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Le strategie di informazione e promozione realizzate nelle regioni italiane: esperienze a confronto

1. Aspetti metodologici della ricerca

1.8 Altri prodotti dell’Allegato

Zafferano di Sardegna

* prodotto ad Indicazione Geografica con valenza multi regionale

Fonte: Elaborazione propria su interrogazione dati Commissione Europea, DOOR - Database of Origin and Registration, 2014

Prima di effettuare un approfondimento sulle produzioni agroalimentari di qualità è utile inquadrare la filiera ovina sarda che ha rappresentato e rappresenta uno degli assi portanti dell’economia rurale. Attualmente in Sardegna sono allevati circa 3 milioni di capi ovini, che rappresentano più del 40% del patrimonio ovino nazionale, con circa 13.000 imprese zootecniche207. Gli allevamenti sardi, in base ai dati Istat del 2010, producono circa 350.000 tonnellate di latte destinato esclusivamente alla caseificazione e 30.000 tonnellate di carne. La produzione casearia ovina è realizzata da circa 70 aziende, di cui 5 di grandi dimensioni, con una produzione annua pari a circa 60.000 tonnellate ed un valore economico alla produzione di 300 Mio€208,209.

La Giunta regionale, con la Delibera n. 56/63 del 29/12/2009, ha affidato all’agenzia Laore Sardegna la realizzazione di un sistema di monitoraggio della catena del valore nella filiera lattiero casearia in Sardegna (settore ovi-caprino), finalizzato a garantire una maggiore trasparenza, assicurando ai vari attori coinvolti una corretta informazione e conoscenza circa livelli di produzione e dinamiche dei prezzi.

Il Consiglio regionale ha approvato la Legge Regionale n. 15 del 17/11/2010 (art. 9, punto 3) con la quale si istituisce, presso l’Agenzia Laore Sardegna, l’“Osservatorio del latte ovi-caprino” servizio a

206 ISTAT (2013), Rilevazione sui prodotti agroalimentari di qualità DOP, IGP e STG,

http://www.istat.it/it/files/2014/09/Report_DOPIGP.pdf?title=Prodotti+di+qualit%C3%A0+Dop%2C+Igp%2C+Stg+- +18%2Fset%2F2014+-+Testo+integrale.pdf

207 Camera di commercio di Cagliari (2010), Speciale “La questione lattiero casearia”, Sardegna Economica, Bimestrale della Camera di

commercio di Cagliari, n.5-6/2010

208 Idda L., Furesi R., Pulina P. (dicembre 2010), L’allevamento ovino in Sardegna tra crisi di mercato e politiche di rilancio,

Agriregionieuropa, n. 23

209

119 supporto dell’attività di programmazione e di monitoraggio delle produzioni e del mercato210

. Tra le produzioni agroalimentari di qualità sarde, un ruolo assolutamente rilevante spetta al “Pecorino Romano” che è un formaggio di antica tradizione, la cui produzione venne introdotta in Sardegna tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, da alcuni industriali laziali.

Al “Pecorino Romano” nel 1951 è stato riconosciuto l’uso di denominazione di origine nella Convenzione di Stresa. Dal 1955 è titolare di Denominazione d’origine e si fregia dell’attestazione comunitaria DOP. Nel 1997 l’United States Patent and Trademark degli Stati Uniti ha rilasciato il marchio “Roman cheese made from sheep’s milk”.

La produzione, media annua di “Pecorino Romano” è di circa 30.000 tonnellate e rappresenta poco più del 50% della produzione casearia della Sardegna. Dagli ultimi dati pubblicati dal Clal, nel 2013 la produzione è stata pari a 24.726 tonnellate211, con un fatturato al consumo che dal 2010 al 2012 si è dimezzato, passando da circa 126,7 Mio€ a 60,3 Mio€212.

Attualmente il 95% della produzione è realizzato in Sardegna ed è commercializzato per circa il 60% nei mercati esteri, di cui principalmente negli Stati Uniti, dove viene impiegato per la preparazione di grattugiati. In questi ultimi anni, questo formaggio ha perso significative quote di mercato nei mercati di destinazione, a causa di competitors (rumeni, bulgari e argentini) che hanno elaborato delle strategie commerciali molto aggressive. Questa situazione ha creato una profonda crisi nella filiera, con una difficoltà a remunerare tutti gli attori, in particolare gli allevatori. Nel 2013, vi è stata una ripresa del “Pecorino Romano” nei mercati esteri, con un incremento del prezzo di vendita che ha raggiunto 8,35 euro, senza però apportare dei benefici economici agli allevatori che continuano a vendere il prezzo del latte a 0,86 €/L213,214.

Altra produzione casearia di rilievo è il “Pecorino Sardo” con una produzione annuale di 12/15.000 tonnellate ed un fatturato alla produzione di 90/120 Mio€. La a marchio DOP è piuttosto esigua, pari a 1.783 tonnellate.

L’“Agnello di Sardegna IGP” ha conseguito apprezzabili risultati sia in termini di adesioni al sistema di certificazione, sia in termini di produzione immessa sul mercato. Nel periodo 2010-2013, gli allevatori sono aumentati da circa 3.200 a oltre 3.700, i macellatori attivi da 9 a 37 e i capi certificati sono passati da meno di 70.000 a oltre 500.000215 (Agenzia regionale Laore Sardegna, 2013).

Un prodotto sardo di particolare pregio è lo “Zafferano di Sardegna”, riconosciuto con l’attestazione di qualità DOP. La Sardegna detiene il primato nazionale nella coltivazione dello zafferano, con circa 40-45 ettari, concentrata soprattutto nel Medio Campidano con circa 200 aziende coinvolte ed un fatturato di oltre 2 milioni di euro. Il principale centro di produzione è a San Gavino Monreale con 30 ettari coltivati, 200 kilogrammi di prodotto e 100 produttori. Segue Turri con 10 ettari coltivati, 70 kilogrammi di prodotto e 30 produttori ed infine Villanovafranca con 3 ettari coltivati, 15 kilogrammi di prodotto e 35 produttori216,217,218,219,220.

210

Sardegna Agricoltura, Osservatorio della filiera ovi-caprina,

http://www.sardegnaagricoltura.it/index.php?xsl=446&s=14&v=9&c=9413&na=1&n=10

211

CLAL (2014), www.clal.it

212

ISMEA (2013), 11° Rapporto 2013 sulle produzioni agroalimentari italiane, Qualivita e ISMEA

213 Coldiretti, www.coldiretti.it 214

CLAL (2014), www.clal.it/?section=produzioni_pecorino

215

Consorzio per la tutela della IGP agnello di Sardegna, http://www.agnellodisardegnaigp.it/

216

Le stime sulle superfici, sulla produzione e sul numero di aziende differiscono in modo significativo tra le varie fonti prese in esame.

217 Fragalà F.e Pulvirenti T. (2012), Lo zafferano in Sicilia, Progetto MEDISS (MEDIterranée Innovation, Senteurs, Saveurs),

https://www.yumpu.com/it/document/view/15082936/lo-o-zaff-sic-erano-cilia-o-in-programme-med/3

218 Le regioni italiane nelle quali la coltura è più diffusa sono la Sardegna, l’Abruzzo e la Toscana, con una superficie di circa 35 ettari ed

una produzione stimabile in 400 kg. I grandi produttori di zafferano sono l’Iran (superficie di 48.000 ha ed una produzione di 180.000 kg), l’India (produzione di 8-10.000 kg), Grecia (superficie di 860 ha ed una produzione di 4-6.000) e la Spagna (superficie di 400 ha ed una produzione di 1.000 kg).

219 Landi R. (luglio 2007), Lo zafferano: tradizione e tipicità, Camera di commercio di Firenze 220

120

15.2.B I vini ad IG

La produzione vitivinicola, inclusi i mosti ammonta a 638.000 ettolitri (2013)221. Dalla lettura delle statistiche vitivinicole regionali, emerge un aspetto interessante riguardante l’orientamento delle politiche verso la produzione dei vini ad Indicazione Geografica. Attualmente, la Sardegna ha 33 vini a Indicazione Geografica, di cui 18 DOP e 15 IGP. (Tabella 15.2.)

Tabella 15.2. I vini IG della Sardegna

DOP* IGP*

DOCG** DOC** IGT**

1. Vermentino di Gallura 1. Alghero 2. Arborea 3. Cagliari

4. Campidano di Terralba/ Terralba

5. Cannonau di Sardegna 6. Carignano del Sulcis 7. Girò di Cagliari 8. Malvasia di Bosa 9. Mandrolisai 10. Monica di Sardegna 11. Moscato di Sardegna 12. Moscato di Sorso-Sennori/

Moscato di Sorso/ Moscato di Sennori 13. Nasco di Cagliari 14. Nuragus di Cagliari 15. Sardegna Semidano 16. Vermentino di Sardegna 17. Vernaccia di Oristano 1. Barbagia 2. Colli di Limbara 3. Isola di Nuraghi 4. Marmilla 5. Nurra 6. Ogliastra 7. Parteolla 8. Planargia 9. Provincia di Nuoro 10. Romangia 11. Sibiola 12. Tharros 13. Trexenta 14. Valle del Tirso 15. Valle di Porto Pino

** Classificazione della qualità dei vini secondo il Regolamento (CE) n. 1493/99 * Classificazione della qualità dei vini secondo il Regolamento (CE) n. 491/09

Fonte: Elaborazione propria su interrogazione dati Commissione Europea, E-Bacchus, 2014

Il peso dei vini di qualità nel periodo 2005-2013, è sostanzialmente stabile (l’incidenza dei vini DOP è pari al 28%, quelli IGP al 22%), come anche i vini comuni. I principali vini di qualità DOP sardi sono il “Cannonau di Sardegna” (100.208 ettolitri, 2012) ed il “Vermentino di Sardegna” (95.318 ettolitri, 2012)222. (Tabella 15.3.)

Tabella 15.3. Produzione dei principali vini a Denominazione d’Origine Protetta

Denominazione

% Sul totale regionale

Denunce

Resa q.li/ha Produz. Uvs q.li Produzione vino hl 2012 denunce prod. Ettari relativi Cannonau di Sardegna 34,54% 1.425 2.186 110 143.179 100.208 Vermentino di Sardegna 32,86% 725 851 200 136.168 95.318 Alghero 10,11% 260 423 160 41.914 29.340

Carignano del Sulcis 7,24% 289 280 110 30.475 21.001

Fonte: elaborazione propria su dati V.Q.P.R.D. d'Italia, Federdoc (2013) 15.2.C Bevande Spiritose

Per quanto riguarda le bevande spiritose, l’unica Indicazione Geografica registrata dalla Regione Sardegna, in base al Regolamento (CE) n. 110/2008, è il “Mirto di Sardegna”.

221 I numeri del vino, www.inumeridelvino.it statistiche regionali (fonte ISTAT) 222

121

15.2.D Agricoltura Biologica

Nel 2013 in Sardegna le imprese certificate erano pari a 2.228 (-15% rispetto al 2008), e superfici pari a 142.250 ettari. Le principali culture biologiche sono prati e pascoli (63.343 ettari) (2013), il pascolo magro (37.386 ettari) e le colture foraggere (22.075 ettari).

La Sardegna è al secondo posto, a livello nazionale per numero di aziende agricole biologiche con produzione zootecnica, pari a 1.588 (2013)223.

15.2.E Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT)

Il paniere dei prodotti agroalimentari tradizionali sardi è composto da 184 PAT, di cui le principali sono Paste fresche e prodotti da forno (69) e Prodotti ortofrutticoli (43)224.

15.3. I marchi collettivi

L’ultimo approfondimento riguarda il censimento nelle banche dati dei marchi e brevetti, per individuare le organizzazioni pubbliche e private che, perseguendo obiettivi di tutela e promozione delle produzioni agroalimentari di qualità anche a fini turistici, hanno registrato marchi in cui vi sia un riferimento al territorio sardo.

Tabella 15.4. I marchi collettivi registrati con riferimento alla “Sardegna”

Denominazione Titolare Marchio

comunitario

Marchio nazionale

Classe di Nizza

Zafferano di Sardegna MIPAAF • 30

Formaggi Sardi Regione Autonoma della Sardegna • 29

Regione Sardegna Prodotti

Biologici Regione Autonoma della Sardegna •

29 30 31 32 33 Coniglio di Sardegna Ente Regionale di Sviluppo e

Assistenza Tecnica in Agricoltura • 29 31

Sardegna del Nord Ovest- Provincia di Sassari - Prodotti Tipici Garantiti

Provincia di Sassari • 29 30 31 32

33 Strada del Gusto Nord Sardegna Provincia di Sassari • 29 30 31 33

43

Le Tre Terre Comune di Lula • 29 30 31

33 43

Ogliastra - La Sardegna Verde Gal dell’Ogliastra • 30 31 33 43

Fattoria Didattica Sardegna

LAORE Agenzia Regionale per L’Attuazione dei Programmi In Campo Agricolo e lo Sviluppo Rurale

• 29 30 31 32 33 43 Semena dura Solo Grano Duro di

Sardegna Agenzia Laore di Sardegna • 29 30 31

Sardegna Terra di Catenari - I Prodotti Catenari Allungano la Vita

Camera di commercio di Sassari • 29 30 31 32 33 43

Vini Sardegna Confcommercio Nord Sardegna • 33

Marcetto di Sardegna Consorzio Regionale Socia Li

"Sardegna" Soc Coop E.LA Macomer • 29 Sardegna in Cucina Frigomacello

Chilivani- Consorzio Consorzio Cooperativo Carni A.R.L • • 29 Consorzio Sardegna e Natura Consorzio Cooperative Sardegna e

Natura • 29 30 31 33

Sa Corona Arrubia Sa Corona Arrubia Consorzio

Turistico della Marmilla •

29 30 31 32 33

223

SINAB (2014), Bio in cifre 2014, http://www.sinab.it/sites/default/files/share/bio%20in%20cifre%202014_1.pdf. Per gli anni precedenti, sono state consultate le statiche nel sito del SINAB.

224 MIPAAF (2014), Quattordicesima revisione dei prodotti agroalimentari tradizionali,

http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/7%252Fa%252F0%252FD.f0ab2e9ee2902b95e1ec/P/BLOB %3AID%3D3276

122 Agnello di Sardegna IGP Consorzio Tutela IGP Agnello di

Sardegna • 29

Piante Officinali di Sardegna Consorzio Produttori Sardi Piante

Officinali e Loro Derivati • • 30 31

Consorzio Vini D.O.C. di Sardegna

Consorzio Vini D.O.C. Della

Sardegna a Cagliari • 33

Enoselezione dei Vini di Sardegna

Consorzio Vini D.O.C. Della

Sardegna a Cagliari • 33

S.T.S. Suino Tipico Sardo Associazione Regionale Produttori

Suino Tipico Sardo • 29

Garanzia Biologico Sardegna Associazione Produttori Biologici

Sardi • •

29 30 31 32 33 Compra Sardo Comitato Identità e Futuro-

Associazione non Profit Onlus • 29 30 31 32

Produzioni di Sardegna, Denominazioni, Origini, Storie de.oo.ss.

Associazione Produzioni di Sardegna, Denominazioni, Origini, Storie De.oo.ss

• 29 30 33 43

Io sono Sardo-I sapori più veri e

Più Genuini A.R.P.O.S • 29

Associazione Produttori Risicoli

Sardi Oristano Associazione Produttori Risicoli Sardi • 30

Liquore Mirto di Sardegna Tradizionale

Liquore Mirto di Sardegna

Tradizionale-Associazione • 33

Porcetto Sardo Cooperativa Regionale Produttori del

Suino Sardo • 29

Dolce Sardegna Cooperativa Allevatori Ovini

C.A.O.S.C.A.R • • 29

Marchio di Qualità Ambientale - Rete dei Parchi della Sardegna e della Corsica

Azienda Speciale Parco di Porto

Conte •

Fonte: Elaborazione propria su interrogazione dati Ufficio Italiano Brevetti e Marchi ed European Trade Mark and Design Network (TMview), 2014

123

16. Sicilia

16.1. Le politiche regionali di valorizzazione, tutela e promozione

Nell’ambito della tutela e valorizzazione dei prodotti e servizi agricolo-zootecnici e alimentari di qualità, la Regione Sicilia ha istituito un sistema di qualità alimentare denominato “Qualità Sicura Sicilia”. L’articolo n. 20, comma 39 della Legge regionale n. 19 del 22/12/2005 aveva predisposto l’introduzione di un marchio certificativo che qualificasse le produzioni agroalimentari di qualità. Dopo alcuni anni, l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole e Alimentari con una sua determina (D.A. n. 3261 del 18/10/2012), ha approvato la “Carta d’uso del Marchio Regionale”, con la quale la Regione Sicilia istituisce il marchio “Qualità Sicura Sicilia”, il logo (D.A. n. 2308 del 28/05/2013) e la procedura di utilizzo del marchio (D.D.G. n. 1030 del 15/04/2014).

Questo sistema di qualità alimentare, rispondendo alle prescrizioni degli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale, persegue i seguenti obiettivi225:

 valorizzare i prodotti agricoli e alimentari con un elevato standard qualitativo controllato;  attuare azioni d’informazione ai consumatori sulla provenienza e sulla qualità dei prodotti

agroalimentari certificati;

 promuovere e sostenere il marketing e la vendita di tali prodotti.

Il marchio può essere concesso in uso a tutti gli operatori dell’Unione Europea comprese le categorie di produttori, condizionatori, confezionatori e ristoratori, in forma singola o associata, iscritti nel registro delle imprese della CCIAA o presso organismi analoghi di altri Stati membri dell’Unione Europea, che ne facciano richiesta alla Regione Sicilia.

L’uso del Marchio può essere concesso agli operatori per:

i. prodotti agroalimentari, vini (regolati da regimi di qualità riconosciuti dall’Unione Europea DOP, IGP, STG, Biologico) e bevande spiritose;

ii. prodotti agricoli e alimentari certificati sulla base dello standard definito dalle norme tecniche di produzione integrata;

iii. prodotti agricolo-zootecnici e alimentari ottenuti aderendo a specifiche norme di produzione che mirano al conseguimento di un elevato livello qualitativo nel processo produttivo; iv. servizi di ristorazione per la somministrazione dei prodotti precedenti.

In ogni caso, i prodotti di cui ai numeri i, ii e iii devono risultare liberi da OGM e la loro produzione deve essere effettuata secondo le norme in vigore sulla sicurezza e l’igiene degli alimenti.

I prodotti oggetto di applicazione del sistema di qualità alimentare devono avere un “Disciplinare di Produzione”. I disciplinari dei prodotti regolati dai sistemi di qualità riconosciuti dall’Unione Europea recepiscono le disposizioni contenute nei relativi disciplinari già riconosciuti a livello pubblico o comunque nelle normative vigenti.

Riguardo la produzione integrata, devono essere utilizzati, ove esistenti, i Disciplinari di Produzione integrata della Regione Sicilia approvati con Decreto del 08/08/2011 e pubblicati nel Supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 44 del 21/10/2011. Per i prodotti di cui non si dispone di un disciplinare di produzione, lo stesso può essere proposto o dal Comitato Tecnico Scientifico o dallo stesso richiedente. Successivamente la concessione dell’uso del sistema di qualità alimentare e il disciplinare, verranno approvati, se positivi, con Decreto Dirigenziale e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.

Il controllo delle produzioni con il marchio “Qualità Sicura Sicilia”, è effettuato da un organismo di controllo pubblico o misto, inserito nell’elenco del MIPAAF o nell’elenco della Regione Sicilia, di cui al Decreto sul “Piano per i Servizi Avanzati, la Ricerca e l’Innovazione”. I controlli sulle produzioni sono effettuati sulla base degli schemi dei piani di controllo approvati.

La Regione Sicilia istituisce il Registro del Marchio articolato in due sezioni:

225

Regione Sicilia, Qualità Sicura Sicilia,

http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssessoratoregionaledelleRisorseAgricolee Alimentari/PIR_DipIntStrutturali/PIR_qualitasicura

124  elenco dei prodotti e servizi validati per la concessione del Marchio con relativo disciplinare

di produzione ed organismo di controllo designato;

 elenco delle imprese licenziatarie con indicazione del prodotto ed estremi del provvedimento di concessione.

Le informazioni contenute nel Registro del Marchio sono pubbliche e gestite dall’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari. I soggetti che intendono utilizzare il Marchio dovranno inoltrare specifica richiesta alla Regione Sicilia - Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari - Dipartimento Interventi Strutturali per l’Agricoltura.

Il prodotto per il quale viene rilasciata la concessione dovrà prevedere nell’etichetta, oltre a quanto stabilito nella normativa vigente in materia di etichettatura delle produzioni agroalimentari, uno spazio su cui riportare il Marchio, che dovrà essere apposto in modo che esso rimanga sempre leggibile in tutte le sue parti, sia ben visibile e che non possa essere confuso o associato con le altre scritte comunque presenti sull’etichetta del prodotto (es. nome del produttore, altri marchi privati, comunitari ecc.). (Tabella 16.1.)

Tabella 16.1. I prodotti registrati nel Registro del marchio “Qualità Sicura Sicilia”

Categorie DOP IGP Produzione

integrata

Cerealicolo - Prodotti da forno - Dolciari 1 0 1

Lattiero caseario 4 0 0

Oleario 6 0 0

Ortofrutticolo 6 3 17

Leguminose 0 0 2

Zootecnia da carne e trasformati 1 0 0

Altri prodotti 0 1 0

Vitivinicolo 24 7 0

Totale 41 10 20

Attualmente, nel Registro del Marchio sono stati registrati 71 prodotti, di cui 41 con l’attestazione comunitaria DOP, 10 IGP e 20 ottenuti dalla produzione integrata, mentre non sono stati ancora iscritti dei soggetti che hanno richiesto l’uso del marchio.

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