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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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Academic year: 2021

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ALCALOIDI

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La definizione originaria di alcaloide (da alcali = basi) fu proposta nel 1819 da Meissner che classificò gli alcaloidi come “composti di origine vegetale a struttura complessa contenenti azoto”.

Nel 1982 S. W. Pelletier allargò questa definizione affermando che l’azoto deve essere contenuto in un ciclo e che il composto non necessariamente deve essere prodotto da organismi vegetali.

Questa definizione permette una differenzazione degli alcaloidi dai derivati dell’ammoniaca, dai nitro e nitroso composti.

ALCALOIDI-GENERALITÀ

Atropina (±)-Iosciamina

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Inizialmente, come detto, erano considerati alcaloidi unicamente i metaboliti secondari di origine vegetale; recentemente però sono stati ritrovati composti con caratteristiche alcaloidiche anche nei microorganismi e negli animali (es rane) e funghi (alcaloidi dell’ergot)

ALCALOIDI-GENERALITÀ

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FUNZIONE NELLA PIANTA

La funzione degli alcaloidi nella pianta è ancora oggetto di ipotesi: nei tessuti viventi gli alcaloidi sono generalmente concentrati nei punti di intensa attività cellulare, da dove vengono poi accantonati ed accumulati in strutture morte, quali gli involucri dei semi e la corteccia esterna.

Secondo alcune teorie essi sono considerati come:

prodotti secondari del metabolismo della pianta;

materiale di riserva accumulato per la sintesi delle proteine;

sostanze protettive contro gli attacchi degli animali e degli insetti (amari);

sostanze stimolanti o regolatrici analoghe agli ormoni;

prodotti di disintossicazione, resi innocui, nei riguardi della pianta, mediante metilazione, condensazione, ciclizzazione o altri processi di sintesi.

ALCALOIDI-GENERALITÀ

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Gli alcaloidi sono delle basi organiche azotate contenenti uno o più atomi di azoto di tipo amminico.

In virtù di tale presenza generalmente queste sostanze hanno la caratteristica di possedere una certa basicità.

Questa proprietà viene spesso sfruttata per l’isolamento e la purificazione degli alcaloidi, poiché consente di formare sali idrosolubili in presenza di acidi minerali ALCALOIDI-GENERALITÀ

(6)

Da un punto di vista biosintetico gli alcaloidi derivano dagli amminoacidi da cui acquisiscono la porzione azotata, sebbene solo gli alcaloidi più semplici hanno una derivazione unica.

Nella maggior parte dei casi un determinato amminoacido o un suo metabolita, subisce l’intervento di altre vie biosintetiche, legando così porzioni scheletriche che derivano ad esempio da unità acetato, unità isopreniche, ecc.

ALCALOIDI-GENERALITÀ

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Una classificazione degli alcaloidi può essere fatta in base agli amminoacidi da cui provengono.

Così possiamo classificarli come alcaloidi che derivano dal metabolismo degli amminoacidi alifatici, ornitina (5) e lisina (6), e dal metabolismo degli amminoacidi aromatici, fenilalanina (7), tirosina (8) e triptofano (9).

ALCALOIDI-GENERALITÀ

(8)

generalmente gli alcaloidi vengono classificati in base alla natura della substruttura che contiene l’azoto, identificando quindi dei sistemi eterociclici di base piuttosto semplici, come ad esempio quelli pirrolidinici, piperidinici, chinolinici, isochinolinici, indolici etc.

ALCALOIDI-GENERALITÀ

(9)

La L-ornitina è un amminoacido non proteico

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

g a

Pirrolidina C4N tropano

Alcaloidi pirrolidinici e tropanici

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Atropa belladonna (Solanaceae)

Datura stramonium Hyioscyamus niger

scopolamina Atropina

(±)-Iosciamina

“erbe delle streghe”

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È la più conosciuta fra le “erbe delle streghe” ed è stata associata ai riti satanici. L'intossicazione infatti è caratterizzata da allucinazioni e disordini psicomotori (movimenti stereotipi di danza, risa, urla, sensazione di levitazione) La belladonna è una pianta erbacea presente, anche se rara, in tutta Italia, in boschi e radure dal piano ai 1400 metri.

Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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INTOSSICAZIONE

A una prima fase eccitatoria e allucinatoria seguono i classici sintomi dell'avvelenamento muscarinico: dilatazione delle pupille, secchezza delle fauci, rossore cutaneo, disturbi cardiocircolatori e infine paralisi respiratoria

In passato era usata come veleno per le punte delle frecce. Alla morte dell'imperatore Augusto, si diffuse la voce che la moglie Livia lo avesse avvelenato con la belladonna. Nell'XI secolo gli scozzesi respinsero l'attacco degli invasori danesi capitanati da Macbeth avvelenando con il succo delle bacche di belladonna la birra scura dei loro rivali. Il nome della pianta allude all'uso, comune nel Rinascimento, di dilatare le pupille e rendere più attraente lo sguardo delle dame.

Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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Il frutto è una bacca con un colore simile a quello del mirtillo: la maggior parte degli avvelenamenti da belladonna riguardano bambini, che non conoscendo la pianta ne assaggiano i frutti attratti dal colore. Ad aggravare la probabilità di ingestione, vi è anche il fatto che, sorprendentemente per un frutto contente alcaloidi, non ha sapore spiccatamente amaro

L'intossicazione è trattata con lavanda gastrica e carbone attivo per eliminare il veleno o almeno rallentarne l'assorbimento, con sedativi, bagni freddi e altri rimedi per mitigare l'ipertermia.

Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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Contrariamente a quanto avviene per altre piante, l'essiccazione ne aumenta la tossicità (la iosciamina si trasforma infatti in atropina).

L'uso medicinale è piuttosto tardivo, proprio per la sua velenosità e la difficoltà di dosaggio. Prima dell'avvento degli anestetici di sintesi era usata come anestetico chirurgico.

Gli effetti sono dovuti ad alcaloidi (atropina, scopolamina, iosciamina) che vengono sintetizzati nelle radici e poi traslocati nel resto della pianta, soprattutto in frutti e semi

Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

scopolamina Atropina

(±)-Iosciamina

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Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Antagonisti muscarinici:

Competono con l’Acetilcolina (Ach) per l’occupazione del recettore muscarinico del sistema nervoso parasimpatico, impedendo, quindi, il passaggio degli impulsi nervosi e sono quindi, classificati come ANTICOLINERGICI

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Effetti dell’Acetilcolina (ACh)

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I recettori dell’Acetilcolina (ACh)

Recettori muscarinici Recettori nicotinici

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ALCALOIDI-Amanita muscaria

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L’ Amanita muscaria è una specie velenosa di fungo. Il suo nome può erroneamente ricondurre ad una tossina, la muscarina, che in realtà è contenuta nel fungo solo in minima quantità. Storicamente, tuttavia, vale la pena ricordare come la muscarina sia stata estratta per la prima volta proprio da questo fungo

L’ Amanita muscaria viene utilizzata a scopo voluttuario per le sue proprietà allucinogene. Il fungo viene solitamente mangiato fresco o dopo parziale essiccamento. Da 30 minuti a 1 ora dall’ingestione della droga si manifesta uno stato di eccitazione simile a quello indotto da dosi eccessive di alcol, cui seguono sonnolenza, contrazioni muscolari, bradicardia, delirio e perdita di coscienza. Le allucinazioni prodotte dal fungo sono sia di tipo uditivo che visivo.

ALCALOIDI-Amanita muscaria

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Antagonisti muscarinici

Inibiscono le azioni esercitate dall’ACh sugli effettori autonomi innervati dai nervi colinergici postgangliari (ghiandole esocrine, muscolo cardiaco, muscolo liscio).

Bloccano scarsamente gli effetti dell’ACh a livello dei siti nicotinici (gangli autonomi e nella giunzione neuromuscolare).

Principali effetti:

• inibizione delle secrezioni;

• tachicardia;

• midriasi e paralisi dell’accomodazione;

• rilasciamento della muscolatura liscia (intestino, bronchi, tratto biliare, vescica);

• inibizione della secrezione acida gastrica;

• effetti centrali (principalmente eccitatori con atropina; deprimenti associati ad amnesia con ioscina), comprendenti anche l’effetto antiparkinsoniano.

Atropa belladonna (Solanaceae)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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La iosciamina, e la sua miscela racemica atropina (d,l-iosciamina) e scopolamina, sono tra i principali alcaloidi naturali di interesse in campo medico. L’atropina non è presente nella pianta fresca, ma si forma per racemizzazione durante l’essiccamento, in particolare per azione delle alte temperature.

Classificati come anticolinergici, tali alcaloidi sono ampiamente utilizzati in ambito oculistico per indurre midriasi e come antispastici ed agenti preanestetici

Atropa belladonna (Solanaceae) USI

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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L’atropina è il trattamento generico utilizzato contro l’intossicazione da gas nervini. Il loro effetto tossico, spesso letale, si basa sull’inattivazione transitoria (gli agenti più datati), o irreversibile (i composti di più recente introduzione), dell’enzima acetilcolinesterasi, che degrada l’acetilcolina.

Atropa belladonna (Solanaceae) USI

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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Atropa belladonna (Solanaceae) USI

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

I soggetti esposti a basse dosi di gas nervino presentano una serie di sintomi fra cui aumentata salivazione, senso di oppressione al petto, miosi (restringimento della pupilla) con difficoltà nella visione ravvicinata, cefalea, debolezza muscolare e tremori. Si possono osservare anche difficoltà nel parlare, allucinazioni e nausea.

L’esposizione a dosaggi più alti è causa di sintomi ingravescenti: difficoltà nella respirazione, dolori addominali, vomito continuo, abbassamento della pressione arteriosa e rallentamento del ritmo cardiaco (bradicardia). Si ha spesso rilascio involontario di urina e feci, che può accompagnare convulsioni e perdita di coscienza.

In molti casi l’avvelenamento è così rapido che alcuni sintomi non si manifestano affatto e la morte sopravviene in pochi minuti per paralisi cardio-respiratoria.

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L’atropina antagonizzando a livello di recettore colinergico l’effetto dell’acetilcolina limita gli effetti dell’avvelenamento da gas nervino ed è in grado di salvare la vita agli intossicati.

Per questa ragione i militari che operano in ambienti potenzialmente a rischio di contaminazione con gas nervini ricevono in dotazione siringhe di atropina per l’autosomministrazione immediata.

Atropa belladonna (Solanaceae) USI

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

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Atropina solfato viene anche usato in situazioni di emergenza come antidoto negli avvelenamenti da insetticidi (organofosforici), per contrastare la diminuzione del battito cardiaco.

Atropa belladonna (Solanaceae) USI

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Scopolamina-N-butilbromuro è usata come farmaco ad azione antimuscarinica periferica ed agente anticolinergico che viene, impiegato specificamente come antispastico.

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Mangradora

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

radice tipicamente antropomorfa nel periodo

primaverile

considerata “magica” e dotata di poteri sovrannaturali in molte tradizioni

Velenosa e confusa con piante commestibili come la borragine e gli

spinaci

Contiene atropina, scopolamina e josciamina

Le proprietà dei principi attivi sono narcotiche, analgesiche e

sedative

Effetti tossici che possono portare anche al coma e alla morte in caso di grave intossicazione, generalmente sono dolori gastrointestinali, tachicardia, vomito, pressione alta e convulsioni

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Mangradora

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

La leggenda più nota legata alla mandragora è quella del pianto ‘assassino' della sua radice quando viene estirpata, ed è legata proprio alla sua forma antropomorfa. Per raccoglierla in sicurezza, secondo la tradizione popolare citata anche da Machiavelli, la pianta andrebbe legata a un cane per l'estirpazione; la procedura condannerebbe l'animale, ma garantirebbe la raccolta in ‘sicurezza'.

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

Pasta di coca: contiene solfato di cocaina, si fuma (“bazuco”), percentuale di principio attivo 40-85%

L’ Erythroxylon coca è una pianta dal fogliame fitto nativa dei versanti orientali delle Ande, e cresce rigogliosa tra i 500 e i 2000 metri d’altitudine.

Essa è largamente coltivata in Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia.

I climi umidi della foresta tropicale delle Ande favoriscono la crescita di questo arbusto che può arrivare fino a 2,5 metri in 40 anni

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Le foglie di coca sono state masticate dagli Indios del Sud America per molte migliaia di anni, per indurre un’euforia di lunga durata. In senso stretto, le foglie non sono effettivamente masticate. Solitamente, la foglia essiccata di coca è inumidita con la saliva. La poltiglia è tenuta tra la gengiva e la guancia e viene pian piano succhiata. I succhi stimolanti vengono deglutiti.

Materiali ricchi di calce come conchiglie marine bruciate o un cereale (quinoa) sono usati per favorire la separazione dell’alcaloide attivo dalla foglia.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

Gli Incas fecero della coca la sostanza sacra suo uso solo ai rituali. Secondo la leggenda inca, la risplendente stella bianca “Spica” della costellazione della Vergine, era “Mamma Coca”.

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Nel 1553 ebbe fine l’impero Inca e i conquistadores spagnoli trasformarono la pianta divina in compenso materiale per gli schiavi Inca che lavoravano nelle miniere d’argento, anche per poter controllare meglio le popolazioni sottomesse.

I conquistadores furono impressionati dall’efficacia della coca come stimolante:

“L’erba è così nutriva e corroborante che gli indios lavorano giorni interi senza bisogno di nient’altro”.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

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Una svolta decisiva, nella reputazione della coca, si ebbe intorno al 1860, quando il chimico tedesco Albert Neimann riuscì a isolare l’alcaloide della cocaina. Si tratta di una amina terziaria, che avrebbe potuto essere un buon anestetico locale se la sua forte tossicità sistemica e la dipendenza psichica che può provocare non avessero successivamente orientato i ricercatori a soluzioni ottenute modificando in laboratorio la molecola della cocaina come la lidocaina e la benzocaina

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

cocaina

lidocaina

benzocaina

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La cocaina ebbe una ulteriore spinta verso l’accettabilità quando nel 1886 John Pemberton la incluse come ingrediente principale della sua nuova bibita, la Coca-Cola. Sono gli effetti euforizzanti e stimolanti sul consumatore i maggiori responsabili del travolgente successo della Coca- Cola come bibita più popolare nella storia.

Dalla metà dell’Ottocento fino ai primi del Novecento, sciroppi, tonici e liquori contenenti cocaina e oppio vennero usati largamente, negli Stati Uniti d’America come in Europa, da persone di ogni ceto sociale.

Un esempio il “Vin Mariani”

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

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✓MECCANISMO DI AZIONE:

INIBITORE DELLA RICAPTAZIONE DI CATECOLAMINE principalmente Dopamina

Aumenta concentrazione del neurotransmissore

✓EFFETTI FARMACOLOGICI:

PSICOSTIMOLANTE ANESTETICO LOCALE

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ORNITINA

Erythroxylum coca (Erythroxylaceae)

All’assunzione di cocaina seguono tipicamente 4 differenti stati psichici:

1. Euforia elevato benessere, accresciuta capacità cognitiva e motoria, insonnia, anoressia

2. Disforia umore alternante, tristezza, malinconia, difficoltà di concentrazione ed attenzione

3. Paranoia sospettosità, paranoia, allucinazioni, panico

4. Psicosi ideazione paranoide, allucinazioni, comportamento incomprensibilmente violento e aggressivo disorientamento, anedonia

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La L-lisina è l’omologo superiore della L-ornitina.

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA LISINA

Alcaloidi piperidinici C5N

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ALCALOIDI DERIVANTI DALLA LISINA

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Il pepe nero (Piper nigrum bacche) è la spezia più diffusa al mondo, usata in cucina, nella preparazione di farmaci e cosmetici, come conservante e insetticida.

Ciò che conferisce al pepe nero il suo aroma piccante e la capacità di modificare i sapori è una sostanza caratteristica, la piperina, responsabile anche degli effetti del pepe stesso sulla digestione.

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA LISINA

Piper nigrum

Il pepe nero, infatti, possiede tutte le proprietà digestive delle spezie:

aumenta la secrezione dei principali enzimi digestivi (amilasi salivare, lipasi intestinale, amilasi e lipasi pancreatica, tripisina, chimotripsina) e riduce il tempo di transito.

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Come le altre spezie piccanti il pepe nero, alle dosi che si usano comunemente, non danneggia la mucosa gastrica; anzi, secondo alcuni studi la piperina avrebbe un effetto protettivo nei confronti dell’ulcera gastrica. A livello intestinale, inoltre, la piperina aumenterebbe la capacità di assorbimento della mucosa.

Tutte queste osservazioni spiegano perché il pepe nero è sempre stato utilizzato nelle preparazioni di erbe per trattare i disturbi digestivi

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA LISINA

Piper nigrum

stimola la termogenesi

Accelera il metabolismo dei grassi

Antiossidante

antiinfiammatorio neuroprotettivo

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

L’unità nicotinica si origina invece dall’acido nicotinico (vitamina B3 o niacina)

Molecole che contengono un anello piridinico legato a uno pirrolidinico (nella nicotina) o piperidinico (nell’anabasina) derivanti rispettivamente da

ornitina e lisina. nicotina

anabasina

Nicotiana tabacum

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La Nicotina è un alcaloide estratto dalle foglie di tabacco. E' un liquido incolore, volatile, fortemente alcalino; esposto all'aria diventa bruno e acquista odore di tabacco. Non conserva nessuna applicazione terapeutica

La nicotina è solubile in acqua e può essere estratta dalle foglie di tabacco tagliate a pezzi lasciandole in un bicchiere d'acqua per 12 ore.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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Le foglie di N. tabacum possono contenere 0.6-9% di alcaloidi (-)nicotina insieme a piccolissime quantità di anabasina e nornicotina

N

N H Me

N

N H H

N

N H H

nicotina nornicotina

anabasina

La nicotina agisce sul sistema nervoso periferico, come droga eccitante, determinando inizialmente un temporaneo effetto stimolante ed esercitando quindi una persistente azione depressiva. Nell'ambito della sua azione sul sistema nervoso centrale può causare, se ingerita in dosi elevate, tremori

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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Gli estratti di tabacco sono stati i primissimi insetticidi della storia, usati fin dal XVII secolo nelle grandi piantagioni del Sud America e poi importati anche in Europa. Oltre alla nicotina, dal tabacco si estraggono altri due alcaloidi la nornicotina e la neonicotina.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

MONOPOLI DI STATO (francobollo) SAPONE INSETTICIDA ALLA NICOTINA PER LA PULIZIA DEGLI

ANIMALI DOMESTICI (anni 20)

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Diffusi a livello mondiale negli anni ’90 dello scorso secolo, questi insetticidi nel tempo hanno causato la moria delle api, insetti che, come sappiamo, sono molto preziosi per il mantenimento dell’equilibrio naturale.

.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

Api e bombi sono attratti dal nettare contaminato da alcuni diffusi pesticidi e questa pericolosa attrazione espone gli insetti a livelli elevati di sostanze dannose per i singoli esemplari e per le colonie che formano. A stabilirlo sono stati due studi effettuati da ricercatori dell'Università di Newcastle e del Trinity College di Dublino, che firmano due articoli pubblicati su

“Nature”.

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Ma i primi segnali di intossicazione dell’organismo umano si stanno manifestando solo adesso e ovviamente è subito scattato l’allarme, perchè il danno andrebbe a colpire direttamente i centri della memoria e della concentrazione, oltre a far temere l’insorgenza di qualche tumore.

L’Italia era stata tra i primi ad abolire l’uso di questi insetticidi e ora il resto d’Europa si sta adeguando.

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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La Nicotina e i derivati di sintesi (neonicotinoidi) agiscono a livello del sistema nervoso degli insetti con un meccanismo di tipo acetilcolinomimetico, possedendo, infatti, una struttura simile all’acetilcolina, si sostituiscono ad essa legandosi in modo irreversibile ai recettori nicotinici (nAChRs) localizzati a livello delle sinapsi tra due neuroni.

Dopo l’assorbimento da parte degli insetti, questi, per il particolare meccanismo d’azione della sostanza attiva, subiscono l’alterazione della trasmissione degli impulsi nervosi a livello dei recettori nicotinici, compiono movimenti scoordinati, manifestano tremori, paralisi ed infine muoiono (entro 24 h)

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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Recettori per l’ACh

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La nicotina agisce sui recettori nicotinici per l’acetilcolina che sono recettori canale

I recettori nicotinici sono presenti:

a) nei gangli del sistema nervoso autonomo

b) nel muscolo striato a livello della giunzione neuromuscolare c) a livello cerebrale

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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Modalità d’azione: agisce prevalentemente per asfissia, sebbene le attività per contatto ed ingestione non siano trascurabili.

Per idrolisi viene liberata la base alcalina della molecola.

I vapori di nicotina, penetrando attraverso le trachee, vanno ad agire sul sistema nervoso interferendo coi recettori dell’acetilcolina.

L’azione letale è estremamente rapida (da qualche minuto a qualche ora).

Spettro di attività: è molto ampio ed include afidi, aleurodidi, tentredini

ALCALOIDI DERIVANTI DALL’ACIDO NICOTINICO

Nicotiana tabacum

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ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

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ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

L’oppio è l’essudato lattiginoso essiccato ottenuto per incisione delle capsule non ancora mature del papavero da oppio. Il lattice che trasuda velocemente ha inizialmente una consistenza lattiginosa ed un colore bianco ma rapidamente diventa marrone e coagula.

Papaver somniferum

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ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Il papavero fornisce anche i semi che vengono usati cotti al forno a scopo alimentare o vengono premuti per ottenere l’olio di semi di papavero. I cascami ottenuti da questa spremitura vengono usati come cibo per bestiame. I semi non contengono alcaloidi.

Papaver somniferum

Questo materiale detto oppio grezzo viene rimosso la mattina successiva e dopo essere stato raschiato viene deposto in recipienti che gli conferiscono forma sferica o a blocchi.

Terminologia:

OPPIOIDE: qualsiasi sostanza che produce effetti morfinosimili (neuropeptidi, analoghi sintetici)

OPPIACEI: sostanze contenute o derivate dall’oppio

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L’oppio è noto ed usato da 4000 anni

L’oppio grezzo è usato fin dall’antichità come analgesico per indurre il sonno (narcotico) e per il trattamento della tosse.

Dei molti alcaloidi identificati (40) sono 6 quelli che rappresentano la parte preponderante di questa miscela: morfina (4-21%), codeina (0.8-2.5%), tebaina (0.5-2%), papaverina (0.5-2.5%), noscapina (narcotina) (4-8%) e narceina (0.1-2%)

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

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L'oppio contiene oltre venti alcaloidi attivi sul sistema nervoso. Di questi il principale e fondamentale é la morfina, responsabile delle proprietà farmacologiche dell'oppio stesso.

La morfina in genere costituisce il 10% circa dell’oppio in polvere.

La morfina è un potente analgesico-narcotico e rimane uno dei migliori analgesici per alleviare il dolore forte.

La morfina induce anche uno stato di euforia e di indifferenza mentale , insieme però a nausea, vomito, stipsi, tolleranza e dipendenza.

I consumatori abituali possono andare incontro a sintomi di astinenza fisica costituiti da agitazione, forti crampi addominali, diarrea, nausea, vomito che possono durare anche 10-14 giorni se non viene fornita una dose di morfina.

Per questi motivi il principale uso di morfina per via parenterale è ristretto al sollievo del dolore in malati terminali.

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

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L'eroina o diamorfina è una sostanza semi-sintetica derivata dalla morfina.

Sintetizzata per ottimizzare le proprietà farmacologiche della morfina.

L’aumento del carattere lipofilo conferisce un miglior trasporto ed assorbimento. L’eroina supera rapidamente la barriera emato-encefalica.

Il gruppo acetilico viene idrolizzato dalle esterasi del cervello e la molecola effettivamente attiva come analgesico ed ipnotico è la 6-acetilmorfina.

L’euforia indotta dall’iniezione di eroina è una delle principali cause dell’abuso di questa molecola come stupefacente.

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

eroina

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La codeina è l’etere 3-O metilico della morfina ed è uno dei più usati alcaloidi dell’oppio.

L’azione della codeina dipende dalla parziale demetilazione che subisce nel fegato e che le conferisce effetti analgesici morfino simili, ma non accompagnati da euforia.

Ha azione antitussiva dovuta alla depressione diretta del centro della tosse

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

codeina

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La tebaina differisce da morfina e codeina per la presenza di un sistema dienico coniugato. È quasi priva di attività analgesica ma è usata per la semisintesi di altri farmaci usati come antidolorifici per il sollievo del dolore, da moderato a grave

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

tebaina ossicodone ossimorfone

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La papaverina ha attività spasmolitica e vasodilatatoria.

È usata in preparazioni espettoranti e nel trattamento degli spasmi intestinali ed, iniettata per il trattamento dell’impotenza maschile.

ALCALOIDI DERIVANTI DALLA TIROSINA

Papaver somniferum

papaverina

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ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

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Detta Vinca rosea o pervinca del Madagascar. Coltivata come pianta ornamentale. Contiene alcaloidi ad attività antitumorale con struttura indolica dimerica (bisindolici).

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Catharanthus roseus

vincristina

vinblastina

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Trattamento della leucemia infantile

Linfomi, cancro del polmone, della cervice e del seno.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Catharanthus roseus

vincristina vinblastina

Trattamento del morbo di Hodgkin

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MECCANISMO D’AZIONE

Bloccano la mitosi cellulare in metafase. Legano la tubulina nel fuso mitotico impedendo la polimerizzazione dei microtubuli.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Catharanthus roseus

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La Segale cornuta è un’affezione che si verifica principalmente su piante delle Graminaceae ed è causata da funghi della specie Claviceps.

Le sue manifestazioni sono caratterizzate dalla comparsa, al posto dei normali semi della pianta, di sclerozi, strutture molto resistenti che costituiscono uno stato di riposo del fungo.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

Viene stimato che nelle annate poco piovose circa l’1%

delle granaglie commestibili possa essere infettato da questo fungo, ma nelle annate piovose l’infezione può estendersi anche a quasi la metà delle graminacee coltivate se non vengono adottati sistemi di protezione.

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IL CICLO VITALE DI CLAVICEPS PURPUREA

Nel caso in cui una spora di Claviceps purpurea riesca a raggiungere una pianta in fiore di segale o di un’altra graminacea, si insedia nell’ovario dove inizia a svilupparsi formando un granulo nero, appuntito (da qui il nome di segale cornuta), chiamato “sclerozio”; l’ovario rimane distrutto. Lo sclerozio si attacca quindi al fascio di vasi che avrebbero dovuto alimentare i semi in formazione nell’ovario e si trasforma in un tessuto soffice e bianco chiamato “sfacelio”, il quale secerne un succo zuccherino simile al miele pieno di milioni di spore asessuate del fungo (“conidi”), che vengono disperse nell’ambiente dagli insetti.

Successivamente, lo sfacelio torna a trasformarsi in uno sclerozio; è a questo punto che in questa struttura si accumula un gran numero di tipici alcaloidi.

Quando uno sclerozio maturo (cioè dopo aver prodotto lo sfacelio) che si è distaccato dalla pianta e ha raggiunto il suolo trova le condizioni adatte, per esempio durante la fase piovosa dell’inizio della primavera, origina un minuscolo fungo, con stelo e testa; la testa è piena di spore sessuate, le quali, quando ritorna la stagione asciutta e le graminacee sono in fiore, vengono proiettate simultaneamente nell’ambiente circostante propagando l’infezione

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ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot IL CICLO VITALE DI CLAVICEPS PURPUREA

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Il consumo di segale infetta risulta nella malattia denominata ergotismo causa di epidemie medievali che vanno sotto il nome di

“Fuoco di S. Antonio”, “Male degli Ardenti” o “Fuoco Sacro”. Alcune di queste intossicazioni collettive raggiunsero proporzioni disastrose, con decine di migliaia d’intossicati, attraverso l’uso massivo di farine e di pani infettati dall’ergot o da affini patogeni vegetali.

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Alcaloidi dell’Ergot

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Questa intossicazione può manifestarsi in due forme differenti:

Ergotismo in forma gangrenosa;

Ergotismo in forma convulsiva o neurologica.

Ergotismo in forma gangrenosa

La forma gangrenosa di ergotismo è caratterizzata da una vasocostrizione, operata, appunto, dagli alcaloidi dell'ergot e che interessa soprattutto le zone periferiche dell'organismo, come le dita delle mani e dei piedi. Tale vasocostrizione, se non adeguatamente e tempestivamente trattata, può portare alla gangrena delle estremità colpite, quindi alla gangrena di mani e piedi.

Ad ogni modo, i principali sintomi che si possono manifestare nella forma gangrenosa di ergotismo, sono: desquamazione e secchezza della cute, edema, perdita di sensibilità periferica, necrosi e decomposizione (gangrena) dei tessuti colpiti dalla vasocostrizione.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

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Ergotismo in forma convulsiva o neurologica

La forma neurologica di ergotismo, invece, è caratterizzata dalla comparsa di sintomi, quali: convulsioni e spasmi dolorosi, parestesia, allucinazioni, mania, psicosi e mal di testa. Solitamente, questi effetti sono preceduti da sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

Le epidemie provocate dall’ingestione dell’ergot hanno costituito un rischio costante essendosi verificate le ultime nel 1926 in Russia e nel 1953 in Francia.

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Gli sclerozi dell’Ergot contengono dallo 0.15 allo 0.5% di alcaloidi (più di 50 molecole)

I pincipi attivi sono derivati dell’acido lisergico e possono essere suddivisi in:

alcaloidi aminici (ergometrina, ergonovina)

alcaloidi aminoacidici (ergotamina, ergotossina)

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Alcaloidi dell’Ergot

Acido lisergico

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Allucinogeno di sintesi preparato a partire dall’acido lisergico che si trova nell’ergot. Sintetizzato dal chimico svizzero Albert Hoffman nel 1938.

Le sue proprietà allucinogene, non vennero però riconosciute fino al 1943 quando Hofmann ingerì casualmente pochi microgrammi della sostanza rimasti sulle sue dita.

Questo composto altera profondamente il comportamento provocando delle percezioni sensorie anomale (specialmente visive e uditive) e allucinazioni già a dosi inferiori a 1 μg/kg. La potenza di questi effetti spiega l’abuso

LSD (Dietilamide dell’acido lisergico)

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Alcaloidi dell’Ergot

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Azioni tipiche della segale cornuta sono:

vasocostrizione periferica

aumento della contrattilità dell’utero

Utilizzo dei componenti della segale cornuta:

emorragia post-partum (ergometrina)

emicrania (Ergotamina) in associazione alla caffeina

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

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Gli alcaloidi dell’ergot hanno un’azione diretta sulla muscolatura liscia e sul sistema nervoso centrale. Gli effetti sulla muscolatura liscia vengono esercitati su più differenti organi ma in particolare sull’utero. Tutti gli alcaloidi naturali dell’ergot incrementano fortemente la motilità di questo organo.

L’utero gravido è particolarmente sensibile alla loro azione. Gli alcaloidi dell’ergot potrebbero essere impiegati, come lo è stato in passato, per l’induzione e per la facilitazione del parto, mai loro effetti tossici oggi lo impediscono se non per indicazioni particolarmente specifiche in ostetricia, nell’emicrania e nella sindrome neurolettica maligna

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

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Alcuni alcaloidi dell’ergot, naturali come l’ergonovina o semisintetici come il derivato dell’ergonovina (ergometrina), la metilergonovina, vengono ancora impiegati in ostetricia per ricuperare il tono dell’utero dopo il parto oppure, sfruttando le loro proprietà vasocostrittrici periferiche, per controllare le emorragie che possono verificarsi dopo il parto o un aborto.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

metilergonovina

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L‘ergotamina viene usata nel trattamento degli attacchi acuti di emicrania quando non rispondono agli analgesici.

L’effetto anti-emicranico è dovuto alla costrizione dei vasi intracranici extracerebrali.

ALCALOIDI DERIVANTI DAL TRIPTOFANO

Alcaloidi dell’Ergot

ergotamina

Riferimenti

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