CAPITOLO 2. DOCUMENTAZIONE E CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ D
2.2. Le forme di finanziamento dell’istituzione scolastica
2.2.2. Le altre fonti di finanziamento: autofinanziamento ed altri trasferimenti
Oltre alle risorse assegnate dallo Stato, le istituzioni scolastiche possono attingere a risorse proprie o ad altri trasferimenti provenienti dallo Stato o dalle Regioni, degli enti locali o da altri enti (pubblici o privati) e dall’Unione Europea.
Nell’ambito delle risorse proprie si possono individuare tutto un insieme di attività che la scuola mette in atto in virtù della propria autonomia negoziale e che possono rappresentare delle vere e proprie forme di autofinanziamento. Tra esse possiamo ricordare:
- la richiesta di contributi volontari alle famiglie per il finanziamento delle attività volte al miglioramento dell’offerta formativa; tale forma di autofinanziamento è diventata di fondamentale importanza soprattutto in virtù del fatto che le risorse ministeriali sono costantemente diminuite a seguito degli interventi di Spending Review avviati a partire dall’anno 2011 e anticipati nella scuola dalla legge 122 del 201039 che aveva provveduto a dimezzare le quota nazionale complessiva del MOF destinata all’istituzioni scolastiche. Ecco che qui entra in gioco la capacità comunicativa del dirigente scolastico, il quale dev’essere in grado di comunicare al contesto in cui la scuola è inserita l’importanza di tali contributi volontari destinati al finanziamento di quelle
39 Legge 30 luglio 2010, n. 122 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010,
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attività che caratterizzano la specifica offerta formativa e che in passato trovavano copertura nei fondi statati;
- le gestioni economiche separate; le istituzioni scolastiche devono effettuare la gestione economica separata, rispetto alle operazioni tipiche da esse svolte, in relazione ad un insieme di attività che possono configurarsi come vere e proprie operazioni della gestione accessorie delle aziende private. Tra di esse assume particolare importante la gestione delle aziende agrarie e speciali che deve ispirarsi a criteri del rendimento economico, di efficacia, efficienza ed economicità. Spetta al dirigente il compito di dirigere l’azienda in modo da definire le principali scelte gestionali indirizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati compatibilmente con la missione formativa ed educativa della scuola. Le scritture contabili di tale aziende sono distinte da quelle dell’istituzione scolastica e sono tenute con il metodo della partita doppia e, se necessario, in relazione alle dimensioni dell’azienda e alla sua capacità di produrre utili può essere aperto un distinto conto corrente per la gestione della tesoreria. Gli eventuali utili devono essere destinati alla copertura dei costi di gestione, al miglioramento e all’incremento delle attrezzature didattiche; se invece si conseguono risultati economici negativi, i relativi oneri sono posti a carico del programma dell’istituzione scolastica.
L’utile conseguito dev’essere accantonato in un apposito fondo acceso nello stato patrimoniale e impiegato in via prioritaria a coprire le eventuali perdite di gestione. Al termine di ogni esercizio amministrativo l’azienda dimostra i risultati della gestione finanziaria e di quella economica redigendo un apposito rendiconto formato dallo stato patrimoniale e dal conto economico.
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Le scuole, nell’esercizio dei compiti di educazione e formazione, possono organizzarsi per la vendita di beni e servizi a terzi, impostando una contabilità separata che documenti le entrate realizzate e le spese sostenute; se si realizza un’eccedenza delle entrate rispetto alle spese, questa costituisce incremento dell’avanzo di amministrazione dell’istituzione scolastica, mentre nel caso in cui i proventi non comprano tutti i costi previsti, il consiglio di istituto deve disporre l’immediata cessazione dell’attività di vendita.
Tra le gestioni economiche separate rientra, infine, la gestione dei convitti annessi alle istituzioni scolastiche. Anche la gestione di tali attività deve ispirarsi ai principi dell’economicità e dell’utilizzo efficiente delle risorse, allo scopo di ridurre i costi a carico degli utilizzatori dei servizi. Se la gestione registra per più di tre esercizi squilibri finanziari l’istituzione scolastica, previa consultazione con l’ente locale di riferimento e con delibera del consiglio d’istituto, dispone la cessazione dell’attività, destinando le strutture ad un utilizzo economico più produttivo.
In generale le gestioni economiche separate risultato particolarmente interessanti in quanto dal loro approfondimento è possibile trarre alcune considerazioni di fondamentale importanza nell’ottica del riavvicinamento tra la concezione gestionale privatistica e quella di tipo pubblico: in esse si realizza, da una parte la massima vicinanza tra sistemi e metodi contabili40 e, dall’altra, prendono forma dei veri e propri
40 In contabilità generale si utilizza il sistema del reddito d’esercizio e del patrimonio di funzionamento e il
metodo della partita doppia; il metodo fa riferimento all’oggetto di studio della contabilità mentre il sistema si riferisce all’insieme delle regole e dei principi da seguire per la contabilizzazione delle operazioni di gestione.
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micro-organismi aziendali dotati della capacità di produrre utili da destinare a forme di autofinanziamento netto41;
- contratti di sponsorizzazione; vista la necessità per la scuola di reperire risorse che si aggiungono alla dotazione finanziaria proveniente per lo più dal bilancio dello Stato, le istituzioni scolastiche possono concludere contratti di sponsorizzazione, con soggetti pubblico o privati che abbiamo concretamente dimostrato interessi per i problemi dell’educazione e che non svolgono attività che siano in contrasto con la funzione educativa e culturale della scuola; poiché attraverso le sponsorizzazione si possono attrarre risorse esterne verso la scuola, occorre che vi sia una propedeutica attività manageriale del dirigente scolastico che si realizza soprattutto nel coinvolgimento di varie tipologie di soggetti che possono contribuire alla realizzazione degli obiettivi della scuola:
- contratti di gestione finalizzata delle risorse finanziarie; l’istituzione scolastica può stipulare contratti per la gestione finanziaria per le risorse che non provengono dallo Stato, dagli enti locali o dall’Unione europea; tali contratti devono sempre assicurare la conservazione del capitale impegnato e un rendimento non inferiore a quello dei titoli di Stato con scadenza semestrale al netto delle commissioni medie praticate dalle banche;
- concessione dell’uso temporaneo e precario dell’edificio scolastico; l’edificio scolastico può essere concesso in uso solo per utilizzo precario e previa stipula da parte del concessionario di una polizza per la responsabilità civile; in tale fattispecie possono rientrare le palestre, le piscine, le aule magne, gli spazi di
41 Autofinanziamento netto o autofinanziamento da utili: esso si realizza con la costituzione di riserve di utili
che non vengono distribuiti al soggetto economico; si distingue dall’autofinanziamento lordo o autofinanziamento da costi che consiste nell’imputare a conto economico costi a cui non corrisponde un’uscita monetaria.
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cui gli enti locali sono spesso carenti e il cui utilizzo da parte della comunità rafforza il legame della scuola con il territorio d’appartenenza;
- la vendita di materiali fuori uso e di bene non più utilizzati; procedura utilizzata dagli istituiti scolastico che vogliono liberare i propri inventari di sussidi e bene non più attuali, ma che conservano ancora un residuo valore economico; occorre attribuire a tali beni un prezzo e procedere ad un avviso di vendita con pubblicazione sull’albo della scuola con aggiudicazione da parte del migliore offerente; se la gara va deserta, i beni possono essere ceduti con trattativa privata.
Le istituzioni scolastiche possono contare sul trasferimento di risorse dall’Unione europea per svolgere le proprie funzioni; tali risorse sono rappresentate principalmente dai fondi strutturale che rappresentato strumenti finanziari utilizzati dall’Unione europea per promuovere lo sviluppo armonioso dell’insieme degli Stati che compongono l’Unione.
Sulla base della programmazione della Commissione europea, gli Stati membri presentato i programmi operativi (PO), i quali contribuiscono a definire una strategia per contribuire alla realizzazione della Strategia “Europa 2020”42, e indica le priorità individuate, gli obiettivi specifici, le modalità per garantire l’attuazione efficiente dei fondi, le dotazioni finanziarie per il sostegno a tali fondi con il corrispondente cofinanziamento nazionale. I programmi operativo possono essere nazionali (PON) o regionali (POR). A partire da dicembre 2014 la Commissione europea ha adottato i programmi operativi presentati dall’Italia a livello nazionale e regionale e dal 1°
42 Europa 2020 è una strategia decennale proposta dalla Commissione europea del 2010; si basa su una
visione di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Tra i propri obiettivi si propone anche la riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% e un aumento al 40% della fascia d’età 30-34 anni con istruzione universitaria.
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gennaio 2016 la programmazione dei fondi per il periodo 2014-2020 è diventata pienamente operativa.
Tra i vari programmi operativi vi è il “Programma operativo nazionale per la scuola” (Competenze e ambiti per l’apprendimento) che si pone l’intento di migliorare l’intero sistema ed elevare la qualità dell’insegnamento intervenendo sui livelli di istruzione prescolare, primaria e secondaria. Esso contiene le priorità strategiche per il settore dell’istruzione, ha una durata di sette anni e si propone come nuova opportunità per accedere a risorse comunitarie aggiuntive rispetto a quelle già stabilite a livello nazionale. Il due principali temi del nuovo programma della scuola sono la qualità degli apprendimenti e l’inclusività della formazione, da realizzare rafforzando l’innovazione delle scuole attraverso un insieme coordinato di azioni. Il programma è diretto a finanziare, attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), interventi di natura materiale, e azioni immateriale, tramite il Fondo Sociale Europeo (FSE).