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Abiti e rappresentanza: il guardaroba di Lord Cork e famiglia.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 74-86)

Arredi, abiti, gioielli: lusso e status symbol nell’Irlanda di Lord Cork 3.1 Il mercato ed il consumo della merce di lusso.

3.3. La fiera della vanità: vestiti e gioielli.

3.3.1. Abiti e rappresentanza: il guardaroba di Lord Cork e famiglia.

L’analisi dei diari del primo Conte di Cork evidenzia le cospicue somme di denaro che egli abitualmente spendeva in stoffe e accessori, tramite i suoi agenti a Londra. Le molte lettere scambiate tra Boyle ed i suoi delegati, rappresentano una preziosa testimonianza sul tipo di mercato e sulle relazioni commerciali tra l’Irlanda e l’Inghilterra. L’acquisto della merce avveniva per corrispondenza, tramite lettere assai dettagliate che non lasciavano margine di errore in fatto di colore, decorazioni, misure e qualità delle stoffe richieste o sul tipo di accessorio desiderato.

Gli acquisti relativi alle stoffe erano spesso accompagnati dalle ricevute che attestavano il pagamento effettuato dagli agenti ai sarti, che confezionavano gli abiti per la famiglia, successivamente spediti, una volta finiti, in Irlanda. Vestiti ed accessori di lusso come cappelli, fibbie, guanti e stivali erano solitamente impreziositi da seta, oro, argento e pizzo a seconda della moda che la corte londinese imponeva. Come è stato già più volte sottolineato, Lord Cork trascorse la sua intera esistenza cercando di eguagliare i nobili inglesi e continentali, pur vivendo nella “remota” Irlanda.

Grazie ai diari, alla trascrizione ad opera del Reverendo Grosart ed allo studio di un inventario redatto il 5 maggio del 1643, interamente dedicato agli abiti allora presenti all’interno della Cork House di Dublino, è possibile ricostruire i gusti della famiglia Boyle in fatto di vestiario e di gioielli.

I diari del Conte si aprono con la menzione degli abiti che egli aveva portato con sé dall’Inghilterra, quando, nel 1588, si era trasferito in Irlanda. Il suo vestiario comprendeva allora un farsetto in taffetà, un paio di pantaloni di velluto e un abito nuovo realizzato in fustagno e decorato con pizzo e taffetà. Boyle aveva con sé anche un bracciale in oro, il cui valore era di dieci sterline, e un anello di diamanti, probabilmente appartenuto alla madre199.

Gli abiti con cui il futuro primo Conte di Cork arrivò in Irlanda nel 1588, non dovevano essere dissimili da quelli indossati da Sir Walter Raleigh nel suo ritratto attribuito a William Segar, datato 1598 (fig. 38). Il corsaro, favorito della regina Elisabetta I, indossa un abito riccamente decorato e rifinito con perle, bottoni dorati e i tradizionali pantaloni a “palloncino”, i trunk-hose, corti sopra il ginocchio, in voga nel periodo elisabettiano. Anche Boyle doveva possedere un vestito simile, seppur, in quegli anni, molto meno prezioso ed elaborato.

In modo regolare, con cadenza quasi mensile, Lord Cork acquistava per sé e per la famiglia metri di stoffe, dozzine di bottoni, abiti confezionati, sete e pizzi per le rifiniture. Una lettera, inviata da Londra, e datata 20 maggio 1606, rivela come tali acquisti avvenissero per corrispondenza. In essa l’agente John Rowley informa Boyle dell’avvenuta spedizione di quanto richiesto, tranne un mantello, non ancora pronto per il confezionamento. Rowley si dichiara fiducioso che tutta la merce possa incontrare il gradimento di Lady Cork, per la quale ricorda di aver provveduto ad acquistare un ventaglio, come da lei chiesto nelle ultime lettere ricevute. Rowley, inoltre, esprime a Boyle la speranza che anche in Irlanda, nella regione del Munster, possa essere aperto un centro commerciale come il Royal Exchange di Londra, dove probabilmente effettuava gli acquisti per Boyle, oppure come il nuovo centro, in fase di costruzione, il New Exchange, ‘to enrich and benefit the country’200.

Di particolare interesse è una lista assai dettagliata, risalente al novembre del 1607, di abiti commissionati da Lord e Lady Cork al sarto londinese Robert Dobson. L’elenco si apre con la menzione delle spese che il Conte aveva sostenuto tre anni prima, nell’ottobre del 1604: sette iarde di satin per la realizzazione di un farsetto e di pantaloni, che erano stati poi rifiniti in taffetà, per un totale di otto sterline, sei scellini e otto pence; altre tre sterline erano state spese per la rifinitura dell’abito, con seta e bottoni in oro, mentre, due sterline erano state pagate per il fustagno, utilizzato solitamente per rivestire i pantaloni e creare delle tasche. Per Lady Cork, Dobson aveva cucito, invece, un corsetto in taffetà, con stecche di balena e seta, costato una sterlina e due pence; una sottogonna in velluto rosso, ‘Carnation velvet’, pagata otto sterline e undici scellini, seta verde, pizzo e fili in argento per la rifinitura della sottogonna al prezzo di otto sterline; e una gonna, seta, bottoni, un

collare rivestito in taffetà, due corsetti francesi a tre sterline, trenta scellini e sedici pence201.

Nel dicembre del 1604 viene inviato a Lord Cork una richiesta di pagamento per una sottogonna di colore fulvo e per la stoffa verde usata per rivestire tale indumento; per il pizzo decorato con fili in argento; per un collare in taffetà e due altri corsetti di fattura francese, al costo complessivo di due sterline, quaranta scellini e diciotto pence. Il conto da pagare a Dobson continua nel mese di novembre del 1606, quando il sarto realizza un manto di un color marmo, rivestito in stoffa di lino, e rifinito con pizzo decorato con fili d’argento; un collare in velluto per un totale di sette sterline, diciotto scellini e sei pence. Nel 1606, Lady Cork acquista una gonna rifinita in taffetà, alcuni corsetti sostenuti da stecche di balena, delle maniche in cotone, dei bottoni e alcuni metri di seta, al prezzo di quattro sterline, quindici scellini e sei pence. Nove scellini vengono poi spesi per l’acquisto di un baule, che possa contenere i nuovi indumenti, le rifiniture e la seta da spedire in Irlanda202.

Il 17 aprile 1608, lo stesso sarto invia una lettera, in cui rende noto a Boyle di aver ricevuto le trentanove sterline, dovute per il pagamento di una gonna. Dalla corrispondenza si evince che al Conte non erano piaciute le maniche che il sarto aveva precedentemente realizzato, per un abito in velluto nero. Dobson, a sua discolpa, assicura a Boyle che quel modello, in fatto di maniche, rispecchia l’ultima moda in voga a Londra, per uomini del suo stesso rango203.

Ancora nella primavera del 1608, Lady Cork, a sua volta, ordina una sottogonna in tessuto damascato assai prezioso e proveniente dalla Siria, che rispecchiava l’ultima moda per le nobildonne di Londra, oltre a una gonna, un’altra sottogonna, una veste ed uno stomacher, un elemento decorativo in stoffa da inserire sopra il corsetto sul fronte dell’abito, che poteva, inoltre, essere sostituito o posizionato su altri vestiti. Al momento della spedizione, Dobson invia, inoltre, un cappello nuovo per Lord Cork e come omaggio a Lady Cork, per informarla sulla nuova moda di Londra, un colletto cadente sulle spalle, da indossare insieme all’usuale colletto rigido204.

201 Chatsworth: CM/2/36, Cork MSS 1606-1608 Calendar Vol. II. 202 Chatsworth: CM/2/36-45, Cork MSS 1606-1608 Calendar Vol. II.

203 ‘I doe assure you it is the special fashion that men of your sorte do wear’, Chatsworth: CM/2/111, Cork MSS 1606-1608 Calendar Vol. II.

I ritratti a figura intera di Sir Walter Raleigh (fig. 39) e di George Villiers (fig. 40), raffigurano due personaggi con i quali il Conte, sia pure per motivi diversi, entra in relazione e che, ai suoi occhi, potevano rappresentare modelli da seguire: l’osservatore di oggi può, quindi, ricavare dal loro abbigliamento indicazioni sui gusti di Lord Cork nei primi decenni del 1600.

Nel maggio del 1613, Lord Cork chiede a suo cugino Henry Boyle, di professione scrivano, di pagare, per suo conto, ad un mercante straniero, quindici scellini per l’acquisto di satin.

Una lettera del mese di luglio dello stesso anno, invece, evidenzia i termini di uno scambio di beni avvenuto tra Boyle e il commerciante Samuel de Bresme. Il Conte, infatti, per bilanciare i conti per l’acquisto di ferro da parte di quest’ultimo, chiede l’invio di alcune piante di noce da piantare nel giardino di Lismore e delle vesti di lino, per un totale di ventuno sterline205.

Interessante, nell’intento di identificare i differenti modi in cui Boyle acquista le merci, è una ricevuta del commerciante Jean Van Der Bogaerse, del 5 agosto del 1613, in cui si attesta il pagamento di sedici sterline per alcuni abiti acquistati da Lord Cork ad Amsterdam, tramite appunto Jean Van Der Bogaerse, che lavorava normalmente come agente al servizio del Conte per la vendita del ferro e del legno nei Paesi Bassi206.

Nel novembre del 1615, Boyle acquista 9 iarde di taffetà, proveniente dalla Spagna, di color rosso ruggine, al costo di quattro sterline e quattro scellini, per farsi confezionare un nuovo abito207.

Un’altra lista di abiti, acquistati nel 1614 da Lord Cork per il figlio Roger, ancora bambino, offre interessanti indicazioni a proposito della moda seguita dai più giovani nelle famiglie con cospicue possibilità economiche, nei primi decenni del XVII secolo: con una spesa di sei sterline e tredici scellini, vengono acquistati un farsetto, di un pallido color rosa, accompagnato da due colletti di color cenere, rifiniti in pizzo; un paio di pantaloni anch’essi color cenere; un mantello; un altro colletto dello stesso colore e con la stessa rifinitura del precedente; due paia di calzettoni e reggicalze in seta color cenere; un paio di guanti in taffetà e nastri per infiocchettare scarpe e pantaloni e cinque nuove paia di scarpe.

205 Chatsworth: CM/4/81, Cork MSS 1613 Calendar Vol. IV. 206 Chatsworth: CM/4/85, Cork MSS 1613 Calendar Vol. IV.

La preziosità degli indumenti, la finezza dei colori e delle stoffe contrastano con il tono delle note successive, riguardanti le spese sostenute per l’acquisto di unguenti e medicine usati per curare Roger, che ammalatosi, morirà nel 1615 a soli dieci anni208. In un

inventario, successivo alla morte del bambino, è elencato quello che può definirsi il perfetto guardaroba per un giovanissimo gentiluomo: una veste bordata di pelliccia; un farsetto; un colletto di semplice fattura, senza pizzo e senza seta; un ricco manto bordato di seta e pizzo intrecciato con fili d’argento, un cappello, un paio di colletti; insieme a ciò, il completo poc’anzi descritto in color cenere; un altro cappello con una banda color cenere; una cintura ricamata; quattro camicie con colletto ricaduto sulle spalle e polsini decorati; due paia di calzettoni; una spada; una sciarpa di colore verde ed, infine, un borsello con trenta sterline209.

Un documento della raccolta miscellanea presente negli archivi di Chatsworth, riporta un elenco di stoffe e rifiniture generalmente ordinate da Boyle: fustagno, pizzo rifinito in argento, seta di colore nero o di varie tonalità, bottoni in oro, argento o anch’essi rivestiti di seta, taffetà210.

Il 3 giugno del 1616, Lord Cork appunta nei suoi diari una spesa di diciassette sterline, consegnate per suo conto al sarto William Parckins (o Perckins) di Fleet street per una vestaglia da notte211. Dalla ricevuta di avvenuto pagamento, si rileva che il denaro dovuto

viene consegnato al sarto da Thomas Ball, mercante a Londra ed agente di Lord Cork per i traffici di ferro e legno dall’Irlanda ai Paesi Bassi: anche in questo caso, quindi, egli si avvale dei suoi agenti anche per acquisti che esulano dall’attività strettamente commerciale212.

Nello stesso appunto, il riferimento ad uno scambio di doni mette in luce una pratica assai in uso ai tempi di Lord Cork: il riciclo di regali precedentemente ricevuti. Tale usanza era messa in atto soprattutto se il dono ricevuto era prezioso e, dunque, diveniva oggetto di un nuovo scambio, che avrebbe reso omaggio nel migliore dei modi al nuovo ricevente, soprattutto se questi era nobile o saldamente legato alla corte. In questo caso, Lord Cork dona a Sir Robert Steward un paio di guanti descritti come ‘rich’, quindi presumibilmente

208 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (Second Series,1886), 253-255. 209 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (Second Series,1886), 256. 210 Chatsworth: CM/7/120, Cork MSS 1616 Calendar Vol. VII.

211 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 25, Tomo 1, 165. 212 Chatsworth: CM/8/74, Cork MSS 1617 Calendar Vol. VIII.

assai decorati e dunque costosi, che aveva precedentemente ricevuto in regalo dal Capitano William Hull213.

Nel mese di dicembre del 1617, Lord Cork acquista per quattordici sterline una sottogonna in satin decorata con ricami ed un grembiule da donare alla moglie come regalo per l’anno nuovo214.

Una lettera del giugno 1620 unisce, come di consueto, l’utile al dilettevole: Lord Cork scrive a George Hellier parlando inizialmente del commercio del ferro e poi chiedendogli di portare in Irlanda tre iarde di ottimo satin, pizzo e bottoni per il confezionamento di un farsetto215. Nell’ottobre del 1620, Lord Cork scrive a tale Doughty, mercante di Bristol,

poiché invii alla volta dell’Irlanda stoffe insieme a rifiniture di pregio, ad un costo totale di quaranta sterline, per la moglie e i figli, affinché possano farsi confezionare dei nuovi abiti. Per sé, invece, ordina due mantelli da utilizzare a cavallo e della stoffa color cenere per foderarli216.

Il giorno 20 di novembre dello stesso anno, una nota dei suoi diari nomina, per la prima volta, il mercante di Lucca Filippo Burlamacchi. Egli è incaricato dal Conte di pagare sessanta sterline a William Leigh, mercante in Lombard street a Londra, per un abito in taffetà color cenere, commissionato, per volontà di Lord Cork, da Lancelot Daultson217.

Il già citato Thomas Ball, mercante ed intermediario per gli affari di Lord Cork, annota una lista di spese, da lui effettuate per ordine di Lady Cork: circa novantotto sterline per oggetti necessari per l’allestimento di un il banchetto; un cappello in pelliccia di castoro color cenere; del taffetà per il marito; cinture ricamate e cappelli decorati; nuovi polsini e della seta di colore giallo e verde218.

Considerando i dipinti che ritraggono nobildonne che vestono secondo la moda degli anni venti del XVII secolo, è possibile immaginare quali abiti Lady Cork e le figlie fossero solite indossare. Si nota immediatamente la preziosità delle stoffe per lo più seta, taffetà e velluto; la gonna si presenta nella versione “a tamburo”, come nel caso di Lady Morton (fig. 41), in uso durante il regno della regina Anna di Danimarca, e dismessa dopo la morte della sovrana (1619), oppure più scivolata, in linea con la moda del 1620-25, come nel 213 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 25, Tomo 1, 167.

214 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (First Series,1886), 179.

215 ‘I pray whom you to bring me along 3 iarde of very good satten with […] taffata and with lace and buttons for me for a doublet’; Chatsworth: CM/11/52, Cork MSS 1620 Calendar Vol. XI.

216 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (First Series,1886), 262. 217 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 25, Tomo 1, 259.

caso di Isabella Brant (fig. 42); le cuciture colorate tratteggiano decori con motivi naturalistici (fig. 43 a, b) e, talvolta sono rifinite di pizzo, perle e pietre cucite anche sul panciotto, sulle maniche e sul colletto.

Stare al passo con le ultime tendenze imposte dalla corte di Londra era una delle pratiche che più impegnarono Lord Cork durante tutta la sua esistenza. Nei suoi diari, l’assiduo riferimento agli acquisti più disparati, per la maggior parte provenienti proprio da Londra, è prova della sua tenacia nel dimostrare che, essendo ricchissimo, poteva permettersi un tenore di vita pari, se non superiore, a quello degli altri nobili, dai quali avvertiva comunque di essere emarginato.

In una lettera scritta a tale Fytton, Boyle richiede una sella per una delle sue figlie, al costo di sette sterline. La sella richiesta deve essere elegante e finemente decorata con una stoffa gialla, o arancione, bordata di merletto e frange seconda la nuova tendenza allora in voga219.

Il 27 giugno del 1624, Lord Cork acquista da Stanley, impiegato a servizio di Devenish mercante di Dublino, una grande quantità di taffetà, circa trenta sterline di tessuto, da utilizzare non soltanto per un nuovo vestito per l’erede Dungarvan, ma anche per delle gonne per le figlie Lettice, Joan, Catherine e Dorothy220.

Qualche mese più tardi, Lord Cork annota nei suoi diari l’arrivo nel porto di Youghal del Capitano Philips, di ritorno dalla Spagna, il quale ha portato con sé prodotti di quella terra tra cui abiti, lana e ferro. A Lady Cork, in tale occasione, vengono regalati tre pacchi di lana spagnola, altri quattro pacchi contenenti biancheria da letto e un barile di vino proveniente dalla Toscana, il quale fu prontamente oggetto di dono per Henry Carey Visconte Falkland, allora Lord Deputy di Irlanda. Boyle annota, inoltre, che Lady Cork non era potuta andare a fare visita a Lady Falkland e che per scusarsi, le avrebbe inviato del tessuto necessario per farsi confezionare una gonna per sé e un nuovo abito per il figlio221.

In ottobre, Lord Cork riceve da William Hull del pellame di colore rosso proveniente dalla Russia222. Nel maggio dell’anno successivo (1625), Boyle dona a Sir John Leek piatti di

argento per un valore di cento sterline e chiede a William Maynard di acquistare per suo 219 ‘[…] well laced and fringed of the newest and best fashion’; Chatsworth: CM/14/88, Cork MSS 1622

Calendar Vol. XIV.

220 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 27. 221 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 33.

conto una nuova veste per l’inverno, diversa da quella che gli aveva appena spedito, realizzata con stoffa in damasco223.

In occasione del nuovo anno, Lord Cork annota nei suoi diari lo scambio dei regali: egli dona al Lord Deputy Falkland un paio di guanti riccamente decorati; a tale Glanville, invece, un paio di speroni in argento; in cambio, riceve stoffe costose, nuovi mantelli e, dal sindaco della città di Youghal, tre barili di vino bianco e rosso224.

Il 16 giugno del 1628, Boyle ordina a Filippo Burlamacchi di pagare, per suo conto, centoquaranta sterline a John Hill, commerciante di tessuti di Londra225; allo stesso

mercante, l’agente corrisponde cento sterline per altro tessuto226. Un pagamento di ottanta

sterline viene recapitato a William Parckins (o Perckins), sarto londinese, nell’agosto del 1628, tramite Burlamacchi, a saldo di alcuni vestiti di Lord Cork, un mantello per il cocchiere e quattro abiti per i servitori227.

Il 13 agosto del 1629, l’agente lucchese invia al Conte il resoconto delle spese effettuate: la cifra spesa per conto di Boyle è, in totale, 20.451 sterline, otto scellini e quattro pence per stoffe, arredi, orafi e mercanti in generale228. Una spesa cospicua, a dimostrazione dell’alto

tenore di vita condotto dalla famiglia.

Un altro resoconto dei debiti che i Boyle avevano contratto a Londra, nei confronti di differenti sarti, orafi e mercanti, è datato 16 giugno 1630, Lord Cork chiede a Burlamacchi di estinguere tali debiti utilizzando il denaro, circa 2.000 sterline, da poco incassato grazie alla vendita di alcune tonnellate di ferro229.

Il 30 giugno del 1630, egli dona, infatti, un elegante abito in seta nera rifinito in gros grain e taffetà, all’insegnante di francese dei figli, Frances de Carey. A tale James Foster, invece, regala un abito, completo di mantello, rifinito in merletto e seta; il manto è di velluto lavorato, così come il farsetto e le maniche230.

Lord Esmond, membro del Consiglio Privato del re, raccomanda al Conte l’acquisto di un abito in seta nero, finemente ricamato con merletti e fili dorati. Pare che tale abito fosse 223 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 158.

224 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 173. 225 Chatsworth: CM/16/110, Cork MSS 1625-1629 Calendar Vol. XVI. 226 Chatsworth: CM/16/146, Cork MSS 1625-1629 Calendar Vol. XVI. 227 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 147.

228 La lettera si conclude così: ‘This is the true ammount between the Right Honorable the Earl of Cork and me Pillip Burlamacchi, closed this daye in London this 13 off august 1629’; dal resoconto si evince, inoltre, che Lord Goring pagò 3.000 sterline a Burlamacchi per conto dello stesso Boyle. Chatsworth: CM/16/170, Cork MSS 1625-1629 Calendar Vol. XVI.

229 Chatsworth: CM/17/15, Cork MSS 1630-1633 Calendar Vol. XVII. 230 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 220.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 74-86)

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