I) Tariffe alte e in aumento costante
4.1 Implicazioni sociali e spaziali della concezione moderna della morte e la conseguente reazione post-moderna
4.2.1 Alternative alla cremazione
Cryomation
da Susanne Wiigh-Mäsak e resa pubblica nel 2001. Questa procedura - chiamata dalla stessa ideatrice come Cryomation - implica l’uso di azoto liquido per raffred- dare il corpo fino al punto (-192°C) da renderlo un composto friabile. I resti si ridu- cono a circa 20 kg di polvere (come per la cremazione, il quantitativo dipende dalla taglia del corpo), possono essere interrati e si convertono rapidamente in pacciame, integrandosi completamente al suolo che li accoglie. Un ‘criomatore’ con una unità refrigerante può trattare fino a 6 corpi al giorno, ma le unità refrigeranti possono es- sere aumentate per ottenere benefici economici di scala.
Si tratta di un processo ad alta tecnologia, che rispetta l’ambiente in quanto utilizza meno energia rispetto alla cremazione; inoltre il prodotto finale che si ricava non solo non è inquinante ma potrebbe anche essere ritenuto utile per l’arricchi- mento dei suoli. Alla base di questa invenzione c’è l’idea che l’essere umano possa tornare ad essere considerato una parte concreta del ciclo naturale.
I ‘funerali ad alto congelamento’ potrebbero presto diventare una realtà nel Regno Unito per le persone che non vogliono essere sepolte o cremate. I piani ur- banistici per un crematorio che congela i corpi invece di bruciarli sono al vaglio del consiglio distrettuale di Sevenoaks nel Kent. La law commission, l’ente governativo che riforma le normative, sta elaborando regolamenti che renderanno legale questa pratica, per il motivo che i terreni disponibili per le sepolture tradizionali sono in di- minuzione, mentre il numero della popolazione è in crescita51.
Tra i benefici per le famiglie che l’azienda stessa52 annovera nel suo sito web,
appare il fatto che la Cryomation offra un’opzione in più per il trattamento dei defunti e la loro memoria: anche qui la pluralità viene considerata come valore positivo di cui la società può beneficiare. Il sito argomenta anche come il servizio offerto venga incontro ad un trend di mercato per arrangiamenti funerari alternativi che è in cre- scita.
51 https://www.telegraph.co.uk/news/2018/01/21/deep-freeze-funerals-set-come-uk/ (ultima vi-
sualizzazione 09/08/2018)
Fig. n°14 – L’apparecchiatura della Cryomation (fonte: Journal de Montreal)
L’azienda elenca inoltre numerosi benefici ambientali, tra i quali:
I) Significativa riduzione di CO2 mediante riduzione dei combusti- bili fossili utilizzati nella cremazione;
II) Nessun inquinamento da mercurio;
III) Riduzione significativa dei requisiti del terreno di sepoltura; IV) Riduzione completa degli effluenti tossici causati dalla sepoltu- ra tradizionale;
V) I resti della criomazione rimettono in circolo in natura prezioso materiale organico
VI) Maggiore sicurezza biologica da batteri e virus;
VII) Usa bare riutilizzabili che riducono il fabbisogno di legno e l’in- quinamento da compensato.
La sostituzione dei processi funerari di incenerimento attraverso la diffusione della Cryomation ridurrebbe significativamente le emissioni di CO2 e eliminerebbe l’inquinamento atmosferico da metalli pesanti del mercurio. Sostituire la cremazio- ne a combustione ridurrebbe significativamente l’inquinamento del suolo e dell’aria.
Resomation®
L’idrolisi alcalina, così come la Cryomation, è considerata un processo naturale per smaltire il corpo dei defunti. È stata concepita negli anni ’90, negli Stati Uniti è cono- sciuta come bio-cremazione o cremazione ad acqua, mentre nel Regno Unito è stata definita come Resomation stando ad indicare, con una derivazione greco-latina, la ‘rinascita del corpo umano’.
Il metodo imita la decomposizione naturale di un corpo quando sepolto sotto terra. Tuttavia, la tecnologia permette un abbattimento dei tempi: ci vogliono solo al- cune ore rispetto ai molti anni che impiegherebbe il corpo con il processo di decom- posizione naturale. Il corpo è posto in una bara o una protezione fatta da materiali biodegradabili e poi accuratamente posizionato in una camera ad acqua. Il processo dura in media 3-4 ore53, vengono utilizzati calore e pressione come nella cremazione
tradizionale, ma senza combustione. Il processo scioglie la materia organica del corpo del defunto attraverso la combinazione di acqua e idrossido di potassio.
Fig. n°15 – Rimanenza solida della Resomation (fonte: Content time)
53 http://resomation.com/about/need-for-change/ (ultima visualizzazione 9 agosto 2018)
Al termine del processo rimangono frammenti ossei, polverizzati in una cene- re bianca simile alla polvere. Il liquido risultante invece dal tessuto molle è una so- luzione non tossica, composta da peptidi, sapone, zucchero e aminoacidi. Qualsiasi residuo di mercurio o protesi mediche viene estratto prima del processo e dunque è perfettamente intatto e riciclabile.
Il problema più controverso per ora è quello riguardante il cosa fare con il li- quido organico ottenuto e le idee proposte finora sono state due: la prima suggerisce di riciclarlo attraverso il piano di trattamento locale delle acque di scarico; un’altra propone di usarlo come fertilizzante agricolo. Nel caso in cui la Resomation venisse adottata, sarebbe impossibile garantire che l’acqua potabile degli acquedotti non contenga il liquido trattato e riciclato da questo processo e sarebbe difficile garan-
tire anche che il cibo sulle nostre tavole non sia stato coltivato usando tale fertiliz- zante. Bisogna verificare se tale processo possa essere culturalmente accettato: at- tualmente, è normale che le acque provenienti dalle acque reflue siano utilizzate per irrigare le colture in agricoltura, quindi il cibo è già prodotto parzialmente attraverso l’elaborazione di urine e feci umane e animali. La domanda è se sarà mai accettabile farlo con resti umani, seppure vengano resi inerti dal processo. Non è improbabile che il processo verrà accettato più diffusamente in futuro, quando e se la pratica si diffonderà ulteriormente.
Per quel che riguarda i benefici ambientali, anche in questo caso ben eviden- ziati dall’omonima fondazione, la cremazione ad acqua ha dimostrato indipenden- temente di avere un più basso ed effettivamente minimo impatto ambientale rispet- to alla cremazione a combustione e alle sepolture e ciò potrebbe essere sufficiente per consentire all’individuo di scegliere tale opzione (secondo l’azienda ideatrice, elettricità e gas consumati sono pari a un settimo di quelli utilizzati per la crema- zione a combustione). Ciò è particolarmente vero per chi ha vissuto la propria vita con una coscienza ambientale molto acuta e una certa sensibilità per i problemi del pianeta, per chi ha riciclato in modo coerente e fatto scelte ‘verdi’ o con il minimo impatto sull’ambiente. La cremazione ad acqua permette di effettuare una scelta di fine vita rispondendo alle preoccupazioni ambientali in modo molto positivo. Per gli altri, la scelta della cremazione ad acqua può essere motivata dalla paura della combustione o della sepoltura.
La Resomation è stata sviluppata per la prima volta negli anni ‘90 in Europa,
e durante lo scoppio della malattia della mucca pazza è stato il metodo utilizzato per smaltire le mucche che erano state infettate54. Fino alla metà degli anni 2000,
anche le scuole di medicina hanno usato questo metodo di disposizione per i resti umani e animali. Il Minnesota è stato il primo paese a legalizzare questa forma di cremazione nel 2003. Nel 2017, è stato legalizzato in 14 stati, e altri stanno avvian- do il processo di legalizzazione. Finora, ci sono state oltre 5.000 persone che han- no optato per questa opzione. Nel Regno Unito i piani per introdurre la cremazione ad acqua stanno progredendo. Non ci sono motivi tecnici o legali per cui non può essere immessa sul mercato come un’opzione di fine vita e si sta lavorando sulle approvazioni normative perché la pratica possa essere offerta al pubblico.
Alla cremazione ad acqua ci si oppone allo stesso modo in cui l’attuale me- todo di cremazione è stato osteggiato per così tanto tempo. Ci sono voluti decen- ni perché gli esponenti religiosi e le persone accettassero la pratica. Fu solo negli anni ‘60 che la chiesa cattolica cominciò a cambiare le proprie opinioni sull’attuale metodo di cremazione. Allo stesso modo la chiesa oggi oppone resistenza all’idro- lisi alcalina. I leader religiosi stanno mettendo al bando questa procedura in molti
stati. Come con la maggior parte delle questioni di questo tipo, lo stigma della Re-
somation molto probabilmente andrà a diminuire nel corso del tempo. Proprio come
con la cremazione a combustione, verrà ampiamente accettata solo col passare del tempo. Di seguito le argomentazioni di una delle fondatrici:
“Over 135 years ago flame cremation offered fundamental chan- ge in the way we approached human disposition and some se- rious convincing was required before it was fully accepted. Water cremation now offers a new, innovative yet dignified approach which uses significantly less energy and emits significantly less greenhouse gasses than flame cremation. We are once again on the cusp of revolutionising the funeral industry with the chance to provide the public with an environmental alternative at the end of life” (Sandy Sullivan, Founder and Director of Resomation Ltd). Fig. n°16 – Uno degli ideatori presenta la Resomation (fonte: Content time)
4.2.2 Alternative alla bara