• Non ci sono risultati.

Affollamento delle aule

Nel documento SCUOLA GESTIONE (pagine 89-95)

PROBLEMATICHE STRUTTURALI E DI IGIENE AMBIENTALE

4.8 Affollamento delle aule

Il tema dell’affollamento degli spazi negli edifici scolastici, con particola-re riferimento alle aule, richiama una situazione di ordinaria quotidianità che vede sempre più frequentemente i dirigenti scolastici nell’impossibi-lità di ottemperare alla normativa vigente in materia di salute, sicurezza ed antincendio che prevede il limite di 25 allievi per classe.

Ciò in forza di almeno tre ordini di motivi: il primo legato alla legge finanziaria 2010 che innalza il rapporto allevi/docenti. Un secondo

mo-tivo è relamo-tivo alla non sostituzione degli insegnanti per assenze brevi con la conseguente “distribuzione”, soprattutto delle scuole primarie e secondarie di primo grado, dei propri allievi nelle altre classi. Un terzo motivo è legato all’inserimento ad anno scolastico inoltrato di ulteriori allievi.

Il limite di allievi per classe è imposto dalle norme specifiche in materia di edilizia scolastica e sicurezza quali il DM Lavori pubblici 18.12.75, che tengono conto del rapporto fra superficie dell’aula e numero degli allievi. Inoltre l’art. 12 della L. 820/71 (ordinamento scuola elementare e materna) vieta l’affidamento di più di 25 alunni ad ogni insegnante.

Infine le norme di edilizia scolastica (L. 23/1996) indicano il limite di 1,80 mq netti per scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° gra-do, e 1,96 mq per le superiori, con aule di dimensioni minime pari a 50 mq netti.

D’altra parte i decreti del Ministero dell’Istruzione 331/98 e 141/99 (formazione delle classi) prevedono la possibilità di costituire classi più numerose previa verifica del dirigente scolastico della dimensione delle aule e del numero di allievi che possono contenere. Non solo, l’attuale riforma prevista dall’art. 64 della L. 133/08 indica per le supe-riori classi classi da un minimo di 27 fino a 30 allievi potendo arrivare fino a 33.

Il TAR del Veneto, con sentenza n. 375/09, ha stabilito che il limite di 26 persone/aula indicato dal DM Interno 26.8.92 costituisce un parametro tecnico, funzionale al corretto svolgimento degli adempimenti per la si-curezza, e non una prescrizione organizzativa che s’impone ai dirigenti ed agli Uffici scolastici nella definizione di classi e organici.

Diversamente, le norme sulla sicurezza antincendio (Decreto Ministero dell’Interno 26.8.92) non consentono flessibilità: il numero delle persone presenti nelle aule deve essere calcolato in base a numero e dimensioni delle uscite in modo da garantire l’evacuazione sicura dai locali in caso di incendio (in locali con più di 25 persone ci deve essere almeno una porta con larghezza di 1,2 m apribile verso l’esodo). Il dirigente scolasti-co, quindi, ha l’obbligo di verificare all’interno del proprio istituto, in base al numero di allievi e alla formazione delle classi, il rispetto dei sopra citati obblighi in quanto è egli stesso responsabile di eventuali violazioni di norma in materia di sicurezza.

Se, per causa di forza maggiore, non può essere rispettato il parametro di 26 persone (25 allievi più un insegnante), il dirigente scolastico deve mettere a punto strategie e azioni tese a garantire “livelli di sicurezza equivalenti” in situazione d’emergenza da formalizzare nel Documento

I limiti

di valutazione dei rischi, quali, ad esempio, l’incremento della frequenza delle prove di evacuazione dell’edificio e/o una collocazione più vicina alle vie d’esodo delle aule sovraffollate.

Il superamento dei limiti di allievi per aula deve essere oggetto di un’ap-posita dichiarazione del dirigente scolastico (DM Interno 26.8.92, art.

5.0), da conservare agli atti.

Per quanto riguarda gli aspetti di natura igienistica connessi all’affolla-mento delle aule, il problema può essere risolto con indicazioni ad una corretta ventilazione attraverso l’apertura frequente delle finestre.

Il sovraffollamento ha ulteriori implicazioni, dall’aumento dello stress de-gli insegnanti a fenomeni di insofferenza dede-gli allievi. Anche se recenti studi hanno dimostrato che la dimensione della scuola o della classe è ininfluente sull’incidenza di fenomeni di bullismo, è evidente che una situazione di affollamento li rende più difficilmente gestibili.

4.9 Laboratori

I requisiti strutturali e igienici dei laboratori didattici ad uso di discipline quali informatica, educazione artistica, scienze sono dettati dalla nor-mativa sull’edilizia scolastica (DM Lavori pubblici 18.12.75), mentre per i laboratori utilizzati negli istituti ad indirizzo tecnico-professionale la nor-mativa di riferimento è quella degli ambienti di lavoro (D.Lgs. 81/08).

Oltre a verificare che in tutti i laboratori siano rispettati i requisiti nor-mativi e tecnici relativi alle strutture edili, agli impianti, alle macchine ed attrezzature ivi contenute, il dirigente scolastico ne deve curare la gestione.

In primo luogo devono essere messi a disposizione di insegnanti e allievi dispositivi di protezione individuali ed indumenti per le eserci-tazioni per le quali sono previsti. Gli studenti saranno preventivamen-te informati circa l’uso dei dispositivi di propreventivamen-tezione individuale (DPI), i docenti devono vigilare sulla loro efficienza, manutenzione e corretto uso.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla segnaletica mirata a:

● sicurezza antinfortunistica (ambientale e sulla macchina)

● identificazione di prodotti chimici, tubature e/o bombole

● evacuazione

● mezzi e dispositivi di emergenza

● divieti.

Normativa di riferimento

DPI

Segnaletica Vedi anche

cap. 9.2

Per ogni tipologia di laboratorio ci dovrà essere un regolamento che sta-bilisca i comportamenti degli allievi e le modalità di utilizzo di attrezzatu-re e prodotti, le competenze e le attrezzatu-responsabilità degli insegnanti teorici e di quelli tecnico-pratici, del personale ausiliario, individuando di volta in volta i ruoli di dirigente e preposto.

Sarà cura del dirigente scolastico, tramite il SPP, assicurare la stesura di procedure per le principali attività connesse con la gestione del labo-ratorio: pulizia e manutenzione delle attrezzature, acquisto, sostituzione e smaltimento dei prodotti chimici, registrazione dei rifiuti, autorizzazioni varie (es. emissioni in atmosfera).

E’ opportuno che la formulazione di regolamenti e procedure coinvolga anche i docenti dei laboratori, nonché gli stessi studenti, configurandosi come un’attività didattica in cui il SPP può fungere da “committente”.

4.10 Mense

I requisiti igienico-sanitari dei locali adibiti a mensa (gli indici standard sono diversi nei vari gradi scolastici) vengono definiti dal DM Lavori pub-blici 18.12.75 e successive modifiche (DM Lavori pubpub-blici 13.9.77).

Molto spesso nelle scuole le attività di preparazione e somministrazione di alimenti vengono appaltate a ditte esterne. Si profilano tre possibili situazioni:

1. gestione diretta: la scuola o l’Ente locale gestisce direttamente il ser-vizio con cucina e personale proprio

2. gestione indiretta: la scuola o l’Ente locale delega a una ditta esterna specializzata la preparazione ed eventualmente anche la distribuzio-ne dei pasti

3. gestione mista: la ditta appaltatrice utilizza la cucina di proprietà del-l’ente appaltante con personale proprio per la preparazione dei pasti ed eventualmente per la distribuzione.

In tutti i casi, l’utilizzo dei locali e le attività di preparazione e di sommi-nistrazione di alimenti e bevande sono subordinati al possesso di una registrazione/autorizzazione sanitaria, rilasciata dal Sindaco (regola-mento CE 852/04).

Le mense scolastiche, dotate di cucina interna o meno, rientrano tra le attività soggette agli obblighi previsti dal D.Lgs. 155/97, il quale introduce il concetto di autocontrollo, che non si limita al prodotto finito, ma che si estende a tutto il processo di produzione. Tale attività di controllo si

espli-Regolamenti

ca mediante un Sistema di Analisi dei Rischi e di Controllo dei Punti Criti-ci (HACCP) obbligatoriamente documentato: il Piano di autocontrollo.

La norma non richiede alcun requisito professionale specifico per la ste-sura del Piano, prevede invece l’obbligo di formazione per il personale dipendente.

La documentazione da acquisire, rispetto alla tipologia di gestione del servizio di ristorazione, è sintetizzata nella tabella seguente.

Tipo di gestione Documentazione Soggetti che devono acquisirla

Gestione

- Amministrazione Comunale o Presidente/Dirigente nel caso della scuola privata

- Amministrazione Comunale o Presidente/Dirigente nel caso

- Ditta fornitrice

- Amministrazione Comunale o Presidente/Dirigente nel caso della scuola privata

- Ditta fornitrice che provvede sia al pasto che alla distribuzione

Gestione

- Amministrazione Comunale o Presidente/Dirigente nel caso della scuola privata

- Ditta fornitrice

- Amministrazione Comunale o Presidente/Dirigente nel caso della scuola privata

Sono previste sanzioni amministrative sia per la mancanza dell’auto-rizzazione sanitaria, sia per la mancata attuazione del Piano o per una gestione non corretta dello stesso.

Gli addetti alle operazioni di preparazione e somministrazione di cibi o bevande devono essere in possesso del cosiddetto “libretto di idoneità sanitaria” di cui all’art. 14 della L. 283/62 e artt. 37, 39 e 40 del DPR 327/80, le cui caratteristiche e modalità di rilascio, oggi, possono essere diverse da regione a regione, in alcune sostituito da misure di autocon-trollo, formazione e informazione.

Per garantire qualità e sicurezza dei prodotti è fondamentale la forma-zione degli addetti. In caso di gestione diretta e indiretta, se il personale addetto alla distribuzione dei pasti è dipendente, il dirigente scolastico deve assicurare la loro formazione mirata ad ottenere il rispetto delle norme di comportamento, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riassunto nel seguente elenco:

● lavarsi le mani ripetutamente (sono fonte primaria di contaminazio-ne)

● mantenere un’accurata igiene personale (gli indumenti specifici devo-no essere utilizzati esclusivamente durante la lavorazione)

● essere consapevoli del proprio stato di salute (ferite sulle mani che vanno disinfettate e coperte o presenza di sintomi come febbre o diarrea per i quali va valutata l’ipotesi di astensione dal lavoro)

● proteggere gli alimenti da insetti, roditori ed altri animali

● mantenere pulite tutte le superfici e i piani di lavoro

● rispettare le temperature di conservazione degli alimenti

● evitare di mettere a contatto i cibi crudi con quelli cotti (contaminazio-ne crociata)

● cuocere e riscaldare gli alimenti (la cottura distrugge eventuali conta-minazioni microbiche, rispettando il binomio tempo- temperatura)

● usare acqua sicuramente potabile

● effettuare regolare pulizia di tutti i locali, compresi i servizi igienici

● evitare le lavorazioni promiscue

● assicurare un idoneo sistema di raccolta dei rifiuti (contenitori con coperchio in locali distinti dalla cucina)

● usare camice, copricapo, eventualmente mascherina

● rispettare il Piano di autocontrollo (D.Lgs. 155/97).

Gli istituti alberghieri hanno i medesimi obblighi delle scuole che ge-stiscono direttamente il servizio mensa, e le misure comportamentali indicate per gli addetti diventano parte delle materie di studio.

Frequente, nelle scuole superiori, la presenza del bar interno. Dal punto di vista della gestione e della documentazione da acquisire, valgono gli stessi principi del servizio di ristorazione.

Relativamente alle consumazioni occasionali di alimenti non confezio-nati (es. dolci fatti in casa per festeggiare ricorrenze, tranci di pizza da consumarsi durante l’intervallo, ecc.) e alle attività didattiche che

com-Formazione degli addetti

Norme

comportamentali dell’OMS

Bar interno

Le “merende”

portano la manipolazione e il consumo di alimenti (es. “laboratorio del gusto”), è opportuno che il dirigente scolastico renda edotti gli insegnanti circa le misure di igiene da adottare, facendo eventualmente riferimento alle indicazioni fornite in merito dal Servizio dei Dipartimenti di preven-zione dell’ASL che si occupa di sicurezza alimentare.

Inoltre, è opportuno invitare i genitori a segnalare eventuali casi di aller-gie o intolleranze alimentari dei propri figli, non solo di quelli che pran-zano a scuola, per permettere agli insegnanti di controllare il cibo che viene consumato in situazioni didattiche.

Nel documento SCUOLA GESTIONE (pagine 89-95)