- 368 —
R en d iconto - O b b e d ie n z a A v v isi vari.
N . 3 2 .
Torino, n ella festa di tu tti i S anti, !1906.
C ari Isp etto ri e D irettori,
D u e mesi non valsero a scancellare la soave im pressione c h e lasciarono nel mio cuore gli esercizi spirituali fatti v e r so il fine di A g o s t o ultimo scorso presso la vene rata to m ba di D . Bosco in V a ls a lic e . A n c h e d a lontani paesi era no colà convenuti molti Ispettori e Direttori salesiani, d e s id e rosi di ritemprarsi nella pietà e nella virtù colle meditazioni delle grandi verità di nostra sa nta religione. N e l trovarmi circondato d a vàri fra i più anziani m em bri della nostra fa
miglia, nel v e d e re insieme radunati quei confratelli c h e in m odo speciale godono della fiducia del C a p ito lo S uperiore , nel pote r rivolgere la p arola a coloro che hanno tanta parte nella direzio ne e d am m inis trazione dei nostri istituti, io mi séntii in o n d a re il c u o r e di santa gioia, e d avrei voluto farla gustare a tutti i nostri Ispettori e D irettori. C h e meraviglia p e rc iò se io mi sono sforzato di m etterm i inte ram e nte a loro disposizio ne, se con tutto in teresse ho ascoltato q uanto essi a ve vano a dirmi sia riguardo a loro m edesim i, sia riguardo alle ca se d a loro dirette? M i sono eg u a lm e n te industriato di d a r e ogni sera, do p o le orazioni, alcuni avvisi c h e mi p a reva no di g ra n d e importanza, e d avrei voluto che quegli a v visi e d esortazioni giungessero all’orecchio di tutti g l'ispe ttori e D irettori della nostra P i a S ocie tà. M a poiché non era pos
— 369 —
sib ile c h e tutti fossero presenti, ho creduto o p p o rtu n o farne u a i circolare esclu sivam ente indirizzata agli Ispettori e D i rettori. S c r iv e n d o q u es te p agine mi parrà an c o ra di godere d ella ca ra c o m pagnia e di prolungare quei giorni c h e p a s s a rono colla r a p id ità del lampo. V o g lia il nostro amatissim o D . Bosco co m u n ica re a questo mio povero scritto un p o c o di q u e ll’effìcacia di cui era d o ta ta la sua parola.
S e g u e n d o l’ordin e tenuto d u ran te i su dde tti esercizi c o m in c erò :
I . — C o n alcune riflessioni sul rendic onto . S a n ta G i o vanna F r a n c e s c a di C h a n ta l, formata alla scuola del nostro dolcissim o S. F ra n c e sc o di S ales, sull’articolo delle C o s t i tuzioni c h e im p o n e alle religiose della V isit a z io n e di fare il rendiconto, scrive queste memorabili p arole : E c c o l’a r ticolo c h e aiuta a d osservare tutti gli altri, e b e n praticato, se condo il nostro bu o n P a d r e , riem pirà il cielo di anime.
Q u a n d o invece si p e r d e la confidenza col S u p erio re , si p e r d e lo spirito d e l l’istituto.
U n santo V e s c o v o chiam ò il ren d ic o n to : pote nza di for
m azio ne e di attrazione. Invero egli è una p o te n za di for
m azione p e r c h è serve a formare il religioso alla pie tà, alla virtù e d al gene re di vita proprio del suo Istituto. E ’ una p otenza di attrazione p e r c h è lo affeziona al S u p e rio re , alla sua C o n g re g a z io n e , a D io , alle anime.
S. G e r o la m o parla n d o della direzione c h e si riceve nel fare il r e ndic onto afferma c h e senza di essa non si fa p r o gresso nella via della perfezione; p ochi la trovano, p ochi vi entra no, e pochissim i vi perseverano.
O l t r e queste autorevoli testim onianze, p e r p o c o che si
24
rifletta, si possono facilmente d e d u r r e i vantaggi di questa p ratica che è in uso presso tutte le famiglie religiose. C o m e mai p o tr e b b e un S u p e rio re dirig ere i suoi d ip e n d e n ti, a i u tarli nel co m piere i doveri del loro ufficio, istruire gli uni, in coraggiare gli altri, in una parola dare a ciascuno quelle regole di co n d o tta che meglio sono ap p ro p riate a ’ suoi b i sogni? N o n colle prediche, nè colle conferenze che p u ie sono utilissime, m a con q u e lì’intima conversazione p e r cui il s u d dito fa conosce re lo stato d ell’animo suo e d il S u p e r io re gli d à i consigli e gli avvisi di cui ab bisogna,
E ’ nòto a tutti che nel cammino della perfezione, a n c h e chi è anim ato dalla migliore volontà, si trova esposto al p e ricolo di allontanarsi dal retto sentiero. Q u a n ti fra i reli
giosi m edesim i sono vittime delle illusioni d e ll’am or proprio!
Q u a n t i lasciati in b alìa di loro stessi, sprovvisti della p r u denz a che s a re b b e necessaria, sedotti dalle loro passioni, che sono pur s e m p re vive a n c h e d o p o la professione, corrono rischio di p erdersi! M a se essi s’in contrano in un D irettore, che colla sua carità si faccia aprire il loro cuore lasciandosi d a lui condurre, con tutta facilità sventeranno le insidie del dem onio , vinceranno le tentazioni, e m etteranno un freno al- l'am or proprio e d alle passioni.
L ’anima, non altrimenti che il corpo, va soggetta a molte e gravi infermità, quali sono, p e r a c ce n n arn e alcune, l’incli
nazione alla collera, ai piaceri sensuali, alle amicizie p arti
colari, alla malinconia e d alla tiepidezza. A chi è vittima di tali m alattie si può con ragione ap p lica re il V a e soli della S a c ra Scrittura. M a fortu nata m ente il S ale sia n o non è mai so lo ; egli avrà sem pre al fianco un caro am ico c h e
— 370 —
- 371 —
pr e n d e rà cura di lui, un m e dico affettuoso e d intelligente che lo guarirà. E questi è il S u p e rio re che riceve le sue intime confidenze nel rendiconto.
C h e se ciò non bastasse, dal dem onio stesso dovrem m o im p a rare quanto sia vantaggioso il rendiconto, p o ic h é egli, p e r rovinare i religiosi, contro questa pratica dirige special- m ente le sue armi, a questa fa la guerra senza tregua, e si c r e d e di aver rip ortato la più sple ndida vittoria q u a n d o riesce a ritrarre q u alc h e d u n o dal com pierla. A n z i egli confessò a S. D o m en ico , c h e p e rd e nel rendiconto, ossia n ell’accusa che i r e ligiosi fanno delle proprie debolezze, tutto quanto g u ada gna colle sue tentazioni, coi lacci che te n d e agli incauti.
V e n e n d o perciò, o miei b uoni Ispettori e D irettori, a q u a lc h e pratica conclusione, io vorrei pregarvi p e r l’am ore che portate alla santa m em oria del nostro b u o n P a d r e D . Bosco:
a) A continuare nella bellissima a b itu d in e contratta orm ai d a voi tutti di fare con sincerità e semplicità il vostro r e ndic onto agli Ispettori o M e m b ri del C a p ito lo S u p e rio re
che vengono a visitarvi;
b) D i considerare ognora com e un dovere di coscienza il d a r e com odità e l'ascoltare i vostri confratelli ogni mese, c o m e prescrivono le nostre Costituzioni ( C a p . III, 4). N c n lasciatevi in gannare cre d e n d o che questo sia te m p o perduto, che altri affari più importanti richiedono le vostre sollecitudini;
• c) Sforzatevi di im itare la dolcezza e lo nganim ità di D . B osco; u n a parola aspra, un rimprovero in o p p o rtuno b a ste re b b e p e r ch iu d ere per se mpre il cuore di chi v ie ne a confidarvi le sue p e n e ;
— 372 —
d ) Infine guardatevi attentam ente dal manifestare agli uni i difetti degli altri, an c h e q u a n d o si tratta di cose che forse co n o s ce te già per altre vie. S ap p ia n o i vostri su b a l
terni che voi siete ca p ac i di conservare il segreto su q uanto vengono a confidarvi. U n a breve in dis crezio ne su q u e s ta m ateria dim in u ireb b e o forse distru g g e re b b e intieram ente la confidenza che a v r e b b e r o con voi 1 vostri d ip e ndenti.
2. — U d i i varie volte dalle la b b ra di q u alc h e d u n o di voi uscire un lam ento che mi ferì nel più vivo del cuore.
V i fu chi n ell’ardore del suo zelo mostrò di c re d ere che la nostra P i a S o c ie tà andasse a poco a p o c o p e r d e n d o dello sp in to del nostro sempre com pianto F o n d a to r e ; c h e la m a niera di pensare, di parlare e di o p erare dei S ale sia ni odierni non fosse più conforme agli in segnam enti e d agli esem pi di D . Bosco. Io che ho ormai visitate tutte le case d ’E u r o p a , ch e ricevo continuam ente lettere dai confratelli d e ll’antico e del nuovo co ntin ente, non posso associarmi a quel m odo di giu dicare, s e b b e n e mi sem bri ispirato d a vivo am ore verso la nostra P i a S ocietà. P e r grazia del S ignore posso affer
mare, senza paura d 'ingannarm i, che fra le file d e ll’esercito salesiano militano molti buoni religiosi, veram ente degni- di essere chiam ati figli di D o n Bosco, i quali si sforzano di ca m m inare sulle sue tracce. Ciò nondim eno non posso n e gare che pur la nostra Congregazione si risente alquanto d elle massim e che sconvolgono la società in questi giorni, di quello s p in t o di in d ip e n d en z a nel pensare, parlare e d o p e rare, p e r cui si v o r re b b e scuotere il giogo d e ll’autorità. A n c h ’io te m o pur troppo che s ’infiltri tra i nostri giovani c o n fratelli questa cattiva tendenza. O n d ’è che p e r iscongiurare
— 373 —
q uesto pericolo io alzo la v oce p e r farmi u d ire d a tutti gl’i spettori e D irettori, sparsi su tu tta la fac cia della terra e grid o: corriam o tosto al riparo. N o n contentiam oc i di sterili lamenti, c o n i a m o tosto al riparo. E davvero si conserverà ognora fra noi lo spirito di D o n Bosco, se tutti i S ale sia ni pratichera nno b e n e la soggezione e l’u b b id ie n z a della m ente e del cuore. N o n c ’è d u b b io , la nostra P i a S o c ie tà in questo m om ento abbisogna di Salesiani v era m en te u b b id ie n ti.
F a c c io appe llo a voi, miei buoni Ispettori e D iretto ri, p e rc h è faccia te c o m p re n d ere b e n e a tutti i confratelli questa veriià.
C o m in ciate a tener saldo il principio d e ll'autorità nelle vostre conferenze e nelle vostre private conversazioni. R i co rd a te sovente ai vostri d ip e n d en ti che i S uperiori sono gli anelli della catena che ci unisce a D io. A v v e z z a te i S a lesiani a v e d e re cogli occhi della fede N . S. G . C . stesso nella p ersona dei S uperiori. R i c o r d a te loro c h e colla p r o j fessione si è imm olata la nostra volontà al S ignore e d a n che, dove occorre, il proprio giudizio, secondo la p arola di S. P a o l o : R a tio n a b ile obsequium vestrum , l ’ossequio della vostra ragione. Si r ip r e n d e r e b b e ciò che fu consacrato a D io , se si ricusasse di u bbidire . A chi non volesse sotto
mettersi ai S uperiori, fosse pure per un b e n e maggiore, ri
petiam o ciò che scriveva S a n ta T e r e s a , che cioè il d is u b b id ie n te è com e un carbone che col separarsi dalla massa del fuoco, va p e r d e n d o il calo re e si spegne ; o p p u re com e un albero p ia ntato fuori del recinto, il quale non giova per nulla al suo p a d ro n e , se b b e n e carico di frutti, p e r c h è questi sono scossi d a ogni passeggero e gettati a terra prim a che g iunga no a m a tu rità.
- 374 —
M a nota te b e n e che le parole non bastano. D e v e starci altam ente scolpito nella memoria che la com unità non a b biso g n a solo d ’inse gnam enti, ma di buoni esem pi. V i to m i spesso a m e n te che la vita del S u p e rio re è il libro in cui i confratelli leggono le norme del vivere. Q u a n d o voi ri
spettate l'autorità dei S uperiori M aggiori, q u a n d o vi sotto
m e tte te alle loro decisioni anche con qu alch e sacrifìcio, r e n d e t e più v e n e ra n d a e più forte la vostra stessa autorità. S e voi d esid erate c h e siano osservate nella vostra ca sa le nostre S a n te R e g o le , siate voi i primi a d osservarle. S. G re g o rio M a g n o d ic e v a : non cre do che il p an n o p r e n d a così facil
m e n te il colore, il vaso l'odore, quanto gli inferiori p re n d o n o la m aniera di essere dei loro S uperiori. S e n te n z a consolante p e r chi edifica la sua famiglia religiosa col bu o n e sem pio!
S e n te n z a tr e m e n d a per chi si contentasse d ’insegnare, e non confortasse la sua p aro la colla p ratica! C h e consolazio ne prova un S u p e r io re nel visitare un istituto, a cui p resie d a un D iretto re veram ente u b b id ie n te , pio e zelante ! Si d ire b b e c h e ognuno dei confratelli ricopia le virtù, il m odo di p a r lare, il m odo di trattare del suo S u p erio re . N e ll e mie vi
site mi fu dato di incontrare non p o ch e volte di queste case fortunate. L avoria m o e preghiamo, perc h è di tal genere siano tutte. V i sovvenga infine che colla vostra perfetta u b b id ie n z a voi rende re te molto meno p es an te ai vostri S uperiori l’e s e r
cizio d e ll’autorità.
3. — P o ic h é questa mia lettera è indirizzata agli Ispettori e D irettori conviene che sull’ub b id ie n za si aggiungano a n cora alcune parole. P o sti alla g uardia di u n a legione d e l l'ese rcito salesiano, voi vegliate p e r c h è i vostri d ip e n d e n ti
osservino la disciplina in gene rale ; m a qui non s ’arrestano le vostre c u r e : a coloro che com e ufficiali c o m battono con voi le battaglie del S ignore, quali sono il P refetto, il C a techista, e d il Consigliere scolastico, voi inc u lc a te l ’a d e m p i
m ento dei loro doveri particolari, p e rc h è un p o c o di negli
genza p e r p arte loro s a re b b e causa di grave disordin e nella vostra casa. Così alla mia volta io scrivendo a voi, m iei buoni Ispettori e Direttori, non devo contenta rm i di ra c c o m a n d a r e in generale l’u b bidie nza e l’osservanza delle R e gole, a voi devo ricordare alcuni doveri particolari, inerenti a lla vostra carica. C o m e b a s te r e b b e che una p ic co la ruota d una m a cc h in a non girasse, p e rc h è essa rim anesse inoperosa , così tutto l ’organismo della nostra P i a S o cie tà ne soffrirebbe a s s ai, q ualora voi non foste attenti all’osservanza delle nostre Costituzioni an c h e nelle cose che a talu no forse p a r re b b e ro piccole. P e rm e tte te m i che io d isc e n d a ai particolari della vita salesiana.
O g n i quin dic i giorni, ossia d u e volte al mese, il D i rettore d e v e te n er una conferenza ai confratelli della sua casa. L a maggior parte dei nostri Direttori colgono v o le n tieri questo mezzo p e r m a ntene r vivo nella loro comunità il fervore, lo zelo p e r la salvezza delle anime. T u t t a v i a s'in co n tra n o p u re di quelli che non se ne d an n o pensiero, sic
c h é trascorrono mesi e mesi senza che una p arola d ’in c o ra g giamento giu nga all’orecchio di quei Salesiani. A ltr i non si c u ra n o di p repararla, o n d e ne avviene che riesce di nessun frutto e lascia il tem po che trova. F o rse in un collegio si sente il bisogno di affiatamento, la pietà languisce, l ’assi
stenza m anca, gli abusi crescono, forse si m oltip licano i p e c
— 376 -
c a ti: q uanto s a re b b e opportuna una breve conferenza, ispi
rata d a vero zelo, detta con un poco d ’unzione ! Q u a n to si p e rd e o m e tte ndola!
S ’incontrano poveri S ale sia ni che d u r a n te tutto un an n o non fecero un rendiconto. Richiesti della causa r ispondono c he sentirono il bisogno di farlo, c h e vinsero ogni ripugnanza, misero sotto i p ie di l’am or proprio, e si presentarono al D i rettore una volta, d u e , tre volte, ma sem pre invano. E ’ d a stupire se non ritornarono più? C o m e è d a co m p ia n g e re quella ca sa ! M a molto più è da com piangere quel D iretto re .
4. — In q u alch e casa si e b b e p u re a d ep lo ra re m olt a negligenza riguardo alla lettura a tavola. Si d o v r e b b e leg
gere la V i t a di D . Bosco, il B o lle ttin o S a le sia n o d ’ogni m e s e : il giorno d e l l’esercizio della b u o n a morte si d o v r e b b e ro leggere almeno in parte le nostre Costituzioni. E ’ o t
tim a usa nza quella di leggere il R e g o la m e n to delle C a s e S alesiane. C o m e scusare quel D ire tto re che non fece nulla di tutto questo?... C h e dire ancora di q u e ll’uso, introdotto in vari posti, di ab b r e v ia r e la lettura a tavola o com inciandola d o p o la minestra o finendola ordin aria m ente prim a della frutta? che d ire della trascuranza nelle p reghiere prim a e d o p o le refezioni d ic endole precipitosam ente, o tralasciando le p reg h ie re prescritte sotto il pretesto c h e la C o m u n ità è piccola, che si h a fretta di a n d a r a d assistere 1 giovani?
S o n o forse agli occhi di taluno piccole reg o le ; m a la loro trascuranza è indizio di rilassatezza e p ro d u c o n o nei d i p e n den ti l’ab itu d in e di curarsi poco d e ll’esatta osservanza.
E ’ poi particola rm ente necessaria la vigilanza del D i rettore sulle p ratiche di pietà. S a n t’E fre m scrisse che il sonno
- 377 —
del pastore è la gioia del lupo. P e r c iò , o miei buoni Ispet
tori, vegliate p e r c h è nessuno del vostro personale tralasci la m editazione e la lettura spirituale. V o i stessi, an c h e a costo di q u alch e sacrificio, date il buon esempio p ren d e n d o v i pai te.
A dir vero mi pare sia seriam ente imba razzato quel D ire tto re c h e d e b b a in culcare a d altri di far la m editazio ne, m enìre egli non si trova mai. O h ! Q u a n d o saremo tutti b e n p e r suasi c h e si è specialm ente nella meditazio ne che noi im p a rerem o a farci santi e d a santificare gli altri?
P e r ultimo lasciate che vi esprim a il timore che mi tor
m e n ta da qu alch e tempo, che a poco a poco si rid u c a l’e sercizio d ella b u o n a morte a d una p ratica quasi infruttuosa.
N o i ricordiam o com e si facesse ai tempi di D . B osco; q uale im pressio ne facevano le p aro le con cui l’annunziava ! C i serviva di p r e d ic a il suo contegno divoto m entre si recitavano le belle preghie re della buona m orte! A n c o r d o p o ci ri
chiam a va alla m ente i buoni propositi fatti. V i prego, o miei b uoni Ispettori e D irettori, di conservare sempre a q u e sta utilissima p r a tic a il suo antico carattere ; non risparmiate nulla p e r c h è essa p r o d u c a i frutti più ab b o n d a n ti. O ltr e ciò c h e p o tr e b b e farsi coi giovani, non si tralasci mai pei c o n fratelli l’es am e di coscienza e d una fervorosa conferenza.
C osì ci prescrive il nostro bu o n P a d r e D o n Bosco.
5. — C olgo 1’ occasio ne di questa circolare p e r confi
darvi una p e n a che mi affligge profondamente. D a q u a n to mi fu riferito, il così detto m odernism o, contro il q uale il P a p a e d i V e s c o v i hanno alzato ch iaram e n te l’autorevole voce, è riuscito a pene trare nelle case salesiane. A l c u n i chierici e giovani sa cerdoti con mezzi c h e forse sono u n ’in
— 378 —
frazione dal voto di povertà e di u b b id ie n z a si sa re b b ero procurati libri e riviste, c h e se non p ro p u g n an o dottrin e a p e r ta m e n te contrarie agli in segnam enti della C h ie s a , p o s sono tornare ai giovani lettori di gravissimo pericolo. Si ha sp e cia lm e n te a d eplora re nei loro autori un vivo desiderio di n o vità, un sensib ile p ia ce re di dare u n a smentita ai d o t
tori maggio rm ente stimati dai cattolici e screditare le c r e de n z e del p o polo cristiano. E pur troppo si ha ragione di cre d ere che tali letture a b b ia n o prodotto funesto effetto in alcuni confratelli, se si tien conto del loro m odo di p arla re riguardo alla C h ie s a e all’A u g u sto suo C a p o , riguardo alla T e o l o g ia e d alla S a c r a Scrittura. L e loro massime, im prontate di novità, espresse con aria di spregiu dicati, ferirono le o r e c chie di vari S alesiani, abituati a sentire rettam ente intorno alle dottrin e d ella C h ie sa C a tto lica e fedeli alle r a c c o m a n dazioni di D o n Bosco.
A voi perciò, o miei buoni Ispettori e D irettori, di v e gliare p e r c h è tali libri e riviste non penetrino nelle vostre case, p e r c h è i chierici e d i giovani sacerdoti non p erd a n o il tem po nella lettura di giornali, ma l’im pieghin o invece nella le ttura è nello studio di opere generalm ente riconosciute veram ente sane. Inoltre rivolgete ancora le vostre cure ai chierici che com pio no il triennio pratico. A ssic u ra te v i a n che col farvi dare una lista dei loro libri, che non corrano fra le loro mani romanzi e po es ie pericolose. C h e p e n a è per me il sapere c h e si leggono avidam e nte , si am m irano certi autori che avranno merito p e r la forma letteraria e d a r tistica, m a non hanno fede ed anzi palese m ente com battono e ca lpe stano le sacrosante verità della religione! N o n potrò
- 379 —
mai ap p ro v a re che nelle nostre scuole se ne parli con e n tusiasmo. C h e se fosse necessario spie garne q u a lc h e squarcio prescritto, un maestro S ale sia no d o v re b b e se m pre stornare gli scolari dalla lettura di quelle opere e contenta rsi di ciò c h e si trova nelle b u o n e A n to lo g ie . Q u e s t o è l’avviso che ci dava D . Bosco c h e d e s id erav a che non si parlasse con encom i di tali autori e si prem unissero i propri d ip e n d e n ti d a tali letture. T a l i avvisi noi d o b b ia m o rip e te re ai nostri preti e chierici. D e l resto si ev itereb b e ogni pericolo, se i nostri chierici e sa cerdoti, p e r mezzo di u n a saggia e p r u d e n t e dilezione, si formassero una coscienza vera, retta e d e lic a ta ; p o ic h é avve n en d o loro di leggere qu alch e massima pericolosa p e r la fede e pei buoni costumi, si farebbe ro sc ru
polo di farne pascolo della loro mente, e g e tte re b b e r o il libro c h e l’insegna,
6. — E per continuare in q u e s t’ordin e d ’id e e sento il d o v e r e di farvi notare che forse per soverchia tim id ità od in avvertenza di certi Direttori, certi sacerdoti nostri confra
telli m a n ca n o di una vera direzione. S o v en te essi non fanno le pratiche di pietà in com une, non pren d o n o p a rte a l l’e s e r
cizio della buona morte, e nep p u re sono chiam ati al r e n d i
co nto. Si nota che taluni si separano quasi dalla vita di com unità, e d occupati nel ministero sa ce rdota le , non provano più gusto nel lavorare a p io della gioventù. C re d e te m i, miei buoni Ispettori e D irettori, l’a b b a n d o n a r e questi sacerdoti a loro m edesim i è un gran m a le ; le sue conseguenze p o t r e b bero essere funeste. A n c h ’essi abb iso g n an o di consiglio, p o ic h é expers consiìii, sim ilis est navigio rectore carente (S . Basilio). A n c h e a loro conviene l ’avviso dello S pirito
— 380 -
S a n to : ne innitaris prudentiae tuae. Così pure, vinta ogni ripugnanza a d am m onire, avvisate quei sacerdoti c h e c o m m ettessero q ualche errore nel ce le b ra re la S. M e s s a o la celebrassero con eccessiva prestezza o senza p rem e tte re la d e b ita prepa ra zione o senza far seguire il dovuto ringia- ziamento, che non deve, com e sapete, limitarsi a q u a lc h e minuto. U n santo religioso che a m ava di tenerissimo affetto la nostra C o n grega zione, faceva voti p e r c h è la compostezza della persona, l’unità e la esattezza delle cerim onie fosse il distintivo dei Salesiani. Infatti quanto fecondo d iv e rre b b e il nostro apostolato m ediante la divota celebrazione dei divini misteri !
C h i a m a te inoltre tutti i sacerdoti, senza eccezione, alla soluzione dei casi mensili. Sforzatevi di formare in loro un giusto criterio per scegliere convenientem ente le sentenze dei teologi e servirsene, se condo il bisogno, p e r fare maggio r bene , m a avvisateli a non appigliarsi per la propria condotta alle sentenze più larghe. N o i non d o b b ia m o contenta rci di evitare i pec ca ti mortali, n e p p u re limitarci a schivare i p e c cati veniali deliberati, m a do b b ia m o aspirare alla perfezione e però non adottare nella propria condotta certe sentenze che ci c o n d u rr e b b e ro a d un d e plore vole lassismo.
C o m p ire te poi l’opera, ss con pru d en z a e con belle m a niere esorterete 1 confratelli, sp ecie 1 sacerdoti, a valersi a preferenza di confessori Salesiani. L ’unità di spirito e di d i rezione è tale vantaggio per una com unità religiosa che non d o v re b b e ro se m bra rci gravi i sacrifici p e r procurarce la.
7. — A n c o r a una p arola pei nostri C onfratelli C o a diutori e sul m odo di accogliere i Confratelli di altre case.
— 381 —
lo sento di a m ar cordia lm e nte in G e sù Cristo i Confratelli C oadiutori, sia perc hè fra di loro s’incontrano molte anime belle, ric c h e di virtù tanto più preziose q uanto sono più nascóste, c a p a c i d ’ogni g e n e re di sacrifici. D o b b ia m o in o l
tre riconoscere c h e molti di loro sono b enem eriti della C o n gregazione av e n d o essi faticato e co n tin u an d o a lavorare in defessam ente p e r le nostre scuole professionali, per le azie nde materiali e p e r le stesse missioni. V o r r e i c h e a n c h e tutti voi loro portaste un affetto vera m ente fraterno, e c h e lo m a nifestaste trattandoli con tutta bontà, ascoltandoli q u an d o vi rivelano le loro pene , m ostrandovi prem urosi della loro sanità e p ro v v ed e n d o ai loro bisogni. C o n v ie n e c h e coi fatti e non solo colle parole dim ostriamo di tenerli quali nostri veri fratelli. M i sc ese al fondo del cuore com e uno strale la lagnanza ud ita qu alch e volta dai coadiutori, c h e essi ncn sono consid erati quali fratelli, m a quali servitori. E v ita te p erc iò q u a lu n q u e cosa pote sse d a r loro prete sto d i p e n sare così.
Q u a n d o poi confratelli di q u alu n q u e condizione d eb b o n o per q u alch e affare essere inviati a d altra casa, siano sem pre muniti di una lettera di ac com pagnam ento perc hè siano a c colti com e m em bri della famiglia salesiana. E d i S uperiori e confratelli delle case p e r cui devono passare o soffermarsi li ac colgano con cordiale bontà. Q u a n to ci fa stimare la nostra vocazione il vederci ricevuti con volto sorridente, con carità fraterna an c h e d a coloro che ancor non ci c o n o s c e v ano! A l contrario un fare a spio e d indifferente am areggia il cuore del nuovo arrivato, e talora gli r e n d e intollerabile il soggiorno in tale co m pagnia. P e r c iò q u a n d o v ed e te g iu n
— 382 —
gere un confratello colla lettera di presentazio ne (che non d o v re b b e mai m ancare), im maginatevi che il R e t t o r M a g giore vi dica con S. P a o l o : tu autem i l l u m ut m ea v is c e r a suscipe (P h il. 12).
N e l ch iu d ere questa mia lettera voglio assicurarvi che h o p ie n a fiducia in tutti coloro che com piono l ’ufficio di Isp et
tori e Direttori. Q u a l u n q u e siano le espressioni c h e uscirono dalla mia p enna , non devono sembrare rim provero ma uni
c a m e n te ard e n te desiderio d ’un b e n e maggiore.
P i ù che la mia parola vi stimoli a più perfetta osse r
vanza la b ra m a di m eritare c h e la C h ie sa presto dichiari V e n e r a b i l e il nostro amatissimo D . Bosco. V o g l i a il S ignore si co m p ia il voto d ’un santo A rc ive scovo: c h e la virtù dei figli sia- la prova della santità del P a d r e .
Im plorando su voi e sulle vostre case la protezio ne di M a r i a S S . A u siliatric e mi sottoscrivo
V ostro a ff.m o in C . J.
S a c . M i c h e l e Ru a.
PS. — F a re te u n gran piacere a me se leggerete questa lettera po
satam ente e se la rileggerete ancora altre volte, standom i molto a cuore le raccom andazioni qui contenute.
Q uest'anno avrò bisogno di scrivervi altre v o lte: vogliate sem pre Società.
In luglio spedii una lettera edificante: se qualche D irettore non avrà p iù potuto farla sentire alla sua com unità, la voglia far leggere accogliere le m ie le tte re come parole di u n p adre che molto vi am a e sente il bisogno del vostro aiuto pel buon andam ento della cara nostra nella prim a conferenza.
- 383 —
N o rm e per ben re g o la r e le rela zio n i con l ’istituto d elle Figlie di Maria. A u silia trice.
N . 33.
Torino, 21 novem bre 1906.
F esta della Presentazione di M aria SS. al Tempio.
C arissim i I s p ettori e D irettori,
D a varie nostre case mi giu nsero d om a n d e riguardo alle relazioni che vi possono essere fra la P i a S o c ie tà di S. F r a n c e sco di S ales e l’istituto delle Figlie di M a r ia A u silia tric e , en tra m b i fondati dal venerato nostro P a d r e D . B a sco. P e r c o m u n e inform azione e specia lm ente per norma dei S uperiori S ale sia ni vi porrò o rd in atam e n te q u a lc h e notizia e q u a lc h e articolo che potranno servirsi di g uida p e r ben regolare non solo le relazioni coll’istituto delle Figlie di M a r i a A u s i l i a trice, ma a n c h e colle altre com unità religiose.
L a S. S e d e suole p r e n d e re in particolare considerazione gli istituti femminili di q u a lc h e im portanza, c onform andone le costituzioni colle N o rm e em anate della S . C ongrega zione dei V V . e R R . il 2 8 giugno 1901. C o m e fec e con altri Istituti congeneri, così fece riguardo a ll’istituto delle F ig lie di M a ria A u siliatric e. L a S. C ongrega zione dei V V . e R R . prese a d es am e le loro Costituzioni e con tratto di singolare interesse le ridusse in conformità colle norme s u llo d a te ; in conseguenza:
1° E sse , c o m e le altre congregazioni femminili, non 'd e v o n o d ip e n d e r e d a alcuna congregazione di uomini, bensì d i l l a loro S uperiora G e n e ra le assistita dal proprio C a p ito lo ,