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I PRODOTTI DI QUALITA’ IN BASILICATA: STORIA, IDENTITA’, TRADIZIONE E SVILUPPO

4.1 Qualità e tipicità nel contesto Lucano

I sistemi di produzione dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), caratterizzati dal forte legame tra prodotto e territorio, non dipendono da variabili unicamente economiche, ma risentono dell’influenza di altri elementi e relazioni con il contesto produttivo quali le filiere di produzione, i sistemi locali, i distretti ecc.. ovvero unità inserite in una rete di relazioni, in cui un ruolo importante deve essere svolto da soggetti associa- tivi e consorziati44.

Alla tipicità sono legati diversi effetti e condizionamenti di natura economica, primo fra tutti la correlazione tra vincoli di produzione e costi. Il rispetto del disci- plinare di produzione implica, a livello d’impresa e di filiera, un aggravio dei costi di produzione dovuti al rispetto di vincoli quali: il divieto o l’obbligo di impiego di determinati mezzi tecnici, l’esecuzione manuale di specifiche fasi produttive quali raccolta, selezione, o trasformazione, ed ancora i costi fissi e variabili legati ai si- stemi di controllo e di certificazione. Si comprende, quindi, come per un’impresa la produzione tipica certificata rappresenta un aumento della complessità di gestione ed un innalzamento dei costi che devono essere sostenuti da un reale sbocco di mercato45. In altre parole il produttore deve trovare la sua convenienza economica

nel produrre prodotti di qualità con certificazione.

L’obiettivo di questo lavoro, viste le difficoltà che l’offerta di prodotti tipici lucani mostra negli ultimi anni, è quello di verificare lo stato attuale e le poten- zialità delle produzioni certificate della regione Basilicata (DOP/IGP/DOC/DOCG). L’analisi, inoltre, è finalizzata a comprendere qual è, e quale potrebbe essere l’im-

44 Fonte: NOMISMA (2001): VIII Rapporto sull’Agricoltura Italiana “Prodotti Tipici e Sviluppo Locale” 45 Fonte: NOMISMA (2001): VIII Rapporto sull’Agricoltura Italiana “Prodotti Tipici e Sviluppo Locale”

patto socioeconomico di questi prodotti, l’attuale commerciale a livello nazionale ed estero, e quale contributo possano dare allo sviluppo del territorio, come fattori di attrattività e di qualificazione dell’offerta, capaci di valorizzare le aree rurali46.

Tabella 4.1 - Le “funzioni” economiche dei modelli di produzione tipici

Minacce - Vincoli Opportunità

Impresa

Maggiori costi di produzione delle materie prime Maggiori costi di trasformazione

Costi del sistema di controllo e certificazione e delle azioni di tutela

Costi di promozione, commercializzazione e tutela giuridica del prodotto

Nuovi segmenti di domande interna Nuovi mercati geografici

Maggiori garanzie di reddito

Sfuggire alla concorrenza internazionale

Sistema

Nuovo approccio allo sviluppo locale

Necessità di coordinamento di filiera e di sistema economico locale

Condivisione territoriale di indirizzi e strategie Limiti di spesa nei consumi delle famiglie

Sviluppo indotto economico Sviluppo indotto occupazionale

Sinergie intersettoriali per lo sviluppo locale Conservazione identità storico-culturale Garanzia nella salubrità degli alimenti Tutela della biodiversità

Fonte: VIII Rapporto Nomisma sull’Agricoltura Italiana

Per tale motivo l’indagine condotta sui prodotti certificati lucani è quali- quantitativa, evidenziando dati economici e strutturali, informazioni sulle prospet- tive di crescita e sulle criticità esistenti utilizzando come fonte i Consorzi di Tutela, i produttori e gli Organismi di Controllo.47 I risultati ottenuti forniscono anche spunti

per delineare possibili linee strategiche e politiche a favore del rilancio e della va- lorizzazione dei territori a partire dalle loro produzioni di eccellenza.

L’analisi delinea la situazione attuale delle produzioni DOP/IGP della Basi- licata attraverso gli andamenti produttivi e commerciali degli ultimi cinque anni. Per ogni singolo prodotto a denominazione (Tab.4.1) i risultati dell’indagine sono sintetizzati sia nelle dinamiche produttive e di mercato, sia negli elementi di carat- terizzazione collegati alla storia ed al territorio di produzione.

46 Fonte: NOMIMSA (2001): VIII Rapporto sull’Agricoltura Italiana “Prodotti Tipici e Sviluppo Locale” 47 Fonte: NOMIMSA (2001): VIII Rapporto sull’Agricoltura Italiana “Prodotti Tipici e Sviluppo Locale”

Tabella 4.2 - Elenco delle Produzioni Lucane a Marchio Europeo

Prodotti DOP/IGP della Regione basilicata

Denominazione Numero Regolamento

CEE/CE/UE

Data Pubblicazione sulla GUCE/GUUE

Caciocavallo Silano DOP Reg. CE n. 1263 del 01.07.96 Reg. CE n. 1204 del 04.07.03

GUCE L. 163 del 02.07.96 GUCE L. 168 del 05.97.03 Canestrato di Moliterno IGP Reg. UE n. 441 del 21.05.10 GUUE L. 126 del 22.05.10 Fagiolo di Sarconi IGP Reg. CE n. 1263 del 01.07.96 GUCE L. 163 del 02.07.96 Melanzana Rossa di Rotonda DOP Reg. UE n. 624 del 15.07.10 GUUE L. 182 del 16.07.10 Pane di Matera IGP Reg. CE n. 160 del 21.02.08 GUCE L. 48 del 22.02.08 Pecorino di Filiano DOP Reg. CE n. 1485 del 14.12.07 GUCE L. 330 del 15.12.07 Peperone di Senise IGP Reg. CE n. 1263 del 01.07.96 GUCE L. 163 del 02.07.96 Fagioli Bianchi di Rotonda DOP Reg. UE n. 240 dell’ 11.03.11 GUUE L. 66 del 12.03.11 Olio Extravergine di Oliva “Vulture” DOP

Denominazioni in protezione transitoria (ai sensi dell’art. 5 del Reg. CE 510/2006) con D.M. 25/03/2005 pubblicato in G.U n. 78 del 5 aprile 2005 (Rettifica pubblicata in G.U. n. 142 del 21 giugno 2005).

Vini DOC/DOCG della Regione Basilicata

Denominazione Riconoscimento Pubblicazione G.U.

Aglianico del Vulture Superiore DOCG D.M. del 2/08/2010 G.U. del 13/08/2010 n. 188 Aglianico del Vulture DOC D.M. del 18/02/1971 - (Modificato dal D.M. 9 marzo 1987) G. U. del 22/05/1971 n 129 Terre dell’Alta Val d’Agri DOC D.M. del 04.09.2003 G.U. del 15.09.2003 n. 214 Matera DOC D.M. del 06 /07/ 2005 G.U. del 15/07/2005 n. 163 Grottino di Roccanova DOC D.M. del 24/07/2009 G. U. del 10/08/2009 n. 184

Fonte: Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

L’indagine ha interessato anche il sistema territoriale dei vini a Denomina- zione di Origine Controllata (DOC) della Basilicata (Tab. 4.1), che rappresenta uno dei settori produttivi più importanti tra quelli ad Indicazione Geografica. L’analisi è stata condotta attraverso i dati ufficiali degli Organismi di Controllo e una indagine sul campo che ha visto il coinvolgimento dei produttori48 delle filiere vitivinicole DOC

(viticoltori, vinificatori, imbottigliatori e distributori). L’indagine in campo è stata

realizzata attraverso interviste strutturate, mediante questionari sottoposti ad un campione di aziende con una lunga tradizione nel settore vitivinicolo e che produ- cono e commercializzano vini DOC con un proprio marchio.

Si è scelto di coinvolgere direttamente gli operati del settore per raccogliere un loro giudizio, una sorta d’auto diagnosi e valutazione, sulla situazione attuale, Contributo utile per delineare i fabbisogni e le proposte di strategie che esprime il mondo della produzione, comprendere i principali ostacoli alla commercializza- zione dei vini di qualità e cogliere le opportunità di sviluppo che percepiscono gli imprenditori.

4.2 I Prodotti ortofrutticoli DOP/IGP della Regione Basilicata

Il comparto ortofrutticolo della Basilicata comprende quattro prodotti certifi- cati: due IGP, i “Fagioli di Sarconi” e i “Peperoni di Senise”; due DOP, la “Melanzana Rossa di Rotonda e i “Fagioli Bianchi di Rotonda”.

In linea con le dinamiche del comparto ortofrutticolo nazionale, sul comples- so dei prodotti DOP/IGP anche quello lucano non ha un’elevata rilevanza economi- ca, a causa delle ridotte quantità di produzione. Ciò deriva dal fatto che i prodotti ortofrutticoli sono quelli maggiormente soggetti a minacce esterne (di tipo clima- tico e parassitario) che possono determinare in alcune annate casi di produzione certificata nulla a causa della scarsa qualità del raccolto. Altre volte la mancata certificazione o le esigue quantità di produzione certificata derivano dalla mancan- za di richiesta da parte del mercato di produzioni certificate49.

La struttura e l’economia del settore agricolo lucano sono estremamente deboli, i fattori più problematici sono: la frammentazione delle aziende agricole ed agroindustriali, l’invecchiamento della popolazione attiva in agricoltura, la limitata specializzazione degli addetti, le basse rese per ettaro e la mancanza di adeguate strutture di commercializzazione50.

Inoltre, il comparto agroalimentare ha dei tempi di risposta che sono, spes- so, più lenti rispetto a quella che è la rapidità di cambiamento del mercato, a causa anche dell’insufficiente innovazione tecnologica ed organizzativa di molte imprese

49 Fonte: Osservatorio Qualivita “Rapporto 2010 sulle produzioni agroalimentari italiane DOP IGP STG” 50 Fonte: Depino M. V. “Analisi di un comprensorio tipico dell’Appennino Meridionale: la montagna

potentina e proposte progettuali verso la plurifunzionalità” - Quaderni del Consiglio Regionale della Basilicata (26/11/2009)

agricole.51 Le principali criticità dei prodotti lucani a marchio comunitario sono,

quasi sempre, legate alle difficoltà di vendita di questi prodotti, per la scarsa co- noscenza del territorio lucano e dei suoi prodotti, soprattutto per quelli di recen- te riconoscimento, e agli elevati costi di produzione, difficilmente sostenibili dalle aziende della filiera. Di conseguenza buona parte del prodotto viene venduto spes- so non marchiato, soprattutto nei territori di produzione.

I prodotti orticoli DOP/IGP della Basilicata arrivano sul mercato al consumo soprattutto attraverso i negozi tradizionali specializzati, la ristorazione tipica e la vendita diretta sul luogo di produzione. Attualmente appare molto difficile il rap- porto con il sistema distributivo, ed in particolare con la grande distribuzione, alla quale occorre garantire la fornitura di volumi di prodotto che le imprese lucane non sono in grado di garantire.

La produzione di tali eccellenze lucane, caratterizzata da volumi produtti- vi spesso limitati, a causa delle problematiche sopra citate, evidenzia, comunque, nell’ultimo anno delle positività legate ai due nuovi riconoscimenti (la melanzana di Rotonda ed il fagiolo bianco di Rotonda), che hanno registrato le prime produzioni ufficialmente DOP, e alla maggiore affermazione e conoscenza sul mercato delle altre produzioni orticole lucane già certificate da più tempo, legate tutte, comun- que, ad una produzione di nicchia, a causa della limitata disponibilità dei quanti- tativi prodotti, che potrebbero esprimere al meglio le proprie potenzialità, come produzioni remunerative a condizione che:

• si proceda ad un potenziamento produttivo attraverso forme di aggregazione tra aziende;

• si definiscano standard qualitativi adeguati;

• si individuino strategie di comunicazione e commercializzazione adeguate che veicolino la qualità del prodotto e del territorio che lo produce;

• si potenzino le forme di commercializzazione dirette (filiera corta), integrate con una filiera del turismo, attraverso campagne di promozione di itinerari e percorsi enogastronomici;

• si creino occasioni di formazione per i diversi soggetti che operano nella filiera.

Una strategia a tutto tondo per la valorizzazione della produzione, di cui be- nefici anche il territorio nel suo complesso.

51 Fonte: Fortis M. – Mazzoni M. “Ricco menù di riconoscimenti” articolo tratto dal Dossier del Il Sole 24Ore del 04/10/2010