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Le proposte del pacchetto latte

Prospetto 3.1 Criteri alternativi di distribuzione dei pagamenti diretti (2008) tra Regioni (%)

3.3 Le proposte del pacchetto latte

A partire dalla seconda metà del 2008, il settore lattiero caseario europeo è stato segnato da una crisi senza precedenti in termini d'intensità e durata. Una fase di compressione dei margini, dovuta alla caduta dei consumi che ha fatto seguito alla fiammata dei prezzi del 2007 e ad un andamento dei costi aziendali che non ha seguito quello delle quotazioni dei prodotti agricoli.

Uno scenario reso ulteriormente negativo dalla crisi economica e finanziaria che ha aggravato la volatilità del mercato mettendo a rischio la continuità di ampie porzioni del tessuto produttivo.

E' in tale contesto che é maturata in seno all'Unione europea la consapevolezza di individuare soluzioni di medio-lungo periodo per contribuire a stabilizzare il mercato e i redditi dei produttori in vista del 2015, anno in cui si avrà il definitivo abbandono del regime delle quote produttive. La Commissione ha quindi deciso di istituire un gruppo di esperti di alto livello composto da rappresentanti degli Stati membri e presieduto dal direttore generale della Direzione agricoltura e sviluppo. Le prime tre raccomandazioni della

74 relazione finale presentata dal Gruppo nel giugno 2010, sono state oggetto di una proposta legislativa per l'allestimento di uno specifico pacchetto anticrisi.

Un provvedimento destinato a modificare il regolamento (CE) n. 1234/2007 e a riorganizzare il sistema di regole europee sul funzionamento della filiera del latte e dei prodotti derivati. La proposta guarda innanzitutto all'economia contrattuale quale strumento al quale ancorare la stabilità del settore per il periodo post 2015. S'introduce così, nella proposta presentata dalla Commissione, la possibilità per gli Stati membri di autorizzare contratti scritti di consegna di latte crudo, negoziati tra le parti, a condizione che siano conclusi in anticipo, includano il prezzo (fisso e/o variabile), il volume consegnato e la durata dell’accordo. La proposta tiene in conto le peculiarità del sistema cooperativo e l’importanza che esso riveste nella produzione lattiero – casearia europea, prevedendo che tali formule organizzative non siano tenute a stipulare contratti qualora il loro statuto contempli previsioni che regolano gli stessi contenuti che dovrebbero essere oggetto della relazione contrattuale.

Via libera, anche al rafforzamento delle capacità negoziali e contrattuali dei produttori lattieri. Agli Stati membri dell'Unione è concessa la facoltà del riconoscimento delle organizzazioni di produttori che hanno funzione di negoziare collettivamente contratti per le consegne di latte ai trasformatori. Limitazioni in termini di volume negoziato rispetto alla produzione totale dell'UE e del singolo Stato membro, sono contemplate nella proposta legislativa. Le negoziazioni contrattuali vengono estese alle associazioni di organizzazioni di produttori.

Il nuovo regolamento prevede anche il riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali rappresentative della filiera produttiva. Tali organismi, recependo quanto già stabilito dall'attuale quadro normativo europeo per il settore ortofrutticolo, svolgono funzioni nel campo della ricerca, del miglioramento della qualità, nella diffusione di buone pratiche di produzione e trasformazione del latte.

Gli obiettivi di miglioramento e diffusione della conoscenza e della trasparenza di prodotto e di mercato, trovano origine sia nelle dichiarazioni obbligatorie degli Stati membri alle Autorità competenti sui quantitativi di latte negoziati sia nelle attività delle organizzazioni interprofessionali (pubblicazione di rilevazioni statistiche su prezzi, volumi e durata dei contratti di consegna).

A distanza di circa sei mesi dalla sua adozione, la proposta legislativa é stata recepita dal progetto di relazione della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo.

Importanti e numerose le novità introdotte rispetto al testo licenziato dalla Commissione nel dicembre 2010. Tra le principali, in primo luogo, la possibilità di coinvolgere i rappresentanti del commercio e della distribuzione all'interno delle organizzazioni interprofessionali.

Una modifica essenziale ai fini di promuovere e consolidare positivi rapporti tra tutte le componenti della filiera, contribuire a migliorare la trasparenza del settore e le relazioni contrattuali.

Sempre in materia di rafforzamento della filiera, il Parlamento ha proposto l’introduzione di funzioni specifiche nell’ambito dell’interprofessionalità. Si va da iniziative informativo-promozionali alla

75 ricerca di opportunità di sbocco sui mercati internazionali, fino allo sviluppo di pratiche per la gestione del rischio di mercato.

Altro tema sul quale si sono concentrate le attenzioni del Parlamento europeo è la possibilità per gli Stati membri di definire regole, sulla base di principi di equità e non distorsività, per la gestione e la programmazione dei volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità certificata. Uno strumento che consolida un percorso avviato dall'UE all'interno di altri provvedimenti normativi ("Pacchetto qualità" in particolare) e che, in una fase storica di forte e prolungata volatilità dei mercati, assume un significato ancora più strategico.

Il nuovo progetto normativo prevede anche un aumento del 7% delle soglie di negoziazione rispetto alla produzione dello Stato Membro in cui si applicano i contratti. Da una soglia massima di negoziazione del 33%, proposta nel testo della Commissione esecutiva, si passa ad un valore del 40%. Confermata, invece, l’incidenza percentuale del volume coperta da negoziazioni contrattuali rispetto alla produzione totale dell’Unione (3,5%).

La Commissione agricoltura ha introdotto, infine, l'estensione del carattere dell'obbligatorietà per i contratti di consegna di latte crudo, al fine di garantire l'esigenza di uniformità applicativa in tutti gli Stati dell'Unione.

Il dispositivo normativo, così come integrato e modificato in sede di commissione parlamentare, passerà all'esame dell'Aula di Strasburgo per essere approvato probabilmente in prima lettura nella prossima sessione autunnale.

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4. Implicazioni sul settore agricolo dei cambiamenti degli assetti istituzionali