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Capitolo V. Confronti tra alcune descrizioni di battaglie in Tacito e Ammiano

1. Ammiano e Tacito sulle battaglie

Sia Tacito che Ammiano presentano numerose descrizioni di battaglie426. Nella porzione degli Annales che sopravvive, l’interesse militare di Tacito si concentra essenzialmente su tre fronti di guerra ai confini dell’impero, ovvero sul fronte germanico427, in Britannia428 e in Armenia429. A questa categoria si può anche assegnare il trattamento, pur di minore importanza, che l’autore riserva agli affari esteri in Gallia430, Africa431, Tracia432 e altrove433.

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Sugli episodi bellici in Tacito si è tenuto conto soprattutto degli studi di Wellesley (1969); Levene (1999), pp. 225-226; Campbell, Tritle (2013), pp. 85 ss. Riguardo a tali episodi in Ammiano, la loro ricorrenza e il loro valore cfr. Crump (1969), pp. 51-139; id. (1975), pp. 23-34 e 128-134.

427 Cfr. Ann. I,49-71, II,5-26 in cui si narrano le imprese di Germanico; ibid. II,44-46.62-63.88 (morte di Arminio) Druso è mandato a portare pace nelle tribù dell’Illirico; XII,27-30; XIV, 53-57.

428 Cfr. ibid. XII, 31-40; XIV,29-39 che narrano la soppressione della ribellione e la conseguente espansione dei Romani in Britannia.

429 Cfr. ibid. II,1-4.56-58 viaggio di Germanico nelle province orientali; XI,8-10.16-20,2; XII,10- 21.44-51; XIII,6,1.7-9.34,2-41; XIV,23-26; XV,1-17.24-31 in cui si segnala l’attività costante di Corbulone contro l’espansione del regno dei Parti.

430 Cfr. ibid. III,40-46.

112 L’opera che maggiormente si concentra sulle operazioni militari e gli eventi bellici è rappresentata dalle Historiae, almeno per la porzione che ne rimane: gli eventi di diciotto mesi di guerra civile sono riportati in quattro libri e mezzo anche se non c’è niente che dimostri che Tacito abbia una padronanza maggiore dell’argomento bellico434.

Qualsiasi lettore delle Res Gestae, d’altra parte, può facilmente notare come gli eventi riguardanti la storia militare siano per Ammiano fonte di grandissimo interesse: ad essi sono dedicati 110 dei 199 capitoli tramandati dalla tradizione435. Tra i numerosissimi episodi bellici che costellano la narrazione delle Res gestae436 Ammiano conferisce un’importanza maggiore all’assedio di Amida, alla battaglia di Strasburgo, all’ultima battaglia dell’imperatore Giuliano e alla battaglia di Adrianopoli. A queste si devono aggiungere la battaglia dei Campi Catalaunici (Chalons-sur-Marne), quella di Ctesifonte e quella prope oppidum Salices437. L’opera di Ammiano è inoltre molto studiata dagli storici in quanto costituisce ad oggi il resoconto maggiormente dettagliato delle operazioni e delle sfide militari di Roma e dei suoi avversari, dei loro sforzi per venire incontro a queste esigenze e dell’effettività generale delle forze armate imperiali nel periodo storico che si estendeva dalla riforma militare di Costantino alla divisione finale dell’impero dopo Teodosio.

Nonostante il valore intrinseco delle loro descrizioni di battaglie, sia Tacito che Ammiano, sono stati spesso accusati di negligenza, ignoranza e incompetenza in materia bellica438: si tratterebbe non solo di una “trascuratezza cronologica e

432 Cfr. ibid. II,64-68, Tracia III,38,2-39; IV,46-51 in cui sono descritte le imprese di Poppeo Sabino in Tracia; XII,54 Giudea; XII,55 Cilicia.

433 Levene (1999) fa notare che sebbene la prospettiva dichiarata e deprecata negli Annales (IV,32-33) sia essenzialmente non bellica, tuttavia non mancano episodi di interesse militare (cfr. infra n. 450). 434 Dal momento in cui Vitellio comincia la sua invasione dell’Italia (Hist. I,51) la guerra è costantemente al centro del racconto di Tacito: la guerra tra Vitellio e Otone lascia spazio a quella tra Vitellio e Vespasiano, cui succede la narrazione della rivolta di Civile, a sua volta seguita nel libro V dall’inizio della guerra giudaica.

435 Per i dati statistici si rimanda a Naudé (1958).

436 Gli episodi bellici in Ammiano sono talmente numerosi e incastonati nella narrazione che a volte è difficile distinguerli ai fini di un’analisi specifica; cfr. Naudé (1958).

437 Cfr. Res gestae XXIV, 6 in cui si narra la battaglia di Ctesifonte avvenuta nel 363 tra l’imperatore Giuliano e i Sasanidi; cfr. ibid. XXXI, 7 in cui si narra la battaglia combattuta dai generali Profuturo, Traiano e Ricomere contro i Goti presso Ad Salices in Tracia.

438 Nell’Ottocento Theodor Mommsen definì Tacito “der unmilitärischste aller Scrifsteller” (Mommsen, T., Römische Geschichte, München, Deutchen Taschenbucher Verlag (1976) VI, p. 167 n. 10), commento che è stato citato con una certa frequenza. Sulle caratteristiche di Tacito come

113 topografica”, ma anche di un’inspiegabile “indifferenza” che addirittura si avvicinerebbe alla “mancanza di gusto”. Tale giudizio coinvolge normalmente tutta la storia della storiografia439.

È pur vero che sia Tacito che Ammiano non forniscono una panoramica uniforme e chiara delle risorse, delle necessità e degli obiettivi militari dell’impero dell’epoca, non sempre definiscono gli obiettivi delle campagne e in molti casi neppure il ruolo che svolgono i singoli combattimenti nell’insieme delle operazioni. Affermare inoltre che entrambi gli autori non hanno utilizzato alcun artificio retorico nelle loro descrizioni sarebbe scorretto440.

Bisogna tuttavia notare che le critiche mosse dai lettori e dagli studiosi agli storiografi sono solitamente motivate dal fatto che i resoconti bellici in questione non assecondano i canoni della storia militare nella forma in cui è attualmente concepita. Più in generale, lo storiografo latino non deve essere considerato un “artista che produce letteratura senza il riscontro dei fatti o della tradizione”441, bensì un individuo appartenente ad un contesto culturale (quello romano),con convinzioni e tradizioni proprie, ad una disciplina (quella letteraria) e ad un genere specifico (quello storiografico, il genere che tra tutti concedeva minore libertà di forma). Se non si tiene conto di questi fattori e non si effettua un’analisi secondo tali categorie si perde di vista lo spessore delle opere storiografiche in questione e il loro valore442. Tale osservazione si dimostra particolarmente valida nell’analisi dei resoconti militari presenti nelle opere di storiografia. Infatti, come si vedrà in seguito, se

storico militare, cfr. anche Syme (1958a) pp. 157-75, 390-396, 676-682, 762-776; Saddington (1991); Lendon (2009), pp. 41-61, spec. p. 60. Per Ammiano si vedano tra gli altri Naudé (1958); Crump (1969); id. (1975), Austin (1979).

439 Cfr. Syme (1958a), p. 156. Tra gli storiografi maggiormente criticati a questo proposito hanno il loro posto anche Livio e Sallustio. Generalmente ci si limita ad affermare che Sallustio presenta problemi cronologici nella descrizione di campagne militari e i dettagli della sua descrizione appaiono spesso governati da esigenze letterarie o drammatiche più che dalla preoccupazione per la comprensione del lettore. I resoconti di Livio sarebbero invece danneggiati dalla mancanza di conoscenza militare e dall’utilizzo di alcune accortezze letterarie per raggiungere la chiarezza e aumentare l’impatto drammatico sul lettore. Cfr. Syme (1958a), pp. 147 e 156; Walsh (1961); Sage (1990), p. 929.

440 Cfr. Saddington (1991), il quale afferma che l’utilizzo che Tacito fa dell’allusione e della variatio frustra la volontà di approfondire tipica di uno studio esclusivamente militare. Tuttavia “retorica” non è sinonimo di “falsificazione”. Naudé (1958), spec. pp. 104-105 sostiene che l’immagine che emerge dalla lettura delle Res gestae è quella di uno storiografo ben informato, assorbito nella narrazione, il cui intento è quello di registrare in maniera permanente ciò che è accaduto. Pertanto è da escludere che Ammiano utilizzi gli artifici retorici esclusivamente per un fine superficiale come quello di compiacere un uditorio.

441 Cfr. Lendon (2009), p. 60.

114 l’orgoglio e la gloria di Roma furono soprattutto militari443, coloro che riportarono ed esaltarono i successi dell’impero non si dimostrarono affatto – come invece è stato affermato – “tristemente inadeguati al compito”444.

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