4. RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E ASSETTO VINCOLI
4.2 Il PUTT/P
4.2.2 Ambiti Territoriali Distinti
II sito in esame ricade in aree caratterizzate nel PUTT da ambiti territoriali distinti quali:
- Vincolo idrogeologico;
- Usi Civici.
18 4.3 PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE (PPTR)
Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) è piano paesaggistico ai sensi degli artt. 135 e 143 del Codice, con specifiche funzioni di piano territoriale ai sensi dell'art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 ―Norme per la pianificazione paesaggistica‖. Esso è rivolto a tutti i soggetti, pubblici e privati, e, in particolare, agli enti competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione del territorio e del paesaggio.
Il PPTR persegue le finalità di tutela e valorizzazione, nonché di recupero e riqualificazione dei paesaggi di Puglia, in attuazione dell'art. 1 della L.R. 7 ottobre 2009, n. 20
―Norme per la pianificazione paesaggistica‖ e del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 ―Codice dei beni culturali e del Paesaggio‖ e successive modifiche e integrazioni (di seguito denominato Codice), nonché in coerenza con le attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione, e conformemente ai principi di cui all'articolo 9 della Costituzione ed alla Convenzione Europea sul Paesaggio adottata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata con L. 9 gennaio 2006, n. 14.
Il PPTR persegue, in particolare, la promozione e la realizzazione di uno sviluppo socioeconomico autosostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale, anche attraverso la conservazione ed il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari dell’identità sociale, culturale e ambientale, la tutela della biodiversità, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati, coerenti e rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità.
4.3.1 Disposizioni normative
Le disposizioni normative del PPTR si articolano in - indirizzi realizzazione degli obiettivi generali e specifici del PPTR negli strumenti di pianificazione, programmazione e/o progettazione.
Esse, pertanto, devono essere recepite da questi ultimi secondo le modalità e nei tempi stabiliti dal PPTR nelle disposizioni che disciplinano l’adeguamento dei piani settoriali e locali, contenute nel Titolo VII delle presenti norme, nonché nelle disposizioni che disciplinano i rapporti del PPTR con gli altri strumenti.
3. Le prescrizioni sono disposizioni conformative del regime giuridico dei beni paesaggistici volte a regolare gli usi ammissibili e le trasformazioni consentite. Esse contengono norme
vincolanti, immediatamente cogenti, e prevalenti sulle disposizioni incompatibili di ogni strumento vigente di pianificazione o di programmazione regionale, provinciale e locale.
4. Le misure di salvaguardia e utilizzazione, relative agli ulteriori contesti come definiti all’art. 7 comma 7 in virtù di quanto previsto dall’art. 143 co. 1 lett. e) del Codice, sono disposizioni volte ad assicurare la conformità di piani, progetti e interventi con gli obiettivi di qualità e le normative d’uso di cui all'art. 37 e ad individuare gli usi ammissibili e le trasformazioni consentite per ciascun contesto.
5. In applicazione dell’art. 143, comma 8, del Codice le linee guida sono raccomandazioni sviluppate in modo sistematico per orientare la redazione di strumenti di pianificazione, di programmazione, nonché la previsione di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario di indirizzi e criteri metodologici, il cui recepimento costituisce parametro di riferimento ai fini della valutazione di coerenza di detti strumenti e interventi con le disposizioni di cui alle presenti norme. Una prima specificazione per settori d'intervento è contenuta negli elaborati di cui al punto 4.4.
6. Ai sensi dell’art. 145, comma 4, del Codice, i limiti alla proprietà derivanti dalle previsioni contenute nel PPTR non sono oggetto di indennizzo.
4.3.2 Suddivisione in strutture e componenti
1. Per la descrizione dei caratteri del paesaggio, il PPTR definisce tre strutture, a loro volta articolate in componenti ciascuna delle quali soggetta a specifica disciplina:
a) Struttura idrogeomorfologica - Componenti geomorfologiche - Componenti idrologiche b) Struttura ecositemica e ambientale
- Componenti botanico-vegetazionali
- Componenti delle aree protette e dei siti naturalistici c) Struttura antropica e storico-culturale
- Componenti culturali e insediative - Componenti dei valori percettivi.
Di seguito si riportano gli stralci del PPTR relativo al sito d’intervento con le varie componenti individuate.
20
Dall’analisi delle cartografie del PPTR, l’area interessata dal Piano Particolareggiato ricade:
- nelle Componenti Geomorfologiche dei ―Versanti‖;
- nelle Componenti Botanico-Vegetazionali dei ―Prati e Pascoli Naturali‖.
In applicazione dell’Art. 53 delle N.T.A. ―Misure di salvaguardia e di utilizzazione per i
―Versanti‖ e dell’Art. 66 ―Misure di salvaguardia e di utilizzazione per ―Prati e pascoli naturali‖
sarà richiesto, ai fini della salvaguardia e della corretta utilizzazione del sito, l’accertamento di compatibilità paesaggistica di cui all’art. 91 delle N.T.A.. L’accertamento di compatibilità paesaggistica ha ad oggetto la verifica della compatibilità degli interventi proposti con le previsioni e gli obiettivi tutti del PPTR e dei piani locali adeguati al PPTR ove vigenti.
22 Tabella riassuntiva dei vincoli presenti sul territorio
Vincoli Rif
normativi Pareri necessari
Siti di Importanza Comunitaria S.I.C. NO Zone Protezione Speciale Z.P.S. NO
Vincolo Idrogeologico SI Nulla Osta Forestale
Piano Assetto Idrogeologico P.A.I SI Area P.G.1 Parere di conformità alle
N.T.A. del P.A.I.
Artt. 6-10 delle N.T.A.
del P.A.I.
PUTT – Ambiti territoriali estesi NO
PUTT – Ambiti territoriali distinti SI Vincolo idrogeologico Nulla Osta forestale
Usi civici
PPTR – Componenti geomorfologiche SI Versanti Autorizzazione
paesaggistica
PPTR – Componenti Idrologiche SI Vincolo idrogeologico Nulla Osta forestale
PPTR – Componenti Botanico vegetazionali SI Prati e pascoli Autorizzazione paesaggistica
PPTR – Componenti delle aree protette NO PPTR – Componenti culturali e insediative NO PPTR – Componenti dei valori percettivi NO Piano Tutela delle Acque P.T.A. NO
5 - COMPONENTI AMBIENTALI
Per definire un quadro interpretativo della situazione ambientale dell’area oggetto di Piano, sono stati individuati nell’area di interesse i principali elementi di sensibilità, vulnerabilità e criticità ambientale di diretto interesse per la scala di piano in esame.
5.1- IL CLIMA
Il territorio di San Giovanni Rotondo rientra nella regione climatologicamente legata alla parte meridionale ed a quella orientale del bacino del Mediterraneo che gode di un clima tipicamente mediterraneo, caratterizzato da un regime di precipitazioni invernali e primaverili e da aridità estiva, con inverni miti.
Sul promontorio del Gargano le precipitazioni sono ripartite secondo isolinee Concentriche addensate, con valori che variano in funzione dell’altitudine, si sale dai 600 mm della fascia costiera ai 1240 mm in zona Foresta Umbra.
Le isoiete del Tavoliere sono più spaziate, indice di una distribuzione più omogenea delle piogge, con medie sempre inferiori ai 650-700 mm.
In base ai parametri climatici medi della regione pugliese suddivisi in aree omogenee, si evince che, per il territorio di San Giovanni Rotondo, i totali annui oscillano tra i 500 mm nelle aree di pianura e media collina e gli 800 mm in quelle di montagna. La maggiore quantità di precipitazioni si manifesta nel semestre ottobre-marzo. Il numero di giorni piovosi varia dai 60 in pianura e i 90 nella fascia montana con temperature medie annue rispettivamente di circa 16° C e 13° C. I venti predominanti provengono dai quadranti settentrionale e meridionale, con valori medi di intensità alti e distribuiti in modo piuttosto uniforme durante il corso dell’anno.
24 Si osserva, in generale, nella nostra regione una tendenza evolutiva delle precipitazioni in calo, mentre le temperature sono in costante aumento. Le piogge registrate negli ultimi 80 anni sul Gargano mostrano una progressiva riduzione dei valori assoluti. Le piogge che in genere sono alla base del dissesto idrogeologico sono oltre a quelle lente e prolungate che si verificano per diversi giorni in inverno, anche quelle brevi ed intense che si manifestano con improvvisi e violenti acquazzoni nelle torridi giornate estive.
5.1.1 – Piovosità
Il Comune di S. Giovanni Rotondo ricade nella zona pluviometrica omogenea 1 della Regione Puglia per la quale è stata elaborata la curva di probabilità pluviometrica riportata di seguito. Dai dati utilizzati per ottenere tale curva si ricava il valore dell'altezza di pioggia della durata di un'ora per un evento ordinario con tempo di ritorno di 5 anni è pari a 36 mm (lorda) e 14mm netta.
Per quel che attiene la distribuzione delle piogge nel corso dell'anno, recenti ricerche hanno evidenziato una diminuzione complessiva della pioggia che non risulta distribuita nell'arco dell'anno, ma concentrata nei mesi autunnali. Contemporaneamente si è osservata una leggera diminuzione dei giorni piovosi e una diminuzione delle piogge più benefiche per il suolo (piogge comprese tra 20 e 35 mm) e da un contemporaneo aumento delle piogge di più piccola entità il cui contributo è più facilmente soggetto ai fenomeni di evapotraspirazione. Le precipitazioni medie annue presentano valori crescenti a partire dai 600mm della pianura fino a 1000mm in collina. La media delle temperature massime registrate indicano valori di 15-17°nelle zone collinari e valori di 20-22°, le temperature medie1 4-15°, le minime 10-11°.
In generale, l'effetto dell'evapotraspirazione azzera il contributo della maggior parte delle piogge. In autunno a causa di flussi di aria fredda dei Balcani e di aria polare marittima si determinano frequenti variazioni di temperatura, e non è difficile che manchino perturbazioni secche e miti dai quadranti occidentali. In inverno il territorio è interessato da aria fredda proveniente da nordest che portano diminuzioni della temperatura fino a sottozero (-6/-8r). Nel corso della stagione invernale avvengono in maniera frequente abbondanti nevicate che interessano sia San Giovanni Rotondo che le zone più elevate del Promontorio. In primavera le precipitazioni sono molto scarse e durante tutta la stagione si possono avere irruzioni di aria fredde che arrecano nevicate e gelate tardive mentre verso l'estate le invasioni di aria nordafricana posso provocare repentini aumenti termici, tanta da regalare giornate prettamente estive. In estate il massimo della calura estiva è raggiunto tra Luglio e Agosto, ma il progressivo aumento dell'umidità porta a un progressivo aumento delle precipitazioni già verso la fine della stagione, in questo modo il mese estivo più secco risulta essere Luglio. In particolare si riportano i dati climatici registrati a S. Giovanni Rotondo nel 2008 e 2009 come riportato nelle seguenti tabelle e grafici.
5.1.2 - Ventosità
I dati relativi alla ventosità derivano dall'Atlante Eolico della regione Puglia. Nelle figure seguenti si riporta la distribuzione della densità di potenza dei venti all'altezza di 35 metri nel territorio dell'intera regione Puglia.
E' riportata, infine, la scheda redatta nell'ambito dell'Atlante Eolico della regione Puglia per il comune di S. Giovanni Rotondo dalla quale si evincono i valori della velocità media del vento, della sua variabilità e della direzione prevalente alle quote di 35, 60, 80 e 100 metri dal suolo. Lo studio è stato realizzato dal CREA (Centro Ricerca Energia & Ambiente) dell'Università del Salento, ed è stato motivato dalle numerose richieste pervenute per l'installazione di centrali eoliche sul territorio della Regione Puglia.
Nello studio si analizzano i dati utili alla caratterizzazione eolica delle circoscrizioni provinciali dei comuni pugliesi, in relazione ai criteri tecnici richiesti dalle direttive Regionali in materia.
Il testo riporta, oltre all'analisi anemometrica di ciascun comune della Regione Puglia, i percorsi che a livello mondiale, europeo, italiano e regionale sono stati fatti e che sono in corso di attuazione, per la promozione e lo sviluppo dell'energia eolica quale elemento strategico per la realizzazione dell'obiettivo di ridurre l'emissione dei gas ad effetto serra e contribuire al raggiungimento dell'autonomia energetica delle singole nazioni.
indice di ventosità matematici che tengono conto, per quanto possibile, degli effetti prodotti da rilievi montuosi ad ostacoli in genera, oltre che della rugosità superficiale del terreno. La simulazione suddetta è stata sviluppata nel corso del 2000 e 2001 dall'Università degli Studi di Genova - Dipartimento di Fisica, che ha utilizzato ii proprio modello WINDS (Wind-field Interpolation by Non Divergent Schemes), derivato dal modello capostipite NOABL con l'inserimento di appropriati algoritmi e modifiche finalizzate a migliorarne le prestazioni. II modello 6 quindi da ritenersi modello accreditato (secondo quanto indicato dall'art.6 - Criteri tecnici -comma a) da enti pubblici e/o di ricerca. Alla messa a punto di tale modello di simulazione hanno contribuito le analisi basate sulla raccolta ed elaborazione dei dati anemometrici disponibili sul territorio (rete anemometrica ENELCESI, rete ENEA, rete dei Servizi Meteorologici dell'Aeronautica Militare e quelli reperiti presso reti regionali ed altre reti ). Ne deriva che la velocità media annua del vento a 25 m = 6 m/s.
26 5.1.3 - Temperatura
L'area garganica risulta in generale contraddistinta da un regime climatico di tipo collinare mediterraneo, caratterizzato mediamente da estati calde e poco piovose ed inverni freddi e mediamente piovosi. I climogrammi relativi alle stazioni di tale area evidenziano un ampio periodo a cavallo dell'estate di aridità convenzionale, caratterizzato cioè da evapotraspirazione superiore agli afflussi meteorici e pertanto da un deficit idrologico. II clima in questo caso può essere classificato come semiarido con eccedenza idrica piccola o nulla.
Le temperature minime invernali (gennaio-febbraio) raramente scendono al di sotto di 0'C; le massime estive (luglio-agosto) possono superare i 30°C. Le piogge sono concentrate prevalentemente fra ottobre e marzo (2/3 della pioggia totale annua). Le medie delle precipitazioni oscillano fra 500 e 1000mm/anno in funzione della posizione. I valori più elevati (1330mm/anno) si riferiscono alle stazioni della foresta Umbra, poste in maggiore quota, mentre i valori più bassi si riferiscono alla piana. Per quanto concerne l'andamento dei venti la situazione è caratterizzata da condizioni di instabilità, soprattutto nella porzione di territorio del Tavoliere. Le direzioni dominanti nei mesi estivi e primaverili sono generalmente a carattere di brezza (da E per la brezza di mare, mentre da S e SW per la brezza di terra). La porzione collinare è invece investita da venti settentrionali. Complessivamente l'area è una delle più aride della penisola italiana. In base alla classificazione di Von Kóppen (1940) la regione garganica e del tavoliere può essere ascritta, dal punto di vista climatico, al gruppo dei climi temperati, tipo climatico subtropicale, contraddistinto da:
una divisione abbastanza netta dell'anno in quattro stagioni;
medie termiche annue che si aggirano introno ai 14oC;
un'escursione termica annua abbastanza alta ma non eccessiva;
valore medio alto nel mese più caldo, superiore ai 30oC;
inverni miti, con medie del mese più freddo che si aggirano intorno ai 10o; valori delle precipitazioni variabili;
presenza di una stagione secca;
notevole variabilità del tempo meteorologico, legato al fatto che in queste zone le masse d'aria fredda di origine polare vengono in contatto con le masse calde di origine tropicale.
Sottotipo mediterraneo (per il quale la stagione secca è l'estate, quando le precipitazioni sono assai scarse a causa del prolungato ristagnare dell'anticiclone tropicale; le differenze stagionali sono quindi marcate dalle piogge, prevalentemente autunnali-invernali, spesso con caratteri di torrenzialità). È questo un sottotipo climatico che si sviluppa soprattutto nella pianura, caratterizzata da elevato rischio di desertificazione.
5.1.4 - Radiazione Solare
Dalla consultazione dei dati dell'archivio climatico sviluppato dall'Enea nell'ambito del progetto di Atlante Italiano della Radiazione Solare, riferiti agli anni 1994-1999 si ottiene un valore della radiazione media annua di 5478 MJ/mq
L'andamento medio della radiazione nel corso dell'anno ha una curva a campana con punte di 24,3 MJ/mq nel mese di giugno e di 24 MJ/mq nel mese di luglio e minimi di 5.7 MJ/mq nel mese di dicembre valore dell'insolazione negli anni indagati dal 1994 al 1999 è variata da un minimo di 5314 MJ/mq del 1996 MJ/mq ad un massimo di 5558 del 1999.
5.2 – IL SUOLO E SOTTOSUOLO
Aspetti geolitologici, idrogeomorfologici, geotecnici e sismici
Nell’ambito di uno studio preliminare di fattibilità si riportano in forma sintetica ed essenziale gli aspetti idro-geo-morfologici che caratterizzano l’areale d’intervento e le eventuali criticità espresse in termini di pericolosità e di rischio associato.
5.2.1 - Caratteri geolitologici
Il Piano Particolareggiato ―Costa Giardino‖, situato nell’ambito del territorio comunale di San Giovanni Rotondo, ricade sul promontorio garganico che corrisponde, dal punto di vista geologico, ad un blocco sollevato della Piattaforma Carbonatica Apula. La sua ossatura è costituita essenzialmente da una potente successione di sedimenti calcareo-dolomitici di età triassico-cretacea, risultato della lunga evoluzione di un ambiente di scogliera sostituito nel Cretaceo inferiore da una piattaforma carbonatica, a luoghi coperta da sottili lembi di depositi trasgressivi di età post-cretacea.
Le formazioni affioranti nella zona in esame sono ascrivibili alle facies di retro-scogliera del Giurassico superiore - Cretaceo inferiore e a coperture continentali detritiche di falda.
Nell’ambito del volume geologico significativo la sequenza delle unità litostratigrafiche riconosciute nella zona è la seguente:
Detrito di falda (Pleistocene - Olocene): sono accumuli eterogenei costituiti da clasti eterometrici, da sciolti a poco cementati e cementati con terra rossa residuale; affiorano lungo le basse pendici dei versanti e sono da mettere in relazione alle azioni di agenti esogeni (gravità e precipitazioni meteoriche) che hanno eroso i calcari fortemente fratturati e tettonizzati del versante.
Calcari di San Giovanni Rotondo (Malm): calcari micritici o microcristallini di colore generalmente biancastro e talora leggermente rosato, a stratificazione distinta, con strati della potenza variabile da
28 pochi centimetri ai 2 m circa. Affiorano estesamente nella parte
meridionale e nord orientale del territorio comunale.
Calcari di Monte Spigno (Malm): calcari cripto- e microcristallini a stratificazione poco visibile. Affiora largamente sul territorio orientale al Centro Abitato e a monte della strada per Monte Sant’Angelo in zona cimitero e vallone ―La Bianca‖.
Dal punto di vista tettonico, il sito è interessato dalla faglia regionale trascorrente nota come ―Faglia di Mattinata‖ (o ―Faglia di Carbonara‖) orientata O-E, che ha provocato notevoli rigetti, salti morfologici visibili e la formazione di ampie fasce di cataclasiti e brecce ricementate a ridosso di essa.
5.2.2 - Lineamenti idro-geo-morfologici
La descrizione degli aspetti e dei processi morfologici e delle condizioni idrologiche e idrogeologiche è basata su dati bibliografici, analisi di foto aeree e un rilievo idrogeomorfologico di campagna.
L’area in esame, costituisce una porzione di versante caratterizzata da media e moderata acclività. In queste aree non si rilevano forme particolari di versante, corpi di frana o situazioni di dissesto diffuso. Il versante a monte, caratterizzato da alta acclività, non mostra segni d’instabilità. L’assetto strutturale e giaciturale delle litologie affioranti è di un ammasso roccioso brecciato e cataclasizzato con disposizione giaciturale indistinta.
L’idrografia superficiale della zona è definita dalla presenza di due impluvi a carattere episodico, ubicati sia ad ovest che ad est dell’area di Piano. In particolare, il lato ovest ricade nell’ambito dell’alveo e della fascia di pertinenza fluviale di un corso d’acqua episodico ma con un
30 bacino di raccolta a monte molto limitato.
L’idrografia sotterranea è rappresentato da un reticolo irregolare di fessure e cavità intercomunicanti che consente all’acqua d’infiltrazione di defluire in profondità fino a raggiungere la falda carsica profonda sotto il livello del mare. Nell’immediato sottosuolo non vi sono le condizioni geologiche e idrogeologiche per l’esistenza di livelli acquiferi sospesi (rocce dotate di permeabilità per fessurazione e subordinatamente per carsismo di grado medio-alto).
5.2.3 - Aspetti sismici e geotecnici
Per quanto attiene al rischio sismico, nella classificazione del territorio nazionale, introdotta dall’O.P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003, il Comune di San Giovanni Rotondo è inserito in Zona Sismica 2 (area a media sismicità). La Carta della Sismicità, redatta dal Centro Nazionale Terremoti - INGV, riportata in figura, evidenzia in tutta l’area garganica una diffusa attività sismica.
La più alta sismicità, come definita sulla Mappa di Pericolosità Sismica dell’INGV, in termini di accelerazione massima al suolo, si ha lungo la fascia centro-meridionale e corrisponde alle aree sismogenetiche individuate sul promontorio. Il sito in esame si colloca
nella fascia caratterizzata da valori di accelerazione massima al suolo di 0.200 – 0.225.
Per quanto riguarda le caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione, sulla base di indagini pregresse effettuate in zona, il substrato roccioso che caratterizza il sottosuolo pur se variamente fessurato, con locali intrusioni di terreno residuale, è dotato complessivamente di proprietà geomeccaniche e litodinamiche affidabili e caratteristiche geomorfologiche stabili.
Nella futura fase esecutiva del Piano saranno effettuate specifiche indagini finalizzate alla documentata ricostruzione del modello geologico sviluppando un utile riferimento per il progettista nell'inquadrare i problemi geotecnici e definire il programma delle indagini in sito e laboratorio da realizzarsi.
5.2.4 - Analisi delle pericolosità geologiche - Pericolosità sismica
Le valutazioni relative alla definizione della ―pericolosità sismica di base‖ derivano da studi condotti a livello nazionale (Mappe interattive di pericolosità fornite dall’INGV). I risultati sono forniti in termini di valori di accelerazione orizzontale massima ag e dei parametri (Fo, Tc*
etc. ) che permettono di definire gli spettri di risposta nelle condizioni di sito di riferimento rigido orizzontale (categoria A) e per diverse probabilità di superamento in 50 anni e/o diversi periodi di ritorno TR. L’azione sismica così individuata, viene successivamente variata, per tener conto delle modifiche prodotte dalle condizioni stratigrafiche locali del sottosuolo effettivamente presenti nel sito di costruzione e dalla morfologia della superficie; tali modifiche caratterizzano la risposta sismica locale (RSL).
Quindi, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, si rende necessario valutare l’effetto della risposta sismica locale utilizzando, in assenza di specifiche analisi, l’approccio
Quindi, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, si rende necessario valutare l’effetto della risposta sismica locale utilizzando, in assenza di specifiche analisi, l’approccio