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normativo e la sua evoluzione nel tempo

2. Il problema della definizione di spin-off e delle caratteristiche

2.2 Le variabili di contesto nel processo di creazione di un nuovo spin off

2.2.1 Le principali variabili a supporto della crescita

Negli anni in cui il fenomeno degli spin-off aveva iniziato appena a diffondersi, gli studiosi coltivavano una visione estremamente ottimistica riguardo le dinamiche di crescita di tali tipologie di imprese. Il motivo di tale favorevole visione era legato so-prattutto al fatto che le imprese spin-off erano considerate suscettibili di percorrere, proprio per il contenuto innovativo dei loro prodotti, processi di crescita più rapidi rispetto alle aziende operanti nei settori tradizionali (Brealey, 2008). Tale convin-zione era inoltre alimentata dall’esperienza pregressa di altre imprese innovative che avevano raggiunto negli anni la dimensione di imprese multinazionali, tra cui Hewlett-Packard, Xerox, Intel, Microsoft, e che avevano conosciuto, nel corso del tempo, una rapida crescita in settori tecnologici. Con il passare degli anni, tuttavia, questa convinzione si è gradualmente indebolita e numerosi ricercatori (ad esempio Song, Podoynitsyna, van der Bij & Halman, 2008; Lazzeri & Piccaluga, 2012; Pe’er, Vertinsky & Keil, 2016; Mustar, Wright & Clarysse, 2008) hanno manifestato delle perplessità relativamente alle aspettative di rapido sviluppo degli spin-off da ricerca, in quanto la maggior parte degli stessi presentava ritmi di crescita piuttosto lenti o nulli, con il conseguente mantenimento di dimensioni contenute e fondamental-mente di “sopravvivenza”. Di fronte ad una situazione apparentefondamental-mente di stallo, gli esperti del settore hanno iniziato a chiedersi se, fatte tutte le valutazioni di cui si è parlato alla Figura 6, non fosse il caso di concentrare maggiormente l’attenzione sui fattori in grado di aiutare gli spin-off a crescere dimensionalmente. Si è cercato,

Figura 7 – Le principali variabili della crescita in uno spin-off

53 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

pertanto di identificare alcune possibili variabili, riportate in Figura 7, che devono necessariamente essere significativamente analizzate nel business plan, in quanto possano giocare un ruolo determinante nel percorso di crescita degli spin-off, sia sotto il profilo patrimoniale/finanziario che sotto quello reddituale.

LA PRESENZA DI UN PARTNER INDUSTRIALE

La presenza di un partner industriale nella compagine societaria, dotato di espe-rienza e di canali già sviluppati di accesso ai mercati, tende a produrre effetti positivi sulla crescita dimensionale delle imprese, anche in termini di addetti. Tale conside-razione concorda con quanto studiato da diversi autori (Roberts, 1991; Freeser & Willard, 1990) secondo i quali le imprese caratterizzate da maggiori tassi di crescita sono quelle avviate da imprenditori con precedenti esperienze con il prodotto, il mercato e la tecnologia sviluppata. Anche per le imprese spin-off, l’essere affiancate da un soggetto che possiede già esperienza nel settore costituirebbe uno dei requisiti fondamentali per la crescita. I potenziali ricercatori e professori che danno vita a una nuova realtà imprenditoriale dovrebbero dunque valutare attentamente l’esistenza di soggetti potenzialmente interessati all’attività dello spin-off, che abbiano già ope-rato in contesti che presentano alcune caratteristiche similari. Tali soggetti dovreb-bero essere coinvolti come partner industriali all’interno della nuova impresa.

AMPIEZZA DEL MERCATO TARGET

La scelta relativa all’ampiezza del mercato target può giocare un ruolo chiave nel processo di crescita dello spin-off. Un’impresa può decidere sin dal momento dell’av-vio, di focalizzarsi su mercati di massa oppure su mercati maggiormente di nicchia: non sembra esservi una chiara evidenza di quale scelta strategica porti a risultati mi-gliori, anche se le imprese che operano su mercati di massa, generalmente, tendono a registrare livelli di crescita nel volume degli investimenti maggiori rispetto alle altre. Tale tesi si spiegherebbe con il fatto che, perseguendo una strategia di mercato molto più diffusa, gli spin-off sarebbero costretti a sostenere investimenti più consistenti rispetto alle imprese focalizzate su nicchie di mercato, in quanto dovranno concorrere direttamente in un’arena competitiva di cui fanno parte imprese con tradizioni mol-to più consolidate e spesso caratterizzate da significative barriere all’entrata. Queste due opposte visioni (massa vs. nicchia) si contrappongono, almeno in parte.

Se da un lato, infatti, le neo-imprese che perseguono fin dalla loro costituzione, una strategia di mercato più diffusa e aggressiva, con un target di potenziali clienti più ampio, possono registrare solitamente delle performance superiori rispetto alle imprese caratterizzate da una strategia più mirata; dall’altro i nuovi spin-off che si focalizzano su prodotti specializzati e specifiche nicchie di mercato possono evitare

– o quantomeno limitare – la concorrenza diretta con le imprese di maggiori dimen-sioni, grazie alla personalizzazione del prodotto e ai vantaggi competitivi che posso-no essere ottenuti grazie ad un elevato livello di servizio alla clientela. Le imprese di media/grande dimensione potrebbero non essere interessate a segmenti di prodot-to/mercato di dimensioni troppo contenute, in quanto non in grado di consentire margini di profitto ritenuti sufficienti. Partendo dalle nicchie di mercato, le società spin-off devono valutare attentamente le marginalità (il fatto che una certa attività non sia conveniente per l’impresa di dimensioni maggiori non la rende automatica-mente accettabile per l’impresa più piccola) nonché devono elaborare strategie di crescita basate – ad esempio – sull’internalizzazione, pur mantenendo un carattere di “esclusività” (si vanno a cercare nicchie simili in Paesi diversi), oppure strategie volte all’ampliamento della/delle nicchie stesse.

RELAZIONI CON L’UNIVERSITÀ E GLI EPR D’ORIGINE

L’Università o l’EPR d’origine può avere degli impatti sulla crescita delle imprese spin-off, sia in termini economici che patrimoniali, specie nel caso in cui riesca a cre-are e mantenere con le stesse delle relazioni di tipo formale. Una relazione di questo tipo, quale può essere – ad esempio – la partecipazione dell’Ateneo al capitale socia-le dell’impresa, implica l’esistenza di qualche rapporto formalizzato tra lo spin-off e l’EPR d’origine e costituisce il segnale di una volontà effettiva a trasferire la conoscen-za/tecnologia dall’ambiente accademico alla nuova impresa, che verrebbe inclusa tra l’elenco degli spin-off accreditati dall’Ente. Tali relazioni istituzionalizzate, che talvolta danno luogo alla possibilità di sfruttare le attrezzature e le infrastrutture universitarie ai fini dello svolgimento dell’attività d’impresa, si traducono in maggiori possibilità per lo spin-off di stipulare contratti di ricerca con soggetti esterni (ad esempio altre società innovative) suscettibili di aumentare il valore delle attività aziendali.

OTTENIMENTO DEI DIRITTI DI PROPRIETÀ INDUSTRIALE

La titolarità della tecnologia in capo allo spin-off (o almeno una licenza esclusiva molto forte) è addirittura considerato un prerequisito per l’investimento da parte di qualsiasi finanziatore. Nessuno è disposto ad investire in una società in cui il fattore produttivo principale (trattandosi nello specifico di conoscenza) sia di proprietà di qualche soggetto diverso dai soci e non ne risulti chiaro il perimetro d’uso. Quanto maggiore è la tutela dei diritti di proprietà industriale all’interno dello spin-off, più un investitore è interessato a mettere a disposizione capitali e networking per sti-molare la crescita, in quanto si sta garantendo dei potenziali risultati economici tu-telati a livello giuridico in via esclusiva e, al contempo, si garantisce la disponibilità di uno dei pochi asset liquidabili della società in caso di fallimento.

55 2. IL PROBLEMA DELLA DEFINIZIONE DI SPIN-OFF

Fatte queste premesse sugli aspetti più importanti per la crescita è quasi ovvio sotto-lineare che il mantenimento dell’equilibrio patrimoniale e dell’equilibrio finanziario rappresentano elementi fondamentali all’interno della dinamica delle imprese per garantirne una crescita equilibrata. Si deve dare per scontato che l’impresa, dopo avere superato la fase di start up, deve essere in grado di raggiungere l’equilibrio economico, intesa come capacità dell’impresa di remunerare adeguatamente nel lungo periodo tutti i fattori produttivi, compreso il capitale di credito e di rischio.18 L’equilibrio patrimoniale rappresenta l’attitudine dell’azienda a garantire che l’am-montare del capitale di rischio (il capitale netto) risulti adeguato in funzione alle esigenze del processo produttivo, al fine di evitare fenomeni di sottocapitalizzazione (con conseguente significativo rischio di default). L’equilibrio finanziario può essere definito come la capacità dell’impresa di far fronte continuativamente nel tempo alle uscite di cassa attraverso le entrate di cassa, senza pregiudicare l’equilibrio eco-nomico (il che comporta che l’impresa deve essere normalmente in grado di pro-durre un flusso di cassa autogenerato di segno positivo). Del mantenimento di tali equilibri se ne occupa, all’interno di ciascuna impresa, la finanza aziendale, definita come la funzione che sovrintende al processo di raccolta delle risorse finanziarie e del loro successivo impiego in capitali fissi e in capitali circolanti.