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Fasi del restauro.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 40-54)

Lismore Castle: vicende della ricostruzione

2.2. Case-torri e case-fortezze.

2.3.1. Fasi del restauro.

Molti dei documenti presi in esame per ricostruire le vicende del restauro del castello di Lismore non sono facilmente comprensibili e, molto spesso, incompleti a causa di muffe o 101 Nella terza parte del trattato pubblicato nel 1625, Bacon propose suggerimenti sul giusto modo di

costruire le dimore, le quali, dovevano trovarsi vicine a materie prime naturali come l’acqua ed il legno, e situate vicino ad un fiume navigabile. Egli divise la casa in due parti: una riservata alla residenza; l’altra riservata ai banchetti ed alle feste. Ciò rifletteva la separazione, a suo avviso necessaria, tra il mondo privato, familiare, e quello pubblico. Bacon propose un modello per costruire un grande edificio simmetricamente organizzato intorno ad un asse centrale: un piazzale, il corpo centrale dell’edificio e le ali laterali anch’esse simmetriche a racchiudere altri cortili. I quattro angoli dell’edificio dovevano contenere quattro scale esterne racchiuse in torrette. Le dimensioni del corpo centrale e delle parti laterali dovevano essere in accordo tra di loro, così come tutti gli elementi dovevano essere simmetrici ed uniformi. Gli edifici di servizio dovevano essere posti da ogni lato dell’edificio principale e dovevano collegarsi ad esso tramite piccoli passaggi nascosti. Sottolineò, inoltre, l’importanza della luce e dell’aria, dunque, sostenne la necessità di grandi finestre e, di conseguenza, la corretta posizione delle camere da letto, poiché potessero godere di buona luce in inverno, ma di piacevole ombra durante l’estate. F. Bacon, The Essayes or Counsels Civill and Morall of Francis Lo. Verulam, Viscount St. Albam, (Londra: John Haviland, 1625), trattato n° 45. URL: http://archiv.ub.uni-

di parole o interi testi sbiaditi; non è stato altresì possibile reperire molte notizie riguardanti i lavori di ricostruzione affrontati da Lord Cork al castello, quindi non sono disponibili rifermenti che consentano di definire con assoluta precisione il “prodotto finito”. Mancano, per altro, documenti in cui venga specificatamente rappresentata e descritta la struttura originaria sulle cui fondamenta sarebbe sorto il castello di Lismore. Grazie alle ricerche di alcuni studiosi è possibile tuttavia ricostruire, con un certo margine di attendibilità, la planimetria del castello, grazie ad un rilievo, il Survey, che fu effettuato nel 1640102 (fig.

19). Dalla planimetria, è possibile notare che esistevano due edifici i quali si sviluppavano attorno a due cortili quadrangolari, comunicanti. Si poteva accedere al principale, identificato con la lettera C, tramite un portale di ingresso caratterizzato da due torrette, probabilmente è la ‘gate house’ a cui Lord Cork fa più volte riferimento. Anche il secondo cortile, identificato con la lettera B, presenta delle torrette angolari edificate sul lato nord. La tipologia di edificio fortificato è evidenziata dalle mura merlate e dai camminamenti. La basse cour, segnalata con la lettera D nel Survey del 1640, conteneva le stalle e le rimesse per le carrozze: tale struttura fu costruita da Andrew Tucker nel 1625, per un costo di trenta sterline (fig. 20).

Gli edifici costruiti attorno al cortile, identificato B, i quali affacciano sul fiume Blackwater erano la dimora ufficiale del Conte e della famiglia Boyle, anch’essa caratterizzata da un profilo turrito e costituito da quattro torrette angolari di forma quadrata, con tetti a quattro spioventi. I corpi laterali, che presentano anche degli ingressi secondari, corrono da una torre all’altra e, come le stesse torri, sono decorati da molte finestre squadrate, caratterizzate da modanature: la loro regolarità lascia intravedere la ricercata simmetria tipica dello stile classico; l’ampiezza ed il numero delle finestre testimonia, inoltre, la nuova necessità di poter illuminare ed areare gli ambienti interni, in netta contrapposizione con le strutture più antiche caratterizzate da ambienti bui ed umidi. La Gallery, la nuova stanza di rappresentanza di derivazione italiana, doveva prendere posto al primo piano all’interno di uno dei lati lunghi, forse affacciato a nord verso il fiume, sulla cui facciata Boyle fece, probabilmente, scolpire il suo stemma nobiliare103.

102 Si veda: D. Guinness e W. Ryan, “Lismore Castle”, 1971, 280.

103 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (First Series,1886), 76. La Gallery, o Long Gallery, si sviluppò nelle Country house inglesi a partire dalla seconda metà del XVI secolo, influenzando

notevolmente anche l’Irlanda. Di derivazione italiana, tale ambiente era in comunicazione con le altre stanze di rappresentanza ed era principalmente adibito a funzioni sociali, alla conversazione e all’intrattenimento della famiglia e degli ospiti. Era decorato con pochi mobili che consentivano la “spasseggiata” lungo la stanza per ammirare il paesaggio dalle ampie finestre, i caminetti in marmo o alabastro che, talvolta, divenivano il punto focale della galleria, i finissimi arazzi e, soprattutto, i ritratti

I tetti presentano una serie di abbaini incorniciati, che raccordano tutta la facciata, sia internamente che esternamente alla struttura, ma ciò che manca sono le canne fumarie dei camini, inspiegabilmente non rappresentati nella planimetria. Una piccola casupola prende posto all’interno del cortile: è probabilmente la cappella, una delle poche strutture rimaste, con certezza, sino ad oggi, nell’originaria postazione indicata nel Survey. Alle spalle del castello, in direzione nord-ovest, è rappresentato il giardino all’interno del quale Boyle fece costruire uno stagno dove presero dimora lucci, carpe e tinche104; superati i giardini vi

sono una serie di appezzamenti di terreno recintati all’interno dei quali una lettera in stampatello identifica, probabilmente, le sue proprietà.

Il confronto con l’attuale Lismore Castle (fig. 21) evidenzia come la maggior parte degli elementi strutturali sia stata profondamente modificata nel tempo105.

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Prendendo in considerazione il Survey del 1640 è possibile, per altro, rilevare una certa somiglianza strutturale con alcuni importati palazzi inglesi come, ad esempio, Nonsuch Palace nel Surrey, costruito da re Enrico VIII nel 1538, in occasione del trentesimo anniversario della sua ascesa al trono, e demolito nel 1682 (fig. 23 a, b). Nonsuch e Lismore erano dotati di due cortili che dividevano, rispettivamente, le sfere sociali: il primo, aveva la funzione di accoglienza e alloggio per carrozze ed animali, mentre, il secondo era riservato agli ambienti privati della famiglia. A Nonsuch, attraversato il primo cortile dedicato alla servitù, dove l’ingresso era caratterizzato da un portale turrito, si accedeva alla Inner court, attorno alla quale si organizzavano gli spazi privati, riservati alla

di familiari ed antenati illustri o di rimarchevoli personalità, esposti ed esibiti a dimostrazione delle prestigiose connessioni della famiglia. Si veda: Rosalys Coope, “The ‘Long Gallery’: Its Origins, Development; Use ad Decoration”, Architectural History, Vol. 29, (1986), pp. 43-72. URL: https://www.jstor.org/journal/archhist (Ultimo accesso: 20 ottobre 2017).

104 Chatsworth: CM/20/68, Cork MSS 1639, Calendar Vol. XX.

105 Nel corso del sopralluogo effettuato nell’aprile del 2016 insieme al professor Peter Murray, direttore della Crawford Art Gallery di Cork, abbiamo potuto notare che alcuni elementi architettonici come una torre quadrata, che oggi viene usata come ingresso per il cortile privato, alcuni edifici retrostanti tale cortile, insieme ad una torre circolare (fig. 22 a, b, c), la porta di ingresso al cortile di servizio e la presenza delle mura, in direzione ovest, con la torre tonda angolare, entrambe rappresentate anche nel Survey del 1640, potrebbero essere appartenuti alla struttura originaria costruita da Lord Cork nel XVII secolo e dunque testimonianza materiale dell’antico castello. Questi elementi, leggermente discordanti rispetto al nuovo tessuto strutturale di Revival Gotico voluto dal Duca del Devonshire, ci ha permesso di ipotizzare che le strutture, in posizione retrostante all’ingresso secondario dell’ala nord e nord-ovest, fossero rimaste inviolate. Ringrazio vivamente il professor Peter Murray per avermi dato la possibilità di visitare il castello, di norma chiuso al pubblico, per il nostro sempre vivo ed interessante scambio di opinioni e per tutti i preziosi consigli.

famiglia reale. Tale disposizione architettonica fu di sicura ispirazione per Lord Cork nella costruzione della sua dimora irlandese scegliendo, infatti, di costruire gli alloggi per la famiglia intorno ad un cortile privato e di rappresentanza (cortile identificato B nel Survey del 1640). La facciata degli edifici di Nonsuch, che correva attorno ai cortili è, inoltre, richiamata dalle quattro facciate di Lismore, protese sul cortile quadrangolare principale. Prendendo in considerazione un’altra importante dimora inglese, Knole House (fig. 24 a, b, c), antica sede episcopale, nella contea del Kent, riconvertita da re Enrico VIII in una residenza usata per la caccia, successivamente visitata da Elisabetta I e, dal 1603, residenza ufficiale di Thomas Sackville, cugino della regina, è possibile rilevare alcune somiglianze con il castello di Lismore. Knole può, infatti, essere presa a modello non solo per la presenza di più cortili a incastro, necessari a “filtrare” gli ingressi dalla parte più esterna del palazzo, a quella più interna e privata, ma anche per la particolarità della facciata, caratterizzata da un portale di ingresso con doppio torrione e da abbaini incorniciati con volute che raccordano tutta la facciata, sicuramente ispirati ad un principio rinascimentale, ma reinterpretato in un contesto nordico, e che furono sicuramente ripresi anche a Lismore. Se esternamente Knole non subì radicali modifiche dopo il 1603, rimanendo nel complesso fedele alla tradizione architettonica dell’epoca Tudor, internamente la presenza di due gallerie, ambienti questi adibiti al display della ricchezza della famiglia, dello scalone principale, teatrale per le dimensioni ed i decori, preceduto da un vestibolo e sontuosamente decorato con stucchi, legno, pietre colorate e da sgraffiti di ispirazione classica, e la presenza della Great hall decorata, anch’essa, con soffitti in stucco, con un disegno ornato assai pesante, rivestita con pannelli in legno, favorirono un ammodernamento che fu di sicura ispirazione per la costruzione e la decorazione degli ambienti voluti da Lord Cork per il castello di Lismore.

Un progetto di Robert Smythson (1534-1614), infine, raccolto all’interno del suo libro di disegni e databile nella seconda metà del 1500, conservato al Victoria and Albert Museum di Londra, raffigura il piano superiore di un palazzo, sviluppato lungo i lati di una corte quadrangolare in cui vengono raffigurati, in maniera distinta, gli spazi privati (fig. 25). Il disegno favorisce un modello in pianta che può facilmente spiegare ed illustrare come doveva presentarsi la disposizione degli ambienti all’interno del castello di Lismore. Il richiamo strutturale e stilistico a palazzi e progetti di epoca Tudor evidenzia il gusto e la conoscenza architettonica che Richard Boyle, inglese di nascita, e le maestranze irlandesi,

a lavoro a Lismore, avevano acquisito, guardando a modelli architettonici che rappresentavano la tradizione dinastica inglese che, al contempo, stava aprendosi alle novità classicheggianti, provenienti da Francia e Italia.

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La prima testimonianza, all’interno della grande raccolta miscellanea di lettere e documenti custodita a Chatsworth, relative all’inizio dei lavori al castello di Lismore, divenuto poi residenza principale del Conte, risale all’aprile del 1604, dunque appena un anno dopo l’acquisto da parte di Lord Cork delle proprietà precedentemente appartenute a Sir Walter Raleigh: il contratto stipulato tra Boyle e Nicholas Walsh di Cashel identificato come ‘mason’, lo scalpellino, faceva riferimento ad alcuni lavori di muratura che avrebbero interessato il tetto e la torre, per un totale di £1.704106.

La lettera versa in pessime condizioni, molte parole sono mancanti o sbiadite, ma è possibile capire che le due parti, che stipulavano l’accordo, valutavano le misure delle strutture da costruire.

Circa cinque anni dopo, in una lettera datata 15 luglio 1609 ed indirizzata ‘to the right Honorable’ Lord Cork, il fratello di Nicholas, John Walsh, anch’egli identificato come ‘mason’, scrisse al Conte nella speranza di ricevere il pagamento completo di alcuni lavori effettuati nella College House a Youghal, per ‘one small chemnie pece’ e ‘twellve lights’107;

la somma ricevuta, per intercessione di un tale Wild, ‘of Waterford gentleman’, era di cinque sterline, ma non ancora sufficiente per pagare interamente il lavoro dei suoi operai. Nella stessa lettera, Walsh chiese a Lord Cork informazioni riguardanti i lavori da effettuare al castello di Lismore, per la realizzazione dell’ingresso principale e di due camini, e su come poterli decorare e, infine, dove poter costruire le bocche per le finestre, ‘to place the lights’108. Interessante è da notare, che lo stesso scalpellino fu impegnato da

Lord Cork sia per la residenza di Youghal, sia per quella di Lismore e che Walsh abbia realizzato per entrambe i medesimi elementi strutturali, ovvero finestre e camini.

La lettera è corredata di due progetti, disegnati in modo alquanto elementare, che raffigurano il modello seguito per la costruzione delle finestre e di un caminetto (figg. 26- 106 Chatsworth: CM/1/110, Cork MSS 1575-1605, Calendar Vol. I.

107 Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136. 108 Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136.

27). Le finestre presentano struttura quadrata e sono abbellite da un motivo a griglia, definito dai montanti, i transom in orizzontale ed i mullion in verticale, rappresentati con scanalature e picchiettature con evidente intento decorativo. Nel progetto, compare anche una mensola, forse il davanzale della finestra, di cui si presentano la veduta frontale con decorazioni floreali e quelle laterali, adornate di volute.

Il progetto per la cornice di un caminetto, è caratterizzato da una struttura ad arco, ed è decorato con listelli; la bocca è rettangolare e prevede decori floreali sulla parte frontale della mensola. Lo stesso Wild, probabilmente ingaggiato da Boyle come agente, pagò trenta sterline per il trasporto delle cornici dei camini109.

La semplicità di questi progetti non esclude il loro alto interesse artistico poiché dimostrano, da un lato il gusto decorativo del Conte e la sua assidua partecipazione ai lavori con direttive scritte di proprio pugno per i capi mastri e gli operai; dall’altro, la semplicità progettistica e decorativa degli scalpellini irlandesi, i quali, agli inizi del XVII secolo, non avevano ancora avuto la possibilità di conoscere e confrontarsi con i ben più specializzati e raffinati architetti europei110.

La lettera prosegue con una lista di mansioni svolte con relativi costi e con la precisazione che il pagamento sarebbe stato effettuato alla fine dei lavori. Non è dato capire se Walsh si riferisse a Youghal o Lismore, quando scriveva che il prezzo per un camino nell’ingresso, ‘for the chymney in the hall’111, era di sei sterline circa. Sicuramente riferito a Lismore è,

invece, il pagamento per un altro camino, costato dieci sterline, che si trovava nella ‘gallery’112; le spese per le finestre, intorno alle sedici sterline, comprendevano sia i lavori

per la messa in posa, sia le pietre usate: ‘paid for xij some lights with there watering tables consisting of 57 hewed stones at viij sterling’113.

A seguito della lettera, vi è una interessante lista, redatta personalmente da Lord Cork, forse necessaria come memorandum per gli operai, in cui sono riportati dati relativi alle 109 Ne è testimonianza una lettera scritta da Thomas Hart il 5 agosto del 1609 che fa da ricevuta al

pagamento per il trasporto di pietre. Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1- 136.

110 Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136. 111 Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136.

112 ‘paid for small chymney for the gallery’, Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136. Da documenti successivi è possibile confermare la presenza di una Galleria a Lismore ma, non si hanno notizie di tale struttura a Youghal. La Galleria, una stanza longitudinale caratterizzata dalla presenza di molte finestre aperte sulla vista migliore. Era inizialmente uno spazio privato all’interno del quale la famiglia si relazionava; nel corso del XVII secolo, invece, acquisì una fondamentale importanza poiché diventò lo spazio dove poter sfoggiare le proprie ricchezze, esposte in bella mostra per essere ammirate da coloro ospiti o in visita.

misure, ai materiali da utilizzare ed ai lavori da eseguire nella Hall e nella Gallery a Lismore (fig. 28): da essi si evince l’idea di grandezza e ricchezza richiesta dal Conte per la sua dimora ufficiale. Per la realizzazione delle finestre nella Gallery, dunque per un ambiente di rappresentanza, furono richieste sette finestre con tre aperture (lights) ciascuna, e due ‘transom windowe’114 a quattro aperture115. Una ricevuta di pagamento a

James Conner di quarantadue sterline, datata 25 gennaio 1612, testimonia la spesa parziale sostenuta per la realizzazione di due ampie finestre nella Gallery di Lismore, divise in quarantotto celle di vetro: ‘two gallery windows of 48 lights’116. Dalla lista, si evince

inoltre la presenza di un ambiente personale di Lord Cork, lo studio117, per il quale si

prevede la costruzione di due finestre.

Per le finestre nella Hall118, per le quali furono specificate le proporzioni, fu richiesta la

forma ad ogiva del transom; Lord Cork raccomandò la precisione delle misure perché le finestre potessero ben calzare nell’apertura precedentemente realizzata; sopra la porta dell’ingresso, doveva trovare posto un’altra finestra con un transom a sei aperture, mentre una con quattro aperture era richiesta in cucina. Le misure delle finestre, dovevano essere applicate proporzionalmente a tutte le aperture: si può notare, dunque, una ricerca della simmetria che è tutta classicista.

Nel marzo del 1612 Lord Cork prese accordi con i fratelli John e Richard Hammond per la costruzione del cancello e di un caminetto nella Dining-chamber119.

Il 27 aprile del 1614, Boyle ricevette una lettera di Sir Laurence Esmond, il quale gli raccomandava caldamente due ‘honest men’, ovvero John Hawes e William Butcher, i 114 Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136.

115 Interessante notare che nella lista scritta di proprio pugno da Lord Cork, nella parte in cui si riferisce alle finestre della Galleria, vi è un suo errore di scrittura poiché questi aveva inizialmente scritto un “9” poi cancellato e sostituito con un “7” in riferimento al numero delle finestre presenti. Il Reverendo Grosart, nella sua trascrizione dei diari del Conte di Cork, capì questa cancellatura come se fosse un numero “1” e, sbagliando clamorosamente, conferì ben 71 finestre alla Gallery di Lismore (fig. 28). Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136; Rev. A. B. Grosart, The Lismore

Papers,Volume I, (Second Series,1886), 133.

116 “For making and potting up of my two gallery windoes of 48 lighte”, Chatsworth: CM/3/124, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136.

117 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 39.

118 La quale deve essere alta 12 piedi ‘besides the Moulding […] the hieth to be from the wescod of the louer scyett to the up side of the neer scyett of 10 foote and half; be betwene everey muen to be 18 yenches and ever Mueur to be 7 yenches on way and 5 yenches the other’, Chatsworth: CM/3/10, Cork MSS 1609-1611, Calendar Vol. III, 1-136.

119 Il contratto di lavoro tra Sir Richard Boyle ed i fratelli Hammond versa in cattivo stato: data la mancanza di parole nel testo non è possibile capire quali fossero i progetti per il “gate” e a quale dei due fratelli fosse assegnato l’incarico. Per quanto riguarda il caminetto della Dining-room si intuiscono le parole “marble” e “black”: verosimilmente, Sir Boyle commissionò marmi policromi per la decorazione del camino della sala da pranzo la cui funzione di rappresentanza richiedeva decori lussuosi.

quali erano in grado di realizzare decori molto particolari e ricercati, ‘who can make both fretwork and plain’, assicurandogli la loro professionalità, ‘as well as any in Ireland’120. Da

questa corrispondenza è facile intuire la ricercatezza cui aspirava Lord Cork, il quale richiedeva artigiani specializzati che, pur nella remota Irlanda, potessero decorare con stucco, legno e marmo, la sua dimora cercando di imitare la magnificenza di palazzi, come Nonsuch Palace e Knole House.

Lord Cork fu costantemente informato sui lavori a Lismore anche quando viaggiava: una lettera del suo agente a Youghal, William Lewellin, in data 4 novembre 1613, lo informò del rapido avanzamento dei lavori121. John Hawes scrisse a Lord Cork, da Lismore, nel

maggio del 1614, chiedendo denaro per poter pagare i suoi dipendenti; la lettera, oltre a dimostrare quale tipo di contratto Boyle stipulasse con i suoi capi mastri, i quali avevano a carico i propri dipendenti, è interessante poiché Hawes cita la presenza di una importante figura professionale: il ‘glazier’, ovvero il vetraio, in quel momento a lavoro nel castello122,

il quale fu retribuito con due scellini. La presenza di questo esperto artigiano può far

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 40-54)

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