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Accenni storico-geografici sul Regno d’Assiria nell’Età del Bronzo

La città di Assur, che costituirà il cuore dello stato assiro, inizia la sua vita politica già in epoca akkadica; una testa di mazza, una punta di lancia e una statua acefala riconducibili a Rimush e Manishtusu421 testimoniano come il sito fosse parte integrante dell’Impero Akkadico. I re di Akkad

impongono nella città del governatori locali che prendono il titolo di ensi422, che verrà poi ereditato

anche dai sovrani assiri, oppure waklum423. L’influenza akkadica (sia nella titolatura, quanto

nell’iconografia, nella propaganda o nell’arte) sarà sempre molto presente nel mondo assiro, quasi che gli Assiri intendessero proporsi ai loro alleati e nemici come i diretti successori di Sargon di Akkad.

Grazie alla sua posizione strategica, Assur è importante sia per motivi commerciali perché in grado di connettere facilmente le rotte con l’Elam e la Siria, sia in caso di conflitto con altre città.

Alla presenza akkadica si deve molto probabilmente l’arrivo del culto di Ishtar nella regione e forse non è un caso che le testimonianze di Rimush ad Assur provengono proprio dal tempio dedicato alla dea.

Un’iscrizione di Shamshi-Adad I proveniente dal tempio della dea Ishtar424 testimonia la presenza

akkadica nella città sempre al tempo di Manishtusu.

Con il crollo della dinastia di Akkad, anche l’area di Assur cade sotto il potere di Ur (interessata a servirsi degli ensi di Assur per controllare le regioni più a nord), ma non ci sono fonti che possano chiarire come sia riuscita a conquistare la propria indipendenza425.

La “Lista Reale Assira”426, per quanto non sempre attendibile, testimonia l’origine tribale della

dinastia: ai primi 17 re “che abitavano nelle tende”, segue un elenco di figlio in padre di “sovrani antenati”427, poi una sequenza di 6 re “attestati sui mattoni, ma la cui lista di eponimi428 è andata

421 BRAUN-HOLZINGER 1991, p. 47 K 24 (testa di mazza); id. p. 88 MW 4 (punta di lancia); FOSTER 2016, p. 128

fig. 5.5, p. 221 n.19 (statua)

422 Come nel caso di Ilaba-andul, noto da una iscrizione da Ur.

423 “Sovrintendente”, titolo attribuito ad un uomo di nome Ititi, che in un’iscrizione (RIMA 1, A.0.1001) dedica ad

Ishtar il bottino portato via da Gasur/Nuzi.

Questo titolo andrà poi ad indicare la “subordinazione politica” del sovrano nei confronti del dio Assur; il vero re d’Assiria è Assur e il sovrano in carica è solo il sovrintendente.

Un terzo possibile governatore della città, Azuzu, si definisce semplicemente “servo di Manishtusu, re di Kish” (RIMA 1 A.0.2001)

424 RIMA 1, A.0.39.2.

425 Per un’approfondita analisi del mondo paleo-assiro v. VEENHORF, EIDEM 2008. 426 GLASSNER 2004, pp. 136-143.

427 Fin qui l’elenco risente dell’esigenza degli scribi neo-assiri di legittimare la presa di potere di Shamshi-Adad I. 428 Il funzionario eponimo (līmum) è un personaggio centrale nell’amministrazione assira: viene estratto a sorte da una

cerchia ristretta di alti dignitari e rimane in carica a tempo determinato; ha una funzione fortemente connessa alla gestione e all’amministrazione della città.

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perduta”. L’utilizzo di una documentazione testuale, seppure incompleta, fornisce una certa credibilità storica alla Lista, che dopo i 6 re appena menzionati elenca 16 sovrani429 di cui vengono

indicati i legami di parentela e gli anni di regno.

Con Sulili inizia la serie dei 6 re attestati sui mattoni, che conquistano l’indipendenza da Ur e si organizzano in città-stato e a poco a poco si viene a costituire430 una fitta rete commerciale che

collega Assur all’Anatolia meridionale. A gestire questa rete sono i mercanti di Assur e i loro rappresentanti nella città di Kanesh, dove all’interno del karum (“porto”) si organizzano con una piccola amministrazione locale a capo della quale è un governatore inviato direttamente dall’amministrazione centrale. I mercanti di Kanesh sono a loro volta direttamente in contatto con i mercanti delle stazioni intermedie, al fine di esportare in Anatolia tessuto (sia di provenienza assira che babilonese) e stagno (estratto dai giacimenti dell’altopiano iranico) in cambio di argento. Il karum interrompe la sua attività intorno al 1837 a.C.431, in un periodo politicamente abbastanza

turbolento che porta al trono di Shamshi-Adad I. Proveniente da un’importante famiglia tribale amorrea che aveva combattuto contro Mari ed Eshnunna per il controllo dell’alto Khabur, Shamshi- Adad marcia contro Assur da Ekallatum e la conquista, ma decide di spostare la residenza reale nella più strategica Shekhna e ne cambia il nome in Shubat-Enlil (“la sede di Enlil”). Per giustificare il proprio potere, il re fa redigere sia una prima “Lista Reale Assira” (da cui prenderà spunto quella del I millennio a.C.), sia la “Lista degli Eponimi”432, in modo da porsi in diretta

discendenza dai primi sovrani. Probabilmente per mantenere più saldo il proprio potere e controllare al meglio le regioni recentemente sottomesse, Shamshi-Adad I si fa affiancare nella gestione del Regno dai suoi due figli, Ishme-Dagan (che prende il titolo di “re di Ekallatum”) e Yasmakh-Addu (a cui viene dato il governo di Mari). La grande politica espansionistica dell’Assiria riesce a raggiungere confini abbastanza ampi, al punto che Shamshi-Adad I si fregia del titolo di “re forte” e proprio come i re di Akkad tenta una spedizione verso il Mediterraneo, ma la (embrionale) grandezza di Assur non gli sopravvive.

Le grandi manovre di Hammurabi impediscono all’Assiria di espandersi a Sud e il sempre più forte Regno di Mitanni di Shaushtatar riesce a conquistare Assur e portare a Washshukkanni un ricchissimo bottino433. Come e quando l’Assiria si sia risvegliata da questa condizione di inferiorità

rispetto agli altri Regni vicino-orientali è poco documentato, fino al XIV sec. a.C..

429 Da Erishum a Salmanassar V.

430 Sotto Erishum (VEENHORF, EIDEM 2008, p. 32) 431 VEENHORF, EIDEM 2008, p. 32

432 VEENHORF 2003; GLASSNER 2004, pp. 160-163. 433 CTH 52 (BECKMAN 1999, p. 49)

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Con le due lettere inviate da Assur-uballit I ad Amenhotep III (?) e Amenhotep IV/Akhenaton si assiste a un’Assiria in rapidissima ripresa. Nella prima tavoletta434, il re assiro scrive

sommessamente al faraone “finora i miei padri non avevano scritto, ora io ti ho scritto” quasi a chiedere il permesso di poter entrare nel “club” delle grandi potenze435, ma la seconda lettera ha un

tono totalmente differente. Assur-uballit I si lamenta con Amenhotep IV/Akhenaton436 per la

disparità di trattamento rispetto al re di Khanigalbat/Mitanni e chiede con arroganza più oro. La particolare considerazione del Regno di Mitanni (“Ora io sono pari al re di Khanigalbat”) non è certo nuova ai sovrani assiri; già Shamshi-Adad I aveva dimostrato una grande attività bellica per sottomettere l’alto Khabur, ma Assur-uballit I vuole sostituirsi a Tushratta e prendere il suo posto all’attenzione del faraone e i suoi “fratelli”. Quando, in seguito ad una congiura di palazzo, Tushratta viene ucciso, l’Assiria prende subito le parti di Shuttarna, uno dei figli del re assassinato, contrapponendosi alla difesa ittita di Artatama II. Shuttarna, dal canto suo, accetta di buon grado l’aiuto di Assur-uballit I e muove addirittura guerra contro il suo stesso popolo, svuotando i magazzini di Washshukkanni e inviando bottino e prigionieri in Assiria437. Inizialmente Mitanni

cade sotto l’egida ittita, ma con la morte di Suppiluliuma I Assur-uballit I riesce a imporsi e conquista il tanto desiderato Khanigalbat.

Grazie a un matrimonio interdinastico, il re di Assur riesce a vedere la nascita di un erede al trono di Babilonia con sangue assiro438, Kadashman-Kharbe; ma quando questi viene ucciso da una congiura

di palazzo, Assur-uballit I e sua figlia prendono le parti del figlio del re ucciso, Kurigalzu “il giovane”.

Mitanni tenta di riprendersi l’indipendenza con Shattuara I e suo figlio Wasashatta (che, secondo le fonti assire, arriva a pagare gli Ittiti pregandoli di intervenire, ma viene privato dell’argento e non riceve nessun aiuto)439, ma Adad-nirari I riesce a sedare le agitazioni e obbliga i re di Mitanni a

sottomettersi all’Assiria e strappa ai suoi nemici il Khabur e il Balik fino quasi a raggiungere Karkemish. La vittoria su Wasashatta porta Adad-nirari I a tentare un’alleanza con Hattusili III (e ottenere il libero passaggio sull’Amano), approfittando del mancato aiuto fornito a Mitanni, nonostante il re ittita accetti di considerarlo un Gran Re, non sembra però affatto incline ad un’alleanza e ad al proseguimento della corrispondenza440 “Perché continui a parlare di fratellanza?

Per quale ragione dovrei scriverti a proposito della fratellanza? Di solito chi non è in buoni rapporti

434 LA 287, EA 15

435 LIVERANI 1998b, pp.312-314. 436 LA 288, EA 16.

437 BECKMAN 1999, p. 45.

438 Sua figlia, Muballit-Sherua, aveva sposato Kara-Khardash. 439 RIMA 1, A.0.76.3

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scrive di fratellanza? Perché dovrei parlarti di fratellanza? Siamo forse figli della stessa madre? Così come mio nonno e mio padre non hanno scritto ai re d’Assiria di fratellanza, quindi non mi scrivere parlando di fratellanza e qualità di Gran Re. Non è quello che voglio!”.

Con Salmanassar I si assiste ad una nuova sommossa di Mitanni441: Shattuara II viene sconfitto

nonostante l’aiuto ittita e per evitare ulteriori sommosse viene posto sul trono hurrita un funzionario assiro con il titolo di “re di Khanigalbat”, a cui seguirà lo smantellamento del Regno in più distretti ognuno dei quali sottoposto al diretto controllo di amministratori assiri.

Il confine ittita continua a creare agitazioni, i due eserciti arrivano allo scontro presso Nihriya442,

dove Salmanassar I si rifiuta di indietreggiare e conquista la città.

Le tensioni con gli Ittiti rimangono anche con Tukulti-Ninurta I, sotto il quale il Regno Medio- Assiro raggiunge il massimo splendore. Tuthaliya III scrive al re assiro per scoraggiarlo dall’impresa contro Papkhi (consiglio che Tukulti-Ninurta I decide di ignorare) e successivamente scatena i piccoli vassalli della Siria contro di lui.

Più seria è la situazione a Sud, dove Kashtiliash IV di Babilonia viene meno a quanto stabilito sotto Salmanassar I e oltrepassa i confini con l’Assiria. La vittoria di Tukulti-Ninurta I segna contemporaneamente il punto più alto e più basso del suo Regno. Da un lato, può acquisire il titolo di “Re di Babilonia”, “Re di Sumer e Akkad”, “Re di Dilmun e Melukhkha” e grazie alle sue vittorie può considerare il suo dominio “dal Mare Inferiore al Mare Superiore”. Dall’altro, però, la costruzione della nuova capitale Kar-Tukulti-Ninurta innesca un meccanismo di intolleranza verso l’eccessiva autorità del re. Con l’omicidio di Tukulti-Ninurta I si chiude un’epoca nella quale l’Assiria è riuscita a diventare una delle più grandi potenze del Vicino Oriente Antico, ma a differenza di Babilonia (che verrà nel giro di poco tempo abbandonata) e degli Ittiti (che cadranno in seguito ad una fortissima crisi), i re di Assur riusciranno a mantenere salde le redini del proprio potere, pronti per la grandezza del I millennio a.C. .

441 RIMA 1, A.0.77.1

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