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Storia politica tardo visigota ed asturleonese (672-999)

7. Alfonso Froilaz (925-926)

coniugio572), nonché come egli fosse affetto da lebbra, causa della sua morte (ed effettivamente nelle fonti piú tarde sarà noto con l’appellativo di el

Leproso): et plenus leprae dicessit573.

Ma l’inserzione più interessante nel testo è forse quella che paragona Fruela, dopo aver menzionato l’allontanamento forzato del vescovo Frunimio, all’imperatore Domiziano, eliminato da una congiura (che il testo vede come una sorta di castigo divino per aver mandato in esilio l’apostolo Giovanni):

Non rememoravit Domitianum Imperatorem, beatissimum Ioannem Apostolum, et Evangelistam in exilium mississe, et ideo iussu Dei a Senatu Romano interfectum esse, non est veritus David dicentur: “Nolite tangere Christos meos, et in Prophetis meis nolite malignare”574. La lebbra sarebbe stata il castigo inflitto a Fruela per aver ingiustamente messo a morte i suoi cugini, figli di Olmundo (fratello di Alfonso III), di cui entrambe le versioni della cronaca del vescovo di Astorga danno notizia senza peraltro specificare i motivi di tale azione da parte del re: è però possibile che aspirassero al trono, o che Fruela sospettasse fosse così.

Del suo periodo come re di León non ci viene detto molto di più, anzi, vengono sottolineate l’assenza di eventi notevoli e l’inazione del monarca:

Propter paucitatem dierum nullam victoriam fecit, nullos hostes exercuit575.

Alla sua morte, si inserisce nel nostro racconto un personaggio curioso la cui effettiva permanenza sul trono di León resta ancor oggi da studiare adeguatamente: si tratta di Alfonso, il figlio di Fruela II la cui esistenza abbiamo appena riscontrato nella versione Pelagiana del Chronicon.

7. Alfonso Froilaz (925-926)

572

SAMPIRO, Chronicon (Pel.), cit., p. 318. 573

Id., p. 319. 574

Ibid. 575

157

La figura di Alfonso Froilaz non viene citata come regnante all’interno del

Chronicon sampiriano, né nella versione inclusa nella Historia Legionense, e

neppure in quella appartenente al Corpus Pelagianum, sebbene quest’ultima lo menzioni come figlio del suo predecessore576.

Cionondimeno, vale la pena di spendere alcune parole su questo breve regno, supponendo che Sampiro non abbia effettuato altro che una sorta di

damnatio memoriae affermando come, alla morte di Fruela, fosse Alfonso IV

a salire sul trono: la maniera in cui la successione viene narrata (Adefonsus

filius Domini Ordonii adeptus est sceptra paterna577), che evidenzia l’origine del nuovo re e la legittimità derivata dall’essere egli stesso figlio di un precedente sovrano non lascia a mio parere adito a molti dubbi.

Fu Dozy, insigne arabista olandese, a dubitare per la prima volta della continuità “pacifica” tra i regni di Fruela II ed Alfonso IV secondo quanto affermato da Ibn Hayyan, che citava, proprio per quegli anni, un tentativo di appropriazione del trono da parte di Sancho Ordoñez con l’aiuto di Alfonso figlio di Fruela; egli, però, ritenne che il ruolo di “re perduto” andasse attribuito a Sancho, e non, per l’appunto, ad Alfonso Froilaz578: tali dubbi sono derivanti anche dalla natura del resoconto della fonte in questione, che dopo aver seguito le cronache cristiane nel presentare il passaggio di poteri tra Fruela II e Alfonso IV come assolutamente pacifico e privo di ostacoli propone il passaggio appena citato esaminato da Dozy579.

576

Ibid. (Pel.): ...et duxit uxore nomine Mummadomnam, ex qua hos filios genuit: Adefonsum, Ordonium, sive est Ranimirum.

577

GERMÁN DI PAMPLONA, Un nuevo rey de León, Alfonso hijo de Fruela II, in ”Príncipe de Viana”, n. 23 (1946), pp. 261-270.

578

Riportato in Id., p. 262. 579

158

Il Codice di Roda, tuttavia, nel presentare la propria lista dei sovrani leonesi (la Nomina Leonesa di cui si è parlato nella prima parte del presente lavoro) si esprime così:

Item Nomina regum catholicorum legionensium

XV Ordonius R. A. VIH, M. II

XVI Froila frater eius R. A. I. M. VII

XVII Adefonsus froilani filius R. A. V. M. X XVIII Sancius filius Ordoni R. A.

XVIIII Post illum Adefonsus qui dedit regno suo et convertit

ad dominum580

Risulta dunque evidente la presenza di due Alfonso, inframmezzati da Sancho Ordoñez (di cui peraltro non viene indicata la data del presunto regno).

Di più complessa interpretazione risulta invece la versione della Nomina contenuta nel Codice di Albelda:

Deinde Ordonius

Deinde frater eius Froila

Post filius eius Adefonsus

Deinde Santius filius Ordonii

Deinde Adefonsus quie dedit regnum suum et conuertit ad deum.581

580

Id., p. 263. 581

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Quel filius eius potrebbe applicarsi infatti sia a Fruela II che ad Ordoño II; fu infatti in quest’ultima maniera che venne identificato da Dozy, che suppose come di conseguenza si dovesse trattare di Alfonso IV, temporaneamente scalzato dal trono da Sancho Ordoñez ed in seguito tornato a regnare per una seconda, ed ultima, volta582.

Due documenti, entrambi datati al 927 e provenienti dal cartulario castigliano di Santa Maria del Puerto, citano un “re Alfonso” come regnante in quel momento. Il primo di essi, una sentenza giudiziaria relativa al villaggio cantabrico di Carriazo, afferma: carta plena VII kalendas aprilis in Era

DCCCCLXV regnante rex Anfuso Froilaci583. Nel secondo, che ne conferma i provvedimenti, il patronimico del sovrano non è specificato, ma l’assenza di ulteriori specificazioni, necessarie nel caso di un documento strettamente legato ad uno precedente nel caso di un cambio di monarca, fa supporre ci si riferisse ancora ad Alfonso Froilaz584.

Germán di Pamplona ha inoltre sostenuto come, nonostante non ci siano noti diplomi regi attribuibili ad Alfonso Froilaz, anche tre documenti leonesi, datati rispettivamente al 926, 927 e 928 che, a suo parere, sarebbero indissolubilmente legati alle due testimonianze castigliane: luego el Alfonso

de los documentos castellanos del 927 es el mismo que el Alfonso de los documentos leoneses de 926, 927 y 928585. A mio parere, si tratta però di una conclusione affrettata, in quanto, a detta dello stesso autore, anche in questo caso l’Alfonso menzionato non viene citato con un patronimico; inoltre, il documento del 928 afferma: regnante (...) domino Adefonso (...) in Legione

anno secundo regni sui586, rendendo ancora piú tentatrice l’ipotesi che si 582 Id., pp. 263-265. 583 Id., p. 265. 584 Id., pp. 265-266. 585 Id., p. 266. 586 Ibid.

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possa già trattare di Alfonso IV. La durata di regno di Alfonso Froilaz risulta infatti complicata da stabilire, ma è da scartarsi l’ipotesi, sostenuta da quanto contenuto nella redazione Rotense della Nomina Leonesa, secondo la quale esso durò cinque anni e dieci mesi. Si è normalmente sostenuto che, sapendo come la morte di Fruela II sia avvenuta nel 925 (questo secondo quanto dettoci da Sampiro), suo figlio abbia potuto essere re da quell’anno sino al successivo; non mi sento di contraddire questo limite cronologico, ad oggi il più canonico, pur ritenendo che almeno il primo dei due documenti castigliani del 927 (l’unico che faccia menzione del patronimico) possa costituire una prova attendibile del protrarsi del regno di Alfonso Froilaz sino a quell’anno; resta tuttavia da compiersi uno studio approfondito sul tema, che consenta di eliminare gli ultimi dubbi a riguardo, anche in virtù dell’essere il documento in questione una copia del secolo XII587, ed esistendo inoltre alcuni diplomi menzionanti già il 927 come secondo anno dall’ascesa di Alfonso IV sul trono (contraddicendo così la stessa visione di Germán di Pamplona)588.

Ad Alfonso Froilaz seguì dunque Alfonso IV: del suo regno, e delle complesse circostanze che portarono alla trasmissione dello stesso al fratello Ramiro II, ci si occuperà adeguatamente sin dall’inizio del prossimo capitolo.

587

Id., p. 265. 588

E’ il caso del testamento dell’ex vescovo di León Cixila II: Germán (Id., p. 268) lo ritiene inattendibile in virtú dell’essere una copia tarda, ma lo stesso principio potrebbe essere dunque applicato anche alle prove da questi addotte: i due documenti castigliani del 927.

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CAPITOLO 6

Il Regno a León (926-999)

Sezione conclusiva del presente lavoro, il seguente capitolo esplora le vicende degli ultimi sette sovrani leonesi del decimo secolo; con Bermudo II si conclude infatti, nel testo di Sampiro integrato dall’Historia Legionense, una narrazione che accostata alla Cronaca di Alfonso III si dipana ininterrottamente sin dai tempi della salita al trono di Wamba, occorsa nel 672. Come vedremo, due sono gli elementi fondamentali di questo periodo: la crescente instabilità interna dovuta ai tentativi di indipendenza delle fazioni nobiliari del regno, e lo scontro con al-Andalus per il controllo delle aree meridionali del suddetto allo scopo di ottenere l’espansione territoriale dei rispettivi potentati.