2 – LA PINACOTECA DI ASSISI E I SUOI DIPINT
R., Grifoni P., Monumenti e Istituzioni, parte I La nascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860-
2.2.7. L’allestimento odierno
L’attuale allestimento, proposto da una commissione di studio coordinata dai professori Andrea Emiliani e Bruno Toscano, vuole proporre un Museo della Città e del suo Territorio e prevede un percorso organizzato su due livelli. Nel primo, con un ingresso indipendente, vi è un centro di accoglienza e di prima informazione, con la biglietteria e nella saletta successiva sono stati posti il bookshop e il museo-shop.
Nel progetto si suggeriva di inserire “una esposizione virtuale, allestita con tecnologie informatiche e video, in grado di attirare l’attenzione dei visitatori di quei visitatori culturalmente poco attrezzati, che costituiscono una quota molto elevata dei turisti di Assisi”321 accanto ai
plastici “di grande qualità”.
Nella seconda e terza sala erano previste, ma mai realizzate, delle postazioni informatiche che forniscano informazioni sul palazzo e sulla destinazione degli spazi ai diversi livelli, oltre alla possibilità di organizzare degli itinerari cittadini. Gli altri due ambienti dovrebbero ospitare altre postazioni con le notizie sulla città e sulla Basilica di San Francesco e gli altri siti francescani.
Al secondo livello è posta la Pinacoteca.
Alla conclusione dello scalone di ingresso, nella prima sala è posto sulla parete a destra il grande affresco con un Corteo Cavalleresco.
Nella seconda sala, nella parete di fondo vi è il dipinto con la Maestà (scheda n.2) attribuibile a Giotto322 (Vicchio di Mugello 1267 c.a – Firenze 1337), proveniente
dal Palazzo del Capitano del Popolo, che vuole conferire una funzione di rappresentanza e in qualche modo risulta essere il simbolo della pinacoteca. Questa Maestà è posta accanto alla Madonna del Popolo (scheda n.4), l’una posta dentro il palazzo del Comune e l’altra nella piazza del Comune.
La Madonna del Popolo, attribuita al “Maestro umbro del primo quarto del Trecento” ma che più probabilmente è dovuta alla tarda attività del “Maestro espressionista di Santa Chiara” del quarto decennio del Trecento, è legata al frammento con la figura di San Francesco. Inoltre, poiché il “Maestro espressionista di Santa Chiara” viene ora riconosciuto dalla critica in Palmerino di Giudo (Assisi, notizie 1299 - 1337), documentato nel 1309 nella veste di un collaboratore fiorentino di Giotto, la vicinanza dei due dipinti crea un legame tra il maestro e l’allievo. Questo dipinto, come
321Andrea Emiliani, Bruno Toscano e Giovanna Sapori, Relazione presentata alla Regione dell’Umbria.
322 L’attribuzione a Giotto è sostenuta dagli evidenti legami con il primo episodio della Leggenda Francescana
riportato nell’Inventario di Brizi era stato staccato da Malatesta e poi riportato, nel 1927 a spese dell’Amministrazione Comunale, nella sua edicola posta sulla facciata del palazzo delle Poste nella piazza del Comune per ripristinare l’antica usanza di accendere un lume tutte le sere323. Il dipinto è stato spostato nuovamente e posto
all’interno della Pinacoteca ed è stato riunito con l’affresco strappato di San Francesco dello stesso autore.
Nella stessa sala, nella parte opposta, sono collocati due pannelli di un ciclo dei “mesi”, Ottobre (scheda n.3) e Novembre (scheda n.7). Questi ultimi, insieme a due Stemmi, (scheda n.5 e 6) sono gli unici dipinti con un soggetto laico di tutta la collezione e sono provenienti dal Palazzo del Capitano del Popolo.
Rispetto al progetto, nella prima sala dovevano essere collocati il Corteo cavalleresco (scheda n.1) e le allegorie dei mesi con l’idea che potessero rappresentare un biglietto da visita della pittura della città. Nella sala successiva doveva essere posta la Maestà (scheda n.2) di Giotto insieme al piccolo affresco staccato con il San Francesco.
Nella terza sala, nella parete ovest, è posta la Maestà (scheda n.15) frammentaria di Puccio Capanna capolavoro della pittura italiana del tardo medioevo, che fu dipinta da questo importante allievo di Giotto per la porta urbica di San Rufino nel 1341. Inoltre, sono esposti alcuni dipinti provenienti dalla confraternita di San Gregorio, la Vergine Annunciata e accanto, ma in un’altra parete, l’Angelo Annunciante di Pace di Bartolo, mentre dall’altro lato, vi è la Vergine Annunciata (scheda n.21) di Puccio Capanna proveniente dalla Confraternita di San Gregorio ed inoltre, dalla chiesa del Monastero di Santa Caterina gli affreschi staccati attribuiti all’ambito di Giovanni di Bonino e che rappresentano una scena con le Tre figure di armati (scheda n.10), Il martirio di Santo Stefano (scheda n.11), e la figura di un altro armato (scheda n.12),. Nella parete in cui si affacciano le finestre sono collocati due frammenti pittorici della Tebaide (scheda n.13 e 14), provenienti dalla Confraternita di San Gregorio e dall’edicola di Sant’Antonio la Madonna con il Bambino e San Francesco (scheda n.56), attribuito a Tiberio di Assisi.
Nel progetto si prevedeva un allestimento che presentava sulla parete est il Crocefisso (scheda n.50), del Maestro espressionista di Santa Chiara, attribuito a
Palmerino di Guido proveniente dalla chiesa del Monastero di Sant’Apollinare; nella parete opposta, l’affresco realizzato nel 1341 per la porta urbica di San Rufino raffigurante la Madonna col Bambino e San Francesco (scheda n.15) realizzato da Puccio Capanna e successivamente le pitture della chiesa del monastero di Santa Caterina con i Tre armati (scheda n.10) e il Martirio di Santo Stefano (scheda n.11) che venivano attribuiti a Pace di Bartolo.
Mentre per la quarta sala si prevedeva una sezione è dedicata alla pittura tardo- gotica di Assisi in cui si voleva esporre alcuni dipinti provenienti dalla facciata dell’Ospedale dei Pellegrini: sulla parete est la grande Maestà (scheda n.46), di Ottaviano Nelli sulla parete ovest l’Annunciazione (scheda n.47), e le parti di un tabernacolo realizzato da un ignoto pittore umbro e proviene da un tabernacolo (scheda dal n. 38 al 43) posto all’esterno dell’ospedale degli Infermi.
Attualmente le opere descritte nel progetto come destinate alla quarta sala, sono ospitate nella quinta sala che si voleva dedicare ai pittori di Assisi del Rinascimento, Andrea d’Assisi detto l’Ingegno, ricordato da Vasari come il miglior allievo di Pietro Perugino, e al suo seguace Tiberio d’Assisi.
L’allestimento doveva ruotare intorno a due lunette particolarmente grandi che dovevano essere esposte su due pareti opposte. In quella ad est, in asse con il percorso di visita si vuole porre la Madonna con il Bambino e con un fondo di paesaggio, (scheda n.37) dipinta da Andrea d’Assisi per la porta di San Giacomo e nella parete opposta, la Madonna della Misericordia, (scheda n.23) proveniente dal castello di San Gregorio, attribuita da Todini-Zanardi a Francesco Tartaglia un seguace di Tiberio di Assisi, ma che dovrebbe essere attribuita a Tiberio stesso (per gli studiosi del progetto). Accanto a quest’ultima opera si suggeriva di esporre altri tre frammenti provenienti dalla chiesa nel castello di San Gregorio, ossia l’Annunciazione (scheda n.21), Santa Caterina (scheda n.20) e San Rocco (scheda n.27).
L’attuale allestimento è diverso da quello progettato, alcune opere previste per le varie sale sono state collocate in modo diverso.
Nella quarta sala si trovano alcuni dipinti provenienti dal Castello di Mora324, San
Sebastiano (scheda n.25) e Santa Lucia c (scheda n.17), che sono posizionati ai lati della finestra e accanto San Ubaldo (scheda n.18) nell’altra parete il dipinto con San Giuliano uccide i genitori (scheda n.19) e a seguire alcuni frammenti della decorazione
324 Nel progetto allestitivo, i dipinti provenienti dal Castello di San Gregorio dovevano essere collocati nella
sala E ed erano L’Annunciazione, la Madonna della Misericordia tra San Rufino e San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e San Rocco.
pittorica del Castello di San Gregorio, attribuiti a Tiberio di Assisi, Santa Caterina da Alessandria (scheda n.20), L’Annunciazione (scheda n.21), San Rocco (scheda n.22), nella parte di fondo, La Madonna della Misericordia (scheda n.23), e proseguendo sull’altra parete, San Rocco e Sant’Antonio (scheda n.24), San Sebastiano (scheda n.25) e Madonna con il Bambino e San Rocco.
Prima di passare alla quinta sala, si può osservare la serie di quattro dipinti allestiti insieme con La Madonna (scheda n.31), Santa Lucia (scheda n.29), San Cristoforo e il Bambino (scheda n.28) e Santa Lucia (scheda n.30).
Quindi, entrati nella sala, sulla destra è posto San Rufino di Andrea dell’Ingegno e una Madonna con il Bambino e i Serafini (scheda n.33), provenienti da una edicola presso le fonti di Moiano e superata la finestra è posto un trittico di opere provenienti dal monastero di Sant’Andrea con San Girolamo (scheda n.34), La Madonna con il Bambino e Santa Caterina d’Alessandria (scheda n.35) attribuite a Andrea di Assisi detto l’Ingegno.
Poi una Madonna con Bambino e paesaggio (scheda n.37), attribuita a Perugino e proveniente dalla porta urbica di San Giacomo, quindi sono allestiti i dipinti della facciata dell’Ospedale dei Pellegrini, con San Benedetto abate (scheda n.42), Santa Scolastica (scheda n.38), Santa Caterina d’Alessandria (scheda n.39), San Rufino (scheda n.40), Madonna con il Bambino (scheda n.41) e L’Eterno benedicente e angeli (scheda n.43) quindi nella parete di fondo un Angelo attribuito a Matteo da Gualdo e Santa Lucia di Ottaviano Nelli. Nella parete acconto, sempre di Nelli La Vergine con il Bambino, San Giacomo e Antonio, La Madonna con il Bambino (Annunciazione) 325
(scheda n.47).
La sesta sala è posta accanto alla terza sala e ne riprende il tema della pittura tardo-medievale. Vi sono esposti alcuni affreschi attribuiti a Pace di Bartolo (Assisi, notizie 1344 -1368), importante pittore attivo nei decenni centrali del Trecento, con il quale si chiude la grande stagione della pittura “giottesca” di Assisi. I dipinti che raffigurano La Madonna con il Bambino (scheda n.48) e L’orazione nell’orto (scheda n.49) provengono dal refettorio della confraternita di Santa Maria del Vescovado insieme la Crocefissione (scheda n.50), Madonna della Misericordia Santa Elisabetta, San Biagio, Sant’Onofrio e un devoto (scheda n.23).
Mentre nella parte accanto alla finestra è posto un Cristo Redentore proveniente dalla Confraternita del Vescovado e dall’altro lato vi sono tre Figura di Santa provenienti
dal convento di Santa Caterina e nella sesta sala vi è una Madonna con il Bambino, San Francesco e Sant’Antonio staccata da sotto la chiesa di Padula.