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Un percorso logico gestionale per valutare se un’impresa può essere definita come spin-off

normativo e la sua evoluzione nel tempo

2. Il problema della definizione di spin-off e delle caratteristiche

2.1 La definizione di spin-off della ricerca

2.1.3 Un percorso logico gestionale per valutare se un’impresa può essere definita come spin-off

A valle di questa disamina è possibile quindi ipotizzare un flow chart che renda conto del percorso logico decisionale che si può implementare nella scelta del

posiziona-41 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

mento dello spin-off nei vari quadranti. Anche in questo caso è difficile esaurire in uno schema la complessità dei percorsi possibili. Per omogeneità si è scelto di privi-legiare lo sviluppo del percorso secondo le stesse categorie prese in considerazione nel grafico precedente con una variabile iniziale relativa alla committenza: esterna nel caso in cui sia derivata da contratti conto terzi o interna nel caso in cui sia ricerca prodotta autonomamente dall’Ateneo. Come si può notare emergono degli snodi decisionali che possono delineare sette possibili conclusioni.

Figura 5 – Il flusso decisionale nella individuazione delle caratteristiche di uno spin-off

(Fonte: elaborazione degli Autori)

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Figura 5 – il flusso decisionale nella individuazione delle caratteristiche di uno spin off (elaborazione degli Autori).

Nel caso indicato con il numero 1 la committenza delle ricerche che hanno portato allo sviluppo delle tecnologie che si vogliono portare a mercato è esterna. Ciò significa che il risultato non è il frutto di linee di ricerca condotte autonomamente dai ricercatori dell’EPR e che, probabilmente, vi sono contratti che ne hanno delineato la segretezza e la proprietà fin dall’origine: è quindi altamente probabile che il committente, ottenuti i risultati, li incorpori all’interno dei suoi processi esistenti o ne sviluppi di nuovi in conto proprio. Il terminale del processo decisionale segnala un semaforo arancione in quanto non è comunque escluso a priori che il committente esterno abbia interesse a finanziare una nuova iniziativa imprenditoriale che prenda in carico le fasi a monte del processo produttivo (es. prototipazione,

Nel caso indicato con il numero 1 la committenza delle ricerche che hanno portato allo sviluppo delle tecnologie che si vogliono portare a mercato è esterna. Ciò significa che il risultato non è il frutto di linee di ricerca condotte autonomamente dai ricercatori dell’EPR e che, probabilmente, vi sono contratti che ne hanno delineato la segretezza e la proprietà fin dall’origine: è quindi altamente probabile che il committente, otte-nuti i risultati, li incorpori all’interno dei suoi processi esistenti o ne sviluppi di nuovi in conto proprio. Il terminale del processo decisionale segnala un semaforo arancione in quanto non è comunque escluso a priori che il committente esterno abbia interesse a finanziare una nuova iniziativa imprenditoriale che prenda in carico le fasi a monte del processo produttivo (es. prototipazione, campionamenti, scale up, test di tecnologie esterne). In questa situazione è necessaria una attenta valutazione dei pro e dei contro rispetto al requisito della concorrenzialità con l’Università o con l’EPR.

Nel caso rappresentato con il numero 2 è evidente che il semaforo è rosso perché non sussiste il requisito fondamentale del legame formale con l’Ateneo. Potrebbe trattarsi di laureati che hanno sviluppato tecnologie nei laboratori universitari o di dottorandi che dopo aver esaurito il loro percorso formativo non sono più legati formalmente con l’Ateneo. Resta comunque sul tavolo l’opzione di valutare un pos-sibile interesse a collaborare con queste iniziative – magari con forme giuridiche diverse – al fine di fornire consulenza o tecnologia e accreditandosi come partner qualificato, fornitore di tecnologia che riesce inoltre a garantire benefici fiscali come ad esempio il credito di imposta sulla ricerca e sviluppo.

Nel caso rappresentato con il numero 3 il semaforo è rosso perché il know-how sviluppato è di comune dominio e non sussiste il requisito della unicità/esclusività. Dal momento che qualsiasi soggetto ha a disposizione le stesse informazioni, viene meno il vantaggio competitivo e l’iniziativa probabilmente andrebbe a competere con molte altre sullo stesso piano con un gioco al massacro in termini di ribasso sui prezzi (il cosiddetto red ocean).

Nel caso rappresentato con il numero 4 il semaforo è rosso perché le attività dello spin-off, pur derivanti da conoscenze esclusive, sono però in diretta concor-renza con il conto terzi già fornito dall’Ateneo e la nuova iniziativa imprenditoriale rischierebbe di cannibalizzare il mercato di riferimento dell’Università (o dell’EPR).

Nel caso rappresentato con il numero 5 il semaforo è verde in quanto la cono-scenza esclusiva si situa in una nicchia di mercato per cui l’Università non è in grado di erogare servizi (vuoi per limiti legislativi, come ad esempio il catasto strade, vuoi per limiti tecnici di personale o di dotazioni) e quindi non sussiste il problema della concorrenza interna.

Nel caso rappresentato con il numero 6, che è probabilmente il più frequente e il più solido, il semaforo è verde perché vengono soddisfatte tutte le condizioni. Il grado di protezione della proprietà intellettuale è al massimo e la titolarità è tutta in capo all’Università che può decidere liberamente di cederla nei modi che appaiono più opportuni.

43 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

Nel caso rappresentato con il numero 7 il semaforo è di nuovo arancione in quanto sono situazioni difficilmente classificabili e, in genere, le contitolarità sono con altri EPR (es. Università-CNR) e – conseguentemente – estremamente difficili da trattare. Non è escluso che possano venire a crearsi delle precondizioni per cui lo sviluppo di uno spin-off sia fattibile.

Nei casi rappresentati con i numeri 6 e 7 bisogna aggiungere, però, che il percor-so logico non è stato completato dalla variabile “concorrenzialità”, in quanto il titolo di proprietà intellettuale si presta più facilmente a situazioni di sfruttamento diretto sotto forma di cessione a terzi che sotto forma di cessione a spin-off. Potrebbe co-munque emergere una situazione in cui il brevetto sia talmente specifico che non ci sono potenziali clienti (ad esempio si tratta di un sistema sofisticatissimo di misu-razione in cui il valore aggiunto non è la macchina ma il servizio) o è un brevetto di processo destinato a essere solo una parte di un sistema più ampio; in questi casi l’E-PR può decidere di sfruttarlo in proprio per l’effettuazione di prestazioni routinarie. Data l’estrema variabilità dei contesti non c’è ovviamente la pretesa di identifi-care un sistema di criteri valido in tutte le circostanze, ma solo la volontà di proporre agli addetti ai lavori un modello di valutazione che possa rappresentare un punto di partenza per la discussione e il confronto. Sarà il decisore politico accademico a discriminare quali variabili prendere in considerazione a seconda del contesto, dei vincoli o delle opportunità che si presenteranno di volta in volta.

2.2 LE VARIABILI DI CONTESTO NEL PROCESSO DI CREAZIONE DI