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L’adattamento ai cambiamenti climatic

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2011 (pagine 102-104)

Prospetto 3.1 Criteri alternativi di distribuzione dei pagamenti diretti (2008) tra Regioni (%)

5. Approfondimenti tematic

5.3 Agricoltura e Cambiamenti Climatic

5.3.2 L’adattamento ai cambiamenti climatic

Nonostante la complessità della sfida, i cambiamenti climatici possono rappresentare anche un’opportunità per l’agricoltura purché il settore trovi il modo di adattarsi23, ridurre la vulnerabilità e aumentare la resilienza delle aree rurali da un punto di vista ambientale.

Esiste un ampio spettro di misure di adattamento per l’agricoltura che si possono differenziare in quattro categorie, in relazione alla responsabilità della risposta e al momento in cui vengono attuate (Box 5.1).

L’approccio alle politiche di adattamento è estremamente complesso e necessita di elevati livelli di

governance, soprattutto nella pianificazione di quelle politiche e quei servizi che non saranno forniti dal

mercato. Gli agricoltori non possono affrontare da soli i cambiamenti in atto e la politica deve dare il giusto supporto ed indirizzo per permettere loro di adattare le strutture aziendali e i metodi di produzione,

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Crisci A., Moonen C., Ercoli L., Bindi M. (2001), Study of impact of climate change on wheat and sunflower yield using an historical weather data-set and crop simulation model, Second International Simposium “modeling Crop System, 16-18 Luglio, Firenze. 23

Predisporre quelle azione che hanno l’effetto, non solo di diminuire i danni, ma anche di realizzare le possibilità offerte dai cambiamenti climatici.

97 continuando a fornire servizi all’ambiente rurale. L’orientamento che emerge dalla strategia di adattamento dell’UE (a partire dal 2013) è quello di un approccio integrato di tipo top-down per l’inserimento dell’adattamento nelle politiche settoriali, insieme ad attività di tipo bottom-up che comprendono i piani di adattamento regionali (RAS-Regional Adaptation Strategies). La necessità di prendere provvedimenti in materia di adattamento a livello europeo (top-down)24 trova fondamento nella considerazione che molti impatti e le relative misure di adattamento, sono di dimensione sovranazionale, pertanto i programmi dell’UE potrebbero integrare le risorse degli Stati membri per l’adattamento, favorendo potenziali economie di scala per la costituzione di capacity building, ricerca, informazione, raccolta dei dati e trasferimento delle conoscenze. Inoltre i cambiamenti climatici incidono sul mercato unico e sulle politiche comuni (tra cui la PAC) e la vulnerabilità al cambiamento climatico può far nascere un nuovo contesto di solidarietà tra gli Stati membri. Sono già state pertanto avviate iniziative concrete per integrare l’adattamento nelle politiche settoriali dell’ UE. Tuttavia, la predisposizione di un approccio locale (tipo bottom-up) è essenziale in considerazione della regionalizzazione degli impatti e della necessità di creare capacità adattativa a livello locale.

Box 5.1 Classificazione opzioni di adattamento al cambiamento climatico per responsabilità e momento di risposta

Fonte: adattato da OECD, 2010; Smit e Skinner, 200225

.

Undici Paesi europei hanno ad oggi adottato delle strategie di adattamento nazionali, mentre altri hanno in programma la loro attuazione nei prossimi anni. L’Italia non è tra i Paesi che hanno già predisposto un libro bianco26 per l’adattamento, ma ha fornito, come gli altri, informazioni sui piani di adattamento nella quinta comunicazione nazionale alla UNFCCC (Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici). Lo slittamento nella predisposizione del libro bianco, conferma i risultati degli studi condotti sugli Stati membri che dimostrano che, in generale, nonostante ci sia consapevolezza della

24

Il supporto all’elaborazione della strategia dell’UE è dato dalla predisposizione del Libro bianco “L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro di azione europeo” (COM(2009) 147).

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Si Veda la nota 28. 26

Nonostante non sia stata predisposta una strategia nazionale di adattamento, è atteso per settembre 2011 il “Libro Bianco per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici dello sviluppo rurale” del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Momento della risposta

Ex ante (anticipatoria) Ex post (reattiva)

Respo n sab ili tà d el la r isp o

sta Privata Assicurazioni private Cambiamenti nei mercati assicurativi

Ricerca/sviluppo e investimenti privati Identificazione di opzioni di adattamento al minor costo

Pubblica

Infrastrutture pubbliche Compensazioni per gli impatti Informazione (comunicazione dei rischi) Sottoscrizione di assicurazioni

Ricerca e sviluppo Compensazioni per calamità naturali

Consulenza/formazione

98 necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici, le politiche da attuare sono solo in una fase iniziale di sviluppo rispetto alle politiche di mitigazione.

Data l’estrema varietà dell’agricoltura italiana, un’efficace ed efficiente strategia di adattamento, potrebbe replicare, su scala nazionale, l’approccio UE per cui l’azione politica ha carattere locale e regionale, pur mantenendo una struttura centrale di coordinamento.

Poiché i benefici dell’adattamento sono sia pubblici, che privati, il policy maker dovrebbe intervenire per integrare l’adattamento nelle diverse politiche (evitando una sovrapposizione di interventi e cercando di sfruttare le potenzialità di adattamento di strumenti esistenti), fornire informazione sui rischi climatici e formazione e consulenza sulle pratiche di adeguamento27, compensare per la distribuzione ineguale degli impatti climatici, pianificare e sviluppare le infrastrutture idonee. Inoltre un ruolo essenziale della politica dovrebbe essere quello di valutare le esternalità nel lungo periodo ed evitare i fenomeni c.d. di maladaptation, che si verificano ogni qual volta una misura di adattamento diminuisce la resilienza di altri operatori28.

L’approccio locale di tipo bottom-up, attraverso la predisposizione delle RAS, deve invece considerare sia le specificità strutturali dell’agricoltura che le vulnerabilità locali, favorendo lo sviluppo della capacità adattiva e sostenendo le azioni di adattamento a tutti i livelli del processo decisionale.

Per garantire un efficace adattamento, è evidentemente necessario, utilizzare una combinazione di strumenti (strumenti di mercato, partenariati pubblico-privato, ecc.), poiché i cambiamenti climatici sono una sfida che implica non solo l’adeguamento di determinate pratiche agronomiche, ma anche cambiamenti a livello dell’industria, del commercio e del consumo, impegnando tutti gli attori della filiera agroalimentare. Per migliorare la capacità adattiva degli agricoltori, in particolare, è necessario incoraggiare una cultura del cambiamento. In questo senso le riforme della PAC, dagli anni Novanta, hanno contribuito a creare un quadro di riferimento per uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura europea e una migliore gestione delle risorse, rappresentando una parte essenziale della strategia di adattamento del settore. Un esempio su tutti è dato dal disaccoppiamento degli aiuti dalla produzione che permette agli agricoltori di essere più rispondenti agli stimoli esterni, tra cui non solo il mercato, ma anche l’ambiente naturale e quindi i cambiamenti climatici.29

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2011 (pagine 102-104)