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L’area triveneta vede un presente corale organizzato in associazioni regionali assestate al proprio interno in suddivisioni provinciali. In area veneta insistono ASAC e AGC, la prima di carattere regionale, la seconda perlopiù effettiva in area veronese.

In area friulana opera USCI Friuli Venezia Giulia, suddivisa nelle rispettive province con in più una specifica sezione riservata alla coralità afferente ai circoli sloveni presenti in regione.

In area trentina è presente Federazione Cori Trentino, associazione che raggruppa ed organizza le formazioni corali locali, ad esclusione dell’Alto Adige dove è attiva una specifica realtà associativa.

Prima di esaminare i dati relativi alla presenza corale, intesa in numeri, cifre e tipologie di gruppi rilevabili, è opportuno gettare un po’ di luce sugli scopi, finalità ed organigramma di tali associazioni.

L’ASAC Veneto:

L'ASAC (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali) è un'associazione senza fini di lucro, fondata nel 1979, alla quale aderiscono 320 complessi corali del Veneto con oltre 10.800 cantori.

L'Asac è composta da un Consiglio Direttivo formato da due rappresentanti di ciascuna provincia, da una Commissione Artistica di 21 esperti e dal Collegio dei Sindaci.

L'attività delle province è coordinata dalle Consulte Provinciali. L'Associazione promuove e organizza corsi di aggiornamento e di specializzazione per direttori, insegnanti e operatori musicali-corali, laboratori vocalistici, convegni, stage, concorsi di composizione e di esecuzione, festival e rassegne internazionali, nazionali, regionali e provinciali.

Questi i principali scopi dell'Asac:

 incrementare e coordinare l'educazione e l'animazione musicale nel contesto socio-culturale, in particolare promuovendo iniziative finalizzate al recupero delle tradizioni locali, alla ricerca e diffusione di composizioni corali di qualsiasi epoca;

 indire concorsi, rassegne, concerti, corsi didattici, seminari di studio, convegni e altre manifestazioni, ad ogni livello;

 curare pubblicazioni, informazioni, edizioni nastro-discografiche specializzate e istituire una biblioteca di consultazione;

 stabilire relazioni continuative con enti pubblici, amministrativi, culturali, artistici, scolastici, turistici ed istituti editoriali operanti nel settore;

 sviluppare rapporti e collaborazioni con altre organizzazioni similari italiane ed estere, su basi di reciprocità242

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134 AGC Verona:

L’Associazione Gruppi Corali di Verona è l’organismo che raggruppa i cori di tutta la provincia veronese. Una figura organizzativa voluta dai cori stessi nel febbraio del 1979.

Suoi scopi principali:

 promuovere e diffondere l’attività corale in tutte le sue espressioni;

 organizzare stages e corsi di aggiornamento musicale per qualificare le diverse interpretazioni e per una qualità vocale sempre più ricercata e puntigliosa;

 cercare il dialogo e la collaborazione con il mondo Accademico perché venga riconosciuto e confermato il ruolo culturale ed artistico del mondo corale;

 organizzare iniziative e manifestazioni di confronto artistico per favorire il nascere di scambi culturali e lo sviluppo di forme di aggregazione sociale;

 contribuire allo sviluppo e alla crescita del mondo corale con pubblicazioni editoriali e registrazioni di opere inedite;

 riscoprire e documentare i canti orali della tradizione popolare attraverso l’opera di ricerca svolta dai cori stessi sul proprio territorio;

 creare le condizioni perché ci sia un costante dialogo tra i cori associati e tra i cori e l’Associazione per crescere nuove idee, e sviluppare iniziative d’interesse comune243

L’Usci Friuli Venezia Giulia:

‘Tra il 1979 e il 1981 si sono costituite in Friuli Venezia Giulia l’USCI della provincia di Gorizia, l’USCI della provincia di Pordenone, l’USCI della provincia di Trieste e l’USCF (Unione Società Corali Friulane) della provincia di Udine. Tali associazioni, pur desiderando mantenere la propria specificità ed autonomia, hanno sentito presto l'esigenza di disporre di un organismo sovraprovinciale per portare a compimento progetti di più ampio respiro, difficilmente attuabili nel più stretto ambito provinciale e per perseguire obiettivi di maggior rilevanza sia sul piano artistico che su quello organizzativo. È nata così il 12 novembre 1981, quale "associazione di secondo grado", l’Unione Società Corali del Friuli Venezia Giulia, istituzione che si pone non come struttura gerarchicamente superiore ma come riferimento rispettoso dell'autonomia di ciascuno (singoli cori associati e associazioni provinciali). Dal 1999 aderisce all'USCI Friuli Venezia Giulia anche l'Unione dei Circoli Culturali Sloveni. L'USCI regionale rappresenta dunque tutte le realtà etnico culturali presenti sul territorio’.244

Federazione Cori Trentino

La Federazione Cori del Trentino è stata costituita nel 1963 con l’obiettivo di sostenere e incrementare l’attività corale, nella duplice forma del canto popolare e della polifonia classica, mirando a conservare la tradizione consolidata del canto di montagna e favorendo nel contempo lo sviluppo e la crescita qualitativa dei cori a repertorio classico.

Oggi le finalità sono diverse. Il mondo corale è infatti riconosciuto come una scuola diffusa dove c’è posto per la cultura musicale e per la rappresentazione artistica, ma anche per la sana competizione e la sincera aggregazione. Un tetto comune dove ci si impegna per lo studio, la ricerca, l’approfondimento e la salvaguardia del patrimonio musicale sia classico che di tradizione orale. Collante tra passato e presente, il coro unisce generazioni diverse che, cantando, ritrovano il piacere di fare cultura e di stare assieme. Un luogo dove si fa formazione, dove si coltivano i valori dell’amicizia e della solidarietà.

La Federazione Cori del Trentino aderisce ed è parte attiva della Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali Corali (FE.N.I.A.R.CO.) e dell’Arbeitsgemeinschaft Alpenländischer Chorverbände (A.G.A.CH.), costituita a Bolzano nel 1980 e che comprende le Federazioni Corali dell’arco alpino. Questi organismi operano a livello internazionale con l’obiettivo di diffondere il canto corale creando le condizioni per una conoscenza reciproca degli aspetti culturali e sociali delle varie realtà territoriali di appartenenza.

243 Cfr: http://www.agcverona.it/presentazione.asp, 10 Settembre 2013. 244

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La Federazione Cori del Trentino promuove e coordina le attività corali provinciali fornendo ai propri soci servizi di base (consulenza fiscale amministrativa, assicurazioni, supporto bibliografico ecc.) e svolgendo nel contempo attività proprie, in termini di significativa proposta culturale artistica di valorizzazione del canto e delle attività corali.

Grande importanza viene riservata al settore della didattica e formazione, con l’organizzazione ogni anno di varie attività quali la scuola per direttori di coro; corsi periferici presso i cori; stage riservati a direttori di coro esperti; partecipazione di giovani direttori a eventi di rilievo nazionale; iniziative dedicate nelle scuole per avvicinare i giovani al canto corale ecc.

La Federazione propone anche una propria attività progettuale per le varie tipologie di coro, raccordando aspetti e settori del variegato mondo della cultura con uno sguardo particolare ai suoi profili identitari e al suo legame con il territorio e la tradizione.245

Sulla base dei dati forniti emergono le seguenti acquisizioni:

A) si rileva anzitutto l’omogeneità di costituzione delle associazioni citate, tutte formatesi intorno agli anni ’80, con la rinomata eccezione di Federazione Cori del Trentino.

B) si nota una certa omogeneità di impianto strutturale: l’organizzazione interna di ciascuna associazione, con minore intensità per quanto concerne AGC Verona, contempla un nucleo centrale e diverse ramificazioni territoriali, solitamente suddivise per Provincia, aventi i propri organi decisionali e artistici. Tale fisionomia è servita da matrice anche per altre regioni italiane, essendo la coralità triveneta una fra le prime ad aver costituito –per presenza e vitalità nel territorio- congrue associazioni di rappresentanza.

C) le forme di gestione rispondono alle ordinarie dinamiche associazionistiche in cui figure diverse si occupano si aspetti progettuali, amministrativi, fiscali. L’adesione a tali associazioni è regolata da una quota annuale di iscrizione.

D) qualche ulteriore numero corale: 201 i gruppi censiti ed aderenti a Federazione Cori Trentino; 326 gruppi a regime in Friuli Venezia Giulia; 385 gruppi corali in Veneto, associati ad ASAC; 40, infine, i cori veneti afferenti AGC Verona. In totale, perciò, 952 formazioni corali, ufficialmente censite e registrate nelle relative associazioni.

E) qualche dato geografico: 18.390 km quadrati di superficie per il Veneto; 6.212 km quadrati di superficie per l’area Trentina; 7.858 km quadrati di superficie per il Friuli Venezia Giulia: qualche calcolo ci consegnerà alcune informazioni oggettive circa la presenza effettiva di cori nel territorio: in Veneto esiste un coro ogni 43,2 chilometri; in Friuli Venezia Giulia uno ogni 24.1 chilometri mentre in area trentina esiste un coro ogni 30.9 chilometri.

Si dovrà subito precisare che, in realtà, questi dati rappresentano un’oscillazione di verità tendente al minimo di presenza certificata poiché numerosi sono i casi che attestano una

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vita autonoma, e spesso non formale, di formazioni di diversa matrice, per motici diversi non incluse nei circuiti menzionati.

F) comparando gli statuti prima presentati emergono talune differenze a fronte di elementi comuni:

1) il profilo ASAC Veneto, infatti, si distingue per il marcato scopo di favorire il raccordo sia dei cori con enti ed istituzioni locali sia fra il mondo accademico e la coralità amatoriale.

2) parallelamente si orienta AGC Verona, condividendo altresì con ASAC l’interesse alla documentazione di pratiche e repertori svolti dai cori aderenti.

Questo punto ritorna –esplicitamente o meno- fra gli obiettivi di tutte le associazioni regionali.

3) un accento più amministrativo caratterizza Federazione Cori Trentino, impegnata al servizio degli associati, oltre che per la promozione e diffusione dei repertori e delle iniziative legate alla coralità, anche per una collaborazione normativo-burocratica a supporto della vita dei singoli gruppi.

4) elemento comune alle associazioni regionali risulta la promozione di percorsi didattici che interessano la formazione e valorizzazione delle figure operanti all’interno delle compagini associate. Tale istanza è dedicata in virtù della variabile preparazione con cui i direttori dei gruppi vocali svolgono la propria attività: non sempre, infatti, le loro figure professionali provengono da realtà accademiche e, non raramente, i loro profili si caratterizzano per un’impronta di autodidatta.

5) comunemente le quattro associazioni si configurano nell’ottica della promozione ed organizzazione di eventi ed iniziative concertistiche, prestando attenzione parimenti alla conservazione di documenti e repertori praticati.

A margine dei dati demografici relativi alle formazioni associate si osserva una variabile ufficialità di presentazione delle formazioni effettivamente praticanti polifonia e, generalmente, coralità.

In altre parole esiste –testimoniata da fonti le più diverse (da pubblicazioni su quotidiani o periodici, ad esempio)- un altro serbatoio di coralità non attestato nei dati ufficiali perché non aderente alle associazioni citate, tuttavia piuttosto consistente.

In questo senso si segnala la difficoltà di una ricerca sistematica che ambisca a censire e documentare con omogeneità tutte le formazioni attive nell’area coinvolta. Altresì, da ciò deriva il carattere sfuggente e transitorio che simili ricerche comportano.

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Un esempio concreto di tale discrasia fra ufficialità e pratica effettiva è rappresentato dalle formazioni vocali attive al servizio delle pratiche religiose di ambito cattolico: un esame dei gruppi dedicati all’animazione liturgica presenti nelle parrocchie della Diocesi di Treviso, ad esempio, rivelerà esigue concordanze rispetto ai gruppi associati formalmente ad ASAC Veneto, dimostrando una tendenza alla pratica effettiva svincolata dalla formalità.

Tali formazioni, dedicate prevalentemente al repertorio liturgico, esulano da una rendicontazione generale e sistematica della polifonia praticata, attestando una sostanziosa percentuale di prassi attive sebbene non rese formalmente discrete.

Ulteriormente, si può osservare come non siano rare le formazioni polifoniche rilevabili nell’alveo di altre espressioni religiose attive, ad esempio, presso le comunità immigrate di rito cattolico e ortodosso.

Una precedente nostra indagine monografica, svolta negli anni 2008/2009 ha tradotto in video alcune testimonianze di tali articolazioni (ovvero: polifonia liturgica in area triveneta di matrice non autoctona) censendo e documentando intonazioni liturgiche di rito greco- cattolico in lingua ucraina (chiesa di Santa Chiara a Venezia) piuttosto che rito cattolico della comunità nigeriana e ghanese (con sede a Castelfranco Veneto, TV) o, ancora, rito cattolico della comunità filippina (con sede a Frescada, TV).

Questi ed altri casi censiti testimoniano la cospicua presenza della polifonia vivente in area triveneta, spesso non ufficializzata, sovente negletta, non raramente dedicata a consuetudini specifiche o ritualità particolari, tendenzialmente priva di congrua struttura organizzativa e, viceversa, afferente alle comunità (in questo caso religiose) locali.

Finalmente, si segnala la vita prevalentemente autonoma di formazioni polifoniche ‘spontanee’, caratterizzate sovente da un’assenza della figura del direttore, generalmente praticanti repertori della tradizione locale con prassi esecutive specifiche. Tali formazioni, dotate di un apparato organizzativo e formale piuttosto labile, sovente sfuggono alle procedure di censimento e perciò raramente si ritrovano presenti fra i dati numerici concernenti la realtà polifonica attiva.

In questo panorama corale, prevalentemente a vocazione amatoriale, si inseriscono naturalmente anche formazioni professionistiche lirico-sinfoniche tuttavia con tempi, dinamiche, impieghi e criteri performativi assai specifici e non comparabili all’orizzonte descritto.

Solitamente emanazione di Enti o Fondazioni liriche o, talora, alle dipendenze di Enti territoriali, tali cori registrano una contrazione –sempre più marcata- a seguito delle

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difficoltà economiche che gravano nel contesto produttivo attuale e del passato più o meno recente, segnando una disomogenea linea numericamente discendente rivolta perlopiù all’utilizzazione di organici non stabili bensì legati a progetti specifici limitati nel tempo.

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1.3 Fra miti e vestigia, fra testimonianza e camuffamento,