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normativo e la sua evoluzione nel tempo

2. Il problema della definizione di spin-off e delle caratteristiche

2.1 La definizione di spin-off della ricerca

2.1.2 Alcuni aspetti dubbi a livello definitorio/normativo

La normativa vigente ha sicuramente lasciato delle aree grigie di interpretabilità in alcuni aspetti. I singoli EPR hanno tentato di coprirle a seconda delle proprie esigenze e della propria esperienza, ma al momento attuale si ritiene che, a oltre un ventennio dall’emergere del fenomeno, sia il caso di individuare delle linee generali di condotta che possano aiutare il decisore politico universitario e segna-re la fine del far west nella zona grigia. Il fatto che gli spin-off siano un potente veicolo di branding per le Università non deve lasciare degli spazi talmente ampi da poterci infilare qualsiasi iniziativa. Inoltre, il fatto che nei criteri meritocratici

12 Un imprenditore che collabora strettamente con molte realtà imprenditoriali italiane ha

defini-to la situazione di questi spin-off come dei “boat people”.

13 In questo caso lo spin-off rappresenta un doppio vantaggio, sia dal punto di vista della fiscalità

interna all’Ateneo (non si avrebbe il prelievo sul conto terzi) sia dal punto di vista della fiscalità statale relativa alla favorevole normativa ad esempio sul credito d’imposta che si può richiedere nel caso di collaborazioni con l’Università – ovvie nel caso di specie).

14 Si può comunque notare che in altri contesti, all’interno delle iniziative imprenditoriali

consi-derate nel perimetro dell’university entrepreneurship, vengano annoverate anche attività che non si sono sviluppate all’interno dei laboratori universitari, ma rispetto ai quali l’Università stessa ha fornito il substrato culturale e di competenza che ha poi permesso la creazione delle nuove imprese (Shan & Pahnke, 2014).

37 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

di valutazione delle Università, che si stanno via via affermando anche a livello di governo centrale, il numero degli spin-off stia diventando un indicatore sempre più importante della capacità degli Enti di dialogare con il mondo imprenditoriale, non deve andare a discapito di quegli Atenei che hanno sempre scelto la strada del rigore formale e sostanziale e che hanno adottato politiche coerenti di appro-vazione dei loro spin-off.

Gli Autori propongono dunque di individuare alcune variabili che riescano a fo-calizzare l’attenzione del decisore su quegli aspetti che, se interpretati con rigore e correttezza, potrebbero portare alla creazione di spin-off che diano risposta al biso-gno fondamentale del Paese di promuovere la cultura imprenditoriale, creare nuove iniziative basate sulla conoscenza e su tecnologie innovative.

Gli assi portanti15 dell’impianto logico potrebbero essere:

1) il legame con l’EPR di origine (formale/informale) e quindi una variabile di tipo on/off;

2) il tipo di trasferimento tecnologico (e della sua relativa proprietà intellettuale: cessione/licenza, cessione di know-how etc.) e, quindi, una variabile su un conti-nuum da forte a debole (forte: cessione/licenza di un brevetto di proprietà dell’E-PR; debole: solo il know-how dei proponenti non formalizzato in un contratto); 3) la “concorrenzialità interna”: cioè quanto sia necessaria la creazione di una entità

di tipo commerciale di diritto privato per lo sviluppo della nuova tecnologia e quindi una variabile su un continuum da alta a bassa).

Con “concorrenzialità interna” si intende, da parte degli EPR, l’analisi della conve-nienza/opportunità a trasferire la conoscenza prodotta dall’attività di ricerca del proprio personale addetto mediante la creazione di una nuova entità giuridica o meno (spin-off). In caso di bassa concorrenzialità, per lo sviluppo della tecnologia e per permetterne una sua commercializzazione, risulta più favorevole la creazio-ne di spin-off in quanto veicolo più conveniente mediante il quale il sapere tra-sferito può essere economicamente sfruttato senza andare a pregiudicare le aree di mercato servite dall’EPR mediante gli altri modelli di trasferimento della cono-scenza (il classico “conto terzi”)16. Tale aspetto, se non verificato (caso opposto),

15 Si vuole volutamente tralasciare in questa disamina altri aspetti altrettanto fondamentali quali

quelli che devono emergere nei business plan: l’adeguatezza del management team, la disponibilità di capitali, la sostenibilità finanziaria, etc. Questo per due motivi: da un lato per mantenere a livello semplificato il framework di valutazione e, dall’altro, per analizzare l’iniziativa con la prospettiva dell’EPR che, è ragionevole presumere, possa appoggiare solo quelle iniziative capaci di mostrare potenziali prospettive di successo.

16 Un altro approccio di collaborazione con il sistema economico può essere rappresentato da un

“affiancamento” dell’Ateneo alle imprese che possono nascere anche da studenti universitari (o ex studenti) e che derivano da attività di impronta universitaria, a cui si può dedicare delle risorse

porrebbe l’Università in una condizione di concorrenza diretta con lo spin-off. Ciò che può rilevare per la decisione tra le due alternative è, da un lato, la definizione da parte degli EPR delle strategie relative ai possibili metodi di trasferimento della conoscenza, al fine di riuscire a soddisfare la domanda di tecnologia delle imprese presenti sul mercato; dall’altro lato, l’individuazione del mezzo mediante il quale il sapere viene tutelato e poi trasferito. Infatti, codificando il livello di tutela della proprietà intellettuale dal più basso (es: know-how esclusivo del ricercatore e del suo gruppo di ricerca non “incapsulabile” in uno strumento di proprietà intellet-tuale), al più alto (es: deposito di un brevetto), è possibile operare una correlazione tra tale schema e il livello di concorrenzialità. Ne deriva che l’utilizzo più conve-niente del modello che prevede la creazione di spin-off si ottiene in corrispon-denza di un livello di concorrenzialità bassa, unito ad un grado di protezione della proprietà intellettuale alto. Viceversa, con una concorrenzialità alta e un basso li-vello di protezione del sapere, la creazione di spin-off risulta poco profittevole per l’Università in quanto da una parte, rischia di “cannibalizzare” i settori già presi-diati dall’EPR mediante altri metodi di trasferimento del sapere, dall’altra, il basso grado di protezione della conoscenza rischia di scatenare strategie di imitazione da parte di soggetti terzi.

Il supporto all’idea imprenditoriale, che prevede di mettere a disposizione della nuova iniziativa alcuni vantaggi come la condivisione del network in cui opera l’EPR, l’assistenza nella redazione del business plan, l’incubazione, la consulenza e l’attivi-tà di ricerca di finanziatori, non sempre può funzionare e risultare un meccanismo efficiente. Tali aspetti cambiano da caso a caso e non è certo che valgano le stesse procedure per ogni settore di business. Pertanto, è compito dell’EPR di appartenen-za avere una visione di insieme che, grazie all’azione degli esperti dell’ufficio per il trasferimento tecnologico, permetta di indirizzare lo spin-off nel modo più opportu-no, accompagnandolo nei vari passaggi necessari per raggiungere il successo nella fase iniziale della vita dell’impresa.

Ritornando alle variabili summenzionate, mentre l’esistenza di un legame con l’Università (o l’EPR) può essere considerata una precondizione ed è facilmente ve-rificabile in quanto è una variabile dicotomica (o il collegamento esiste oppure è assente), il tipo di trasferimento tecnologico e il livello di concorrenzialità “interna”, essendo variabili continue, possono essere considerati i criteri di valutazione del-la “bontà” degli spin-off nel senso che rispettano l’originale missione per cui sono stati creati. In uno schema di posizionamento degli spin-off su un piano cartesiano (Figura 4) relativo a questi ultimi due aspetti (dando per scontato che il primo è verificato a priori) si possono individuare facilmente le posizioni migliori a seconda dell’intensità della variabile che pone gli spin-off in uno dei quattro quadranti del

in kind (ore uomo di consulenza) oppure in fattori produttivi (come tecnologie brevettate) con

39 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

piano. Gli spin-off che presentano le migliori caratteristiche si posizionano nel qua-drante in alto a destra (casi esempio 1 e 2 che non presentano criticità in fase di ap-provazione), i peggiori nel quadrante in basso a sinistra (casi esempio 4 e 6 che non dovrebbero avere titolo ad essere approvati), con le altre posizioni (caso esempio 3 alto-sinistra e caso esempio 5 basso-destra) che devono venire vagliate caso per caso a seconda delle opportunità.

Il caso 1 (forte protezione della proprietà intellettuale – bassa concorrenzialità) è la situazione in cui c’è, ad esempio, un brevetto e il settore di riferimento è molto competitivo o necessita di elevati investimenti come normalmente accade nel setto-re biomedicale. Prodursetto-re e commercializzasetto-re un device medicale ha delle problema-tiche regolatorie (ad esempio l’approvazione della Food and Drugs Administration negli Stati Uniti o dell’Agenzia Europea del Farmaco), di investimento (probabilmen-te milioni di euro) e industriali (es. assis(probabilmen-tenza on si(probabilmen-te worldwide) che un A(probabilmen-teneo non solo non è in grado di affrontare ma la cui gestione non può neppure essere fatta ricadere all’interno della propria missione.

Figura 4 – Le variabili prese in esame con alcuni casi in evidenza

(Fonte: elaborazione degli Autori)

Pag. 34 presentano le migliori caratteristiche si posizionano nel quadrante in alto a destra (casi esempio 1 e 2 che non presentano criticità in fase di approvazione), i peggiori nel quadrante in basso a sinistra (casi esempio 4 e 6 che non dovrebbero avere titolo ad essere approvati), con le altre posizioni (caso esempio 3 alto-sinistra e caso esempio 5 basso-destra) che devono venire vagliate caso per caso a seconda delle opportunità.

Figura 4 – Le variabili prese in esame con alcuni casi in evidenza (elaborazione degli Autori).

Il caso 1 (forte protezione della proprietà intellettuale – bassa concorrenzialità) è la situazione in cui c’è, ad esempio, un brevetto e il settore di riferimento è molto competitivo o necessita di elevati investimenti come normalmente accade nel settore biomedicale. Produrre e commercializzare un device medicale ha delle problematiche regolatorie (ad esempio l’approvazione della Food and Drugs Administration negli Stati Uniti o dell’Agenzia Europea del Farmaco), di investimento (probabilmente milioni di euro) e industriali (es. assistenza on site worldwide) che un Ateneo non solo non è in grado di affrontare ma la cui gestione non può neppure essere fatta ricadere all’interno della propria missione.

All’opposto il caso 6 (bassa protezione della proprietà intellettuale – forte concorrenzialità) vede delle competenze generiche (anche se molto forti) in capo ai proponenti che restano profondamente legate alla loro persona, in una visione quasi consulenziale dell’erogazione dell’eventuale prestazione. In questo caso incorporare queste prestazioni in una società a scopo di lucro deve avere delle forti motivazioni di trasferimento tecnologico. Un esempio potrebbe essere dato da un’attività che richieda il trattamento di grandi moli di dati di aziende private (ad esempio per generare modelli di comportamenti grazie ad algoritmi): difficilmente sarà possibile che questi dati vengano messi a disposizione di un progetto di ricerca (o di una commessa accademica) in cui è veramente difficile determinare chi ne ha accesso e come vengono trattati. Questo caso anche se posto nel quadrante in basso a sinistra potrebbe essere autorizzato in quanto non avrebbe chance di essere realizzato in un contesto accademico.

Debole Forte CONCORRENZIALITA’ Alta Bassa PR OT EZ IO NE IN TE LL ET TU AL E 1 2 3 4 5 6 CONCORRENZIALITÀ PR O TE ZI O NE IN TE LL ET TU AL E

All’opposto, il caso 6 (bassa protezione della proprietà intellettuale – forte concor-renzialità) vede delle competenze generiche (anche se molto forti) in capo ai pro-ponenti che restano profondamente legate alla loro persona, in una visione quasi consulenziale dell’erogazione dell’eventuale prestazione. In questo caso incorporare queste prestazioni in una società a scopo di lucro deve avere delle forti motiva-zioni di trasferimento tecnologico. Un esempio potrebbe essere dato da un’attività che richieda il trattamento di grandi moli di dati di aziende private (ad esempio per generare modelli di comportamenti grazie ad algoritmi): difficilmente sarà possibi-le che questi dati vengano messi a disposizione di un progetto di ricerca (o di una commessa accademica) in cui è veramente difficile determinare chi ne ha accesso e come vengono trattati. Questo caso anche se posto nel quadrante in basso a sinistra potrebbe essere autorizzato in quanto non avrebbe chance di essere realizzato in un contesto accademico.

Tra questi estremi vi possono essere delle gradazioni intermedie che tengono in maggior considerazione ora un aspetto ora l’altro: il caso 5 (medio/bassa protezione della proprietà intellettuale – bassa concorrenzialità) può riferirsi a un settore indu-striale nel quale sono richiesti ingenti investimenti ma che normalmente non giunge alla brevettazione per svariati motivi (come ad esempio in certi ambiti della chimica) e l’Ateneo non è, evidentemente, in grado di attrezzarsi per fare produzione su larga scala. Il caso 2 (media protezione della proprietà intellettuale – media concorrenzia-lità) può essere ricondotto a un progetto di sviluppo di software che quando erogato al cliente necessita di assistenza 24/7, attività che un Ateneo non sarebbe in grado di erogare; il caso 4 (medio/bassa protezione intellettuale – medio/alta concorrenziali-tà) vede, ad esempio, un progetto di sviluppo creato di volta in volta per singoli clienti accomunati solo dalla complessità risolutiva del problema, come può manifestarsi nel settore delle prospezioni geologiche. Malgrado l’Ateneo probabilmente potrebbe erogare l’attività di prospezione geologica in una situazione di controllo, difficilmente potrebbe al contrario garantire il proprio personale in situazioni critiche, come ad esempio su piattaforme petrolifere in Paesi stranieri. Il caso 3 (medio/forte protezio-ne della proprietà intellettuale – medio/alta concorrenzialità) potrebbe caratterizzare una proposta di spin-off che voglia operare in un settore fortemente normato, sog-getto a una pesante burocrazia (esempio analisi del DNA a scopo legale); tale attività, con le opportune accortezze (e la dotazione di personale tecnico qualificato) potreb-be, però, essere svolta efficacemente da un Ateneo.

2.1.3 Un percorso logico gestionale per valutare se un’impresa