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4. L ’immagine della donna emergente dalle lettere

1.3. La protagonista del racconto

Giuseppa è descritta da don Bosco con caratteristiche ben precise e del tutto positive. Significativa è la presentazione che troviamo nel primo capitolo dell’opuscolo: «Ella aveva una singolare attitudine ed amore alle scienze, sicché di quattordici anni già aveva imparato la storia sacra, il catechismo, ed altri libri di sua setta. [...] Però nel leg­

gere e studiare provava una grave inquietudine per la diversità, o meglio per le contraddizioni che incontrava».21

Come si può costatare, don Bosco sottolinea le ottime capacità in­

tellettuali di questa adolescente, il suo amore per lo studio, le letture e il profondo interesse religioso. È proprio grazie alla sua viva intelligen­

za che Giuseppa giungerà a rendersi conto delle contraddizioni conte­

nute nella sua religione.

L ’autore evidenzia inoltre la sincerità della relazione con Dio sta­

bilita da Giuseppa all’interno dell’esperienza religiosa valdese. Serietà, impegno morale, onestà interiore sono gli atteggiamenti che emergono costantemente dai numerosi dialoghi di cui è intessuta la narrazione,

16 C f ivi 70.

17 Cf ivi 43-44.

18 Ivi 71.

19 Cf ivi 29.

20 C f ivi 43.

21 Ivi5-6.

146 Capitolo sesto

In questo opuscolo ritroviamo a chiare lettere la fiducia di don Bo­

sco nelle possibilità positive degli adolescenti e alcune note inconfon­

dibili della sua esperienza pedagogica. Particolarmente significativa è a questo proposito l’affermazione che troviamo nel terzo capitolo di questo scritto: «La gioventù, finché non è schiava dei vizi, si ferma solo di passaggio sopra le altre cose; ma le massime di religione, e so­

prattutto le massime eterne, producono la più viva impressione».22 Al centro degli interessi di questa adolescente troviamo infatti il problema religioso della «salvezza eterna» non come fattore di rigi­

dezza e di mestizia per la persona, ma come esperienza di serenità e di apertura verso gli altri.23

Giuseppa è la ragazza buona,24 briosa, intelligente, vivace,25 ubbi­

diente ai genitori e vero modello per i fratelli più piccoli.26 Nella dolo­

rosa controversia con la famiglia, si dimostra concretamente coerente e fedele alla sua coscienza, non cedendo né di fronte alla privazione di affetto, né alle minacce. Affronta anzi con lucidità di ragionamento, con motivazioni chiare e profonde, le insistenze dei familiari e dello stesso pastore valdese.

Nella progressiva maturazione della sua scelta religiosa ella emerge con caratteristiche che sono proprie della donna adulta. Si dimostra in­

fatti capace di decisioni audaci, sa sopportare con fortezza e coraggio la sofferenza e seguire a qualunque costo la verità conosciuta; consa­

pevole della validità della meta da raggiungere è pronta a sacrificare tutto per conseguirla anche ricorrendo a soluzioni estreme. Eloquente è questa affermazione: «Non desidero comodità, non onori, non ric­

chezze; desidero unicamente di poter abbracciare quella religione, che io giudico assolutamente necessaria per salvare l’anima mia».27

Scoperto il senso profondo della verità contenuta nella religione cattolica, vi aderisce con tutta se stessa, intrepida nel tollerare dispia­

ceri, contraddizioni, persecuzioni.28

Questo opuscolo mette in evidenza caratteristiche femminili analo­

ghe a quelle di altri volumetti delle LC. L ’originalità dell’immagine della donna nella Conversione di una valdese è da ricondurre alla non

22 Ivi 27.

23 C f ivi 55. 71. 76.

24 C f ivi 23.

23 C f ivi 31.

26 C f ivi 56.

21 Ivi 71.

28 C f ivi 79.

Presenze femminili nelle Letture Cattoliche 147

comune forza d’animo e alla volontà di cambiamento presente in Giu­

seppa, Questa è l’emblema della donna intelligente, aperta al confron­

to e che perciò giunge alla verità attraverso un cammino di consapevo­

lezza, razionalmente fondato e dunque sicuro e indefettibile.

I condizionamenti esterni sono per lei stimolo a intraprendere un cammino di riflessione e di conversione che rimane personale e libero, tutto improntato a onestà, coerenza, capacità di sfidare le contraddi­

zioni e il rischio, ostinata volontà di riscatto umano e religioso.

2. Un’esemplare educatrice

Il racconto: La forza della buona educazione,29 stando alla cronologia della redazione, vanta certamente il primato tra gli scritti formalmente pedagogici di don Bosco.

Pietro Stella lo presenta come «il documento che propriamente inaugura la rappresentazione di esperienze vive di Don Bosco educa­

tore».30 Vivente l’autore, il libretto ebbe tre edizioni31 e fu tradotto in francese e in tedesco.32 Era infatti una delle prime sintesi pedagogiche del sistema educativo offerte dal Santo ad un vasto pubblico.

La vicenda si snoda sullo sfondo storico-culturale proprio del tem­

po: si respira un clima impregnato di novità che non sempre favori­

scono la crescita autentica delle persone, dei gruppi e della società. Si percepisce già a partire dall’ambito familiare un clima di tensione, di perplessità, di indifferenza nei confronti dei valori ricevuti come una intangibile eredità dai propri antenati.

Don Bosco, mediante un’accorta pedagogia preventiva, comunica attraverso il racconto lineare ed avvincente di Pietro, le sue convin­

zioni di ragione, di fede, di esperienza viva maturata nel contatto di­

retto con la gioventù «l’età dei pericoli» che si trovano «in ogni luogo e fra tutte le condizioni di persone».33

29 Cf Bosco Giovanni, La forra della buona educazione. Curioso episodio contempo­

raneo, Torino, Tip. Paravia 1855, in O E VI 275-386.

30 Stella, Don Bosco II 446.

31 Cf Bosco Giovanni, La forza della buona educazione. Narrazione contemporanea, Roma, Tip. Forense 1860; Id., Pietro ossia la forza della buona educazione. Curioso epi­

sodio contemporaneo, Torino, Tip. e Libreria Salesiana 21881.

32 Cf Id., Pierre ou la puissance d’une bonne éducaticm, Curieux episode contemporain, Nice, Imprimerle du Patronage de Saint-Pierre [s.d.]; Id., Peter oder die Macht einer guten Erziehung, Regensburg, Habbel Verlag 1888.

33 Id., La forza 55.

148 Capitolo sesto

La sua ostinata fiducia nell’opera educativa, fondata sulla religione e mediata dall’intervento continuo, paziente e amorevole degli adulti, sottende tutta la narrazione. E' la tesi che don Bosco intende appunto dimostrare mediante questo «curioso episodio contemporaneo».

In esso i personaggi in questione sono vari, ma i protagonisti prin­

cipali si possono ricondurre, in ordine d’importanza, alla madre, al fi­

glio, al padre, al direttore dell’Oratorio di S. Francesco di Sales.

Senza escludere i giovani, ipotetici lettori della narrazione, il libro ha come immediati destinatari i genitori, diretti responsabili dell’edu­

cazione dei figli. Essi, ma specialmente le madri, vi troveranno nume­

rose indicazioni pedagogiche, come si mette in evidenza nell’introdu­

zione: «Qui si vedrà quale forza abbia la buona educazione sul destino della figliuolanza; si vedrà ima madre modello, un figlio esemplare.

Una madre che in mezzo a mille difficoltà riesce a dare la migliore educazione al figlio, e ricondurre il marito traviato al buon sentiero».34

Stando alle affermazioni di don Bosco riportate nella premessa, il racconto ha uno sfondo storico e la costatazione trova conferma in una lettera da lui scritta il 21-2-1856 ad un parroco, don Carlo Lovisolo:

«Si avrà le cinquanta copie del Pietro, che grazie a Dio ritornò sano e salvo dalla Crimea».35

Ma ciò non risolve del tutto i problemi redazionali del testo, in quanto don Bosco stesso afferma che il racconto fu modellato su un libretto dal titolo: Un mari comme il y en a beaucoup, une femme com- me il y a en a peu. Neppure le recenti e oltremodo accurate ricerche condotte da Jacques Schepens non fanno piena luce sul problema della fonte da cui don Bosco dipende, della quale non si conosce con precisione la provenienza, la data, l’autore e in qual modo don Bosco ne venne in possesso.36

Rimandiamo allo studio citato per una più completa presentazione dello scritto; qui ci limitiamo ad esporre brevemente il contenuto per passare in seguito a focalizzare quale immagine di donna emerga dal racconto.

34 Ivi IV.

35 E I 125-126.

36 C f Sc h e p e n sJacques, «La forza della buona educazione». Etude d’un écrit de don Bosco, in Pr ellez o Manuel José [ed.], L ’impegno dell’educare. Studi in onore di Pietro Braido = Enciclopedia delle Scien2e dell’Educazione 45, Roma, LAS 1991, 417-433.

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