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Tutela della biodiversità agraria e sviluppo produzioni tipiche di qualità: alcuni esempi regional

TERRITORIO, PRODOTTI, QUALITA’ E AGROBIODIVERSITA’

2.4 Tutela della biodiversità agraria e sviluppo produzioni tipiche di qualità: alcuni esempi regional

A sottolineare l’importanza della conservazione di cultivar e razze locali, il mantenimento della biodiversità agraria e il suo collegamento diretto con le produ- zioni tipiche di qualità si riportano alcuni esempi regionali capaci di esplicitare in maniera immediata il legame tra esigenze di tipo produttivo, ambientale e socioe- conomico.

Il collegamento tra tutela della biodiversità e valorizzazione di prodotti di qualità è immediato nei prodotti regionali a presidio Slow Food28. Dal 1986 la Fonda-

zione Slow Food per la Biodiversità Onlus sostiene e promuove un’agricoltura so- stenibile, rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni dei territori rurali. Per questo, tra le sue iniziative, ha istituito i Presìdi, degli esempi virtuosi di economie di nicchia

27 Dati Centro Studi Unioncamere di Basilicata.

28 I presidi Slow food in Basilicata sono: Caciocavallo podolico della Basilicata, Pezzente della monta- gna Materana, Melanzana rossa di Rotonda ed oliva infornata di Ferrandina.

di prodotti agroalimentari provenienti da piccole comunità territoriali e da piccoli produttori. In tutta Italia ve ne sono 177 di cui 4 in Basilicata. In genere, per i prodot- ti ortofrutticoli, si tratta di cultivar locali che si stavano estinguendo e che grazie al riconoscimento e tutela sono stati rilanciati allontanando il rischio di estinzione; la stessa attenzione Slow food la concentra sui “piatti” e sui prodotti della tradizione, che si stanno estinguendo per la perdita di conoscenze e procedimenti tramandati.

In Basilicata, in particolare, questo è avvenuto con la Melanzana Rossa di Rotonda che è tutelata come Presidio Slow Food, quale esempio di biodiversità da proteggere e conservare; è’ una varietà di origine etiopica (Solanum aethiopicum) che cresce solo nella Valle del Mercure, nel Parco Nazionale del Pollino. Per le sue particolarità (è poco versatile rispetto alle melanzane che solitamente si acquista- no nei mercati) e le difficoltà di commercializzazione la sua produzione si stava per- dendo, rimanendo circoscritta a poche famiglie che per tradizione ne conservavano la coltivazione. Grazie all’intervento di Slow Food la rilevanza data a questo prodotto è cresciuta e con essa la produzione. La Melanzana rossa di Rotonda viene prodotta e commercializzata, come prodotto fresco e trasformato ed è diventato il prodotto simbolo dell’area in cui si produce. Oggi la Melanzana Rossa è l’unica melanzana in Italia a fregiarsi del marchio Dop.

Altro esempio di legame diretto tra agrobiodiversità locale e produzioni di qualità in Basilicata è costituito dal Caciocavallo Podolico29. Il Presidio del Cacio-

cavallo Podolico della Basilicata nasce per opera dell’Anfosc, l’associazione che riunisce i produttori di formaggio che allevano gli animali al pascolo. L’azione di sostegno e il riconoscimento del Presidio ha l’obiettivo di riattivare la filiera produt- tiva: incrementare l’allevamento della vacca di razza Podolica in Basilicata come razza dalla doppia attitudine, carne e latte; mettere a disposizione degli allevatori- produttori un caseificio e attrezzare le grotte per stagionare i caciocavalli. Ma per fare tutto questo occorre che le vacche Podoliche ottengano le quote latte necessa- rie per mettere a norma la produzione e la commercializzazione del caciocavallo, rendendo utile e profittevole l’allevamento.

Un altro esempio è dato dal pecorino di Filiano che deve la sua qualità al processo di trasformazione tradizionale, alla razza autoctona delle pecore utiliz- zate per la mungitura, alle rinomate qualità e varietà delle erbe del pascolo che conferiscono al prodotto le specifiche qualità organolettiche. La razza autoctona utilizzata per la produzione è la merinizzata che ha trovato canali di valorizzazione differenti anche per le sue carni (si veda ad esempio il conferimento del marchio

d’area “Agnello delle dolomiti lucane”)30. La storia di tre Fagioli rinomati, il fagiolo

di Sarconi (IGP dal 1996) prodotto nell’area della Val d’Agri, il fagiolo poverello e il bianco di Rotonda, prodotti nell’area del Parco Nazionale del Pollino completa- no questo brevissimo e non esaustivo panorama regionale che rende esplicito il collegamento tra conservazione delle varietà locali, promozione dell’agricoltura di qualità e sviluppo socioeconomico del territorio.

“I produttori delle eccellenze agroalimentari lucane, forti di una terra incon- taminata e di cibi genuini, hanno fissato la tradizione agricola ed eno-gastronomica sotto l’egida dei marchi europei di qualità e delle regole di precisi disciplinari di pro- duzione. Questo fa in modo che la scelta dei prodotti lucani sia anche una maniera per gustare al tempo stesso passato e futuro di una terra”31.

Questo è il messaggio di presentazione che l’ALSIA Agenzia Regionale per lo sviluppo Agricolo fa, sulla home page del sito www.alsia.it dei prodotti tipici lucani, caratterizzando le produzioni tipiche rispetto a valori quali la qualità, la genuinità, la valenza ambientale di una terra incontaminata, la capacità di veicolare anche la cultura e le tradizioni millenarie di una regione. Il collegamento con la biodiversi- tà agraria locale è molto stretto e l’ALSIA, da sempre molto attenta alle esigenze di conservazione e recupero dell’agrobiodiversità e del patrimonio locale, ha con- dotto diverse azioni finalizzate al recupero di ecotipi e varietà locali - fortemente caratterizzanti la cultura dei luoghi - soggetti ad erosione genetica che altrimenti sarebbero andate incontro all’estinzione. Due tra le azioni più significative riguar- dano il recupero dell’Arancia Staccia ed il repertorio di Agrobiodiversità del Pollino. La prima riguarda un progetto che prevede diversi interventi di tutela, recupero e valorizzazione di ecotipi locali, tra cui anche il pero e il percoco, condotti dall’Alsia di Metaponto – Azienda sperimentale Pantanello. Il progetto Valautocto, finanziato inizialmente dal Mipaaf e poi proseguito nell’ambito delle attività proprie dell’Alsia, ha permesso di recuperare 12 ecotipi32 alcuni dei quali con caratteristiche produt-

tive e pomologiche interessanti e tra le quali, in campo agrumicolo, spicca appunto la varietà Staccia. La coltivazione degli agrumi in Basilicata ha origini molto antiche nelle valli dei fiumi Agri e Sinni c’è stata una diffusa coltivazione di aranci con la selezione di ecotipi locali molto utilizzati ancor oggi dalla popolazione in quanto fa- centi parte del patrimonio culturale e gastronomico locale. La Staccia è una varietà

30 Per una descrizione di questa esperienza si veda il successivo Capitolo 3 31 http://www.ssabasilicata.it/CANALI_TEMATICI/Educazione_alimentare/

32 Carmelo Mennone, atti del IV CONVEGNO NAZIONALE PIANTE MEDITERRANEE di Nova Siri (MT), 8-10 Ottobre 2009.

molto particolare: ha una forma oblata e schiacciata ai due poli, una buccia grossa, senza semi ed ha un peso medio molto elevato intorno ai 300g per frutto. Quest’ul- tima caratteristica la rende poco attraente per il mercato che cerca pezzature più ridotte e per tale ragione questa varietà viene gradualmente rimpiazzata da al- tre più facilmente commercializzabili. Negli ultimi anni sono state censite sparute piante, appartenenti a diversi agricoltori e non vi era una coltivazione apprezzabile tanto che il rischio erosione genetica era diventato elevato. L’azione di tutela pro- mossa dall’Alsia ha visto, oltre ad azione di studi e analisi, la creazione di un campo catalogo presso l’azienda sperimentale del metapontino, unitamente ad azioni di valorizzazione economico-produttiva: dal 2006 si è attivato infatti un progetto per la creazione di un Consorzio, con lo scopo principale di richiedere la tutela e il ricono- scimento comunitario della DOP.

L’altro progetto interessante condotto dall’Alsia del Pollino ha previsto la re- alizzazione di un censimento sul patrimonio di agrobiodiversità del Parco Nazio- nale del Pollino, indagando in particolare sulle cultivar tipiche ancora presenti o a rischio di estinzione in un’ottica di conservazione, recupero e valorizzazione. Il lungo lavoro di ricerca e mappatura delle risorse genetiche di interesse agricolo del Parco Nazionale del Pollino33 ha riguardato agli alberi da frutto, le ortive e i cereali.

Lo scopo del progetto è quello di favorire lo sviluppo agroalimentare, forestale e ru- rale, compresa una mappatura completa dei prodotti tipici del Parco. Il monitorag- gio della biodiversità di interesse agricolo, basato sull’applicazione del metodo ge- ografico e aggiornato con tecnologie informatiche34, ha consentito la produzione di

una banca dati e di mappe che rappresenteranno uno strumento di localizzazione e monitoraggio di entità vegetali di grande valore per lo sviluppo rurale, in alcuni casi con elevato grado di vulnerabilità (in questi casi si prevede l’intervento con azioni di moltiplicazione e conservazione del germoplasma in aziende sperimentali o pres- so aziende custodi della rete di conservazione locale). La finalità socioeconomica è chiara: una volta effettuata la mappatura si prevede anche la sensibilizzazione della popolazione e la promozione dell’uso di cultivar autoctone, riscoprendone le caratteristiche e promuovendone la produzione. Il progetto, in definitiva, coniuga esigenze di conservazione e tutela con esigenze di sviluppo socioeconomico del- le aree interne in una logica che parte dalle specificità colturali e si traduce nel mantenimento di specificità culturali e di identità dei territori, valori oggi al centro dell’attenzione comune.

33 Per approfondimenti sul progetto di ricerca si veda il portale dedicato: www.biodiversitapollino.it 34 Il progetto ha visto la collaborazione del CNR sezione di Bari

CAPITOLO 3