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I) Tariffe alte e in aumento costante

2.3.1 Il rapporto tra monopolio, pluralità e innovazione

La questione di fondo è: assunto che l’innovazione porta benefici diffusi, quale spa- zio vogliamo lasciare ad essa? Esiste un modo con cui il monopolio produce inno- vazione? E la pluralità invece, in che modo produce innovazione? Si assume che la pluralità produca innovazione e ci si chiede se anche il monopolio abbia modo di produrne. Si assume anche che l’innovazione sia un obiettivo auspicabile ai fini di ottenere benefici diffusi per la società, in quanto elemento di cambiamento e adat- tamento alle condizioni che sono anch’esse in continua mutazione.

Innanzitutto definiamo cosa significano i termini in questione: il monopolio è la concentrazione dell’offerta del mercato nelle mani di un solo produttore, e più specificamente il godimento di un forte potere di mercato da parte di una o più or- ganizzazioni favorite da un’economia protezionistica e volta all’eliminazione della concorrenza. Come abbiamo accennato in precedenza, nel caso si tratti di mono- polio pubblico, la questione comporta un’estremizzazione maggiore, in quanto se il monopolio avviene per mano del settore pubblico comporta, nella maggioranza dei casi, che sia imposto tramite normativa e che quindi ci siano ancor meno probabilità di una folta interazione con soggetti promotori di attività alternative, soggetti non appartenenti al nucleo monopolista che potrebbero apportare modifiche migliorati- ve all’esistente, ovvero innovazione. L’innovazione è dunque il rinnovamento di una prassi, un cambiamento evo- lutivo che si sviluppa per venire incontro a una domanda in continua evoluzione, migliorando la relazione tra bisogno e servizio. L’innovazione può essere di prodotto o di processo e può coinvolgere la parte sia materiale sia immateriale di un servizio;

si parla talvolta di ‘retro-innovazione’27, quando gli elementi utilizzati per innovare

derivano da processi già esistenti ma ripensati in un’ottica differente dal passato. Se l’innovazione viene facilitata tramite l’interazione tra soggetti ed individui dif- ferenti, specie se aventi differenti background cognitivi e culturali, allora il motore dell’innovazione può essere la pluralità.

La pluralità è la condizione di ciò che è molteplice, è il concorso o la so- vrapposizione di elementi o fattori diversi o addirittura contrastanti all’interno di un ambito concettualmente determinato. Come si fa dunque a perseguire la pluralità? Attraverso l’interazione tra soggetti ed individui differenti, appunto, che evolvono il proprio modo di stare al mondo per migliorar la propria qualità della vita e onorare i principi etici nei quali credono. Anche ricercando innovazione in senso strumentale, a livello di ambito professionale.

Potremmo dunque affermare che monopolio e pluralità sono concetti antite- tici; che pluralità e innovazione sono alleate, in quanto costituiscono un cerchio che si autoalimenta; e quindi che monopolio e innovazione sono realtà piuttosto distan- ti.

A questo punto possiamo quindi chiederci: quanto il monopolio pubblico ostacola e riduce l’innovazione, e in quali campi? In questa prima parte abbiamo fatto emergere come in Italia le innovazioni in campo di servizi cimiteriali stentino ad emergere, e ci chiediamo ora se tale situazione non sia dovuta o almeno influen- zata dalla presenza del monopolio.

Chi opera nel settore cimiteriale attraverso una forma di monopolio non ha l’interesse ad innovare, non ne sente la necessità in quanto si muove in un mercato protetto e fortemente stabile. Nel lungo periodo, una tale situazione comporta una totale sordità da parte di chi gestisce il monopolio del servizio nei confronti della domanda degli utenti, la quale invece evolve in maniera spontanea e fortemente imprevedibile.

Attraverso una gestione plurale, in cui differenti soggetti possono proporre varie forme di erogazione del servizio, si può far fronte all’imprevedibilità della do- manda, fornendo molteplici risposte e cercando di intuire velocemente quali solu- zioni saranno le maggiormente prescelte. La pluralità di soggetti che concorrono a fornire servizi promuove l’innovazione e l’evoluzione del servizio verso i principi a cui la domanda aspira. L’innovazione è parte costitutiva della pluralità. Se l’inno- vazione può essere in grado di migliorare la qualità della vita, allora è il principio

27Si parla dell’approccio di retro-innovazione sia in generale per tutti i settori https://www.repub-

blica.it/economia/rapporti/osserva-italia/festivaldellacrescita/2017/03/24/news/forze_fresche_ per_la_retro-innovazione-161277548/ (ultima visualizzazione 30/10/2018) sia nello specifico, ad esempio nella scienza dei materiali e nell’edilizia https://www.finestrepavanello.com/i-tre-materia- li-della-retro-innovazione/ (ultima visualizzazione 30/10/2018)

di pluralità che va perseguito, mentre il monopolio in linea di massima dovrebbe essere contrastato. Andando in profondità con la questione dei servizi cimiteriali, non si comprende quale sia la la giustificazione alla presenza di un monopolio. Ci sono condizioni particolari nel caso dei servizi cimiteriali, per le quali un monopolio è giustificato? In seguito si riflette ulteriormente su questo aspetto, probabilmente potremmo giustificare il monopolio nella gestione dei cimiteri esistenti, ma biso- gna stare attenti ad una questione di dettaglio: gestione dei servizi cimiteriali non deve necessariamente coincidere con gestione dei cimiteri. Per motivi contingenti, in passato i due aspetti coincidevano, mentre oggi non più.

Ci sono altri campi, oltre a quello cimiteriale, dove l’innovazione potrebbe es- sere meglio accolta e in qualche modo facilitata? Esempio lampante sono alcune re- centi vicende nazionali che stanno mettendo alla prova l’utilità e l’efficacia di alcuni monopoli: le vicende di Flixbus28 e SoundReef29 che sono rispettivamente legate ai

servizi di trasporto pubblico su gomma e ai servizi di tutela dei diritti d’autore.