• Non ci sono risultati.

Alcuni aspetti della dinamica demografica in Piemonte

Renato Guarini

Le relazioni tra lo sviluppo della popola-zione e le sue componenti endogene ed esogene sono varie e complesse e possono essere esami-nate da molteplici punti di vista; è evidente quindi clic esse siano state e siano tuttora

og-getto di studio da parte di economisti,

demo-grafi, sociologi e politici.

In questa sede non sembra opportuno affron-tare problemi analoghi a quelli notissimi posti da alcuni studiosi relativi alla ricerca delle leggi che regolano lo sviluppo della popolazione ma ci si limiterà soltanto ad esaminare e ad analizzare una delle più importanti componenti della popolazione e cioè quella migratoria.

Allo stadio attuale di sviluppo economico-sociale del Piemonte tale componente assume un ruolo importantissimo nello studio degli aspetti demografici della regione sia in relazione all'in-fluenza diretta che essa ha nel promuovere lo sviluppo stesso sia in ordine agli effetti indi-retti ed agli squilibri economici sociali che essa può provocare.

Da ciò la necessità di disporre di attendi-bili e coerenti elementi sulla struttura e consi-stenza del movimento migratorio per un periodo osservazionale abbastanza lungo; invece, nono-stante i notevoli sforzi tecnici ed organizzativi del nostro organo ufficiale di statistica, tali dati non sono sempre disponibili a causa delle note-voli difficoltà di ordine obiettivo legate, so-prattutto, al grado di attendibilità e di coerenza delle fonti statistiche utilizzate.

La complessità del fenomeno migratorio, sia in ordine alle cause che lo determinano, sia agli effetti demografici ed economici che ne derivano, mette quindi in evidenza la indero-gabile necessità di effettuare una preliminare opera di ricostruzione ed analisi strutturale delle serie statistiche disponibili prima di af-frontare qualsiasi problema di previsione demo-grafica ed economica.

Inoltre tale analisi permette di integrare le statistiche, a carattere prevalentemente

ammi-nistrativo, oggi disponibili, in modo da otte-nere stime della popolazione « stabilmente resi-dente » nel senso cioè di quella popolazione determinata considerando non soltanto il mo-vimento migratorio anagrafico ma anche quei movimenti, dovuti soprattutto a motivi di lavoro, che, spesso, non si riescono a valutare con tali rilevazioni.

In questa nota si cercherà appunto di ef-fettuare un esame retrospettivo dei movimenti migratori da e per la regione piemontese per il periodo 1951-69 ed una ricostruzione della serie della popolazione ivi residente.

La ricerca effettuata può essere delineata prendendo le mosse dalle equazioni annuali dei bilanci demografici della popolazione.

Com'è noto, infatti, per ciascuna unità ter-ritoriale, sia essa regione, provincia o comune,

indicando con P (t0) la popolazione all'istante

t0 e con Sn (t0, ijJ ed Sm (t0, fx) il saldo naturale

ed il saldo migratorio globale nel periodo t0,

tx l'ammontare della popolazione all'istante 2X

è teoricamente espresso da

P (k) = P (t0) + Sn (t0, t,) + Sm (t0, tx) [1]

Ai fini di pervenire ad una popolazione il più possibile aderente alla realtà demografica dell'unità territoriale considerata occorre però analizzare dettagliatamente le singole compo-nenti dei due saldi.

In questa sede, in considerazione degli scoili prima illustrati della ricerca, ci si limiterà ad esaminare esclusivamente la componente mi-gratoria.

Ciò anche tenendo conto del fatto che, ai fini del calcolo di una popolazione « stabil-mente residente », le attuali fonti statistiche italiane, riescono praticamente a rilevare nella loro interezza le componenti del movimento naturale.

Il saldo migratorio interno globale Sm (t0,

(t0, tj) può, in primo luogo scomporsi, com'è

noto, nelle due componenti Si ed Se esprimenti,

rispettivamente, il saldo migratorio interno e quello estero, cioè:

... +-?jSt°'JJ. [2]

Nel calcolo corrente della popolazione resi-dente, dei comuni, delle provineie e delle re-gioni, effettuato con periodicità mensile e

an-nuale d a l l ' I S T A T , i due saldi vengono stimati,

com'è noto, attraverso le statistiche delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per

tra-sferimento di residenza (1). Per la jm a unità

ter-ritoriale, posto:

C,«> (t0, ij) = numero delle cancellazioni

anagrafiche nel periodo (t0, i j per trasferimento

di residenza dalla jm a unità territoriale alle

rimanenti unità della nazione;

Iii 3 ) {to, ^i) = numero delle iscrizioni

ana-grafiche nel periodo (t0, tx) per trasferimento

di residenza dalle singole unità territoriali alla

jma u ni t à ;

CgW (t0, tx) = numero delle cancellazioni

anagrafiche nel periodo (t0, tj) per trasferimento

di residenza dalla jm a unità all'estero;

Ie{i) (t0, t±) = numero delle iscrizioni

ana-grafiche nel periodo (t0, t p e r trasferimento

di residenza dall'estero all'unità territoriale jm a;

il saldo migratorio SmW (tQ, tx) rilevabile dalle

anagrafi può quindi scriversi

SniW (t0, *,) = (t0, h) ~ C«W> Co. k) + + 7,0') (t0, tl) + Ce«> (t0, tj) [8] da cui ponendo StW = ItW (t0, tx) - C , V > (:t0, t j ed = /.«> (t0, h ) - CE« > ( : t0, t j ) si ha SmW = StU> + .

In occasione dei censimenti della popola-zione o di altre indagini particolari ci si accorge però che le attuali fonti statistiche presentano dei limiti di attendibilità a causa di molteplici e complesse circostanze.

Di conseguenza la popolazione residente

anagrafica stimata d a l l ' I S T A T si è discostata

nel passato, e presumibilmente si discosta anche nel presente, dalla popolazione « stabilmente residente », che, come prima detto, dovrebbe essere calcolata per consentire più approfon-diti studi sugli aspetti demografico-sociali ed economici delle singole unità territoriali.

Del resto anche l'esame delle cifre relative ai dati dei trasferimenti anagrafici per il pe-riodo post-censuario fa sorgere alcuni

interro-gativi sul grado di precisione dei dati stessi. In particolare, a partire dal 1965, si può osser-vare l'effetto della più accentuata azione di controllo sulle anagrafi svolta dall'Istituto Cen-trale di Statistica (2). Numerosi interrogativi sorgono inoltre, sempre per i dati post-cen-suari, allorché si esaminano congiuntamente le cifre anagrafiche del movimento migratorio con l'estero ed i dati relativi alla popolazione temporaneamente all'estero desumibili dalle indagini sulle forze di lavoro.

Ai fini previsivi e per poter formulare delle ragionevoli ipotesi sul prevedibile andamento futuro del saldo migratorio o per realistiche politiche d'intervento occorrerebbe disporre di elementi di giudizio sulle singole componenti del saldo migratorio ed effettuare delle valu-tazioni degli errori da cui sono affette le rile-vazioni anagrafiche.

Da quanto prima esposto segue che

indi-cato con am W il saldo migratorio effettivo della

jma u ni t à territoriale nel periodo (t0, t q u e s t o è fornito dall'espressione

om{1) = SmW + em«) [4]

dove con em(-" si è indicata la componente di

ffm^'1 non rilevabile dalle statistiche correnti

anagrafiche.

Il saldo extra-anagrafico em{i1 può a sua volta

scomporsi in una componente interna ed in una esterna; pertanto posto:

fii^'1 = correzione del saldo migratorio

in-terno, cioè saldo migratorio con l'interno non rilevato dalle statistiche anagrafiche;

(1) Le iscrizioni e cancellazioni anagrafiche in dipendenza dei trasferimenti di residenza da un comune ad un altro, sono rilevati per mezzo di schede Mod. I S T A T / P / I compilate dal comune di nuova dimora abituale all'atto della dichia-razione di trasferimento delle singole persone e trasmesse al comune di precedente iscrizione anagrafica per la conferma sia delle cancellazioni che delle generalità delle persone stesse. I predetti dati si riferiscono alle pratiche migratorie perfezionate, relative a persone che effettivamente si sono trasferite nell'anno. I dati sulle iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche in dipendenza di trasferimenti di residenza da e per l'estero, di persone emigrate a carattere non temporaneo, sono rilevate, per mezzo delle stesse schede Mod. I S T A T / P / 1 dai comuni, sia in base alle dichiarazioni rese dagli interes-sati all'atto della immigrazione o della emigrazione, sia in base a provvedimento « d'ufficio » nei casi in cui essendo stata omessa la dichiarazione da parte dell'interessato, sia stato accertato da parte del comune — in virtù delle disposizioni di cui agli artt. 4 e 5 della legge 24 dicembre 1954 n. 1228 — che la persona abbia trasferito da tempo la propria dimora abituale all'estero.

(2) Questa circostanza è del resto messa in evidenza nelle stesse pubblicazioni dell'XsTAT; infatti nelle Avvertenze del volume: Popolazione e circoscrizioni dell'anno 1966, si legge:

« Occorre avvertire che, in dipendenza degli accerta-menti eseguiti negli ultimi anni, in base a più precise dispo-sizioni impartite ai Comuni, è aumentato notevolmente il numero delle cancellazioni " d'ufficio " delle persone, che hanno trasferito da tempo la loro dimora abituale all'estero, il che spiega la forte differenza negativa fra iscritti e cancel-lati da e per l'estero ».

ee<1> = correzione del saldo migratorio

con l'estero, cioè saldo migratorio con l'estero non rilevato dalle statistiche anagrafiche, può scriversi

em{}) = etV> + eeyi . [5]

Dalle precedenti espressioni segue quindi che il saldo migratorio effettivo di un determi-nato periodo può scriversi:

omw = StW (t0, tx) + £ iy» (to, i j +

+ SeW (to, tx) + s.tf» (/.„, t j . [6]

Ai fini previsivi e per poter formulare delie-ragionevoli ipotesi sul prevedibile andamento futuro del saldo migratorio occorre evidente-mente valutare separataevidente-mente le precedenti

quattro componenti e in particolare e<W> (t0, tx}

ed (t0, t j .

Nella presente nota, come già detto, si procederà a questa analisi per il jDeriodo 1951-69-che, com'è noto, ha presentato per il Piemonte notevoli e spesso imprevedibili movimenti mi-gratori sia con l'interno sia con l'estero. Ai fini operativi il periodo in questione è stato suddiviso nei due sottoperiodi 1951-61 e 1962-69; in particolare mentre per il primo si è proce-duto soltanto ad analizzare le singole compo-nenti del saldo migratorio prendendo come base di calcolo i saldi migratori valutati retrospet-tivamente dall'ISTAT; per il secondo si è proce-duto ad una correzione dei saldi migratori risultanti dalle statistiche anagrafiche ed alla conseguente determinazione a livello regionale della popolazione « stabilmente residente ».

Per quanto concerne il periodo 1951-61 si sono utilizzati i dati della popolazione a livello provinciale e regionale ricostruite dall'IsTAT (3). Riferendosi al simbolismo qui adottato è da tener presente che la citata ricostruzione dell'IsTAT fornisce i valori dei singoli anni del periodo e più precisamente i saldi migratori corretti in conseguenza delle diver-genze rilevate al 15 ottobre 1961 tra la popola-zione censita e quella anagrafica, mentre i

valori Sm1** sono desumibili dalle statistiche

delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche. Per differenza si sono quindi ottenuti i valori del saldo « extra-anagrafico »

Tale saldo è stato a sua volta ripartito nelle due componenti ejW> (interna) ed esterna

in base ai dati delle regolarizzazioni ana-grafiche (4) avvenute nei singoli comuni nella fase dei confronti censimenti-anagrafi effet-tuati nell'anno 1962 dai singoli comuni per disposizione dell'IsTAT.

I valori di tali saldi sono riportati nelle coli, della Tavola allegata nella quale sono

indi-cati i bilanci demografici della regione per i singoli anni del periodo preso in esame.

Particolare attenzione si è infine posta per la ricostruzione della serie 1962-1967.

Si è osservato, innanzitutto, che i saldi migratori, sia interni sia esterni, desunti dalle rilevazioni anagrafiche presentano per il Pie-monte, come del resto anche per le altre regioni italiane, oscillazioni annue dovute agli effetti di numerosi fattori; infatti entrambi, oltre ad essere influenzati dai fattori sociali ed econo-mici, risentono, in maniera abbastanza sensi-bile, di provvedimenti o accertamenti di carat-tere amministrativo, come, ad esempio, la già ricordata azione di controllo e di vigilanza sulle anagrafi della popolazione che negli ultimi anni, molto opportunamente, l'Istituto Centrale di Statistica, ha notevolmente intensificato.

Ai fini della presente nota i due saldi interni ed esteri della regione sono stati separatamente considerati.

Per la valutazione del saldo migratorio esterno si è innanzitutto ipotizzato che il suo

errore, precedentemente indicato con ee«> (t0, tt),

sia dovuto esclusivamente alle deficienze di accertamento delle cancellazioni anagrafiche con l'estero e non alle iscrizioni in quanto le persone che ritornano definitivamente dal-l'estero, presumibilmente, hanno t u t t o l'inte-resse a iscriversi nei registri della popolazione per poter godere oltre che dei diritti politici anche dei servizi sociali e previdenziali.

Ciò premesso si è ritenuto abbastanza ragio-nevole supporre che teoricamente i cancellati per l'estero di un anno dovrebbero provenire in misura prevalente dal contingente di popo-lazione che risulta temporaneamente all'estero

(3) Cfr. : Istituto Centrale di Statistica, Sviluppo della

popolazione italiana dal 1861 al 1961, Annali di statistica

serie V I L I , voi. X V I I , Roma 1965, pagg. 87-155

(4) Le regolarizzazioni anagrafiche del Piemonte risultano cosi ripartite nella componente interna ed in quella esterna:

ISCRITTI CANCELLATI Interno 48.608 42.880

Estero 402 2.232

Fonte: Istituto Centrale di Statistica «Annuario di Statistiche

de-mografiche », Anno 1962.

Si ricorda che le regolarizzazioni anagrafiche con l'interno concernono: persone che pur avendo trasferito di fatto la loro dimora abituale prima della data di censimento senza aver ottemperato alle norme anagrafiche sono state censite nel nuovo comune di effettiva residenza e per le quali è stato necessario provvedere alla loro formale iscrizione in detto comune ed alla loro cancellazione dall'anagrafe del comune in cui erano rimaste regolarmente iscritte. Le regolarizzazioni con l'estero comprendono le persone di fatto dimoranti all'estero che non avevano richiesto la cancellazione dal-l'anagrafe del comune di ultima residenza.

dalle indagini sulle forze di lavoro dell'anno precedente, pertanto si sono esaminate le due serie di dati per cercare i possibili legami tra di esse esistenti.

In jiarticolare, si è ritenuto di considerare « potenzialmente cancellabile » dalle anagrafi la popolazione formata dagli « emigrati lavora-tori » con permanenza all'estero superiore al-l'anno e dagli « emigrati familiari ».

Si ritiene accettabile il limite dell'anno in quanto superato tale periodo non sussistono più le condizioni, insite nel concetto di dimora abituale, che giustificano l'iscrizione nelle ana-grafi della popolazione residente. Né, tanto-meno, dal punto di vista economico, la persona contribuisce alla formazione del reddito della unità territoriale né usufruisce dei servizi so-ciali dell'unità stessa. Si è ritenuto inoltre di in-cludere nella popolazione «potenzialmente can-cellabile » anche gli emigrati familiari, in quanto essi sono in massima parte, costituiti dalle mogli e dai figli di quei lavoratori che, superata la fase di ambientamento, hanno ricostituito il nucleo familiare.

Partendo dall'anno t, che, nella presente applicazione, coincide con l'anno 1962, cioè dall'anno seguente alla rilevazione censuaria che avrebbe dovuto normalizzare le situazioni anomale esistente nelle anagrafi della, popola-zione, si è ipotizzato (5) che il numero effettivo

Gy^ (t -f n) dei cancellati per l'estero nel corso

di un anno (t + n) risulti uguale al contingente medio annuo della popolazione, costituito sem-pre dagli emigranti lavoratori da oltre un anno all'estero e emigranti familiari, rilevato dalle indagini sulle forze di lavoro dell'anno (t + -f- n — 1) aumentata algebricamente degli errori commessi nei singoli anni del periodo (t, t + + n - 1).

Cioè in formula

_ t + n - l

c.w (t + n) = P,W> (t + n - 1) + X (ti) .

t(= t

Di conseguenza l'errore anagrafico della componente migratoria con l'estero o com-ponente extra-anagrafica per l'anno t + n è for-nito dall'espressione

t + n - l

ee«> (t + n)= AW (t + n) - £ V (ti •

t i = t

Per quanto concerne i saldi migratori con l'interno è innanzitutto da osservare che i rela-tivi errori, precedentemente indicati con dovrebbero risultare per il periodo post-cen-suario sensibilmente più bassi di quelli veri-ficatisi nel periodo 1951-61.

Ciò soprattutto in considerazione del fatto che, essendo stata abrogata la legge contro l'urbanesimo, si dovrebbero verificare in misura molto minore le situazioni del periodo 1951-61, inoltre le vigenti disposizioni di regolamenta-zione del lavoro dipendente e di assistenza sanitaria e sociale inducono generalmente gli emigrati per ragioni di lavoro nell'ambito del territorio nazionale a richiedere l'iscrizione nel comune di effettiva attività economica.

Il fenomeno della non corrispondenza tra dimora di fatto e iscrizione anagrafica peraltro sussiste ancora, ma, presumibilmente, dovrebbe risultare circoscritto a determinate categorie (liberi professionisti, deputati, studenti, ecc.) e localizzato nelle città di maggiore importanza. Anche per la valutazione della componente extra-anagrafica del saldo migratorio interno utili elementi possono ricavarsi dalle indagini campionarie dell'IsTAT sulle forze di lavoro. Infatti i risultati di tali indagini forniscono, a partire dal 1963, per il complesso della regione, la popolazione con dimora di fatto (6) nella regione da oltre sei mesi (al netto delle convi-venze e delle persone temporaneamente al-l'estero).

Evidentemente la differenza tra tale popo-lazione e quella residente, sempre al netto delle convivenze e delle persone temporanea-mente all'estero, fornisce una stima indiretta della componente s ^ ' non rilevata dall'ana-grafe.

Nella Tabella 1 sono riportati i valori delle

correzioni ee(') (t) e e^ (t) calcolate in base a

detti procedimenti ed utilizzate per la stima del saldo migratorio del Piemonte.

Tabèlla 1 C O R R E Z I O N I D E L S A L D O M I G R A T O R I O N E L P E R I O D O 1 9 6 2 - 6 9 A N N I SALDI A N N I ESTERO INTERNO 1 9 6 2 - 3 . 0 4 9 3 . 0 0 0 1 9 6 3 1 . 5 6 7 3 . 0 0 0 1 9 6 4 6 7 8 3 . 0 0 0 1 9 6 5 — 5 8 6 7 . 0 0 0 1 9 6 6 2 . 1 5 7 3 . 0 0 0 1 9 6 7 2 . 3 3 6 3 . 6 0 0 1 9 6 8 3 . 8 4 4 7 . 0 0 0 1 9 6 9 4 0 8 8 . 0 0 0

(5) Per una più esauriente illustrazione del metodo appli-cato cfr. R . G U A R I N I , Analisi territoriale del movimento migra-torio del periodo 1951-67 nel quadro delle previsioni demografi-che regionali, Rivista Italiana di Economia, Demografia e

Statistica, voi. XXII, fase. 1, 1968.

(6) Nella voce « persone con dimora di fatto nella regione » vengono indicate le persone residenti e presenti nella regione e le persone che, pur avendo la residenza anagrafica in altre

Tabella 2 M O V I M E N T O D E L L A P O P O L A Z I O N E D E L P I E M O N T E - A N N I 1 9 5 2 - 1 9 6 9

A N N I SALDO NATURALE

SALDO MOVIMENTO MIGRATORIO

POPOLAZIONE RESIDENTE

ALLA F I N E DELL'ANNO A N N I SALDO

NATURALE RILEVATO DALL'ANAGRAFE CORREZIONE SALDI EFFETTIVI

GLOBALE POPOLAZIONE RESIDENTE ALLA F I N E DELL'ANNO A N N I SALDO NATURALE

INTERNO E S T E R O INTERNO E S T E R O INTERNO E S T E R O

GLOBALE POPOLAZIONE RESIDENTE ALLA F I N E DELL'ANNO 1 9 5 2 - 4 . 4 0 9 2 9 . 6 2 8 4 5 9 - 2 7 6 8 8 2 9 . 3 5 2 5 4 7 2 9 . 8 9 9 3 . 5 4 5 . 5 2 5 1 9 5 3 - 4 . 3 9 7 2 9 . 6 0 7 2 . 2 3 2 4 . 2 8 5 - 1 . 3 6 8 3 3 . 8 9 2 8 6 4 3 4 . 7 5 6 3 . 5 7 5 . 8 8 4 1 9 5 4 - 1 . 2 1 7 3 7 . 2 4 9 1 . 0 6 0 2 . 4 0 3 - 7 6 7 3 9 . 6 5 2 2 9 3 3 9 . 9 4 5 3 . 6 1 4 . 6 1 2 1 9 5 5 - 1 . 3 5 5 4 2 . 0 1 8 8 7 5 8 6 5 - 2 7 6 4 2 . 8 8 3 5 9 9 4 3 . 4 8 2 3 . 6 5 6 . 7 3 9 1 9 5 6 - 4 . 4 6 9 3 6 . 5 6 6 2 2 2 1 . 5 5 6 - 4 9 7 3 8 . 1 2 2 - 2 7 5 3 7 . 8 4 7 3 . 6 9 0 . 1 1 7 1 9 5 7 - 1 . 7 4 0 4 0 . 6 7 0 7 3 . 2 1 4 - 1 . 0 2 6 4 3 . 8 8 4 - 1 . 0 1 9 4 2 . 8 6 5 3 . 7 3 1 . 2 4 2 1 9 5 8 1 . 7 8 4 3 1 . 1 2 6 4 7 4 6 . 7 1 0 - 2 . 1 4 2 3 7 . 8 3 6 - 1 . 6 6 8 3 6 . 1 6 8 3 . 7 6 9 . 1 9 4 1 9 5 9 2 . 4 9 3 3 0 . 7 5 5 1 1 7 8 . 0 8 8 - 2 . 5 8 2 3 8 . 8 4 3 - 2 . 4 6 5 3 6 . 3 7 8 3 . 8 0 8 . 0 6 5 1 9 6 0 - 6 8 6 5 . 0 6 3 1 . 8 1 2 1 . 5 1 0 - 4 8 2 6 6 . 5 7 3 1 . 3 3 0 6 7 . 9 0 3 3 . 8 7 5 . 9 0 0 1 9 6 1 5 . 8 7 7 4 5 . 0 0 0 1 . 5 0 0 5 . 3 5 2 - 1 . 0 0 0 5 0 . 3 5 2 5 0 0 5 0 . 8 5 2 3 . 9 3 2 . 6 2 9 1 9 6 2 5 . 5 3 2 7 3 . 1 3 6 5 . 7 9 9 3 . 0 0 0 - 3 . 0 4 9 7 6 . 1 3 6 2 . 7 5 0 7 8 . 8 8 6 4 . 0 1 7 . 0 4 7 1 9 6 3 9 . 2 7 2 7 2 . 6 9 3 4 . 4 6 7 3 . 0 0 0 1 . 5 6 7 7 5 . 6 9 3 6 . 0 3 4 8 1 . 7 2 7 4 . 1 0 8 . 0 4 6 1 9 6 4 1 6 . 8 2 8 2 5 . 7 4 2 3 . 6 8 9 3 . 0 0 0 6 7 8 2 8 . 7 4 2 4 . 3 6 7 3 3 . 1 0 9 4 . 1 5 7 . 9 8 3 1 9 6 5 1 2 . 2 5 6 3 . 3 3 7 - 3 9 1 7 . 0 0 0 - 5 8 6 1 0 . 3 3 7 - 9 7 7 9 . 3 6 0 4 . 1 7 9 . 5 9 9 1 9 6 6 1 5 . 8 2 7 2 3 . 8 1 8 - 5 4 6 3 . 0 0 0 2 . 1 5 7 2 6 . 8 1 8 1 . 6 1 1 2 8 . 4 2 9 4 . 2 2 3 . 8 5 5 1 9 6 7 1 1 . 5 9 1 4 6 . 8 3 0 - 2 9 6 3 . 6 0 0 2 . 3 3 6 5 0 . 4 3 0 2 . 0 4 0 5 2 . 4 7 0 4 . 2 8 7 . 9 1 6 1 9 6 8 1 0 . 4 1 7 4 5 . 9 2 5 - 2 . 3 4 4 7 . 0 0 0 3 . 8 4 4 5 2 . 9 2 5 1 . 5 0 0 5 4 . 4 2 5 4 . 3 5 2 . 7 5 8 1 9 6 9 1 1 . 8 5 9 4 9 . 8 0 5 1 . 5 9 2 8 . 0 0 0 4 0 8 5 7 . 8 0 5 2 . 0 0 0 5 9 . 8 0 5 4 . 4 2 4 . 4 2 2

La popolazione residente all'inizio dell'anno 1952 è stata assunta pari a 3.520.035 unità.

Utilizzando i precedenti valori delle cor-rezioni del saldo migratorio interno ed estero si è proceduto per tutti gli anni del periodo in esame alla ricostruzione dei bilanci demogra-fici dell'intera regione per i singoli anni del periodo in esame che si riportano nella

Ta-bella 2.

Per consentire, però una rapida analisi del-l'evoluzione della popolazione regionale risul-tante dall'applicazione dei criteri adottati si ritiene opportuno procedere ad un confronto per il periodo 1962-69 tra le due popolazioni che si riporta nella tabella seguente.

Tabella 3 A N N I POPOLAZIONE ANAGRAFICA POPOLAZIONE STABILMENTE R E S I D E N T E VARIAZIONI ASSOLUTE 1 9 6 2 4 . 0 0 8 . 9 9 8 4 . 0 1 7 . 0 4 7 - 8 . 0 4 9 1 9 6 3 4 . 0 9 5 . 0 4 5 4 . 1 0 8 . 0 4 6 - 1 3 . 0 0 1 1 9 6 4 4 . 1 4 6 . 1 2 6 4 . 1 5 7 . 9 8 3 - 1 1 . 8 5 7 1 9 6 5 4 . 1 6 2 . 1 0 9 4 . 1 7 9 . 5 9 9 - 1 7 . 4 9 0 1 9 6 6 4 . 2 0 2 . 0 2 5 4 . 2 2 3 . 8 5 5 - 2 1 . 8 3 0 1 9 6 7 4 . 2 6 1 . 8 2 1 4 . 2 8 7 . 9 1 6 - 2 6 . 0 9 5 1 9 6 8 4 . 3 1 6 . 4 6 6 4 . 3 5 2 . 7 5 8 - 3 5 . 3 9 2 1 9 6 9 4 . 3 8 0 . 5 0 8 4 . 4 2 4 . 4 2 2 - 4 3 . 0 1 4

Come può rilevarsi esaminando la tabella i valori della popolazione stabilmente residente risultano leggermente superiori a quelli della corrispondente popolazione anagrafica; la

dif-ferenza diviene quasi trascurabile negli anni di sfavorevole andamento dell'economia nazio-nale mentre tende a divenire più sensibile negli ultimi anni che com'è noto hanno presentato una ripresa dello sviluppo economico del Paese.

regioni, hanno di fatto stabilito la loro dimora abituale nella regione da almeno sei mesi.

Si ricorda, inoltre, che per arrivare alla stima della popo-lazione con dimora di fatto si segue il seguente procedimento.

Innanzitutto i risultati della rilevazione sono estesi alla corrispondente popolazione residente al netto dei membri permanenti delle convivenze (ospizi, brefotrofi, ricoveri di mendicità) calcolate alla data di riferimento.

Successivamente i dati ottenuti vengono riclassificati sulla base della provincia di effettiva dimora dei singoli com-ponenti rilevati. Ciò è reso possibile dal fatto che, in sede di rilevazione, per i componenti familiari non dimoranti nel comune di residenza anagrafica viene presa nota anche della località (provincia, stato estero) nella quale di fatto dimorano nonché della durata dell'assenza dal Comune di residenza anagrafica.

Sulla base di queste rielassificazioni, le quali tengono conto dell'effettiva distribuzione territoriale della popola-zione, è possibile valutare i risultati delle rilevazioni sul piano regionale, facendo riferimento alle persone aventi di fatto dimora nelle regioni stesse e sul piano nazionale distin-tamente per i presenti in Italia e temporaneamente emigrati all'estero.

In merito alla popolazione con dimora di fatto nella re-gione calcolata dall'ISTAT è tuttavia da tener presente che fino all'anno 1965 essa dovrebbe essere stimata per di-fetto in quanto nel corso della rilevazione venivano sosti-tuite le famiglie non trovate dal rilevatore perché all'estero e che di tali sostituzioni, peraltro sempre in numero limi-tato, non si teneva conto nella valutazione della popolazione.

A partire però dall'anno 1966 la popolazione con dimo-ra di fatto viene valutata tenendo conio anche delle pro-porzioni delle famiglie che non è stato possibile intervistare in quanto all'estero.

In merito è da rilevare che la stima es-sendo stata effettuata per l'intero Piemonte risente di condizioni e situazioni territoriali molto diverse.

Pertanto sarebbe stato opportuno effet-tuare la stima almeno per le singole provincie, ciò però non è stato possibile per la mancanza di qualsiasi indicazione o notizie necessarie per una stima seppure grossolana. Ovviamente le differenze da noi determinate tra la popola-zione anagrafica e quella stabilmente residente è certamente sottostimata per Torino mentre potrebbe risultare sovrastimata per altre unità

territoriali situate in zone montane e di basso sviluppo economico.

Da quanto precede emerge però che l'afflusso migratorio verso alcune zone del Piemonte «continua in misura ancora certamente supe-riore a quello registrato dalle anagrafi e che esso si accentua proprio negli anni di maggiore