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Rapporto Annuale Regionale 2011 Sardegna

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Academic year: 2022

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Rapporto Annuale Regionale 2011

Sardegna

ottobre 2011

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Rapporto Regionale 2011

Direttore Regionale: Daniela Petrucci

Comitato di redazione:

Michele Pintus Marco Sbressa Enrico Plaisant

Segreteria di redazione: Rita Argiolas

Presentazione del Direttore Regionale Daniela Petrucci

La crisi economica e lo sviluppo: quale paradigma per la Sardegna? Lavoro e occupazione di Marco Sbressa – Direzione Regionale per la Sardegna

I dati macroeconomici – Le aziende assicurate – L’andamento infortunistico di Michele Pintus – Direzione Regionale per la Sardegna

Settore Vigilanza

di Piero Licheri – Direzione Regionale Sardegna Iniziative di Prevenzione

di Giovanna Nieddu – Direzione Regionale Sardegna Il reinserimento sociale e lavorativo

di Adamina Barbone – Direzione Regionale Sardegna

Le monografie:

- Danni policroni concorrenti sotto regimi indennitari diversi -

a cura di Daniela Cabiddu e Giuliana Murino – Direzione Regionale per la Sardegna

Stampato dalla Tipografia Inail - Milano

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Rapporto Regionale 2011

Indice

Presentazione del Direttore regionale INAIL 7

Presentazione del Direttore dell’Agenzia Regionale del Lavoro Regione Autonoma della Sardegna 9

Prima parte – Il contesto socio economico

Le aziende e gli infortuni sul lavoro

1.1 Qualche dato sulla Sardegna 12

1.2 La crisi economica e lo sviluppo: quale paradigma per la Sardegna? 13

1.3 Lavoro e occupazione 15

1.4 I dati macroeconomici 17

1.5 Le aziende assicurate 25

1.6 L’andamento infortunistico: tabelle e grafici 28

1.7 Lavoratori stranieri 52

1.8 Malattie professionali 55

1.9 Settore Vigilanza 61

1.10 Il nuovo ruolo dell’INAIL nella “Prevenzione” 62

1.11 Il reinserimento sociale e lavorativo 65

1.12 Indice delle tavole 67

Seconda Parte – Le monografie

2.1 Danni policroni concorrenti sotto regimi indennitari diversi 71

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A Chicco, che con la sua “leggerezza”

ha infuso fiducia e sicurezza

Buon Vento Kikko

i colleghi della Sardegna

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Presentazione del Direttore Regionale INAIL

Un altro anno.

Ci ritroviamo per il consueto appuntamento con il rapporto annuale dell’INAIL Sardegna per l’anno 2011. La presentazione di un nuovo rapporto annuale è l’occasione per riflettere, ancora una volta, sulla salute e sicurezza del lavoro, avendo a disposizione elementi dettagliati relativi agli eventi dell’anno in esame. Negli anni le informazioni contenute nel rapporto annuale sono cresciute, fornendo più piani di lettura che completano la conoscenza complessiva del fenomeno. Perché ogni vista in più sul problema è una informazione utile per impostare migliori politiche di prevenzione e sicurezza.

Anche nell’anno 2011 è confermata la tendenza alla diminuzione del numero degli infortuni, dato costante degli ultimi anni anche se è difficile valutarne correttamente l’incidenza data la riduzione, nello stesso periodo, delle ore di lavoro effettuate, in considerazione della crisi economica.

La prosecuzione della crisi economica ci impone di valutare con più attenzione le iniziative da intraprendere ai fini del miglioramento delle condizioni di sicurezza, perseguendo tenacemente l’obiettivo di collaborare con tutti i possibili interlocutori istituzionali sul territorio, primo tra tutti la Regione Autonoma della Sardegna, le parti sociali, gli organismi paritetici e gli enti bilaterali. In questo ambito, con particolare soddisfazione abbiamo visto la ripresa dei lavori del Comitato Regionale di Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e la sottoscrizione di alcuni accordi che daranno frutti anche negli anni a venire.

In questo modo la crisi diventa un’opportunità: la cooperazione e la sinergia tra soggetti diversi consentono di svolgere più efficacemente il ruolo di sostegno che ci è stato affidato per dare una risposta sempre più diretta e mirata alle esigenze di prevenzione nel mondo del lavoro, migliorando i livelli di programmazione e di attuazione degli interventi nel territorio, in logiche di confronto e di partecipazione.

Ci sentiamo sempre più protagonisti nella rete della Prevenzione, rete di protezione sociale, di garanzia di diritti ed elemento vincente nel sistema di sicurezza, in quanto le attività di prevenzione richiedono per la loro natura collaborazione tra professioni diverse e sinergie di ruoli e competenze.

Da ultimo non ci nascondiamo le ulteriori difficoltà collegate alla attuale necessaria rivisitazione del modello organizzativo dell’Inail in merito alla quale l’impegno sarà quello di riuscire ad ottimizzare l’utilizzazione delle risorse senza modificare, naturalmente, il livello delle prestazioni rese.

Ed è per questo che nelle pagine che seguono illustriamo anche, in sintesi, parte delle attività che abbiamo effettuato, per ricordarci che ne siamo stati capaci e per impegnarci di nuovo, ripartendo ogni giorno per proseguire i percorsi già intrapresi e per progettarne di nuovi.

Daniela Petrucci

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Presentazione del Direttore dell’Agenzia Regionale del Lavoro

Informare per formare. È la partita che devono giocare istituzioni e imprese sul campo della sensibilizzazione di tutti i cittadini riguardo alla sicurezza sul lavoro. Proprio attorno alla centralità e all’ampia diffusione dell’informazione ruota il progetto “Lavoro Sicuro”

ideato dall’Agenzia Regionale per il Lavoro con la collaborazione dell’Inail. Il principio ispiratore dell’intesa è la prevenzione: la consapevolezza del proprio benessere sul lavoro, nel suo senso più ampio, è il punto di partenza per dare un valore aggiunto tanto alla società quanto al lavoratore stesso, sia esso dipendente o autonomo.

Per dare maggiore efficacia alla misura sono state coinvolte le associazioni di categoria e le microimprese artigiane. Tutti, ognuno con le sue competenze, portano il proprio contributo verso un unico obiettivo: promuovere e realizzare azioni di sistema che facciano di questi temi patrimonio comune di lavoratori e imprese.

L’Agenzia Regionale per il Lavoro, nella sua veste istituzionale, ha sposato una linea d’intervento assai ampia che coinvolge imprese, lavoratori di oggi e di domani. Alle aziende, che soffrono la crisi economica, intende trasmettere un messaggio chiaro:

l’investimento in sicurezza non è un costo ma un beneficio. Avere luoghi a norma di legge, in cui operano collaboratori consapevoli e formati, riduce e quasi annulla i rischi e i costi di eventuali infortuni così da destinare le risorse risparmiate a progetti di potenziamento della produzione. Per incoraggiare comportamenti virtuosi è stato ideato un concorso, esteso a tutte le imprese artigiane, per premiare le idee migliori e adottare il sistema più originale e innovativo per implementare i propri standard di sicurezza.

Per quanto riguarda i lavoratori, occorre enfatizzare il rispetto delle norme, che non è una perdita di tempo o un ostacolo all’efficienza ma, piuttosto, l’esatto contrario. La consapevolezza di operare in un luogo sicuro migliora l’approccio alla mansione e permette di concentrarsi con più profitto su di essa. Tutto questo per quanto riguarda l’oggi.

Tuttavia il progetto ha l’ambizione di incidere anche sul domani e, per questa ragione, punta molto alla formazione/informazione dei bambini, figli dei lavoratori di oggi e, a loro volta, lavoratori del futuro prossimo. In tal senso l’Agenzia ha inteso e intende continuare a investire in attività ludico-pedagogiche preparate da esperti per educare i bambini alle buone regole del lavoro sicuro, attraverso lo strumento più naturale: il gioco. Gioco declinato nelle sue forme più varie: da quella tradizionale a quella moderna.

Nel programma complessivo di “Lavoro Sicuro” è attribuita grande valenza anche ai linguaggi di comunicazione. Sotto questo profilo l’impegno è a tutto campo perché si spazia dalla cinematografia, con la realizzazione di cortometraggi a carattere didattico che stimolino bambini e adolescenti, alle campagne sui media tradizionali (quotidiani, affissioni, messaggi radiofonici e televisivi) e sui luoghi di lavoro, senza trascurare i seminari tematici che vedano il concorso di istituzioni e associazioni di categoria. Una cooperazione diffusa: la sola in grado di assicurare risultati duraturi e tangibili sul tema della sicurezza nel lavoro, decisiva per lo sviluppo economico, sociale e morale del nostro Paese.

Stefano Tunis

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Prima Parte

Il contesto socio economico -

le aziende e gli infortuni sul lavoro

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1.1 - Qualche dato sulla Sardegna

Superficie Kmq 24.090 Popolazione 1.669.000 Variazione % PIL + 0,9 PIL pro capite € 20.080 Lavoratori occupati 602.000

Tasso disoccupazione 13,5 Tasso di occupazione totale 52,0 Numero province otto Sardegna estensione coste marine Km 1.731

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1.2 - La crisi economica e lo sviluppo: quale paradigma per la Sardegna?

La crisi economica mondiale giunta ad interessare l’Europa a partire dal 2008 ha colpito l’Italia e la Sardegna. Il triennio 2008-2010 è stato particolarmente difficile per il nostro Paese. Il 2011 sarà ricordato come l’anno dei sacrifici chiesti dall’Europa per evitare il default dell’Italia. La Sardegna, in questo scenario complesso e difficile per l’economia, secondo i dati diffusi dalla SVIMEZ, nel 2011 ha fatto meglio rispetto alle previsioni incrementando il suo Pil (prodotto interno lordo) dello 0,9 per cento. Inoltre il suo Pil pro- capite, pari a € 20.080, è risultato nel 2011 il secondo più alto tra la regione del Mezzogiorno, dopo quello dell’Abruzzo (€ 21.980).

Per quanto riguarda il mercato del lavoro i dati sulla Sardegna mostrano segnali di vitalità e migliorano le condizioni occupazionali delle donne come ha evidenziato anche il CRENoS nel suo rapporto annuale.1 Infatti, in Sardegna, il tasso di disoccupazione nel 2011 è sceso rispetto al 2010; il tasso di attività della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni nel 2011 è leggermente aumentato; mentre il tasso di occupazione totale 2011 è cresciuto di un punto percentuale rispetto all’anno precedente determinando un aumento di occupati di 8.300 unità.

In Sardegna la debole ripresa dell’attività industriale che si era affacciata nel 2010, si è interrotta. Le crisi aziendali hanno interessato principalmente le industrie del settore metallurgico e della chimica: tra queste le vertenze dell’Alcoa di Portovesme, multinazionale dell'alluminio americana, e della Carbosulcis hanno avuto una forte attenzione anche da parte dei media nazionali, ma non meno importanti sono altre vertenze tra le quali quella Vinyls di Portotorres.

Anche le prospettive di crescita per il 2012 della nostra Isola non sembrano certamente molto favorevoli. Infatti secondo le previsioni che sono state diffuse da Unioncamere,2 circa il Pil per il 2012 si ha che, a fronte di una riduzione del Pil dell’Italia dell’1,5 per cento, la Sardegna dovrebbe registrare nel 2012 una riduzione del suo Pil dell’1,9 per cento.

Diamo, di seguito, un breve sguardo alla situazione dei principali settori produttivi della Sardegna attraverso quanto pubblicato nei rapporti annuali da SVIMEZ, CRENoS, Unioncamere e in particolare a quanto pubblicato dalla Banca d’Italia nella “Nota”

sull’economia della Sardegna.3

Agricoltura

Nel 2011 la produzione agricola della Sardegna è diminuita. Il settore zootecnico ha avuto una flessione nella produzione delle carni e del latte. I margini delle aziende di allevamento sono stati in parte sostenuti da un incremento medio delle quotazioni nel comparto della macellazione mentre il prezzo di vendita del latte si è mantenuto stabile. È andata meglio la produzione delle culture che ha registrato un leggero aumento.

La situazione dell’agricoltura in Sardegna è resa più comprensibile dopo il censimento ISTAT del 2010 al quale hanno risposto oltre 60 mila imprese operanti nell’Isola. Si è registrato che le imprese agricole in Sardegna sono diminuite, in particolare quelle individuali; mentre è aumentata la superficie agricola utilizzata, incremento che ha interessato i terreni destinati a pascolo ma non quella coltivata che è invece diminuita.

1 FONTE: CRENoS – Economia della Sardegna - Sintesi del 19° Rapporto 2012

2 Fonte: UNIONCAMERE Comunicato stampa 10^ Giornata dell’Economia – Rapporto Unioncamere 2012 .

3 Fonte: Banca d’Italia – Economie regionali – L’economia della Sardegna – Cagliari giugno 2012.

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Per quanto riguarda l’occupazione in agricoltura, si ha che la maggior parte delle aziende sono mediamente piccole ed conduzione familiare. Gli occupati sono 32mila: 13mila lavoratori dipendenti e 19mila lavoratori indipendenti. In Sardegna le donne che lavorano in agricoltura sono 5mila, in Italia 248mila.

Industria

Abbiamo già accennato alla crisi industriale. Sia il settore metallurgico che quello della chimica risentono di problemi strutturali legati alla forte concorrenza di industrie localizzate in paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti. Ma un ulteriore problema colpisce la nostra industria metallurgica, quello relativo all’elevato costo energetico di cui tanto si parla anche in relazione alla crisi dell’Alcoa. Domanda e produzione delle nostre imprese regionali hanno subito gli effetti del rallentamento dell’economia nazionale e internazionale nella seconda parte del 2011.

Di grande interesse sono i dati pubblicati dalla Banca d’Italia5 a seguito di un’indagine su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti relativamente a produzione, ordini e ore lavorate:

- in più del 40 per cento dei casi si è registrata una contrazione dell’attività produttiva e degli ordini;

- poco più del 30 per cento delle imprese indica espansione.

Relativamente alle ore lavorate, è emerso che oltre il 50 per cento degli operatori ha registrato un calo e circa un terzo un incremento.

Tra i diversi comparti industriali, nella meccanica si è avuto un maggior ricorso alla cassa integrazione guadagni ed è diminuito il numero degli operatori, mentre fa in parte da contraltare la congiuntura del comparto agroalimentare moderatamente positiva. Invece si deve parlare di attività ristagnante per i comparti del sughero e dei lapidei che hanno registrato un leggero calo sia del fatturato che del numero di addetti.

Le costruzioni

Continuano le difficoltà del settore delle costruzioni. Relativamente all’edilizia privata, le nuove costruzioni ad uso abitativo sono diminuite a causa della debolezza della domanda. Un’importante attività è quella delle ristrutturazioni degli immobili che anche grazie alla riqualificazione energetica, ha visto un incremento dei ricavi.

In Sardegna sono diminuiti nel 2011 i lavori di realizzazione delle opere pubbliche.

Relativamente all’occupazione si è avuto nel settore delle costruzioni una riduzione di 83mila unità rispetto al 2010 a livello nazionale, mentre in Sardegna i posti di lavoro persi nel 2011 rispetto all’anno precedente sono stati 2mila.

Commercio

La situazione economica è la principale causa della riduzione dei consumi da parte delle famiglie. Gli effetti della riduzione dei consumi delle famiglie ricade principalmente sul fatturato delle strutture di piccole dimensioni. La grande distribuzione in Sardegna ha visto aumentare i punti vendita (supermercati e minimarket).

4 SVIMEZ – Rapporto annuale 2012 sull’economia del Mezzogiorno - Sintesi

5 Fonte: Banca d’Italia – Economie regionali – L’economia della Sardegna – Cagliari giugno 2012

L’agricoltura biologica è diventata ormai una nuova opportunità per l’economia italiana ed in particolare per il Sud che dedica quasi 700mila ettari di superficie al biologico su un totale nazionale di 1.100mila. La Sardegna ha ultimamente avuto un incremento della superficie dedicata al biologico del 43 per cento.4

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Turismo

La crisi economica ha inciso anche sulla domanda di turismo che ha visto contrarre la componente nazionale; in particolare è diminuita la durata media dei soggiorni delle famiglie italiane. Le presenze di turisti stranieri è invece aumentata anche se non uniformemente in tutte le località.

1.3 – Lavoro e occupazione

La Sardegna tra il 2010 e il 2011 ha visto crescere il numero di occupati risultando terza, dopo Abruzzo ed Emilia-Romagna, tra le 13 regioni italiane in cui il numero di occupati è aumentato.6

Il tasso di attività della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni nel 2011 è stato del 60,3 per cento, quello femminile del 49,9 per cento. Il tasso di attività della Sardegna è ritornato sopra il livello del 2008 ed ha segnato un leggero aumento rispetto al 2010 (59,5); è il maggiore tra le regioni del Mezzogiorno, dopo quello dell’Abruzzo (62,1 per cento).

Il tasso di disoccupazione, che nel 2010 (14,1 per cento) ha toccato il massimo del triennio 2008-2010, nel 2011 (13,5 per cento) è ritornando sui livelli del 2009 (13,3 per cento). Il tasso di occupazione totale 2011 è stato di 52 per cento con una variazione di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. In termini assoluti la variazione totale degli occupati nel 2011 rispetto all’anno precedente è stata di 8.300 unità. Un confronto con i dati del 2010 mostra che gli occupati nel 2011 sono leggermente aumentati in agricoltura +2mila, quasi uguali nell’industria con una diminuzione però nelle costruzioni di 2mila unità.

Preoccupante è il dato relativo al tasso di occupazione irregolare in Sardegna. La Svimez indica nel suo rapporto annuale un valore assoluto stimato in 131.000 i lavoratori in nero su un totale in Italia di 2,9 milioni di unità.

Relativamente al lavoro irregolare si riporta quanto ha scritto il CREL7 nel documento di sintesi del lavoro effettuato dalla terza commissione, in tema di ammortizzatori sociali, dal titolo “La povertà e le politiche di contrasto alla povertà e per l’inclusione sociale in Sardegna” “Non può nemmeno essere taciuto un ulteriore effetto negativo sul mercato del lavoro e sulla stessa coesione sociale, in particolare dei piccoli centri, rappresentato dalla tendenza da parte di lavoratori da molto tempo in ammortizzatore sociale, ad integrare il reddito assolutamente insufficiente alle necessità familiari, con prestazioni di lavoro irregolare, che inevitabilmente costituiscono concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese artigiane. Gli ammortizzatori sociali dovranno quindi caratterizzarsi per una forte capacità dinamica di attivazione di processi di reinserimento lavorativo e non dovranno protrarsi oltre il tempo necessario per il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.

Presupposto perché questo possa avvenire è disporre di un mercato del lavoro dinamico all’interno di un sistema economico più robusto e solido di quello attuale.”

6 FONTE: UNIONCAMERE – Rapporto Unioncamere 2012 – 10^ Giornata dell’economia.

7 Regione Autonoma Sardegna CREL – Presidenza del Consiglio dell’Economia e del lavoro – proposta n.

4/2011 del 3 ottobre 2011 “La povertà e le politiche di contrasto alla povertà e per l’inclusione sociale in Sardegna” – 3.4 Il sistema di ammortizzatori sociali.

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Nel 2011 il ricorso alla cassa integrazione guadagni è cresciuta del 55,1 per cento delle ore concesse rispetto all’anno precedente. Si è avuto un calo degli interventi ordinari e un aumento degli interventi straordinari o in deroga a beneficio delle imprese in corso di ristrutturazione principalmente dei comparti della meccanica, chimica ed edilizia. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono state in totale 20.543.000 di cui 18.710.000 interventi straordinari e in deroga e 1.833.000 interventi ordinari.8

Il numero di persone in cerca di occupazione che nel triennio precedente era, nella media, costantemente in crescita9 nel 2011 e sceso a 94mila unità (-3,6 per cento rispetto al 2010).

Rimane sempre preoccupante il numero di giovani tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non cercano lavoro e non studiano (Neet) che, secondo la Svimez, nel 2011 sono in Sardegna 110mila.

8 Fonte: Banca D’Italia – Economie regionali - L’economia della Sardegna Cagliari giugno 2012 (pagg. 25- 64) 9 Vedi tabella Rapporto regionale Sardegna 2011: 85mila nel 2008 - 91mila nel 2009 - 98mila nel 2010.

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1.4 - I dati macroeconomici:

occupazione e sviluppo relativi all’anno 2011 Tav. 1 –– Dati 2011 popolazione e occupazione(in migliaia)

SARDEGNA – Popolazione per sesso e classe di età – Media 2011 SESSO fino a 14

anni

15-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

65-74 anni

75 anni e oltre

Totale

Maschi 106 86 111 137 129 108 81 60 818

Femmine 99 82 108 135 131 112 92 92 851

Totale 205 168 219 272 260 220 173 152 1.669

Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

ITALIA – Popolazione per sesso e classe di età – Media 2011 SESSO fino a 14

anni

15-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

65-74 anni

75 anni e oltre

Totale

Maschi 4.374 3.101 3.755 4.853 4.410 3.635 2.864 2.311 29.304 Femmine 4.134 2.955 3.725 4.841 4.525 3.857 3.277 3.709 31.024 Totale 8.508 6.056 7.480 9.695 8.935 7.492 6.141 6.020 60.328

Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

SARDEGNA – Forze di lavoro e tasso di attività – Medie 2009-2011 ANNO

Forze di lavoro Tasso di attività (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2009 408 275 683 69,5 47,9 58,7

2010 409 282 691 69,8 49,2 59,5

2011 410 286 696 70,5 49,9 60,3 Fonte: Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

ITALIA – Forze di lavoro e tasso di attività – Medie 2009-2011 ANNO

Forze di lavoro Tasso di attività (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 2009 14.790 10.180 24.970 73,7 51,1 62,4 2010 14.748 10.227 24.975 73,3 51,1 62,2

2011 14.733 10.342 25.075 73,1 51,2 62,2 Fonte: dati ISTAT – Indagine continua sulle forze di lavoro

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SARDEGNA – Occupati e tasso di occupazione per sesso – Medie 2009-2011 ANNO

Occupati Tasso di occupazione (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2009 361 231 592 61,4 40,2 50,8

2010 353 240 593 60,2 41,8 51,0

2011 358 244 602 61,4 42,6 52,0 Fonte: dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

ITALIA – Occupati e tasso di occupazione per sesso – Medie 2009-2011 ANNO

Occupati Tasso di occupazione (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 2009 13.789 9.236 23.025 68,6 46,4 57,5 2010 13.634 9.238 22.872 67,7 46,1 56,9

2011 13. 619 9.349 22.967 67,5 46,5 56,9 Fonte: dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

SARDEGNA – In cerca di occupazione e tasso di disoccupazione – Medie 2009-2011 ANNO

Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

2009 47 44 91 11,5 16,0 13,3

2010 55 42 98 13,6 14,9 14,1

2011 52 42 94 12,8 14,6 13,5 Fonte: dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

ITALIA – In cerca di occupazione e tasso di disoccupazione – Medie 2009-2011 ANNO

Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 2009 1.000 945 1.945 6,8 9,3 7,8

2010 1.114 989 2.102 7,6 9,7 8,4

2011 1.114 993 2.108 7,6 9,6 8,4 Fonte: dati Istat – Indagine continua sulle forze di lavoro

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SARDEGNA – Occupati per settore di attività e sesso – Media 2011 Settori di attività

economica

Sesso Totale % femmine su

totale

Maschi Femmine Numero %

Agricoltura 27 5 32 5,3 15,6

Industria 102 13 115 19,1 11,3

di cui

costruzioni 50 4 54 9 7,4

Servizi 229 226 455 75,6 37,4

Totale 358 244 602 100,0 40,5

Fonte: elaborazione Inail su dati ISTAT

ITALIA – Occupati per settore di attività e sesso – Media 2011 Settori di attività

economica

Sesso Totale % femmine

su totale

Maschi Femmine Numero %

Agricoltura 602 248 850 3,7 29,1

Industria 5.203 1.335 6.538 28,5 20,4

di cui

costruzioni 1.724 123 1.847 8 6,6

Servizi 7.814 7.765 15.579 67,8 49,8

Totale 13.619 9.349 22.967 100,0 40,7

Fonte: elaborazione INAIL su dati ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Sardegna – Raffronto occupati 2011 per settore di attività (in migliaia)

Servizi; 455;

75,58%

Industria; 115;

19,10%

Agricoltura; 32;

5,32%

(20)

Maschi 84,4%

Femmine 15,6%

Maschi 88,7%

Femmine 11,3%

Maschi 62,6%

Femmine 37,4%

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Agricoltura Industria Servizi

Sardegna - occupati per settore di attività e sesso

SARDEGNA – Raffronto occupati per settore di attività

2007 2008 2009 2010 2011

numero % numero % numero % numero % numero %

Agricoltura 38 6,3 38 6,2 34 5,8 30 5 32 5,3

Industria 140 22,8 128 21 122 20,7 115 19,3 115 19,1

di cui costruzioni 67 10,9 62 10,1 61 10,2 56 9,4 54 9

Servizi 435 70,9 445 72,8 435 73,5 449 75,7 455 75,6

Totale 613 611 592 593 602

Fonte: elaborazione Inail su dati ISTAT

SARDEGNA –Andamento dell’occupazione (in migliaia)

2007 2008 2009 2010 2011

OCCUPATI 613 611 592 593 602

Fonte ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Andamento Occupazione in Sardegna

613 611

592 593

602

580 590 600 610 620

2007 2008 2009 2010 2011

SARDEGNA Occupati per settore di attività per sesso %

(21)

32 34 30

38 Agricoltura

38

115 115 128 122

Industria 140

449 455 445 435

Servizi;

435

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

2007 2008 2009 2010 2011

Sardegna - Andamento occupati periodo 2007-2011 per settore di attività (in percentuale)

5 5,3 6,2 5,8

Agricoltura 6,3

19,1 19,3

20,7 21

Industria 22,8

75,6 75,7

73,5 Servizi 72,8

70,9

0 10 20 30 40 50 60 70 80

2007 2008 2009 2010 2011

Sardegna-andamento occupazione per settore

100

89,47

78,95

84,21 91,43

87,14 87,14 87,14

102,30

100,00

103,22 104,60

100

75 85 95 105

2007 2008 2009 2010 2011

Agricoltura

Industria

Servizi Sardegna - Andamento occupati periodo 2007-2011 per settore di attività (in migliaia)

(22)

Costruzioni

67

62 61

56

54

40 45 50 55 60 65 70

2007 2008 2009 2010 2011

Sardegna - Andamento 2007-2011 occupati nelle costruzioni (in percentuale)

Costruzioni

9,4 9 10,1 10,2

10,9

0 5 10 15

2007 2008 2009 2010 2011

Sardegna - Andamento 2007-2011 occupati nelle costruzioni (in migliaia)

Servizi 67,8%

Industria 28,5%

Agricoltura 3,7%

alia – Occupati per settore di attività 2011 It

(23)

Italia – Occupati per settore di attività e sesso 2011

Maschi 70,9%

Fem mine 29,1%

Maschi 79,6%

Femm ine 20,4%

Maschi 50,2% Femmine 49,8%

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

Agricoltura Industria Servizi

ITALIA –Andamento dell’occupazione (in migliaia)

2007 2008 2009 2010 2011

OCCUPATI 23.222 23.405 23.025 22.872 22.967

Fonte: ISTAT

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Italia – Andamento dell’occupazione

23.222

23.405

23.025

22.872

22.967

22.600 22.700 22.800 22.900 23.000 23.100 23.200 23.300 23.400 23.500

2007 2008 2009 2010 2011

Tav. 2 – Portafoglio attività INAIL in Sardegna nel 2011

Aziende

2011 2010 Scostamento Scostamento %

AZIENDE: Portafoglio 86.486 85.347 1.139 1,33

Emesse 6.030 6.157 -127 -2,06

Cessate 6.538 6.766 -228 -3,37

Riattivate 1.273 1.226 47 3,83

PAT: Portafoglio 101.237 99.481 1.756 1,77

Emesse 10.238 9.297 941 10,12

Cessate 8.441 8.589 -148 -1,72

Numero denunce di variazione

escluse le cessazioni 46.809 44.201 2.608 5,9

TEMPO MEDIO LAVORAZ AZIENDE:

denunce di emissione 6,74 6,91 -0,17 -2,42

AZIENDE: denunce di cessazione 5,85 17,73 -11,87 -66,98 AZIENDE: Denunce di Riattivazione 14,71 16,96 -2,25 -13,29 PAT: denunce di emissione 11,9 9,77 2,13 21,83 PAT: denunce di cessazione 7,15 18,96 -11,81 -62,29 Denunce di variazione escluse le

cessazioni 15,64 34,44 -18,8 -54,6

Verbali Ispettivi pervenuti (per data

protocollazione) 1.015 1.428 -413 -28,92

INAIL 468 668 -200 -29,94

non INAIL 547 760 -213 -28,03

Verbali Ispettivi lavorati (per data

fine lavorazione) 1.031 1.438 -407 -28,3

Verbali Ispettivi liquidati 786 822 -36 -4,38

INAIL 447 577 -130 -22,53

non INAIL 339 245 94 38,37

Verbali Ispettivi archiviati 18 43 -25 -58,14

(24)

Infortuni + Malattie Professionali

2011 2010 Scostamento Scostamento %

Casi aperti 21.010 21.276 -266 -1,25

Infortuni 17.690 18.397 -707 -3,84

di cui casalinghe 61 71 -10 -14,08

Malattie Professionali 3.258 2.817 441 15,65

Silicosi/Asbestosi 62 62 0 0

Casi aperti al netto delle

franchigie 19.968 20.360 -392 -1,93

Casi definiti 21.534 21.748 -214 -0,98

Positivi 14.983 15.321 -338 -2,21

Regolare Senza Indennizzo 2.095 2.014 81 4,02

Temporanea 10.371 10.855 -484 -4,46

Indennizzo in Capitale 1.708 1.617 91 5,63

Rendita Diretta 610 626 -16 -2,56

Mortali 199 209 -10 -4,78

Negativi 5.490 5.489 1 0,02

di cui Accolta INPS 268 65 203 312,31

Franchigia 1.061 938 123 13,11

Casi definiti al netto delle

franchigie 20.473 20.810 -337 -1,62

Casi definiti positivamente 14.983 15.321 -338 -2,21

Infortuni 13.429 13.960 -531 -3,8

di cui casalinghe 8 9 -1 -11,11

Malattie Professionali 1.398 1.205 193 16,02

Silicosi/Asbestosi 156 156 0 0

Casi definiti negativamente 5.490 5.489 1 0,02

Infortuni 3.604 4.008 -404 -10,08

di cui casalinghe 59 63 -4 -6,35

Malattie Professionali 1.829 1.411 418 29,62

Silicosi/Asbestosi 57 70 -13 -18,57

Infortuni Aperti (escluse segnalazione da INPS e

Casalinghe) 17.553 18.280 -727 -3,98

Tempo Medio di Apertura 8,13 7,16 0,97 13,53

Infortuni definiti in temporanea (escl segnal da INPS e

Casalinghe) 9.437 9.607 -170 -1,77

Tempo Medio di Definizione 12,44 11,67 0,76 6,52 Inabilità Temporanee - Numero

inabilità 9.475 9.974 -499 -5

Durata media 31,4 32,83 -1,43 -4,34

(25)

Rendite

2011 2010 Scostamento Scostamento %

Rendite in gestione 27.907 28.573 -666 -2,33

Rendite dirette in gestione 21.592 22.125 -533 -2,41 Rendite ai superstiti in gestione 6.315 6.448 -133 -2,06

Rendite Costituite 849 857 -8 -0,93

Rendite Dirette Costituite 669 672 -3 -0,45

Rendite Costituite a Superstiti 180 185 -5 -2,7 Rendite dirette costituite in via

Normale 509 529 -20 -3,78

da Infortunio 256 278 -22 -7,91

da Malattia Professionale 234 240 -6 -2,5

da Silicosi Asbestosi 19 11 8 72,73

Rendite dirette derivanti da

Collegiali 100 85 15 17,65

da Infortunio 44 39 5 12,82

da Malattia Professionale 55 45 10 22,22

da Silicosi Asbestosi 1 1 0 0

Rendite dirette derivanti da

Giudizio 60 58 2 3,45

da Infortunio 14 19 -5 -26,32

da Malattia Professionale 43 35 8 22,86

da Silicosi/Asbestosi 3 4 -1 -25

Rendite a Superstiti costituite in

via Normale 145 147 -2 -1,36

da Infortunio 31 27 4 14,81

di cui ex dirette 6 9 -3 -33,33

da Malattia Professionale 32 41 -9 -21,95

di cui ex dirette 32 40 -8 -20

da Silicosi/Asbestosi 82 79 3 3,8

di cui ex dirette 81 79 2 2,53

1.5 - Le aziende assicurate all’INAIL

Tav. 3 – Numero Aziende per settore di attività. Anni 2009-2010-2011

Regione Settore Attività Azienda 2009 2010 2011

SARDEGNA

Azienda inquadrata in più settori 2.217 2.350 2.540

Ancora da determinare 844 672 1.084

Industria 6.177 6.158 6.280

Artigianato 41.775 41.743 41.027

Terziario 31.863 32.425 33.548

Altre Attività 1.159 1.173 1.179

Speciale 806 826 828

Totale 84.841 85.347 86.486

(26)

26

Numero aziende assicurate all'INAIL

86.486

85.347 84.841

84.000 85.000 86.000 87.000

2009 2010 2011

Aziende 2011 in Sardegna per settore di attività

Speciale 1%

Azienda inquadrata in più

settori 3%

Ancora da determinare

1%

Altre Attività;

1%

Industria 7%

Artigianato;

49%

Terziario 38%

Andamento delle aziende assicurate dei principali settori di attività

Industria; 101,67

Artigianato; 98,21 Terziario; 105,29

Industria; 99,69 100

Artigianato; 99,92 Terziario 101,76

9 7 10 2 10 7

2009 2010 2011

Dall’esame dell’andamento delle aziende assicurate si può rilevare un aumento complessivo, ma una variazione della distribuzione. Ad un leggero aumento delle posizioni dell’industria (1,67% in percentuale e 103 in numero assoluto), è corrisposta una riduzione delle posizioni artigiane (1,79 in percentuale, ma 748 in numero assoluto) ed un notevole aumento di posizioni nel terziario ( 5,29% e 1685 in numero assoluto).

(27)

Tav. 3a – Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni 2009-2010-2011 Province Settore Attività Azienda 2009 2010 2011

Cagliari

Azienda inquadrata in più settori 904 943 986

Ancora da determinare 329 213 377

Industria 3.065 3.040 3.076

Artigianato 14.413 14.325 14.050

Terziario 13.197 13.345 13.952

Altre Attività 425 425 429

Speciale 258 258 254

Totale 32.591 32.549 33.124

Carbonia- Iglesias

Azienda inquadrata in più settori 79 89 107

Ancora da determinare 54 69 51

Industria 184 182 177

Artigianato 1.597 1.589 1.555

Terziario 1.245 1.267 1.317

Altre Attività 47 52 53

Speciale 72 77 84

Totale 3.278 3.325 3.344

Nuoro

Azienda inquadrata in più settori 399 416 518

Ancora da determinare 84 69 231

Industria 754 743 732

Artigianato 7.859 7.804 7.625

Terziario 4.780 4.964 5.085

Altre Attività 249 248 252

Speciale 89 96 93

Totale 14.214 14.340 14.536

Oristano

Azienda inquadrata in più settori 161 185 233

Ancora da determinare 106 113 108

Industria 306 303 291

Artigianato 3.772 3.737 3.665

Terziario 2.537 2.577 2.589

Altre Attività 140 141 138

Speciale 101 101 103

Totale 7.123 7.157 7.127

Sassari

Azienda inquadrata in più settori 675 717 696

Ancora da determinare 280 208 317

Industria 1.870 1.890 2.004

Artigianato 14.137 14.288 14.132

Terziario 10.112 10.272 10.605

Altre Attività 298 307 307

Speciale 294 294 294

Totale 27.666 27.976 28.355

(28)

1.6 - L’andamento infortunistico: tabelle e grafici

Anche per l’anno 2011 si rileva, per la Sardegna, la conferma del trend in diminuzione del numero degli infortuni sul lavoro, passati da 15.967 dell’anno 2010 a 15.440 (- 3,3%) nel 2011. La riduzione è, comunque notevolmente inferiore, in percentuale, rispetto a quella registrata a livello nazionale: -6,6% in percentuale, passati in termini assoluti da 776.099 a 725.174.

Pur nella complessità dell’individuazione delle motivazioni del fenomeno, risulta quindi consolidata la tendenza alla diminuzione degli infortuni anche in Sardegna: dal 2006 al 2011 sono infatti passati da 18.521 a 15.440, con una riduzione complessiva del 16,64%.

Considerando i soli infortuni in attualità di lavoro, accaduti in ambiente di lavoro, con esclusione quindi degli infortuni dovuti alla circolazione stradale con mezzi di trasporto e di quelli “in itinere” (avvenuti sul tragitto casa-lavoro), la riduzione è del 4,27%, mentre gli infortuni avvenuti con mezzo di trasporto si sono ridotti solo dello 0,58% e quelli in itinere dello 0,31%: in pratica la riduzione è interamente da attribuire agli infortuni avvenuti nell’ambiente di lavoro ordinario, mentre gli infortuni avvenuti sulla strada sono rimasti costanti.

Il dato è sensibilmente differente rispetto a quello nazionale, secondo il quale gli infortuni si sono ridotti in maniera abbastanza omogenea tra le diverse modalità: -6,33% in ambiente di lavoro ordinario, 8,38% con mezzi di trasporto e 7,1% in itinere, con una riduzione complessiva del 6,56%, quasi doppia rispetto al dato della Sardegna del 3,35%.

Il trend è confermato anche dall’esame dell’incidenza degli infortuni rispetto all’occupazione. L’incidenza complessiva è stata di 25,61 infortuni ogni 1000 occupati, nel 2011, rispetto ai 26,90 del 2010. Ma mentre per gli eventi in attualità di lavoro in ambiente lavorativo vi è stata una riduzione, da 21,93 del 2010 a 20,73 del 2011, relativamente a quelli con mezzi di trasporto e in itinere il numero è rimasto pressoché costante.

Anche per quel che concerne gli infortuni con esito mortale, si è verificata una riduzione da 29 a 27 casi, in linea con la riduzione a livello nazionale dove i casi sono passati da 973 a 920. E’ da rilevare che anche per gli eventi mortali la riduzione si è avuta relativamente all’ambiente di lavoro ordinario, dove gli infortuni sono passati da 20 a 16, mentre quelli in attualità di lavoro con mezzi di trasporto sono passati da 3 a 5 e quelli “in itinere” sono rimasti costanti a 6.

Nell’esaminare complessivamente il fenomeno degli infortuni non si può però non prendere in esame la situazione socio economica nell’isola.

Il tasso medio della disoccupazione è ufficialmente passato dal 14,1% al 13,5%, con una popolazione occupata passata da 593.000 a 602.000 unità.

Vi è stata tuttavia un’ulteriore riduzione della popolazione occupata in lavorazioni a rischio, come le costruzioni e l’industria in generale, nel quale è aumentato il ricorso alla cassa integrazione, con un consolidamento degli occupati nel terziario, attività con un’incidenza infortunistica minore.

Rilevante è la differente distribuzione degli occupati nei vari settori di attività tra la media italiana e quella dell’isola: in agricoltura, Sardegna 5,3% Italia 3,7%; nell’industria, Sardegna 19,1% Italia 28,5%, nei servizi, Sardegna 75,6% Italia 67,8%.

(29)

Per quel che concerne la rischiosità delle attività lavorative, è da rilevare la situazione dell’agricoltura. Benché occupi solo il 5,3% dei lavoratori in attività, vi accadono il 14,7%

di tutti gli infortuni (a fronte del 6,5% di media in Italia), e oltretutto, con elevato tasso di gravità. E’ un segnale che, data la ridotta dimensione e la frammentarietà del tessuto delle imprese agricole, deve richiamare sia le associazioni, sia le istituzioni a intervenire nel settore, coinvolgendo gli operatori e facendo transitare il messaggio della sicurezza che nel settore industriale viene maggiormente veicolato, anche grazie a sistemi di formazione obbligatoria. Anche per questo motivo l’INAIL ha ritenuto di dover intensificare l’impegno di sensibilizzazione in materia di prevenzione nello specifico settore e ha posto in essere una serie di iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione con varie organizzazioni del settore agricolo.

Si riduce invece ancora il tasso di incidenza degli infortuni avvenuti nell’industria manifatturiera, dal 9,1% all’8,2%, elemento rilevante anche per inquadrare la caratterizzazione della struttura del tessuto economico dell’isola, posto che la media italiana è 18,4%, e nelle costruzioni da 10,4% a 9,75% (Italia 8,75%), mentre nei servizi (che impegnano il 75,7% degli occupati) aumenta dal 46,5% al 47,46%, in coerenza con la percentuale di popolazione occupata, anche se con un indice di gravità molto inferiore.

Parte della riduzione, che sulla scorta degli indici di variazione può essere valutata in circa un terzo, può quindi essere imputata alla situazione socio economica, con mutamento delle condizioni di rischiosità delle lavorazioni esercitate.

E’ tuttavia innegabile che sul trend ha influito la crescita di attenzione verso la sicurezza, che sembra in costante consolidamento, posto che nel quinquennio 2007-2011, vi è stata una riduzione degli infortuni pari al 16%.

(30)

Bilancio infortunistico in Sardegna 2009-2011 per occasione di lavoro

Modalità evento 2009 2010 2011

In ambiente di lavoro ordinario 13.405 13.007 12.478

Circolazione stradale 1.283 1.014 1.027

In itinere (tragitto casa-lavoro) 1.992 1.946 1.935

Totale 16.680 15.967 15.440

Infortuni per modalità di accadimento in Sardegna periodo 2009-2011

2009

13.405 2010 13.007

2011 12.478

2009 1.283

2010

1.014 2011 1.027

2009 1.992

2010 1.946 2011

1.935

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000

In amb ient e d i lavo ro o rd inario C irco laz io ne st rad ale In it inere ( t rag it t o casa- lavo ro )

Andamento infortuni per tipologia di accadimento

93,08 97,03

80,05 79,03

97,14 97,69

100,00

70,00 80,00 90,00 100,00 110,00

2009 2010 2011

In ambiente di lavoro ordinario

Circolazione stradale

In itinere (tragitto casa- lavoro)

(31)

Sardegna – Infortuni in complesso 2007- 2011 – valori assoluti

Modalità di evento 2007 2008 2009 2010 2011 Var. % 2011/2007 in attualità di lavoro 16.515 15.994 14.688 14.021 13.505 -18,3

in itinere 1.870 1.991 1.992 1.946 1.935 3,4

Totale 18.385 17.985 16.680 15.967 15.440 -16

Occupati 612.972 610.918 592.289 593.379 601.657 -1,85

Infortuni totali in Sardegna 2007-2011

18.385

17.985

16.680

15.967

15.440

13.000 14.000 15.000 16.000 17.000 18.000 19.000

2007 2008 2009 2010 2011

SARDEGNA - Infortuni in compleso - Valori assoluti Variazione 2010/2011 -3,30

(32)

613 611

592 593

602

580 590 600 610 620

2007 2008 2009 2010 2011

SARDEGNA Andamento occupazione 2007 - 2011

Raffronto andamento infortuni/occupazione 2007-2011

100,00 99,67

96,57 96,74 96,74

100,00

97,82

90,73

86,85

83,98

75,00 80,00 85,00 90,00 95,00 100,00 105,00

2007 2008 2009 2010 2011

OC C U PA T I IN F OR T U N I

(33)

16.515

15.994

14.688

14.021 13.505

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000

2007 2008 2009 2010 2011

SARDEGNA - Infortuni in attualità di lavoro variazione 2010/2011 -3,68

di cui

13.405

13.007

12.478

12.000 12.500 13.000 13.500

2009 2010 2011

In ambiente di lavoro ordinario

1.283

1.014 1.027

0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400

2009 2010 2011

In attualità di lavoro con mezzi di trasporto

(34)

1.992 1.946 1.935

0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800 2.000

2009 2010 2011

In itinere (tragitto casa-lavoro)

Sardegna – Infortuni in complesso – Indici di incidenza (per 1.000 occupati)

Modalità di evento 2009 2010 2011

in attualità di lavoro 22,64 21,93 20,73

in attualità di lavoro con mezzi di trasporto 2,17 1,71 1,71

in itinere 3,36 3,28 3,21

Totale 28,16 26,90 25,61

SARDEGNA Indice di incidenza totale infortuni (per mille occupati)

26,91

25,65 28,16

25,00 26,00 27,00 28,00 29,00

2009 2010 2011

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