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(1)

TECNICA

50

Suinicoltura– n. 10ottobre 2010

G

ià considerata una pra- tica dolorosa e stres- sante per i suinetti e ammessa solo fino al settimo giorno di vita, la castrazione chirurgica senza anestesia è de- stinata a essere abolita dal- l’Unione europea, ma in alcuni Paesi è già vietata.

Per rendere accettabile dal punto di vista del benessere animale la castrazione chirur- gica, può essere introdotta l’anestesia e la somministra- zione di analgesici, ma ci sono anche tecniche alternative, quali l’immunocastrazione mediante vaccinazione, il ses- saggio del seme e la selezione

di suini a bassa produzione di androstenone.

L’uso di anestetici o analgesici, come pure le tecniche alternati- ve hanno però delle controindi- cazioni da tenere in considera- zione. La loro introduzione, co- munque, significherà un aggravio dei costi di produzio- ne, per l’acquisto dei prodotti necessari, per l’aumento di ma- nodopera, e, non ultimo, per i costi del veterinario.

Androsterone e scatolo La castrazione dei suinetti ma- schi mediante asportazione chirurgica delle gonadi è una pratica gestionale largamente diffusa negli allevamenti suini- coli italiani. Questo intervento è necessario per evitare la comparsa del cosiddetto “di- fetto di verro” (in inglese boar taint), ossia di un odore sgrade- vole, dovuto a sostanze quali

androsterone e scatolo, che si può manifestare nelle carni dei suini interi (non castrati) ma- cellati in prossimità o dopo il raggiungimento della maturità sessuale.

La castrazione chirurgica non previene soltanto il boar taint,

ma anche i comportamenti ag- gressivi, facilitando la gestione dell’allevamento e riducendo il rischio da traumi sia per gli ani- mali allevati, sia per il personale.

Per contro, questo metodo è un intervento chirurgico che de- termina dolore e stress a carico dei suinetti maschi destinati alla fase di ingrasso; secondo la di- rettiva 2008/120/Ce sul benes- sere dei suini «la castrazione pro- voca spesso un dolore prolungato, ag- gravato dall’eventuale lacerazione dei tessuti. Tali pratiche sono quindi no- cive al benessere dei suini, soprattutto se eseguite da persone incompetenti e prive di esperienza. Occorre pertanto introdurre norme che garantiscano pratiche migliori».

Anche il parere del gruppo di esperti scientifici sulla salute e be- nessere degli animali (Ahaw) del- l’Autorità europea per la sicurez- za alimentare dal titolo “Welfare aspects of the castration of piglets”

di Alessandro Gastaldo (*) e Giacinto Della Casa (**)

g Suinetto castrato chirurgicamente.

La castrazione chirurgica non è un problema soltanto italiano e il dibatti- to è tuttora aperto nel resto dell’Europa. Nel Regno Unito e in gran parte di Irlanda, Spagna e Portogallo, in considerazione dei pesi e delle età di macellazione, questa pratica non è utilizzata; in Norvegia per la castra- zione vige l’obbligo dell’anestesia somministrata dal veterinario prima dell’intervento chirurgico, mentre in Olanda quello dell’anestesia gene- rale con CO2.

In Belgio è in corso di approvazione un disegno di legge secondo il quale

la castrazione dei suinetti sarà consentita soltan- to dopo anestesia, mentre in Svizzera la castra- zione chirurgica sarà vietata dal 2015 e comun- que fino a quella data sarà obbligatorio abbinarla a somministrazione di anestetici/analgesici.

Nonostante queste limitazioni, in Europa la maggioranza dei suini viene castrata in maniera tradizionale. Infatti, secondo un recente progetto di ricerca comunitario (PIGCAS, Attitudes, practices and state of the art regarding piglet castration in Europe) circa il 77% dei suinetti maschi macellati in Europa per la produzione di carne, pari a 100 milioni di capi, viene castrato chirurgicamente senza anestesia.

IN NORVEGIA OBBLIGO DEL MEDICO, IN OLANDA SEMPRE CON USO DI CO

2

(*) Crpa spa, Reggio Emilia - (**) CRA – Unità di Ricerca per la suinicoltura, Mo- dena

Efficacia di anestesia e analgesici nella castrazione dei suinetti

Una pratica stressante ma necessaria perché le carni non assumano sapori sgradevoli.

Presto l’Unione europea potrebbe rendere obbligatorio l’intervento del veterinario

(EFSA, 2004) ha confermato che la castrazione chirurgica risulta dolorosa a qualsiasi età.

Costi aggiuntivi

Nonostante tuttora la castra- zione chirurgica senza sommi- nistrazione di anestetici e anal- gesici sia ammessa fino al setti-

mo giorno di vita,

l’orientamento futuro del- l’Unione europea, anche dietro le forti pressioni dell’opinione pubblica e delle associazioni di protezione degli animali, è ver- so l’abolizione della castrazione chirurgica senza anestesia/

analgesia.

In Italia un eventuale divieto del- la castrazione chirurgica senza anestesia e analgesia, che interes- serebbe più di 4 milioni di capi, potrebbe incidere in maniera profonda sull’economia dell’alle- vamento del suino pesante e su un comparto già fortemente in crisi, a causa dell’ aggravio dei costi di produzione per l’acqui- sto dei prodotti necessari, per l’aumento di manodopera, e, non ultimo, per i costi del veterinario.

Infatti, il decreto del ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali del 28 luglio 2009 prevede che la detenzione, l’approvvigionamento e l’utiliz-

zazione degli anestetici generali iniettabili e inalatori siano con- sentiti esclusivamente al medi- co veterinario, come pure l’uti- lizzazione degli anestetici locali iniettabili.

Di seguito, viene analizzata la castrazione chirurgica senza anestesia, con anestesia e con somministrazione di analgesici.

Senza anestesia

La castrazione chirurgica consi- ste nell’incisione dello scroto e della tunica vaginale per per- mettere la fuoriuscita dei testi- coli, i quali vengono rimossi mediante strappo, recisione o torsione (Jäggin et al., 2006). A questo proposito è utile ricor- dare che la direttiva 2008/120/Ce del Consiglio del 18 dicembre 2008 che stabilisce le norme mi- nime per la protezione dei suini prescrive che la castrazione di suini di sesso maschile debba avvenire con mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti.

Numerose ricerche, realizzate a livello internazionale, hanno di- mostrato che questo metodo di castrazione provoca dolore e stress ai suinetti sia durante l’in- tervento chirurgico, sia nei pri- mi giorni successivi (Hay et al., 2003; Llamas Moya et al., 2008).

Le risposte di dolore durante la castrazione sono prodotte in particolare durante l’incisione dello scroto, la manipolazione dei testicoli e la manipolazione e taglio dei dotti spermatici; quest’ultima operazione sem- bra provocare il dolore più in- tenso (White et al., 1995; Taylor e Weary, 2000).

Inoltre, nelle prime 24÷48 ore dopo la castrazione chirurgica i suinetti presentano posture e comportamenti anomali che in- dicano dolore (McGlone e Hellman, 1988; McGlone et al., 1993; Taylor e Weary, 2000; Hay et al., 2003; Prunier e Bon- neau, 2006).

Anestesia generale

L’anestesia generale abbinabile alla castrazione chirurgica può avvenire per iniezione (per esempio, utilizzando ketamina) e per inalazione (utilizzando iso- flurano, alotano o CO2). Le tecniche di narcosi mediante iniezione e inalazione di isoflu- rano o alotano presentano di- versi problemi, legati in partico- lare alla durata dell’intervento, ai rischi per animali e operatori e alla necessità di essere effettuati da veterinari. Anche il completo risveglio degli animali è piutto- sto lungo con aumento delle possibilità di schiacciamento da parte della scrofa (Prunier e Bonneau, 2006).

Lahrmann et al. (2006) hanno messo in evidenza che l’utilizzo di azaperone e ketamina per via intramuscolare, nonostante sia di più semplice applicazione ri- spetto all’anestesia gassosa, ne- cessita il mantenimento dei sui- netti dopo la castrazione per 5 ore in un box riscaldato, per evitare la comparsa di ipoter-

mia e lo schiacciamento dei sui- netti, e un maggiore impegno per la maggiore durata dell’in- tervento operatorio, per le in- combenze di tipo burocratico legate all’acquisto e alla deten- zione di tali prodotti, con un sensibile aumento dei costi. L’anestesia con biossido di car- bonio (CO2), rispetto ad altri sistemi di narcosi, presenta i se- guenti vantaggi:

– non necessita di sistemi di evacuazione dei gas;

– è praticabile in situazioni di allevamento;

– la ripresa degli animali è mol- to rapida;

– non è un anestetico sottoposto a vincoli legislativi (può quindi essere utilizzato da personale ad- destrato, ma non obbligatoria- mente da un veterinario). Per contro, questa tecnica sem- bra presentare alcuni inconve- nienti, quali la comparsa di rea- zioni indesiderabili (irritazione alle vie aeree e ai polmoni, ma- nifestazioni nervose, iperventi- lazione, dolori substernali e tre- mori muscolari) e uno stress dovuto ad asfissia e a forte aci- dosi.

Anche per questi problemi Pru- nier e Bonneau (2006) nel caso di anestesia con CO2 suggeri- scono l’eventuale aggiunta di un trattamento antinfiammatorio.

Anestesia locale

Questo metodo prevede l’uti- lizzo di un farmaco anestetico che, iniettato sottocute nel sito di incisione dello scroto o nel funicolo o direttamente nel te- sticolo, è in grado di inibire la conduzione nervosa.

In passato si è utilizzata la proca- ina, ma nel corso degli anni è stata sostituita da farmaci più ef- g Castrazione chirurgica con anestesia generale.

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ià considerata una pra- tica dolorosa e stres- sante per i suinetti e ammessa solo fino al settimo giorno di vita, la castrazione chirurgica senza anestesia è de- stinata a essere abolita dal- l’Unione europea, ma in alcuni Paesi è già vietata.

Per rendere accettabile dal punto di vista del benessere animale la castrazione chirur- gica, può essere introdotta l’anestesia e la somministra- zione di analgesici, ma ci sono anche tecniche alternative, quali l’immunocastrazione mediante vaccinazione, il ses- saggio del seme e la selezione

di suini a bassa produzione di androstenone.

L’uso di anestetici o analgesici, come pure le tecniche alternati- ve hanno però delle controindi- cazioni da tenere in considera- zione. La loro introduzione, co- munque, significherà un aggravio dei costi di produzio- ne, per l’acquisto dei prodotti necessari, per l’aumento di ma- nodopera, e, non ultimo, per i costi del veterinario.

Androsterone e scatolo La castrazione dei suinetti ma- schi mediante asportazione chirurgica delle gonadi è una pratica gestionale largamente diffusa negli allevamenti suini- coli italiani. Questo intervento è necessario per evitare la comparsa del cosiddetto “di- fetto di verro” (in inglese boar taint), ossia di un odore sgrade- vole, dovuto a sostanze quali

androsterone e scatolo, che si può manifestare nelle carni dei suini interi (non castrati) ma- cellati in prossimità o dopo il raggiungimento della maturità sessuale.

La castrazione chirurgica non previene soltanto il boar taint,

ma anche i comportamenti ag- gressivi, facilitando la gestione dell’allevamento e riducendo il rischio da traumi sia per gli ani- mali allevati, sia per il personale.

Per contro, questo metodo è un intervento chirurgico che de- termina dolore e stress a carico dei suinetti maschi destinati alla fase di ingrasso; secondo la di- rettiva 2008/120/Ce sul benes- sere dei suini «la castrazione pro- voca spesso un dolore prolungato, ag- gravato dall’eventuale lacerazione dei tessuti. Tali pratiche sono quindi no- cive al benessere dei suini, soprattutto se eseguite da persone incompetenti e prive di esperienza. Occorre pertanto introdurre norme che garantiscano pratiche migliori».

Anche il parere del gruppo di esperti scientifici sulla salute e be- nessere degli animali (Ahaw) del- l’Autorità europea per la sicurez- za alimentare dal titolo “Welfare aspects of the castration of piglets”

di Alessandro Gastaldo (*) e Giacinto Della Casa (**)

g Suinetto castrato chirurgicamente.

La castrazione chirurgica non è un problema soltanto italiano e il dibatti- to è tuttora aperto nel resto dell’Europa. Nel Regno Unito e in gran parte di Irlanda, Spagna e Portogallo, in considerazione dei pesi e delle età di macellazione, questa pratica non è utilizzata; in Norvegia per la castra- zione vige l’obbligo dell’anestesia somministrata dal veterinario prima dell’intervento chirurgico, mentre in Olanda quello dell’anestesia gene- rale con CO2.

In Belgio è in corso di approvazione un disegno di legge secondo il quale

la castrazione dei suinetti sarà consentita soltan- to dopo anestesia, mentre in Svizzera la castra- zione chirurgica sarà vietata dal 2015 e comun- que fino a quella data sarà obbligatorio abbinarla a somministrazione di anestetici/analgesici.

Nonostante queste limitazioni, in Europa la maggioranza dei suini viene castrata in maniera tradizionale. Infatti, secondo un recente progetto di ricerca comunitario (PIGCAS, Attitudes, practices and state of the art regarding piglet castration in Europe) circa il 77% dei suinetti maschi macellati in Europa per la produzione di carne, pari a 100 milioni di capi, viene castrato chirurgicamente senza anestesia.

IN NORVEGIA OBBLIGO DEL MEDICO, IN OLANDA SEMPRE CON USO DI CO

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(*) Crpa spa, Reggio Emilia - (**) CRA – Unità di Ricerca per la suinicoltura, Mo- dena

Efficacia di anestesia e analgesici nella castrazione dei suinetti

Una pratica stressante ma necessaria perché le carni non assumano sapori sgradevoli.

Presto l’Unione europea potrebbe rendere obbligatorio l’intervento del veterinario

(EFSA, 2004) ha confermato che la castrazione chirurgica risulta dolorosa a qualsiasi età.

Costi aggiuntivi

Nonostante tuttora la castra- zione chirurgica senza sommi- nistrazione di anestetici e anal- gesici sia ammessa fino al setti-

mo giorno di vita,

l’orientamento futuro del- l’Unione europea, anche dietro le forti pressioni dell’opinione pubblica e delle associazioni di protezione degli animali, è ver- so l’abolizione della castrazione chirurgica senza anestesia/

analgesia.

In Italia un eventuale divieto del- la castrazione chirurgica senza anestesia e analgesia, che interes- serebbe più di 4 milioni di capi, potrebbe incidere in maniera profonda sull’economia dell’alle- vamento del suino pesante e su un comparto già fortemente in crisi, a causa dell’ aggravio dei costi di produzione per l’acqui- sto dei prodotti necessari, per l’aumento di manodopera, e, non ultimo, per i costi del veterinario.

Infatti, il decreto del ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali del 28 luglio 2009 prevede che la detenzione, l’approvvigionamento e l’utiliz-

zazione degli anestetici generali iniettabili e inalatori siano con- sentiti esclusivamente al medi- co veterinario, come pure l’uti- lizzazione degli anestetici locali iniettabili.

Di seguito, viene analizzata la castrazione chirurgica senza anestesia, con anestesia e con somministrazione di analgesici.

Senza anestesia

La castrazione chirurgica consi- ste nell’incisione dello scroto e della tunica vaginale per per- mettere la fuoriuscita dei testi- coli, i quali vengono rimossi mediante strappo, recisione o torsione (Jäggin et al., 2006).

A questo proposito è utile ricor- dare che la direttiva 2008/120/Ce del Consiglio del 18 dicembre 2008 che stabilisce le norme mi- nime per la protezione dei suini prescrive che la castrazione di suini di sesso maschile debba avvenire con mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti.

Numerose ricerche, realizzate a livello internazionale, hanno di- mostrato che questo metodo di castrazione provoca dolore e stress ai suinetti sia durante l’in- tervento chirurgico, sia nei pri- mi giorni successivi (Hay et al., 2003; Llamas Moya et al., 2008).

Le risposte di dolore durante la castrazione sono prodotte in particolare durante l’incisione dello scroto, la manipolazione dei testicoli e la manipolazione e taglio dei dotti spermatici;

quest’ultima operazione sem- bra provocare il dolore più in- tenso (White et al., 1995; Taylor e Weary, 2000).

Inoltre, nelle prime 24÷48 ore dopo la castrazione chirurgica i suinetti presentano posture e comportamenti anomali che in- dicano dolore (McGlone e Hellman, 1988; McGlone et al., 1993; Taylor e Weary, 2000;

Hay et al., 2003; Prunier e Bon- neau, 2006).

Anestesia generale

L’anestesia generale abbinabile alla castrazione chirurgica può avvenire per iniezione (per esempio, utilizzando ketamina) e per inalazione (utilizzando iso- flurano, alotano o CO2).

Le tecniche di narcosi mediante iniezione e inalazione di isoflu- rano o alotano presentano di- versi problemi, legati in partico- lare alla durata dell’intervento, ai rischi per animali e operatori e alla necessità di essere effettuati da veterinari. Anche il completo risveglio degli animali è piutto- sto lungo con aumento delle possibilità di schiacciamento da parte della scrofa (Prunier e Bonneau, 2006).

Lahrmann et al. (2006) hanno messo in evidenza che l’utilizzo di azaperone e ketamina per via intramuscolare, nonostante sia di più semplice applicazione ri- spetto all’anestesia gassosa, ne- cessita il mantenimento dei sui- netti dopo la castrazione per 5 ore in un box riscaldato, per evitare la comparsa di ipoter-

mia e lo schiacciamento dei sui- netti, e un maggiore impegno per la maggiore durata dell’in- tervento operatorio, per le in- combenze di tipo burocratico legate all’acquisto e alla deten- zione di tali prodotti, con un sensibile aumento dei costi.

L’anestesia con biossido di car- bonio (CO2), rispetto ad altri sistemi di narcosi, presenta i se- guenti vantaggi:

– non necessita di sistemi di evacuazione dei gas;

– è praticabile in situazioni di allevamento;

– la ripresa degli animali è mol- to rapida;

– non è un anestetico sottoposto a vincoli legislativi (può quindi essere utilizzato da personale ad- destrato, ma non obbligatoria- mente da un veterinario).

Per contro, questa tecnica sem- bra presentare alcuni inconve- nienti, quali la comparsa di rea- zioni indesiderabili (irritazione alle vie aeree e ai polmoni, ma- nifestazioni nervose, iperventi- lazione, dolori substernali e tre- mori muscolari) e uno stress dovuto ad asfissia e a forte aci- dosi.

Anche per questi problemi Pru- nier e Bonneau (2006) nel caso di anestesia con CO2 suggeri- scono l’eventuale aggiunta di un trattamento antinfiammatorio.

Anestesia locale

Questo metodo prevede l’uti- lizzo di un farmaco anestetico che, iniettato sottocute nel sito di incisione dello scroto o nel funicolo o direttamente nel te- sticolo, è in grado di inibire la conduzione nervosa.

In passato si è utilizzata la proca- ina, ma nel corso degli anni è stata sostituita da farmaci più ef- g Castrazione chirurgica con anestesia generale.

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Suinicoltura– n. 10ottobre 2010

ficaci, come la lidocaina, i quali presentano una più rapida diffu- sione nei tessuti e un effetto di maggiore durata. Per Ranheim et al. (2003) la lidocaina con adre- nalina iniettata all’interno dei te- sticoli diffonde nel funicolo in meno di 10 minuti.

Per quanto riguarda la dose da somministrare, recentissime prove eseguite da Courboulay et al. (2010) hanno previsto la somministrazione di 1 ml di li- docaina al 2%.

In Norvegia, dove dal 2002 la castrazione chirurgica deve es-

sere eseguita dopo che un vete- rinario qualificato ha anestetiz- zato l’animale, alla maggioranza dei suinetti viene somministrata una miscela di lidocaina e adre- nalina iniettata sia nel sottocute, sia direttamente nel testicolo.

Un’indagine condotta presso i veterinari (211 intervistati) e gli allevatori (264 intervistati) nor- vegesi ha messo in evidenza che questo metodo viene ritenuto efficace dal 54% dei veterinari e soltanto dal 19% degli allevato- ri, anche se le complicazioni post operatorie sono state rare (Fredriksen e Nafstadt, 2006).

In conclusione, si tratta di un me- todo la cui efficacia rimane molto dibattuta, sia perché l’anestesia locale non sempre produce una sufficiente anestesia per la castra- zione chirurgica, sia perché il do- lore dovuto all’iniezione sembra simile a quello relativo alle proce- dure di castrazione.

Per quanto riguarda l’efficacia del farmaco, le numerose prove sperimentali eseguite a livello internazionale (McGlone e Hellman, 1988; White et al.,

1995; Horn et al., 1999; Haga e Ranheim, 2005; Séguin e Stoo- key, 2007; Kluivers-Poodt et al., 2007; Zankl et al., 2007; Leidig et al., 2009; Courboulay et al., 2010) hanno dato spesso risul- tati non omogenei e contra- stanti.

Per quanto riguarda il dolore do- vuto alla sola somministrazione di lidocaina, secondo Kluivers- Poodt et al. (2007) quando viene iniettata nel testicolo è in grado di produrre una risposta aggiun- tiva di dolore. Secondo Prunier e Bonneau (2006) con l’iniezio- ne si ha un innalzamento del- l’ormone corticotropo (ACTH), anche se molto più contenuto rispetto a quello osservato dopo la castrazione con o senza ane- stesia locale.

Uso di analgesici

Questo metodo prevede la som- ministrazione prima della castra- zione chirurgica di farmaci anal- gesici, che vengono iniettati per via intramuscolare. Si tratta di far- maci anti-infiammatori non ste- roidi (i cosiddetti “fans”) che ridu- Indicazioni sulla castrazione nella normativa di riferimento

La direttiva 98/58/Ce relativa alla protezione degli animali negli allevamenti prevede che i proprietari/custodi adottino misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e per far sì che non vengano loro provocati dolori, sofferenze o lesioni inutili. Sulla questione delle mutilazioni la direttiva è stata relativamente silenziosa, precisando che, «in attesa dell’adozione di disposizioni specifiche in materia di mutilazioni», fatta salva la direttiva 2008/120/Ce, «si applicano le pertinenti disposizioni nazionali nel rispetto delle norme generali del trattato».

Il decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 146 aggiunge una nota specifica per la castrazione, la quale «è consentita per mantenere la qualità dei prodotti e le pratiche tradizionali di produzione a condizione che tali operazioni siano effettuate prima del raggiungimento della maturità sessuale da personale qualificato, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali».

Secondo la Nota 2 marzo 2005 del Ministero della Salute relativa alle procedure per il controllo del benessere animale negli allevamenti di suini è ammessa «la castrazione dei suinetti maschi, destinati all’ingrasso, con metodi diversi dalla lacerazione dei tessuti, entro i primi 7 giorni di vita». Inoltre, secondo la nota «qualora la castrazione o il mozzamento della coda debbano essere praticati dopo il settimo giorno di vita del soggetto, devono essere eseguiti da un medico veterinario previo impiego di anestetici e la somministrazione prolungata di analgesici».

Secondo la direttiva 2008/120/Ce, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini, occorre considerare che «la castrazione provoca spesso un dolore prolungato, aggravato dall’eventuale lacerazione dei tessuti», che tale pratica è dannosa per il benessere dei suini,

soprattutto se eseguita da persone incompetenti e prive di esperienza e che «occorre pertanto introdurre norme che garantiscano pratiche migliori». Nell’allegato I della direttiva viene indicato che la castrazione dei suini di sesso maschile è ammessa se praticata con «mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti» e «da un veterinario o da altra persona, che disponga di esperienza nell’eseguire le tecniche applicate con mezzi idonei e in condizioni igieniche». Quando la castrazione è praticata dopo il settimo giorno di vita, deve essere effettuata unicamente sotto anestesia e con somministrazione prolungata di analgesici da parte di un veterinario.

g Anestesia locale mediante iniezione di lidocaina.

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ficaci, come la lidocaina, i quali presentano una più rapida diffu- sione nei tessuti e un effetto di maggiore durata. Per Ranheim et al. (2003) la lidocaina con adre- nalina iniettata all’interno dei te- sticoli diffonde nel funicolo in meno di 10 minuti.

Per quanto riguarda la dose da somministrare, recentissime prove eseguite da Courboulay et al. (2010) hanno previsto la somministrazione di 1 ml di li- docaina al 2%.

In Norvegia, dove dal 2002 la castrazione chirurgica deve es-

sere eseguita dopo che un vete- rinario qualificato ha anestetiz- zato l’animale, alla maggioranza dei suinetti viene somministrata una miscela di lidocaina e adre- nalina iniettata sia nel sottocute, sia direttamente nel testicolo.

Un’indagine condotta presso i veterinari (211 intervistati) e gli allevatori (264 intervistati) nor- vegesi ha messo in evidenza che questo metodo viene ritenuto efficace dal 54% dei veterinari e soltanto dal 19% degli allevato- ri, anche se le complicazioni post operatorie sono state rare (Fredriksen e Nafstadt, 2006).

In conclusione, si tratta di un me- todo la cui efficacia rimane molto dibattuta, sia perché l’anestesia locale non sempre produce una sufficiente anestesia per la castra- zione chirurgica, sia perché il do- lore dovuto all’iniezione sembra simile a quello relativo alle proce- dure di castrazione.

Per quanto riguarda l’efficacia del farmaco, le numerose prove sperimentali eseguite a livello internazionale (McGlone e Hellman, 1988; White et al.,

1995; Horn et al., 1999; Haga e Ranheim, 2005; Séguin e Stoo- key, 2007; Kluivers-Poodt et al., 2007; Zankl et al., 2007; Leidig et al., 2009; Courboulay et al., 2010) hanno dato spesso risul- tati non omogenei e contra- stanti.

Per quanto riguarda il dolore do- vuto alla sola somministrazione di lidocaina, secondo Kluivers- Poodt et al. (2007) quando viene iniettata nel testicolo è in grado di produrre una risposta aggiun- tiva di dolore. Secondo Prunier e Bonneau (2006) con l’iniezio- ne si ha un innalzamento del- l’ormone corticotropo (ACTH), anche se molto più contenuto rispetto a quello osservato dopo la castrazione con o senza ane- stesia locale.

Uso di analgesici

Questo metodo prevede la som- ministrazione prima della castra- zione chirurgica di farmaci anal- gesici, che vengono iniettati per via intramuscolare. Si tratta di far- maci anti-infiammatori non ste- roidi (i cosiddetti “fans”) che ridu-

mutilazioni la direttiva è stata relativamente silenziosa, precisando che, «in attesa dell’adozione di disposizioni specifiche in materia di mutilazioni», fatta salva la direttiva 2008/120/Ce, «si applicano le pertinenti disposizioni nazionali nel rispetto delle norme generali del trattato».

Il decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 146 aggiunge una nota specifica per la castrazione, la quale «è consentita per mantenere la qualità dei prodotti e le pratiche tradizionali di produzione a condizione che tali operazioni siano effettuate prima del raggiungimento della maturità sessuale da personale qualificato, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali».

Secondo la Nota 2 marzo 2005 del Ministero della Salute relativa alle procedure per il controllo del benessere animale negli allevamenti di suini è ammessa «la castrazione dei suinetti maschi, destinati all’ingrasso, con metodi diversi dalla lacerazione dei tessuti, entro i primi 7 giorni di vita». Inoltre, secondo la nota «qualora la castrazione o il mozzamento della coda debbano essere praticati dopo il settimo giorno di vita del soggetto, devono essere eseguiti da un medico veterinario previo impiego di anestetici e la somministrazione prolungata di analgesici».

Secondo la direttiva 2008/120/Ce, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini, occorre considerare che «la castrazione provoca spesso un dolore prolungato, aggravato dall’eventuale lacerazione dei tessuti», che tale pratica è dannosa per il benessere dei suini,

soprattutto se eseguita da persone incompetenti e prive di esperienza e che «occorre pertanto introdurre norme che garantiscano pratiche migliori». Nell’allegato I della direttiva viene indicato che la castrazione dei suini di sesso maschile è ammessa se praticata con «mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti» e «da un veterinario o da altra persona, che disponga di esperienza nell’eseguire le tecniche applicate con mezzi idonei e in condizioni igieniche». Quando la castrazione è praticata dopo il settimo giorno di vita, deve essere effettuata unicamente sotto anestesia e con somministrazione prolungata di analgesici da parte di un veterinario.

g Anestesia locale mediante iniezione di lidocaina.

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Suinicoltura– n. 10ottobre 2010

cono o eliminano lo sviluppo del- la sensazione di dolore senza alterarne le cause. Fra i principali farmaci analgesici occorre ricor- dare il meloxicam , il diclofenac e il ketoprofene.

La somministrazione di analge- sico rispetto a quella di lidocai- na presenta alcuni vantaggi le-

gati al minore stress a carico dei suinetti e alla possibile sommi- nistrazione senza l’intervento di un veterinario.

Purtroppo, anche in questo caso le prove sperimentali eseguite a livello internazionale hanno for- nito risultati contrastanti. Secon- do le prove di Zöls et al. (2006)

tutti i suinetti castrati senza som- ministrazione di meloxicam hanno presentato un significativo au- mento della concentrazione di cortisolo (l’ormone che segnala lo stress) nel sangue 1 e 4 ore dopo la castrazione e, al contra- rio, i suinetti castrati con analge- sici non hanno presentato au-

menti significativi di cortisolo;

per Kluivers-Poodt et al. (2007) la somministrazione di meloxicam prima della castrazione ha un ef- fetto sul dolore dei suinetti che è molto limitato nel momento del- l’intervento chirurgico, ma evi- dente durante i primi giorni suc- cessivi alla castrazione.

Courboulay V., Hemonic A., Gadonna M., Meunier­Salaun M.-C., Prunier A. (2010) Comparaison des effets d’une anesthésie locale (1 ml de lidocaine 1%) ou d’un traitement anti-inflammatoire sur la douleur due à la castration. Journées Recherche Porcine, 35–36.

Direttiva 2008/120/CE del Consiglio del 18 dicembre 2008 che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini (G.U. dell’Unione Europea L47 del 18/2/2009).

Dunshea F.R., Colantoni C., Howard K., McCauley I., Jackson P., Long K.A., Lopaticki S., Nugent E.A., Simons J.A., Walker J., Henessy D.P.

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BIBLIOGRAFIA

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