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GIDM 22, 75-77, 2002

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22, 75-77, 2002

Storia clinica

Descriviamo il caso di un uomo diabetico tipo 2, obeso e iperteso, di 61 anni, giunto alla nostra osser- vazione per comparsa da alcuni giorni di un’eruzione cutanea pruriginosa agli arti inferiori associata all’in- sorgenza di importanti edemi diffusi e aumento pon- derale di circa 10 kg in meno di due settimane.

All’anamnesi risultava familiarità per obesità, malattie cardiovascolari, diabete mellito e neoplasie; il pazien- te era un ex fumatore, riferiva discreto introito di alcolici, non particolari allergie, saltuariamente nictu- ria, per quattordici anni aveva lavorato come carpen- tiere in Africa, attualmente magazziniere. All’anamnesi patologica remota risultavano: l’insorgenza del dia- bete mellito tipo 2 risaliva all’età di 40 anni, sempre trattato con antidiabetici orali (associazione di met- formina e glibenclamide); un anno fa circa riscontro di ipertensione arteriosa in terapia con diuretico del- l’ansa e ACE inibitori; psoriasi; cinque anni fa inter- vento di correzione di fimosi, da allora frequenti infe- zioni peniene.

Tredici giorni prima del ricovero, il paziente era stato dimesso dal nostro reparto dove era stato ricoverato per scompenso iperglicemico e crisi ipertensiva.

Obiettivamente, in corso di tale ricovero, si segnala- vano: obesità di tipo centrale (BMI = 36 kg/m2 con rapporto vita/fianchi superiore a 1); soffio cardiaco olosistolico di circa 3/6, soffi carotidei bilaterali, lieve succulenza pretibiale, polsi periferici iposfigmici, soffi femorali bilaterali, piccole chiazze psoriasiche a livel- lo dei gomiti, retroauricolari e all’addome.

Durante tale degenza, era stato necessario potenzia- re la terapia antipertensiva, aggiungendo all’enalapril e alla furosemide, candesartan e amlodipina, per ottenere dei valori pressori accettabili. Il controllo gli- cemico pregresso, come dimostrato dal valore di HbA1cpari a 9,9%, era risultato scadente. La secrezio- ne endogena di insulina era risultata aumentata

come dimostrato dal valore di C-peptide basale pari a 7,6 µg/L (vn 0,4-4). Era stata pertanto sospesa la gli- benclamide, e aggiunto pioglitazone alla metformi- na, raccomandando un regime dietetico equilibrato ipocalorico (1200 kcal), mediante il quale già duran- te la degenza si era ottenuto un buon controllo glico- metabolico e un discreto calo ponderale (peso cor- poreo da 105,5 kg a 101 kg alla dimissione).

Venivano riscontrate piccola ulcera interdigitale tra il primo e il secondo dito del piede sinistro e balanopo- stite, verosimili cause dello scompenso iperglicemico, trattate mediante terapia antibiotica e medicazioni topiche. Si riscontrava inoltre nefropatia diabetica incipiente (microalbuminuria = 101,6-150 µg/min), neuropatia sensitivo-motoria di grado abbastanza marcato, retinopatia diabetico-ipertensiva. Era pre- sente importante iperuricemia (0,8 mmol/L vn 0,21- 0,42) con uricuria lievemente ridotta, tanto che in corso di degenza il paziente ha presentato episodio di artrite gottosa acuta alla I articolazione metatarso falangea di destra, risolto con terapia a base di col- chicina e successivamente allopurinolo.

Inoltre, erano state eseguite le seguenti indagini stru- mentali: radiografia del torace: “campi polmonari ben espansi, ombre ilari nei limiti, ombra cardiaca ingrandita, calcificazioni all’arco aortico, seni costo- frenici poco profondi”; ecocardiogramma: “cardio- patia ipertensiva, ventricolo sinistro lievemente dila- tato con normale funzione sistolica (VTD 80 mL/m2; FE = 58%), moderato aumento della massa miocardi- ca, ispessimento e calcificazioni delle cuspidi aortiche con discreta apertura; ventricolo destro lievemente dilatato con normale funzione; ecografia addome superiore: steatosi epatica, angiomiolipoma renale;

ecocolordoppler venoso arti inferiori: diffuse varici della safena magna, incontinenza dalla crosse safeno femorale; ecocolordoppler TSA: stenosi del 45-50%

all’origine della carotide interna destra; ecocolordop- pler arti inferiori: moderate alterazioni arteriose bisi- liaco femoropoplitee di non attuale rilievo, stenosi di

Caso clinico

RAPIDO INCREMENTO PONDERALE

E STATO EDEMIGENO IN PAZIENTE DIABETICO TIPO 2

L. GOTTARDO, D. CRAZZOLARA, A. AVOGARO Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Padova, Padova

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iniziale rilievo delle arterie tibiali posteriori, ben com- pensate dalle corrispondenti arterie tibiali anteriori.

Alla luce dei risultati ecografici era stata intrapresa terapia antiaggregante.

Esame obiettivo

Dopo quasi due settimane dalla dimissione, il paziente giungeva nuovamente alla nostra osservazione per la comparsa di un’eruzione cutanea pruriginosa agli arti inferiori associata all’insorgenza di importanti edemi dif- fusi determinanti un aumento ponderale di circa 10 kg.

Il peso corporeo era pari a 110,5 kg, i valori pressori pari a 170/80 mmHg. Rispetto alla precedente obiet- tività, all’auscultazione del torace si rilevavano alcuni rumori secchi modificabili con la tosse, non udibili rumori da stasi, erano evidenti importanti edemi declivi improntabili e lesioni eritematose diffuse agli arti inferiori.

Esami bioumorali e strumentali

Agli esami bioumorali si confermavano una modesta ipercolesterolemia, anemia normocitica (emoglobina

= 104 g/L; MCV = 96,6 fl); VES e PCR superiori ai limiti di norma; l’uricemia, gli indici di funzionalità renale ed epatica erano nella norma. Il profilo proteico era com- patibile con stato infiammatorio. Si rilevava, rispetto al ricovero precedente, un peggioramento della protei- nuria (valore medio 1,92 g/24 ore). In merito all’ane- mia, era presente lieve iposideremia (8 µmol/L vn 11,6- 31,3) con transferrinemia, ferritinemia nei limiti di norma, come pure il dosaggio di B12, folati, reticoloci- temia e la ricerca di sangue occulto fecale.

Per ricercare eventuali altre cause corresponsabili del peggioramento della proteinuria sono stati dosati C3, C4 e gli immunocomplessi circolanti, risultati nei limi- ti di norma, come pure le ripetute urinocolture.

L’elettrocardiogramma risultava nei limiti di norma.

La radiografia del torace, rispetto alla precedente, dimostrava strutture vasali periilari dilatate e sfumate, con iniziali aspetti di confluenza alle basi.

Il paziente inoltre lamentava faringodinia per cui veni- va eseguito tampone faringeo risultato negativo, il dosaggio di TAS e streptozyme è risultato nella norma.

Decorso clinico

È stata sospesa la terapia con pioglitazone e il pazien- te è stato trattato con diuretici, dapprima per via

Caso clinico

parenterale e successivamente per os, ottenendo un graduale calo ponderale, la risoluzione degli edemi periferici e un buon compenso pressorio e cardiocir- colatorio. Inoltre dopo alcuni giorni sono scomparse anche le lesioni eritematose e pruriginose. Ulteriore miglioramento è stato ottenuto anche dopo la sospensione del calcio antagonista.

Alla dimissione il paziente pesava 99,5 kg. La radio- grafia del torace di controllo evidenziava campi pol- monari rischiarati.

Uomo di 61 anni, con sindrome plurimetabolica (diabete mellito tipo 2, obesità, ipertensione arteriosa, iperuricemia, ipertensione arteriosa) complicata da retinopatia diabetico-ipertensiva, neuropatia e nefropa- tia incipiente, diffuse varici venose in sede di safena magna sn, psoriasi

Anamnesi

Comparsa di edema generalizzato con incremento ponderale di 10 kg a 15 gior- ni dopo la dimissione da un reparto medico per ricovero secondario a scom- penso iperglicemico e crisi ipertensiva, in corso del quale era stata potenziata la terapia ipoglicemizzante, mediante l’in- troduzione di pioglitazone associato alla metformina, e antipertensiva (introdu- zione di amlodipina)

Esame obiettivo

Importanti edemi declivi improntabili diffusi; peso corporeo pari a 110,5 kg;

all’auscultazione polmonare alcuni rumori secchi modificabili con i colpi di tosse, assenti rumori da stasi; PAO 170/80 mmHg

Modesta ipercolesterolemia, modesta anemia normocitica (emoglobina = 104 g/L; MCV = 96,6 fl) con lieve iposidere- mia (8 µmol/L vn 11,6-31,3); VES e PCR superiori ai limiti di norma. Profilo protei- co compatibile con stato infiammatorio.

Presente proteinuria pari a 1,92 g/24 ore. Tampone faringeo negativo. TAS e streptozyme nella norma

Alla radiografia del torace: strutture vasa- li periilari dilatate e sfumate, con iniziali aspetti di confluenza alle basi

Diagnosi differenziale Esami di laboratorio e strumentali

Sindrome nefrosica Scompenso cardiaco Insufficienza venosa periferica Reazione avversa all’amlodipina Reazione avversa al pioglitazone

Diagnosi eziologica

Ritenzione idrica e iniziale scompenso cardiaco verosimilmente secondario a pioglitazone

Terapia Sospensione di pioglitazone e amlodipi- na, diuretici dell’ansa prima ev poi per os Flow-chart

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Il compenso glicemico, dopo la sospensione del pio- glitazione, è stato ottenuto mediante l’associazione alla metformina di boli preprandiali di insulina rapida e insulina intermedia alla sera.

Discussione

Durante la degenza si è cercato di trovare spiegazione al rapido aumento ponderale.

Ricordiamo che non erano presenti alterazioni degli indici di funzionalità renale, né i livelli di albuminemia giustificavano un’ipoonchia. Inoltre l’edema non era tale da essere giustificato dall’insufficienza venosa peri- ferica. L’elettrocardiogramma era nei limiti di norma. Il paziente non era dispnoico e l’auscultazione del torace non aveva mai evidenziato segni di stasi polmonare, anche se la radiografia del torace all’ingresso eviden- ziava strutture periilari dilatate e sfumate con iniziali aspetti di confluenza alle basi. Ci è subito parso eviden- te che l’incremento ponderale secondario alla ritenzio- ne idrica potesse essere causato dall’introduzione di nuovi farmaci, in particolare del pioglitazone, terapia che il paziente assumeva ormai da quasi un mese con ottimi risultati sui profili glicemici nictemerali. La tera- pia a base di calcio antagonista, anche questa di recen- te introdotta nel paziente, era stata sospesa, perché ritenuta possibile concausa degli edemi periferici.

Infatti, sono riconosciuti i possibili effetti edemigeni di tale classe di farmaci, ma solitamente le manifestazioni sono locali e di lieve entità, non così generalizzate (1).

La pronta risposta alla sospensione del farmaco e alla terapia diuretica endovena a base di furosemide, ha confermato l’ipotesi di una ritenzione idrica acuta.

Pioglitazone è una molecola appartenente alla classe dei tiazolidinedioni che, mediante il legame e la stimo- lazione del recettore nucleare peroxisome proliferator activated receptor γ(PPAR γ), agiscono sensibilizzando il fegato e i tessuti periferici all’azione dell’insulina (2).

Tra gli effetti avversi di tale terapia esiste la comparsa di edema che può essere parzialmente spiegato da riten- zione idrica e, secondo alcuni autori da una relativa vasodilatazione precapillare (3) che avviene soprattutto con l’uso terapeutico associato di insulina e che quindi potrebbe avvenire anche con farmaci che aumentano la sensibilità insulinica. Tale vasodilatazione precapillare può dunque portare a edema locale e avviene anche con l’uso di farmaci come i calcio antagonisti (4).

È stata inoltre dimostrata un’alta espressione di PPAR γ mRNA a livello dei dotti collettori renali che potrebbe indicare un suo ruolo nella ritenzione sistemica di acqua e sodio. L’attivazione di PPAR γrenali nei pazienti diabe- tici trattati con tiazolidinedioni, secondo alcuni autori, potrebbe spiegare il loro effetto proedemigeno (5).

I tiazolidinedioni possono esacerbare o precipitare, mediante la ritenzione idrica, un’insufficienza cardiaca.

È stato pure dimostrato che, durante la terapia con tia- zolidinedioni, i valori di emoglobina ed ematocrito possono ridursi proprio a causa di una conseguente emodiluizione (6).

In studi a lungo termine è stato dimostrato che duran- te il trattamento con glitazoni, soprattutto nei primi mesi, ci può essere un aumento di peso del 5%. Tale incremento, oltre alla ritenzione idrica è dovuto anche a un aumento di grasso sottocutaneo in favore di una riduzione del grasso viscerale che spiegherebbe, insie- me alle modificazioni nel profilo lipidico, la riduzione del rischio cardiovascolare (7, 8).

In conclusione, il nostro caso suggerisce che gli agoni- sti del PPAR γrappresentano farmaci di sicura efficacia nel ridurre la resistenza insulinica nel diabete mellito di tipo 2. Peraltro il loro impiego deve avvenire con cau- tela, escludendo gravi complicanze a lungo termine della malattia diabetica e in particolare l’esistenza di una cardiopatia, che possono esacerbare quella che attualmente sembra essere il loro effetto collaterale più importante, ovvero la ritenzione idrica (9).

Bibliografia

1. Abernethy DR, Schwartz JB: Drug Therapy: Calcium- antagonist drugs. N Engl J Med 341, 1447-1457, 1999 2. Saltiel AR, Olefsky JM: Thiazolidinediones in the treat- ment of insulin resistance and type 2 diabetes. Diabetes 45, 1661-1669, 1996

3. Hirshberg B et al: Natural course of insulin oedema. J Endocrinol Invest 23, 187-188, 2000

4. Dougall HT et al: A comparative review of the avverse effects of calcium antagonist. Drug Saf 15, 91-106, 1996 5. Guan Y, Breyer MD: Peroxisome proliferator-activated receptors (PPARs): Novel therapeutic targets in renal dis- ease. Kidney Int 60, 14-30, 2001

6. Belcher G, Matthews DR: Safety and tollerability of pio- glitazone. Exp Clin Endocrinol Diabetes 108 (suppl 2), S267-S273, 2000

7. Myhazaki Y et al: Effect of pioglitazone on abdominal fat distribution and insulin sensitivity in patients with type 2 diabetes mellitus (T2DM). Diabetes 49 (suppl 1), A299, 2000

8. De Souza CJ et al: Effects of pioglitazone on adipose tis- sue remodeling within the setting of obesity and insulin resistance. Diabetes 50 (8), 1863-1871, 2001

9. Lebovitz HE. Differiating members of the thiazolidine- dione class: a focus on safety. Diabetes Metab Res Rev 18 (suppl 2), S23-29, 2002

Pervenuto in Redazione il 27/5/2002 - Accettato per la pub- blicazione il 14/6/2002

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