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Alexander Malcom: A Treatise of Musick, Speculative, Practical and Historical (Edimburgo, 1721).

Una nuova organizzazione del sapere musicale

1. Alexander Malcom: A Treatise of Musick, Speculative, Practical and Historical (Edimburgo, 1721).

Alexander Malcom (1685-1763) è una figura poco nota del Settecento britannico, cui si deve un trattato sulla musica pubblicato a Edimburgo nel 1721. Teorico e insegnante, studioso di discipline matematiche, Malcom emigrò in America prima del 1734 (data in cui lo troviamo a New York), continuando a svolgere la professione di didatta fino al 1759.1

Il Treatise of Musick, Speculative, Practical and Historical non solo reca chiare tracce degli interessi matematici dell’autore, ma rivela anche una conoscenza della filosofia della mente lockeiana, dei dibattiti filosofici dell’epoca e un particolare interesse per la storia, che lo conduce a scrivere la prima ‘storia della musica’ a noi nota in lingua inglese. Lo scritto è dedicato alla Royal Academy of Music (1719-1728).2

La materia del trattato è organizzata secondo l’ordine evidenziato nel titolo. I capitoli I-X sono dedicati alla teoria musicale: si parte con la definizione dell’oggetto e del fine della musica, per passare a una discussione sulla natura del ‘suono musicale’. In seguito vengono definiti i concetti di consonanza, dissonanza e armonia, e sono descritte scale e accordature. Questa è la sezione cui viene dato maggior spazio, andando a occupare la metà del totale dell’opera. La seconda parte del trattato (capp. XI-XIII) è dedicata alla pratica compositiva. Queste pagine, come spiega l’autore nell’introduzione, «for want of sufficient practice» nell’arte musicale sono opera del genio e della generosità di un ‘amico’,3 il cui nome viene taciuto.

1 La bibliografia su A. Malcom è esigua. Per le notizie biografiche ci siamo basati sulla voce

‘Malcom, Alexander’, in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, a cura di Stanley Sadie, II ed., New York, Macmillan, 2001, vol. XV, p. 681 sg.; sul trattato di Malcom esiste anche un tesi di

dottorato americana di Reppard STONE, An Evaluative Study of Alexander Malcom’s Treatise of Musick: Speculative, Practical and Historical (Catholic University of America, Washington D.C., 1974).

2 Sulla storia dell’accademia si veda Elisabeth GIBSON, The Royal Academy of Music: 1719-

1728, New York and London, Garland, 1989.

3 Alexander MALCOM, A Treatise of Musick, Speculative, Practical and Historical (Edinburgh,

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Infine il capitolo XIV, l’ultimo del trattato, è dedicato a una trattazione storica della musica.

L’opera di Malcom è introdotta da una Ode on the Power of Musick, incrib’d to Mr.

Malcom, as a Monument of Frienship, by Mr. Mitchell, che offre un tipico esempio di

encomio della musica. Con tutta probabilità il testo è da attribuirsi a Joseph Mitchell (c. 1684-1738), poeta e drammaturgo scozzese che frequentò, come Malcom, l’Università di Edimburgo.4 Il genere dell’encomio musicale, che nel secolo XVIII

era ormai in pieno declino, aveva goduto di particolare fortuna proprio in Gran Bretagna, grazie alle rielaborazioni da parte dei maggiori poeti inglesi (Shakespeare, Milton, Dryden…).5 L’Ode di Mitchell segue il classico percorso di boeziana

memoria, ripercorrendo – nell’ordine – la musica celeste, la musica humana e la musica degli strumenti. La proprietà musicale che più viene magnificata nell’elogio è l’armonia, come forma di concordia tra gli opposti. L’insistenza sulla capacità della musica di ‘accordare’ e armonizzare elementi eterogenei, sebbene sia un luogo classico, può essere forse letta anche alla luce delle vicende politiche dell’epoca, particolarmente ricche di rivoluzioni più o meno ‘gloriose’.6 L’ultima delle tredici

strofe del poema di Mitchell si chiude con una lode di Malcom:7

…the dear, deserving Man, Who taught in Nature’s Laws, To spread his country’s Glory can Practise the Beauties of the Art, and shew its

Grounds and cause.

Nell’introduzione Malcom si richiama in modo esplicito a Lord Shaftesbury e alle tematiche da lui sviluppate nel Soliloquio,8 in particolare con riferimento al rapporto

tra autore e critico. Come si ricorderà, Shaftesbury aveva valorizzato l’operare del critico e aveva asserito che solo da un fecondo rapporto tra arte e critica ci si poteva aspettare il progredire della prima. Così Malcom afferma di sottoporre con totale

4 Cfr. Calhoun WINTON, ‘Mitchell Joseph’, in Oxford Dictionary of National Biography,

consultabile on-line alla pagina http://www.oxforddnb.com/view/article/18846.

5 Cfr. James HUTTON, Some English Poems…, cit.

6 Del 1707 è l’Act of Union che sanciva l’unione di Inghilterra e Scozia sotto una sola corona,

ma sotto il regno degli Hanover vi saranno ancora i moti di rivolta (nel 1715 e nel 1745) che coinvolgeranno Irlanda e Scozia.

7 A. MALCOM, cit., p. xii. 8 Cfr. infra, cap. I.

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fiducia la propria opera al giudizio dei criticks, dalle cui eventuali osservazioni negative trarrà materia di miglioramento. Tuttavia, vi è un «common place of criticism»9 sul quale l’autore desidera soffermarsi e che gli serve per qualificare la

propria opera: si tratta della discussione su cosa sia una ‘scoperta’, o novità, nelle scienze. Malcom insiste sul fatto che non solo l’“invenzione” di nuovi teoremi è utile ai fini della conoscenza scientifica, ma anche la «proper relation and connection of the things already found, and the easy way of representing them to the understanding of others»,10 collocandosi così lungo quella linea di pensatori come

Bacon, Descartes, Newton, che ritenevano il metodo e la classificazione dei mezzi altrettanto utili al progredire della conoscenza quanto le nuove scoperte.

La scelta di Malcom del genere letterario ‘trattato’ – da sempre organo di sistematizzazione del sapere – risulta, dunque, coerente con gli scopi che egli si pone: organizzare la vasta materia che concerne gli aspetti teorici, pratici e storici della musica cercando di stabilire relazioni che ne favoriscano la comprensione.

2. Il suono musicale in una mente lockeiana: la musica speculativa di A.

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