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Arte islamica tra Otto e Novecento fra studio, erudizione e collezionismo. Il contesto italiano

2.3 Tra accumulazione e collezionismo. Arte islamica in Italia .1 I Tesori ecclesiastici

2.6.3 Alessandro Castellani

Quella dei Castellani fu una vera e propria “dinastia” di orafi, collezionisti, antiquari e ceramisti attivi a Roma per oltre un secolo, dal 1814 al 1930646. Il capostipite fu Fortunato Pio (1794-1865) che nel 1814 aprì un laboratorio orafo in via del Corso. Dei suoi tre figli maschi, Guglielmo preferì dedicarsi completamente alla ceramica mentre Augusto (1829–1914) e Alessandro (1823-1883) proseguirono l’attività paterna dimostrando interessi a forme e 640 BELLINI 1947, p. 91. 641 GIACHETTI 2006-2007, p. 37. 642 GIACHETTI 2006-2007, p. 44. 643 GIACHETTI 2006-2007, p. 46.

644 Catalogo di oggetti d’arte antichi e moderni, 1878-1902: n. 798, comprato per 56 lire e rivenduto per 65. Il Catalogo non fornisce altre informazioni sul venditore o sul compratore ma solo queste annotazioni di prezzo. Colgo l’occasione per ringraziare Alice Giachetti che con grande generosità ha messo a disposizione della presente ricerca numerose informazioni.

645 Catalogo di oggetti d’arte antichi e moderni, 1878-1902: n. 832, comprato per 336.29 lire e rivenduto per 366.60 con notazione “venduto 2.84”.

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aspetti diversi del collezionismo di opere d’arte. Fra i due, Alessandro, fu quello più attento e predisposto verso il mercato dell’arte: acquistò gli oggetti d’arte che ritenne interessanti con l’obiettivo di rivenderli, spronando il fratello Augusto a fare altrettanto. In una delle lettere indirizzate ad Augusto e spedita da Napoli, dove si stabilì nel 1862 dopo l’esilio parigino647 (1860-1862), Alessandro, ormai in veste di antiquario, scrisse: “Mio carissimo Augusto,

procura di fare dei buoni affari coi tanti forestieri che dici di andar vedendo. […]”648. Solo qualche giorno dopo scrisse nuovamente: “Mio carissimo Augusto […] ora metto insieme

molti belli oggetti che poi, a suo tempo, venderemo a Londra o a Parigi mandandoveli o portandoveli noi stessi, a suo tempo, come meglio crederemo noi […]”649. Nella città partenopea, con il sostegno del padre, inaugurò una scuola di ceramica chiamando il miniatore di porcellane Carlo De Simone che divenne anche maestro del figlio Torquato e del fratello Guglielmo650.

Grazie alle competenze acquisite negli anni e a uno spiccato spirito commerciale, Alessandro fu scelto come antiquario da una vasta clientela europea e americana651. Utilizzando le relazioni sociali e professionali che aveva stabilito dapprima a Parigi e poi a Londra quando nel 1862 prese parte all’Esposizione Internazionale652

, Alessandro ben presto si trovò impegnato in un redditizio commercio con collezionisti in Inghilterra, Francia, Russia e America653, e con alcune fra le più importanti istituzioni di carattere pubblico come il British Museum654 e il South Kensington Museum655 tanto che “il suo fascino fu tale che in

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Il 15 agosto del 1853 i due fratelli furono arrestati con l’accusa di sedizione, a seguito delle loro simpatie per la causa repubblicana. Augusto fu subito rilasciato grazie all’intervento del padre; Alessandro invece si rifiutò di rinnegare le sue posizioni politiche e, dopo una lunga prigionia a San Michele a Ripa, fu colpito da un esaurimento nervoso e trasferito al manicomio cittadino. Nel 1856 Alessandro ricevette il permesso di tornare a curarsi a casa. Migliorò abbastanza da poter riprendere a disegnare gioielli nel 1857, ma quando le autorità papali si accorsero della guarigione minacciarono di rimetterlo in prigione: l’unica alternativa era l’esilio da Roma. La famiglia riuscì a convincerlo a partire per Parigi dove si trasferì nel 1860. Nella capitale francese Alessandro, finanziato dal padre, aprì un’elegante succursale della ditta romana al numero 5 dell’Avenue des Champs Elysées dove iniziò a vendere le oreficerie inviategli da Roma; cfr.: BORDENACHE BATTAGLIA 1978, p. 592.

648 Archivio di Stato di Roma, (d’ora in poi A.S.R.), Fondo Castellani, fasc. 13/3, c. 158 (lettera dell’11 novembre 1863).

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A.S.R., Fondo Castellani, fasc. 13/3, c. 160 (lettera del 16 novembre 1863).

650 BORDENACHE BATTAGLIA 1978, p. 592.

651 SANTAGATI 2004, p. 63, nota 288 con relativa bibliografia.

652 Già l’anno precedente (1861) i Castellani parteciparono alla Prima Esposizione Industriale di Firenze dove raccolsero i primi riconoscimenti ufficiali; cfr.: BORDENACHE BATTAGLIA 1978, p. 592.

653 MORETTI SGUBINI 2000, pp. 9-21, p. 11.

654 Nel 1872 Alessandro vendette al British Museum un lotto di millecinquecento gioielli antichi; cfr.: BORDENACHE BATTAGLIA 1978, p. 602.

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Europa e in America collezionisti e musei si disputavano i suoi oggetti come se, per il fatto di essere stati da lui acquistati, ne fosse grandemente aumentato il valore”656.

La principale attività di Alessandro divenne, pertanto, quella di compravendita di antichità657 e per valorizzare la collezione e accrescerne la visibilità espose le sue “anticaglie” un po’ ovunque nel mondo partecipando costantemente alle più importanti Esposizioni Internazionali: Londra (1862 ma anche 1871 e 1872), Philadelphia (1876), al Metropolitan Museum di New York nel 1877 (della quale rimane traccia nel catalogo pubblicato in due volumi658) e, successivamente, a Parigi (1878), Berlino (1880) ma anche Milano, Roma, Torino659.

Conquistato il plauso dei colleghi per le sue qualità di orafo, connoisseur, antiquario, conferenziere, nella sua veste di mercante d’arte, Alessandro si trovò a vendere di tutto un po’. Certamente i suoi gioielli660

, allora molto in voga, ma anche arazzi, vetri, mobili, stoffe, tappeti, ceramiche cinesi, persiane e siculo-arabe che raccolse nello spazio di pochi anni. Altrettanto rapidamente riuscì a disperdere le sue raccolte mediante convenienti transazioni come quella messa a segno dal 27 al 29 maggio 1878 nelle sale dell’Hotel Drouot a Parigi661 quando, fra l’altro, mise all’asta nove ceramiche “siculo-arabe”. L’anno seguente, ancora una volta presso l’Hotel Drouot, andarono in vendita cinque cofanetti in avorio impropriamente ritenuti di provenienza persiana trattandosi, invece, di probabile manifattura siciliana del XI secolo662.

Senz’altro la buona riuscita di quelle vendite663

lo collocò al centro di un vertiginoso giro di affari e sancì definitivamente la fama di Castellani nel campo del commercio internazionale d’arte che perdurò anche dopo la morte. Un necrologio, pubblicato il 14 giugno 1883 nella rivista francese Courrier de l’Art, ricordò la sua passione per le meravigliose creazioni dell'antichità e del Rinascimento, e l’impulso che seppe dare alla ricerca di tesori d'arte di ogni tipo664.

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GOFFI 1969, p. 208.

657 BORDENACHE BATTAGLIA 1978, p. 599.

658 Catalogue of the Castellani collection … 1877, 2 v. (v. 1: Marbles, bronzes, gold and other personal ornaments, engraved, gems; vol. 2: Maiolica ecc.).

659 Sulla partecipazione di Castellani alle Esposizioni Internazionali e Universali si legga: WEBER SOROS 2005.

660 Nel corso degli anni a cavallo fra la seconda metà del XIX secolo e il primo decennio del secolo XX la famiglia orafa romana dei Castellani s’impose sul mercato internazionale per le proprie produzioni orafe.

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Catalogue des faiences italiennes … 1878.

662 Catalogue de sculptures en ivoire … 1879; la vendita si tenne il 7 e l’8 aprile 1879.

663 “Very large prices were realised”, così fu scritto nel giornale Leeds Mercury; cfr.: Leeds Mercury Newspaper, il 12 giugno 1878, p. 6.

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Il gusto eclettico di Alessandro Castellani, padre spirituale e maestro dei collezionisti a Roma, emerge evidente anche dalle parole scritte da Paul Leroi nella prefazione del catalogo della vendita all’asta che si tenne a Roma nel 1884665

. Sfogliando le pagine del citato catalogo possiamo comprendere la molteplicità degli interessi del collezionista e le sue conoscenze in qualità di antiquario. Tra le ceramiche troviamo tre lotti di manufatti “ siculo-arabi”666

, ventotto di materiali “hispano-moreschi”667

e ben centoquarantadue fra piatti, vasi, brocche persiane e turche668. A questi vanno aggiunti otto vetri di provenienza orientale669, diciotto lotti di metalli orientali670, di cui tre lampade da moschea “décorée d’inscription en

caractères arabes”671 e quattro lotti di manufatti persiani672. Chiudono il volume centocinquantanove lotti di “étoffes européennes et orientales”673 e ben trenta voci di tappeti674.

La dispersione delle ultime opere d’arte che Alessandro Castellani aveva raccolto avvenne a Parigi, all’Hotel Drouot sempre nel 1884675. Nell’occasione furono presentati trentadue lotti di ceramiche persiane676, sette di stoffe orientali677 e quattro tappeti orientali678; un numero notevolmente inferiore rispetto alla precedente asta romana ma entrambe le vendite costituirono un evento memorabile nella storia dell’arte come documentato dai numerosi articoli apparsi nelle riviste di settore679.

Uno scritto apparso nel citato periodico Courrier de l’Art ricorda che in occasione dell’asta Castellani che si tenne a Roma i conservatori dei musei inglesi e tedeschi furono inviati a Roma dai rispettivi governi con il semplice intento di fare acquisti; curiosamente la

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Paul Leroy scrisse: “[…] sauvé de trésors d'art de l'Égypte, de l'Étrurie, de la Grèce, de l’Apulie, de la Basilicate, de l’Asie Mineure, de la Perse. […].”; cfr.: Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), p. XI.

666 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 226-228, p. 191.

667 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 229-256, pp. 191-195.

668 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 257-397, pp. 195-208.

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Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 528-535, p. 223.

670 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 935-950, pp. 268-269.

671 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 941-942, pp. 268-269.

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Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 943-945, 948, p. 269.

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Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 1181-1339, pp. 303-316.

674 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (a), lotti 1151-1180, pp. 300-302. Tra questi ci fu il tappeto noto come Ushak Castellani-Stroganoff per essere stato acquistato dal conte Stroganoff e utilizzato per l’arredo del suo palazzo romano. L’Ushak Castellani-Stroganoff, per molti anni ritenuto scomparso, fu ritrovato nel 1987 da Alberto Boralevi. Oggi è in una collezione privata. Si vedano: BORALEVI 1987 e si rimanda al paragrafo 2.4.2.1.

675 La collezione d’arte di Alessandro Castellani fu messa all’asta l’anno dopo della sua morte. La vendita si svolse in due tornate: a Roma, dal 17 marzo al 10 aprile 1884, e a Parigi dal 12 al 16 aprile 1884; cfr.: Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (b).

676 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (b), lotti 530-561, pp. 67-69.

677 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (b), lotti 652-658, p. 80.

678 Catalogue des objets d'art antiques … 1884 (b), lotti 665-668, p. 81.

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Francia fu numericamente meno rappresentata a causa di un budget inferiore680. Contemporaneamente anche la rivista Chronique des arts et de la curiosité dedicò ampio spazio alla vendita Castellani, sia per ciò che riguarda l’asta romana sia per quella parigina.

Non a caso, dunque, le collezioni dei più importanti musei internazionali possiedono alcuni manufatti (naturalmente il riferimento è a oggetti d’arte islamica) provenienti dalla raccolta dell’antiquario romano681

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