza etnica dei croati

(cattolicesimo), dei serbi (ortodossia) e dei cosiddetti bošnjak (islamismo).

Dopo il Congresso di Berlino del 1878, la Bosnia venne occupata dall’Impero Austro-Ungarico che procedette all’annessione ufficiale nel 1908. Successivamente alla fine della Prima Guerra Mondiale entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (chiamato Regno di Jugoslavia dal 1924) e, dal 1943, della Jugoslavia comunista governata da Tito, morto nel 1980, poco prima dell’esplosione dei gravi problemi economici che hanno travagliato la Jugoslavia nel decennio successivo.

Alla fine degli anni Ottanta è iniziata anche la crisi del dominio comunista jugoslavo, che ha portato nel decennio successivo alla scissione della federazione.

In Bosnia l’esplosione del nazionalismo si è tradotta nel 1992 nel più aspro e feroce conflitto armato verificatosi in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. È iniziato così lo scontro tra serbi, croati e musulmani, che ha originato una devastante “pulizia etnica” e portato all’uccisione di civili, all’incendio di case, all’assedio di città e alla distruzione della società bosniaca.

Dopo anni di guerra criminale, di violenze e genocidi, nel novembre del 1995 le fazioni in lotta si sono

incontrate a Dayton, nell’Ohio (USA), per firmare gli accordi di pace che hanno dato vita alla “nuova” Bosnia. Il Paese è diviso ora in due entità politiche, la Federazione Croato-Musulmana di Bosnia e Erzegovina, che amministra il 51% del territorio, e la Repubblica Serba, cui è andato il restante 49%. Insieme costituiscono la Repubblica di Bosnia-Erzegovina.

A causa della natura impervia del suolo e delle difficoltà delle comunicazioni, la Bosnia-Erzegovina ha sempre accusato un notevole ritardo economico rispetto alle altre repubbliche jugoslave.

Limitata era, infatti, l’agricoltura, praticata con mezzi particolarmente arretrati e con bassissime rese; nelle più fertili pianure settentrionali e nelle valli si coltivavano prevalentemente cereali in appezzamenti di modesta dimensione.

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Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE

Di notevole rilievo erano, invece, l’allevamento di ovini e lo sfruttamento delle risorse forestali che favoriva lo sviluppo di una fiorente industria del legno.

Dal 1992 la guerra ha distrutto gran parte delle capacità produttive del Paese, portando a un tasso di disoccupazione superiore al 40%.

L'economia oggi dipende, quindi, dagli aiuti delle organizzazioni internazionali.

La Bosnia può però fare affidamento su un sottosuolo abbastanza ricco di minerali, soprattutto carbone, lignite e alcuni minerali ferrosi, e su una discreta produzione di energia idroelettrica. Lo status particolare della cittadina di Brčko (al confine con la Croazia), che non appartiene a nessuna delle due entità politiche, ne ha fatto una zona pilota per gli investimenti industriali e commerciali esteri.

Il quadro economico generale è quasi omogeneo e prescinde dalle differenze etniche: alla povertà globale sfuggono solo gli alti ranghi dell’esercito e della politica e quanti si sono arricchiti grazie alla guerra.

Bibliografia

• Malcolm Noel, Storia della Bosnia dalle origini ai giorni nostri, Bompiani, Milano, 2000

• Pirjevec Joze, Le guerre jugoslave 1991-1999, Einaudi, Torino, 2001

• Sekulic Tatjana, Violenza etnica. I balcani tra etnonazionalismo e democrazia, Carocci, Roma, 2002

• Violante Antonio, Luoghi e paesaggi della Bosnia ed Erzegovina, Guerini e Associati, Milano, 2006

Filmografia

• Chouraqui Elie (regia di), Harrison’s flowers, USA, 2000

• Shepard Richard (regia di), The Hun ing Party, USA, Croazia e Bosnia-Erzegovina, 2007 t

• Tanovic Danis (regia di), No man’s land, Italia, Belgio, Slovenia e Gran Bretagna, 2001

• Winterbottom Michael (regia di), Benvenuti a Sarajevo, Gran Bretagna, 1997

Siti interessanti

• www.it.wikipedia.org/wiki/Bosnia-Erzegovina

• www.osservatoriobalcani.org

• www.bosnia.org.uk

Riferimenti

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