• Non ci sono risultati.

Pur essendo il presente lavoro dedicato principalmente alla fine del Regno visigoto e alla monarchia asturleonese, è tuttavia necessario compiere un breve excursus relativo ad un'altra entità territoriale, sviluppatasi a partire dal IX secolo, in area iberica: il Regno di Pamplona, in seguito noto come Regno di Navarra.

Le fonti storiografiche altomedievali direttamente concernenti tale reame sono però molto esigue, e per le prime cronache “ufficiali”, compilate a corte e dotate di una struttura completa, bisognerà attendere il secolo XIII, quando appariranno i lavori García de Eugui e García López di Roncisvalle, preludio all’opera del Principe di Viana e alla breve narrazione di Giovanni di Jasso, padre di San Francesco Saverio, che scrisse negli anni crepuscolari della monarchia navarrese (assorbita in gran parte dai Re Cattolici nel 1512 e sopravvissuta per qualche tempo, nella sua porzione transpirenaica, come parte costituente del Regno di Francia).

149

DÍAZ Y DÍAZ 1976, cit., pp. 230-231. 150

Prima di Gómez Moreno soltanto da TAILHAN 1885, cit., pp. 196-197. 151

DÍAZ Y DÍAZ 1976, cit., pp. 230-231. 152

46

José María Lacarra, illustre storico ed esperto di storia medievale basca e navarrese, si è occupato, in un lungo e fondamentale articolo del 1945, di presentare e dotare di edizione critica un lungo insieme di testi, da lui semplicemente indicato come Textos navarros153, concernenti il territorio di Pamplona ed inclusi nel Codex Rotensis: la loro presenza in tale codice (la cui sopravvivenza, come abbiamo visto, è anche di fondamentale importanza per la storia asturiana) è un altro motivo giustificante la loro inclusione nella nostra ricerca.

Al suo interno si trovano, compresi tra i ff. 191r e 232v:

a) una serie di genealogie, note come Genealogías de Roda, relative ai re di Pamplona, ai conti di Aragona, di Pallars, di Guascogna e di Tolosa, nonchè dei sovrani franchi;

b) una breve cronaca degli albori del Regno di Pamplona154; c) una lista di vescovi pamplonesi ed un obituario degli stessi;

d) una lettera dell’imperatore Onorio, databile agli inizi del secolo V ed indirizzata alla guarnigione di Pamplona;

e) un breve elogio a Pamplona stessa, il De laude Pampilone epistola155;

f) la composizione Versi domna Leodegundia Regina, presentata come figlia di Ordoño (identificato, in base alla cronologia, con Ordoño I delle Asturie) e moglie di un sovrano pamplonese non meglio identificato156.

153

J. M. LACARRA, Textos navarros del Códice de Roda, in Estudios de Edad Media de la Corona de Aragón, Zaragoza, 1945, pp. 194-283.

154

I primi due paragrafi di questo breve testo sono peraltro inclusi, con leggere modifiche, anche nel codice Albeldense (cfr. Id., pp. 257-258).

155

Nella sua edizione Lacarra fonde la lettera di Onorio con il De laude Pampilone; DÍAZ Y DÍAZ 1976, cit., p. 232 colloca la descrizione della città ai tempi della sua occupazione da parte dei musulmani.

156

La prima parte della composizione presenta un interlineo in note musicali, mentre l’intero testo va a comporre l’acrostico Leodegundia pulcra Ordonii filia.

47

Si tratta, lo si noterà, di un insieme molto vario e dotato di incredibile importanza per gli studiosi dell’area pirenaica nell’Alto Medioevo, per i quali le fonti del tempo alle quali ricorrere sono scarsissime.

Díaz y Díaz ha supposto che l’intero gruppo di testi costituisse una sorta di “materiale grezzo” per la compilazione di una successiva cronaca, incentrata sulla storia del Regno di Pamplona157 (e costruita, probabilmente, sul medesimo modello di quelle asturiane del secolo IX): l’ipotesi è senz’altro affascinante e ricca di spunti, e la presenza di numerosi spazi vuoti al suo interno potrebbe avallare l’idea che si trattasse perlomeno di un lavoro il cui completamento fosse lungi dall’essere totale, più che di uno strumento mirato alle pretese imperialistiche di re Sancho III (1004-1035) come invece suggerito da Lacarra158.

Conviene peraltro tornare brevemente sulla già citata genealogia dei sovrani franchi per sottolineare come la sua inclusione, e la sua provenienza, siano dotate di problematiche maggiori rispetto al resto dei testi raccolti dal codice: fu infatti lo stesso Lacarra a supporre, come zona di provenienza di tale fonte, la Marca Hispanica, dove sarebbe stata scritta intorno al 986159, a causa del suo considerare il regno di Rodolfo I (929-936) come interregno160: il mancato riconoscimento di tale monarca ebbe luogo infatti solo nella Marca161.

Si tratterebbe quindi di un interessante documento relativo ad un’area, quella dell’odierna Catalogna, che al pari della Navarra presenta scarsissime

157

DÍAZ Y DÍAZ 1976, cit., p. 232. 158

LACARRA 1945, cit., pp. 218-220; anche DÍAZ Y DÍAZ 1976, cit., p. 232 è in disaccordo con tale ipotesi. 159

LACARRA 1945, cit., pp. 253-254. 160

Id., p. 254: Et fuimos sine rege annos VII. 161

48

testimonianze storiografiche risalenti a prima dell’anno Mille162, oltre ad un’influenza da ricercarsi all’interno dello stesso Impero Carolingio.

162

Si veda il fondamentale articolo di M. COLL I ALENTORN, La historiografía de Catalunya en el període primitíu, in “Etudis Románics”, 3 (1951-2), pp. 139-196, in part. a p. 152: Efectivament, les anomenades Genealogies de Roda, preses en llur conjunt, són estranyes a la nostra historiografia, però dins elles hi ha duès series completes i diverses notícies intercalades en altres sèries, que procedeixen sens dubte, i, pel que es refereix a les primeres, quasi sense elaboració ulterior, de la Catalunya occidental i possiblement del centre cultural Roda-Alaó.

49

3. LA STORIOGRAFIA ARABA: UNA BREVE INTRODUZIONE163

Fin qui ci si è preoccupati di fornire un quadro di base della produzione storiografica cristiana nell’Alto Medioevo iberico, con particolare riguardo al Regno asturleonese; è però necessario passare in rassegna anche la parallela attività sul versante territoriale sotto dominazione islamica, allo scopo di ottenere una maggiore cognizione di causa sui fatti storici che verranno narrati e commentati in seguito, e per fornire un interessante parallelo tra le due orbite anche nell’ambito della produzione testuale164.