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L’agrobiodiversità: patrimonio delle risorse genetiche vegeta li e animali di un territorio

TERRITORIO, PRODOTTI, QUALITA’ E AGROBIODIVERSITA’

2.1 L’agrobiodiversità: patrimonio delle risorse genetiche vegeta li e animali di un territorio

Uno dei caratteri distintivi dell’identità italiana, riconosciuto anche a livel- lo internazionale, è il grande e diversificato patrimonio culturale e paesaggistico del paese. Questa varietà si compone anche della complessità e della ricchezza dei beni agroalimentari e tradizionali tipici, frutto di vocazionalità territoriale, di condizioni geo-climatiche favorevoli, della sedimentazione di pratiche e tradizioni storiche e culturali millenarie. Le condizioni geomorfologiche, i differenti paesaggi agrari, le diverse modalità produttive e la grande cultura agricola del nostro paese hanno prodotto nel tempo l’estrema varietà – e la fama internazionale - dei nostri prodotti agroalimentari.

Negli anni l’agricoltura italiana ha subito profonde trasformazioni e innova- zioni, e l’introduzione di forme di produzione intensiva, specie a partire dal secondo dopoguerra, ha favorito il rapido diffondersi di cultivar e razze animali nuove. Molte varietà e razze locali sono state sostituite da altre caratterizzate da maggiore pro- duttività e adattabilità, in linea con le nuove esigenze dei mercati. Le progressive trasformazioni della società e dei consumi hanno determinato l’industrializzazione dei processi agricoli e un nuovo modello produttivo che ha avuto conseguenze e impatti sull’ambiente e sul territorio. In particolare le problematiche maggiori si sono concentrate sulla perdita di sistemi agricoli e forestali, sulla perdita di razze e cultivar locali, sulla rarefazione del patrimonio di conoscenze e culture rurali15.

Nel giro di pochi anni si è assistito al preoccupante depauperamento dell’enorme

15 Si stima che solo nell’ultimo secolo più di ¾ di tutte le colture alimentari conosciute si sono estinte. Con queste si è perduto non solo il loro valore alimentare ma anche la loro influenza sulla cultura e sul paesaggio del quale facevano parte come elemento caratterizzante (documenti di accompagna- mento al Trattato Risorse Genetiche Vegetali - RGV sottoscritto in ambito FAO).

varietà di produzioni agricole locali e di Agrobiodiversità inteso come patrimonio delle risorse genetiche vegetali e animali utilizzate dall’uomo e da questo coltivate per diversi usi. La diversità biologica in agricoltura che è definita come un sottoin- sieme della diversità biologica generale16 non rappresenta dunque una tematica di

stretta pertinenza ambientale ma riguarda strettamente anche il settore primario. La perdita di agrobiodiversità si traduce anche nell’erosione genetica17, a

livello di specie e cultivar locali, che colpisce i diversi agro ecosistemi, già forte- mente minacciati dal peso dell’antropizzazione, dell’inquinamento atmosferico, dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva. L’allarme della perdita di diversi- tà biologica (naturale e agraria) viene messa a fuoco negli anni Novanta18 e con il

tempo cresce nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica mondiale19 e il 2010 è

stato indicato dall’ONU come l’Anno internazionale della biodiversità con celebra- zioni in tutto il mondo finalizzate a stimolare l’inversione di tendenza rispetto alla perdita di patrimonio genetico mondiale.

L’emergenza “erosione genetica” è stata colta, già da alcuni anni, anche a livello di politiche centrali e locali e si assiste oggi ad una rinnovata attenzione per le razze e le cultivar autoctone che è dimostrata dal prolificare di azioni e sostegni finalizzati alla conservazione, salvaguardia e tutela del patrimonio genetico tipi- co20, alla reintroduzione di cultivar e razze locali che nel tempo si sono adattate

all’ambiente in cui vivono21. Questo progressivo interesse coinvolge naturalmen-

te anche le politiche pubbliche in campo agricolo e di sviluppo rurale. L’esigenza di tutela e conservazione della biodiversità – con marcata attenzione per quella

16 La biodiversità si compone di: diversità genetica, intesa come diversità dei geni entro una specie, diversità di specie, come numero delle specie presenti in un ambiente e diversità degli ecosistemi presenti sul pianeta (RRN - la biodiversità in Italia in http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/Serve- BLOB.php/L/IT/IDPagina/411/UT/systemPrint).

17 Per erosione genetica si intende la perdita di diversità genetica all’interno e tra popolazioni di una stessa specie o la riduzione della base genetica di una specie.

18 Nel 1994 in Italia viene ratificata la Convenzione di Rio de Janeiro (legge n. 124/94), tra il 1996 e il 2008 si succedono vari tentativi di definire un Piano Nazionale sulla Biodiversità, nel 2008 viene deli- neata la Strategia Nazionale sulla Biodiversità, nel 2010 viene istituzionalizzata la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc per la compilazione delle linee guida del Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agricolo (PNBA) e a fine 2010 vengono stilate le prime linee guida per la conservazione dell’agrobiodiversità vegetale, animale e microbica.

19 La Convenzione sulla Diversità Biologica viene adottata a Nairobi nel maggio 1992.

20 Le più ricorrenti sono azioni di conservazione ex situ (banche del germoplasma) e in situ (in campo) di specie minacciate dall’estinzione.

21 Decreto Legislativo 29 ottobre 2009, n. 149 “ Attuazione della direttiva 2008/62/CE concernente de- roghe per l’ammissione di ecotipi e varietà agricole naturalmente adattate alle condizioni locali e regionali e minacciate di erosione genetica, nonché per la commercializzazione di sementi e di tuberi di patata a semina di tali ecotipi e varietà. (09G0166)”.

agraria - riguarda prevalentemente aspetti di sostenibilità ambientale ma a que- sta è fortemente collegata la consistente rilevanza economica, sociale e culturale delle produzioni agricole e zootecniche tradizionali, testimoniata dall’interesse del consumatore verso prodotti a connotazione locale, capaci di innescare percorsi di sviluppo di piccole economie, con benefici territoriali diffusi.

Mantenere e tutelare l’agrobiodiversità riveste dunque un ruolo che non è solo e strettamente “ambientale” ma coinvolge diversi aspetti: fondamentale per la nutrizione e la salute (Sicurezza alimentare e nutrizionale, riduzione della di- pendenza esterna in campo alimentare, fonte di prodotti per uso medicinale, cibi migliori), per la generazione di nuovi redditi (Diversificazione di prodotti, opportuni- tà di reddito e di lavoro attraverso la riscoperta di tradizioni), per migliorare la fun- zionalità degli ecosistemi (riduzione dell’impatto di pratiche agricole, introduzione di processi di sostenibilità per i sistemi agrari, azione sulla conservazione, sulla fertilità e sulla salute dei suoli, conservazione della diversità delle specie). Infine, non si può prescindere dagli aspetti culturali: tutelare l’agrobiodiversità permette, attraverso la riscoperta della produzione di cultivar e razze tipiche, il mantenimen- to cultura/tradizioni/identità22.