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Lismore: dalle origini monasteriali a Sir Richard Boyle.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 31-35)

Lismore Castle: vicende della ricostruzione

2.1. Lismore: dalle origini monasteriali a Sir Richard Boyle.

La costruzione del monastero, la cui organizzazione interna rispecchiava il precedente modello di Rahan, promosse il territorio sotto il profilo dell’urbanizzazione e dell’economia: fu costruito un villaggio e furono avviati rapporti commerciali con le vicine isole e con il mar Mediterraneo.

Il monastero di Lismore fu anche un centro culturale di grande importanza e di instancabile attività: i successori di Carthach, il quale morì due mesi dopo la fondazione, diffusero, insieme al modello di vita ascetica, la tradizionale cultura monasteriale, componendo molte opere, litanie e preghiere, quattro delle quali sono giunte sino ai nostri giorni: il De

Mirabilibus Sacrae Scripturae, opera esegetica caratterizzata dall’approccio razionale e

scientifico al culto; Apgitir Chrabaid il cui oggetto è relativo a questioni etiche; Cosc, una omelia; ed infine, The Irish Litany of Pilgrim Saints74.

La cultura, l’ascetismo e l’austerità del monastero di Lismore furono prese ad esempio e riconosciute come modello da seguire per altri eremi fondati nel sesto e settimo secolo; la riforma denominata Tallaght o Céli Dé del 780 d.C., identificava Lismore come struttura di riferimento nella pratica dell’ascetismo75.

Nessun documento, che fornisca indicazioni sulla vita dei monaci e delle suore che risiedevano a Lismore è giunto fino ai nostri giorni; sono disponibili solo poche

72 Nel periodo del Basso Medioevo irlandese, che va dal 400 al 1169 d.C. anno in cui iniziarono le prime invasioni Normanne, la popolazione iniziò a recintare le proprietà, proteggendole con cinte murarie e fossati. ‘These enclosed farmsteads are known as ringforts, raths, lios, dùn and as “fairy forts” […] and they essentially functioned as early medieval farmsteads and would have housed both people and animals’, Cork County Council, “The History and Development of Houses” in Heritage Houses of County Cork, pubblicato nel 2014.

73 Con il termine “Déisi”, che significa vassallo o suddito, si indica una popolazione dell’Irlanda antica situata in diverse zone delle attuali Contee. S. Sanderlin, “The Monastery of Lismore A.D. 638-1111”, 1992, 29.

74 S. Sanderlin, “The Monastery of Lismore A.D. 638-1111”, 1992, 34. 75 S. Sanderlin, “The Monastery of Lismore A.D. 638-1111”, 1992, 35.

informazioni, redatte in latino, ad opera del poeta irlandese Mael Isu Ua Brolchain che morì nel 1086 e fu sepolto proprio a Lismore76.

Data la mancanza di dati certi, è possibile presumere che il monastero facesse parte delle diocesi riformate, dapprima dal sinodo di Cashel del 1101 e, successivamente, dal sinodo di Kells del 115277.

Il monastero subì una radicale trasformazione verso la fine del XII secolo, quando re Enrico II Plantageneto (Le Mans, 5 marzo 1133 – Chinon, 6 luglio 1189) sbarcò in Irlanda e organizzò un concilio della Chiesa irlandese a Cashel, tentando la conquista dell’isola tramite il riconoscimento della sua sovranità da parte dei diversi capi che governavano le Contee. Durante i sei mesi della sua permanenza, egli viaggiò sia in territori controllati da re anglo-gaelici, in costante conflitto tra di loro, sia in zone caratterizzate dalla presenza di insediamenti vichinghi, come ad esempio Dublino, Limerick e Waterford. Non riuscendo ad affermare in modo pacifico la sua sovranità sull’Irlanda, Enrico II tentò la conquista dell’isola nel 1185, affidando una grande spedizione al figlio, il principe Giovanni (Oxford, 24 dicembre 1166 - Newark on Trent, 1216), meglio noto come Giovanni “senza terra”, il quale fallì clamorosamente.

Dalle fonti si ricava che, durante un suo spostamento nel Waterford, re Enrico II ebbe la possibilità di risiedere per alcuni giorni a Lismore, apprezzandone la bellezza e la posizione strategica78, per cui dette ordine al figlio, peraltro già impegnato nella rovinosa

campagna di conquista dell’Irlanda, di requisire il monastero per trasformarlo in un castello. La roccaforte da poco costruita fu però ben presto abbandonata dal giovane che, divenuto re, si curò poco di Lismore tanto che il castello tornò alla sua originaria funzione: fu infatti riconvertito a monastero e residenza episcopale79.

Non è possibile disporre di ulteriori informazioni a proposito della struttura monasteriale in età medievale, ma è dato pensare che in essa fosse continuata l’attività culturale e religiosa 76 S. Sanderlin, “The Monastery of Lismore A.D. 638-1111”, 1992, 43.

77 Il sinodo di Kells del 1152, che fu presieduto dal cardinale Giovanni Paparoni, ebbe lo scopo di continuare la riorganizzazione della chiesa irlandese già iniziata nel 1111 con il sinodo di Rathbreasail. Sin dal quinto secolo dopo Cristo, l’Irlanda era diventata un avamposto per la cristianità, e l’Inghilterra fu da essa, in parte, cristianizzata. Il rapido sviluppo della religione cristiana e dei monasteri introdusse un nuovo concetto di architettura ecclesiastica il quale prosperò durante il dodicesimo secolo. Si veda: B. de Breffny e R. Ffolliott, “Early domestic buildings, 1100-1600”, in The Houses of Ireland. Domestic architecture from the medieval castle to the Edwardian villa, ed. da B. de Breffny e R. Ffolliott (Londra: Thames and Hudson, 1975), 7.

78 D. Guinness e W. Ryan, “Lismore Castle”, in Irish Houses and Castles (Londra: Thames and Hudson, 1971), 279.

sino a quando, circa trecento anni dopo, cambiamenti politici e sociali portarono allo scisma dalla chiesa cattolica di Roma e alla chiusura, e confisca, di tutte le strutture monasteriali di orientamento cattolico.

Fino al 1534 l’Inghilterra aveva legiferato sull’Irlanda senza ottenere molti risultati soddisfacenti: l’isola, infatti, durante il periodo medievale era suddivisa in piccoli stati, governati da re di origine gaelica e normanna. La situazione cambiò radicalmente negli anni trenta del 1500 quando re Enrico VIII non solo radicalizzò i cattivi rapporti con la chiesa di Roma, portandoli sino alla rottura, ma invase sistematicamente l’isola, impose nuove leggi e la religione protestante, avviando così la prima Plantation inglese in Irlanda. Le terre di coloro che si ribellarono alla colonizzazione furono sequestrate e ridistribuite, sotto lo stretto controllo della corona, a coloro i quali erano ritenuti leali e meritevoli80.

Sir Walter Raleigh (East Devon, 22 gennaio 1522 – Londra, 29 ottobre 1618), divenne proprietario di Lismore dal 1589 e le notizie relative alla cessione della roccaforte episcopale sono contrastanti: da una parte, sembra che essa rientri nella ridistribuzione delle terre confiscate ai precedenti proprietari in seguito allo scisma della chiesa anglicana, dall’altra, invece, pare che fosse proprio il Vescovo di Lismore, Myler McGrath81, a

vendere il palazzo a Raleigh: l’alienazione portò una rendita di 12 sterline annue al nuovo proprietario.

Sir Walter Raleigh fu poeta, corsaro e favorito della regina Elisabetta I al servizio della quale navigò verso l’America e nel 1585 scoprì l’attuale stato della Virginia, così chiamato in onore della sovrana. Si spinse inoltre nell’America del Sud andando alla ricerca di terre da conquistare e di tesori da scovare, organizzando ben cinque spedizioni a proprie spese; gli venne inoltre attribuito il merito di essere stato il primo avventuriero a portare in Irlanda la patata ed il tabacco82.

Egli perse la ricchezza ed il favore della corte dopo la morte di Elisabetta I e l’ascesa al trono di re Giacomo I, il quale lo fece imprigionare nella torre di Londra nel luglio del 1603; fu poi rilasciato nel 1617 per condurre una spedizione in Venezuela, che sortì come 80 T. W. Moody, “Early Modern Ireland”, [1976] 1978, X.

81 McGrath fu consacrato Vescovo di Down e Connor dal Papa nel 1567 ma, nel 1569 si convertì alla religione protestante e fu eletto Vescovo di Clogher e nel 1571 Arcivescovo di Cashel alla cui diocesi unì anche quelle di Lismore e Waterford. Si veda: D. Guinness e W. Ryan, 1971, 279.

82 “The great achievement of Elizabeth’s reign was in maintaining the status quo regarding England’s possessions and security, […]. In this strategic competition, colonizing enterprises in the Arctic, Ireland, Newfoundland, Virginia and Guiana were pieces in an essentially defensive game on the part of the queen”, E. Klingelhofer, “Archaeology and Elizabeth’s empire”, in Castles and Colonists. An archaeology of Elizabethan Ireland, (Manchester: University Press, 2010), 7.

effetto la conquista dell’avamposto spagnolo di San Tomè di Guyana sul fiume Orinoco, violando i trattati di pace raggiunti con la Spagna dopo la battaglia di Kinsale del 1601. Al suo ritorno in Inghilterra Sir Walter Raleigh pagò con la sua stessa vita l’offesa recata alla Spagna poiché l’ambasciatore di quel paese, Conte Gondomar, chiese a re Giacomo I di ripristinare la condanna a morte per Raleigh, il quale fu nuovamente imprigionato a Londra non appena sbarcato a Plymouth e giustiziato per alto tradimento, tramite decapitazione, nell’ottobre del 1618: fu ritenuto colpevole di cospirazione ai danni della corona e del nuovo sovrano.

Nessuna traccia di interventi di ordine architettonico o artistico è riscontrabile a Lismore, a opera di Raleigh: questi, quando si trovava in Irlanda, abitava nella residenza chiamata Myrtle Grove a Youghal, edificata ai piedi della chiesa collegiata di St. Mary83 (fig. 18).

La devastazione cui si trovò di fronte Richard Boyle, che sin dal 1603 era divenuto proprietario di tutti i possedimenti irlandesi di Sir Walter Raleigh84, era il risultato non

soltanto delle recenti ribellioni intraprese dai nativi contro i nuovi coloni inglesi, ma anche di anni di incuria e di mancanza di manutenzione e gestione da imputare al precedente proprietario.

Interessanti, come testimonianza della scarsa cura riservata a queste terre, sono due lettere, scritte due anni dopo la morte di Raleigh, ed indirizzate a Lord Cork: la prima, inviata da 83 Myrtle Grove fu la residenza di Sir Walter Raleigh, costruita a Youghal ai piedi della chiesa collegiata di

St. Mary, tra il 1580 e il 1600. La casa, tuttora esistente, è un tipico esempio dell’architettura

elisabettiana delle Plantation houses: strutture rettangolari solitamente costruite in pietra, separate in due piani e chiusi da tetti in ardesia a due spioventi, i quali furono introdotti in Irlanda dagli Inglesi, nella seconda metà del 1500. Caratteristiche principali di queste dimore sono: le camere private, dunque separate per ciascun occupante, un primo accenno di rispetto della privacy; le ampie finestre con i vetri, che divennero di uso comune e consentirono una maggiore luminosità degli ambienti; i camini, presenti nella maggior parte delle stanze e con funzione anche ornamentale. Tipico delle case del periodo elisabettiano è infatti il caratteristico profilo esterno messo in evidenza dagli svettanti camini (fig. 18). “This building has multiple gables, clustered chimneys, a front of ashlar masonry and hood moldings for doors and for rectangular, multiple-light windows”, E. Klingelhofer, “Vernacular architecture” 2010, 88.

84 Grant of Land in Ireland, 3 marzo 1613. Chatsworth: Cork Large Miscellaneous, Volume 1833. ‘Grant by James I to Sir Richard Boyle Knt’: atto che riconosce e conferma la compravendita, già avvenuta nel 1603 al prezzo di 1.000 sterline, di terreni ed immobili tra Sir Richard Boyle, il quale aveva ormai acquisito il titolo di Cavaliere, e Sir Walter Raleigh. La conferma di tale atto da parte del re avvenne in un momento in cui Raleigh non era ben visto a corte: egli era, difatti, imprigionato per alto tradimento poiché accusato di aver congiurato contro il sovrano. L’atto garantì a Boyle la proprietà di tutti i possedimenti ‘Lands, manors, castles, rivers, hamlets’ e dei beni da essi prodotti, come: legno, ferro e pescato acquisendo, inoltre, il diritto di pesca nelle acque del fiume Blackwater, ma anche affitti e rendite, nelle contee di Cork e Waterford. Come nuovo padrone di Lismore, Boyle aveva l’obbligo di organizzare due fiere l’anno, nei giorni di San Valentino e di Pentecoste, e il mercato ogni sabato. Coloro che risiedevano nei territori acquistati da Boyle avevano l’obbligo di versare annualmente circa 10 scellini, ‘like money’ cioè sterline inglesi, ‘payable to any Lord or Lords of Lismore’. Inoltre, in una lettera patente del re in favore di Richard Boyle e indirizzata al Lord Deputy di Irlanda, datata 26 dicembre 1613, sono ulteriormente confermate tutte le garanzie di proprietà sotto il consenso della corona. Chatsworth: CM/4/127, Cork MSS 1613 Calendar Vol. IV.

Dublino e datata 26 gennaio 1619, fu scritta da Lord Deputy St John per conto della vedova Raleigh, la quale rifiutava di dare il suo consenso alla vendita delle terre del marito, ormai deceduto da due anni.

Le proteste della donna facevano riferimento al valore complessivo dei territori che, secondo Lady Raleigh, erano stati svenduti a poco prezzo dal marito; il loro valore nel 1619 si aggirava attorno a circa duemila sterline l’anno: la donna chiese a Boyle la sua pensione di vedovanza richiedendo un terzo di tale rendita, ricavata dagli affitti e dalle terre85.

La seconda lettera, datata 6 febbraio 1619, è la risposta che Lord Cork scrisse a Lady Raleigh: Boyle si dimostrò dispiaciuto della mancanza di memoria da parte della vedova, la quale non rammentava la grande somma di denaro che questi aveva pagato per delle terre da anni dominate dall’incuria e messe a ferro e fuoco dai ribelli. Concluse la lettera ricordando, inoltre, che la vedova di un accusato di alto tradimento non ha la possibilità di ricevere alcuna dote o pensione86.

Lord Cork intraprese un grande lavoro di ristrutturazione e restauro di ciò che era rimasto dell’antico monastero di Lismore e, grazie alla ricchezza che fu in grado di accumulare per lo sviluppo di industrie e commerci, portò le Contee di Waterford e Cork fuori dal buio del periodo Medievale.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 31-35)

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