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(1)

ANNO X- N. 3. Tot<IN01 I5 Febbraio 1914.

RIUISTA

di INGEGNERIA SANITARIA

e di EDILIZIA MODERNA

È riservata la proprietà letteraria ed artistica degli articoli e dei disegui pubblicati nella RIVISTA DI INGEGNERIA SA~ITARIA E DI EDILIZIA MoDEHNA. - Gli origiuali, pubblicati o nou pubblicati, uon 'veugouo 1'estituiti agli' Aittori.

. MEMOI\IE. 01\IGINALI

PROGETTO DI INCENEHI?\IE:.\TO DELLE SP \ZZA TURE

CON FORNI «STERLI N G»

PER LA CITTA DI TORII\0.

Descriz·ione e· considerazioni.

L. P AGLIANI.

I. - Importanza igienica ed econom-ica dell'·incene- rimento delle spazzafure.

Fino dal 1900 io ho iniziato in questa Ri·vista, pubblicata allora sotto il titolo: L'Ingegnere Igie- nista (r), una pr·opaganda a favore della incenera- zione delle spazzature urbane a To'rino; dimo- strando tale procedimento come indiscutibilmente il migliore nei riguardi igienici e sanitari, fra quanti altri si siano prima escogitati, per liberarsi dallo enorm.e ingombro e dal non ·certo trascurabile pe- ricolo, che risulta da tutto qu·er materiale di rifiuto giornaliero sempre inquinato.

Allora, come anche oggi, io ero convinto che tale procedimento, applicato in tutta la sua pienezza alla distruzione delle immondizie urbane, colla esclusione di qualsiasi cernita in esse, se pure rite- nuta con più o meno ragione di reddito economico;

circondàto da tutte le più sicure garanzie nella rac-

colt~ e nel trasporto cleHe stess.e immondizie dai luoghi di loro produzione; eseguito con sistemi ri- conosciuti da tecnici e per larga esperienza fattane in grandi città abbastanza sicuri ·per u'na pron'ta e totale mineralizzazione di bgni corpo organico ché esse contengono, non può a meno . di rispondere alle più elem·entari esig·enze odi·erne di pulizia e di profilqssi sanitaria, negli agglomera.ti urbani.

(l) Incenerazione delle it;1mondizie delle case e delle strade·

« Fon1i Horsfall» (L' I1igeguere igienista, Anno I, 1900, n. 'q -e r

5 ):

Tal·e concetto non rispecchia, d'altra parte, che la oonYinzione eli tutte le Amministrazioni comu-·

nali, quali qu·ella di l\Ianchester per prima, circa cinquant'anni fa, e queJl.e di circa 200 altre città in Inghilterra, nonchè di Bruxelles, di Amburgo, di Stuttgart, di Zu rigo, eli :lVI onaco (Principato), ecc., nel contin·ente, che hanno adottato tale procedi- mento; oltre a tantissime altre di centri non meno importanti, che hanno fatto serì studì e calcoli sul- l'argomento.

Quanti esaminarono a fondo la questione ed eb- bero acl oss-ervare in funzione altri sistemi hanno dovuto convincersi, che la distruzi.one col fuoco di tutte le spazzature urbane è l 'unico modo 'dì assi- curarsi, che esse non ritornino, in qualche modo, eli dove sono .disperse, nell'ambiente ci'ttadino, ad ammorbarne l'aria respirata dagli abitanti; come pulviscolo inquinante, o a.d avvelenare i deschi fa- migliari, come sudiciume sui varì alimen'ti usa'ti crudi, o come contaminazione dell'acqua di uso giornaliero.

La sola difficoltà della spesa ha spesso tra'tten u'to dall'adottare questo m·ezzo quelle Amminis'trazioni, che non furono abbastanza persua~e di ottenere con esso una sensibil.e semplificazione ed anche un risparmio economico nei servizì di net'tezza pub- blica, o che non ebhero il coraggio di ;;eguire il precetto del Presidente del Consiglio Amministra- tivo eli Ginevra, Ami \Vagnon; il quale, nella chiusa alla sua relazione, favorevole all'inceneri- mento deUe immondizie in quella città, scriveva che: l es dépenses _ restaient elles les mémes, qu'il n'y

a~trait pas à hésiter, car la ville . .ferait un bénéfice inappréciable en sahtlnité et en bon renom (2).

La questione economica, invero, posta nel senso, che per la completa istituzione di un tale servizio il Com une TÌ·On abbia a rinì:ettervi, si presenta al- quanto dubbia. Perchè, nelle ordinarie condizioni della maggior parte delle applicazioni che si fecero finora di questo mezzo di distruzione delle spaz-

(2) Assainissement des villes par l'incinération des immondices.

Aperçus généraux, par AMI \VAGNON, Genève 1898. ·

(2)

RIVISTA DI I GEG1 'ERIA SANITARIA

zature, tenùto pure conto dei proventi con idere- -voli che si hanno dall'impieo·o dei residui fissi del-

-.····--.'::.:·

eserc1z1o e ad un tempo quelle dell'ammortamento del co~to dell'impianto necessario.

Il risultato economico, in tali condizioni, è così poco promettente, che nessuna delle nostre città italiane, pure necessitose di questa fra altre opere igieniche, osò ancora de- cidersi ad una così utile iniziativa, e nessuna forse ebbe mai proposte da parte di imprese indu- striali, pronte a correre l'alea di· eseguire tali im- pianti, che i m portano con- siderevoli capitali, e di farli po·i funzionare, senza

un buon concorso pecu- niario almeno nello im- pianto dell'officina.

Ed è per tali ragioni di indole economica, che, 1nche nella nostra Torino, dove pure così importante problema edilizio è da più di 2 a 3 lustri allo !:itudio e in discussione, non si riu- scì fino ad ora a raggiun- aerne il principio di una soluzione positiva; nè si avrebbe ragione di spe- rare di tro,:are presto al- l'uopo una bu_ona via di uscita, se non s_i presen- tasse oggi ad una Società industriale torinese una specialissima condizi_one favoreYol·e per aumentare

;noi t o i proyen-ti da . ri- trarsi . dal calore prodottò dalla combustione dei ma-

teriali, che con l'incene- razion·e si yogliono, per ragioni di pulizia. e di igiene pubblica, di~trurre.

Questo .miglioramento .nel lato economico di una

tal~ impresa, per cui si ha buona ragione .a spe- .rare possa cambiarsi da

Fig. 1. - Pianfa e sezione schematica di un impi~nto dell? « Sterling Refuse Destructor »: a, piattaforma dì scarico delle spazzature; b, cassone dt Immn~azzt~amento; c, porta a due battenti del cassone·; d, botola di passaggio delle7spazzature; e, cell~ d1 essiccamento; f, focolare; g, ciner:uio;' lJ, ~occa i estr:tzio_ne delle scorie;_ i, tubi per l':uia' i~ presswne; l,, c~mer_n d~ combu;ti?ne; m, c:tnal.~

del fumo; u, cald:11e a vapore; c, n generatore; p, ventilatore; q, tubt d1 a~pm1z1_one de !l an:J: r, pozzo d 1

arresto delle polveri; s, canali del fumo; t, camino; v, p:tssaggio per le scone;

z ,

strada di accesso dei carri.

passiva, quale prima si doveva ritenere, in attiva, è· ottenuto· dalla detta Società .col l_' associar~ la sua industria della· ince- )'inceneri'n).ento e dalla trasf()rmazione del calore in

forza elettrica, non è facile compensare le spese di

E Dl EDILIZI.-\ MODERNA

nerazione, che produce cfrca I i{g. di vapore ad alta temperatura per ogn·i kg. di materiale da in- cenerire, ad altra industria, quale quella delle gomme di. automobili e bicicli della Ditta ì\Iichelin, che· di tale ,-apore de,·e consumarne una grande quantità in natura, senza·trasformazione della forza di cui sarebbe capace.

Con tale applicazione diretta del vapore àcqueo, la detta· Società calcola di trarre così buon partito, da riescirle finanziariam-ente possibile di preventi- vare l'ammortizzo della spesa

di impi~nto di uno dei mi- gliori sistemi oggi conosciuti

di forni adatto per Torino,

~ di coprire quelle per il SUIJ

funzionamento e per il ser- vizio di presa a domicilio delle immondizie delle case, in modo inappuntabile sotto ogni riguardo con un con- -tributo non superiore all 'at- tuale da parte delle famiglie.

a\·endo per combustibile dei materiali di spazza- tura.

Solo col raggiungere una molto alta temperatura di combustione, si può assicurare, per lo scopo prefisso, un funzionamento regolare di analoghi impianti; attenendosi solo" così unà pronta e com- pleta mi neralizzazione delle materie organiche delle spazzature, e una produzione continua ed econo- mica di 'apore acqueo a forte pressione.

J~ essenzialmente la buon·a risoluziOn·e raggiunta

E poichè il sistema di in- cen·erimento, proposto nel progetto presentato alla città di Torino dalla detta Società, merita tutta l'attenzione e lo studio di qua n ti si in teres- sano a questa questione, ri- _tengo fate cosa giovevole col darne una descrizione, al- meno nelle sue linee princi-- pali, vaJ.endomi dei dati e

Fig. 2. - Scarico delle spazzature dai

dei clichés cortesement·e for- zinamento, soprnstanti ai forni.

n i ti m i dalla stessa Società

carri di raccolta direttamentè nei cassoni di immagaz-

i ndustrialc (Società \noni ma Raccolta e T n ceneri- mento Spazzélture).

Considererò, all'uopÒ, prima il sistema speciale di apparecchio di incenerimento, ·lo « Ste.rling Re- fuse Destructor », stato scelto per l'impianto p~o­

gettato, e poi la sua applicazione alle esigenze della città di Torino e alle· condizioni alle quali de,·e nel caso speciale rispondere.

2.- Descri::;ione del sistema· i< Sterling .Rej11se De- structor ».

Il sistema dello « Sterling Refuse Destructor >>

si di. tirigue p·er un tipo speciale di forno per l'ince- neriniento, che presenta non pochi vantamYi · iaie-

. :Sb b

n 1ci ed econo"m ici su altri sistemi si m ilari.

Il principale pregio di questo tipo di forno è di funzionare sul principio della ventilazione forzata e ài e:s~ere fabbricato con material·e di natura e co- struzione tale da resistere facilmente alla più alta temperatura, che con tale mezzo si possa ottenere,

di questi problemi, che dà mo-lto 'alore a. tale si- stema, il quale ha inoltre il rnerito di molta sempli- cità di costruzione e di funzionamento.

Esaminato i!Ì. uno schema (fig. 1), si ha a consi- derare in questo sistema le seguenti sue funzioni principali :

a) Scarico e imrnagazzinarne11to rlelle sp-azsa-

t~tre fresche. - L'immagazzinamento delle spaz- zature, trasportate giornalmente dall'abitato, per il loro ·passaggio graduale nei forni, a misura che la combustione in questi procede e le. sco~·ie di quelle prima combuste sono tolte dal di sopra delle gri- glie, si fa entro ad ampi cassoni (fig. I b), sospesi su travi a T di acciaio, situati al di sopra di ogni cella dei focob.ri dei forniL i11 modo che_ non risen- tano l'effetto del riscaldamento per la continua cir- colazione dell'aria attorno ad essi.

Questi cassoni hanno pareti di acciaio, e sono capaci di z4o tonnellate di spazzature ciascuno.

I carri, che portano le spazzature dalla città, sono

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lUYl2>TA DI l GEC ERI:\ Sr\NITAHIA

condotti sopra una piattaforma (i1g. I a), più alta del piano di posa dei forni e corrispondente all 'aper- tura superiore di detti cassoni. Quiù sono in essi direttamente vuotati senza che gli operai abbiano a fare alcun rimaneggiamen to del materiale o siano esposti al pulviscolo, che da esso possa eleYarsi (figura 2).

b) Passaggio alla cella di rssiccarnento e di combustione del materiale. - Sulla parete opposta a quella del lato di carico di ognuno di questi cas-

C) Fncolari, cinrnan e grip;lie del forno. - La camera del forno, che si continua sul davanti di due di dette celle di essiccamento, le quali ne costi- tuiscono il fondo, comprende due focolari (fig. I

f),

appena S·eparati fra di loro da una bassa divisione in muratura, sormontata da una pesante cresta di ghisa, vuota, che dà pure appoggio alle sbarre la- terali delle griglie.

I due focolari gemelli del forno hanno, ciascuno, una porta in ghisa per il proprio cenerario situata

Fig. 3· -Apertura dei .:nssoni di immagazzinamento per il passaggio de!ie sp:-tzzature ndle celle dei forni, per l'apposita tr::nnoggia.

soni, vi è una porta di ghisa, a doppio battente (fig. 1 c). Per questa porta le spazzature ~ono fatte uscire dal cassone e fatte passare, per proprio peso e coll'opera di un solo operaio che ne regola la di- scesa (fig. 3), nella tramoggia (fig. I d), che mette direttamente nella cella di essiccamento (fig. I e) del forno, c0stituente il fondo del focolare in di- retta comunicazione con esso.

In questa cella le spazzature, man mano vi sono immesse, subiscono un forte essiccamento, per lo stesso calore irradiante dal focolare, in cui quelle prima cadute bruciano. Tale essiccamento prepara una loro più facile e completa combustione.

Anche per questa operazione, basta un operaio per convenientemente distendere le spazzature nel momento della carica sulla griglia e dirigerne poi la completa combustione.

n·ella facciata di fronte, apribile a cerniera C·Ot'l fa- cile manovra, per la pulizia interna. Ambedue hanno pure una porta superiormente, sulla stessa facciata anteriore, di costruzione speciale, per la estrazione dell.e scorie (fig. I h e fig. 4).

d) Circala;;ione forzata di mia sovrari.scaldata nei forni. - Particolarità essenziale costruttiva 'di questo forno è quella di avere le griglie e 1~ p:1reti dei focolari in condizione da poter sen·i re da insuffiatori di aria sovrariscaldata, che si fa arrivare in forte pressione nei cinerarì, tenuti ermeticamente chi!Jsi.

A tal uopo la griglia è in ghisa speciale, e poggia

~;u traverse in acciaio, costrutta in modo da lasciar passare a getti l'aria calda dal cinerario, contro la parte inferiore dello strato di combustibile che viene a posare sulla griglia stessa, essendo ripartita in proporzione conveniente per ogni parte di essa.

E DI EDILIZIA MOlJEI\N:\ 3i

Allo stesso Ii10do tutto attorno alla griglia sono disposti pure tubi di ghisa, nei quali l'arja in pres- sione del cinerario circola, mantenendoli ad una temperatura non eccessivamente alta, e sfuggendo, intanto, per fori praticati sulla loro fa·ccia che c-Or- risponde al combustibile. Così ·i provvede anche meglio aria sovrariscaldata alla combustione delle 1Ùateriè, che vengono i n co 1tatto colle pareti dci focolaì·i.

Ciò· fa che le materie non si attaccano e non si incro- stano sulJ.e pareti stesse, come an·i·ene quando sono fòrmate da mattoni r-efrat- tari, danneggiando} ; ed è evitato pure il difficile la- voro di staccarle da esse, e favorito quindi il completo ripulimento del focolare.

Anche le centine e le arcate delle aperture della camera del focolare sono formate~·

da tubi di ghisa vuoti •e perforati, e così pure le ar- cate delle apertu·r·e poggiano su mor: tanti in. ghisa nelle stesse condizioi1L

f.ccolari per la alimentazione dell'aria, ed è tanto m.aggiore quanto più qu.esta è fredda, partic0lar-, mente durante il tempo in cui si scaricano i focolari stessi delle srorie e si rica ricano di altre spazza tu re.

Si raggiunge e mantiene così in detti fo.cni la t·emperatura di oltr·e I T00°

. e) Applica::ione dei prodotti gassosi d·i· càmbu-

·'fione alla prnd11::ione di vapo·re e alla ventilazione

Tutto questo sistema di

·tubazioni .perforate ha l~

scopo di dar pas~aggio al- l' aria sovrariscaldata in

pressione, che viene da una Fig. - Estmz:one delle scorie dni forni e loro allont:m:-tmento in· p:mien-di ferro._.

conduttura speciale, (fìg. I i) e che serve ad attirare in ·ogni parte della camera del forno la combustione del materiale.

A tal uopo costituisce parte essenziale del tipo di_ forno Sterli ng il rigeneratore, di cui dirò ancora in seguito, con cui si usufruisce buona parte delle molt·e calo rie, che teng-oL no ancora i b aàs di combu- stione, quando hanno già riscaldato la caldaia a vapore, per fornire l'aria calda per la circolazione forzata nei forni, ai quali arrivà con una tempera~

tura di J00° a 4Ò0°. Quest'aria sovrariscaldata è spinta in pressione, per mezzo di un Yentilatore, 1n appositi tubi che corrono sotto i ci n erari dei foco- lari e dànno ad essi una diramazione.

L'introd e di quest'aria calda fu studiata di- ligentemente allo scopo di assicurare, che mentre il forno è chiuso, 'i si mantenga sempre alta la pressione e in modo uniforme in ogni suo angolo, così che la combustiOJ1e .del materiale vi si faccia i n O.§!'lli par'te perfetta.

. Per di più, coll'immettere aria molto calda nei

~ocolari, si rende meno sensibile 1 'abbassamento di temperatura, che si Y·eri:fìca nece.ssaria!llente nei

for::;ata. ~ I prodotti gas~osi della i noenerazione abbandonando i focolari, passano in una camera unica di combustione per ogni due coppie eli foco- lari (fig. I l), dove parte del CO che, innalzandosi ancora 1a loro tempen1tura, si trasforma in C02

Vanno quindi per un canale eli raccolta comune (ng. I m) alla camera della caldaia tubolare,. situata dietro ai forni (fig. I n), e, circolando attorn-o ai suoi tubi, vi dànno il cal.or.e necessario per lo sYi-

luppo del vapore. (Continua).

LE \CQUE DELLA GOLA SOTTO NARNI La sorgente di Montoro.

Prof. G. DE Aì\GELIS n'OssAT:

(Continuazione, vedi num. 1 ).

Ho ritrm·ato il principale giacimento eli ·Iimo- nite neHa proprietà di Luigi Silori di Stifone, nelle vicinanze di Montoro Vecchio. Esso consiste in un l-fascio· di picco.Je vene, più o ni•eno· v·icine, che danno al giacimento l'a petto eli un filone a stock- 'Werh. Questo, dalla parte·verso N., devia dal me- ri<Ciia·no magnetico ,terso occidente, con un ang-olo

(4)

RIVISTA Dl INGEG ERIA SANITARIA

di circa I0°. La inclinazione pare vicina alla ver- tica.le. La mi nerculizzazione dal calcare è passata alle rocce plioceniche: arenarie e conglo:rnerato. Subito sopra rim~enni, nei calcari, i fori dei lito- domi.

Le vene sottili si a,lJargano raramente sino a qual- che decimetro. Il minerale è oscuro, talvolta nero, comunemente stalattitico e pisolitico; _ non man- Cé!-no altre varietà. Infatti si trova argillosC? e sotto

forma di ocre ·rosso-scure e· gialle. Nelle vicine montagne ho trovato par·ecchi giacimenti analoghi, i5'olati. Il materiale si presenta molto simile alla bo.uxite, senza però averne la natura. Ho esaminato tre varietà, ott·enendo i seguenti risultati:

Ossido Residuo

di Fe Allumina insolub.

Varietà gialla. ~I onte Croce 5·38 !.32 6s-so

)) rossa. Sopra Montoro

Vecchio I I .O I J.II 82.80

Varietà rosso-fegato. Presso

Monte Vecchio 8.45 6.g6 81.94

Il rimanente : carbonati, perdit·e; ecc.

ressante formazione di marcasitc devesi ricercar-' nella deposizione idrica, avvenuta per precipita- zione causata nelle acque ferruginos dagli elementi derivanti dalla Yita e specialmente da quella vege- tale. Agli altri giacimenti di limonite, di ocre e di piriti sporadiche nei calcari si debbono ass-egnare le origini che generalmente vengono attr·ibuite a tutti gli analoghi giacimenti tanto conosciuti e dif- fusi. ~on troYando sui luoghi nessun indizio che possa dare ragione al Vescovali (1) ____:_ il quale con- siderava i giacimenti come veri filoni, prodotti da sedimenti di acque termali ferruginose, sgorgate da grandi e profonde fenditure squarcianti le for- mazioni giuresi - sono costretto a non accettare· la sua spiegazione.

Prima di considerare le rocce riguardo_ ìl loro comportamento all'acqua è necessario - per l' in- dag:ine che si pro~egue ___: indugiarmi alquanto sulla formazione pliocen ica-esterna-marina, poichè ad essa attribuisco un ufficio importante rispetto alla idrografia sotterranea; funzione del resto che spiccia chiara quanto decisiva dalle condizioni riportate nella cart~na geo-

logica rilevata (Fig. l).

La formazione pliocenica della valle Tiberina, addo~sata ai. monti d~Ameli~ e di Narni, risulta . da due complessi

ben distinti: l'inferiore, essenzialmente costituito da argille e da argille sab- biose; il superiore da sabbi·e, ghiaie, con intercalazioni di tufi calcarei, ecc. Tal·e successione si osserva costante- ment·e in tutta la zona pliocenica e spe- cialmente dove la rete idrografica in- cide profondamente i sedimenti. Nella bella carta geologica al Ioo.ooo (Terni) non sono riportati, per la regione che interessa, gli anìoramenti delle assise profonde, a causa della loro ristret- tezza; questi invece ho appositamente fatto risaltare nella mia cartina, allo scopo di rièonoscerne l'azione e ·subor- dinatamente stabilirne il livello supe- riore.

Faècio gtazia al" lettore di tutte le

Fig. II. - Conglomerato a cemento di marcasite. Gr:1ndezza natt:r:tle.

sezioni geologiche rilevate percorr-endo accuratamente tutta la régione, perchè concordano con quanto ho esposto. Non so però lace1'e di una,·

che mostra all'evidenza l'origine di i.Ina discreta

~drgi\·a; qllantuhqu·e essa già trovisi ben 'lungi 'da!

contatto fra le rocce s·ec ndarie e terziarie. La polla spiccia presso la Yia che dalla Stazione ferroviaria Ne-l Liasico medio compare raramente la pirite,

con le solite trasformazioni. ·

Fra i conglon:erati scavati per i lavori délla grande galleria della Nera, in corso di esecuzione, ,·erso la sua metà, ho rinvenuto una mosca di pura marcasite che oementava da sola le o o·hiaie poli:::, o-e- n i che, come si scorge nella fotografia che riproduco

(Fig. II). Probabilmente la spiegazione d Ila inte- . (I) VESCOVAf:l ANGELO, Sui miner~li di ferro dello St:'lto Fon~

ti fie io (Giom. Arcad. di Roma, I 8 58).

E DJ EDILlZIA 1\!0DERNA

di ~era ~lontoro va a S. Liberato e propriamente Yici no alla fornace De Toni (Fig·. IIT).

QuiY.i il piano superiore delJ.e argille trO\·asi al- i'altitucline eli m. 69 circa. Sotto l'abitato di San Liberato, al punto dm·e sgorga la sorgiva ·che ali- menta l'abitato, rinvengonsi le argilJ.e pr·essochè sino alla stessa quota. Lo st,esso piano superiore delle argille emerge al Voltone del fiume, reso mag- giormente ·eYidente dai trasudamenti idrici, i quali iìssano un piano alla stessa altezza dei prec•2denti (V. Fig. I).

Due ançtloghi affioramenti si constatano n-el fondo delle due ,~allecole che stanno una presso la fornace vicina alla ferrovia e l'altra lungo la Yia che unisce Montoro al molino. Le due località, quantunque mostrino rocc-e più ~abbios-e ed indichino un mare meno profondo, pure fissano presso a poco la stes a

• altitudine e sono molto ricche di fossili marini. A suo luogo ricorderemo un altro affioraménto impor- tante .dell-e stesse argille. l\lenziono ora le faune fossili contenute, dacchè esse serYono al paleonto- logo per il riconoscimento dell'ambiente, cioè, delle condizioni fisicbe in cui av,·ennc la deposizione dei materiali, per cui è dato meglio determinare le contingenze della formazione nello spazio e nel tempo.

Già ho ricordato i geologi che menzionarono fos-

~.ili nella regione e quindi a me non rimane che citare l~· specie da me raccolte:

Cladoco;·a caespitosa E. H.

Osi-rea edulis var. la111ellosa Brace.

Chlamys varia L.

Peclen jlabelliforlllis Brocc. (fr.)

>> ]acobaeus Lk.

Cardium hiaus Brocc.

Vmus islandicoides Lk. muìtilmnella Lk.

Modiola myliloides Bronn.

Nucula placeulina (?) Lk.

Isocardia r.or. L.

Turri/ella tornata Brocc.

Natica epiglottùza Grat.

Naticina calma Rev, Cerilhium vulgatum Brug.

Nelle sabbie, separate con la Jeyig.azione, aì mi- croscopio, riconobbi foraminiferi, radioli di echi- nidi, gusci di brachiopodi, ostracodi ed otoliti' di pesci. Ai pesci riferisco un bel dente, rinvenuto nel materiale in cui s' 'intrecciavano bellamente grandiosi cespugli di Cladocora (r).

l depositi del Pliocene superior·e pr-esentemente si possono studiare con molto profitto ed agio a causa dei grandiosi lavori che si stanno eseguendo

(I) Esso appartiene al Notùiaq,us griseus Gmelin sp.

A questa specie, intesa con l'ambito riconosciuto specialmente dal Bassani (Il Notidanus g1·iseus Cuvier nel Pliocene della Ba- silicata e di altre regioni itali:me e straniere; Reud. R. Ace. Se.

di Napoli, I90I, sez. 3'\ vol. VIII, p:tg. I75) ed :-tccettato dal De Stef:-tno (Osservnioni sulla ittiobuna plioceni.::-t di Orci:mo e San Quirico in Toscana, Boli. Soc. Geo!. Ital., Vol. XXVIII

190~. ~\om:1, I9IO. ~. Con sinonimi:~ locale), riporto un bel dente:

costitUito da sei com schiaccia!i, di cui il più gr:1nde è netta- n~ente ~eg!1ettato all'orlo anteriore. Somiglia, fatta eccezione delle dtm~~sw_m, ad un esempbre dd Museo Geologico della R. Uni- ve~stta di Roma e proveniente_ da. Saint-Médard (Gironde) - L:tB·

ghiano ~ e che porta la deuommazwne di N. primigenius Agassiz

per l'impianto di una officina elettrica. Dalle di- ,·crse sezioni si raccoglie la seguente succes ione dall'alto al basso:

Sabbie coerenti con inter,calazioni ghiaiose e con- calcari concrezionati, ecc.

Sabbie sciolt , con le stesse intercalazioni ad Ostrea, Pecten, M odio la, Venus, ecc.

Ghiaie e conglomerati.

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Fig. III. - Sezione schematica presso !:t Fornace De Toni.

a, Argille sabbiose - b, Sabbia gialla - c, Ghi:lie più o meno cementate ~ d, Sabb;one ocmceo - Il circoletto indica la sorgiva.

l\Ieno determinati s.i riuscirebbe se si volesse dare una desc.rizionedel pliocene vallivo- interno -- di natura salmastro-lacustre : dacchè si presenta proteifonme al sommo, come del resto può supporsi c:ato il mezzo di sedimcntazione. Nullameno, racco- gliendo in sintesi quanto conosoo intorno a que- sta formazione, si può osservare che essa è pari- menti costituita, inferiormente, da -rocce argillose, le quali poi sopportano sabbie c~n banchi di ghiaie e ciottoli. Interessantissima al presente studio torna la sagace oonstatazione rilevata-daL V.erri-e che ri- ferisco con le stesse sue parole : « Ma dove pos-

« siamo guardare sin lungo i confini dei sedimenti

« pliooenici coi terreni più antichi, i quali facevano

«da bacino alle acque dentro cui erano deposti (( quei detriti, si troya che una zona di materiale

«grossolano isola le argille dalle pareti del bacino>>. Anche la fauna a lvielania Veuii di questa forma- zione è ben nota per gli studi di parecchi paleon- tologi.

Il Pliocene superiore ragg.iunge tanto nella zona esterna quanto nell'interna ragguardeYoli elevazioni, rispetto al livello di sfioramento delle sorgive, come avrò occasione di rammentare (Fig. VI e VIII).

Non può dimenticarsi la sezion·e ge-ologica del Ponzi (loc. cit.), che inter ssa Montoro e le vicine montagne, dalla quale si riconosce il rapporto della formazion·e pliocenica con le rocce secondarie.

La tettonica della gola sotto Narni - a causa dei molti accidenti stratigrafici cbe la perturbarono - si presenta complicatissima. Però i g..ealogi che la studiarono convengono nel motiYo fondamentale, come facilmente si rileva dalle due seguenti sezioni geolcgiche : la prima fu tracciata dal LotEi '(-rgo3)

(5)

-10 IU\'IST:\ DI !NC;H_JNEI\IA SANIT:-\I<ìA

(Fig. IV) e la seconda (Fig. \ ) rappresenta l'opi- nione del Verri (19II). Tutti e due i geologi riten- gono che la forra sia scaYata nel ramo più stipato di una sinclinale mesozoica. La differenza sostan- ziale consiste nel ritenere, il Verri, fagliato il Lia- sico inferiore; mentre non è indicata tale frattura dal Lotti. Questi però ammette la faglia ad occi-

F. lV era fiiJnst:ion~

Livetlc

Si ragionerà ancora sulla tettonica, quando sarà fatta parola d" l l 'origine cleJl.e cospicue sorgiYe.

Per le pr·esen ti ricerche la conoscenz~ del com- portamento all'acqua delle rocce che costituiscono

t.~ serie stratigrafica è indispen~abile. Egli è perciò che non riuscirà superfluo e discaro considerare le singole formazioni, comin- ciando dalle più profonde alle reoenti, allo scopo eli

Fig. IV (Lotti B.) - Sc:lla I : soooo - dt. Depositi fluvi:lli e dettiti. · se. Scaglia cinerea. · sr. Cakare rosato. - 11. Calcari bianchi con selce (Neoconiano.) - ds. Scisti rossi e diaspri. - ls.

Calcari rossi (Liasico superiore). - lm. C1lcari bi:mchi con se!ce. - li. C·dcari bi:mchi.

stabilirne il grado relatiYo di permeabilità. Non fa certo mesti·eri ripetere che questa propri·età nello :::tu- dio della idrografia sotter- ranea ha semplicemente un valore eli re lati ,~ità e che non debbonsi considerare le rocce solo secondo la

Fig. V (Verri A.)· Scalar: soooo -T. Travertini --lV. Gruppo mesozoico sup.: (scaglia cinerea -scisti scagliosi). -lll. Mesozoico (sçisti selciosi, calcari bianchi stratificati). - II. Mesozoico (cal- cari grigi - calcari rossi). - I. Mesozoico (Liasico inf.)

dente del ~lonte San Pancrazio, come risulta da altre sezioni che passano traversalmente alla catena, per Villa s~ ~!Jaria e per il culmine eli Monte San Pq_ncr_azio e che chiaramente. la notomizzano.

Tanta complicazione sparisce se rileviamo una sezione quasi perpendicolare ulle precedenti e che parta dalla stazione ferroviaria di Narni a quella di )Jera · Montor_o, per il }.Ionte S. Croce: dacchè in quest_o caso il mesozoico rimane quasi esclusiva- mente rappresentato dal Lia.sico inferiore, alle pen- dici deila quale roocia vanno ad appoggiare pur di- rettamente le rocce pliocenjcbe (Fig. VI).

II· oontatto del Liasico inferiore col Pliocene, sia marino che salmaS:tro, non costituisce un fatto lo- ca le; -ma lo si riptraccia per lungbissimo tratto per la Jac-ies marina pliocenica, senza mancare per la isocr~na_ formazione salmastro-lacustre. Questa con- dizione tettonica - non . mai tenuta presente - spande molta luce sulla idrografia· sotterranea della regione. In questa dev·esi ricondurre alla memo:ria che il Retico affiora alle falde del ~1onte Arnata, con una benda. che parte dù Capitone per raggiun- gere S. Filippo, su'.ila Yia per }.Iontoro e che sul ,-ersante ~tiberina deHa catena di ~1. S. Pancrazio, da sotto Colle Roccarello, il Retico si segue sino al ponte eli An-erino.

natura lito.Jogica; ma conviene Ìlwece tenere pre-- senti le condizioni fisico-meccaniche di es~e. Così una roccia per sè impermeabile, può, a causa delle fessure, giunti, ecc., addiY·enta1re i·nvece permeabi- lissima. necessario pure tenere presente la diffu- sione delle rocce, la loro direzione e pendenza, dacchè in molti casi queste circostanz·~ po~sono

aumentél.Jre, dimi•nuire e togliere la loro importanza nelle questioni del genere. Che cosa importa per una sorgi va che spiccia al piede di un 'alta mon- tag•na tutta permeabik~, se verso il vertice di questa si trova, a guisa di zolla, una formazione, ristretta,

Fig. VI. - Sezione schematic:1, solo le lunghezze r:rocooo.

L.i, Liasico inferiore, permeabilissimo - C, Cretacico, zolla im·

:rmeabile -~ P.l, Pliocene inferiore, marino; impermeabile - P.s, J?liocene su p. marino e salmastro; permeabile. · P.i, Pliocene iu(eriore, salmastro; impermeabile. - q, Quaternario, perme:1bile.

. 11 circoletto segna l'origine dell'acqua= di_ Mon~oro.

impermeabile? Si potrebbero moltiplicare gli esempi, ma ne faccio grazia.

Retico. - Risultando questa formazione anca di scisti, oltre ai calcari e dolomiti, dev·e~i considerare nell'assieme come ùnpermeabile. Perciò questo strato impermeabile si distenderà intero se non sarà fagliato come ritiene il Verri. In ogni modo, la formazione, affiorando molto limitatamente e non

...

E D! EDILIZIA i\IODERNA

potenclosi seguire sotterraneamente che con ipc- tes,i, qualsiasi spiegazione delle sorgive che la met- tesse in giuoco non potrebbe che riuscire ipotetica.

Lisiaco inferiore. - I calcari bianchi di questo periodo - a causa delle molteplici fessurazioni che presentano i n tutte le direzioni e per la lo"ro note- V0le potenza e per la larghissima diffusione - de- vonsi ritenere come permeabilissimi e come ii com- plesso più idrovoro.

Liasico medio. - Non nec-essita spendere parole per dichiarare i caLcari del mesoliasico permeabili, per i piani di stratifìcazione beanti, per gli giunti numerosi che loro conferiscono notevole permeabi- lità in grand e.

Liasico supe;·iore. - Quando questo periodo è rappresentato so,[o da calcari rossi, quest i - come i precedenti e per le stesse ragioni ·- sono permea- bili: nel caso poi della presenza di scisti rossi argil- losi, allora la formazione addiventa impermeabile, Quest'ultimo caso si Verifica quando Io sviluppo è grande, ciò che si. rinviene a Configni, ma non presso le sorgiY·e. Inoltre per l'affioramento limi- tato e questo spesso a mo' di zolle sopra rocce più ant.iche (non sempre sul Liasico medio) idwvore, si può considerare come permeabile. A ciò SOilO

altresì indotto dal fatto che la formazione presso le sorgi ve si presenta con facies calcarea.

Titoniano. - Il Titoniano è inferiormente per- meabile, ma impermeabile superiormente : quindi lo ascriverò, nel comp.Jesso, fra gli -impermeabili.

Cretacico. ·_ Poichè fra le rocce di questo sist·~ma si trm ano alcune impermeabili, non esito ad ascri- Yerle tutte assieme fra le impermeabili.

Terziario inferiore. -- Nell'assieme è impermea- bile e unisoe, nel bacino eli Te.rni, le altre forma- zioni della stessa natura che trovansi a ponente ed a levante del t•riangolo occupato da queste rocce e compreso fra le tre località : Stroncone, Configni, Colle S. Marcello dei Frati.

Pl-iocene. - Per la parte inferiore si compor-ta come impermeabile, nella superio;e poi, nel com- plesso, è permeabile generalmente ~·n piccolo.

Quaternario. - Fatta astrazione eli qualche roc- cia, limitatamente diffusa, si possono ritenere tutte le altre come permeabili.

Raccogliendo gli apprezzamenti esposti in una tabella si ha:

Qu:~ ternario T . . ~ erz1ano

l

Secoildario

Superiore: Pliocene J (nferiore

Cretacico Titoni:mo Liasico superiore

» medio .

>> inferiore .

Retico

a) Permeabile Superiore b) Permeabile Inferiore c) Impennea/Jile

d) Tmpermrabil~

e) Imperweabile j) Impermeabile g) Perweabile

h) Permeabile i) Penneabilissiwo k) Imperweabile

.p

La successione delle formazioni rispetto alla per- meabilità si può anco rappresentare con i seguenti quattro complessi:

Perrneabile: a)

+

b).

lrnperrneabile : c)

+

d)

+

e)

+ f).

Perrneabile: g) + h) +i). Impermeabile: h).

In seguito saranno discussi i presenti risultati.

Il fiume Nera, dal ponte di Augusto alla SJta- zione ferroviaria di Nera Montoro, si arricchisce di circa 1113 ro di acque sorgive che scaturiscono, sulla destra e sulla sinistra, nelle vicinanze del fiume.

)ion mancano altre sorgive suHe pendici della gola: ma queste, per la loro limitata portata, si possono presentemente trascurare.

Sarebbe certo utile riferire (e spesso rettificare) quanto è noto sul fiume i-l-era, sia dal punto di Yista della idmgrafia esterna, come sul regime del fiume stesso, in rapporto con le precipitazioni atmosfe- riche: ma si varcherebbero di molto i limiti che mi sono imposto. Rimando quindi alla bibliografia chi amasse conoscere i particolari estranei allo scopo cui presentemente miro. Tuttavia non posso tacere eli quelle pubblicazioni che sul campo sorgentifero in istudio portano notizie importanti, dati fisici, analisi chimiche e specialmente sp.iegazioni sul- l'origine delle sorgi,·e. Terrò l'ordine cronologico:

z845. - PuRGOTTI Sebastiano : Rappo·rto de.lla analisi chimica delle acque 1ni·nerali d-i Narni ...

l'anno 1844· Perugia, 1845· Fu poi puhblicata in Jiisc~llanea s/;orica na·rnense di Eroli G., vol. II, Narni, 1862.

In quest'ultima si parla, nella prima parte, delle acque potabili e, n·ella seconda, delle acque mine- rali. Quivi.J del campo sorgentifero, si fa parola deHe ~argenti Carestia, Lecinetto, Acqua solfurea, Mola Alberti. Della prima e dell'ultima. eseguì l'analisi completa, sommaria delle altre due. ·

Interessante è là constatazione dell_a mancanza di acido· solfìdrico nell'acqua solfur.ea. In tutte .trovò molti cloruri e specialmente il cloruro di sodio.

Queste analisi furono poi riportate da altri, tra i quali menziono Targioni-Tozzetti, Jcrvis; Carta idrografica d'Italia (Tevere, 2a ed., con riferimento locale in parte errato), ecc.

Il P~rgotti fa conoscere ancora le virtù rr.ediche delle acque, rammentando parecchi classici antichi e menzionando il Dacci, che ne éi\'CYa parlato dif- fusan1ente (1571).

1868. - jERVIS Guglielmo: Guida alle acque rnine·rali d'Italia. Provincie Centra! i. Torino.

Jervis ripo·rta· i caratteri fisici e le proprietà chi- miche desumendole dal Purgotti, di cui trascrÌ\·e

(6)

42 RIYlSTA DI I~GEGNEIUA SA lTARIA

anco le analisi chimiche. Sono citate le stesse quat- tro sorgive, classificandone tre fra le saline e l'altra chiamandola solfurea.

1879· - DE CESARIS Luigi: A11alisi dell'acqua minerale di 1\-Iontoro. Roma.

Gli tudì del De Cesaris ebbero principio il

1° giugno 1874, in seguito ad una guarigione stra- ordinaria avvenuta con l'uso di quest'acqua. Nel- l'opuscolo si descrivono tutte le osservazioni ese- guite sulla sorgente ed il procedimento tenuto nell'analisi. Quest'ultima sarà riportata quando si farà parola della sorgiva in particolare.

1890-91. - ScALA A. ed E. : A nahsi chimica deWacqua minerale di M onto·ro.

L'ana'lisi .sarà riferita in seguito, ora r.icordo che gli .autori non solo danno qualche cenno sulle con- dizioni geologiche del terreno donde scaturisce la sorgi va; ma ne fanno altresì il confronto con le acque di 1\1ontecati n i. (Continua).

QUESTIONI

TECNIC0-511NITftRfE DEL GIORNO

QUALE ORIENTAl\IE~TO DEVE DARSI ALLE AULE SCOLASTICHE?

H dott. Graziani ha lo scorso anno rivolto la sua .attenzione al quesito, che non parrà eccessivamente~

modesto quando si tenga presente che in ogni co- struzione a superficie e ad orientamento lihero, esso si presenta come prima iniziale quistione da .risol- vere prima di addivenire allo studio della pianta. E il Graziani vi ha risposto in diversa guisa, rac- cogliendo prima il parere ragionato dei competenti e poscia facendo a sua volta determinazioni e ana-

lizzando logicamente il quesito. Le sue conclusioni sono queste : che nel nostro pa·ese la orientazione che, tutto sommato, si presenta come migliore è la orientazione ovest.

Chi scrive queste linee ha, nella sua risposta al· Graziani, affermato che pure riconoscendo i van- taggi della orientazione OYest non gli pareva an- oora di dovere rinunciare alla orientazione a sud come quella che finisce col dare la somma maggiore di benefici. E siccome le determìnazioni di Gra- ziani e le conclusioni vanno prese colla serietà che si meritano, cr·ede opportuno aggiungere alcune riflessi-oni che pare non sia male tenere presente per la scelta della orientazione delle aule scolastiche.

Inutile premettere che il ragionamento ha va- lore soltanto per il caso di un edificio scolastico co- strutto con· area libera e i n condizioni tali da po- tere disporre su una sol.a linea le aule: che s.e così

non fosse, il ragionamento doYrebbe interament mutar·e. Orbene, è s-emplice escludere subito la ofi.entazione a nord e quella ad est: la prima per ragioni così 0\·vie di illuminazione, di riscalda- mento e di psi"ologia che non merita neppure la spesa di insistere, la seconda per ciò che mentre offre modesti vantaggi (il più sensibile quello di ri- sçaldare le aule di mattino con il quanto di rag-gi

so·Lat~i che vengono a percuotere la parete delle aule esposte verso est), per contro offre svantaggi tanto più e\'identi in quanto la maggiore parte del- l'orario scolastico si svolge appunto di mattino e quando i raggi solari prO\·enienti da levante imba- razzerebbero più vivamente. H.estano quindi per necessità da prendersi in considerazione le due altre orient.azioni.

Tutte e due hanno svantaggi e ,-antaggi, e non è facile generalizzare i saldi ideologici per arri- vare ad una conclusione che Yoglia avere l'aspetto di un.a conclusione di s~uola. Vediamo ·ad ogni modo in sintesi gli svantaggi ed i vantaggi. La orientazion.e a sud oft.re il massimo frutto del ri- scaldamento naturale, tanto più da tenersi presente in quanto la scu-ola si svolge nei mesi meno caldi dell'anno. Inoltre le aule ben~ illuminate si trm·ano meglio riscaldate, si trovano per necessità eli cose anche meglio difese contro l'umidità. È vero che nei nostri paesi alcuni -di que:;;ti punti hanno una importanza secondaria in confronto con altri ·paesi umidi e tristi, ma non mi pare questa un a suffi- ciente buona ragione per negare la realtà del bene- ficio. Inoltre le aule a mezzogiorno risultano più gaie anche se nelle ore di soleggiamento si deYe proteggere la finestra e quindi l'aula contro i raggi diretti del sole.

Sta per contro l'inconveniente che i raggi solari diretti che dardeggiano anche nello inverno per al- meno due ore di lezi-one (supposto l'orario mattu- tino sino a mezzodì e quello pomeridiano dalle 14 alle 16), obbligano all'uso poco simpatico di tende le quali alla lor.o volta vogliono essere mantenute pulite.

Per contro la esposizione a ovest evita l'inconve- niente o almeno lo evita in parte. In verità nei no- stri paesi, durante l'i1ìverno, se non vi ha orario scolastico unico. anche la esposizione ad ovest ob- bliga a ten·ere tende colle conseguenti necessità della pulizia, e 1 'esame diretto da me fatto in aule .a ovest mi conf.erma che non è possibile fare a meno delle tende. E dico nell'inverno, ma in r·ealtà anche in primavera ed autunno una parte dell'inconveni.ente esiste e non è sopprimibile. Si è obbiettato che dato lo spessore delle pareti delle nostre abituali costruzioni l'importanza del mag- gior raffr·eddamento della esposizione. ovest' in rap- porto a quella sud è trascurabile; ma mi permetto

E DI EDILIZIA MODER A -+3

di essere di an·iso contrario per pruya proYata non in una scuola, ma in edi1ì.ci abituali. La prova dice che si arriva a differenza permanente di due, tre, quattro gradi tra la esposizione ovest e quella sud:

cifre che mi paiono tutt'altro che tr.ascurabili anche per i nostri climi.

N è -accontenta ·la obbiezione che se per la espo- sizione sud occorre adoperar·e le tende per smorzare i ·raggi solari diretti, tanto vale rinunciare al soleg- giamento : che se la ragione fosse valevole per sè sola sarebbe facile affermare che la posizione ugual- mente sceglibile è quella a -nord e nord-est.

Mi pare anzi ·di dovere aggiungere che nei paesi di-tmontagna e di colli n a la posizione a mezzodì offre tale maggiore somma di gaiezza in confronto a tutte le altre da farla preferire, e I!On mi sarebbe difficile portare qui la risposta di qualche maestro il. quale, prescindendo dalle ragioni igieniche, ma per ragioni puramente psicologiche ed estetiche, si dichiara fautore della esposizione .a mezzodì, anche se essa non manca di inconvenienti.

. Le quali osservazioni di:'.·entano ancora più evi.- dtnti se per caso si deve ricorrere all'orario unico, come a\·viene in ta,lune scuole e se nella scuola si deve ,provv~dere alla I;efe.zion.e d:el mezzogiorno.

Nel ca~o _di orario unico questo interessa quasi

pe~ .intero _le _ore del_ mattipo . .piventa allo~a e'~

dente. cl~e quasi tutti gli inconvenienti saranno ri- dotti ricorrendo ad .una orientaz_ion~ su_d-ovest, che

non è semplicemente una transazione di con1od'o tra opinioni 'opposte e non conciliabili, ma è' la risul- tante lo:gica delle or·e di soleggiamen to conf ro1itate colle ore di. scuolà e per giunta è una orien'tazione che norì an n u!la del tutto. i beneficì reali della espo- sizione a mezzogioi·no. Che se tornaèse per qual:..

siast ragione difficile adottare questa soluziuile in- termedia, mi pare che tufto· sòmJUafo' non si do-.

vrebbe; almeno nell'Italia ~ettentrionale, rinunciare alla or-ienta.eion.e a mezzodì o ·almeno non si· d8- ,·rebhe rinunciarvi prima di una serie di esau-rienti riJieYi.

Ne! caso nel quale si provveda alla re±:ezione di mezz<)dì iç> vqglio supporre he Ja refezione.Etessa si pren.da .in locali ?Pe.ciali, sebbene in .alcuni casi~

almeno nei comuni r.urali, i loca}i .manca~ o, e se si vuole dare la refezione occorre per necessità di cose ricorrere ai locali stessi delle aul·e scolastiche. Ma anche supposto· per comodità che i locali· speciali esistano, dopo il pasto, n'elle giornate non beJle e eccessivanl.ente fredde i giovani ·devono ritornare nelle aule, tanto più che anche colà" dm·.e esistono i locali speciali per la refezione si tratta sempre di locali molto modesti e spessissimo sotterra, che .certo non si prestano al sogg·iorno nelle ore di Fi- creazione. Dunque dato che i gio,·ani tornino nella scuola deve essere desiderabile che durante l'i n-

verno e .per buona parte dell'autunno e della pri- maYera si trovino in locali soleab b aiati e aai b

In ogni caso mi pare che non si debba pregiu- dicare, per ora, con disposizioni di regolamento, la soluzione del quesito, che dovrebbe forse anche variare in dipendenza della località e delle varie regioni.

Resta quindi corr~preso che entrambe le orienta- zioni di sud e di ovest han no ragione di essere e che la soluzione più accettabile, specie là ove vi ha orario unir,.o, spetta alla orient.azione intermedia sud-ovest. La definizione esatta. della orientazione deYe essere subordinata ancora a dati di fatto tali da permetter·e, tra le ragioni militanti in favore e contro ciascuna deU.e due soluzioni, un saldo ma-

<ale che abbia valore di giudjzio.

E. B ERT ARELLI.

DIFES.L\ :\lECCA N IC \. DELLE CASE CONTRO . LE ZANZAH.E. . . PETROLIZZAZIONE DISTRUTTIVA

DELLE LAH. VE

E

l CCISIONE INVERNALE DELLE ZANZARE Parliamon·e dal mOmento che più nessùno (dopo ùn primo périòdo di entusiasmo) ne parla o ne fa applicazione nei nostri paesi. Parliamone perchè il metodo: o meglio i metodi non sono privi di van- taggi grandi e perchè non è punto giusto che ven- gano posti costantemente iì1 disparte mentre po- trebbero in alcun-i casi rendere buoni ~ervigl: anche nei nostri paesi. Vale appena appena la spesa di ricordare che i-metodi che cercano di-rendere im- possibile la puntura della zanzara-(reti metalliche) o addirittura che cercano di distruggere le zanzare in uno o negli altri momenti del loro sviluppo, .non hanno solamente un interesse dal punto .di vista della pr.o-fila~si <:l'ella :malçtria o. della febbr~ giçllla.

Ce_rto la prima ragione p~r la quale. si è. affrontato

~- si affro-nta quest9 probl.ema,. è di caratter_e igie- ni c~ : ~?- ~e anche la _mal.aria e la feqbre gi~Pa f.ç>s- sero co_mplet~m~nte. depellate, noi .sosterr~mmo eh~

si doYreb_be uguSll.m.ente affrof}tar_e l~ lott4 _co~trq

l~ zanzare, ~he sono n~mici antipatici dell'u·qmo,

~nchei quand~~ non fo~ser~ .dei nemiçi pericol9si.

.I tentativi f~tti da noi circa l'impedimento alla pu-ntura sò~o stati es{~guiti_ con re~icelle metalliche (mag!ia a quadratelli lil~er~ di circa I mm. di lato o poco_ più) ed aYevano in verità risposto bene ai desiderati teorici : e non si comprende perchè con tanta rapidi!à si sia rinunciato in talune localit~t nelle quali le zanzare rappresentano un flagello, a.

difendersene. Ad o~ni modo. ricordo che altrove, i n vece, le reticelle. difensiYe ha n no

inte ra~1e nte

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