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NAS CERE MAS CH I E FEMMINE , DIVENT ARE UOMINI E DONNE : L’INFLUENZA DEGLI STEREOTIPI DI GENERE

2.3 L e agen zie del la sociali zzazion e al genere

Attraverso l a soci al izzazione al genere maschi e femm ine comprendono quelle che sono le att es e collegate al propri o s es so, che influis cono s ul concetto di sé, degli atteggi am enti , sull ’idea che si ha degli altri e sull e modalit à con l e quali si m an t engono l e rel azioni .

Per la soci alizzazione al genere cont a in modo parti colare il ruolo s volt o dall e vari e agenzie di socializzazione, in primi s l a fami gli a, poi la s cuol a, il gruppo dei pari, ma anche i l credo religi oso, i mass m edia, l a cult ura popol a re e così vi a. Ogni qualvolt a che i com portam enti vengono approvati o dis approvati dall e varie agenzie, l a social izzazione al genere vi ene rafforzat a.

Il proces so di soci alizzazione ha i nizio in famigl ia, l’agenzia di soci alizz azione pi ù ril evant e e influen t e che acquisi sce il primato tra gl i agenti di s oci alizz azione al genere . S ebbene vi si ano state dell e rilevanti trasform azioni soci o cultural i e delle pressi oni de-di fferenzianti , i n fam igli a si tende ancora a di ffondere un tipo di comuni cazi one che m ett e in ri salto l a diversit à di genere in bas e a dell e i mmagini st ereotipat e: s i sost engono perciò condot te, modi di fare, di agi re e ruoli considerati pi ù consoni per un m as chio o per una femmi na, il più delle volt e scoraggi ando nel singolo quei tra tt i che ci si aspetta dal sesso oppost o.

La famiglia costituisce l’agenzia di socializzazione primaria perché rappresent a il cont esto in cui vengono appresi i primi com port am ent i di genere rispett o ai ruoli, ai giochi, ad occuparsi degli al tri o ad afferm are princi pal mente s é st essi82.

E’ proprio a cominciare dal comportamento dei genitori nei riguardi dei propri figli che i processi di soci alizzazione si differenzi ano secondo il genere, anche quando l’int enzione è quel la di non enfatizzare le differenz e. E’ stato notato, ad esempio, come le donne e gli uomini adulti tengano in

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bracci o i bambini in mani era diversa, suggerendo loro im pli cit am ent e di riconoscere una diversit à83.

I genit ori si comport ano divers ament e in bas e al s e ss o del bambino o dell a bam bina in diversi ambiti; i nnanzitut to l a scelt a dei giochi per l a qual e vi è una netta preferenza per arm am enti , autocarri , s pade, palloni rit enuti adeguati al s ess o maschi le, mentre gi ochi cons oni al s ess o femminil e sono quelli che riproducono l a dim ensi one domesti ca e dell a cura e quindi case, barbi e e peluche. Anche nello stil e del gi oco em erge una fort e differenzi azione, special mente per il s esso m as chil e: il maschi ett o vi ene

incit at o ad as sum ere forza e impegno per s ovrastare m edi ant e

att eggi am enti di aggressivi tà e violenza fisica .

Il secondo ambit o ri guarda l a s celt a dei vest iti e lo stil e dell a cam eretta. Nel l’acqui stare il corredi no di colori i genitori si preoccupano di vest ire i l bambino o la bambina in modo da rendere chiara l’appartenenza di genere, di azzurro s e è maschio, di ros a s e è fem mina.

Per quanto riguarda l’arredamento della stanza, i l genitore adulto si sente in pace con sé stesso solam ente quando ha fatt o del suo meglio pe r realizzare un ambi ent e adeguat o al sess o del bam bino, dimos trando nuovam ent e che sono ass olut am ent e neces sari precoci interventi per ottenere a suo t empo il comport am ento desiderato. La st anz a di un mas chi o è arredat a in genere in modo pi ù rigoroso, predominano il cel este o i col ori vivaci e sono del tutto ass enti l e t appezzeri e a fiori e l’eccesso di ornam enti . Al cont rario, la stanza del la bam bina è più l eziosa, è ri cca d i ninnoli e ci anfrus agl ie, abbondano i t oni past ell o e il ros a.

Tal e att eggiam ento evi denzia, ancor pri ma che em erga nel bam bino un com portam ento che poss a ess e re gi udi cato m as chil e o fem m inile, quanto sia fort e e s entit o i l bis ogno di rassi curarsi cont rass egnando il bambino con un colore prestabilito, un sim bol o comprensibil e a tutt i che lo facci a riconoscere di primo acchito com e m aschio o femmi na.

Il terzo amb it o nel qual e emerge una chi ara di fferenzi azione di genere è l a dimensione em otiva, affettiva e valori al e; i genitori sono portati a tratt are

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la sfera affett iva con il s ess o femminil e piuttost o che con quel lo m a s chil e, ostacolando in ques t’ulti mi lo svil uppo di una capacit à di conoscenz a, com prens ione e padronanza dell e emozioni si a proprie che di quelle altrui . Altro agente di s oci alizzazione al genere, ugualm ent e port at ore di stereotipi connessi all’essere femminile e maschile, è la scuola. A causa del t em po che i rag azzi pass ano a scuola, l a scuol a si configura t ra le agenzi e che esercit ano una fort e influenza sull a s ocial izzazi one al genere. Ess a ri ves te un grande int eresse perché riguarda una fase del l a vit a in cui è parti col arment e urgent e l a pressione sull a cost ru zione s oci al e dell a mascoli nit à o m egl io, l a codi fi cazione soci ale dell a sua virili tà e l a cost ruzi one s oci al e dell a femminili tà84.

Le aspett ati ve che gli ins egnanti nut rono nei confronti di mas chi e fem mine sono pres soché uguali; nonostante c iò vi ene attribuit a una maggiore att enzione all a componente m aschil e e ci ò può avere un effett o negati vo perché non fa altro che rinforzare nel m as chio il proprio s ens o d’importanza.

Infine il gruppo dei pari che rappresenta il terzo agent e di soci al izzazione al genere. M edi ant e la rel azione, il confronto ed i rapporti con gli alt ri , bam bini e bambine , ragazzi e ragazze, acquisi scono l a capacit à di rapport arsi e rel azi onarsi , indi viduano le loro capacità e apprendono abili tà e atteggi am en ti specifi ci dell a propri a cultura. In t ali atti vit à si ril eva da parte dei mas chi etti una grande manifes tazione di tutt a la loro forza e il loro pot ere sull e femmi ne, quas i sem pre fiss ando es si dei metodi

e dell e di rett ive da osservare nello svolgi ment o dell e atti vit à.

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Ivana Padoan e Maria Sangiuliano, (a cura di), Educare con differenza. Modelli educativi e pratiche formative, Rosenberg&Sellier, 2008.

56 2.4 Per una educazi one di genere

Giochi e gi ocattoli

Chi può fare e deve fare qual cosa per l avorare s ugli stereoti pi, è s enz a ombra di dubbio l’educazione. Non può essere acquisita maggiore uguagli anz a, s e non att ravers o la partecipazione attiva dell e gi ovani generazi oni e senza importanti cam bi am enti nell a cult ura che defi nis ce e sorregge i ruoli .

Da quant o os servat o sin qui si può rilevare che esi ste un forte pot ere nel far si che gli alt ri di ventino ci ò che da loro ci si as pett a.

Un aspet to es se nzial e dell ’evoluzione , che cont ribuisce al la maturazione, alla socializzazione e allo sviluppo dell’attività affettiva e mentale, è il gioco. Osservando gli altri e imitandoli nell’attività ludi ca, i ragazzini acquis tano una buona conos cenza dell a realtà circostant e , fis ica e s oci al e, che viene organizzata e raccontata, in parti col are per mez zo del gi oco simboli co o di finzi one.

Nel gioco i l bambi no non proi ett a sol o le i denti ficazioni con le figure parent ali o con l e al tre persone che es ercit ano un parti col are fas cino, ma anche identi fi cazioni con personaggi immagi nari rappres ent ati dai giocatt oli st es si, att raverso i quali è pos sibile ott enere l a grat ifi cazione di desi deri che altri menti rim arrebbero inespressi.

La t endenz a al gioco è innat a , ma il m odo in cui il gioco si esprim e, le sue regol e e i suoi oggetti, s ono frutto di una det ermi nata cultura e degli stereotipi s ess u al i da quest a vei colati rel ativam ente ai ruoli soci ali.

I gi ocatt oli, in quanto prodotti da adulti che s i rivol gono ai bam bini, non hanno in sé alcuna aura di purezza e di i nnocenza; com e l a l ett eratura per l’infanzia, anch’essi rivelano ai bambini una rea ltà in miniatura o trasfi gurata o deformat a, al m aschil e o al femm inil e. A part ire da quest a condizione, il giocat tolo vive un doppio senso: quel lo che gli attri buis ce l’adulto che lo acquista e lo dona al bambino, e quello del bambino che lo riceve e che fa vivere (e mori re) quell ’oggett o nell a sua fant asia.

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La m aggior parte dei gi ocatt oli i n commerci o è concepit a in vist a dei diversi ruoli e dell e divers e aspett ative rel ative ai maschi e alle femmine, fin dai format pi ù el em ent ari.

Tra i giocattoli dei mas chi dominano oggetti ri cchi di informazioni l at enti sugli aspett i geom et rici e fi si ci del mondo e s ull e regole che defini scono l a possi bilit à aggregati ve dei vari pezzi. Molto diffusi poi, sono i giocattoli in vari o modo ispi rati all a guerra, o agli ero i super pot enti, o all e prove iniziatiche. Valorizzano la competizione e l’aggressività: avere il controllo, avere il potere, conquist are, comandare.

I giocattoli per le femmine s ono più frequentem ente oggett i da accudi re, capaci di indurre un att accam ento personal e ed em otivo. Sono m eno incoraggiate a ess ere creati ve, a fare e a cost rui re , a prendere il cont rol l o del loro ambiente: si prevede che ci si a qual cun alt ro a farl o per loro.

Uno studio del 2009 della ri vist a scientifica “Sex Roles”, che si o ccupa di ricerca in psicologia, ha afferm ato che il 31% di tutti i gi ochi realizzat i per le femminucce riguarda il concetto di “apparenza” (trucchi in plastica, vest iti da princi pess e, ecc.), m ent re il 46% dei giochi da maschi ett o fanno appello a “tratti” e “at tività” (il piccolo chimico, palloni, ecc.). Ess enzi alm ent e, conclude l a ri cerca, i gi ochi disti nti per genere (sessual e) insegnano ai bambi ni a definire una bambina sulla bas e del suo as petto, ment re un bam bino s ulla bas e dell e sue azioni85.

Già nell a prim a infanzia si impara a chi edere i gi ocatt oli “gius ti” , consapevoli che quelli s bagli ati, cioè quel li che non rispettano gl i stereotipi dei ruoli , saranno negati nell a quasi total ità dei casi . Le bam bin e e i bambi ni s ono inoltre m aggiorment e accett ati nei g ruppi s e giocano con i giocattoli “adeguati” al proprio sesso. Il desiderio di accettazione, la vogli a di continuare a giocare e i l timore di reazi oni negative rappresent ano i fattori di motivazione che contri buis cono a det ermi nare l a scelt a di un gi oco o di un altro.

Anche nell e pubbli cità che raffigurano i pi ccoli m aschi , il corpo è uno strum ento per fare, e l e attivit à rappresent at e fornis cono soddis fazi one in

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sé e per s é. P er l e bam bine i nvece il corpo è st rum ento per appari re , e l a grati ficazione che ne può ricavare deriva da uno s guardo esterno, im pli ca un pubbl ico.

I giochi che vengono proposti ai bambini fin dall a pi ù tenera et à, rappresent ano un chi aro m ezzo d i nform azione, attese e mess aggi fortemente st ereotipati. Vi sono vari e ricerche che dim ost rano, ad es em pio, che l e bam bine giocano in m ani era più cooperativa quando s ono inserit e i n gruppi escl usivam ente al femmi nil e, piuttosto di quando sono i n gruppi misti86.

In egual modo si può oss ervare che i m as chi etti s ono s pronati a giocare all’aperto, mentre le femmine in luoghi chiusi con attività nettamente differenzi at e: ai bambi ni si propongono att ivit à m ilit ares che o che richi edono di es pri mere un at teggi am ent o aggres sivo e combatt ente, ment re all e bambine vengono propost e att ività s imbolo per l ’espress ione di gentilezz a, cort esi a, propensione verso gli al tri e t endenza al prendersi cura87.

Le fiab e

“Esiste un mondo abitato da forti cavalieri, colti scienziati e padri severi, ma anche da madri aff ett uose e pr emuros e , cas alinghe appagat e, fattucc hi er e e pri ncipess e; in questo stes so mondo i bambini s ono autonomi , audaci e disp ettosi mentr e l e loro coet anee , bionde e carine , vestono di r osa, s ono i struite e compiacenti , a tratti pettegol e e pret enzios e . Tal e mond o fantasti co è quello con cui si c onfrontano quoti dianament e i bambini e l e bambi ne che fr equentano le s cuol e , quando leggono l e st ori e r a ccolt e nei t esti ”88.

Biem m i Irene

86 Margaret L. Andersen, Howard F. Taylor, L’essenziale di sociologia, Zanichelli 2004. 87

Ivi, pag. 229.

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www.misurafamiglia.it/.../maschi-e-femmine-nelle-favole-e-nelle-storie-gli-stereotipi-di-genere-nella- letteratura-per-l’infanzia/.

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La fi aba costit uis ce quell a dim ensi one in cui hanno luogo le stori e che raggiungono il mondo imm agi nario e fantas tico dei bambini e dell e bam bine. R accont ano stori e ed event i att ravers o un lin guaggi o met afori co e fi gurat ivo di facile comprensi one , facilit ando gli avvenimenti , gli episodi e i personaggi affidando quell e che sono l e vere difficolt à dell a vita a dell e situ azioni stereoti pate, distinguendo chi aram ente cos a rappresent a il bene e il m al e89.

Fiabe e racconti fantasti ci atti ngono ad archeti pi mill enari e a m et afore dell a condizione um ana: per questo hanno un valore che ne tras cende l a stori cit à.

Le fi abe popol ari t radizionali rifl ett ono però anche i l sist em a pat ri arcal e in cui sono st ate concepit e, quell o che s ancis ce una net ta s eparazi one di genere per i ruoli dei pers onaggi e per l a l oro rappres ent azione.

Quasi sempre al cent ro dell e fi abe si t rova un val oroso e d audace eroe che scegli e di i ns egui re i propri sogni e l e proprie ambizioni allontanandosi dal proprio am bient e, andando cont ro la volont à dell a facolt osa fami glia, iniziando così un’avventura in un mondo ignoto e incantevole. Nel suo cammino i ncont rerà i nfi nit e odiss ee, com batt erà e affront erà con s uccess o prove di ffi cili ssim e per cons egui re i propri s copi; all a fine riceverà una grande ricompensa: t roverà l ’amore, l a ri cchezza e l a s erenit à e un giorno diverrà re, un uomo compi uto e com pl et am ent e realizz ato. A quest o st ato di cos e è da comparare l a situazione dell a cont ropart e fem minil e per l a quale è di ffi cil e, per non dire impossi bi le, ess ere l ’ideat rice del propri o dest ino con l a st ess a abili tà90.

I re offrono belli ssi me principes se i n sposa a chi si m o st rerà più abil e nel superare di ffici li prove.

L’eroina è bella, obbediente, docile e sottomessa; è spesso vittima di una figura pi ù forte , sol i tam ent e l a m at rigna. All a bell ezza vengono associ at e gentilezza, bontà d’animo e dolcezza; alla bruttezza crudel tà, perfidia e invidia. L’eroina ha un ruolo passivo: viene scelta dalla figura maschile, in

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www.slideshare.net/.../gli-stereotipi-di-...elle-fiabe-1069102.

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genere un pri nci pe, per la sua bellezz a e per l a sua bont à. Le sue peri pezi e non trovano soluzione che nell’intervento dell’eroe. Se è povera, eleva il suo st atus s oci al e grazie al mat rim onio; se è ri cca, lo m anti ene spos ando un uomo di pari scala s ocial e. Col ei che risponde a questi canoni vi ene ricompensat a da un final e feli ce; chi invece si m ost ra ambiziosa, energi c a e ribell e, vi ene i n qual che modo eli minat a.

Di certo non c’è ni ent e di mal e nel sognare e nel fantasti care, m a va ricordato che per qualsi asi bambina possono ess erci sogni e fant asi e migliori piuttosto che voler essere solo bella e principessa, o che l’unico fine possi bil e si a diverso da l m atrimoni o91.

“Sono donne passive, unicamente occupate dalla propri a bellezza, decisament e inett e e incapaci…, l ’una una bana l e ochetta che accet ta l a prima mela che le viene offerta, l’altra il prototipo delle virtù domestiche, dell’umiltà, della pazienza, del servili smo, del sottosviluppo della coscienza”92

. Elena Gianni ni B elotti non us ava m ezzi t erm ini per

descrivere l e protagonis te femm inili dell e fi abe com e Biancaneve e Cenerentol a.

Biancaneve scacciat a e minacciata, trova ospit alit à da dei nani che vivono nel bosco e per contraccambi are l a loro disponibilit à, s vol ge le faccende dom esti che in cas a loro m ent re sono fuori per l avoro. Biancaneve però riesce a m ett ersi nei guai m angi an do una mela avvel enat a che le vi en e offert a da una fores tiera e a s al varl a s arà un uomo, il sognato Pri ncipe Azzurro grazi e al qual e assumerà i l ruolo di m ogli e -regi na.

Anche nell a favol a di Cenerentol a l e cose non s ono poi così t ant o divers e. Cenerentol a i ncarna il modell o dell a schi ava-cas alinga , e non ha coraggio ne dignit à per fare un passo verso l’us cit a da una tal e sit uazione insostenibile e indecorosa. Accetterà l’aiuto che le verrà donato da un uomo: il P rincip e Az zurro93.

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Graziella Priulla ( a cura di) C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole, Franco Angeli, 2013.

92 Elena Giannini Belotti (a cura di), Dalla parte delle bambine. L’influenza dei condizionamenti sociali nella

formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita, Feltrinelli economica, 1973.

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www.misurafamiglia.it/.../maschi-e-femmine-nelle-favole-e-nelle-storie-gli-stereotipi.di.genere-per- l’infanzia/.

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Nel la B ell a Addorm ent at a nel Bosco, Aurora aspett a il pri ncipe dorm ento cento l unghiss imi anni, perché non sa vi vere senza di lui . M a con t utto un mondo fuori da vedere e conoscere, perché dormire cent’anni? Per non contare poi i doni dell e fatine madrine, la bell ezza e il cant o ma di certo non un cervello che funzioni .

Nel la st ori a di C appuccetto Rosso l a madre dec i de i rres pons abilm ente di spedire dall a nonna Cappuccett o Rosso, ma per arrivare l a piccol a deve att ravers are il bos co. Durant e il tragitt o Cappuccetto incont rerà un lupo

affamato e sarà l’arrivo dell’uomo -cacciatore coraggioso a salvarla94

.

Oggi , a quasi q uarant’anni di dis tanza, le eroine dei fum etti s on o tornat e a ess ere concent rate s ulla bell ezza e sul la s eduzi one ; le rivist e per l e ragazze propongono t est sent iment ali e consi gli su com e t ruccarsi, m entre nei libri scol as tici le m amm e continuano ad accud ire l a cas a per padri e fratel li . Dalla metà degli anni Novanta in poi c’è stata una graduale re -gen- derizati on, un ritorno all e specifi cit à di genere nell a produzione e diffusi one di giocat toli , programmi t el evis ivi, libri, film e cart oni . I modelli anti convenz ionali fanno fatica ad affermarsi , più adess o che quarant’anni fa.

Nient e ari a nuova, solo l a ri pet izione di modell i mol to vecchi i n vesti appare nt em ent e divers e95. Non c’è ni ent e di mal e a proporre model li di

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