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Gli arredi a Lismore Castle.

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 59-72)

Arredi, abiti, gioielli: lusso e status symbol nell’Irlanda di Lord Cork 3.1 Il mercato ed il consumo della merce di lusso.

3.2. Gli arredi nelle dimore di Lord Cork.

3.2.1. Gli arredi a Lismore Castle.

Nel tentativo di ricostruire l’arredamento di Lismore Castle, sono stati presi in esame dapprima i dati forniti nei diari, o Journal, dallo stesso Lord Cork e successivamente le indicazioni presenti negli inventari.

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Nei suoi diari, Boyle annotò importanti fatti politici e resoconti delle sue attività commerciali, ma anche dati relativi agli acquisti più disparati. Tenendo in considerazione il tipo di tessuti, mobili ed oggetti citati, il castello doveva essere riccamente decorato secondo le mode provenienti dalla capitale, dato che la maggior parte dei materiali e degli oggetti erano acquistati a Londra, per corrispondenza.

La prima annotazione riguardo agli arredi da destinare al castello, ancora in fase di ricostruzione, risale al gennaio del 1613, quando Lord Cork acquistò mobili e tappezzerie per la “stanza blu” ovvero, un letto ed un tavolo proveniente dalla Turchia, per sei sterline; un altro letto per la “stanza verde” fu invece accompagnato da una sedia e da due sgabelli, che pagò quattro sterline. La spesa di ulteriori tre sterline comprendeva, inoltre, cinque iarde, quattro metri e mezzo circa, di tessuto damascato con bordi in seta, usati per foderare una sedia, i cuscini, per la seduta sotto la finestra, e degli sgabelli, a cui erano state successivamente aggiunte, intorno alla seduta, delle frange163.

L’acquisto di arazzi, di cui però non viene specificata la metratura, il colore o un eventuale disegno, si sposta cronologicamente al 14 agosto del 1616 quando Lord Cork corrispose al mercante olandese Marcus Skorer la somma di trenta sterline. Insieme a tale pagamento, si menzionano le spese sostenute per “comodità”, così definite dal Conte, come ad esempio il vino proveniente dalla regione del Reno164.

Ad un altro mercante di origine olandese, di cui non viene però specificato il nome, venne saldato il conto di otto sterline il 31 luglio del 1617, per un dipinto raffigurante dodici 163 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (First Series,1886), 36-37.

‘nationall women’, probabilmente da intendersi come raffigurazioni di Virtù o di importanti personalità, che doveva essere appeso nella Dining-chamber165.

L’esposizione di questi dipinti all’interno delle stanze di rappresentanza significava ricchezza e mostrava, in caso di ritratti di importanti personalità o di reali, l’orientamento politico della famiglia. Le ambizioni di Boyle si spingevano, dunque, fino ad emulare gli interni di importanti palazzi nobiliari inglesi, come Hardwick Hall (1601) e Longleat House nel Wiltshire, costruita da Sir John Thynne nel corso degli anni settanta del 1500 (fig. 31 a, b).

Due letti furono acquistati a dieci sterline da Henry Howlston, il 16 ottobre del 1617, poiché li recapitasse a Bristol per essere poi trasportati a Lismore166.

Nel gennaio del 1620, mese in cui tutta la famiglia si trasferì definitivamente da Youghal a Lismore167, Lord Cork acquistò da Brian Randall due sedie, quattro sgabelli alti, due

sgabelli bassi tutti in stoffa di colore rosso e ricamati con velluto nero, pagati sette sterline, e forse destinati alla Red chamber di Lismore168.

Il 16 novembre 1621, fu annotato il pagamento di tredici sterline ad un pittore francese, ‘the ffrench lymner’, per alcuni ritratti commissionati, i quali raffiguravano il Conte, la moglie, la madre di Boyle, e tre dei figli: Sara, Dick ovvero Richard Lord Dungarvan e Joan169. E’ possibile ipotizzare che il ritratto commissionato da Lord Cork al pittore

francese, sia il dipinto attualmente appeso nella Great hall del castello di Lismore (fig. 32). La tela è databile intorno agli anni venti del XVII secolo, una collocazione temporale suggerita dagli abiti di Lord Cork. Egli, infatti, indossa un farsetto damascato, forse di taffetà, data la lucentezza e la “plasticità” della pennellata nel dipinto; sulle spalle, un manto di colore rosso ruggine mette in evidenza il particolare decoro delle maniche, corte fino al gomito, con cuciture che ne definiscono i volumi in forme geometriche. La camicia ed il colletto di rouches sono bordati in pizzo. Alle spalle di Lord Cork, una colonna lascia intravedere un richiamo all’arte classica e una tenda rossa con nappe dorate è aperta su di un paesaggio in cui è possibile vedere, sullo sfondo in basso a destra, un castello, da intendersi, forse, come la rappresentazione del castello di Lismore.

165 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 25, Tomo 1, 170.

166 ‘Paid Henry Howlston x(li) for 2 bedsteddles he bought for me at Bristol to sett up in my new howse at Lismoor’, Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume I, (First Series,1886), 169.

167 ‘My mother and I cam from youghall to prepare the howse. The 16 I returned to youghall, and on the 18 my Self, my wife, children and famely cam by boate, god be praised, to dwell at Lismoor, where god bless us all’, Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 4.

168 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 5. 169 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 25, Tomo 1, 262.

Gli indumenti e gli accessori del Conte sono riconoscibili in altri ritratti di illustri personaggi eseguiti intorno al 1620, come nel dipinto di Daniel Mytens, raffigurante Ludovic Stuart, secondo Duca di Lennox e Duca di Richmond, datato 1625 (fig. 33)

Il dipinto raffigurante Lady Catherine Fenton (fig. 2), riprodotto all’interno della raccolta

The Orrery Papers, edito dalla Contessa di Orrery nel 1903, è, presumibilmente, quello

commissionato allo stesso pittore francese nel 1621 e, successivamente, citato da Lord Cork nell’inventario del 1624 come appeso nella Dining-chamber di Lismore. Tali considerazioni sulla collocazione temporale di questo dipinto, che pare essere l’unico riferimento iconografico riguardante la Contessa di Cork, si fondano sull’osservazione del vestiario della Fenton: il taglio dell’abito, le maniche della camicia, risvoltate e bordate in pizzo, e, soprattutto il modello del colletto, a ventaglio, sono molto simili a quelli raffigurati da Peter Paul Rubens nel ritratto di Lady Alatheia Talbot Contessa di Arundel, datato 1620 (fig. 34).

I ritratti dei figli, invece, erano stati commissionati nello stesso anno in cui Sara era andata in sposa a Thomas Moore (1621) e mentre erano in corso le trattative matrimoniali tra i Boyle ed i Villiers, per accasare sia l’erede Dungarvan che la figlia Joan Boyle. Si può dunque presumere che tali ritratti fossero stati commissionati come regali di fidanzamento da presentare alla famiglia interessata.

Dei ritratti di Lord e Lady Cork si ha notizia solo nell’inventario scritto dal medesimo Lord Cork nel 1624, quando essi vengono indicati come esposti nella Dining-chamber di Lismore insieme a quelli di importanti personalità del tempo, non identificabili170.

Prendendo a modello la disposizione dei dipinti nelle Dining-room di Hardwick Hall e di Longleat House (fig. 31 a, b) è possibile immaginare come doveva presentarsi la sala da pranzo di Lismore, concepita da Lord Cork su modello di importanti palazzi della nobiltà inglese, che egli aveva, forse, avuto modo di vedere e visitare in Inghilterra.

Nell’inventario sono, inoltre, indicati i ritratti dei figli dei Villiers, che in quell’anno stavano trattando le unioni matrimoniali con Dungarvan e Joan. Il riferimento a queste ultime tele avvalora il fatto che i ritratti dei figli di Boyle erano stati commissionati al pittore francese come regali di fidanzamento, ricambiati poi con i ritratti dei due giovani membri della famiglia Villiers, coinvolti nelle trattative matrimoniali.

Da un mercante inglese a Carrick-on-Suir, nella contea di Tipperary in Irlanda, fu acquistato per sei sterline il tessuto necessario per rivestire sette panchetti e per realizzare un cuscino per la seduta della finestra; di essi però non viene specificata né la posizione all’interno della stanza, né il colore della stoffa171.

Lord Cork acquistò nel giugno del 1624 da Arthur, mercante di Dublino, sei arazzi da appendere nella Dining-chamber a Lismore al prezzo complessivo di cinquantasette sterline; altri cinque arazzi da appendere nella ‘long chamber’ a Youghal furono acquistati al prezzo di cinquantacinque sterline. Boyle comprò inoltre dieci iarde, nove metri circa, di velluto cremisi a ventisei sterline e sette pence al metro per foderare sedie, sgabelli e cuscini per le sedute delle finestre172.

Nello stesso appunto vi è una nota che riguarda il pagamento al tappezziere di Dublino, Smith, per un letto ed un tavolo provenienti dall’India, entrambi caratterizzati da fregi dorati, decorati con nappe e frange di seta cremisi intrecciate con fili in argento, a quattro sterline, quattordici scellini e sei pence; la stessa passamaneria fu poi usata per rifinire le sedie, gli sgabelli e i cuscini per le sedute sotto le finestre precedentemente ordinate ad Arthur173.

Da Londra, con l’intermediazione di Sir John Leek, Lord Cork ricevette del pesce, una spada per Lord Dungarvan, bottigliette di vetro soffiato provenienti da Venezia e una scatola di frecce per i guardiani; inoltre, gli furono inviate tre piccole saliere ed una sella cremisi, costata tre sterline e dodici scellini174. Alle richieste del Conte riguardanti il prezzo

di alcuni piatti in argento, Leek rispose il 14 agosto informandolo che avrebbero avuto un costo maggiore rispetto a quello preventivato dal Conte, per un totale di circa quaranta sterline, e sarebbero stati decorati con lo stemma dei Boyle unito a quello della famiglia Fenton, mentre i cucchiai sarebbero stati incisi sul retro, con il solo stemma di Lord Cork175.

171 Dallo stesso mercante Boyle acquistò, inoltre, un paio di stivali e di calze in seta per Lord Dungarvan a venti sterline e una collana per la figlia Lettice a dieci sterline. Si veda: Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 52.

172 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 27. Interessante da notare è che il prezzo dei tessuti risultava essere, in proporzione, molto più caro rispetto ai prezzi dei dipinti.

173 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 27.

174 Nella lettera inviata da Charing Cross, John Leek si augura che la merce acquistata possa essere di gradimento al Conte ‘for it is fit to be sett on any Princis table in the world for the beauty and usefull fashion’, Lettera di John Leek a Sir Richard Boyle, 1 agosto 1624. Chatsworth: CM/15/58, Cork MSS 1624, Calendar Vol. XV.

Il 31 agosto del 1624 Lord Cork ricevette dall’Inghilterra, tramite Robert Taylor di Tallagh, un servito completo di piatti, vassoi e saliere in argento, insieme a quattro candelabri con un peso totale di 1013 once, circa 28kg, per un totale di duecentottanta sterline, dieci scellini e dieci pence176.

Nelle dimore signorili l’esibizione, con scopi puramente estetici, di suppellettili in argento, insieme ad arazzi e tappezzerie ricamate con materiali preziosi, era necessaria per dimostrare all’ospite in visita la ricchezza della famiglia; il metallo era comunque un prezioso e gradito mezzo di scambio poiché se donato o venduto si poteva facilmente fondere, in caso di bisogno, per ricavare denaro, oppure altra argenteria da esibire in casa. Testimonianza di ciò è una lettera del 22 marzo 1626 con cui Lord Cork accompagna a Londra la spedizione di 17kg circa di argenteria da tavola, ‘of owld silver’, poiché fosse fusa per ricavarne nuovi piatti177.

Un esempio di donazione è fornito da un appunto che Boyle scrisse a proposito della figlia Alice, Viscontessa Barrymore: una nuova caraffa in argento le fu infatti regalata dal padre il 31 luglio del 1628178.

A Londra, ogni negozio era identificato con un simbolo: a Cheapside, il quartiere degli orafi, nel maggio del 1628 Thomas Wakefield ‘at the sign of the black spred eagle’, ricevette dall’agente Filippo Burlamacchi per conto di Boyle, un acconto di quattrocento sterline per posaterie e piatti in argento che sarebbero stati destinati al figlio Lewis, Visconte Kinalmeaky179, il conto sarebbe stato poi saldato con altre cinquecento sterline dal

Conte in persona, in visita nella capitale nel mese di agosto.

Al tappezziere Edward Spence, ‘at the sign of the grasshopper’, fu indirizzato un pagamento di centocinquantaquattro sterline per due arazzi e due tappeti provenienti dalla Turchia; fu inoltre pagato un rivestimento per la testata del letto con una stoffa di colore verde, e sei sedie, probabilmente rivestite dello stesso materiale a trentacinque sterline180.

Nell’agosto del 1628, fu registrato nei diari un pagamento a Samuel Cole, commerciante di tessuti a Cheapside, per l’ordine di dodici tovaglie da tavolo al costo di tre sterline, due scellini e tre pence; settanta sterline furono spese per altri tessili acquistati da Robert Daley 176 Nello specifico Lord Cork ricevette: un servizio da 24 pezzi di piatti, piani e fondi; sei piattini di piccole

dimensioni; una saliera; tre vassoi; una dozzina di cucchiai e i quattro candelabri. Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 32.

177 Chatsworth: CM/16/38, Cork MSS 1625-29, Calendar Vol. XVI.

178 Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 260. 179 Chatsworth: CM/16/104 e 170, Cork MSS 1625-29, Calendar Vol. XVI. 180 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 143a.

e tredici sterline furono pagate al commerciante di tessuti, ‘at the golden key’ a Cheapside181.

Il conto del tappezziere, di trecentoventiquattro sterline, sei scellini e quattro pence, comprendeva l’acquisto di arazzi, biancheria per il letto, ventiquattro tra sedie e sgabelli, tappeti, divani e cuscini; oltre a tale cifra Boyle specificò il pagamento, per mezzo di Burlamacchi, di altri due arazzi commissionati allo stesso tappezziere, per una spesa di ulteriori sessantasei sterline. Tramite il suo agente, Lord Cork pagò nuovamente sessantasei sterline per altri due arazzi commissionati al tappezziere Angel, i quali dovevano essere pagati entro dodici giorni dal giorno di San Michele, festività osservata il 29 di settembre182.

La pratica dello scambio dei regali rappresentava un facile mezzo per il traffico di beni: un dono, molto apprezzato da Lord Cork, fu uno stipo in ebano regalatogli dalla moglie di Nicholas Wice (o Wire); Boyle annotò nei suoi diari la volontà di donare il tanto apprezzato regalo a Lord Dungarvan, suo erede183.

Un’occasione per lo scambio o come di solito avveniva per il riciclo di beni precedentemente ricevuti o appartenuti ad un deceduto, era il giorno di San Valentino. Lord Cork, in occasione di tale ricorrenza, regalò a Sara un corno, che si credeva appartenuto al leggendario unicorno, e una penna in oro; Mary ricevette, invece, un elegante fazzoletto in seta ricamato con fili d’oro. A Dorothy il padre donò alcuni oggetti preziosi appartenuti alla madre, scomparsa nel 1630. La figlia ricevette così un cuscino ricamato ed uno stipo decorato con inserti in tartaruga, argento e oro e completato dalla sua chiave di sicurezza184.

Data la mancanza di informazioni precise, è possibile tentare di immaginare questo prezioso oggetto prendendo a modello due stipi, costruiti all’epoca di Lord Cork, e attualmente ancora esistenti: l’uno, il Du Cerceau, conservato a Hardwick Hall e appartenuto a Bess of Hardwick (fig. 35); l’altro, uno stipo di origine fiamminga del XVII secolo, collezionato nella Royal Collection Trust (fig. 36 a, b). Il Du Cerceau, di fattura francese, in legno di noce e quercia, con inserti in marmo e in pelle dipinta a grisaille d’oro e d’argento e presenta decori che richiamano il repertorio della simbologia mitologica 181 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 147.

182 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 147. In una nota alla fine del secondo volume, il Reverendo Grosart precisò che tutti gli arazzi citati nei diari erano precedentemente appesi a Lismore Castle, ma che al tempo in cui egli scriveva la trascrizione di queste memorie, nel 1886, erano già scomparsi. Si veda: Rev. A. B. Grosart, The Lismore Papers,Volume II, (First Series,1886), 370. 183 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 26, Tomo 2, 249.

classica. Lo stipo fiammingo, in legno di ebano, presenta nelle due ante intarsi di guscio di tartaruga color rosso e decori cesellati in argento e argento dorato.

Un’altra importante occasione per lo scambio dei regali, oltre alle festività dei Santi, era l’inizio dell’anno nuovo: nel gennaio del 1637 Lord Cork regalò a sua figlia Alice, Viscontessa Barrymore, una coppa in oro corredata di coperchio e alla amica Lady Clayton una zuccheriera in argento dalla forma di una conchiglia Saint Jacques, o “pettine di mare”, secondo quello che l’ultima moda in fatto di argenteria imponeva, come tenne a precisare Boyle nell’appunto185.

Oggetti di tale pregio e ricercatezza rendono compiutamente l’idea del tipo di manufatti e curiosità che Lord e Lady Cork avevano collezionato durante le loro esistenze: i documenti, anche se con descrizioni superficiali o brevi accenni, mettono in luce non solo le enormi possibilità economiche della famiglia, ma anche il loro sforzo di emulare le dimore nobiliari inglesi, come Knole House, Hardwick Hall e Longleat House. Grazie alle relazioni createsi con i commerci del ferro e del legno, infatti, Lord Cork aveva intessuto una vasta rete di conoscenze in Europa, tra cui spiccava il suo agente lucchese, che a sua volta aveva legami familiari e commerciali nei maggiori mercati attivi. Il costante contatto con i mercanti del continente garantivano a Boyle la conoscenza delle ultime tendenze in fatto di abiti, mobili ed altri oggetti di lusso186.

Un appunto, registrato il 13 agosto del 1633, fornisce un valido esempio di come funzionasse l’acquisto per corrispondenza ed il trasporto delle merci da Londra all’Irlanda. Boyle annotò il ritorno di due suoi messi, Walley e Foster, da Dublino a Lismore con i quattro nuovi candelabri in argento, che egli aveva ordinato al suo orefice a Londra, e che erano stati acquistati da Thomas Bagshaw nella capitale187. Questi nuovi candelabri

provenivano forse da precedenti oggetti in argento che Lord Cork aveva deciso di far fondere, per poter disporre di nuove suppellettili da esibire.

Un altro ordine per l’orafo Stoughton, nell’ottobre del 1633, prevedeva la realizzazione di otto candelabri, quarantotto tra piatti e vassoi e una brocca, per cui fu pagata la onerosa cifra di duecento sterline; queste suppellettili furono recapitate a Lismore nel febbraio del 185 Chatsworth: Cork Manuscripts Journal 27, Tomo 3, 223.

186 Alcuni scambi epistolari, come ad esempio la lettera datata 13 febbraio 1629 ed inviata da Lord Cork a Filippo Burlamacchi, evidenziano il duplice ruolo dell’agente: da una parte, come amministratore della vendita di ferro e legno prodotto da Boyle e distribuito in Inghilterra e nei Paesi Bassi, con il compito di riscuotere i pagamenti dei clienti; dall’altra, come agente acquistando beni di lusso a Londra ed in Europa, grazie anche alle relazioni che il commercio di ferro e legno aveva favorito. Chatsworth: Earl of Cork’s Letter Book 2, f. 69.

1634188. L’orafo Cook fu pagato per due fiasche in argento, dal peso di 228 once, che

furono giudicate da Boyle come eccellenti ed eleganti, eseguiti con una tecnica talmente fine, che nessun piatto di Londra li avrebbe mai eguagliati189.

In quello stesso mese, arrivarono al castello altre pezze di tessuto per arricchire di nuove sedie e di nuovi sgabelli la Dining-chamber, probabilmente, in quel contesto di rinnovo degli arredi e suppellettili, che investì il castello negli anni trenta del 1600190. Lismore

venne poi rifornita di biancheria nel novembre del 1637: Boyle acquistò da Simon Gibbson cinquecentotrenta iarde di tela proveniente dalla Normandia, pagata due scellini e quattro pence alla iarda e per duecentottantotto tovaglioli a tredici scellini la dozzina destinati al nuovo Parlour in via di sistemazione191.

Anche durante i primi tumulti dovuti allo scoppio della rivoluzione civile inglese, Lord Cork non si privò di oggetti di lusso e nell’agosto del 1641 come ultimo appunto riguardante l’acquisto di arredi, egli pagò a Thomas Jermyn duecentosettantacinque sterline per l’acquisto di mestoli, bollitori, caraffe e altra argenteria precedentemente appartenuti al padre di Thomas, Henry Jermyn. A Vaghan, orafo sullo Strand, pagò quattro sterline per levigare la superficie di tali suppellettili, per eliminare lo stemma del vecchio proprietario e incidere quello del nuovo e, inoltre, fece fondere nove vecchi piatti192.

Durante gli attacchi da parte dei ribelli, Lord Cork, in difficoltà finanziarie fu costretto a fondere molta della argenteria per fronteggiare le spese sostenute allo scopo di difendere il castello e gli altri possedimenti; si ha testimonianza di tale ristrettezza in una lettera che egli scrisse ad Isaac Marcombes impegnato nel Grand Tour con i figli minori del Conte. Nella lettera, infatti, Boyle rese noto che le duecentocinquanta sterline circa, inviate per il

Nel documento The Great Earl of Cork a Lismore Castle. (pagine 59-72)

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